SVIMEZ, DOVE VANNO LA CALABRIA E IL SUD
CRESCITA DEBOLE E DIVARIO IN AUMENTO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Dove andrà la Calabria, se continua a registrare numeri bassi e negativi? La domanda sorge spontanea, leggendo i dati del report Dove vanno le regioni italiane della Svimez, in cui è emerso come il Pil della nostra regione, nel triennio 2023-2025, crescerà solo dello 0,40%, portando un esiguo contributo alla crescita del Sud.

All’incontro hanno partecipato Luca Bianchi, direttore generale della Svimez, Fedele De Novellis, partner Ref, Stefano Prezioso, vicedirettore Svimez, Alessandro Fontana, direttore del Centro Studi di Confindustria, Alessandra Faggian, docente di Economia applicata al Gran Sasso Science Institute.

Un dato, quello presentato dall’Associazione, che non si discosta troppo dalle previsioni provvisorie dell’Istat, che indicava a dicembre 2023 una variazione del Pil calabrese del 3,2%. Guardando il dato del Mezzogiorno, secondo le stime della Svimez, la Calabria in sostanza nel prossimo triennio raggiungerebbe la stessa cifra del Sud, ossia il 3,5.

Un dato preoccupante, considerando che la nostra regione ha tutte le carte in regola per essere motore di sviluppo del Mezzogiorno. Eppure, secondo le stime di Svimez, il tasso di crescita sarà solo dello 0,8%, seguito da Basilicata (0,7%) e Molise (0,5). Andando più nello specifico, la Calabria, per il prossimo triennio, contribuirà alla crescita cumulata del Pil dello 0,25% per le spese Pa, dello 0,04% per l’export, dello 0,37% con la spesa delle famiglie e dello 0,10% con gli investimenti.

Preoccupano, poi, i dati relativi sul valore aggiunto delle imprese strutturate, ossia multinazionali estere e italiane, gruppi domestici italiani, con i dati del 2020: è solo del 39,8% contro il 44,9% del Mezzogiorno e del 57,3% dell’Italia.

Anche per quanto riguarda gli addetti alle unità locali per mille abitanti, in Calabria se ne registrano solo 152,9 contro i 194,1 del Mezzogiorno e i 292,2 dell’Italia. Preoccupano, infine, i dati riguardanti il bilancio della popolazione residente: Quello complessivo è -149.056, quello migratorio -94.892 e quello naturale -54.164.

«Nel corso degli ultimi anni – si legge nel Rapporto – l’economia italiana, al pari delle altre economie europee, è stata sottoposta a una serie di shock straordinari – legati alla pandemia e alla crisi energetica – cui sono corrisposte reazioni altrettanto eccezionali delle politiche, sia quella fiscale che quella monetaria. Ciascun territorio ha risentito di tale instabilità in maniera diversa, a seconda del grado di esposizione a tali shock della propria struttura produttiva».

«D’altra parte, i differenziali di crescita fra le diverse macroaree sono stati nel complesso contenuti – viene spiegato – un risultato che in parte deriva dal fatto che alcuni shock hanno colpito settori presenti, pur in maniera non uniforme, sull’intero territorio nazionale, ma che può essere spiegato anche con le misure compensative adottate dalla politica di bilancio per sostenere le imprese e le famiglie che di volta in volta sono state colpite nelle varie fasi della crisi. In definitiva, nel corso degli ultimi anni, nonostante le difficoltà che hanno attraversato il sistema economico, le politiche hanno avuto successo nel prevenire un ulteriore allargamento dei divari territoriali».

«Dalla pandemia – continua il Rapporto – sono derivati effetti differenziati sui settori manifatturieri. Alcune filiere hanno subito conseguenze permanenti, penalizzando soprattutto le regioni dell’Italia centrale. Anche i settori dei servizi privati sono stati caratterizzati da una elevata instabilità, in particolare nelle attività assoggettate alle misure di distanziamento sociale, quindi nei settori degli alberghi e ristoranti e negli spettacoli. Tali andamenti sono stati condivisi dalle diverse regioni, ma hanno naturalmente avuto impatti maggiori nei territori a vocazione turistica che, dopo essere stati più penalizzati dalle chiusure imposte a seguito della pandemia, hanno poi registrato una fase di recupero più vivace».

«Le risorse del Superbonus sono state assorbite in misura maggiore dalle regioni del Centro-Nord. Gli effetti del ciclo degli investimenti in costruzioni sulla crescita sono stati però maggiori al Sud, dato il peso più elevato delle costruzioni sull’economia. Un altro aspetto significativo delle tendenze recenti, a sua volta legato al ciclo delle costruzioni, è rappresentato dalla crescita dell’occupazione, che è rimasta vivace, nonostante la decelerazione dell’economia. Tale andamento ha caratterizzato tutte le aree del Paese, ma è risultato più intenso nelle regioni del Mezzogiorno. I rincari dei prezzi osservati nel 2022 e nel 2023 hanno interessato con particolare intensità alcune componenti del paniere dei prezzi, come l’energia e l’alimentare, che incidono in misura maggiore sulle fasce di reddito inferiori. Una conseguenza è stata l’impatto maggiore degli aumenti dei prezzi sul potere d’acquisto delle famiglie del Mezzogiorno. Dalla fine dello scorso anno le tensioni inflazionistiche hanno iniziato a rientrare. Nel 2024-25 la riduzione dell’inflazione avrà effetti di segno opposto a quelli osservati nel corso del passato biennio, restituendo potere d’acquisto in misura maggiore alle famiglie delle fasce di reddito inferiori e ai territori più deboli del Paese».

La Svimez, poi, ha evidenziato come «la recente revisione del Pnrr ha ridimensionato gli investimenti pubblici e incrementato i contributi alle imprese; tuttavia, l’apporto delle risorse messe in campo resta significativo, specie nel Sud dove queste da sole contribuiscono per quasi due terzi alla spesa complessiva prevista in investimenti pubblici nel biennio 2024-2025. Molto dipenderà dalla capacità delle amministrazioni di portare a termine i programmi di spesa».

«Le prospettive sono caratterizzate da una fase di crescita molto debole – viene spiegato – in parte spiegata proprio dal percorso di normalizzazione delle politiche, monetarie e fiscali, che sta orientando le scelte dei Governi europei. Il 2023 è stato per l’economia italiana un anno di decelerazione, con una variazione del Pil modesta, prevista intorno allo 0,7 per cento che si declina, a scala territoriale, in uno 0,9 per cento nelle regioni settentrionali, dello 0,6 per cento nelle regioni del Centro, e allo 0,4 per cento nel Mezzogiorno. Le tendenze per il 2024-25 sono segnate ancora da ampi margini di incertezza».

«In questo contesto, il 2024 dovrebbe far registrare, sempre a scala nazionale – si legge ancora – una live contrazione rispetto all’anno precedente (+0,6%), seguita l’anno successivo da una modesta accelerazione (+1,1%). Eppure, questa crescita relativamente contenuta in buona parte dipende dall’implementazione del Pnrr, specie al Sud. Ci attendiamo che le tendenze delle principali ripartizioni territoriali mantengano dei differenziali fra le macroaree relativamente contenuti, come già osservato negli anni scorsi. Ad ogni modo, anche se la tendenza generale è una relativa vicinanza tra le varie circoscrizioni, questo non elemina alcune differenze strutturali andate consolidandosi nel corso del tempo».

«Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, al Nord, dovrebbero crescere di più, in particolare queste tre regioni quando riparte la domanda estera “giocano un’altra partita” rispetto al resto del Paese. Toscana e Lazio continuano ad allontanarsi da Umbria e Marche al Centro; anche il Sud al suo interno vede percorsi differenziati. Per certi versi, è qui che risiede la vera sfida del Pnrr: aggredire nei territori più in difficoltà da tempo quei nodi che ne ostacolano la crescita a saggi comparabili con le regioni più dinamiche. Interrompendo, così, la frammentazione dei percorsi di sviluppo regionali che si è consolidata da inizio millennio fino alla pandemia».

«Emerge, come è normale aspettarsi, una correlazione negativa piuttosto netta tra il tasso di crescita del Pil e l’indice di precarietà. Nelle regioni in cui la crescita è stata relativamente più intensa (i.e. Trentino Alto-Adige, Lombardia, Emilia-Romagna, ecc.) l’indice di precarietà assume valori più contenuti, e viceversa (come in Calabria, Sicilia, Sardegna). La bassa crescita, quindi, agisce anche sulla qualità dell’occupazione, oltre che sulla quantità di lavoro attivata. A sua volta, ciò dà luogo a un feed-back sulla crescita stessa. In regioni nelle quali la domanda interna ha assunto un’importanza preminente nell’orientare la congiuntura, come quelle meridionali e/o del Centro, una maggiore quota di occupazione precaria implica una capacità reddituale aggregata anch’essa relativamente minore. La spinta sulla domanda, in definitiva, ne risulta depotenziata».

la Svimez, poi, ha voluto porre l’attenzione sul fattore demografico, «che ha acquisito un peso crescente nell’orientare la performance dei singoli territori, specie se valutata con l’indicatore Pil pro capite precedentemente richiamato. Questo indice, infatti, oltre a risentire della minore/maggiore capacità di produrre reddito è influenzato, per l’appunto, dalle fluttuazioni della popolazione, in particolare quella in età lavorativa». (ams)

 

L’Associazione Calabresi in Europa a Bruxelles: Approvata programmazione 24-25

L’Associazione Calabriesi in Europa Bruxelles ha reso noto che, nel corso dell’Assemblea, svoltosi a Bruxelles, è stata approvata la programmazione 2024-2025 e l’avvio delle attività della sezione Young per i giovani studenti e laureati calabresi.

La riunione, presieduta dalla presidente Berenice Franca Vilardo, già v. Console di Bruxelles e Charleroi, ha visto la partecipazione dei membri del direttivo, dei soci iscritti e dei simpatizzanti della Calabria sempre più motivati e numerosi nell’offrire un contributo alla promozione della Calabria all’estero.

Dopo la relazione introduttiva della Presidente Vilardo e gli interventi del segretario tesoriere, dr. Carlo Maria Irlando, il coordinatore scientifico dell’Associazione prof. Peppino De Rose ha illustrato la nuova programmazione dell’associazione. L’Associazione, tra l’altro, continuerà ad essere ente ospitante del programma Erasmus dell’Università della Calabria, che ogni anno offre la possibilità a giovani calabresi di effettuare tirocini formativi in diversi settori, dalla progettazione europea al turismo ma anche attività di studio e ricerca per la stesura di tesi di Laurea. 

L’assemblea ha anche deliberato su proposta della Presidente l’investitura come V. Presidente dell’attuale coordinatore scientifico dell’associazione prof. Peppino De Rose, ed ha dato il via alle attività preparatorie per l’avvio della sezione giovani affidando il ruolo di delegata alla dott.ssa Daria Malavenda, laureata dell’Università della Calabria ed in assoluto la prima tirocinante Erasmus dell’Associazione con il compito anche di coadiuvare il coordinatore scientifico. 

L’associazione infatti rispondendo a varie sollecitazioni da parte dei giovani calabresi, in linea alla strategia dell’Ue per la gioventù, desidera che i giovani calabresi si impegnino ad esercitare il diritto alla cittadinanza europea, ad approfondire le tematiche sociali e culturali che possano contribuire allo sviluppo di nuove conoscenze e spirito europeista. L’Associazione infatti intende sostenere i giovani armonizzando le attività con una serie di eventi e incontri mirati. Alla riunione ha partecipato anche Benedetta Dentamaro, V. presidente del Comites Belgio insieme ad altri membri del direttivo.

L’Associazione “Calabresi in Europa Bruxelles fondata nel 2006 e registrata presso il Consolato d’Italia a Bruxelles e nell’Albo della Regione Calabria, è oramai attiva da anni per il desiderio della collettività calabrese che vive e lavora a Bruxelles, tra cui diplomatici calabresi, funzionari europei, medici, professionisti ed operatori di vari settori economici e sociali, di dar vita ad una serie di attività attraverso le quali far conoscere la Calabria al resto d’Europa, diventando il riferimento dei calabresi a Bruxelles e nel Belgio. 

L’Associazione promuove da anni la Calabria con eventi culturali, musicali, letterari, presentazione di giovani imprenditori, eventi internazionali nella capitale d’Europa in cui c’è la possibilità di interagire direttamente con tutti i Paesi europei e non solo. Un impegno che ha suscitato negli anni grande curiosità e interesse, che ha migliorato la reputazione della Calabria grazie ad una serie di eventi importanti organizzati dall’Associazione presso l’istituto Italiano di Cultura e l’Istituto del Commercio Estero Ice Agenzia, inducendo anche persone non calabresi ad acquistare case ed appartamenti in Calabria e perfino ad andare a celebrare dei matrimoni e diversi buyers internazionali nell’istaurare rapporti commerciali con aziende calabresi. (rrm)

Il mondo arbëresh calabrese ritorna in Albania per l’evento che celebra Giorgio Castriota Scanderbeg

Sabato 2 marzo, a Tirana, una delegazione di rappresentanza arbëreshë della Calabria, guidata in Albania dall’assessore alle Minoranze Linguistiche, Gianluca Gallo, e dal Commissario straordinario della Fondazione “Istituto Regionale per le Comunità Arbëreshe di Calabria”, Ernesto Madeo, sarà protagonista dell’evento che celebra la nobile storia dell’eroe Giorgio Castriota Scanderbeg.

Ai due eventi – a cui sono stati invitati dal presidente della Repubblica, gen. Bajram Begaj – oltre ai rappresentanti regionali, parteciperanno per la prima volta anche i Prefetti di Catanzaro, Cosenza e Crotone, fortemente voluti dal Presidente Begaj, dopo aver apprezzato il loro prezioso contributo in occasione del primo viaggio di conoscenza tenutosi in Calabria lo scorso mese di ottobre nelle tre province in cui si registra, peraltro, il maggior numero di realtà arbëreshë d’Italia.

A loro si affiancheranno come autorità i Presidenti delle Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone e i sindaci (o loro delegati) delle comunità di Caraffa di Catanzaro (CZ), Carfizzi (KR), Falconara Albanese (CS), Firmo (CS), Lamezia Terme (CZ), Lungro (CS), Maida (CZ), Marcedusa (CZ), Pallagorio (KR), San Basile (CS), San Cosmo Albanese (CS), San Demetrio Corone (CS), San Nicola dell’Alto (KR) e Santa Sofia d’Epiro (CS).

«Conosce un’altra importante tappa il percorso di rafforzamento dei legami storici, culturali e istituzionali tra l’Albania, la Calabria e la sua comunità arbëreshë: l’invito del Presidente Begaj ne rappresenta il simbolo evidente – ha dichiarato l’assessore alle Minoranze Linguistiche della Regione Calabria, on. Gianluca Gallo –. Esprimiamo gratitudine per questo nuovo passo, perché siamo convinti che esso possa rappresentare un’ulteriore opportunità da cogliere per rinsaldare le radici di una relazione antica, mai dissoltasi nei secoli, nonostante varie difficoltà, e che tocca a noi tutti, adesso, irrobustire e rilanciare, perché giunga intatta alle giovani generazioni».

Grazie al coordinamento organizzativo e logistico della Fondazione Arbëreshe di Calabria, per come espressamente richiesto dal Presidente Begaj, sono state invitate a partecipare all’evento tutte le altre comunità residenti nelle varie regioni d’Italia.

All’appello inoltrato dal Commissario Madeo hanno risposto con entusiasmo i Sindaci e le comunità di Casalvecchio di Puglia (Puglia), Maschito (Basilicata), Montecilfone (Molise), Palazzo Adriano (Sicilia), Piana degli Albanesi (Sicilia) e Ururi (Molise), dimostrando con la loro presenza che, seppure insediati in diversi territori del Centro-Sud, esiste una forte voglia di condivisione e di senso di unità e corrispondenza tra le diverse realtà arbëreshe, pronte al dialogo e alla costruzione di un percorso comune che rafforzi l’identità e la nobile storia del popolo arrivato circa 600 anni fa dal Paese delle Aquile.

«Con le sue attestazioni di fiducia e attenzione continuamente rivolti nei confronti della Fondazione – ha detto il Commissario straordinario Ernesto Madeo, alla guida dell’organismo regionale delle comunità arbëreshe – il presidente della Repubblica di Albania dimostra di essere un amico fraterno degli arbëreshe di Calabria e di tutte le comunità diffuse in regioni e luoghi del mondo che vedono nel nostro sangue sparso la forza dell’unità e della condivisione di una storia e di una nobiltà di sentimenti fraterni».

«Un percorso di costruzione di relazioni e conoscenza reciproca – ha concluso – reso possibile dalla visione del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e del lavoro di rinnovamento e rilancio dell’assessore Gianluca Gallo, con cui stiamo lavorando con sinergico entusiasmo e comune senso prospettico per il perseguimento dei fini statutari e istituzionali che la Fondazione ha la missione di perseguire». (rrm)

LA CALABRIA PUÒ ESSERE HUB LOGISTICO
CHIAVE PER IL SUD E PER IL MEDITERRANEO

di ERCOLE INCALZA – Sono apparse a dicembre tante notizie relative alla nascita di un polo logistico in Austria; in particolare nella Carinzia; una Regione che riveste un ruolo strategico in quanto attraversata da un asse che collega Vienna e Venezia; inoltre rappresenta l’ambito territoriale più meridionale dell’Austria ed è anche attraversata dal Corridoio delle Reti Ten – T Baltico Adriatico. Esistono poi una serie di progetti infrastrutturali che amplificano ulteriormente la dimensione strategica della intera Regione come la ferrovia di Koralm ed il porto interno di Furnitz.

Ricordo che la galleria di Koralm, completata ultimamene, è lunga 33 Km e quando l’intero asse ferroviario sarà completato collegherà in modo davvero veloce i capoluoghi delle provincie Graz e Klagenfurt. Inoltre una volta completata questa ferrovia i collegamenti tra l’Austria ed il Veneto potranno contare su un asse ferroviario veloce e l’intero Corridoio Baltico diventerà interessante e strategico quanto quello Helsinki – La Valletta; disporremo in realtà di una seconda spina dorsale che dal Mar Baltico raggiungerà oltre che Trieste tutti i porti dell’Adriatico fino a Bari e a Brindisi.

Ma leggendo un protocollo d’intesa firmato tra l’Italia e l’Austria scopriamo che si sono costruite le condizioni per la istituzione di un “Corridoio doganale ferroviario transfrontaliero” tra il porto di Trieste e l’interporto di Villach Sud/Furnitz. Grazie a tale Corridoio le merci in arrivo al porto di Trieste potranno essere caricati dalla nave sulla ferrovia in direzione Villach Sud/Furnitz senza dover espletare le procedure doganali ed il relativo stoccaggio intermedio. È inutile ricordare i vantaggi di un simile collegamento sia in termini di contenimento di tempi, sia in termini di consumi energetici, sia in termini di produzione di Co2.

Ho voluto dilungarmi su questo esempio, tra l’altro ritengo utile precisare che pochi giorni fa il Corridoio doganale è entrato in funzione, perché lo ritengo davvero un esempio concreto di intervento finalizzato a modificare sostanzialmente l’assetto sia di una vasta area austriaca, sia del nostro Nord Est e indirettamente, come dicevo prima, a trasformare un Corridoio, quello Baltico Adriatico, da interessante asse di collegamento a impianto logistico lineare in grado di amplificare al massimo i vantaggi sia delle realtà produttive ubicate lungo il Corridoio che del vasto mercato dell’area orientale della Unione Europea.

Ma chi legge questa mia nota non riesce a comprendere quale sia il collegamento con la Calabria, quale sia la motivazione che mi ha portato a questa lunga premessa e, soprattutto, cosa c’entra con la Calabria un progetto così avanzato di intelligenza logistica; in realtà la mia è solo una banale provocazione basata essenzialmente sulla delusione che provo ogni volta che analizzo una serie di condizioni privilegiate possedute da alcuni ambiti della Calabria e che da anni restano solo grandi potenzialità. Elenco di seguito tali riferimenti strategici:

Il porto di Gioia Tauro

È il primo porto italiano per traffico merci e il decimo porto in Europa. Si estende su una superficie di 620 ettari ed è una delle maggiori infrastrutture presenti nel Mar Mediterraneo

Il porto trae vantaggio dalla profondità naturale delle sue acque (fino a 18 m) e offre una banchina lunga 3,4 km. Le strutture comprendono ventidue gru di banchina in grado di raggiungere fino a ventitré file di container, i dipendenti sono oltre 1.300 e la struttura ha una capacità massima di quattro portacontainer ultra grandi. La portata del porto ha raggiunto i 3.467.772 di TEU (container lungo 20 piedi) e può raggiungere e superare la soglia dei 5 milioni di Teu.

Il distretto portuale ha una superficie di 440 ettari. L’ingresso del canale ha una larghezza di 300 m e si allarga in un bacino di evoluzione con un diametro di 750 m. Il porto canale si dispiega verso nord per oltre tre chilometri, con una larghezza che varia da 200 a 250 m. All’estremo nord del canale c’è un secondo bacino di evoluzione con un diametro di 500 m. Il porto ha 5.125 m di banchine.

Con l’arrivo di Gianluigi Aponte, armatore italiano, fondatore e proprietario della Mediterranean Shipping Company, cioè della prima compagnia di gestione di linee cargo a livello mondiale (220.000 dipendenti, 800 navi, circa 22,5 milioni di TEU movimentati all’anno) lo scalo è stato protagonista di un vigoroso piano di investimento, che ha interessato il rinnovo del parco macchine, operanti nel piazzale portuale. Tra gli altri mezzi, sono giunte a Gioia Tauro, direttamente dalla Cina, le tre gru a cavalletto, tra le più grandi al mondo, capaci di lavorare navi da 22 mila Teu.

L’aeroporto di Lamezia

L’aeroporto, realizzato negli anni ’70 dalla Cassa del Mezzogiorno dispone di un terminal merci, sempre attivo e in grado di effettuare movimentazione di merci varie. Inoltre, è dotato di un vasto magazzino per la temporanea custodia doganale, con doppi accessi air-side e land – side che agevolano le operazioni in ingresso e in uscita delle merci soggette alle procedure di custodia temporanea. Sono a buon punto inoltre i lavori per l’allestimento del Posto di Ispezione Frontaliera (Pif) che ha la finalità di sdoganamento diretto sullo scalo di prodotti di origine animale.

Importanti risultano anche le attività dei corrieri espressi, tenendo conto dello stretto rapporto di sinergia esistente con Aeroporti di Roma e in particolare con lo scalo di Roma-Ciampino, che risulta essere tutt’oggi la base operativa dell’Italia centrale per le principali compagnie di Express Couriers. Infine, la grande opportunità in termini di traffico è offerta principalmente dal potenziamento dell’intermodalità dell’aeroporto con il porto di Gioia Tauro, uno dei maggiori del Mediterraneo per questo tipo di movimentazioni.

Un asse ferroviario, quello lungo la tratta Salerno – Reggio Calabria

Un asse ferroviario ubicato sul Corridoio delle Reti Ten – T Helsinki – La Valletta che entro sette – otto anni potrebbe essere un asse con caratteristiche di alta velocità e che potrebbe rappresentare, senza dubbio, il progetto infrastrutturale dell’Italia meridionale tecnicamente, dopo il Ponte sullo Stretto, più importante e finanziariamente più rilevante. Questo nuovo intervento garantirà l’accesso al sistema ferroviario Av del Paese e renderà possibile l’accessoa diverse zone a elevata valenza territoriale quali il Cilento e il Vallo di Diano, la costa Jonica, l’alto e il basso Cosentino, l’area del Porto di Gioia Tauro e il Reggino, oltre che una velocizzazione dei collegamenti verso Potenza, verso la Sicilia, verso i territori della Calabria sul Mar Jonio e verso Cosenza. Allo stesso tempo, contribuirà in maniera significativa al potenziamento dell’itinerario merci Gioia Tauro-Paola-Bari

Un’asse autostradale quello tra Salerno – Reggio Calabria

Un asse, ubicato sul Corridoio Ten– T Helsinki – La Valletta, tra i migliori del Paese, che si estende per 432 Km. Il suo percorso si snoda in gran parte su territorio montano. Comprende 190 gallerie e 480 tra ponti e viadotti. Dei suoi 432 km, 125 km si percorrono in galleria e 97 km tra viadotti e ponti. 35 gallerie hanno una lunghezza che oltrepassa i 1000 metri e 70 ponti superano la lunghezza di 300 metri, Sarà la prima smart road italiana ed europea, cioè sarà dotata di un’infrastruttura wireless di ultima generazione, che metterà in collegamento autostrada, utente e veicolo tramite un’apposita app, la quale fornirà in tempo reale servizi di deviazione dei flussi di traffico nel caso di incidenti, suggerimenti di traiettorie alternative, interventi tempestivi in caso di emergenze.

La smart road è una “strada intelligente” sulla quale i veicoli possono comunicare e connettersi tra di loro L’investimento complessivo del programma Smart Road di Anas è di un miliardo di euro e verrà messo in atto in tre step. La prima fase, che sarà realizzata nei prossimi tre anni, prevede un investimento di circa 250 milioni di euro, anche grazie a contributi europei, e riguarderà alcuni dei più importanti nodi stradali del Paese, tra cui appunto la A2 Autostrada del Mediterraneo. I primi 100 km sono già stati cablati

Ebbene, questi quattro pilastri infrastrutturali già esistenti o disponibili entro un arco temporale certo, questo impianto logistico da qualche anno seguito con interesse da un grande imprenditore come Aponte, questa vasta realtà territoriale oggi guidata da un Presidente della Regione come Roberto Occhiuto convinto che la Calabria ha tutte le condizioni per diventare un Hub logistico chiave non solo del Mezzogiorno ma del “sistema Mediterraneo”, tutto questo fa scattare automaticamente un interrogativo: perché la Carinzia senza questa ricchezza strutturale ed infrastrutturale può permettersi il lusso di diventare uno degli Hub logistici più avanzati della Unione Europea?

Molti risponderanno precisando che le cause vanno ricercate nella ubicazione geografica della Carinzia, praticamente al centro dell’Europa, molti diranno che il porto di Gioia Tauro, a differenza del porto di Trieste, è solo un porto transhipment e quindi non c’è attività di manipolazione dei prodotti e di relativa distribuzione e commercializzazione, potrei continuare ad elencare tante motivazioni senza però raccontare quella che ritengo sia la più vera: noi stessi, sì noi meridionali, spesso non siamo coscienti di questa ricchezza infrastrutturale e, come emerso lo scorso anno nel primo Festival Euromediterraneo (Feuromed) a Napoli, inseguiamo una narrazione sbagliata delle nostre ricchezze e non siamo in grado di costruire un catalizzatore capace di trasformare queste potenzialità in ricchezze.

Nella prossima edizione del 2° Festival Euromediterraneo forse sarà opportuno ed utile avanzare proposte che rendano concreta e possibile la ricaduta di queste misurabili capacità, di questa sommatoria di occasioni perse sulla economia della Calabria, del Mezzogiorno e del Paese.

Forse è bene ricordarlo e ribadirlo: la Calabria non ha nulla di meno della Carinzia. (ei)

L’alta velocità, un’opportunità irrinunciabile di sviluppo

L’alta velocità è un fattore determinante per lo sviluppo della Calabria, ma serve che sia reale, competitiva e attrattiva. È su questo che si è incentrato il convegno L’alta velocità che serve alla Calabria e al Sud, svoltosi a Palazzo Alvaro di Reggio Calabria e organizzato dal movimento La Calabria che vogliamo guidato da Giuseppe Nucera.

E proprio Nucera, in apertura, ha ricordato come «l’alta velocità per noi meridionali è una priorità» e di quanto «siamo in forte ritardo rispetto al resto del Paese se consideriamo che da oltre 20 anni le aree del Centro-Nord sono collegate con i treni veloci. Cristo si è fermato a Eboli, ma con l’Alta Velocità possiamo dire che si è fermato invece a Salerno».

Un evento, moderato dal giornalista Paolo Bolano, che ha visto «tanti protagonisti di livello e un coro plurale di voci  – ha detto Nucera – perché ritengo importante allargare il dibattito e ascoltare da vicino le parti in causa, provenienti da diverse zone della Calabria».

Francesco Russo, ordinario trasporti dell’Università di Reggio Calabria, ha evidenziato come una vera alta velocità garantirebbe un aumento del Pil e non solo. 

«Con l’alta velocità per la Calabria ci sarebbe subito un incremento di occupazione e un incremento dello sviluppo sociale complessivo – ha evidenziato Russo – perché aumentando la possibilità di risorse si raddoppierebbe il Pil, l’incremento di Pil differenziale annuale sarebbe un risultato che non si può ottenere con nessun’altra opera infrastrutturale, la Calabria cambierebbe la sua storia».

«L’alta velocità in Sicilia – ha proseguito – è stata trasformata, non ci sarà un’alta velocità in Sicilia e di fatto questo tracciato per l’alta velocità in Calabria è un tracciato a zig zag che tutto è tranne che un’alta velocità».

La prospettiva siciliana è stata approfondita dal prof. Massimo Di Gangi, ordinario trasporti Università di Messina, che ha affrontato il tema dell’alta velocità anche in relazione alla rivoluzionaria opera del Ponte sullo Stretto, infrastruttura che legherebbe la regione siciliana non solo al resto d’Italia ma all’intera Europa.

Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria, ha puntato l’indice riguardo il reperimento delle risorse necessarie per realizzare l’alta velocità.

«Attualmente non ci sono, si parla di più di 10 miliardi  ha evidenziato – ma io intanto mi preoccuperei che il primo tracciato venga realizzato perché è stato messo in pista. Quello che è certo è che tutti i territori attraversati dall’Alta Velocità hanno una crescita del Pil», ha rimarcato Ferrara evidenziando l’importanza dell’Av per il futuro della Calabria.

Prezioso il contributo offerto da numerosi amministratori dell’alto cosentino, prime sentinelle di territori che chiedono di essere ascoltati sul tema dell’alta velocità: nel corso del convegno hanno preso parola, il video collegamento, Ernesto Magorno, sindaco di Diamante), Biagio Praino, vice sindaco di Tortora) e Giacomo Perrotta, sindaco di Scalea.

Giuseppe Maiolo, presidente del Collegio Ingegneri ferroviari di Calabria, ha evidenziato l’importanza di diminuire il numero di fermate.

«Dopo aver chiesto e ottenuto l’eliminazione del ramo cosentino che avrebbe soltanto allungato i tempi e creato diverse problematiche, adesso chiediamo la riduzione delle fermate per riuscire nell’obiettivo di avere una durata altamente competitiva, attorno alle 3 ore, per il tracciato Reggio Calabria-Roma. Serve la stessa filosofia – ha ribadito – utilizzata per la direttissima Roma-Firenze, senza fermate si possono effettuate interconnessioni per servire le altre città. I Frecciarossa e Frecciargento di oggi fanno troppe fermate, questo significa mancanza sinergia tra il trasporto Frecciarossa e le reti locali».

In chiusura di convegno, l’economista Matteo Olivieri ha messo in guardia rispetto ai paletti alzati dalla Corte dei Conti.

«Calabria e Sud hanno bisogno di collegamenti stabili ed efficienti – ha evidenziato – investimenti che però devono essere fatti bene. Il perimetro delineato dalla Corte dei Conti europea  ha messo in guardia rispetto al tipo di investimenti da effettuare. In Italia il costo per chilometro di Av è il doppio di Germania e Spagna, l’orografia della nostra nazione non aiuta. Solo una parte delle risorse destinate all’Av viene dal Pnrr, il resto sono fondi pubblici, per questo motivo serve prudenza e da economista non posso che sottoscrivere». (rrc)

 

LA LETTERA / Salvatore Tolomeo: Le tante anomalie in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo

di SALVATORE TOLOMEO – Caro Direttore, volendo rientrare in Calabria da Milano per soggiornarvi e sull’onda della speranza che con Occhiuto le sciagure sociali stavano migliorando, mi son portato dietro una prescrizione sanitaria per eseguire una ecografia al collo, con codice di esecuzione entro 6o giorni. Avendo letto su Calabria.Live della istituzione del Cup in Calabria voluto dal governatore tuttofare, giunto da qualche giorno in Calabria, ho chiamato il 0961.789789 per prenotare.

Dopo una attesa di 10 minuti, il gentile operatore ha fatto la ricerca come prescritto ma, costernato, mi comunicava che non per il 2024 non era possibile prenotare e che la prima data utile era il 21 luglio 2025.

Ironicamente ho reagito informandolo che a quella data potrei non esserci più data la mia età avanzata e che, da questa esperienza, nasceva in me la convinzione che effettivamente  tutto sta cambiando ma in peggio.

Facendo un paragone, ho compreso il motivo che causa la mancata elezione del direttivo e della vice presidenza della Consulta Emigrazione della Regione Calabria di competenza del governatore in violazione della legge 8 del 2018 che impone la nomina entro 30 giorni dall’insediamento del governatore eletto.

Ho compreso anche tante altre cose anomale di sperperi come la pista di pattinaggio alla stazione Centrale di Milano, il blackout sul progetto Terra dei Padri, lo stallo sul Turismo di Ritorno e così via.

Ecco perchè la popolazione giovanile in Calabria diminuisce anando ad arricchire l’economia del Nord Italia e all’Estero e chi si ammala emigra fuori Regione. Altro che Calabria Straordinaria.

Va bene solo per chi gode ottima salute oppure se appartenente al cerchio magico dei politici regionali padroni assoluti del destino dei calabresi.(st)

[Salvatore Tolomeo è presidente dell’Associazione Calabria Oltre Confine]

La Calabria e il Cilento insieme per il riscatto del territorio

di ENRICO TROTTAFinalmente parte una grande riscossa del Sud. Calabria e Cilento insieme promuovono il riscatto del territorio attraverso alcune brillanti iniziative, legate al turismo enogastronomico, culturale e sportivo.

 Il memorial di calcio dedicato ad un grande artista e musicista calabrese come Mino Reitano vedrà coinvolti vari Comuni della Calabria: Morano Calabro, Palmi, Riace (la Città dei Bronzi) Cariati e Fiumara (Città natale di Mino Reitano scomparso nel 2009) sono tra le prime municipalità di questa fantastica terra Calabra che hanno aderito con il proprio Patrocinio all’invito proveniente dal Cilento, in Campania.

 Per quanto attiene questa iniziativa il torneo si svolgerà tra Campora, Magliano Vetere, Giungano e Valle dell’Angelo, nel cuore del Parco del Cilento.

«Siamo davvero contenti – dice l’assessore Francesco Soave di Morano Calabro – che il Cilento abbia contribuito a valorizzare senza egoismi territoriali la nostra terra Calabra, ricca di valori e molto sensibile alla cooperazione».

Anche l’assessore di Palmi Giuseppe Magazzù ha con il suo sindaco, Giuseppe Ranuccio, abbracciato senza esitazione il progetto.

Il vice sindaco di Fiumara, Pasquale Repaci, con il suo sindaco, Michele Filocamo ha ritenuto di rispondere all’appello dell’Associazione “Sviluppo Cilento”, anche con l’intitolazione di una strada al grande artista Mino Reitano in uno dei Comuni cilentani per lasciare una traccia ed una memoria storica alle future generazioni.

Dunque Calabria e Cilento insieme per far ripartire queste terre ricche di tradizioni e valori, oltre i pregiudizi che a volte mortificano la nostra gente, i nostri territori del Sud Italia, fatto di gente onesta e laboriosa e politici bravi e buoni amministratori locali. (et)

Saccomanno (Lega): Grazie a Occhiuto la Calabria nel mondo

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha evidenziato come «grazie all’intuizione del Presidente Occhiuto è stata, ancora una volta, valorizzata la nostra regione e le sue enormi bellezze, oltre che le tradizioni, la storia e i beni archeologici».

«Poi, la scelta di Crotone – ha aggiunto – è stata veramente una grande illuminazione: la città e la provincia che si trovano in grande difficoltà hanno avuto un momento di gloria e di ritorni economici e di crescita. Un momento magico che, sicuramente, non si fermerà e che consentirà alla Calabria di essere presente nel panorama delle mete da scoprire. Questo, però, non è il risultato, ma la partenza di un nuovo percorso che deve, oltre all’immagine ed alle bellezze, offrire anche servizi e competenze. Ecco la necessità delle nuove infrastrutture, di una programmazione mirata, si un nuovo modo di fare politica: poche chiacchiere e tanto impegno e lavoro».

«Un impegno comune che deve vedere la politica unita e come una grande squadra – ha concluso – non basta il campione, ma necessitano anche i mediani che corrono, corrono e macinano chilometri per sostenere ed aiutare tutti i giocatori. Questa, forse, è la sfida più difficile, ma, certamente, vale la pena giocarla». (rcz)

Plastic free onus nel 2023 ha rimosso 63 tonnellate di rifiuti in Calabria

Un “bottino” di 779.076 chilogrammi di plastica e rifiuti rimossi da spiagge, parchi e aree pubbliche cittadine, frutto di ben 2.139 appuntamenti di pulizia ambientale organizzati in tutta Italia nel corso del 2023. È il risultato straordinario raggiunto dall’onda blu dei volontari di Plastic Free Onlus, l’organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica che può contare su più di mille referenti sul territorio nazionale. In Calabria, si sono tenute 128 giornate di raccolta con la rimozione di 62.904 chilogrammi di plastica e rifiuti.

A ciò si aggiungono le sensibilizzazioni soprattutto verso le nuove generazioni. Grazie a 1.029 incontri, di cui 41 in regione, tenuti durante l’anno negli istituti scolastici italiani, infatti, si è riusciti a raggiungere 89.116 studenti con interventi personalizzati per fasce d’età per illustrare l’importanza di amare il Pianeta non inquinando, di effettuare una corretta raccolta differenziata e di come scelte alternative alla plastica possano farci prevenire ulteriori disastri ambientali.

«Siamo orgogliosi dei traguardi ottenuti nel 2023 – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – In pochi anni di vita, la nostra organizzazione ha coinvolto oltre 250mila volontari, siglando 280 protocolli d’intesa con le Amministrazioni locali per intensificare le attività sul territorio e premiando 69 Comuni con il riconoscimento “Plastic Free”. In Calabria i protocolli d’intesa firmati sono 23 mentre i Comuni premiati quattro: Diamante, Tortora, Montepaone e Tropea. Ben 51 città, nel corso del 2023, hanno emanato ordinanze per vietare il rilascio deliberato in volo dei palloncini e delle lanterne. Con il prezioso supporto di aziende e di donazioni liberali – prosegue – abbiamo, inoltre, trasformato numerose scuole in luoghi plastic free attraverso l’installazione di depuratori d’acqua così da permettere ad ogni studente di riempire gratuitamente la propria borraccia, evitando l’acquisto di bottigliette di plastica. Abbiamo, poi, salvato da morte certa 37 tartarughe nel 2023, accompagnandone alla nascita 1.911, e siamo riusciti a sensibilizzare gli italiani su quanto sia determinante un impegno e un’attenzione costante oggi per permetterci di avere ancora un Pianeta domani. Invito tutti i cittadini armati di buona volontà – conclude De Gaetano (Plastic Free) – ad avvicinarsi alla nostra grande famiglia per rendere l’Italia ancor più bella e pulita nel 2024». (rcz)

Sposato (Cgil Calabria): Serve piano straordinario su lavoro, occupazione e misure a sostegno di famiglie

Serve un grande piano piano straordinario del lavoro, per l’occupazione giovanile e femminile ed occorrono misure a sostegno delle famiglie e lavoratori, con interventi selettivi nella spesa del fondi di coesione e del Pnrr». È quanto ha dichiarato Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, a seguito dell’incontro, avvenuto in Consiglio regionale, per discutere delle vertenze in Calabria.

Abramo Customer care, tirocinanti di inclusione sociale, consorzi di bonifica sono solo alcune delle criticità che sono state affrontate nel corso dell’incontro, in cui si è chiesto di apportare alcuni correttivi «e sospenderne altri che riguardavano i consorzi sulla legge omnibus, in attesa di fare i giusti passaggi nel rapporto con le parti sociali e nelle varie commissioni».

«Abbiamo apprezzato – ha spiegato Sposato – le aperture del Presidente della Giunta regionale sia sulla vertenza Abramo (si inoltrerà richiesta di incontro al ministro competente) sia su quella dei tirocinanti in inclusione sociale. Per entrambe le vertenze si faranno due incontri il 28 dicembre presso la cittadella regionale alla presenza anche dei parlamentari. Vogliamo ringraziare i gruppi regionali delle opposizioni in consiglio regionale per aver manifestato il sostegno a lavoratrici e lavoratori, incontrandoli, su invito del sindacato, sotto il consiglio regionale e i gruppi di maggioranza, che attraverso il Presidente di giunta e Consiglio hanno accolto la richiesta del sindacato di un ordine del giorno “unitario” ( che era stato originariamente presentato dal Pd) a sostegno della vertenza dei tirocinanti, votato poi all’unanimità».

«L’unitarietà sui temi del lavoro sono fondamentali e ieri (venerdì 22 dicembre ndr) la Calabria, su questo, ha dato un segnale importante che vogliamo sottolineare», ha aggiunto Sposato, ribadendo la necessità «non di contributi a pioggia, ma progetti mirati alla sostenibilità e capacità di promuovere sviluppo ed occupazione di qualità. Serve in Calabria un intervento sulla leva fiscale con la riduzione delle addizionali irpef regionali che sono tra le più alte d’Italia».

«Manterremo il livello del confronto ed, ove fosse necessario – ha concluso – in assenza delle giuste soluzioni, quello della mobilitazione. Con determinazione, come sempre». (rcz)