Arcea ha erogato altri 44 milioni di euro a favore degli agricoltori calabresi

Sono 44 milioni di euro la somma di cui sono beneficiari 58 mila agricoltori calabresi, erogati da Arcea.

«La Regione – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – ce la sta mettendo tutta per offrire un supporto concreto e costante al settore agroalimentare e forestale. Non solo con l’immissione di liquidità, considerato che dal marzo del 2020 sono state erogate risorse pari ad oltre 387 milioni, ma anche con la massima semplificazione delle procedure ed alcune proroghe relative alla chiusura dei progetti finanziati dal Programma di sviluppo rurale. Il nostro obiettivo prioritario è quello di agevolare il più possibile gli imprenditori agricoli, sia con il sostegno economico sia con una burocrazia più snella e rapida e che tenga conto delle pesanti difficoltà e delle penalizzazioni dovute alla pandemia ed alla crisi».

Il ritmo dei pagamenti erogati da Arcea in collaborazione con il dipartimento Agricoltura e risorse agroalimentari non contempla pause o rallentamenti. Il decreto n. 11 di Domanda unica, infatti, è stato liquidato a circa tre settimane dal precedente, attraverso il quale erano state somministrate risorse pari a 7 milioni e mezzo in favore di oltre 3.600 beneficiari. La settimana scorsa, invece, erano stati ripartiti oltre 12 milioni di euro legati a misure del Psr. (rcz)

Agricoltura, Parentela (M5S): Stanziati per la Calabria ulteriori 1,4 milioni di euro

Il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ha reso noto che è stato sbloccato un ulteriore stanziamento pari a 92,7 milioni di euro superando la querelle relativa al riparto del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) per il periodo transitorio 2021-2022, rendendo la Calabria beneficiaria di altri 1,4 milioni di euro.

«Dall’impasse del mancato accordo tra le Regioni dello scorso autunno – ha spiegato – si giunge a una soluzione in grado di accontentare le singole richieste, garantendo a tutti le somme percepite in passato a fronte del nuovo riparto che applica per il 90% i cosiddetti criteri storici e per il 10% quelli nuovi per il 2021 e 70-30% per il 2022. Sono pienamente soddisfatto, assieme ai colleghi della commissione Agricoltura, per aver raggiunto un obiettivo per cui abbiamo sempre lavorato dietro le quinte e che riesce a sbloccare finalmente i fondi tanto attesi dalle imprese agricole».

«Agli oltre 3 miliardi di euro complessivi del Feasr -ha proseguito – si sommano così 40,2 milioni per la Campania, 26,5 milioni per la Sicilia, 19 milioni per l’Umbria, 5,6 milioni per la Basilicata e 1,4 per la Calabria. Si viene incontro alle richieste soprattutto delle Regioni del Sud Italia che, a fronte dei criteri stabiliti nella Conferenza delle Regioni nel 2014 e dell’accordo sul riparto del biennio 2021-2022, senza questa soluzione avrebbero visto perdere il relativo stanziamento».

«Alla soddisfazione di aver raggiunto questo risultato, dopo un lavoro di concerto con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali – ha concluso Parentela – si aggiunge l’invito agli assessori regionali a spendere in maniera rapida ed efficace queste somme così da evitare qualsiasi disimpegno e garantire concreto sostegno alle imprese agricole, che di certo non si nutrono di polemiche ma di risorse e fatti». (rp)

Dalla Regione più di 5 milioni per competitività del comparto agroalimentare

Sono più di 5 milioni di euro, la somma stanziata dalla Regione Calabria rendere il comparto agroalimentare regionale più competitivo: è stata pubblicata, infatti, la graduatoria definitiva dell’intervento 2.1.1, “Erogazione di Servizi di Consulenza” del Psr Calabria 2014/202, relativa all’annualità 2019.

Le domande ritenute ammissibili sono risultate essere 29, delle quali 19 immediatamente finanziabili, per un controvalore di oltre 5 milioni di euro. La dotazione finanziaria del bando, difatti, inizialmente stabilita in 4,5 milioni di euro a carico del Programma di sviluppo rurale della Calabria 2014/2020, è stata successivamente integrata con 515mila euro.

Il sostegno sarà erogato come contributo pubblico in conto capitale, in misura pari al 100%. L’importo massimo di contributo pubblico per singolo servizio di consulenza è pari a 1.500 euro. Per ciascun organismo erogatore del servizio di consulenza è fissato un contributo massimo pari a 500mila euro.

A beneficiare dell’intervento enti o organismi fornitori di servizi di consulenza regolarmente accreditati, che promuoveranno l’erogazione di servizi di consulenza in favore di agricoltori, silvicoltori e altri gestori del territorio, piccole e medie imprese insediate nelle aree rurali, attraverso l’impegno di tecnici e professionisti specializzati.

«La misura 2 del Psr – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – punta a rendere il comparto agroalimentare regionale più competitivo, attraverso il sostegno a processi di innovazione delle aziende, che potranno avvalersi di tecnici e di professionisti che le guidino verso una gestione più moderna, attenta all’ambiente, e allo stesso tempo più remunerativa». (rcz)

 

Parentela (M5S): In arrivo 31,1 milioni di euro per i pescatori italiani

Il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ha reso noto che «i pescatori italiani potranno, presto, presentare domanda per accedere ai 31,1 milioni di euro stanziati nella scorsa legge di Bilancio, grazie ad un emendamento del collega Filippo Gallinella, del Movimento 5 Stelle».

«Infatti, è si è conclusa la necessaria interlocuzione tra Inps e Ministero del Lavoro, sicché verrà presto emanata una disposizione per l’avvio della raccolta delle domande, che si concluderà a fine settembre» ha spiegato Parentela, componente della commissione Agricoltura, in merito alla misura di sostegno al reddito in favore dei lavoratori della pesca che abbiano subito una sospensione o una riduzione dell’attività lavorativa, o una riduzione del reddito, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Si tratta di un aiuto che potrà essere riconosciuto per una durata massima di 90 giorni, nel periodo tra il 1° gennaio 2021 e il prossimo 30 giugno.

«Mi auguro che accanto a questo sostegno per l’emergenza Covid – ha concluso Parentela – si aggiungano presto ammortizzatori sociali stabili e duraturi per i lavoratori della pesca. In tal senso c’è una proposta, che approderà nei prossimi giorni alla Camera, contenuta in un disegno di legge del collega 5 Stelle Giuseppe L’Abbate, che porta anche la mia firma, su cui sono al lavoro i ministri Patuanelli e Orlando. Nello specifico, si tratta di norme che concorrono a risolvere definitivamente la situazione previdenziale dei pescatori italiani». (rp)

Dalla Regione 7,5 milioni di euro per più di 3 mila agricoltori calabresi

Sono 3.602 gli agricoltori calabresi beneficiari della somma di 7,5 milioni di euro, stanziati dalla Regione Calabria.

Il pagamento del decreto in questione segue di qualche settimana il precedente, con il quale erano stati assegnati 2.253.902,70 euro a 977 beneficiari. In poco più di un anno, dunque, l’importo complessivo delle immissioni di liquidità nel settore agroalimentare e forestale regionale, tra Domanda unica e Psr, supera così la quota di 331 milioni di euro.

«Il lavoro degli uffici regionali – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – procede senza soste per garantire risorse finanziarie agli imprenditori agricoli e forestali e assicurare un supporto certo al settore primario, che più di altri sta scontando gli effetti della crisi dovuta all’emergenza sanitaria in corso ormai dagli inizi del 2020». (rcz)

Agricoltura, dalla Regione 1 milione di euro per investimenti non produttivi

Sono 1 milione di euro la somma stanziata dalla Regione Calabria per gli investimenti non produttivi in ambiente agricolo. Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di sostegno, le cui istanze dovranno essere presentate attraverso il portale Sian, entro il 30 luglio 2021.

«L’iniziativa – informa una nota dell’assessorato regionale all’Agricoltura – è relativa alla misura 4 del Programma di sviluppo rurale della Calabria 2014-2020, intervento 4.4.1, valido per l’annualità 2021».

«La dotazione finanziaria assegnata è pari a un milione di euro, salvo ulteriori risorse. L’intervento, coerente con le strategie dettate dalla Commissione europea e le linee di indirizzo indicate dallo strumento Next Generation – è specificato nella nota – è finalizzato a sostenere investimenti che non comportino un incremento diretto del reddito dell’impresa, ma che siano connessi all’adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali, compresa la conservazione della biodiversità delle specie e degli habitat o alla valorizzazione in termini di pubblica utilità delle zone Natura 2000 o di altri sistemi ad alto valore naturalistico».

«In particolare – è spiegato –, saranno finanziabili il ripristino e/o l’ampliamento di muretti a secco, terrazzamenti, gradonamenti, ciglionamenti; lunettamenti, con il duplice obiettivo di contribuire alla tutela ed alla salvaguardia del territorio e delle coltivazioni tradizionali terrazzate e di preservare la presenza di corridoi ecologici; investimenti su altri elementi tipici del paesaggio, quali abbeveratoi e fontane, sentieri per la transumanza; il ripristino e/o la creazione e/o l’ampliamento di corridoi ecologici (siepi, filari, fasce tampone, boschetti), con l’utilizzo di specie arbustive autoctone, ma non arbusti e alberi da frutto ai fini produttivi; la realizzazione di recinzioni in pali di castagno con rete metallica, per rendere compatibile l’attività agricola e di allevamento con la tutela della fauna selvatica; la creazione o il recupero di zone umide finalizzate alla conservazione della biodiversità; la realizzazione o il ripristino di opere per la regimazione delle acque superficiali in eccesso e di laghetti per la raccolta dei deflussi superficiali, al fine di mantenere e ripopolare habitat per specie animali e vegetali di interesse ecologico; le opere devono caratterizzarsi come realizzazione/adeguamento della connessione idraulica con fossi, scoline, collettori».

«Un bando di grande rilievo che – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – permetterà agli agricoltori, in forma singola o associata, e ai gestori privati di terreni agricoli, singoli o associati, di realizzare progetti volti alla salvaguardia e al miglioramento della biodiversità vegetale e faunistica, al ripristino e alla valorizzazione di specifiche caratteristiche tipiche del paesaggio agrario e rurale regionale, a fornire servizi ecosistemici, anche nell’ottica di aumentare l’attrattività turistica delle aree rurali calabresi». (rcz)

Dalla Regione 6 milioni di euro per trasformazione prodotti della pesca e dell’agricoltura

Sono 6 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione Calabria, per la trasformazione dei prodotti della pesca e dell’agricoltura.

Sono stati pubblicati, infatti, sul portale istituzionale www.regione.calabria.it, nella sezione dipartimento Agricoltura, due diversi bandi pubblici relativi al Fondo europeo per gli Affari marittimi e la Pesca.

«Entrambi gli avvisi – riporta una nota del dipartimento Agricoltura – aprono i termini per la presentazione delle domande di aiuto a valere sulla misura 5.69 “Trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura”, per un importo complessivo messo a bando di 6 milioni di euro».

Le scadenze dei termini per la presentazione delle domande di aiuto sono state fissate alle ore 14 del 21 giugno 2021, per le domande relative alla pesca costiera artigianale, e per le ore 14 del 30 giugno 2021, per tutte le altre istanze. Le domande dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica certificata fitosanitariopesca.agricoltura@pec.regione.calabria.it».

«Un primo bando – è specificato – è rivolto alla pesca costiera artigianale, ossia alle piccole imprese che svolgono attività di pesca artigianale con imbarcazioni al di sotto dei dodici metri di lunghezza. La dotazione finanziaria corrisponde a 2,5 milioni di euro e per i beneficiari è previsto un finanziamento pari all’80% dell’investimento, che non dovrà superare i 70mila euro. Il secondo bando, invece, con una dotazione di 3,5 milioni, è destinato alle imprese ittiche di trasformazione che non praticano pesca costiera. In questo caso, il finanziamento potrà coprire il 50% dell’investimento, che potrà arrivare fino a 500mila euro».

«Nel dettaglio – è scritto nella nota – sono ritenuti ammissibili a contributo interventi che contribuiscano a risparmiare energia o a ridurre l’impatto sull’ambiente; migliorino la sicurezza, l’igiene, la salute e le condizioni di lavoro; sostengano la trasformazione delle catture di pesce commerciale che non possono essere destinate al consumo umano; si riferiscano alla trasformazione dei sottoprodotti risultanti dalle attività di trasformazione principali o alla trasformazione di prodotti dell’acquacoltura biologica; portino a prodotti, processi e sistemi di gestione e di organizzazione nuovi o migliorati».

«Questi due bandi – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Gianluca Gallo – sono di fondamentale importanza in quanto offrono un aiuto concreto alle imprese ittiche calabresi che si occupano di trasformazione, al fine di migliorare la propria competitività, innovando sia le strutture che i processi di gestione e di produzione. La novità rispetto al passato è nella tipologia dei beneficiari, che ricomprende sia imprese grandi e strutturate, sia quelle più piccole. Realtà molto diffuse in Calabria, che sostengono tanti nuclei familiari e portano avanti tradizioni centenarie e che oggi più che mai, a causa della crisi dovuta alla pandemia, hanno bisogno di aiuto concreto». (rcz)

L’assessore Gallo: Per agricoltura i controlli avranno natura digitale

Per l’agricoltura, «i controlli avranno natura digitale» ha riferito l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, nel corso dell’incontro operativo tra Arcea e i Centri di Assistenza Agricola, dove sono stati definiti i nuovi modelli di relazioni e confronto.

Nel corso della riunione, a cura del commissario straordinario dell’Agenzia, Salvatore Siviglia, sono stati illustrati principi e obiettivi strategici sottesi alla nuova organizzazione dei controlli di secondo livello sulle attività delegate, alla luce di quanto richiesto dalla Commissione europea e dal Mipaaf allo scopo di rendere più efficiente il modello di gestione delle pratiche e, al tempo stesso, non gravare sull’operato degli sportelli territoriali dei Caa.

«Per conseguire questo risultato – ha spiegato Gallo – i controlli avranno natura digitale e, per quanto possibile, saranno effettuati da remoto, così da valorizzare il ruolo del Sistema informativo agricolo nazionale, quale collettore di documenti inerenti il fascicolo aziendale, utilizzando un sistema di condivisione documentale già sperimentato positivamente per alcune tipologie di verifiche in occasione della pandemia».

A questo, sottolinea Siviglia, si aggiungerà «una stagione di confronto e interlocuzione con i Caa, anche attraverso incontri tematici a cadenza bimestrale, al fine di consolidare il rapporto di collaborazione».

Quanto ai controlli di secondo livello, invece, Arcea ha assunto l’impegno di porre in essere, nel breve periodo, azioni finalizzate al completamento dei controlli connessi alla campagna 2019, all’estrazione del campione per i controlli connessi alla campagna 2020, alla richiesta ai Caa del graduale avvio del caricamento sul Sian dei documenti mancanti. (rcz)

FONDI UE, NUOVO SCIPPO ALLA CALABRIA
AGRICOLTURA RISCHIA DI PERDERE 30 MLN

La Calabria rischia di perdere 30 milioni di euro per l’agricoltura. È l’allarme lanciato dal consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro, in merito all’idea, da parte delle Regioni del Nord, di appropriarsi di parte dei fondi europei destinati allo sviluppo agricolo delle regioni meridionali.

Una manovra «che va contrastata con determinazione», sopratutto perché, se va in porto, la perdita complessiva per le Regioni meridionale sarebbe di 409 milioni di euro creando, così, un danno non solo per la Calabria, ma anche per il Sud, «e anche per tutta la filiera agroalimentare italiana» ha spiegato ancora Molinaro, che ha presentato una mozione al Consiglio regionale della Calabria «affinché si dia pieno sostegno alla Giunta Regionale nell’affermare il diritto ad ottenere che le risorse europee per le annualità 2021 e 2022 siano ripartite, applicando i criteri degli anni precedenti. Nella mozione ho evidenziato che la conferma dei criteri di riparto garantirebbe alla Calabria quanto gli spetta, e darebbe un contributo all’interesse complessivo della filiera agroalimentare italiana».

«In tutte le analisi ed in tutti i documenti strategici italiani degli ultimi anni – ha spiegato Molinaro – si afferma che lo sviluppo dell’agricoltura italiana può avvenire solo al Sud, per l’ampia disponibilità di territori con vocazione agricola e di risorse umane qualificate. Potenziare l’agricoltura nelle regioni meridionali costituisce una grande risorsa per l’Italia intera, e per l’affermazione del cibo 100% Made in Italy. Se tutto questo è vero, non si possono sottrarre risorse al Sud. Chi non lo comprende è completamente miope e non può trovare l’avallo del Governo. Per questi motivo,  va rafforzata la richiesta al Governo di confermare i criteri di ripartizione degli anni precedenti. Non si tratta solo di difendere gli interessi localistici del Sud, ma la volontà di contribuire all’affermazione del Sistema Italia fondato sul cibo di alta qualità, derivato da prodotti agricoli italiani».

Di mantenere il metodo storico di riparto per il Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale, ne ha anche parlato l’eurodeputata del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, sottolineando che «i criteri di ripartizione delle risorse Feasr devono colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali».

La proposta mediatrice del ministro Stefano Patuanelli, infatti, non può soddisfare le esigenze di regioni storicamente in condizioni di svantaggio strutturale ed economico come, appunto, la Calabria e altre regioni del Sud e non solo. Bisogna ricercare criteri non solo oggettivi, ma soprattutto idonei a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale, nel rispetto della logica del criterio storico seguita dalla Ue per ripartire il Fondo nel periodo 2021-2022».

«La proposta del ministro – ha spiegato la Ferrara – prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di questi nuovi criteri, definiti oggettivi e che comprendono ad esempio la produzione lorda vendibile, la superficie agricola utile, il numero di imprese, e il mantenimento del 70% dei parametri storici, e il ribaltamento delle percentuali nel 2022, con i criteri oggettivi a incidere per il 70% e i parametri storici per il restante 30%. L’adozione di questi nuovi criteri oggettivi non può avvenire senza un’analisi globale di tutte le risorse della Pac, senza un’adeguata rimodulazione, infatti si renderebbe ancora più ampio il divario tra regioni più sviluppate e meno sviluppate».

«Verrebbe meno, dunque – ha proseguito – l’obiettivo cardine dei fondi europei: sostenere e aiutare i territori economicamente più svantaggiati e non sottrarre risorse a vantaggio di Regioni che, storicamente, hanno standard soddisfacenti di produzione e commercializzazione».

E proprio in merito ai fondi europei per lo sviluppo rurale, gli assessori regionali di Calabria, Gianluca Gallo, Basilicata, Francesco Fanelli, Campania, Nicola Caputo, Puglia, Donato Pentassuglia, Sicilia, Toni Scilla e Umbria, Roberto Morroni hanno chiesto, al ministro Stefano Patuanelli nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama, a Roma, «un tavolo tecnico cui demandare la definizione della questione, entro 60 giorni, con l’individuazione di criteri coerenti allo spirito ed alle finalità del Psr. Se così sarà, noi ci saremo, forti della convinzione che anima la nostra battaglia». Quella di sempre: «Se cresce il Sud, cresce l’Italia».

Gli assessori, infatti, hanno richiamato alle proprie responsabilità Governo e Parlamento su una questione ritenuta essenziale: la ventilata revisione dei criteri di ripartizione, con lo stravolgimento dei parametri della storicità della spesa.

«Non siamo qui per alimentare guerre di campanile, o contrapposizioni tra schieramenti diversi», la precisazione del gruppo dei sei, composto da amministratori di varia estrazione in rappresentanza di Regioni diverse, che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr. Del resto, le nostre posizioni hanno trovato conforto, nelle ultime settimane, anche nelle prese di posizione del Mef e della Commissione Europea, a dimostrazione della bontà di una linea oggettivamente sostenibile e nel giusto».

Nel mirino, l’atteggiamento del Mipaaf: «Da mesi – hanno ribadito gli assessori all’Agricoltura delle sei Regioni – siamo impegnati a ricercare un punto di equilibrio per garantire il raggiungimento di un accordo equo. Abbiamo, però, sempre trovato porte chiuse, specie dopo la decisione del ministero dell’Agricoltura di ignorare persino le indicazioni della Commissione europea, per sostenere invece scelte che non tengono in alcun conto un’analisi globale della totalità dei fondi Pac – I e II pilastro – destinati ai territori, ignorando non solo le tematiche legate alla quota di confinanziamento, ma anche che il Regolamento Ue 2020/2220 ha prorogato per il 2021 ed il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilastro della Pac».

Nonostante ciò, hanno, tuttavia, sottolineato Fanelli, Gallo, Caputo, Pentassuglia, Scilla e Morroni, «con senso di responsabilità non ci sottraiamo al dialogo: ringraziamo i parlamentari che stanno sostenendo la nostra iniziativa e ribadiamo d’essere pronti ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023. Sia chiaro, però, che non accetteremo mai colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022: ciò si tradurrebbe in una penalizzazione mortificante per regioni già svantaggiate che, paradossalmente, sarebbero private proprio dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale, a tutto vantaggio di zone già di per sé meglio attrezzate». (rrm)

Al via confronto su Psr 2021-2022 e piano strategico nazionale 2023-2027 per l’agricoltura calabrese

Si è concluso il primo webinar dedicato alle strategie per la programmazione del Psr Calabria nel biennio 2021-2022 e degli obiettivi del Piano strategico nazionale 2023-2027, promosso dall’Autorità di Gestione del Programma di sviluppo rurale per l’agricoltura calabrese.

All’incontro erano presenti l’assessore all’Agricoltura e alle risorse agroalimentari, Gianluca Gallo, e l’Adg del Psr, Giacomo Giovinazzo. Con loro, in collegamento da remoto, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricole, degli ordini professionali e dei Gruppi di azione locale.

«L’agricoltura calabrese del futuro – ha esordito Gallo in apertura – dovrà basarsi necessariamente sulla settorializzazione del Psr, con l’emanazione di bandi destinati a investimenti sulle singole filiere, che siano snelli e garantiscano risposte rapide ed efficaci da parte della burocrazia regionale».

«Tra le filiere da valorizzare, ad oggi trascurate – ha spiegato ancora Gallo –, ci sono quelle della frutta a guscio, delle drupacee, della frutta tropicale, del fico, dell’apicoltura, così come i settori dell’agriturismo, delle vendite dirette, del risparmio idrico e dell’ingegneria naturalistica». In evidenza anche il ruolo dell’olivicoltura, per la quale Gallo ha annunciato «un bando specifico del Psr».

«Per investire su questi settori – ha precisato – sono necessarie le risorse della nuova programmazione biennale, insieme a quella della Next generation, che dovranno essere impegnate in bandi specifici ma anche nello scorrimento di graduatorie di bandi già in essere».

«L’assessore, a tal proposito – è scritto ancora –, ha aggiunto che le somme destinate agli investimenti non ancora iniziati alla data del 30 giugno verranno revocate per contribuire realmente allo sviluppo dei territori rurali calabresi, anche attraverso la modifica del “Pacchetto giovani”, per un reale ricambio generazionale e occupazionale».

Secondo Gallo, inoltre, «le parole chiave della prossima programmazione dovranno essere innovazione, formazione, cooperazione e promozione, da esplicitare nella redazione di un piano agricolo e di un piano forestale regionale, coinvolgendo l’Arsac e le università calabresi».

«Attraverso questi pilastri – ha sottolineato ancora – bisogna ricostruire l’immagine della Calabria. Bisogna puntare sui nostri marcatori identitari, come il biologico, sul quale dobbiamo continuare ad investire anche per aumentare le produzioni. I nostri prodotti dovranno avere una connotazione specifica ed essere caratterizzati dalla tracciabilità e dalla garanzia della sicurezza alimentare».

L’Adg Giovinazzo, inoltre, ha spiegato che «la Commissione europea ha disposto una proroga di due anni della durata dei Psr 2014/2020 e che il periodo di attuazione terminerà il 31 dicembre 2025».«Si tratta – ha continuato – di una programmazione atipica: per poter utilizzare i nuovi fondi bisognerà presentare una modifica del Psr corrente che inserisca le due annualità finanziarie aggiuntive. Tale modifica non è stata ancora presentata in quanto è in corso una discussione tra le Regioni in relazione alla divisione della quota comunitaria di cofinanziamento».

Secondo le direttive della Commissione europea, ha spiegato ancora l’Adg, «le risorse dovranno sostenere principalmente le misure legate alla tutela dell’ambiente, della biodiversità, del benessere degli animali e alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, obbligando gli Stati membri a dotarsi di schemi per il clima e l’ambiente (eco-schemi) che genereranno un pagamento annuale aggiuntivo per ettaro agli agricoltori impegnati a osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente. Il 5% del contributo Feasr del Psr, inoltre, sarà destinato allo sviluppo locale, ai servizi di base, alla crescita dell’occupazione, all’inclusione sociale».Il confronto su questi temi proseguirà nei prossimi giorni con nuovi incontri e appuntamenti. (rcz)