È nato il Comitato Regionale “La Via Maestra”

Si è costituito a Catanzaro, nella sede della Cgil, il Comitato regionale La Via Maestra, composta dalla Cgil Calabria e da Arci, Acli, Anpi, Collettivo Valarioti, Cdc, Associazione Controcorrente, Emergency, Legambiente, Libera, Associazione G.Dossetti.

Coordinato da Luigi De Nardo, il Comitato riunisce la Cgil e le Associazioni e punta a lavorare sui temi del lavoro  dell’ambiente e della giusta transizione con una particolare attenzione alla torsione democratica del Paese, all’Autonomia Differenziata e al progetto di elezione diretta del capo del Governo con la garanzia di una maggioranza parlamentare di sostegno – che implicherebbe un completo depotenziamento del Parlamento, del ruolo del presidente della Repubblica, del sistema di bilanciamento dei poteri e della funzione di controllo degli organi di garanzia previsti in Costituzione a tutela della democrazia –  e al più generale disegno autoritario che la riforma suggellerebbe.

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, ha evidenziato come la nascita del Comitato sia «una bella pagina di coesione e unione del mondo associativo per la Calabria».

Anche a Catanzaro è nato il Comitato territoriale La Via Maestra composto da associazioni che hanno l’intento diffondere e approfondire, in maniera sinergica, i temi della manifestazione nazionale “La via Maestra” dello scorso 7 ottobre a Roma.

La riunione costitutiva, avvenuta nei giorni scorsi nella sede della Camera del Lavoro di Catanzaro, ha visto la presenza delle seguenti associazioni, con i rispettivi presidenti o referenti: Cgil Area Vasta, con il segretario generale, Enzo Scalese, il Comitato provinciale Anpi Catanzaro, Mario Vallone, Arci, Diana Costanzo e Doriana Righini, Auser, Carlo Bonifati, Libera, Elvira Iaccino, Acli, Salvatore Conforto, Federconsumatori, Franco Arena, WWF Catanzaro, Valentina Mazza, Emergency, Mauro Destefano.

Queste associazioni saranno le protagoniste di un percorso porterà al coinvolgimento e alla mobilitazione delle cittadine e dei cittadini in difesa della Costituzione, contro l’autonomia differenziata, la precarietà e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare, attraverso una continua attività di informazione e formazione sulle riforme e sulle gravi implicazioni in esse contenute per la democrazia e le condizioni materiali delle persone.

«Minacciata dai provvedimenti legislativi in itinere che vogliono l’attuazione dell’autonomia differenziata e l’istituzione del premierato, infatti, la nostra Costituzione, che afferma i principi fondamentali del nostro Paese, sancisce le norme dell’ordinamento dello Stato e regola il funzionamento della vita sociale, è sotto attacco per tanti motivi – si legge in una nota del Comitato territoriale di Catanzaro –. La nascita del Comitato territoriale di Catanzaro è finalizzata, come nelle altre realtà locali, all’individuazione di un percorso che proseguirà, per aprirsi ad altri soggetti che hanno a cuore la costruzione di un fronte comune per dare risposte alle troppe persone impaurite e frustrate».

«Uguaglianza, solidarietà, accoglienza e partecipazione – viene ribadito – sono i capisaldi su cui fondare un nuovo modello sociale, che si realizza solo attraverso l’attuazione piena della nostra Costituzione».

Anche a Vibo Valentia è nato il Comitato territoriale La Via Maestra, con l’obiettivo di difendere e valorizzare la Costituzione italiana, riaffermando il principio del regionalismo solidale e la centralità del Parlamento. Si tratta di contrastare il tentativo di sottrarre poteri al Parlamento a favore di alcune regioni, con gravi conseguenze per l’intero Paese e soprattutto per il Mezzogiorno.

La riunione costitutiva ha registrato la presenza delle seguenti associazioni, con i rispettivi presidenti o referenti: Cgil Enzo Scalese; Anpi, Carmine  Armellino, Arci, Antonello Monteleone; Auser, Maria Barbieri, Federconsumatori, Fabio Brandi, Libera, Maria Jole Conochiella, Wwf, Angelo Calzone, Agria Rete di Agricoltura Bilogica Civica Vibonese, Maurizio Agostino, Arci Caccia e Pesca, Domenico Pitimale, Vibo Resistenti, Marcella Morabito, Osservatorio Citta Attiva Vibo Valentia, Daniela Primerano; Banco Alimentare Antonio Murone, Cdc Coordinamento Democrazia Costituzionale Vibo, Antonio Agostino, Sunia, Fabio Brandi.

Il Comitato, infatti, si propone di informare e formare sulle riforme in corso e sulle implicazioni che queste hanno per la democrazia e il benessere delle persone. Si focalizzerà sull’importanza di riappropriarsi dei Livelli Essenziali di Prestazione (Lep), garantendo a tutti i cittadini italiani gli stessi diritti e opportunità nei settori cruciali come sanità, istruzione, trasporti, ambiente e servizi amministrativi.

«La Calabria non ha bisogno di differenziarsi – si legge in una nota – ma di armonizzarsi con le altre regioni per garantire servizi primari adeguati. La proposta di autonomia differenziata mina l’unità nazionale e rischia di accentuare ulteriormente gli squilibri tra Nord e Sud, abbandonando le regioni meridionali ai propri problemi. Il Comitato Territoriale “La Via Maestra” si impegna a coinvolgere e mobilitare lavoratori, pensionati, cittadini e cittadine per difendere i diritti sanciti dalla Costituzione e rendere concretamente esigibili in tutto il territorio nazionale. Tra i temi prioritari ci sono il diritto al lavoro stabile, salari e pensioni dignitose, diritto alla salute, all’istruzione, contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, giustizia sociale, tutela dell’ambiente e pace».

«La Cgil Area Vasta – si legge in una nota – ha già avviato una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e assemblee pubbliche aperte a tutti, iscritti e non iscritti, per coinvolgere attivamente la cittadinanza nella costruzione di un nuovo modello sociale basato sull’uguaglianza, la solidarietà e la partecipazione. Il Comitato Territoriale “La Via Maestra” invita tutti coloro che condividono questi valori a unirsi a noi in questa importante battaglia per difendere i diritti e il futuro del Paese». (rcz)

Il 4 marzo a Lamezia l’iniziativa “Quale sviluppo per il Mezzogiorno e la Calabria” col segretario Cgil Landini

Si intitola Quale sviluppo per il Mezzogiorno e la Calabria. Lavoro-Istruzione-Sanità-Ambiente-Infrastrutture l’incontro in programma il 4 marzo, alle 10.30, al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme e che vedrà la partecipazione del segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.

Un momento di confronto su temi nevralgici per il Paese, ma ancora di più per il Sud, specie ora che si fa sempre più concreto il pericolo dell’approvazione dell’autonomia differenziata che andrebbe a infierire drammaticamente su un Meridione già indietro rispetto al resto d’Italia.

Dopo i saluti del segretario generale Cgil Area Vasta Enzo Scalese, introdurrà i lavori il segretario Generale Cgil Calabria, Angelo Sposato. Seguirà il confronto cui prenderanno parte il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il direttore generale Svimez Luca Bianchi, il presidente Unindustria Calabria Aldo Ferrara, il sindaco di Siderno Maria Teresa Fragomeni.

A concludere il segretario Generale della Cgil Maurizio Landini, parlerà ai lavoratori e alle lavoratrici, ai quadri e ai delegati della Cgil. Modererà i lavori Riccardo Giacoia, caporedattore TgR Calabria. A seguire, si terrà l’Assemblea generale della Cgil Calabria al Grand Hotel Lamezia. (rcz)

Catanzaro e Vibo si mobilitano per dire dire basta alla guerra in Palestina e Ucraina

Promossa dalle coalizioni di Europe for Peace ed AssisiPaceGiusta e sostenuta dalla Cgil, si è tenuta nelle piazze di Catanzaro e Vibo Valentia una manifestazione per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina (a due anni dall’inizio del conflitto), e in Palestina.

A Catanzaro, appuntamento era in prossimità di piazza Prefettura, alla presenza di delegazioni di Arci, Anpi, Libera Asd Calabriando e Partito democratico. Area Vasta presente anche alla manifestazione di Vibo Valentia.

«Vogliamo ribadire con forza il nostro rifiuto delle guerre e chiedere un’immediata azione politica, promuovere la pace e il rispetto dei diritti umani. Ma non solo – ha spiegato il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Enzo Scalese – Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con le vittime dei conflitti in corso, per richiedere il cessate il fuoco immediato in Palestina e in Ucraina e per sostenere le misure concrete volte a promuovere la pace e la cooperazione internazionale. Ma anche per difendere il diritto a manifestare messo seriamente in discussione da episodi gravissimi come quello di Pisa dove la polizia ha cercato di mettere a tacere la richiesta di pace in Palestina di decine di studenti, usando la forza. Ha ragione il presidente della Repubblica, Mattarella: i manganelli contro i ragazzi esprimono un fallimento. La violenza non è mai né una risposta né una giustificazione alle criticità».

«Mentre centinaia di piazze in tutta Italia si mobilitano per la pace, siamo qui a Catanzaro per unirci a questo coro unanime. Due sono gli obiettivi immediati che ci prefiggiamo: un cessate il fuoco immediato in Ucraina. L’avvio di un dialogo avanzato per una pace duratura nel mondo – ha spiegato il presidente del Comitato provinciale dell’Anpi, Mario Vallone -. La ricorrenza del secondo anno di guerra in Ucraina, aggravata dalla drammatica escalation in corso a Gaza e in Israele, rende ancora più urgente un impegno comune per la cessazione delle ostilità. Basta con le bombe, basta con le armi, è giunto il momento di mettere fine a questo orrore che sta massacrando civili innocenti, in particolare donne e bambini. La pace è l’unica vera vittoria».

«In questo momento, più che mai, è fondamentale chiedere un cessate il fuoco perché prima di parlare di pace dobbiamo fermare ciò che sta accadendo in Palestina. Israele deve interrompere le sue azioni e noi dobbiamo essere uniti nel chiedere un cessate il fuoco – ha aggiunto la referente di Libera Catanzaro, Elvira Iaccino -. Inoltre, vogliamo sottolineare l’importanza di una pace duratura: ciò che auspichiamo da sempre è un futuro in cui lo stato palestinese possa essere autonomo, dove Israele riconosca la sovranità dei territori occupati e dove il popolo palestinese possa godere della libertà». (rcz)

CROTONE – Un anno dopo Cutro, l’iniziativa “Noi non dimentichiamo”

Si intitola Noi non dimentichiamo l’iniziativa in programma per mercoledì 21 febbraio, alla Lega Navale di Crotone e organizzata da Cgil Calabria e Cgil Area Vasta, insieme a l’Arci, La Cooperativa Agorà Kroton, l’Anpi, la Cooperativa Sociale Baobab, la Cooperativa Sociale Kroton Community, la Prociv Arci Isola di Capo Rizzuto, e la Cooperativa Sociale Orizzonti Nuovi.

All’iniziativa, che inizierà alle 15, saranno presenti oltre alla Segretaria Logiacco, la Segretaria Nazionale Cgil, Maria Grazia Gabrielli, Sara Palazzoli, Inca nazionale, Filippo Sestito, Arci Crotone aps; Alidad Shiri, rappresentante dei familiari delle vittime, monsignor Francesco Savino, vice presidente Cei per l’Italia meridionale, Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, Filippo Miraglia, Arci nazionale, Vincenzo Voce, sindaco di Crotone. A moderare l’incontro il giornalista Salvatore Audia, direttore di Esperia Tv.

Nella seconda parte saranno presenti ed interverranno Gaetano Rossi, Prociv Arci Isola Capo Rizzuto, Giusy Acri, Anpi, Richard Braude, Arci porco rosso Palermo, don Rosario Morrone, direttore ufficio diocesano per la catechesi, Vincenzo Montalcini, giornalista. Modererà Fabio Raganello, cooperativa Agorà Kroton.

«Lo scopo – viene spiegato in una nota – è non solo quello di ricordare ed esprimere nuovamente cordoglio per le quasi cento vite perse in mare, tra i quali numerosi bambini, ma anche quello, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, di riflettere e denunciare».

«Il decreto Cutro non ha risolto il problema degli sbarchi e non ha migliorato le condizioni e le prospettive dei migranti – ha dichiarato Celeste Logiacco, segretaria Cgil Calabria con delega all’Immigrazione – anzi, le ha ulteriormente peggiorate. Ecco perché riteniamo non sia più rinviabile promuovere soluzioni e politiche di immigrazione e accoglienza diverse da quelle attuali. Accoglienza che la nostra Calabria continua a praticare ma che crediamo possa essere fatta in maniera diversa».

«Indispensabile, in tal senso – ha aggiunto – partire dalle opportunità dell’immigrazione per la nostra terra, dal ripopolamento delle zone interne destinate allo spopolamento, alla mancata chiusura delle scuole, fino alla riscoperta degli antichi mestieri». (rkr)

CHIUDERE LA “STORIA INFINITA” DELLA 106
BISOGNA COMPLETARLA E AMMODERNARLA

di ANGELO SPOSATO, TONINO RUSSO E SANTO BIONDO – Uno dei nodi che blocca lo sviluppo in Calabria è costituito dall’insufficienza delle infrastrutture materiali di cui la strada statale 106 è un esempio eclatante.
Occorre, dunque un’urgente, modernizzazione ed è proprio per questo che rimane il punto fondamentale della nostra vertenza Calabria ed il motivo per cui ci mobilitiamo.
Abbiamo assistito al commissariamento della stessa nella speranza, vana, che potesse servire ad accelerare i tempi.
Abbiamo assistito all’interesse senza alcun dubbio determinante da parte del presidente Occhiuto nel volere inserire tale infrastruttura nell’allegato infrastrutturale al DEF che ha portato ad ottenere nella legge di Bilancio del 2022 un finanziamento di 3 miliardi con il quale sono state finanziate le due tratte Catanzaro Crotone e Sibari Rossano, più un importo pari a 500 milioni che arriva in parte dal fondo di coesione regionale e in parte da quello nazionale.
Sulla gazzetta ufficiale del 29.12.22 è stata pubblicata la legge n.197 nella quale all’ art.1 comma 511 si è disposto il finanziamento di cui sopra con stanziamenti previsti tra il 2023 ed il 2037. Le tratte prioritarie individuate dal commissario sono state la Catanzaro Crotone e la Sibari-Rossano vista anche la presenza di risorse destinate alle opere.
È necessario accelerare rispetto ai tempi di realizzazione dell’opere, per aprire i cantieri fondamentali per garantire il diritto alla mobilità e aprire importanti opportunità occupazionali
Da quanto emerso nell’ultimo incontro con Anas le tempistiche previsti per il finanziamento dei due tratti sono state sensibilmente ridotte, così come i tempi delle procedure autorizzative grazie alla Valutazione di Impatto Ambientale ora in capo alla Regione Calabria.
Per una viabilità moderna e sicura, per togliere tutta la fascia ionica calabrese dall’isolamento, rinvendichiamo il completamento e l’ammodernamento di tutta la S.S.106, che è priorità della Vertenza Calabria sulla quale sono impegnati le Segreterie Nazionali.
L’intera tratta Catanzaro Reggio Calabria è inserita nell’allegato A1.1 di cui all’aggiornamento del Cassa Depositi e Prestiti 16-20 approvato con Delibera N.43 del 27.12.22 a cura del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo.
L’ intervento per complessivi 174 km comprende le seguenti tratte: Catanzaro Roccella Jonica 74 km; Siderno Palizzi 60 km; Bova Reggio 44 km.
Su tutte queste tratte e quindi su tutto l’asse Catanzaro – Reggio Calabria vi è solo lo studio di fattibilità. In fase di avvio il Progetto di fattibilità tecnica economica sulle seguenti tratte: Montepaone Copanello 4 km; Bovalino Gerace 14 km; Capo Pellare Saline 10 km; Saline Marina di San Lorenzo 13 km.
Sullo svincolo di Gerace ” Prolungamento Locri” è stata avviata presso il ministero dell’ambiente la Valutazione di impatto ambientale tutt’ora in corso. Quindi ad eccezione delle 2 tratte già progettate e finanziate, si parla ancora oggi, a distanza di più di 2 anni dalla presentazione degli interventi del commissario straordinario Simonini, di Piano di fattibilità tecnico economica, senza fare cenno alcuno a livelli di progettazione che consentirebbero il finanziamento dei vari lotti.
La mancata progettazione del prolungamento della variante dall’abitato di Palizzi verso Ardore, poi, rappresenta il sintomo evidente di quello che stiamo dicendo. Troncare un’opera viaria così importante appena fuori il centro abitato del piccolo paese dell’Area grecanica è un torto non solo per i reggini ma per tutti i calabresi.
Senza queste risposte concrete, il territorio metropolitano, proprio per mancanza di infrastrutture materiali, non potrà agganciare il treno della ripartenza.
Occorre proseguire l’infrastrutturazione avviata con i lavori del lotto della S.S. 106 Roseto-Sibari a Sud, definendo le procedure autorizzative e bandendo le gare per la realizzazione della tratta Sibari-Rossano, opera fondamentale per connettere un’area dinamica come la Sibaritide e lo Jonio Cosentino, collegando le aree interne della Sila Greca con il completamento della Longobucco-Mare.
La tratta Sibari-Rossano è di circa 30 km e il costo preventivato è di circa 1 miliardo. Nel contempo chiediamo di procedere con la progettazione dell’ammodernamento del tratto a sud, da Corigliano Rossano a Crotone, La tratta considerata Rossano-Crotone è nella quasi totalità ancora quella della prima S.S.106, senza che sia stata realizzata la S.S.106 bis, oggi completamento inglobata nel tessuto urbanistico dei Comuni attraversati.
L’opera in questione riveste particolare importanza per il rilancio dell’aeroporto di Crotone, che amplierebbe il suo bacino di utenza potenziale in misura importante. Nel contempo riteniamo necessario avviare nel più breve tempo possibile i cantieri nel tratto Catanzaro-Crotone, per una lunghezza complessiva di circa 50 km, suddivisi in sei lotti funzionali, di cui uno, quello da Papanice a Crotone risulta già aggiudicato.
Non si può perdere altro tempo, il Governo ha il dovere di garantire ai calabresi strade moderne e soprattutto sicure.
È innegabile che la priorità della Vertenza Calabria sia rappresentata dall’ammodernamento a 4 corsie della famigerata e tristemente nota “strada della morte”.
Continuare a sfuggire da questa realtà significa inevitabilmente assumersi la responsabilità di essere moralmente complici delle tante tragedie già avvenute e di quelle che purtroppo verranno.
Infine occorre precisare che la rivendicazione per la SS106, sia per la realizzazione delle nuove tratte che per l’ammodernamento dell’intero tracciato, rappresenta l’esigenza e la necessità di una adeguata risposta alla mobilità viaria non solo per il versante Ionico ma per l’intera Calabria che, tra l’altro, consentirebbe di contare su una infrastruttura in grado di favorire la competitività territoriale e di conseguenza attrarre e creare sviluppo economico-produttivo, oltre a rispondere alle indifferibili esigenze sociali. (as, tr e sb)
[Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo sono rispettivamente segretari generali di Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria]

CHIAMATA PER IL SUD: UNA MOBILITAZIONE
PER FERMARE L’OMBRA DELL’AUTONOMIA

di ANGELO SPOSATO  – Sull’autonomia differenziata si sta creando un movimento di pensiero diffuso e trasversale che sta iniziando a capire i pericoli del progetto Calderoli e della Lega. Sin dall’inizio come Cgil Calabria abbiamo sempre ribadito che questo progetto fosse una secessione camuffata, una vecchia bandiera ideologica che oggi è stata barattata con il premierato e la riforma della giustizia.

Per queste ragioni abbiamo declinato l’invito ad incontrare il Ministro Roberto Calderoli in Calabria lo scorso anno. Quello che sta avvenendo in Parlamento e nel governo è un baratto politico, letale per tutto il Paese. Se ne sono resi conto i sindaci e va apprezzata la posizione dell’Anci Calabria e del suo presidente Rosaria Succurro. Oggi più che mai la battaglia contro il disegno di legge Calderoli deve unire parti sociali, amministratori, società civile, forze politiche che hanno a cuore l’unità nazionale.
Tempo addietro, al congresso regionale e nei vari interventi, abbiamo dimostrato come il progetto di autonomia differenziata possa essere letale anche per il Nord del Paese.

Ci sono aree del nord che vivono un processo di destrutturazione industriale, non offrendo più servizi adeguati, pensiamo al tema della casa, al costo della vita, al tema salariale, alla sanità privata che sostituisce quella pubblica. Il problema non si risolve chiudendosi in piccoli staterelli. I giovani del sud che fuggono per mancanza di prospettive non andranno nelle regioni del nord, ma emigreranno all’estero come avvenne negli anni ’60 e ’70 e come sta avvenendo tutt’ora.

C’è il tema del calo demografico, vera e propria emergenza. C’è il tema dell’invecchiamento del Paese, di oltre dieci anni rispetto alla media europea, che non si risolve con l’autonomia differenziata. C’è inoltre, un tema da tutti sottaciuto che potrà fare ulteriormente la differenza. Il peso della criminalità e delle mafie che si è oramai radicata nelle regioni del nord rendendole meno competitive e assoggettate al potere criminale. Le varie inchieste giudiziarie di diverse procure nel nord hanno evidenziato il potere di infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nelle imprese, cosa questa grave e pericolosa.

E come sappiamo, lì dove c’è il proliferare delle mafie c’è economia debole, ed il mercato economico e del lavoro viene controllato, sfruttato, sottopagato. Su questo farebbero bene a riflettere dal governo, perché quello che loro ritengono autonomia può diventare trappola mortale. Il sistema economico e produttivo del nord, con questo progetto e con le scelte del governo in materia economica, rischia di diventare succursale di Francia e Germania.

Il 13 febbraio occorre sostenere i sindaci e l’Anci davanti alle Prefetture della Calabria e auspichiamo possano avere a loro fianco il vessillo della Regione Calabria e il presidente. Serve una grande mobilitazione delle coscienze e delle persone, serve parlare con giovani, nelle scuole, sui rischi e gli effetti pericoli dell’autonomia differenziata per il loro futuro e per l’unità del Paese.
Occorre scendere nelle strade e nelle piazze per parlare ed informare le persone. Il tempo è adesso per difendere la nostra costituzione. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Occhiuto promuova tavolo con Rfi per mobilità ferroviaria

Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di promuovere un tavolo di confronto con Rfi sul tema della mobilità ferroviaria, «capitolo cruciale per la crescita della Calabria».

«La mobilità – scrivono i tre sindacalisti – è un tema strategico per lo sviluppo della Calabria e, in tale contesto, lo è quello della mobilità ferroviaria. Come abbiamo già più volte evidenziato, c’è grande attesa per gli investimenti promessi e per la realizzazione di opere fondamentali: pensiamo prioritariamente all’Alta Velocità, alla completa elettrificazione della linea jonica, alla necessità di fare il punto su cifre e progetti e chiarezza sul tracciato stesso dell’Alta Velocità». (rcz)

VERTENZA CALABRIA, SPOSATO (CGIL) DÀ
LA SVEGLIA AI PARLAMENTARI CALABRESI

di ANGELO SPOSATO  – Si è svolto l’incontro alla cittadella regionale per le vertenze dei 4000 lavoratori e lavoratrici impegnati nei tirocini di inclusione sociale della Calabria e i mille lavoratori e lavoratrici di Abramo. Con un occhio a quello che sta accadendo a Cutro per la vertenza della centrale a biomasse, del precariato calabrese, degli investimenti.

Vertenze che non posso essere gestite senza una assunzione di responsabilità dell’intera classe dirigente e politica calabrese. In queste ore ci adopereremo con la Prefettura di Catanzaro affinché si possa svolgere un tavolo alla presenza dell’Anci e dei parlamentari calabresi di maggioranza e opposizione perché le due vertenze richiamate devono trovare risposte dal governo e dalle partecipate nazionali.

Un incontro preparatorio a quelli che abbiamo chiesto al Presidente della giunta con il governo ed i ministeri competenti attraverso un apposito tavolo di crisi. Auspichiamo un ruolo attivo della deputazione parlamentare calabrese che ad oggi, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, in queste ore non ha mostrato quel giusto interesse a sostegno di migliaia di lavoratori presenti anche nei loro territori di appartenenza. Questo è un fatto che va recuperato al più presto con il giusto impegno nelle prossime settimane prima che si arrivi ai correttivi nel decreto comunemente detto milleproroghe.
Chiediamo un impegno straordinario a tutta la deputazione parlamentare calabrese a sostegno della vertenza Calabria e per le vertenze che si apriranno nelle prossime settimane, così come avvenuto in Consiglio regionale con la risoluzione unitaria di maggioranza e opposizione. Sarà un periodo complesso per la nostra regione sotto il profilo sociale ed occupazionale. La Calabria sta invecchiando velocemente, rischia la desertificazione economica, demografica, con punte alte di emigrazione soprattutto giovanile ed indice di natalità pari allo zero.
Non ci si può permettere di perdere un solo posto di lavoro ed occorre puntare sugli investimenti. Occorre fare attenzione sugli investimenti previsti dal Pnrr e dal fondo di coesione, ultima chiamata per la Calabria. Serve un tavolo di crisi nazionale su alcune vertenze ed una cabina di regia per il monitoraggio degli investimenti con protocolli di tracciabilità che possano favorire la contrattazione d’anticipo sulla qualità della gestione e dell’occupazione.
Occorre altresì, che in taluni casi, li dove sono previsti investimenti privati di una certa qualità e dimensione, dotati di certificazione di compatibilità ambientale e sanitaria, le classi dirigenti, le istituzioni e la politica territoriale assurgono un ruolo alto di responsabilità e competenza, onde evitare atteggiamenti dilatori, ostativi e respingimenti preventivi dettati dalla contingenza elettorale o da interessi corporativi. Auspichiamo, nel rispetto di ruoli e funzioni che ognuno faccia la propria parte. Fino ad ora non è stato così. Il silenzio dei parlamentari sulle vertenze che riguardano migliaia di lavoratori calabresi in queste ultime ore ci preoccupa fortemente.

CALABRIA, TROPPI INFORTUNI SU LAVORO
SOLO NEL 2022 CE NE SONO STATI 7.575

di FRANCESCO CANGEMIIn Calabria ci sono troppi infortuni sul lavoro. Nel 2022 sono stati 10.270 e, di questi, 7.575 sono avvenuti nell’Industria e nei Servizi, 1691 in Sanità e Assistenza sanitaria sociale, 596 in Agricoltura, 2.099 per conto tra i dipendenti statali. Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 quelle denunciate sono state 2148, di cui 1737 in Industria e Servizi, 76 in Sanità e Assistenza sanitaria sociale, 383 in Agricoltura, 27 tra i dipendenti statali.

I dati sono contenuti nel report d’indagine frutto della conclusione del progetto “Informare, prevenire, salvaguardare”, sottoscritto a febbraio 2019 da Inail, direzione regionale Calabria, e Inca, Istituto nazionale confederale di assistenza della Cgil Calabria, presentato a Catanzaro.

All’iniziativa hanno preso parte Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, Vincenzo Amaddeo, direttore regionale vicario Inail, Giovanni Aristippo, coordinatore regionale patronato Inca, Fabio Manca, consulente medico patronato Inca nazionale, Sonia Romeo, sovrintendente sanitaria regionale Inail, Sara Palazzoli, presidenza patronato Inca nazionale.

I dati rilevati nel report del progetto fanno riferimento al 2018, in base alla sottoscrizione del protocollo. La loro raccolta ed elaborazione, avvenuta tramite la somministrazione di questionari in forma anonima tra medici, infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari, amministrativi e addetti alla pulizia in ambito sanitario, è stata resa più complessa dall’avvento del Covid.

Dal report emerge con forza un insieme di problemi legati alle carenze strutturali e all’organizzazione del lavoro, in termini di carichi e ritmi, con impatti negativi sulla qualità della vita anche se non percepita come strettamente legata alla situazione lavorativa.

Il settore si caratterizza per un’elevata presenza di problemi muscolo-scheletrici così come un’incidenza significativa di personale con una ridotta idoneità. Per quanto riguarda l’età, emergono delle specificità dovute alle differenti classi. Per i più anziani, oltre alle problematiche legate alla naturale senescenza, emergono problemi di salute legati alla maggiore esposizione temporale ai rischi sul lavoro, con una diffusione di patologie muscolo-scheletriche che interessa in alcuni casi più della metà del campione oltre i 54 anni. A questi problemi si aggiungono quelli di ordine psico-sociale determinati sia dall’organizzazione del lavoro che dalle tensioni dovute alle relazioni con i pazienti e i loro familiari.

Nel complesso, i rischi per la salute e la sicurezza secondo i lavoratori sono dovuti innanzitutto alle carenze strutturali e all’organizzazione del lavoro, in termini di personale mancante, carichi e ritmi intensi.

Un problema particolarmente rilevante che si identifica anche a livello nazionale è rappresentato dalla differenza percentuale tra il numero di malattie professionali denunciate e quelle effettivamente riconosciute (anche se il comparto sanità rappresenta numeri relativamente migliori rispetto ad altri); tale dato poi incrociato con quello degli effettivi disturbi rilevati dall’ indagine, per quanto inficiati dall’età relativamente elevata del campione esaminato, rileva come oltre una difficoltà nella denuncia o possibile correlazione dei disturbi con l’attività lavorativa svolta, vi sia obiettivamente un valutazione per noi sottostimata da parte delle strutture deputate al riconoscimento.

Tale affermazione verrebbe corroborata dalla differenza che raggiunge quasi il 50% di riconoscimenti (anche se differenti) tra malattie professionali e cause di servizio.

In generale, come mostra anche la poca conoscenza delle procedure per la sicurezza in caso di puntura di ago, sembra esserci una minore attenzione al tema degli infortuni e una scarsa cultura della prevenzione per le malattie professionali.

«Questo progetto – ha sottolineato Vincenzo Amaddeo, Direttore regionale vicario Inail Calabria -rappresenta il proposito dell’Inail, la costruzione di una cultura della prevenzione e la costruzione di una rete di rapporti, come quello con il patronato, per agire sinergicamente».

Per il segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato dal rapporto del lavoro congiunto tra Inca e Inail emerge «un quadro allarmante sulla salute nei luoghi di lavoro. La nostra è una regione vecchia e malata, che perde migliaia di giovani all’anno e dove l’età media nel lavoro pubblico è di dieci anni in più della media europea. Il blocco del turn over e delle assunzioni nella pubblica amministrazione, l’allungamento dell’età pensionistica, la precarietà del lavoro sempre più povero, la fuga dei giovani sono temi esiziali per il Sud. Aumentano le paure e le incertezze, gli stati emotivi, cause di ansia e depressione che accrescono in modo esponenziale le patologie professionali. Il tema delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro aumentano per tutti questi fattori. Serve un grande investimento sulla sicurezza del lavoro e sulla tutela individuale della salute».

Ad illustrare i numeri del report il coordinatore regionale patronato Inca Calabria Giovanni Aristippo che ha sottolineato come ci sia in Calabria poca consapevolezza sulla correlazione tra malattie professionali e ambiente di lavoro. «Tutti i settori necessitano del nostro impegno e della nostra organizzazione – ha affermato Sara Palazzoli, Presidenza patronato Inca nazionale – molto c’è da fare sull’emersione e il riconoscimento del danno da lavoro. Ecco perché spingeremo per fare formazione sui rischi legati al lavoro ai lavoratori». (fc)

Gesmundo, Sposato e Mannino (Cgil): Scippo risorse un’azione piratesca ai danni di due regioni

In una nota congiunta il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo ei segretari generali della Cgil Calabria e della Cgil Sicilia, Angelo Sposato e Alfio Mannino, hanno denunciato come «pur di raschiare il barile, visto che le risorse vere per il Ponte sono pochissime e quelle certe si fermano a 780 milioni per il 2024, giusto per mettere qualche prima pietra a fini elettorali per le Europee, viene compiuta un “azione piratesca” ai danni di due Regioni, la Calabria e la Sicilia, sottraendo loro una quantità immensa di risorse europee che dovrebbero essere destinate a colmare il divario socioeconomico e superare gli squilibri territoriali».

«Mentre tutte le analisi, a partire da quella della Svimez – hanno evidenziato – confermano che senza l’utilizzo massiccia di risorse aggiuntive il Mezzogiorno rischiando la più cruda recessione, vengono sottratti alla Sicilia e alla Calabria 1.600 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per dirottarli sul Ponte dello Stretto. Proprio come nel gioco delle tre carte il ministro Salvini fa apparire e scomparire, a suo piacimento, le risorse».

Il tutto – hanno proseguito – senza una discussione di merito che investa le due istituzioni interessate e i Consigli regionali, che su un aspetto di tale importanza non possono restare silenti o, peggio, essere esautorati, e lo stesso Partenariato economico-sociale». Mannino ha specificato che «la stessa Giunta regionale Siciliana, che in un primo tempo si era resa disponibile ad utilizzare un miliardo di sue risorse del FSC 2021-2027, ha revocato polemicamente questa sua disponibilità».

«Il Mezzogiorno – ha ribadito Gesmundo– ha necessità di modernizzare le sue infrastrutture ferroviarie e stradali, oggi in pessime condizioni, con linee ferroviarie a binario unico, non elettrificate e tanto meno messe in sicurezza e l’alta velocità che si ferma a Salerno. Occorre inoltre, come si dimostra l’ultimo tragico incidente a Thurio di Corigliano Rossano, garantire la sicurezza dei lavoratori delle ferrovie e dei cittadini».

Sposato ha aggiunto che «servirebbero parole chiare per quanto concerne una delle priorità ferroviaria strategica del Sud, la Salerno-Reggio Calabria, che rischia di fermarsi a Rovagnano, e conoscere le reali intenzioni del Governo nazionale relativamente all’utilizzo dei 9.400 milioni messi a disposizione dal piano complementare per la realizzazione dei lotti successivi. Come occorrerebbero impegni precisi e vincolanti anche per quanto riguarda la realizzazione della Statale 106, la fantomatica ‘strada della morte’, impraticabile e pericolosa lungo l’intero asse jonico della Calabria orientale, priva ad oggi di una moderna arteria autostradale».

«Continuiamo ad assistere alla sostanziale incapacità di utilizzare i finanziamenti europei e a definanziamenti, come per la Roma-Pescara, la Palermo-Messina e la Bari-Napoli, e come quelli relativi alle opere di messa in sicurezza del sistema di gestione del traffico ferroviario (ERTMS). La posta in gioco – hanno concluso i segretari della Cgil – è troppo alta per il Mezzogiorno, chiediamo che le risorse del Pnrr, al di là dei continui proclami, siano effettivamente utilizzate aprendo i cantieri e dando inizio ai lavori». (rrm)