Marcianò e Milia “spingono” per la sfiducia al sindaco di Reggio Calabria Falcomatà

Angela Marcianò e Federico Milia, da punti di vista diversi, chiedono la sfiducia del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà di cui si discute oggi in consiglio comunale.

Angela Marcianò, presidente del movimento politico “Impegno e identità” chiede ai consiglieri comunali di «chiudere insieme questa sporca partita al ribasso per la città».

«Si discute oggi la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri comunali dell’opposizione – scrive la Marcianò – dopo aver fatto trascorrere tutto il tempo possibile al fine di riscaldare una minestra, divenuta indigesta perché scongelata e riscaldata parecchie volte ed ormai disgustosa. A preoccuparmi maggiormente è che questa pietanza avariata, purtroppo, va a finire dritta dritta nello stomaco dei reggini e non certo in quello pieno, volgarmente gaudente, dei registi di questa squallida pantomima.Nel corso del Consiglio in cui lei, sindaco, è rimasto da solo, a leggere con distacco emotivo allarmante un libro, in assenza della sua maggioranza che sulla stampa la definiva antidemocratico, decisi di non infierire perché da cristiana cerco di seguire gli insegnamenti biblici come “ il non proferire a loro riguardo altezzose parole nel giorno della loro angoscia”».

Continua la presidente di “Impegno e identità”: «Il problema è che adesso il suo disagio evidente è stato scaricato sui reggini che pensavano di aver visto i titoli di coda di questo film mediocre e sgradito ai più (ad esclusione dei non pochi beneficati) ed invece la pellicola impazzita è ritornata all’inizio perché evidentemente, chi continua a sostenerla, nonostante le mortificazioni subite, non ha imparato alcuna lezione.
Come al solito, sindaco, lei stupisce con effetti speciali, come un equilibrista, un acrobata, un funambolo ovvero come chi “nella vita politica e sociale si destreggia abilmente con spregiudicatezza e opportunismo, in modo da rimanere sempre in piedi”. Ha presente l’edilizia acrobatica che adesso va tanto di moda? C’è qualcosa che accomuna questa nuova pratica di esecuzione dei lavori alla sua maggioranza. Peccato che nell’edilizia acrobatica, aggrappati ad una fune, si realizzano ristrutturazioni esterne eccezionali. Con il vostro modo di operare, invece, state demolendo pure il poco di buono che ancora in città si tenta di preservare».

«Spero, lo spero con tutto il cuore e con sincera fiducia, che ci sia qualcuno tra i colleghi presenti oggi in Aula che conservi sprazzi di orgoglio, amor proprio ed amore per città, che si senta sdegnato nel tenere ancora le corde al sindaco funambolo, che non si renda più disponibile ad offrire tendoni salvavita per le sue cadute o funi psichedeliche per mascherare i suoi strafalcioni, rispetto ai quali pensa ancora sia sufficiente eclissarsi per un po’ di tempo (confidando nel fatto che i reggini abbiano poca memoria) o pronunciare menzognere richieste di scuse a cui, infatti, nessuno crede più. E vi prego, colleghi, non trinceratevi dietro dichiarazioni del tipo “non votiamo la sfiducia per non consegnare la città al centrodestra”. Perché la città, come impongono le regole della democrazia, sarebbe governata da un altro sindaco eletto dalla cittadinanza. Perciò – dice ancora Marcianò – se siete così sicuri di aver fatto bene, cosa vi intimorisce, cosa vi induce ad impedire il ritorno al voto? Mi auguro, quantomeno, di non risentire da parte vostra una carrellata di elogi e dichiarazioni di sostegno incondizionato al sindaco, che ormai a distanza di poche ore si alternano a comunicati di disprezzo nei suoi confronti, perché noi consiglieri abbiamo il dovere di rappresentare i reggini con coerenza e credibilità. E lei, sindaco, ha legittime ambizioni per la sua carriera? Bene, si faccia promuovere in fretta dal suo partito (che sembra amarla ancora così tanto “sinceramente”) e facciamola finita nel sacrificare tutto e tutti a causa dei suoi giochetti da prestigiatore sprezzante. Ma non conti molto su una promozione che valorizzi le sue competenze perché il modus operandi più diffuso di questi tempi è quello di trovare qualcuno che “si conosce” e non che “conosca qualcosa”. Già, dimenticavo che di questa prassi lei è Maestro indiscusso! Colleghi, vi prego. Chiudete questa sporca partita al ribasso per la Città. Votiamo insieme questa mozione di sfiducia e facciamo calare il sipario su una terribile parentesi diventata troppo grande per poter essere sopportata ancora dal popolo reggino».

A chiedere la sfiducia, questa volta nell’aula del consiglio comunale dove si discute della mozione di sfiducia al sindaco Falcomatà presentata il 9 gennaio dal centrodestra e opposizioni uniti, c’è anche il consigliere di Forza Italia Federico Milia.

«Vorrei ringraziartLa, sindaco, per la sua presenza, oggi qui in consiglio comunale, perché so che è impegnatissimo, l’ abbiamo visto dai suoi video sui social. Impegnatissimo a mostrare inaugurazioni, progetti realizzati da altri, e ad annunciare l’ avvio di lavori che in 10 anni non è riuscito ad ultimare», dice Milia.

«La parola che definisce bene la seduta di oggi è “Imbarazzo”. L’imbarazzo che non c’è. L’imbarazzo nell’inaugurare opere che non ci sono, che sono ferme da anni; l’imbarazzo di andare in giro per la città, fino alle periferie, che Lei, sindaco, ha abbandonato per anni», prosegue così Milia nel suo intervento.

«La vedo sorridente, sindaco, mi fa piacere: con questa mozione di sfiducia abbiamo rivelato i giochi di questa maggioranza, che prima viene umiliata e maltrattata da Lei e oggi, sicuramente, sarà pronta a darLe la fiducia. Ed è proprio a voi, consiglieri di maggioranza, che mi rivolgo: vi chiedo uno scatto di dignità, vi chiedo di considerare se quest’amministrazione sia in grado di proseguire», prosegue Milia.

«La città non ne può più, la città non vi vuole. Continuare a fare video di promozione, di proseguo di lavori, di avvio di lavori che non terminerete mai, non cancellerà quello che avete fatto, e quello che non avete fatto in 10 anni», conclude così Milia il suo intervento. (rrc)

MetroCity: approvato il documento di programmazione (Dup) 2024/2026

Approvato dal Consiglio metropolitano di Reggio Calabria, presieduto dal sindaco Giuseppe Falcomatà, il Documento unico di programmazione (DUP) per gli anni 2024-2026. L’atto è stato introdotto in aula dal consigliere metropolitano, Giuseppe Ranuccio, delegato al Bilancio che ha evidenziato come «il Dup è un importante documento di programmazione che, in vista del Bilancio previsionale, fotografa la situazione dell’Ente, offrendoci dati molto utili in termini di programmazione economica finanziaria. Il DUP indica chiaramente la nostra volontà di seguire precise linee strategiche ed individuare tutti i mezzi per conseguire gli obiettivi. In continuità con quanto fatto finora, puntiamo sulla promozione del settore Cultura, sulla crescita turistica, sullo sviluppo economico, sull’immagine del territorio ed inoltre sulla viabilità e sulla valorizzazione del patrimonio in generale. Grande attenzione anche all’Istruzione e quindi alle scuole, alle palestre, allo sport, senza dimenticare la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, compresi i tratti fluviali. Ancora, abbiamo inteso intervenire sul Welfare e sulla Formazione Professionale. A fronte di ciò – ha aggiunto Ranuccio – è opportuno segnalare che vi è stato un risparmio di circa 2 milioni di euro, grazie alla ricognizione dei mutui ed una gestione oculata delle risorse. Per raggiungere questo risultato, abbiamo potuto fare affidamento su un bilancio in ordine, senza dimenticare anche i finanziamenti intercettati nell’ambito del Pnrr ed una buona capacità di riscossione. Sono previste, infine – ha concluso il delegato al Bilancio – nuove assunzioni che consentiranno alla Città Metropolitana di poter garantire una maggiore efficienza nei servizi erogati, proseguendo sulla strada intrapresa in questi ultimi anni».

Durante i lavori d’aula gli interventi dei consiglieri si sono indirizzati maggiormente sugli interventi nel settore Viabilità. In merito il vicesindaco Carmelo Versace ha evidenziato gli «sforzi di programmazione relativi ad un settore che ha subito, nel corso degli ultimi anni, continui tagli nei trasferimenti di risorse relativi alla manutenzione ordinaria. Ciononostante – ha aggiunto – il lavoro di ascolto ed attenzione alle esigenze del territorio non è mancato, anzi continuerà con maggiore impegno».

Il consigliere Giuseppe Marino sull’argomento ha ribadito l’importanza delle infrastrutture di collegamento con le zone interne “sempre più importanti per evitare il rischio spopolamento”. Marino ha ricordato anche l’esempio virtuoso del piccolo Comune di Camini, guidato dal sindaco Pino Alfarano, protagonista di un progetto di integrazione migranti, avviato nel 2015 che ha realizzato dei luoghi sicuri ed un futuri a giovani rifugiati siriani. “Una storia di accoglienza e multiculturalità che – ha evidenziato Marino – sarebbe bello valorizzare, raccontandola a Palazzo Alvaro”. La proposta ha raccolto il parere favorevole del sindaco Giuseppe Falcomatà.

Sono intervenuti, altresì, i consiglieri metropolitani, Antonino Minicuci, Armando Neri, Domenico Romeo, Filippo Quartuccio e Domenico Zampogna. (rrc)

Saccomanno (Lega): Parole di Falcomatà scriteriate e prive di senso

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha evidenziato come la frase del sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, secondo cui «l’autonomia è un nuovo fascismo», è «scriteriata e di nessun senso».

«Con l’autonomia differenziata, che potrebbe risolvere i problemi del Sud – ha evidenziato –, però si ha necessità di amministratori capaci e non di sistemi clientelari. Dinnanzi a questa rivoluzione sistematica della politica, come possono muoversi quegli amministratori che, invece di operare oggettivamente, per una gestione brillante e virtuoso, si affidano a operazioni di bassa clientela? Ponendosi contro un cambiamento epocale che dovrà indirizzare verso competenza e capacità amministrativa».

«Perché diciamo questo? È di pochi giorni fa la notizia che il sindaco della città di Reggio Calabria e della Città Metropolitana – ha detto Saccomanno – sembra essere coinvolto in uno sperpero di denaro pubblico. Secondo quanto riportato, il Sindaco ha previsto una corte di 31 persone nel suo staff, con una spesa annua di € 831.131,27. Questo è un dato preoccupante considerando che Reggio Calabria è una delle città più povere d’Italia e si trova agli ultimi posti in termini di qualità della vita. Senza aggiungere che una spesa e un numero pari quasi al doppio di quello regionale! E, ancora, anche la procedura adottata per l’assunzione di questo persone sembra essere illegittima, in quanto non si fa menzione del fatto che il personale avrebbe dovuto essere costituito da dipendenti interni, come previsto dall’articolo 90 del Tuel. Inoltre, non sembra esserci stata alcuna manifestazione d’interesse per queste posizioni».

«Questo ha portato ad un aumento delle spese a carico dei cittadini di Reggio Calabria. È interessante notare – ha proseguito – che il nuovo organigramma della Città Metropolitana prevede una forte riduzione delle posizioni organizzative, ma i fondi destinati al personale vengono utilizzati per assumere 21 persone precarie nello staff del Sindaco. Questo solleva ulteriori dubbi sulla gestione delle risorse pubbliche da parte del Sindaco Falcomatà. È preoccupante constatare che, nonostante la difficile situazione in cui si trova la città, il Sindaco sembra concentrarsi principalmente sulle nomine dei suoi collaboratori, anziché affrontare i problemi reali che affliggono Reggio Calabria. La città ha bisogno diurgenti interventi per risolvere questioni come la gestione dei rifiuti, i servizi pubblici, i trasporti e la viabilità».

«Inoltre, è stato evidenziato che alcune delle nomine fatte dal sindaco – ha aggiunto – sembrano essere influenzate da questioni di parentela. Questo solleva interrogativi sulla scelta dei collaboratori in base alle loro competenze anziché alle loro relazioni personali. In conclusione, sembra che il sindaco Falcomatà stia facendo un uso inappropriato delle risorse pubbliche, con uno sperpero di denaro che non è giustificato dalla situazione economica della città».

«È fondamentale, pertanto, che vengano adottate misure adeguate – ha concluso – per garantire una gestione più responsabile e trasparente delle risorse pubbliche, al fine di garantire il benessere dei cittadini di Reggio Calabria, lasciando da parte proclami e tentativi di deviare la giusta informazione». (rrc)

Oggi il sindaco Falcomatà presenta la nuova Giunta di Reggio

Stamattina alle 11 il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà presenterà la nuova Giunta comunale.

Il nuovo esecutivo ha avuto un varo molto travagliato per i contrasti che si sono accesi tra il Pd e il sindaco Falcomatà, intenzionato a non rispettare le “quote” precedentemente concordate, all’indomani della sua rielezione.

Un conflitto interno alla sinistra che ha logorato ancor di più l’amministrazione comunale, nel cosiddetto “terzo tempo” annunciato dallo stesso Falcomatà all’incirca due mesi fa, appena reinsediato a Palazzo San Giorgio. Doveva essere questione di giorni, ne sono passati quasi 60. E non è detto che la nuova Giunta non faccia storcere il muso a parecchi consiglieri, un tempo fedelissimi al sindaco.

La verità è che Reggio sta vivendo un drammatico e triste momento della sua storia: appare una città abbandonata a se stessa e senza un progetto di rilancio. Il sindaco, per le verità, l’altro ieri ha riaperto il tapis roulant, annunciando la ripresa dei lavori per l’ascensore, alla fine del tappeto mobile che dovrebbe condurre al prossimo Museo della Visitazione, ma per qualche strana ragione già ieri la struttura non era più aperta. E altre iniziative sono state annunciate da Falcomatà che si sta giocando le ultime carte per il suo futuro politico. La sensazione è che sia una mano di poker con un bluff malamente mascherato. I cittadini di Reggio sperano non sia così: se il sindaco non se ne fosse accorto glielo diciamo noi: i reggini stavolta sono davvero incazzati, la città ha bisogno di una svolta. E probabilmente non basterà soltanto una nuova Giunta. (s)

L’OPINIONE / Mario Nasone: Reggio ha bisogno di una nuova e bella politica

di MARIO NASONENel Suo messaggio della notte di Natale, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, mons. Fortunato Morrone, invita ad «accogliere pienamente l’annuncio cristiano della venuta del Salvatore e conseguentemente a uscire fuori da una sorta di “sonnambulismo” che come non mai attraversa la città, ma anche la Chiesa».

Non sappiamo che spazio ha trovato tra feste, cenoni di Natale e Capodanno che normalmente occupano il maggior spazio nelle nostre famiglie in questi tempi questo messaggio, a fare a fare emergere la responsabilità dei cristiani che abitano questa nostra città. Specialmente a quelli “che abitano i palazzi della politica e dell’amministrazione. Su quest’ultimo invito, guardando il balletto sulla composizione della nuova Giunta da circa due mesi la città aspetta, pare che il messaggio sia caduto nel vuoto. Prevalgono le vecchie logiche comuni a tutti i partiti che vede l’interesse personale che prevale su quello della città.

Oggi più che mai Reggio ha bisogno di una nuova e bella politica, quella che abbiamo conosciuto, almeno in parte, nella primavera di Italo Falcomatà dove le forze migliori della città avevano accettato la sfida del cambiamento con alcuni uomini rappresentativi della società vivile che si erano prestati alla politica, penso a Nuccio Barillà di Legambiente, a Gianni Pensabene e Giuliano Quattrone di Insieme per la città, a Nino Mallamaci, a Lamberti Castronovo, ad Attilio Funaro di Confcommercio, all’imprenditore Falduto, ed altri ancora che avevano sposato il suo progetto che aveva trovato consensi anche fuori dal centro sinistra.

Parlava di una città da amare, lo si vedeva a mezzanotte andare in giro con il suo fedele e amico assessore Totò Camera a controllare se fossero partiti i camion per la raccolta della spazzatura, a contrastare per la prima volta il comitato di affari politico e mafioso che gestiva la città, ricordo quando da consigliere comunale mi disse: vedi Mario il comune amministra, la ‘ndrangheta governa. Non a caso divenuto sindaco ebbe il regalo della bomba fatta scoppiare nel davanti al portone del suo palazzo.

Con un altro Italo, don Calabrò, creò un sodalizio che iniziò tra i banchi della scuola del Panella, che decise di mettere le mani nelle ferite più profonde della città, quelle delle povertà cercando di condividerle e curarle. Era una stagione che aveva avvicinato il palazzo alla città, con i cittadini che partecipavano nelle circoscrizioni, nelle associazioni, nei tanti ambiti in cui ognuno cercava di dare un contributo alla rinascita della città dopo la più terribile guerra di mafia che l’aveva insanguinata.

Italo Falcomatà ha vissuto anche Lui le sue contraddizioni ma aveva il dono di ascoltare, senza presunzione e la capacità di mediare tra le varie anime che aveva coinvolto nel suo progetto politico mettendo sempre la città al centro. Italo Falcomatà e Italo Calabrò, tra le tante autorità morali che Reggio ha avuto rappresentano, soprattutto oggi  in una città in crisi di identità, i due maestri di vita a cui possano guardare i cittadini ed in particolare i giovani e chi fa politica. Iniziando dall’attuale sindaco Giuseppe Falcomatà che ne ha accettato l’eredità ma non la sua visione politica ed il suo coraggio, anche per l’inesperienza, che nel suo discorso di insediamento disse: «Oggi più che mai avvertiamo la necessità di porre in essere politiche inclusive, ovvero riportare al centro dell’attenzione della nostra azione politica coloro che fino ad oggi sono stati tenuti ai margini: i poveri, gli anziani, i bambini, le persone con disabilità, tutti, nessuno escluso, faccio mio l’insegnamento che don Italo ci ha lasciato. Un insegnamento da perseguire nel nostro agire quotidiano. È il momento del coraggio. Don Italo ha sempre invitato i giovani reggini (e non solo) a non delegare gli altri. Mi piace ricordarlo così, don Italo, quel sacerdote che ha scosso le coscienze di molti e continua a farlo ancora oggi con i suoi insegnamenti».

Per la nuova Giunta che nascerà sarà questo il primo banco di prova, rilanciare dopo anni di buio, le politiche del Welfare, garantire una rete di servizi di protezione sociale dei più fragili, dando loro posto anche nel bilancio comunale. Servirà soprattutto un nuovo protagonismo della Chiesa e della società civile non più suddita ma corresponsabile, come chiede il Vescovo, di questa nuova stagione. (mn)

[Mario Nasone è presidente del Centro Comunitario Agape]

Falcomatà: «Al Ministro Salvini un dossier sulle infrastrutture necessarie a collegare la Calabria con l’Italia»

«Ritengo che noi dobbiamo approfittare della presenza dei rappresentanti del governo sul territorio, per porre questioni di interesse generale che riguardano lo sviluppo della nostra area metropolitana e la risoluzione di questioni annose. Siamo in un momento di grandi cambiamenti per il nostro Paese, con grandi risorse da mettere al servizio dei territori e dei cittadini. Credo che la Calabria non possa sprecare questa occasione e che la Città metropolitana di Reggio Calabria non debba perdere una chance per mettersi al passo con le grandi metropoli europee». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà a margine dell’incontro avuto con il ministro dei Trasporti ed infrastrutture Matteo Salvini, al quale è indirizzato il dossier sulle priorità che riguardano il suo dicastero per il territorio reggino.

«Siamo anche in una fase di spinta decisiva del governo sulla l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto, stando a quanto ha detto il ministro Salvini – ha aggiunto il primo cittadino – ecco perché le infrastrutture di collegamento e di passaggio che mettono in correlazione non solo Calabria alla Sicilia, ma la Calabria con il resto del Paese e l’Italia con il resto dell’Europa, debbano essere ammodernate».

«Il tema in generale delle infrastrutture – ha evidenziato Falcomatà – deve essere affrontato in maniera integrata, quindi all’interno di questo dossier ci sono i problemi relativi alla portualità, al rilancio dell’aeroporto dello Stretto. Naturalmente abbiamo chiesto al ministro Salvini anche maggiore chiarezza sugli investimenti generali rispetto a tutta la Statale Jonica 106 in Calabria, perché da quello che abbiamo sentito da Anas questa SS 106 sembrerebbe fermarsi a Catanzaro. Naturalmente questo non va bene l’ottica di unire il Paese».

«Abbiamo chiesto una parola di chiarezza rispetto anche al tracciato dell’Alta velocità ferroviaria – ha affermato – consegnando la richiesta al governo di dare mandato ai tecnici di lavorare sul tratto più semplice e diretto. Perché se di alta velocità si parla, non possiamo sacrificare questa opportunità rispetto a interessi locali che invece, in questa fase, dovrebbero essere messi da parte».

«Sul fronte della viabilità interna al territorio – ha ricordato Falcomatà – i sindaci dell’area metropolitana reggina, hanno messo in evidenza alcune criticità di tratti di strade di competenza Anas, tutto nell’ottica di una proporzionalità di investimenti che deve avvenire fra le varie province della Calabria. Se si vanno a vedere i dati degli investimenti, sul sito del governo Open Coesione, vi renderete conto che ad oggi il territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria è evidentemente sacrificato rispetto agli altri investimenti nelle altre province».

«Naturalmente – ha concluso Falcomatà – non vogliamo che si sottraggano fondi a Catanzaro, a Cosenza piuttosto che a Castrovillari, a Crotone, a Vibo Valentia o a Lamezia Terme, ma vorremmo che la stessa attenzione fosse riservata al nostro territorio». (rrc)

FALCOMATÀ RITORNA SINDACO A REGGIO
LA CASSAZIONE: ASSOLUZIONE PER TUTTI

di SANTO STRATI – Finisce il tormento del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, che dal 2021 per la legge Severino, dopo la sentenza per la vicenda Miramare, continuava a restare fuori da Palazzo San Giorgio nella segreta speranza di veder accolto il suo ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ieri sera non lo ha ritenuto inammissibile e ha espresso un parere favorevole, mandando assolti tutti gli imputati.

Il reato (abuso d’ufficio, un anno di reclusione) è comunque prescritto, e anche nel malaugurato caso di conferma della condanna, niente avrebbe impedito a Falcomatà a finire la sindacatura, salvo che la Cassazione non avesse dichiarato inammissibile il ricorso. In questa fino all’ultimo temuta per quanto remota ipotesi, per Falcomatà finiva lì e per i reggini si prospettavano mesi di commissariamento in attesa di nuove elezioni (la prima fascia utile sarebbe stata quella delle elezioni europee di maggio!).

Invece, Falcomatà ha vinto, ha visto confermata la sua innocenza, e torna alla guida di una città morente e purtroppo strapiena di problemi. E cambia la geografia degli scranni: assolti con lui gli assessori della Giunta del 2014 incriminata per l’affidamento senza concorso degli spazi dell’ex Hotel Miramare a un’associazione privata (il Sottoscala) il cui presidente Paolo Zagarella aveva sostenuto (alla luce del sole) l’amico Falcomatà per le elezioni comunali di quell’anno.

Per la cronaca nel 2014 il figlio dell’indimenticato sindaco della Primavera reggina, Italo Falcomatà, aveva raccolto il 60,99 per cento dei consensi, facendo il bis nel 2020 (alla seconda tornata contro Nino Minicuci) con il 58,36 per centi dei voti. Detto in numeri, avevano detto sì – di nuovo – a Giuseppe Falcomatà 44.069 reggini. Non sappiamo quanto di quei consensi sia rimasto, ma di sicuro molti cittadini continuano a stimare e apprezzare il sindaco “sospeso”. Il cui reato – per la verità –, andava ascritto più a un misto di inesperienza e arroganza infantile che a a un’azione specificamente dolosa. Certo rimane la sofferenza di imputati che aspettano anni per vedersi riconoscere la propria estraneità ai “delitti” che venivano loro contestati.

Con Falcomatà sono stati assolti gli ex assessori dell’epoca dei fatti: Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Tutti, come Falcomatà, avevano subito la sospensione per 18 mesi. Solo che il ritorno di alcuni di loro tra gli scranni di Palazzo San Giorgio apre una serie di scenari che è difficile delineare a caldo.

Di sicuro Giuseppe Falcomatà, in questi mesi, si era fatto un’idea di come azzerare la giunta e modificare gli attuali assetti, mantenendo, comunque, al proprio posto i solidali vicesindaci facenti funzioni Paolo Brunetti (Comune) e Carmelo Versace (Città Metropolitana). La brutta vicenda di Castorina e dei presunti brogli elettorali delle elezioni del 2020 gettano comunque nuove ombre sulla serenità degli anni del ritorno di sindacatura di Falcomatà: su di lui pende l’accusa di omissione d’ufficio (sempre nella vicenda Miramare) per la mancata costituzione del Comune come parte civile  nel processo. Un’altra leggerezza frutto di cattivi consiglieri e probabilmente di inutile spavalderia. Questi mesi di lontananza dal Palazzo lo avranno sicuramente aiutato a riflettere su cosa e come fare “dopo il ritorno”. I risultati di queste “meditazioni” dal chiaro sapore politico li vedremo prestissimo con l’azzeramento della Giunta e l’assegnazione delle deleghe a vecchi e nuovi assessori. Il toto-nomine è già iniziato ieri sera, a Roma, all’uscita dalla Cassazione. (s)

Memorandum per Falcomatà pronto a rientrare al Comune di Reggio

di  PAOLO BOLANO – L’Amministrazione Comunale di Reggio ha messo le bandiere. Torna il nostro grande sindaco Falcomatà dopo due anni di “ferie”. I cittadini sono felici. Adesso dopo 8 anni di amministrazione di “sinistra” le cose cambieranno. Credetemi. Da otto anni aspettiamo, in periferia, i lavori per le fogne. Aspettiamo strade, cunette, tombini puliti. Aspettiamo i marciapiedi. Signor Sindaco Falcomatà: manca l’illuminazione, manca l’acqua spesso nelle case. Certo, anche se siamo al Sud, in periferia, mancano cinema e teatri. Dimenticavo, signori che amministrate questa città Metropolitana, che guadagnate al mese: 15 mila euro il sindaco; 8 mila euro gli assessori; 2 mila euro i consiglieri, vi ricordo che in questa periferia di Reggio non c’è un centro per anziani, per giovani, mancano le biblioteche, gli autobus passano quando si ricordano.

Basta! Diciamo basta! Speriamo che mi sentiate tutti voi a casa, miei concittadini. Intanto, udite, udite: torna dalle “ferie forzate” il sindaco Falcomatà. Ben tornato sindaco. Auguri! Ci dobbiamo fidare che nel bilancio del prossimo anno tutto questo sarà fatto? Oppure, continuate a prenderci in giro?

Fino a oggi, per otto anni cosa avete fatto? Ditelo ai cittadini, venite in periferia a dirlo, vi batteremo le mani. I cittadini delle periferie non sanno ancora cosa avete fatto. Non vi riconoscono più. Da otto anni vi siete allontanati dalle periferie. Pensavano che vi sareste dimessi visto che il programma non lo avete realizzato. Loro pensavano. Non è così. Le poltrone sono comode. Ma i vostri partiti di “sinistra” che caz… fanno. Perché non vi prendono a calci in C…. E vi buttano via? Hanno capito che gli avete fatto perdere quei quattro voti che gli erano rimasti? Bandista! Non lo hanno ancora capito? Poveracci! Qualcuno si permette di dire: pagliacci. Io non lo dico per il rispetto che ho della vera politica. Dimettetevi  comunque, ascoltate le mie parole.

Signori dei partiti di “sinistra”, fateli dimettere se siete ancora in grado. Salvate almeno i vostri partiti. Salverete ancora qualche voto. La democrazia ha bisogno di tutti i partiti. Chiamate a raccolta i vostri uomini. Andate da Padre Pio. Chiedete perdono per quello che non avete fatto per Reggio e per le periferie. Dopo, riunitevi con quelli che sanno. Con quello che resta dei veri politici e preparate un progetto vero di rinascita di Reggio e delle sue periferie. Fate così. Ascoltatemi una sola volta. Lo so che ormai, da quando non vi batto più le mani mi considerate il primo vostro nemico. Ma io racconto i fatti cari signori. Se voi non realizzate fatti positivi sono colpe vostre non mie che faccio il mio mestiere di giornalista. Io amo la politica. Certamente fuggo dai politici come voi.  Continuo.

Intanto, i giovani diplomati e laureati partono. Vi siete dimenticati? Sono stanchi di aspettare. Hanno visto il deserto in questa”sinistra”. Vanno via. Eppure la bella politica era nata in questo nostro Mediterraneo, dove poi si è affermata la democrazia (inventata dai Greci). Signori della politica. Oggi Il Sud aspetta ancora di colmare il divario col Nord. Prima i soldi li tenevano i baroni, padroni della terra. Oggi 8 persone al mondo posseggono la ricchezza di 4 miliardi di cittadini. Vi pare corretto? Il mondo si è incartato.

Ragioniamo anche su questo. Ma torniamo a Reggio. Che futuro ha questa città? Secondo me: zero. Ormai, di questi amministratori non si fida più nessuno. Io prevedo, in futuro, quando la gente sarà più matura, una rivolta popolare. Gente disperata che distruggerà quello che trova davanti senza costruire il nuovo. Mi auguro di no. Ergo. Signori rappresentanti dei partiti avete capito che serve una politica che parta dal basso? Vi do un consiglio, fatela partire dalle periferie abbandonate. Guadagnerete in seguito.

Capisco che ormai la rivoluzione tecnologica di questo millennio rende i partiti meno importanti. Però, attenzione, la democrazia senza i partiti non funziona. Lo avete capito? Sveglia! Vedete, oggi, al posto dei partiti, degli apparati, sono scesi in campo personaggi senza competenze. Signori della politica, avete visto i danni che hanno procurato? Vergogna. Riparate i danni. Cominciate a fare politica seria. Lo sapete che oggi il valore del lavoro dipende, in primis, dalla tecnologia incorporata? I lavori poveri di tecnica avranno in seguito poca importanza. Volete dirlo in giro voi che ancora vi riempite la bocca di sinistra? Sapete che oggi tra la tecnica e il capitale chi conduce le danze è la tecnica? Insomma, la tecnologia messa in campo spalanca la strada per l’incontro storico tra capitale e lavoro. Sarà la tecnica che terrà in piedi il capitalismo.

Aprite un dibattito su questo invece di dire e fare stronzate tutti i giorni. Sinistra, batti un colpo se esisti ancora. Illumina questi signori. Sinistra, devi aprire le sezioni e iniziare tutto daccapo se vuoi ancora esistere. Chiama i bravi, licenzia tutta la squadra dei “carrialandi”. Non ti servono più. Non ti porteranno più neanche un voto. I problemi sono più seri di quanto si creda. Ragioniamo assieme.

Infine, attenzione, le disuguaglianze rendono fragile l’Italia e il nostro Sud. Serve più scuola, più lavoro, più formazione, più cultura, più Sud appunto. Più periferia “rammendata” sostiene Renzo Piano. Colmare il divario: Reggio Emilia non può avere 63 asili e Reggio Calabria soltanto 3 in questo millennio. Perché non fate nulla per modificare questa triste realtà? Perché non avete fatto nulla fino a oggi? Le nostre periferie reggine non potranno più sopportare ciò. La politica stia in campana se vuole costruire una società nuova, fa ancora in tempo. Noi cittadini delle periferie aspettiamo con ansia di votare quella politica nuova che ci dia garanzie. Una politica onesta, leale, professionale, capace di far uscire la nostra periferia dal buio dove certa politichetta l’ha relegata. ν

L’OPINIONE / Francesco Cannizzaro: L’egoismo personale e politico di Falcomatà

di FRANCESCO CANNIZZAROLa Severino è una legge da rivedere. Così come alcuni aspetti dell’abuso d’ufficio. Su questo, adesso, siamo tutti d’accordo. Anche se anni fa non fu esattamente così. Ma lo sappiamo, la Sinistra tende a essere “giusta” solo quando le cose accadono dalle sue parti, altrimenti è solo severa, non giusta.

Noi invece, coerenti e garantisti sempre, condanniamo fermamente, oggi più che mai, una legge che mette quotidianamente a repentaglio l’attività di sindaci ed amministratori locali. Anche quando sindaci e amministratori sono di partiti opposti a noi. Pertanto, auspico che il nuovo Governo possa rivedere presto questi aspetti.

Andando però ben al di là delle beghe tra correnti politiche, la questione qui non riguarda solo l’esasperazione di un reato o gli effetti giusti/sbagliati di una legge. La questione è più delicata, più complicata, più generale. Perché qui si tratta dalla vita o della morte di un’intera Città e, di conseguenza, della correlata Provincia. Che è qualcosa di più della resistenza a cui fa appello Giuseppe Falcomatà. 

Reggio non ha di che resistere. La resistenza per come la interpreta il sindaco eletto, va chiamata per quello che è: egoismo. Personale e politico. Non c’è altro modo per definirla. La vera resistenza la sta facendo lui che, contro la volontà della stragrande maggioranza dei reggini, detiene le chiavi di una città imprigionata al volere di pochi, pochissimi. Ecco perché Falcomatà non può lanciare appelli di quel genere… Proprio lui che, invece, ha una responsabilità immane (diretta e indiretta) rispetto al disastro generale in cui versa oggi una delle città più belle d’Italia. Potenzialmente.

Il reato, discutibile o no, c’è. La legge, discutibile o no, è in vigore. Di conseguenza lui è impossibilitato ad esercitare il ruolo. Perché costringere i cittadini, per un altro anno (o magari di più, visto che arriverà anche il giudizio in Cassazione), a sopportare questo stato di abbandono e degrado totale?! Mollando la presa dimostrerebbe piuttosto un’altezza istituzionale straordinaria, riconsegnando le chiavi di Reggio ai reggini, restituendo davvero potere decisionale ai cittadini.

Reggio Calabria è allo stremo. E non è certo colpa della Severino, dell’abuso d’ufficio contestato nel caso Miramare o dei brogli elettorali. Fatti gravissimi, ovviamente, ma che sono piccoli squarci se messi a confronto con l’enorme voragine rappresentata dall’incapacità amministrativa che le giunte del primo e del secondo tempo targato Falcomatà hanno palesato. Non me ne voglia nessuno dei sindaci, degli assessori, dei delegati, contro cui personalmente non ho nulla, né tanto meno il partito e la coalizione che rappresento. Quelle dell’attuale Amministrazione, tutte brave persone prese una ad una, tuttavia incapaci di gestire un Comune come Reggio ed annessa Città Metropolitana. Non è l’essere brave persone a fare di per sé un buon governo. 

Ecco perché il mio, di appello, è a non appigliarsi al comma della legge, all’interpretazione della condotta, o alla “resistenza dei cittadini”, cosa improponibile e pure offensiva… le cose a cui mi appello ed a cui dovrebbe appellarsi ogni singolo reggino sono l’onestà intellettuale, la responsabilità, una presa di coscienza vera. 

Reggio, proprio adesso, ha bisogno di un loro gesto d’amore dei suoi amministratori. Il coraggio di gettare la spugna a volte vale più di restare in piedi 12 round per poi crollare comunque al tappeto. Perché i pugni li stanno prendendo i reggini, non loro. Loro però, in questo momento, sono padroni di scegliere per i reggini, per tutti coloro i quali vedono in Reggio Calabria un potenziale straordinario ma inespresso. E che l’hanno vista sempre indietreggiare, dal primo giorno di commissariamento ad oggi. Nemmeno l’ordinario funziona, nessun indicatore sociale segna normalità. Non si può negare l’evidenza!

Il Sindaco, deve mollare la presa, costi quel costi, per amore della Città, della Democrazia, della Libertà. Non è questione di Severino o non Severino… qui si tratta di avere il coraggio di mettersi da parte, a prescindere! È la città che lo chiede, non la politica. Farebbe l’unica scelta saggia.

Invito, quindi, ogni cittadino di Reggio a far sentire la propria voce, in maniera civile però forte (molto forte!), senza limitarsi alle chiacchiere al bar, agli articoli di sfogo, alle lettere anonime, ai post sui social o, ancora peggio, alla rassegnazione. Magari con un atto dimostrativo palese che, una volta per tutte, faccia rendere conto agli inquilini di Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro che è il momento di fermarsi.

Il CentroDestra farà sicuramente la sua parte affinché ciò avvenga. Perché andare avanti per inerzia è solo altamente nocivo.

Reggio, ora, ha bisogno di tutti noi. Ciascuno può fare il suo. Basta volerlo! (fc)

Processo Miramare, Giuseppe Falcomatà condannato anche in appello

La Corte di Appello di Reggio Calabria ha emesso la sua sentenza, confermando la condanna per Giuseppe Falcomatà, sindaco sospeso di Reggio Calabria. La sentenza, dunque, è un anno di reclusione per Falcomatà.

Per gli altri ex assessori coinvolti, la Corte di Appello ha emesso una condanna di 6 mesi di reclusione. Si tratta di Acquaviva Giovanna Antonia, Anghelone Saverio, Neri Armando, Nardi Patrizia, Marino Giuseppe, Muraca Giovanni, Quattrone Agata, Spanò Maria Luisa, Zagarella Paolo, Zimbalatti Antonino.

«Non c’era nessun pronostico alla vigilia quindi aspettiamo di capire meglio le motivazioni che hanno motivato la sentenza. Sono sereno e tranquillo come prima. Sul piano giudiziario aspettiamo di conoscere le motivazioni; ci tengo a ringraziare i miei avvocati Panella e Caiazza che hanno fatto un ottimo lavoro e adesso aspettiamo. La città in questi mesi con i due sindaci facenti funzione e con la maggioranza ha retto il colpo, adesso si tratterà di resistere ancora un po’», ha detto Falcomatà dopo la lettura della sentenza.

Franco Germanò, già assessore comunale, ha commentato la sentenza: «La giustizia ha fatto il suo corso, adesso tocca alla politica. Il Consiglio Comunale e quello Metropolitano non hanno più legittimazione politica e devono essere sciolti. Per dimissioni del sindaco sospeso, auspicabili ma non probabili, oppure per dimissioni vere dei Consiglieri Comunali».

«Qui e ora serve un atto politico forte, da parte di chi riveste ruoli istituzionali – ha proseguito – per dimostrare che il senso vero del fare politica è solo servizio alla comunità, è solo onore e orgoglio di rappresentare i cittadini. È necessario che tutti i consiglieri del centrodestra si rechino dal Segretario Comunale e rassegnino le loro dimissioni. Dal Segretario Comunale, così come prevede la legge, perché abbiano valenza giuridica e esplichino gli effetti voluti».

«Qui e ora servono i Partiti – ha detto – che hanno una responsabilità enorme nella gestione di questa fase politica che si apre davanti a noi. Devono con chiarezza chiedere ai propri Consiglieri il passo indietro che la Città invoca. Devono poi garantirsi la sottoscrizione, da parte dei candidati non eletti, di una dichiarazione di rinuncia al subentro in Consiglio Comunale ai Consiglieri dimissionari».

«Qui o ora servono serietà e responsabilità – ha concluso –. Devono prevalere l’amore per la Città, la coerenza, il rispetto per le Istituzioni e per i cittadini. Serve uno scatto d’orgoglio in alternativa alla conservazione dello status quo. Solo così potremo sperare di riaprire una pagina nuova per la nostra Reggio, proponendoci come alternativa seria e credibile a una classe dirigente che ha ampiamente dimostrato i propri limiti e il cui unico obiettivo è stato quello di conservare posizioni di potere e di privilegio».  (rrc)