LAMEZIA T. – Si parla del libro di Drosi La disfatta e la rinascita

Oggi pomeriggio alle 17.30 a Lamezia Terme, al Chiostro del Caffè Letterario di piazzetta San Domenico, incontro con il giornalista e saggista Michele Drosi per parlare del suo libro La disfatta e la rinascita (Città del Sole edizioni). Discute con l’autore il giornalista Pasqualino Rettura. Partecipano Gennarino Masi (segretario cittadino del PD), Laura Gigliotti (della Direzione provinciale PD), Battista Paola (DIrezione provinciale PD), DOmenico Giampà (Segretario provinciale PD) e il consigliere regioonale e componente della Direzione nazionale PD Raffaele Mammoliti.

Il libro sta riscuotendo un notevole successo non solo in Calabria.  «Siamo stati immersi in una lunga stagione di globalizzazione economica e finanziaria – si legge nelle note di presentazione del volume – nella quale la tendenza dominante è stata il neoliberismo. È il tempo ora della globalizzazione della sopravvivenza e non per il puro profitto, della globalizzazione comunitaria sul piano sanitario, sociale, ambientale, nella quale il riformismo socialista, democratico e liberale può essere, dopo l’esaurimento del socialismo classista, antagonista e autoreferenziale, il punto di riferimento culturale e ideologico. Può essere questo l’orizzonte a cui guardare per costruire un nuovo Partito Democratico socialista, riformista e garantista, più attrattivo e convincente, con un programma serio e puntuale, in grado di esaltare i nostri princìpi umanitari di fronte alle punte di razzismo mai sopite e ai populismi e sovranismi di ogni sorta, di riconnettere le lotte per l’uguaglianza sostanziale a quelle contro le discriminazioni e le urgenze del presente a una visione del futuro». (rcz)

La disfatta e la rinascita del PD di Michele Drosi

di SERGIO DRAGONE – Michele Drosi è l’ultimo romantico del socialismo calabrese. La sua ostinazione a volere innestare a tutti i costi i valori del socialismo riformista nel “corpo estraneo” del Partito Democratico è degna di ammirazione, al pari del generoso sforzo di don Chisciotte di abbattere i giganti-mulini al vento. Qualche volta ha operato delle forzature, come quella di fare passare un vetero-comunista come Mario Oliverio per un riformatore liberale.

La verità è che il PD, nato dalla fusione a freddo tra gruppi dirigenti ex comunisti ed ex democristiani, non è stato, non è e non sarà mai un partito erede del socialismo democratico. E’ una questione di contenuti e non di forma e quindi non basta l’adesione del PD al Partito socialista europeo per affermarne una mutazione genetica in senso riformista. Non è un caso che molti socialisti, sentendosi estranei al nuovo soggetto, hanno preferito negli anni riparare sotto le rassicuranti bandiere berlusconiane.

L’ultimo lavoro di Drosi – un pregevole saggio sull’evoluzione del PD e sulla sua attuale e profonda crisi – è comunque un contributo importante al dibattito che si muove in quella che genericamente viene definita la “sinistra” italiana. Non a caso arriva nelle librerie nelle settimane in cui nel PD si consuma il rito delle primarie per la scelta del nuovo segretario.

Drosi nella sua analisi parte dalla sconfitta, anzi dalla disfatta, del PD alle ultime politiche. L’autore, che non ha mai rinnegato nemmeno per un attimo la sua formazione socialista e manciniana, analizza con profondità le cause della Caporetto democratica, con riferimenti rigorosi alla lunga vicenda del PD dalla sua fondazione ad oggi. 

L’autore è addirittura spietato nel suo giudizio finale che ci sembra utile riportare: “Il PD – scrive Drosi – è allo stato una forza politica senza ideologia e senza classi di riferimento, il cui unico tratto identitario sono state le primarie viste come strumento di un plebiscitarismo che incorona il capo per praticare una vocazione maggioritaria dal significato fumoso, proposta da Veltroni e sostenuta in una prospettiva di liberalismo radicale, il cui nemico è, paradossalmente, il conflitto sociale, relegato negli scantinati della storia. Un partito percepito come espressione di élite borghesi e del 19 mondo della finanza, lontano dagli interessi popolari e da quel conflitto sociale che consentì al movimento operaio, base politica e sociale della Sinistra del Novecento, di imporre severe regole al capitalismo e di ridistribuirne la ricchezza verso il basso, secondo l’efficace immagine non di un capo bolscevico dopo la presa del Palazzo d’Inverno in Russia, ma di un grande leader della socialdemocrazia mondiale: lo svedese Olaf Palme, che affermò: “il capitalismo va tosato e non ucciso”. Mentre dovrebbe caratterizzarsi come una forza della Sinistra con al centro il Mezzogiorno, che l’autonomia differenziata, sostenuta dalla Lega, ma non solo, tornata alle origini di partito del Nord, relegherà sempre più in una posizione marginale nello scenario economico e sociale nazionale.

Sottoscrivo in pieno questa analisi. Mi permetto solo di dissentire sulle prospettive. Drosi mantiene ancora una carica ottimistica sulla possibile mutazione del PD in partito socialista, riformista e garantista. Io penso, al contrario, che è il socialismo che deve adeguarsi ad un mondo che è profondamente cambiato, individuare soluzioni per affrontare gravi emergenze planetarie, prime fra tutte quella ambientale e quelle legate ai flussi migratori.

Occorre individuare cosa ancora resta di vitale in una cultura (“una civiltà”, l’ha meravigliosamente definita Claudio Signorile) che ha segnato tutti i progressi del mondo occidentale, soprattutto in materia di diritti civili e di riscatto delle classi subalterne.

Sarà capace di fare questo il nuovo PD che scaturirà dal congresso costituente? Saranno capaci di farlo Stefano Bonaccini o Elly Schlein che mi sembrano molto estranei alla cultura socialista? Forse la seconda mi sembra più pronta ad interpretare i mutamenti tumultuosi della società contemporanea, in particolare le problematiche poste da una crisi ambientale senza precedenti che modificherà la fisionomia del pianeta e produrrà nuove migrazioni.

Meno adeguato mi sembra Bonaccini anche perché è un paladino dell’autonomia differenziata (si ricordi il referendum promosso sul tema in Emilia Romagna) e punta tutte le sue chances su un “partito degli amministratori” che è cosa molto diversa da un partito della sinistra riformista.

Punti di vista. Resta il fatto che Drosi si conferma un osservatore attento e intelligente delle vicende politiche, convinto che la politica sia circolazione delle idee e non mercato delle tessere. Un libro da leggere, per riflettere. (sdr)

LA DISFATTA E LA RINASCITA DEL PD
di Michele Drosi
Edizioni Città del Sole, ISBN 9788882383411

Con i Kalavria la festa del dialetto a Pellaro (RC)

Coniugare ma musica popolare e il dialetto, in un progetto che coinvolge le scuole: non poteva che essere un successo il concerto dei Kalavria, storico gruppo etno-pop guidato da Nino Stellitano all’Istituto Cassiodoro Don Bosco di Pellaro (RC). Quindi,  grande festa e tanti applausi soprattutto al frontman Nino Stellittano, ideatore del concorso di poesia dialettale “Così è la vita – memorial Peppe Stellittano” conclusosi con la premiazione di 5 elaborati scritti dagli studenti dell’istituto reggino. 

La serata, condotta brillantemente dalla presentatrice Mariangela Zaccuri, è stata caratterizzata da musica, parole e racconti per ricordare un artigiano e poeta di Fossato Jonico, Peppe Stellittano, che non ha mai perso la curiosità e la voglia di leggere ed imparare ma soprattutto, è riuscito a diffondere la musica tra i giovani del suo Paese e non solo. 

Il concorso di poesia dialettale è inserito tra le attività didattiche portate avanti meticolosamente dalla dirigente scolastica Eva Raffaella Maria Nicolò che, insieme alla casa editrice “Città del Sole”, ai Kalavrìa e al Kiwanis Club di Reggio Calabria, è riuscita a realizzare un progetto atto a promuovere, diffondere e valorizzare le nostre radici, la tradizione e la cultura locale.

«Il percorso di ricerca e studio della lingua dialettale è stato molto formativo per i ragazzi che si sono cimentati nella composizione di elaborati stimolando la loro creatività e rafforzando la nostra identità che significa avere radici ben salde – ha detto la dirigente Nicolò -. La collaborazione con il gruppo Kalavrìa non termina qui perché è fondamentale per la crescita del territorio, consolidare sinergie che possano dare opportunità ai nostri giovani legati alle origini e a un passato che va riscoperto e tramandato».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’editore Franco Arcidiaco il quale ha messo in evidenza l’importanza di essere «squadra costituita da professionisti e risorse attive della città che, in questi mesi, hanno lavorato insieme per consentire agli studenti di esprime i loro pensieri con il dialetto, collante della nostra attività e lingua che riesce ad abbattere ogni distanza unendo popoli diversi. A tutti i partecipanti doneremo libri per approfondire il loro percorso studio e far conoscere figure preziose della nostra Calabria come quella di Peppe Stellittano».

«Con la prima edizione del concorso di poesia che, grazie alla dirigente Nicolò promuoveremo ogni anno, portiamo cultura e aggregazione – ha detto il leader dei Kalavìa e autore del libro Così è la vita. Ottantotto passi di storia edito da “Città del Sole”, Nino Stellittano -. Vedere questa sera ragazzi, adulti, tante famiglie festeggiare insieme a tutti noi, ballare e cantare le canzoni popolari scritte da mio padre, ci sprona ad andare avanti e a seguire la strada della cultura per la rinascita del nostro territorio».

In conclusione, il presidente del Kiwanis Club Pierdomenico Lico, ha ricordato il Progetto “Lillo e Billo, il bullo” che su scala nazionale viene presentato dal Kiwanis in tutta Italia alle famiglie. 

Ad essere premiati con una borsa di studio e libri offerti dall’editrice “Città del Sole”, gli studenti: Francesco Verduci con la poesia “Mari anticu”, Angela Putortì con “Bronzi I Riaci”, Domenica Noemi Fallanca con “A Calabria”, Irene Latella con ” A Magnolia” ed Elia Cilione con  “Nta stu mundu”. 

Inoltre, nella stessa serata al leader dei Kalavrìa Nino Stellittano è stato consegnato dal presidente Stefano Iorfida, il premio Anassilaos San Giorgio Città di Reggio Calabria “per l’impegno profuso nella diffusione e nella difesa della cultura e della lingua calabrese quale strumento di riscatto sociale e civile delle nostre popolazioni”. (rrc)

Allo scrittore calabrese Vinicio Leonetti il Premio Luzi per il romanzo “Eroine”

Il giornalista e scrittore calabrese Vinicio Leonetti ha vinto il Premio Internazionale Mario Luzi per la narrativa col suo romanzo Eroine edito da Città del Sole. Apprezzato giornalista della carta stampata in Calabria, Leonetti è al suo primo romanzo. Una storia di riscatto che vede protagonista una donna del nostro tempo in lotta contro le ingiustizie del presente e i fantasmi del passato.

Il giornalista e scrittore Vinicio Leonetti

 

Per gentile consessione dell’Associaione culturale Glicine, pubblichiamo l’intervista a Leonetti, apparsa sul sito dell’associazione.

Vinicio Leonetti, cosa ha provato una volta ricevuta la notizia che il suo primo romanzo Eroine, edito da Città del Sole Edizioni, era stato premiato come miglior libro di narrativa in un premio così importante come il Mario Luzi?

«Stupore. L’ho provato davvero, non lo dico per modestia. Ero pure stupido, a mezzanotte è facile esserlo. Dopo aver letto il messaggio di una sconosciuta su Facebook sono andato subito a verificare se avevo vinto davvero il Premio Luzi. Era proprio vero».

 E poi?

«Ho ringraziato Roberta Fabbri, la splendida scrittrice toscana che ha vinto il premio insieme a me, e ho cominciato a saltare sul divano con la tv accesa su “Porta a porta”. A casa dormivano tutti e cercavo di gridare con la mano sulla bocca. Avevo inviato il mio libro a Roma solo per provare, il messaggio in una bottiglia nell’oceano. La scorsa estate gli inviti a partecipare a premi letterari fioccavano».

 Perché ha scelto proprio il Luzi?

«Al liceo classico di Palermo il professore parlava continuamente di questo poeta toscano, che nel ’79 era vivente. Ma chi lo conosceva? Era uno dei fondatori del Gruppo 63, praticamente pochi anni prima della mia maturità. Nelle librerie non trovavo suoi libri e ho dovuto chiederli in prestito più volte in biblioteca. Inutile dire che internet non c’era».

 Eroine è stato pubblicato ormai un anno fa. In questo tempo difficile, adesso coronato con questa vittoria, ha ricevuto pareri e recensioni che potevano farle presagire un riconoscimento per l’opera?

«Era marzo 2020, a lockdown in corso. L’editore Città del Sole mi dice: “Sei sicuro di volerlo fare uscire adesso?”. Io non vedevo l’ora di prendere il libro in mano e sentirne l’odore d’inchiostro fresco. Da quand’ero ventenne frequentavo le tipografie di giornali e giornalini. Piccoli riconoscimenti sono arrivati dagli amici, e nelle poche conversazioni pubbliche e online che ho potuto fare per le arcinote ristrettezze. Ma credo sia molto per un esordiente di provincia, un vecchio cronista che prova a scimmiottare gli scrittori. Niente di più».

 Parliamo del libro, un noir sensuale in cui le protagoniste sono delle donne: quanto è difficile per un autore uomo scrivere una storia con voce femminile?

«Ho sempre scritto le cronache da neutro. Scrivere indossando i tacchi d’una donna è stata una scelta motivata da due cose: prima il sentimento, cioè comunicare con molta intensità gli umori, le sensazioni, le pulsioni intime della coraggiosa e cazzuta protagonista Concetta (poi diventata Marisa); poi la tecnica del racconto, cioè realizzare lo sdoppiamento di personalità che è sempre complicato ma proprio per questo attrae molto chi ama scrivere. Come gli equilibristi del circo».

 La sua lunga esperienza nel giornalismo ha influito sulla narrazione di Eroine che, chiaramente per chi avrà l’occasione di leggere il romanzo, si ispira alla cronaca del nostro tempo?

«La storia vera in Eroine è al 40%. L’idraulico con una quarantina d’anni d’esperienza sa bene dove mettere le mani quando c’è una perdita d’acqua. Ne ha viste e scritte tante. Anche cazzate, a volte. È vero che non si smette mai d’imparare, ma a un certo punto ho detto basta con la cronaca quotidiana, i rattoppi di vecchi tubi che perdono, mi costruisco una baita tutta mia e ci scrivo dentro quello che provo. Quello che ho imparato nella carriera di giornalista serve molto, ma non è vincolante».

 Vuol dire che ha letto altro?

«Mi hanno salvato dalle cronache spicciole della massaia che cade dal balcone o del mafioso che uccide per vendetta, gli scrittori veri come Hemingway, Montale, Pirandello, Kavafis, tutti i miti della Beat Generation americana, e Bukowski».

La vittoria di questo premio le ha dato lo stimolo per scrivere qualcosa di nuovo o l’idea di un secondo romanzo era già in cantiere?

«Non mi fermo ora, ci ho preso gusto. Sto lavorando a un secondo libro completamente diverso, questa volta si tratta di una storia vera al cento per cento. La gestazione sarà più lenta (Eroine è nato in poche settimane) ma forse con un risultato ancora più avvincente per chi legge. Perché certe realtà superano davvero ogni illuminata fantasia». (rrm)

REGGIO – La raccolta poetica “Videmus nunc per speculum”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 16.45, alla Biblioteca “Pietro De Nava”, la presentazione della raccolta poetica Videmus nunc per speculum di Massimiliano Barberio.

L’evento, che rientra nell’ambito degli Incontri con la poesia, è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con la Biblioteca “Pietro De Nava”.

La raccolta, edita da Città del Sole Edizioni, rientra nel progetto dell’Anassilaos di pubblicare giovani talenti nel campo della poesia, della narrativa e della saggistica.

Presenta il volume la prof.ssa Francesca Neri, curatrice della prefazione. Introduce la prof.ssa Pina De Felice, responsabile Poesia Anassilaos. Partecipa Antonella Cuzzocrea, editore di Città del Sole.

«Quella di Barberio – si legge nella prefazione – è una poesia colta, che interpella le capacità ermeneutiche del lettore, indotto a confrontarsi con l’ampia e variegata memoria mitico-letteraria e culturale che le è sottesa e ad orizzontarsi in complessi incroci intertestuali che testimoniano la singolare propensione dell’Autore per l’avventura intellettuale». (rrc)

REGGIO – “Cinquanta lettere a Mario La Cava”

Questo pomeriggio, a Reggio, alle 19.30, presso lo Spazio Open, l’evento Cinquanta lettere.

L’evento è stato organizzato dal Rhegium JuliiCittà del Sole Edizioni.

La giornalista Anna Foti converserà con il saggista Santino Salerno, curatore del volume Cinquanta lettere a Mario La Cava, edito da Città del Sole Edizioni. Nel corso dell’incontro, inoltre, sarà proiettato un filmato su Domenico Zappone.

Cinquanta lettere che il giornalista Domenico Zappone (Palmi 1911 – 1976) destinò a Mario La Cava.  Scritte in un arco di tempo che va dal 1950 al 1976, le lettere qui pubblicate rivelano il clima di cordialità che anima il rapporto tra i due intellettuali, affratellati da una medesima passione: la scrittura; e danno conto, altresì, di una vicenda culturale ed umana che per molti tratti li accomuna nel difficile e tormentato rapporto con editori, direttori, redattori di riviste e giornali, ma anche in quelle che sono le difficoltà familiari e della vita quotidiana.

Inoltre, queste lettere evidenziano inequivocabilmente la condizione di isolamento degli intellettuali meridionali che, lontani dal dinamismo culturale centro – urbano, pagano con un surplus di fatica lo svantaggio della perifericità che, fatalmente, trasforma il già difficile mestiere di scrivere, nel più difficile mestiere di vivere. (rrc)

MELITO PORTO SALVO – “Tracce di cucina di Calabria”

Questo pomeriggio, a Melito Porto Salvo, alle 18.30, presso Corso Garibaldi, la presentazione del libro Tracce di cucina di Calabria di Pinuccio Alia.

Introduce Antonella Cuzzocrea.

Il libro è edito da Città del Sole Edizioni.

Il senso di questo libro è, dunque, proprio questo: mettere assieme l’amore per la cucina, per i luoghi, per le pietanze, per le primizie, per i prodotti della terra. Pensiamo ai pomodori di Belmonte o alle patate della Sila o alla cipolla di Tropea o allo spada dello Stretto di cui Pinuccio ci racconta – prima di una memorabile ricetta – la storia antica, anzi, antichissima. E c’è anche la Calabria che rischia di scomparire, che ricordiamo ma che a tratti resiste […] Sarà cucina antica, ma sarebbe un crimine perderla, dice Pinuccio. Ed è questo il senso del libro saporito che andrete a leggere. (rrc)

REGGIO – Il libro “L’attesa di Telemaco” di Nicola Petrolino

Questo pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, presso l’Università della Terza Età, la presentazione del libro L’attesa di Telemaco di Nicola Petrolino.

L’evento è stato organizzato dall’Università della Terza Età in collaborazione con Aipac Nazionale e la casa editrice Città del Sole.

Dopo i saluti di Salvatore Modica, presidente Unitre, Franco Cernuto, direttore corsi Unitre, di Irene Tripodi, presidente Aiparc Nazionale, e di Franco Arcidiaco, delegato alla Cultura Comune di Reggio, legge Cinzia Colacresi.

L’evento sarà arricchito da Claudia Luisa Morabito (pianoforte e violoncello).

Presenta il libro e dialoga con l’autore Maria Luisa Neri, Dipartimento Cultura Aipac Nazionale.

Il libro è edito da Città del Sole Editore.

Lorenzo, Fabiano, Celeste e Rocco, quattro giovani di oggi alla ricerca del padre. Come Telemaco, che attende il ritorno di Ulisse dal mare, si muovono in un tempo senza orizzonte, soli e sperduti perché orfani di adulti credibili, che siano un punto di riferimento capace di orientare il loro agire. Simili a Telemaco, che parte da Itaca per ritrovare Ulisse, devono avere il coraggio di mettersi in viaggio alla ricerca di un padre che mostri loro il percorso per cui si diventa veramente adulti.

Da Firenze a Roma, da Torino a Locri le loro vite si sfiorano fino a incontrarsi in Calabria, una regione sospesa tra arcaicità e modernità, degrado ambientale e criminalità, bellezze naturali e tesori artistici.
Alle vicende di oggi si intreccia una storia di ieri: il mistero di una statua antica denominata, per il suo ineffabile sorriso, “Persefone Gaia”, custodita al Pergamon Museum di Berlino ma, in realtà, proveniente dalla Locride.
In questo luogo, ricco di un passato carico di arte e di storia, Lorenzo, le cui avventure fanno da filo conduttore dell’intero romanzo, scoprirà le sue radici e riuscirà a guardare con occhi nuovi al suo futuro. (rrc)

REGGIO – Il libro “Scioglimento degli Enti Locali per mafia”

È in corso, a Reggio, allo Spazio Open, la presentazione del libro Scioglimento degli Enti Locali per mafia di Manuela CalauttiAntonia Fabiola ChiricoTeresa Parisi.

Dopo i saluti di Franco Arcidiaco, editore Città del Sole Edizioni, e di Francesco Cuzzola, Amministratore unico Interdata Cuzzola srl, intervengono Manuela Calautti, Antonia Fabiola Chirico e Teresa Parisi. Conclude Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio. Modera Anna Foti.

Il libro è edito da Città del Sole Edizioni.

Sinossi

Scopo della presente indagine, che sfugge a qualsivoglia pretesa di trattazione accademica del fenomeno in esame, è quello di fornire agli amministratori degli Enti Locali, e a chiunque sia istituzionalmente coinvolto nella gestione del Bene Pubblico, un quadro sinottico dei principali elementi sintomatici della permeabilità a tentativi di condizionamenti esterni da parte della criminalità organizzata.
I dati, frutto di un’analisi della casistica registrata sull’intero territorio nazionale nel corso dell’ultimo biennio (2017/18), sono proposti nell’ottica riassuntiva degli elementi significativi che, ai sensi dell’art. 143 Tuel, costituiscono il presupposto per l’applicazione delle misure di rigore ivi disciplinate.
Il provvedimento di scioglimento dell’Ente è inteso, per pacifica giurisprudenza amministrativa, quale strumento di tutela dell’azione amministrativa degli Enti rispetto al controllo e all’ingerenza delle organizzazioni criminali.
Lo studio approfondisce la ratio sottesa all’art.143 Tuel, siccome novellato dal c.d. dl Sicurezza convertito con legge 132/2018, che ha esteso l’ambito di applicazione della misura interdittiva dell’incandidabilità e ha introdotto, con il comma 7 bis, la nomina del Commissario ad acta.
Di talché si è analizzato il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa, non solo sotto l’aspetto giuridico latu sensu inteso, ossia sotto l’aspetto sostanziale e processuale, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto sociologico – territoriale.

REGGIO – Incontro con Pina De Felice

Questo pomeriggio, a Reggio, alle 16.45, presso la Sala Giuffrè della Villa De Nava, l’incontro con Pina De Felice, autrice del libro ‘A LumeraPoesie in vernacolo.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” e la casa editrice Città del Sole Edizioni, e patrocinata dalla Città di Reggio Calabria.

Interviene Francesca Neri. Le letture sono a cura di Biagio D’AgostinoMarilù Laface. Sarà presente l’autore.

Il libro è edito da Città del Sole Edizioni.

«Vive nella silloge – scrive Annalise Immesi – ‘A Lumera un interessante spaccato di schietta vita paesana e i personaggi con le loro battute si disegnano da soli denunciando situazioni e condizioni che rasentano l’impossibile ma che sono autentiche, rivelando Pina custode preziosa degli antichi valori. In questo gocciolìo di amore, dolore, speranze anche di gioia, le immagini scorrono anche davanti agli occhi del lettore e mostrano meraviglie di un paese di cui l’autrice è rimasta ad accogliere l’essenza per consegnarla intatta e farla rivivere». (rrc)