Sacal annuncia nuove tratte per Lamezia e Crotone. E Reggio?

La Sacal annuncia nuove tratte per gli aeroporti di Lamezia Terme e Crotone, ma non dà notizie dello scalo di Reggio che rischia sempre più l’isolamento e un immeritato declassamento. Nonostante gli annunci e il dichiarato impegno del Presidente Roberto Occhiuto, la Sacal continua a ignorare le potenzialità dello scalo dello Stretto.

Si attendono entro il 24 aprile le conferme dei voli per Bologna, Torino e Venezia previa l’incentivazione di 13 milioni a favore delle compagnie aeree che accetteranno di volare a Reggio, ma sarà difficile tornare ai numeri di passeggeri di una decina di anni fa.

È un cane che si morde la coda: mancano i passeggeri ma perché c’è una scarsa offerta volativa che è modesta perché mancano i passeggeri. Si continua a trascurare il potenziale costituito dalla vicina Messina e del suo circondario che avrebbe grossi vantaggi a scegliere Reggio al posto di Catania (super affollato) e non si fa crescere l’offerta di voli da Reggio, a esclusivo vantaggio dello scalo lametino. L’esigenza di fare rete tra i tre aeroporti calabresi rimane solo un annuncio senza seguito e la Città Metropolitana patisce la quasi assenza di uno scalo che, negli anni passati, macinava passeggeri e utili significativi.

Peraltro l’Enac dovrebbe a breve eliminare gran parte degli ostacoli all’operatività del volo e l’aeroporto reggino potrebbe così uscire dalla categoria C che richiede una specifica preparazione dei piloti per l’atterraggio. In buona sostanza, per non investire quattrini (pochi, per la verità) per incentivare a proprie spese l’aggiornamento dei piloti di RyanAir (per esempio), la Regione penalizza sempre di più lo scalo dello Stretto. Si tratta di spendere in formazione sui piloti destinati a Reggio e RyanAir non ci pensa proprio: perché non provvedere la Regione incentivando finanziariamento la necessaria preparazione all’atterraggio per scali “difficili” come quello reggino?

Intanto, una nota della Sacal annuncia con soddisfazione l’aumento delle frequenze e le nuove tratte della compagnia Ryanair sugli aeroporti calabresi di Crotone e Lamezia Terme per la stagione estiva 2023.

L’incremento delle frequenze riguarda le rotte da Lamezia per Bergamo, Bologna, Malta, Torino, Verona e Vienna; dall’aeroporto Sant’Anna di Crotone aumentano le frequenze per Bologna e Bergamo e viene inserita la nuova tratta per Treviso. In totale saranno 220 i voli settimanali e 19 le rotte servite con un importante investimento economico della compagnia irlandese.

Si prospetta, dunque, una promettente stagione estiva per gli aeroporti calabresi di Crotone e Lamezia Terme grazie alle nuove rotte e frequenze operate da Ryanair che si vanno ad aggiungere ai collegamenti già esistenti sui due scali, con una crescita pari al 21%, rispetto allo stesso periodo del 2019, e un investimento economico di 100milioni di dollari (1 aeromobile basato).

Nel dettaglio, l’aeroporto Sant’Anna vedrà i collegamenti per Bologna da 3 a 5 frequenze, Bergamo passerà a 7 frequenze con un ulteriore incremento nel mese di agosto e il nuovo volo per Treviso servito con 5 frequenze, tutte su base settimanale.

A Lamezia, invece, i collegamenti che saranno incrementati dalla compagnia irlandese includono Bergamo che passerà a 19 frequenze settimanali, Bologna 13, Malta da 2 a 5 frequenze, Vienna e Karlsruhe con tre collegamenti settimanali in luogo dei due operati nella summer 2022. A tali incrementi si aggiungerà anche il nuovo volo per Venezia Marco Polo che sarà operato su base giornaliera.

«L’impegno costante di SACAL – ha commentato l’Amministratore Unico della Società Aeroportuale Calabrese, Marco Franchini – rappresenterà un sicuro incremento dei dati di traffico con conseguente impatto economico e occupazionale che sarà generato dall’incremento di operatività del sistema aeroportuale, basato su principi di specializzazione e caratterizzazione. Il potenziamento dell’offerta di trasporto aereo è il risultato di una specifica attività dell’assessorato al Turismo della Regione – conclude Franchini – tesa a cambiare radicalmente la percezione dell’offerta di un territorio che si candida come la nuova destinazione esperenziale del mercato europeo e intercontinentale». (rrc)

Unindustria Calabria incontra Franchini (Sacal): Al via il tavolo di confronto per rilancio degli aeroporti

Al via il tavolo di confronto, tra Unindustria CalabriaSacal, per il piano di rilancio degli aeroporti calabresi. Il Piano, che com’è noto prevede investimenti per 215 milioni di euro, promette di cambiare in maniera sostanziale il volto e quindi la funzionalità e l’appeal degli aeroporti calabresi. Una circostanza, questa, che si concretizza in una serie di opportunità da cogliere e valorizzare per l’intero sistema produttivo locale.

All’incontro, oltre ad Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e a Marco Franchini, amministratore unico Sacal, hanno preso parte e sono intervenuti Natale Mazzuca, past president Unndustria Calabria e componente del Consiglio Generale di Confindustria; Giovan Battista Perciaccante, presidente Ance Calabria; Fortunato Amarelli, presidente Confindustria Cosenza; Domenico Vecchio, presidente Confindustria Reggio Calabria; Daniele Diano, presidente Comitato Piccola Industria Unindustria Calabria; Umberto Barreca, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Unindustria Calabria;  i direttori Dario Lamanna, Unindustria Calabria e Confindustria Catanzaro;  Luigi Leone, Ance Calabria; Rosario Branda, Confindustria Cosenza; Anselmo Pungitore, Confindustria Vibo Valentia; e Daniela Ruperti, Confindustria Crotone. 

«L’approccio allo sviluppo del Piano che Marco Franchini dimostra di avere, è assolutamente da sostenere – ha detto Ferrara –. Abbiamo apprezzato il forte senso di responsabilità con cui sta gestendo l’importante compito a cui è chiamato e il suo modo schietto di affrontare con pragmatismo le questioni. Non possiamo perdere tempo su temi che attengono allo sviluppo dell’intera regione e su questi Unindustria Calabria è pronta a fare la sua parte».

«Siamo lieti che con Franchini  – ha proseguito – ci siamo trovati allineati sull’esigenza di condividere scelte e decisioni strategiche affinché le ingenti risorse da destinare alla riqualificazione degli aeroporti calabresi e alla loro capacità di connettere la nostra regione con il resto del Paese e del Mondo, assieme al coinvolgimento diretto del sistema produttivo locale nella realizzazione del Piano riescano a produrre molteplici effetti positivi sull’intero tessuto sociale calabresi. Siamo quindi felici di essere parte di integrante di un progetto di sviluppo strategico di tale portata: Sacal può contare su Unindustria Calabria». (rcz)

 

Un Cis per far volare la Calabria: Occhiuto porta a casa 215 milioni per i tre aeroporti della regione

È un investimento mai visto nella tormentata storia degli aeroporti calabresi, incapaci fino ad oggi a fare rete e crescere sul territorio: sono 215 i milioni di euro che arrivano dai Fondi di Coesione a finanziare uno specifico Contratto Interistituzionale di Sviluppo (Cis) destinato a rilanciare gli scali calabresi.

L’annuncio dell’importante investmento sarà dato direttamente dal Presidente Roberto Occhiuto questa mattina in Cittadella, unitamente con l’amministratore delegato della Sacal (la società di gestione degli aeroporti calabresi).

Il presidente Occhiuto porta a casa un importantissimo risultato, prima dell’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo.

«Oggi – ha detto il presidente Occhiuto – ho sottoscritto con la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, un Contratto interistituzionale di sviluppo per il rilancio degli aeroporti calabresi.

Grazie a questo importante accordo la Regione potrà stanziare 129 milioni e 875 mila euro, provenienti dal Fondo sviluppo e coesione, per diverse iniziative che interesseranno i tre scali di Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria.

A queste risorse vanno aggiunti i 25 milioni di euro già previsti nel bilancio dello Stato per l’aeroporto “Tito Minniti”, più ulteriori 60 milioni e 625 mila euro che saranno messi in campo da Sacal.

Un pacchetto da 215 milioni e 500 mila euro che ci permetterà nei prossimi anni di far crescere, proporzionalmente, tutti gli aeroporti della Calabria.

Ci candidiamo a diventare la maggiore meta turistica del Mezzogiorno».

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha espresso compiacimento per l’ottimo risultato conseguito dal Presidente Occhiuto con la ministra per il Sud Mara Carfagna. «L’attenzione della Regione sul sistema delle nostre infrastrutture fondamentali – ha detto Mancuso –, trova un’altra plastica dimostrazione di fattivo dinamismo, ottenendo più di 215 milioni di euro per il potenziamento dei tre scali aeroportuali. Il  Contratto interistituzionale di sviluppo per gli aeroporti di Lamezia, Reggio e Crotone, siglato dal presidente Occhiuto con la ministra per il Sud e Mara Carfagna, prevede fondi che sosteranno il diritto alla mobilità dei calabresi, daranno slancio agli scali aeroportuali e decisive prospettive di ulteriore sviluppo turistico a una delle più belle regioni d’Europa, che mette a disposizione dell’umanità un formidabile patrimonio di natura e cultura».

Sarà interessante capire come verranno ripartiti questi fondi e quale progettualità verrà messa in atto per finalizzare l’idea di rete tra gli scali calabresi fino ad oggi solamente vagheggiata ma mai messa in atto.

L’aeroporto dello Stretto attende ormai da tre anni di utilizzare i 25 milioni ottenuti dal cosiddetto emendamento Cannizzaro (ottenuto sul fil  di lana nella finanziaria dal deputato reggino) ed è passato a livelli di traffico pressoché inesistenti, grazie anche a una miope programmazione di voli a orari impossibili non sono per la provincia reggina ma anche per i passeggeri della dirimpettaia Messina, costretti a utilizzare lo scalo di Catania.

C’à da aggiungere che proprio nei giorni scorsi erano stati annunciati lavori infrastrutturali per l’aeroporto di Crotone per 33.875.000 euro che, peraltro, sta per essere inserito nel costituendo Piano degli Aeroporti Nazionali. Una boccata d’ossigeno per il Sant’Anna da troppo tempo relegato a scalo “estivo” per voli charter che servono i villaggi turistici dell’area dell’Alto Jonio.

Al contrario, Lamezia continua a crescere in traffico, pur mantenendo, disgraziatamente, l’aspetto di un aeroporto da terzo mondo. 

Il Cis siglato da Occhiuto con la Carfagna potrebbe finalmente consentire di valorizzare i due scali “dimenticati” (Reggio e Crotone) e migliorare la qualità dello scalo internazionale lametino, porta principale d’accesso per il turismo che sceglie la Calabria. (rrm)

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Gli aeroporti della Calabria hanno bisogno di un riposizionamento strategico

di EMILIO ERRIGO – Tutti credono e sono convinti, che il nuovo Management della Sacal SpA, possa fare i miracoli economici e logistici  che tutti attendono da molti anni per riattivare la piena funzionalità dell’Aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria.
Io voglio dare fiducia al Presidente della Regione  Calabria, già On. Deputato Roberto Occhiuto, alla Vice Presidente(Preside) Giusy Princi, al Presidente del Consiglio Regionale e Suoi Consiglieri e  al già Presidente del Consiglio Regionale On. Nicola Irto, sperando e augurandomi di cuore che si ricomponga al più presto, giuridicamente possibile,
l’Amministrazione Comunale e Metropolitana di Reggio Calabria.
L’assenza giudiziaria del caro Giovane “Sindaco sospeso”, di Reggio Calabria, Avv. Giuseppe Falcomatà,  si avverte  non bisogna negarlo e i Suoi elettori e la stragrande maggioranza dei  Cittadini non elettori, non sono affatto contenti  e pure tanto dispiaciuti.

“La Legge  è legge e va osservata da tutti  e fatta osservare nel rispetto dei principi e valori sanciti e affermati  dalla Costituzione della Repubblica Italiana”!

Gli Aeroporti della Calabria, a partire da quello di Reggio , hanno bisogno di un riposizionamento strategico in tutti i sensi.
L’attuale unico vecchio e obsoleto Terminal aeroportuale  Arrivi e Partenze,  del “Tito Minniti dello  Stretto” , allo stato non è assolutamente idoneo per soddisfare i reali  bisogni  logistici,  ne delle Compagnie Aeree, men che meno dei potenziali  oltre 600.000 utenti residenti,  ( in estate oltre due milioni  e mezzo compresi i turisti e  in transito ) dai novantasette Comuni della Città Metropolitana.
Coloro i quali decidessero  di fruire del trasporto aereo, da e verso Reggio Calabria, devono poter giungere in aeroporto nel piu breve tempo tecnicamente possibile, con tutti i sistemi di trasporto Intermodali, ferroviario, terrestre e marittimo.
Si rende necessario e urgente,  interconnettere il Lungomare  piu bello d’Italia, “Italo Falcomatà”, con una nuova e panoramica Strada alberata  litoranea,  la quale  realizzata in parallelo con l’esistente rete ferroviaria costiera della Calabria Jonica, dalla Stazione  Centrale Reggio Calabria, Stazione Omega, Stazione Aeroporto, Approdo Mezzi Navali Veloci.
L’Approdo Navale  è  situato in posizione strategica ideale,  adiacente le due piste di decollo e atterraggio dell’Aeroporto Tito Minniti, agevolerebbe e consentirebbe ai passeggeri di raggiungere via aerea da Reggio Calabria, gli Aeroporti delle principali Città nazionali ed europee, in una o due ore massimo.
Inoltre, si trova a poche centinaia di metri dalla Stazione Ferroviaria di San Gregorio, Zona Industriale e Mercatale della Città Metropolitana.
Una nuova Aerostazione  con almeno tre Terminal Arrivi/Partenze, con diversi “Gate aeroportuali” localizzati in posizione più centrale, rispetto all’Approdo Mezzi Navali Veloci e Stazione ferroviaria Aeroporti, sicuramente favorirebbe, tutti coloro e sono tanti, che da Messina, arrivano giornalmente  a Reggio per imbarcarsi in aereo.
Penso al vicinissimo “Porto Bolaro”, cosa sarà il progettato e in attesa di essere autorizzata la costruzione, Porto Turistico più grande del Mediterraneo.
Un Porto dedicato allo sviluppo  e accoglienza, della Nautica da Diporto stanziale e in transito, ideato, architettato e disegnato,  da noti  architetti e designer italiani e consulenze internazionali, considerato di ultima generazione,  dotato di ogni comfort marittimo  e  portuale costiero.

A latere un Hotel (a 6 stelle super top), con residence veramente da favola fronte mare, ampi spazi  liberi dedicati alla pratica di tutti gli sport e moderne discipline sportive, un centro Daving, attività di svago acquatiche e aerei. Il Manager  più lungimirante della Calabria, già  esperto e competente, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria, l’Architetto Pino Falduto, sprizza entusiasmo da tutti i pori, quando parla con render digitali e matita sempre in mano,  dei suoi progetti e delle mille  travolgenti idee per fare della Calabria la Regione più bella e attraente d’ Europa e non solo, ti trascina in un futuro degno da Oscar del Turismo Internazionale.

Lui si che ha le idee chiarissime per attrarre il turismo extra lusso e famigliare, fruendo di percorsi ambientali montani e rotte marittime, 365 giorni e notti l’anno da vivere, a Reggio Calabria e dintorni. I giovani tour operator, dovrebbero solo sapere attuare  le sue idee e  progetti culturali e turistici, seguendo le Vie della Storia ultra millenaria dell’archeologia grecanica, romana e quella lasciata ancora intatta,  dai tanti dominatori e conquistatori che si sono succeduti nei secoli scorsi in Calabria.

L’Approdo Aeroporto, per aliscafi e mezzi navali veloci, da completare e attrezzare con le previste opere marittime e costiere di accesso, costituisce la ciliegina sul Mare a poche miglia da Messina, Taormina, Catania, Siracusa e Isole Eolie.
I presupposti ci sono tutti, gli investitori veri pure, i politici nazionali regionali e metropolitani, parrebbero solidali e favorevoli, cosa si aspetta ancora per iniziare  l’iter amministrativo, per la realizzazione delle opere di riqualificazione  funzionali aeroportuali e riposizionamento marittimo strategico della Città Metropolitana di Reggio Calabria? (er)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, Docente universitario  di “Management delle Attività Portuali” e “Diritto Internazionale e del Mare”, e Consigliere Giuridico Economico -Finanziario Internazionale]

Uiltrasporti Calabria: Serve un adeguato rafforzamento del sistema degli aeroporti calabresi

La Uiltrasporti Calabria è intervenuta in merito alla questione degli aeroporti calabresi, sottolineando che «è necessario un adeguato rafforzamento del sistema , in particolare, interventi mirati sugli scali di Reggio di Calabria e Crotone attraverso una sinergia istituzionale capace di attrarre vettori e migliorare l’offerta».

«Contestualmente – continua la nota di Giuseppe RizzoBenedetto Cassala – si ritiene necessaria una riorganizzazione capace di recuperare, in termini occupazionali, i lavoratori stagionali e proseguire nei percorsi già avviati di trasformazione dei lavoratori da part time a full time. La Uiltrasporti, essendo l’organizzazione maggiormente rappresentativa nelle due società che gestiscono il sistema aereoportuale calabrese, ritiene che non sia la revoca della concessione lo strumento per risolvere i  suddetti problemi  sia perché non si  conoscerebbero gli effetti della stessa, e sia perché riteniamo non sia né una valutazione, nè una prerogativa del sindacato  a determinarne la revoca della concessione».

«Fermo restando – continua ancora la nota – che qualora né dovessero sussistere le motivazioni saranno gli organi competenti a doversi determinare in merito. Sicuramente, non è certamente la revoca della concessione a salvare le sorti del trasporto aereo  calabrese, ma bensì gli investimenti strutturali, necessari e mirati per rendere competitivi gli scali e non in competizione tra loro».

«Auspichiamo – conclude la nota – che considerata l’importanza dell’argomento sia trattato con l’onesta intellettuale che merita, senza strumentalizzazioni e con una grande sinergia istituzionale che consideri le difficoltà del momento e che si  apra un’interlocuzione seria, determinata e proficua anticipando i tempi della ripresa del trasporto aereo calabrese». (rrm)

REGALO DI NATALE: SACAL TORNA PUBBLICA
ORA SERVE FARE RETE CON GLI AEROPORTI

di SANTO STRATI – Regalo di Natale ai calabresi: la Sacal, società che ha in gestione i tre aeroporti regionali, torna pubblica, dopo il blitz che l’aveva fatta diventare un’azienda privata. Una buona notizia per i viaggiatori degli aeroporti calabresi, ma soprattutto un anelito di speranza per gli scali di Reggio e Crotone, fino a oggi trascuranti, dimenticati, destinati quasi inevitabilmente alla chiusura. 

Il Consiglio regionale, nell’ultima seduta dell’anno (la quarta, per l’esattezza dalle elezioni di settembre)  ha approvato la delibera che autorizza la Fincalabra, società in house della Regione, ad acquisire le quote che con estrema disinvoltura (da parte dei privati) e molta leggerezza e disattenzione (da parte pubblica) avevano trasformato la Sacal in una società a capitale privato. 

Un’operazione che lo stesso Presidente Occhiuto aveva “scoperto” allarmando l’Enac (l’ente erogatore delle concessioni degli aeroporti) portando la stessa a ventilare la pressoché certa revoca della licenza alla società lametina. 

Il ritorno al pubblico può significare molto, ma anche risolversi in una gattopardesca ammuina: cambiare tutto perché nulla cambi. Il problema principale da affrontare per Roberto Occhiuto riguarda, difatti, la necessità di avviare una vera e propria rivoluzione nella policy aziendale della Sacal con una governance che abbia un unico, irrinunciabile obiettivo: fare rete fra i tre aeroporti calabresi. Valorizzando ogni scalo, con una mutualità di intenti, per favorire crescita e sviluppo della mobilità aerea, a tutto favore dei cittadini calabresi che, con esclusione dello scalo lametino, hanno dovuto, in gran parte rinunciare a servirsi degli aeroporti di S. Anna (a Crotone) e dello Stretto (a Reggio).

Quest’ultimo è quello messo peggio e la cosa più incredibile e che, a distanza di tre anni dallo stanziamento “inaspettato” di 25 milioni dalla finanziaria 2019 (grazie a un accorto e abilissimo colpo di mano dell’on. reggino Francesco Cannizzaro), e l’aggiunta di altri tre milioni di fondi dalla coesione territoriale, ancora non sia stato piantato un chiodo per la ristrutturazione dello scalo. 

Ristrutturazione, peraltro, contestatissima – nonostante i grandi annunci e le slide illustrative presentate con grande enfasi nell’agosto 2019 – e criticata anche dal viceministro alla Mobilità e alle Infrastrutture Alessandro Morelli, oltre che dal Comitato per l’Aeroporto e privati imprenditori. Si tratta, a parere di chi se ne intende, di interventi inutili e di scarso rilievo, visto l’entità del finanziamento. Con la stessa somma – secondo un progetto presentato da una società privata che fa riferimento all’imprenditore reggino Pino Falduto (già assessore della primavera reggina con Italo Falcomatà) si può realizzare un aeroporto completamente nuovo, innovativo e funzionale, che faccia uso dello scalo ferroviario mai utilizzato e metta l’aerostazione al centro degli interessi del quadrante sud della città dello Stretto. E, non dimentichiamolo, riapra la funzionale attività con soluzioni di mobilità che vadano incontro alle esigenze di volo dei dirimpettai messinesi, ai quali farebbe comodo rinunciare a partire da Catania Fontanarossa e utilizzare lo scalo reggino.

È di qualche giorno fa l’imbarazzante episodio di un cane a zonzo lungo la pista dello scalo di Reggio che ha impedito il regolare atterraggio del volo da Milano. Se non fosse drammatica la situazione, si potrebbe anche indulgere al sorriso, ma la verità è che non con una rete da pollaio che si risolvono i problemi dell’Aeroporto dello Stretto, occorre finalizzare gli interventi perché lo scalo riprenda la sua piena operatività, con orari ragionevoli e prezzi ugualmente non criminali (perché il volo da Lamezia costa un terzo di quello da Reggio?) e, soprattutto mettere mano alla cosiddetta continuità territoriale che permetterebbe ai reggini (e probabilmente anche ai messinesi) di godere di tariffe agevolate, visto il disagio della regione rispetto al resto d’Italia. La continuità territoriale è applicata, con buon successo, in Sardegna e in Sicilia, con tariffazione per i residenti che agevola la mobilità e attenua le difficoltà di spostamento, ma – incredibilmente – nessuno provvede a mettere mano a un provvedimento che possa attuare questa facilitazione anche per la Calabria. 

Senza dimenticare che tuttora permangono limitazioni di volo sullo scalo reggino che non sarebbe difficile superare. Ne riparleremo.

Il Consiglio regionale ha votato l’acquisizione delle quote Sacal, ma non sono mancate aspre critiche da parte dei consiglieri della Lista De Magistris. Lo Schiavo è stato perentorio nel motivare il suo no: «Oggi, votando sull’autorizzazione a Fincalabra per l’acquisto delle quote private di Sacal, occorre porsi alcune domande preliminari: perché Sacal si trova in questa situazione? Qual è la via d’uscita considerato lo stato fortemente debitorio della società?»

Secondo Lo Schiavo «Fincalabra, da statuto, ha finalità diverse rispetto alla gestione di interessi strategici per la Regione ed ha, su di sé, la spada di Damocle del divieto di aiuti di Stato a soggetti di diritto privato. Si tratta, a mio avviso, di perplessità che non possono essere colmate dalla richiesta che oggi mira all’acquisizione delle quote private. Ma anche le quote pubbliche andrebbero razionalizzate meglio. La riorganizzazione del capitale deve viaggiare su un duplice orientamento, acquisto delle quote dei privati e regolamentazione della parte pubblica. I vari soci pubblici, presenti all’assemblea che ha sancito l’acquisizione della maggioranza del capitale sociale da parte del privato, non potevano non sapere che si stava aumentando a dismisura, addirittura dal 29 al 51 per cento, la quota del socio privato. Gli enti pubblici erano dunque presenti e consapevoli di quello a cui andavano incontro. Non basta quindi oggi dire “rimediamo agli errori riacquistando le quote private”, bisogna capire se Fincalabra è lo strumento giusto per farlo, sapere come si affronta il problema di un enorme debito accumulato, prevedere come si risolve il problema della governance, come si gestiscono i rapporti con tutti gli altri soci pubblici. Il mio voto è contrario – ha concluso Lo Schiavo – non tanto per l’intenzione di correggere una scelta politica sbagliata, quanto per i dubbi su come questo si realizzerà concretamente e su come si renderà la società sostenibile sul mercato».

Un interrogativo legittimo, ma il passo del ritorno al pubblico merita attenzione e non scoraggia l’ottimismo. Staremo a vedere le prossime mosse della “nuova” Sacal. (s)

Aeroporti, Occhiuto: Si valuta di acquistare quote Sacal tramite Fincalabra

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha reso noto che si sta valutando di acquistare le quote del socio privato di Sacal, Lamezia Sviluppo, tramite Fincalabra, «in modo da interrompere le procedure sanzionatorie avviate dall’Enac».

Il presidente Occhiuto, dopo un lavoro certosino, ha avuto la conferma, da parte di Lamezia Sviluppo, la disponibilità a cedere «alla mano pubblica – si legge in una lettera dell’amministratore unico – la totalità dei diritti di sottoscrizione dell’aumento di capitale, deliberato dall’Assemblea del 2 luglio 2021», il cui totale ammonta a 12 milioni di euro.

«Così, si potrà presto aprire una nuova stagione di rilancio per il trasporto aereo calabrese dopo il periodo buio del Covid, creando un volano di sviluppo per l’intera Regione» ha spiegato Occhiuto, ricordando che, tra i «primi dossier di cui mi sono occupato c’è stato quello della Sacal, perché gli aeroporti rappresentano un asset strategico per il turismo e per le attività produttive in generale, e la Regione deve garantirne la funzionalità e lo sviluppo».

«L’emergenza da affrontare – ha spiegato – è stata la procedura avviata dall’Enac, l’Ente che regola il trasporto aereo, dopo il passaggio della maggioranza delle quote della Sacal in mano ai privati. Una procedura che se non venisse fermata porterebbe al ritiro delle concessioni per la gestione degli scali di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, con conseguenze non prevedibili sulla funzionalità degli aeroporti e sui livelli occupazionali». (rcz)

 

 

PRIVATIZZAZIONE ‘SURRETTIZIA’ DI SACAL
GRANA NELLA SOCIETÀ DEGLI AEROPORTI

di SANTO STRATI – È un pasticciaccio brutto, questo della Sacal, una grana peraltro vanamente annunciata dai sindacati: una privatizzazione “surrettizia” rischia di causare la revoca della concessione della società di gestione dei tre aeroporti calabresi, con la nomina di un commissario e l’azzeramento totale dei programmi in essere.

Il caso l’ha rilanciato via social con un video il presidente Roberto Occhiuto al quale erano pervenute le fin troppo inascoltate lagnanze del sindacato. Nino Costantino segretario generale della Filt-Calabria, lo scorso 28 ottobre aveva ribadito la preoccupazione di un disegno, poco trasparente, di privatizzazione della Sacal. Privatizzazione che, allo scadere del 4 novembre data ultima per esercitare opzioni per le azioni inoptate dopo l’aumento di capitale, si è praticamente realizzata. Nonostante il carattere “pubblico” della stessa società che avrebbe richiesto diverse procedure con il coinvolgimento delle istituzioni coinvolte. Tant’è che, a quanto sembra, l’Enac avrebbe intenzione di avviare il procedimento per la revoca della concessione che non riguarda soltanto l’Aeroporto internazionale di Lamezia, ma anche gli scali di Crotone e Reggio. Due scali praticamente “dimenticati” e del tutto trascurati persino dal misterioso piano industriale della Sacal, negato anche alla specifica richiesta dei sindacati: «Accontentatevi di quello che vi diciamo» aveva risposto a Nino Costantino il presidente Sacal Giulio De Metrio, rifiutandosi di consegnare qualsiasi documento scritto o digitale. Un atteggiamento che la dice lunga sulla difficile gestione delle relazioni sindacali del vertice della società di gestione.

Il presidente Occhiuto, per conto suo, si è mostrato molto contrariato per tutta la vicenda, sottolineando che la Sacal controllata da privati è fuori legge: «Gli aeroporti sono troppo importanti per far fuori Regione». E ha spiegato in un video sui sociale il motivo della sua presa di posizione: «Tra le tante questioni delle quali mi sto occupando in questi giorni, ce n’è una particolarmente importante per i calabresi e per il futuro della Calabria: gli aeroporti della Regione.

«Sono gestiti da una società, Sacal, che aveva un capitale pubblico e privato, e la maggioranza era pubblica, così come indica la legge.

«Nelle scorse settimane – ha detto Occhiuto –, prima che io diventassi presidente, il privato ha messo in atto strane procedure per trasformare l’assetto proprietario ed avere così la maggioranza delle quote: la Regione oggi ha solo il 7%.

«Vedremo di chi saranno le responsabilità, sono convinto che le autorità di vigilanza si occuperanno – come è giusto – di questa vicenda, perché ciò che è stato fatto, secondo me, è contro la legge. 

«E gli aeroporti calabresi sono troppo importanti perché i soggetti pubblici non abbiano la possibilità di indicare quella che deve essere la missione e lo sviluppo di queste infrastrutture.

«I soggetti pubblici sono quelli che fanno ottenere, attraverso le loro partnership, le risorse alle società di gestione, e le società di gestione non possono comportarsi come se il pubblico fosse solo un datore di risorse. Il mio governo regionale vorrà andare a fondo di questa questione. Sono certo che lo faranno anche le autorità di controllo. 

«Gli aeroporti sono troppo importanti, e quello che succede nella loro gestione non può passare sopra la testa dei calabresi».

Merita particolare attenzione il termine che il Presidente Occhiuto ha usato “datore di risorse” per definire il pubblico com’è spesso inteso dal privato. Con le abituali conseguenze che se ci sono utili se ne avvantaggia il privato, se ci sono perdite le deve ripianare lo Stato (vedi Alitalia).

Col nuovo assetto societario, di fatto la famiglia Caruso di Lamezia detiene la maggioranza delle quote della società che gestisce (male) i tre scali calabresi e questo, lo dice Occhiuto, lo ribadiscono i sindacati, lo evidenzia l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) non è ammissibile. Eppure è successo.

Come è successo, tanto per restare in tema, che ci sono atteggiamenti e strategie da parte della Sacal nei confronti dei due “scali minori” di Crotone e Reggio che non trovano alcuna giustificazione. Cominciamo col dire che non si rilancia un aeroporto con orari impossibili per i passeggeri e tariffe transoceaniche (offrendo, in contropartita prezzi da low cost per i voli da e per Lamezia). Non si rilancia un aeroporto come quello di Crotone facendolo funzionare in modo irregolare e parziale. Tutte “manovre” – secondo il comune sentire – per favorire lo scalo lametino. Non è difficile immaginare l’obiettivo finale della Sacal a proposito degli scali di Reggio e Crotone: declassati a semplici punti di raccolta dei passeggeri destinati (a mezzo pullman) a Lamezia. Una bizzarria che farebbe risparmiare i costi di gestione degli scali e far emergere la necessità di non avere più personale dipendente nei due aeroporti.

Diciamo la verità: per lo scalo reggino ci sono precise responsabilità politiche che hanno permesso e favorito la crescita di Lamezia (che si presenta ancora oggi con un’aerostazione da terzo mondo dopo aver perso un grosso finanziamento europeo per assenza di progetti) e il progressivo abbandono dell’Aeroporto dello Stretto. 

Come fa Reggio Città metropolitana, con passeggeri che potrebbero venire dalla dirimpettaia Messina (altra metrocity) a non avere un aeroporto perfettamente funzionante e in grado di crescere e sviluppare intensi volumi di traffico aereo? Come si fa a pianificare e progettare iniziative di turismo in tutta l’area metropolitana dello Stretto quando gli orari dei voli sono fatti apposta per scoraggiare anche le cosiddette vacanze-week end nelle città d’arte? Reggio, con il suo Museo, i meravigliosi Bronzi, il suo splendido clima e le tante attrattive culturali, archeologiche e paesaggistiche potrebbe essere una meta costante per i week end di milanesi, torinesi e via discorrendo, che con un’adeguata offerta potrebbero essere incentivati a passare il fine settimana in riva allo Stretto. Ma per far questo ci vogliono i voli, ci vuole cervello e volontà politica di realizzare idee e progetti. Per non parlare poi dei famosi 25 milioni “pescati” abilmente dall’on. Cannizzzaro nella finanziaria 2019 a favore dello scalo reggino. Annunciati in pompa magna i progetti , dopo due anni e mezzo quasi, attendono ancora di essere messi a bando e appaltati. Progetti inutili per lavori inutili: con la stessa cifra si rifà l’aerostazione. (s)

Filt Cgil Calabria: Preoccupa situazione aeroporto di Reggio, chiesto incontro con Occhiuto

La Filt Cgil Calabria ha espresso preoccupazione per la situazione del sistema aeroportuale calabrese e, in particolare, dello scalo reggino, che è «grave e preoccupante». Per questo, ha chiesto un incontro con il neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e ha invitato la Città Metropolitana, il sindaco, la maggioranza e la minoranza a fare altrettanto.

Ciò, per fare fronte Comune per «salvare lo scalo reggino», che «sta diventando l’anello più debole» del sistema aeroportuale calabrese, e per ribadire che «la Sacal anche con l’ingresso nella compagine sociale della Città Metropolitana, rafforzi la presenza a Reggio, garantisca occupazione e modernizzi i servizi».

«La Sacal ha, di fatto – viene spiegato dalla Segreteria–  abbandonato la prospettiva di crescita di tutti e tre gli aeroporti della Calabria, sta diminuendo drasticamente i diritti delle persone che lavorano, ha già cominciato a esternalizzare pezzi importanti di servizi aeroportuali: si prepara a completare l’opera con una sciagurata iniziativa di privatizzazione».

«Lo scalo di Reggio sta diventando l’anello più debole di questa catena – ha concluso la Filt Cgil Calabria –. Non è più tempo di vuote dichiarazioni e di cahier de doléance». (rrc)

Uiltrasporti Calabria: Per rilancio aeroporti calabresi servono interventi più robusti

La Uiltrasporti Calabria, prendendo atto dell’azione intrapresa dal deputato Francesco Cannizzaro e dal neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha ricordato che «per il rilancio degli aeroporti calabresi servono interventi molto più robusti e soprattutto provvedimento legislativi di tipo strutturale».

Nei giorni scorsi, infatti, il sindacato aveva scritto al neo presidente della giunta regionale calabrese per avviare, con prontezza europea, un confronto serrato sul futuro di tutto il trasporto aereo calabrese.

«È strano – scrive il sindacato –che il presidente Occhiuto trovi il tempo per andare a Roma, ritornare con un risultato minimo, piuttosto che, su una questione delicatissima, fare quadrato con le parti sociali per provare ad indirizzare il governo nella direzione di mettere in campo una azione importante a favore degli aeroporti calabresi». 

«In questa delicata fase sociale ed economica, la Uiltrasporti Calabria – si legge in una nota – ha operato per difendere ogni singolo posto di lavoro e lo ha fatto senza illudere lavoratrici e i lavoratori con annunci spot, ma operando insieme ad essi per ottenere: dal Governo, la continuità territoriale peraltro già riconosciuta legislativamente per i territori di Reggio Calabria e Crotone rispettivamente nel 2002 e 2003, in ragione delle condizioni di particolare marginalità territoriale e depressione sociale ed economica della Calabria, e l’applicazione della clausola sociale come principale elemento a salvaguardia della occupazione e dall’Enac l’eliminazione di tutte le restrizioni che ne condizionano lo sviluppo e probabilmente un futuro incerto con il rischio di chiusura totale». 

«Queste sono solo alcune rivendicazioni, fatte in questi anni dalla Uiltrasporti – continua la nota – realmente preoccupata del sistema trasportisco calabrese».

«In conclusione – si legge ancora – una politica che si rispetti deve essere in grado di governare tutti i  processi  del sistema aeroportuale regionale, senza alcuna discriminazione tra i territori, bensì creando le sinergie necessarie affinché possano essere messe in atto le strategie del tanto auspicato trasporto integrato, rendendo facilmente accessibili le infrastrutture per lo sfruttamento dell’intero potenziale offerto».

«Per fare ciò – ha specificato la Uiltrasporti Calabria – è necessario intervenire su più livelli. Intanto, è determinante agire sui vertici di Sacal: la società di gestione che ad oggi non ha partorito un serio piano di sviluppo e rilancio degli aeroporti calabresi, agendo per sostituire un management inefficiente e impreparato a gestire una fase di delicato mutamento storico di questo asset determinante per il futuro della Calabria».

«In seconda battuta – viene spiegato – è necessario, tenuto conto degli effetti negativi che la pandemia da Coronavirus ha dispiegato sul settore trasportistico italiano, stimolare il Governo a mettere in campo delle risorse importanti per ridare slancio agli aeroporti calabresi, colmando così quel vuoto che nemmeno il Pnrr prevede di sanare».

«Ancora – si legge – alla deputazione calabrese chiediamo di esercitare un pressing costante sul Consiglio dei ministri e sul premier Draghi al fine di riaprire il confronto sul futuro di Ita e per chiudere la partita Alitalia senza caricare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori responsabili a loro estranee».

«Il piano di Ita, infatti, è inaccettabile – ha evidenziato il sindacato – riduce il personale, riduce la percorrenza, taglia le disponibilità di aeromobili ed esercita sul personale e sulla loro tenuta contrattuale inaccettabili limitazioni. Infine, per rimettere in sesto il settore aeroportuale calabrese è dirimente intervenire sulla continuità territoriale, investire su di essa nel rispetto di quelle norme che la prevedono e la regolano. E’ questo, infatti, l’unico strumento in grado di far uscire il territorio calabrese dalla marginalità economica, sociale e territoriale in cui è stato relegato in questi anni di mancati investimenti».

«Sono questi i nodi da sciogliere per liberare la Calabria ed aprirla al resto del Paese, all’Europa, al mondo – ha concluso la Uiltrasporti Calabria –. Il resto è aria fritta, è voler curare tutti questi mali con l’aspirina». (rrm)