Alfonso Samengo: «Oggi vorrei parlarvi di mio padre, Francesco»

di PINO NANOUn Parco per Bambini a Cittanova porterà il nome di Francesco Samengo, già presidente Unicef, morto a causa del Covid nel novembre 2020. 

La cerimonia di intitolazione avverrà il 31 agosto prossimo. Il Parco, già corredato di giochi, sarà arricchito di una giostra per bambini con disabilità, al fine di consentire una migliore forma di inclusione. Alla manifestazione, promossa dall’Amministrazione Comunale di Cittanova, saranno presenti il sindaco Domenico Antico, il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Rao, ma anche rappresentati dell’Unicef nazionale Patrizia Surace e Michele Affidato, il presidente di Unicef Calabria Giuseppe Raiola, nonché il figlio del compianto presidente Samengo, il collega giornalista Alfonso, oggi vicedirettore del Tg2, che ha accettato di rilasciare al nostro giornale un ricordo di suo padre. 

-Alfonso, che sentimento hai provato alla notizia dell’intitolazione di un parco per bambini alla figura di tuo padre?

«La decisione dell’Amministrazione comunale di Cittanova mi ha commosso. Confesso proprio che si tratta di un sentimento di commozione, perché parlo da figlio che ha sempre considerato il proprio padre come modello di intraprendenza e di generosità». 

-Posso chiederti di raccontarmi tuo padre?

«Mio padre era innanzitutto un inguaribile innamorato della sua terra e della sua gente. Nonostante si fosse trasferito negli ultimi anni con la famiglia a Roma, ha sempre mantenuto un legame strettissimo con la Calabria ed ha voluto conservare fino alla fine la propria residenza a Cassano Ionio dove era nato e cresciuto».

-Diciamola tutta. Tuo padre era un personaggio illustre, molto conosciuto nella politica degli anni 80 e 90. Ha militato nella Democrazia Cristiana, al fianco di Carmelino Pujia potente assessore regionale e poi sottosegretario. Come lo ricordi in quegli anni?

«Era difficile stargli dietro. Lui era molto presente nella vita di famiglia ma sempre lontano da casa, assolutamente preso dalla passione che aveva coltivato fin da piccolo. Mai ferie, mai una giornata al mare, pochissimi viaggi di piacere. Soltanto anni di lavoro che significavano per lui grande entusiasmo e tanti sacrifici. Come molti sanno, lui ha ricoperto ruoli manageriali in aziende pubbliche, con grandi risultati e soddisfazioni ma anche accumulando delusioni, incomprensioni ed amarezze».

-Poi negli ultimi anni della sua vita si è avvicinato al mondo dell’Unicef. Come mai?

«Avvicinandosi all’età della pensione, ero certo che non si sarebbe mai arreso alle pantofole e al divano. Ha trovato la sua strada avvicinandosi al mondo del volontariato. Per rimanere in attività e contribuire a qualche buona e giusta causa. Ancora riecheggiano nella mia mente le parole di un suo intervento: “Spendere il proprio tempo e le proprie energie al servizio degli altri, per contribuire a cambiare ciò che non va, credo che sia quanto di più utile una persona possa fare nella vita. I bambini in definitiva sono tutto: sono il futuro e il presente, sono quanto di più prezioso possa esserci, la guida che orienta le nostre azioni, attività e priorità”. Credo sia stato per questo che lui ha voluto lavorare per un’importante struttura che più di altre difendesse le nuove generazioni dalla povertà, dalle ingiustizie e dalle guerre. L’Unicef, appunto. Poi, con il tempo, da presidente nazionale ha maturato la convinzione di affidarle una nuova missione».

-Quale missione?

«Quella di orientare l’Unicef verso un modello di organizzazione di “prossimità”, cioè di essere vicina a tutti i bambini compresi quelli italiani, perché anche in Italia ci sono bambini che vivono nel disagio».

-Quando è avvenuta questa trasformazione?

«Confesso di non sapere se questa trasformazione sia rimasta dopo la morte di papà. Lui ha sempre creduto che questa metamorfosi fosse assolutamente necessaria perché i bambini sono da difendere ovunque, non solo nelle aree di crisi internazionali ma anche qui da noi, in Calabria. Fin dagli anni in cui è stato Presidente dell’Unicef calabrese ha portato avanti alcune iniziative particolari, definirei inedite per l’Unicef ed altre organizzazioni umanitarie, come il sostegno attivo alla rete ‘Liberi di scegliere’». 

-Di cosa si tratta?

«La rete “Liberi di scegliere” è ormai nota a livello nazionale ed internazionale, ha anche ispirato una fiction Rai. Lo spirito che la anima è quello di aiutare minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata. Ma anche ragazzi che siano vittime della violenza mafiosa e dei loro familiari che si dissociano dalle logiche criminali, con particolare interesse per quelle madri che intendano salvare i loro figli dal destino sicuro del carcere o della morte, sostenendole in un cammino di riscatto sociale».

-Qualche esempio concreto che ricordi?

«Ricordo, ad esempio, un’iniziativa svolta dall’Unicef al fianco del Tribunale dei minori di Reggio Calabria. In quell’occasione fu necessario salvaguardare l’incolumità di una minorenne vittima di violenza sessuale reiterata, maturata in un contesto di ‘ndrangheta. L’Unicef ebbe parte attiva nell’allontanamento dalla Calabria dell’intero nucleo familiare, collaborando nell’operazione di sistemazione logistica di quella famiglia». 

-Quali altre iniziative dell’Unicef in Calabria, in quel periodo in cui tuo papà era presidente regionale?

«Tanti atti ufficiali che erano propedeutici ad iniziative concrete, come la stipula di protocolli d’intesa con i Tribunali dei Minori di Catanzaro e di Reggio Calabria, accordi con le Prefetture per agevolare l’accoglienza e la permanenza dei minori stranieri anche dopo la maggiore età (come consente la c.d. Legge Zampa), le intese con le università della Calabria e Mediterranea di Reggio Calabria, le convenzioni stipulate con il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, con vari Ordini Professionali, con l’Ufficio Scolastico regionale della Calabria e con il Coni». 

-Fin qui il periodo calabrese. Poi il 25 luglio 2018 Francesco Samengo viene eletto presidente nazionale.  

«Non è stata una sorpresa per me. Papà, nei mesi precedenti, aveva intensificato il suo impegno a favore di iniziative importanti sempre orientate da quel suo progetto di Unicef di “prossimità”. Penso, ancora, all’impegno per l’istruzione prescolare: l’accordo tra l’Associazione Culturale Pediatri e i progetti Unicef di sostegno alle azioni educative volte all’istruzione formale e informale dei minori, tra cui “Nati per Leggere”, così come il programma Unicef “Benvenuti al mondo”. Ricordo ancora la promozione della rete degli Ospedali “amici dei bambini”, con particolare attenzione non soltanto alla cura del corpo, quindi delle malattie, ma anche dell’anima, della psiche dei bambini. L’Unicef ha selezionato alcuni ospedali con queste particolari caratteristiche secondo alcuni criteri prefissati».

-Anche qui la domanda: un esempio concreto?

«L’Unicef, ad esempio, nei 30 ospedali della rete “amici dei bambini” ha promosso un programma denominato ‘Insieme per l’allattamento’ per diffondere la cultura dell’allattamento e garantire a tutti i bambini una nutrizione adeguata fino dalle prime settimane di vita. Forse non tutti sanno che Italia e Malta sono tra i paesi con la più alta prevalenza di obesità tra i bambini che non sono mai stati allattati. Occorre insomma promuovere la cultura dell’alimentazione fin dalla tenera età». 

-Altre iniziative?

«Non riesco a ricordarle tutte. Papà moltiplicava i suoi impegni ogni giorno, ogni settimana, ogni mese. Poi amava incontrare e motivare i volontari dei comitati provinciali e regionali dell’Unicef. A pochi mesi dalla sua elezione era riuscito a far visita in tutte le province italiane. In molte sedi istituzionali, nelle scuole, nelle Università si parlava di Unicef e delle sue iniziative». 

-Ci fu anche una visita al Quirinale di una delegazione ufficiale dell’Unicef….

1Prima la delegazione fu ricevuta dai Presidenti del Senato e della Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Poi anche dal Presidente Sergio Mattarella. Fu una visita storica, era il 20 novembre 2019. L’occasione fu per il trentennale dell’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu. La delegazione era composta soprattutto da bambini e da ragazzi che papà definiva i “veri protagonisti dell’evento”. Con loro c’erano gli Ambasciatori Samantha Cristoforetti e Michele Affidato, i membri del Consiglio direttivo Anna Miccoli, Patrizia Surace e Matteo De Mitri, il Direttore generale Paolo Rozera e il Portavoce Andrea Iacomini. Mattarella volle ascoltare proprio la voce dei ragazzi e invitò i rappresentanti dell’Unicef a non abbassare mai il livello di guardia nella tutela dei minori, soprattutto di quanti appartengono a minoranze, di coloro i quali necessitano di specifica protezione e sostegno per situazioni di vita o condizioni fisiche»

-Insomma, fu una giornata indimenticabile. E altri eventi significativamente importanti?

«Un grande evento fu lo spettacolo teatrale “Processo a Pinocchio” che venne portato in scena nel maggio 2019 nella solenne cornice della Aula della Camera dei Deputati. Un inedito assoluto: era la prima volta di uno spettacolo di giovanissimi attori nel tempio sacro della politica a Montecitorio. Sugli scranni dove siedono i parlamentari c’erano i bambini di alcune scuole romane, campane e calabresi. Ovviamente presenti il presidente della Camera di allora Roberto Fico e la vicepresidente Mara Carfagna, oltre a pochi deputati e autorità.  Si trattava sostanzialmente di una rilettura ben riuscita della favola di Collodi alla luce dei diritti dei bambini e degli adolescenti dei nostri tempi. L’ evento straordinario, fortemente voluto da mio padre, venne trasmesso in diretta su Rai3 a cura di Rai Parlamento». 

-Poi mi parlavi anche di importati relazioni con il mondo dell’università e altro ancora… 

«Papà mi raccontava con entusiasmo di tante iniziative, ad esempio accordi con università italiane per sollecitare iniziative a sostegno dell’infanzia, ma anche con il Ministero dell’Interno per la tutela dei minori stranieri non accompagnati e con i Vigili del Fuoco. Mi parlava di una piattaforma di dieci punti da sottoporre al Ministero dell’Interno per la creazione di una rete di tutela a favore dei minori e delle madri vittime di violenza domestica, contribuendo così alla lotta contro il dramma globale della violenza contro le donne e minori». 

-Poi è arrivato il Covid…

Maledetto Covid… Quelle settimane di distanziamento sociale e di lockdown hanno devastato le nostre coscienze. Mio padre viveva poi il profondo tormento di non poter incontrare i volontari e la gente. Il suo primo impegno, nelle prime settimane di pandemia, fu quello di collaborare ad una raccolta insieme con l’Anci per far fronte alle spese di prima necessità di quella drammatica emergenza. Contestualmente, Unicef Italia si attivò per recuperare all’estero mascherine ma anche guanti chirurgici e monouso, tute e occhiali protettivi, disinfettanti e termometri che, purtroppo lo ricordiamo tutti, erano introvabili nella prima fase di pandemia. Gli aiuti vennero consegnati alla Protezione Civile, che aveva il compito di distribuire alle strutture sanitarie delle aree con maggiori necessità di questi dispositivi sanitari. Inoltre, mio padre aveva anche avviato una collaborazione concreta con il Ministero della Salute per la salvaguardia della salute psicologica e fisica dei minorenni in Italia, in quel momento particolarmente vulnerabile a causa della pandemia e dell’aggravio delle diseguaglianze».

Purtroppo, il Covid ha stroncato i sogni e i progetti di tuo papà…

«Il Covid ha sconvolto la vita di milioni di famiglie nel mondo e tra queste anche la mia. Era il 23 ottobre di quattro anni fa: mio padre ha la febbre. Tutto da solo si reca in un laboratorio di analisi per fare il test. Positivo. Due giorni dopo viene ricoverato allo Spallanzani e il 31 ottobre finisce in terapia intensiva. Ha una grave polmonite. Per noi della famiglia diventa una terribile ed estenuante attesa di angoscia e di preghiera. Alle 21.35 del 9 novembre la telefonata che mai avrei voluto ricevere: “Suo padre è deceduto”. Anche mia madre finirà i suoi giorni proprio lì allo Spallanzani. Morta di covid anche lei. Esattamente venti giorni dopo mio padre. Quel mese di novembre del 2020 per la mia famiglia resterà per sempre il periodo peggiore della nostra esistenza. Dal quel 9 novembre tutto è cambiato e ogni giorno il pensiero è rivolto alla tragedia che abbiamo vissuto. Mio padre aveva 81 anni, ma assolutamente energico, instancabile e senza gravi patologie. Mai pause durante il weekend, viaggiava da solo in macchina per le vie dell’Italia, lavorando anche nel suo letto di ospedale prima di finire in rianimazione. E pensava a nuovi progetti e nuove iniziative per l’Unicef». 

-Lasciamo la tristezza di quel periodo… cosa resta di tuo padre?

«Resta il ricordo di un uomo buono e generoso. Di umili origini, orfano di padre a cinque anni e che si era fatto da solo, senza mai arrendersi. Ha vissuto momenti terribili ma è sempre riuscito a superare gli ostacoli della vita, realizzando i propri obiettivi con onestà e rigore. Soprattutto ha saputo dare un significato alla vita stessa, prima con l’impegno in politica e poi negli ultimi anni dedicandosi al volontariato. Ora ciò che mi sta a cuore è che questa eredità morale non vada dispersa. Per questo non finirò mai di ringraziare l’Amministrazione Comunale di Cittanova e tutti gli amici per essere sempre vicini alla mia famiglia, nel ricordare la figura di mio padre, come in questa bell’iniziativa del 31 agosto prossimo». (pn) 

A Cittanova consegnato il Premio Radici

A Cittanova, nei giorni scorsi, si è svolta la cerimonia di consegna della 15esima edizione del Premio Cittanova Radici, organizzato dall’Associazione Cittanova Radici e consegnato sabato scorso a Cittanova.

Obiettivo del tenere vivi gli elementi della storia, del passato e dei costumi, dei saperi, del modo di vivere di calabresi e lo fa dando risalto e riconoscimenti a quanti si sono adoperati e si adoperano per tenere alti i valori del nostro essere meridionali, di millenni di cultura stratificatisi nel corso dei secoli, che dovrà sempre crescere nel solco e nel rispetto delle radici e delle identità locali.

Il Progetto Radici, avviato nel 2007 dal dottore Girolamo Giovinazzo, venne supportato da insigni meridionalisti come Pasquino Crupi, uno dei maggiori critici letterari del ‘900, uomo impegnato nel sociale e nel giornalismo calabrese, e da personaggi come Natino Aloi, il quale ebbe a dire: le radici non sono qualcosa di statico, da museo, ma vanno inserite in un mondo che cambia in un processo di fusione che non faccia perdere la propria identità di popolo. Da allora, il Premio Radici va avanti, in un continuo crescendo e anche questa quindicesima edizione, inserita nel contesto delle attività dell’Associazione Cittanova Radici, è carica di aspettative e di significati.

«Fare cultura a 360 gradi – ha detto Domenica Sorrenti, presidente dell’Associazione – significa servire la propria popolazione, il proprio territorio, la propria nazione. Essa prepara la strada e crea le condizioni per lo sviluppo e l’incremento delle attività artistiche, artigianali ed economiche.
Da più parti si sta lavorando affinché la Calabria venga raccontata in modo positivo ed essa riceve sempre più l’attenzione del mondo. Lo testimonia la presenza di tanti turisti e le tante persone che vi ritornano e non solo in estate. Vorremmo che ci fosse più “tornanza”, secondo il nostro punto di vista, e più” restanza”, per dirla con l’antropologo Vito Teti, ma anche più lavoro».

«Le attività culturali – ha concluso – che si portano avanti servono alla crescita di un territorio che ha tutte le carte in regola per eccellere, bellezze naturali, sì, ma, soprattutto, creatività, laboriosità e competenze e una popolazione che non dimentica l’identità e le radici».

I lavori della serata si sono aperti con “La cura” una delle canzoni di Franco Battiato, interpretata dalla giovanissima Bernadette Rizzo, per poi proseguire con l’intervento della presidente Sorrenti che ha ricordato il professore Orlando, scrittore, saggista e storico esperto di storia contemporanea, insignito nel 2016 del Premio Cittanova Radici, in occasione della VII edizione, e membro di giuria del Premio Letterario “Il Fondaco di Casalnuovo”. Ha anche auspicato la fine di tutti i conflitti in atto, dedicando una particolare attenzione a quanto sta succedendo in Medio Oriente, una guerra che non avrebbe motivo di esistere visto che Ebrei e Palestinesi sono fratelli, figli di Abramo, per come viene affermato nella Bibbia.

Sorrenti ha, anche, ricordato Saverio Strati, per il quale il 16 agosto sarebbero trascorsi i cento anni dalla nascita e i numerosi autori calabresi che attendono di essere maggiormente attenzionati per il grande contributo dato con la loro arte. Sono seguiti i saluti del sindaco di Cittanova, avvocato Domenico Antico, presente con il vicesindaco Francesco Sgambetterra, l’assessore Patrizia Iamundo e il consigliere con delega all’Ambiente, Giuseppe Morabito.

La finestra sulla storia ha visto la presentazione del romanzo storico, “Ritorno a casa” scritto da Antonino Tramontana. Nel dialogo con la professoressa Stefania Crocitti è emerso un aspetto molto importante, sicuramente ancora poco conosciuto: anche dalle nostre parti c’è stata una strenua resistenza, con tante persone che hanno perso la vita per quei valori irrinunciabili di libertà e giustizia.
Alcuni spezzoni del libro sono stati magistralmente letti dall’attrice Assunta Spirlì.

Sono stati consegnati due Premi Cittanova Radici.

A Santo Strati, direttore di Calabria.Live e giornalista di fama internazionale, scrittore e saggista, fondatore nel 2017 del quotidiano web-digitale Calabria.live, diffuso in tutto il mondo, dovunque ci sia una comunità calabrese, è stato riconosciuto il merito di aver contribuito a quella nuova narrazione della Calabria che da più parti viene fatta.

L’altro Premio è stato assegnato al giovane musicista Giosuè Greco, classe 1990, partito nel 2019, per il Berklee di Boston, il college di musica più grande e prestigioso del mondo, grazie ad una borsa di studio. Trasferitosi a Los Angeles dopo il diploma, lavora per il cinema e la televisione americana. È divenuto famoso per aver composto le colonne sonore di due short films che hanno ricevuto l’Oscar, il primo nel 2019 e l’altro, recentemente, in questo 2024. Impossibilitato ad essere presente, è intervenuto con un messaggio vocale e ha ritirato il premio il padre Pietro.

Momento importante è stato l’approfondimento sulla fisarmonica, strumento musicale per eccellenza che ha visto l’Italia, in passato, primeggiare nel mondo con un picco di produzione ed esportazione, nel 1953, di oltre 200.000 manufatti. A Cittanova, a partire dagli anni ’50, grazie all’impegno dei fratelli Aniello e Severino Romano, tanti allievi, tra cui alcune ragazze, hanno imparato a suonare questo strumento. Ma lo strumento molto diffuso durante il periodo di ricostruzione post-bellica, oggi, solo poche persone lo studiano per suonarlo.
È una tradizione dimenticata che merita sicuramente di essere recuperata e valorizzata anche perché esso appresenta uno strumento usato da un pubblico colto grazie all’apporto di grandi musicisti come Sofia Gubaidùlina, Luciano Berio e Luis De Pablo.

Le struggenti note della fisarmonica suonata dal giovane Domenico Raso sono risuonate nelle orecchie dell’attento pubblico. Ci auguriamo che questa stella che si è accesa in questo campo tutta cittanovese, possa esser apprezzata in Italia e nel mondo. A Domenico Raso è stato consegnato il Premio Cittanova Radici Special.

Altro Premio Radici Special è stato conferito alla professoressa Maria Antonietta Molina, maestro di pianoforte per aver seguito, privatamente, molti allievi preparando alcuni di loro al conseguimento del diploma di conservatorio. Anche Sergio Raso, un giovane che studia e lavora contemporaneamente, ha ricevuto il Premio Radici Special per il suo impegno nello scrivere sia la musica che i testi delle canzoni che interpreta.

La finestra sul vernacolo, curata dal vicepresidente Rocco Rao, ha continuato il tradizionale lavoro di valorizzazione intrapreso dall’Associazione con la partecipazione di un ospite d’onore, il poeta, Paolo Landrelli, le cui poesie dialettali ottengono spesso il primo posto nei concorsi e non solo in quelli che si tengono in Calabria ma anche in cittadine del Nord, dove vengono apprezzate per le emozioni e i sentimenti che suscitano, valori che accomunano tutti.

Molto intenso e appassionato è stato il ricordo del poeta Enrico Marvasi, esimio avvocato, da parte del dottore Girolamo Giovinazzo, presidente onorario dell’Associazione. La figlia Irene ha dato un assaggio dei componimenti del padre leggendo all’attento e numeroso pubblico la poesia, “Malinconia, tu sei”.

Per l’avvocato, filosofo e poeta è stato consegnato il Premio Cittanova Radici “alla memoria” nelle mani delle due figlie, Irene e Milena.
Nel corso della serata, per la sezione “Cittanova nel cuore” hanno ricevuto una pergamena attestante il rapporto profondo con la città di origine Mario Taccone, Luciana Gerace, Longo Vincenzo, Rosalba Foci, Enzo Mammoliti, Giuseppe Deleo, Nino Della Sorte, Antonio Gangemi.

Riconoscimento consegnato anche a tre cittanovesi di adozione: Nuccia Siviglia, Domenico Manti e Daniele Freno.
Altro momento toccante è stato la consegna dell’Attestato di Benemerenza agli educatori Caterina Gangemi, Silvana Italiano e Pietro Giordano. A quest’ultimo è stato anche consegnato un attestato di Benemerenza “alla memoria” per la propria moglie Antonella Ramondino.

Ha fatto da cornice alla cerimonia la mostra di pittura di due artiste cittanovesi, Maria Antonietta Molina e Angela Sisinni, persone dai molteplici talenti e dalla grande sensibilità.

A conclusione della serata c’è stato un rinfresco con bibite, pizze offerte dalla Pizzeria Da Ciccio, Cavallica Ranch e le challot, il pane dolce della tradizione cittanovese, gustato anche con l’aggiunta della marmellata di limoni locali e di bergamotto di Reggio Calabria, un altro momento che ha dato la possibilità alle tante persone rimaste fino alla fine di scambiarsi saluti e attenzioni.

«Un ringraziamento particolare – si legge in una nota – alla socia Caterina Marvaso per la realizzazione delle pergamene, all’Amministrazione e ai dipendenti comunali per aver contribuito alla realizzazione della serata e a quanti hanno partecipato a vario titolo per la buona riuscita della serata». (rrc)

Sabato a Cittanova si consegna il Premio La Città del Sole

Sabat 8 giugno, a Cittanova, alle 17, all’Uliveto Principessa Resort, si consegna il Premio La Città del Sole, giunto alla 27esima edizione.

Si tratta di un riconoscimento che viene assegnato a quei “Calabresi di Calabria” che, operando nella terra d’origine, si sono particolarmente distinti per impegno,laboriosità, coraggio, onestà, nel campo delle arti, delle scienze, delle lettere e delle professioni, contribuendo così alla crescita culturale, umana, sociale ed economica della nostra regione.

«Il prestigioso evento ha raggiunto la 27esima edizione comprovando che la Calabria ha delle risorse enormi sia umane che sociali. Questa edizione poi si arricchisce ancor più dalla presenza di autorevoli premiati che rafforzano quel pensiero che la nostra regione è foriera di intelligenze», ha detto Giacomo Saccomanno, presidente de La Città del Sole.

Porteranno i saluti istituzionali Salvatore Auddino, presidente del Rotary Club di Polistena e del premio, Francesco Cosentino, sindaco della città di Cittanova, e Luciano Lucania, vice presidente della “Città del Sole” e Past Governor.

Condurrà la manifestazione Domenico Gareri, giornalista Rai. Dopo l’introduzione del Governatore del Distretto 2102, Francesco Petrolo, inizieranno le premiazioni: Filippo Arlia, direttore d’Orchestra, Emilio Carlo Domenico Cataldi, imprenditore, Rocco Cosentino, magistrato e scrittore, Roberto Giordano, musicista, Gianluigi Greco, università, Luigi Lombardi, imprenditoria artigianale, Nido di Seta – agricoltura, Damiano Presta, sartoria, Saverio Francesco Regasto, professioni, Antonio SARACO – Religione, Domenico Scordamaglia, artista Musicale, Luca Viapiana, pittore/scultore.

I premi speciali saranno consegnati a Giuseppe Antonio Licordari, sanità, e Carmelo Zappone, medicina e Chirurgia. Infine, vi saranno le conclusioni di Giacomo Francesco Saccomanno, Presidente de “La Città del Sole”.

«Una manifestazione che certamente comproverà di quanto sia importante il Rotary e le attività che svolge nel territorio», ha concluso Saccomanno. (rrc)

La Metrocity RC a confronto con gli studenti di Cittanova e Villa San Giovanni

È stato un confronto all’insegna dell’ascolto e della partecipazione, quello svoltosi a Palazzo Alvaro tra la Metrocity RC e gli studenti del Liceo Classico “Vincenzo Gerace” di Cittanova e gli studenti del Liceo “Nostro Repaci” di Villa San Giovanni.

Due realtà, una dell’area omogenea della Piana e l’altra dell’area dello Stretto, molto importanti sotto il profilo formativo per due aree del territorio ad alta densità abitativa e con un’alta concentrazione di giovani studenti. In comune tra le due realtà studentesche alcune questioni relative al settore dell’edilizia scolastica, in particolare legate all’utilizzo di spazi comuni per lo sport e le attività extracurriculari di istituto.

All’incontro, promosso su iniziativa del Prefetto Clara Vaccaro, hanno preso parte il vicesindaco della Città Metropolitana Carmelo Versace, che detiene la delega all’Edilizia Scolastica, il consigliere delegato alle Politiche Giovanili, nonché sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia ed il Dirigente del Settore Edilizia, Giuseppe Mezzatesta. Presenti anche due docenti del Nostro Repaci di villa San Giovanni, Marco Vitale e Domenico Rifatto, che hanno accompagnato i ragazzi, rappresentanti della comunità studentesca, rispettivamente per il proprio liceo di appartenenza, nell’incontro con le istituzioni.

Diverse le problematiche snocciolate durante l’incontro, su tutte la questione degli spazi destinati alle assemblee e alle attività comuni degli istituti e quelli destinati allo sport. Per il Classico di Cittanova la priorità più importante è legata ai lavori per la ristrutturazione dell’auditorium.

«L’intervento si è fermato per via di un problema con l’impresa esecutrice dell’appalto con la quale è stato avviato un contenzioso – hanno spiegato i vertici di Palazzo Alvaro – ma contiamo in breve tempo di effettuare dei rilievi tecnici per poi completare l’intervento sicuramente prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Se possibile anche prima».

Per ciò che riguarda il “Nostro Repaci” di Villa San Giovanni, invece, gli studenti hanno messo in evidenza l’eccessiva frammentazione della comunità studentesca tra i diversi istituti scolastici presenti sul territorio villese e la mancanza di aule e laboratori. Anche qui un problema legato alla coesistenza con l’Alberghiero, nega di fatto l’utilizzo dell’aula magna agli studenti del Liceo Classico.

«Abbiamo affrontato anche questo tema – ha spiegato il Vicesindaco Versace – e pensiamo di raggiungere in tempi davvero brevi una soluzione condivisa tra i due istituti».

«Nel complesso -–hanno spiegato i rappresentanti della Città Metropolitana – l’investimento programmato e messo in cantiere dal nostro Ente sul territorio di Villa è davvero cospicuo. Si tratta di un finanziamento di circa 6 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo istituto scolastico che sarà mandato a gara nelle prossime settimane. Una struttura unica e davvero all’avanguardia, con scelte energetiche sostenibili, ampi spazi comuni ed uno spazio dedicato allo sport realizzato sul tetto. Su questo è stata fatta una scelta politica precisa, su indirizzo del sindaco Giuseppe Falcomatà, che assume un significato davvero importante per lo sviluppo di quell’area del territorio metropolitano».

«In generale – hanno poi spiegato Versace e Conia – condividiamo l’idea dei ragazzi di non favorire soluzioni provvisorie rispetto a quelle strutturali, che guardano ad un nuovo modello di edilizia scolastica. Non è un caso che la Metrocity in questi anni abbia tagliato quasi tutti gli affitti in strutture private, ma anche l’importante investimento fatto per la realizzazione di un nuovo istituto sul territorio di Villa San Giovanni, o quelli destinati ad altre aree del comprensorio metropolitano».

«E ci fa piacere condividere questi obiettivi con i ragazzi – hanno concluso – che devono essere i protagonisti del percorso. Ascoltando loro riusciamo a comprendere meglio le esigenze della comunità studentesca, anche oltre ciò che viene riportato a livello amministrativo dagli uffici. Anche in questo caso è stato un confronto molto utile, che speriamo di poter ripetere a breve direttamente all’interno degli istituti». (rrc)

 

CITTANOVA – Successo per la 20esima Stagione teatrale di Kalomena

Un teatro gremito e una lunga standing ovation hanno chiuso, in bellezza, la 20esima edizione della Stagione Teatrale di Cittanova, organizzata dall’Associazione Culturale Kalomena.

A chiudere la rassegna, lo spettacolo L’Anatra all’arancia, interpretata da Emilio Solfrizzi accompagnato da Carlotta Natoli, Ruben Rigillo, Angelica Schiaffino e Antonella Piccolo, il quale, nel ringraziare l’entusiasta pubblico e l’Associazione, ha auspicato di poter tornare al Gentile il prossimo anno con un nuovo spettacolo.

La serata finale ha coinciso, anche, con la prossima conclusione del mandato dell’attuale sindaco della città, Francesco Cosentino, al quale il Presidente dell’associazione Kalomena, Girolamo Demaria, ha rivolto un particolare ringraziamento ed ha consegnato una targa ricordo per i “10 Anni insieme a teatro”, e «Per avere condiviso e costantemente sostenuto, in maniera autentica ed appassionata e con lungimirante determinazione, il Progetto della Stagione Teatrale di Kalomena nel corso dei dieci anni della sua esperienza di sindaco».

«Grazie a questa proficua collaborazione – ha aggiunto – si è favorito ed alimentato un processo di crescita civile e sociale della comunità cittadina, affermando il Teatro Gentile quale polmone culturale di un intero territorio, così promuovendo ed irradiando fuori dai confini locali l’immagine positiva di Cittanova quale luogo di cultura, dialogo e apertura verso il futuro».

L’Associazione, che proprio quest’anno ha tagliato il traguardo dei 30 anni di attività, ha voluto fare per l’occasione le cose in grande, con un cartellone davvero imponente, dieci spettacoli nell’arco di cinque mesi, che ha ospitato alcuni dei maggiori successi nazionali della stagione teatrale in corso e che è stata unanimemente considerata una delle migliori e più apprezzate rassegne proposte. Accompagnata, anche per questo, dalla magnifica presenza di un pubblico competente, attento e maturo, e per questo apprezzato e lodato da tutti gli artisti e le compagnie ospiti sul palco del Gentile.

Il Progetto ha avuto il patrocinio e il sostegno dell’Amministrazione comunale di Cittanova, oltre che il contributo della BCC-Banca della Calabria Ulteriore e del Bar-Pasticceria “Le Chicche” di Taverna.

Con alle spalle il grande successo della campagna abbonamenti, la bella e intensa XX Stagione ha ospitato il pubblico delle grandi occasioni, con i posti in teatro esauriti già molti giorni prima, sin dalla serata inaugurale della Rassegna, con Biagio Izzo che ha interpretato la divertente commedia Balcone a 3 piazze.

Dopo il sold out della prima serata, sono saliti sul palco del Gentile Giuseppe Zeno ed Euridice Axen, con la traduzione teatrale dell’opera Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto di Lina Wertmüller, una delle maggiori registe del cinema italiano, interpretata nella versione cinematografica da due icone del cinema italiano come Mariangela Melato e Giancarlo Giannini

Il nuovo anno si è aperto con la Compagnia Le Bal, composta da 12 inarrestabili attori/danzatori guidati da Giancarlo Fares e Sara Valerio, con lo spettacolo L’Italia che balla dal 1940 al 2001, che ha accompagnato il pubblico in un appassionante viaggio nel tempo scandito dalla musica che si fa drammaturgia. 

La rassegna è proseguita con il travolgente musical La leggenda di Belle e la Bestia con la Compagnia dell’Ora, per una storia senza tempo e senza età che ha condotto lo spettatore in uno spettacolo brillante e ricco di sorprese, per due ore di magia.

Poi, il nuovo gradito ritorno di Carlo Buccirosso, uno dei volti più amati e apprezzati dello spettacolo italiano, che ha portato al Gentile la sua nuova divertente commedia Il vedovo allegro.

A seguire, ancora una serata con divertimento assicurato per il pubblico, grazie all’arrivo di Ale & Franz con la loro opera Recital, con la quale hanno ripreso quel cammino che negli ultimi venticinque anni gli ha permesso di raccontarci le loro storie e di ridere innanzitutto di loro stessi, come davanti ad uno specchio, condividendo con il pubblico la loro comicità.

Poi, ancora, una presenza particolarmente attesa. Stefano Massini, tra i più apprezzati drammaturghi nel panorama teatrale mondiale, trionfatore nel 2022 ai Tony Award (gli Oscar del teatro americano), scrittore amato per i suoi racconti in tv del giovedì sera a “Piazzapulita”, definito il più popolare raccontastorie del momento, con il suo Alfabeto delle emozioni,  ha portato in scena la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore.

Oltre agli spettacoli in cartellone, l’Associazione ha presentato un evento speciale di grande qualità, con il raffinato ed elegante concerto di Fabio Concato, nell’unica tappa calabrese del suo tour, il quale, accompagnato da una band di musicisti di assoluto valore, ha deliziato il pubblico con le sue emozionanti melodie.

Inoltre, per l’occasione del raggiungimento del traguardo dei 30 anni di attività, l’Associazione ha organizzato una serata di festa, nella quale si è esibita in concerto l’Orchestra Giovanile di Fiati di Delianuova, alla quale è stato consegnato il Premio “Ulivo-Mediterraneo”, quale “Ambasciatrice della positività calabrese”, attraverso l’armonia delle note musicali (premio assegnato nella precedente edizione alla cantante israeliana Noa).

Nel corso della serata vi è stata anche la partecipazione dell’affermato compositore e regista di opera contemporanea, il cittanovese Girolamo Deraco e, con un intermezzo di Fisarmonica, del giovane fisarmonicista, anch’egli cittanovese, Domenico Raso, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali in qualità di solista e musica da camera.

Inoltre, nel corso della Rassegna, al fine di valorizzare eccellenze produttive locali e del territorio, sono state realizzate degustazioni di prodotti oleari dell’Azienda Fazzari e del pane con i cereali calabresi della filiera corta creato dalla Farineria.

«Il Teatro Gentile, con la Stagione Teatrale organizzata da Kalomena – si legge in una nota – è diventato a tutti gli effetti il teatro di un intero territorio, un polmone culturale, un patrimonio che appartiene a tutti. Caratterizzato da un’alta qualità culturale, fatta non solo di valore artistico, ma anche di approccio solidale, di collaborazione e partecipazione, di inclusione sociale e generazionale, di valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico del territorio».

Intanto, l’Associazione è già all’opera per allestire il futuro cartellone della XXI Stagione teatrale 2024-2025.

Cittanova alla manifestazione “Roma Città Libera”

Il Comune di Cittanova sarà presente alla manifestazione Roma Città Libera, organizzata e promossa da Libera contro le Mafie in collaborazione con Avviso Pubblico e con il patrocinio del Comune di Roma.

La Città Gentile, dunque, parteciperà alla manifestazione organizzata in occasione della 29esima Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie con il suo Gonfalone e una delegazione composta dal sindaco Francesco Cosentino, dal vicesindaco Antonino Fera e da alcuni dipendenti dell’Ente.

«Abbiamo aderito con entusiasmo ed orgoglio alla proposta formulata dall’Associazione antimafia “Libera” per tramite del suo Presidente don Luigi Ciotti – ha dichiarato il sindaco Francesco Cosentino – riguardante un gemellaggio tra i Comuni di Cittanova e Roma Capitale nel nome di Teresa Talotta Gullace e dei consolidati e condivisi valori di giustizia, libertà e democrazia».

«In tal senso, presenteremo a Roma un dossier articolato sul tema – ha aggiunto –. La Giunta ha già approvato la proposta di gemellaggio con la Capitale. Sarebbe un riconoscimento straordinario per Cittanova, per l’intera Calabria, e per le donne italiane impegnate quotidianamente nella personale o collettiva resistenza all’ingiustizia, alla diseguaglianza e al sopruso».

La partecipazione all’evento di Roma è, dunque, fondamentale dell’Amministrazione per ribadire il sostegno all’azione quotidiana e capillare di Libera nell’intero Paese e, contestualmente, il ruolo degli Enti Locali nella battaglia culturale e sociale per la legalità e la giustizia.
L’appuntamento romano sarà per gli amministratori, inoltre, l’occasione per discutere la proposta formulata da don Luigi Ciotti in merito al gemellaggio tra Cittanova e Roma nell’8o° anniversario della morte di Teresa Talotta Gullace, donna e madre cittanovese barbaramente uccisa per mano nazista. (rrm)

CITTANOVA (RC) – Emilio Solfrizzi chiude la ventesima stagione teatrale

Giovedì 21 marzo, al teatro Gentile di Cittanova, chiude la ventesima stagione teatrale, organizzata dall’associazione Kalomena, con lo spettacolo “L’anatra all’arancia” che vedrà in scena Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli .

Il progetto della rassegna ha il patrocinio dell’amministrazione comunale di Cittanova, oltre che il sostegno della Bcc-Banca della Calabria Ulteriore e del bar-pasticceria “Le Chicche” di Taverna.

I biglietti possono essere acquistati in teatro il mercoledì e il sabato oppure online su Viva Ticket.
Info: 347. 7191399 / 320.6184249 – email: kalomena@libero.it

L’anatra all’arancia racconta di una coppia sposata da diversi anni finisce in crisi per colpa della personalità del marito, inaffidabile, incline al tradimento, alle bugie. Esasperata la moglie si innamora di un altro, l’opposto del marito, un uomo di animo nobile, gentile e attendibile.

È «L’anatra all’arancia» di William Douglas Home e Marc-Gilbert Sauvajon: un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti, però, ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia; in una parola all’Amore, poiché è di questo che si parla.

“L’anatra all’Arancia” è una commedia che ti afferra immediatamente e ti trascina nel suo vortice di battute sagaci, solo apparentemente casuali, perché tutto è architettato come una partita a scacchi. La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini, ma sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene.

“L’anatra all’arancia” è conosciutissimo, reso famoso in Italia dal film interpretato da due grandi attori, Monica Vitti e Ugo Tognazzi. Ma non tutti sanno che questo testo è nato per il teatro: diverso dalla versione cinematografica che molti ricordano, è stato portato per la prima volta sui palchi italiani da Alberto Lionello e Valeria Valeri. E’ un’opera assolutamente eccezionale, è un unicum perché riesce a unire due comicità che normalmente si respingono: quella molto più british di Douglas Home che l’ha concepita negli anni Sessanta e quella francese più calda e vicina alla nostra di Sauvajont che l’ha adattata nel 1973. (rrc)

CITTANOVA (RC) – Il Pd condivide la proposta di don Ciotti per un gemellaggio con Roma in nome di Teresa Gullace

Il Partito democratico di Cittanova condivide la proposta del fondatore di Libera don Luigi Ciotti di effettuare un gemellaggio con la città di Roma in nome di Teresa Talotta Gullace.

La donna, nata a Cittanova, fu «uccisa ottant’anni fa, il 3 marzo 1944, per mano nazista e interpretata da Anna Magnani nel film diretto da Roberto Rossellini “Roma città aperta” e diventata simbolo della Resistenza romana».

«Teresa Gullace, quando fu uccisa – scrive il Pd – aveva 36 anni ed era al sesto mese di gravidanza. Il 3 marzo 1944, davanti alla caserma di viale Giulio Cesare era in corso una protesta da parte di decine di donne riunite per chiedere a gran voce che i loro mariti, figli e fratelli arrestati dalla Gestapo tornassero in libertà. Li avevano portati via dalle loro case il 26 febbraio precedente per condurli nei campi di lavoro forzato in Germania. Tra i manifestanti c’era anche Teresa Gullace, madre di cinque figli e in attesa del sesto, la quale, notando suo marito aggrappato alle grate di una finestra tenta di avvicinarlo, forse per dargli qualcosa da mangiare, forse soltanto per dargli conforto. Ma un sottufficiale tedesco, senza pietà, le spara un colpo alla gola con la sua Luger d’ordinanza uccidendola».

Continua la nota del Partito democratico: «Teresa Talotta Gullace è ricordata a Roma con una targa posta in viale Giulio Cesare; a lei sono dedicate una via, un liceo scientifico, nel cui atrio è ospitato un suo busto realizzato dallo scultore Ugo Attardi, un Centro di formazione. Nel 1977, è stata insignita dal Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, della Medaglia d’oro al merito civile. Nel 1995, Poste Italiane ha scelto la sua immagine a rappresentare, in un francobollo commemorativo, le donne nella seconda guerra mondiale. A Cittanova le sono stati dedicati una via ed un asilo ed è stata posta una significativa scultura all’interno della Villa comunale “Carlo Ruggiero”. Il suo ricordo è mantenuto vivo nella nostra comunità cittadina anche attraverso le diverse iniziative promosse dalle amministrazioni locali e dalle scuole cittadine, con convegni e ricerche portate avanti da parte di insegnanti e studenti».

«La proposta avanzata da don Luigi Ciotti ha, perciò, un grande valore e trova il pieno e convinto sostegno nostro e, siamo certi, anche quello dell’intera comunità democratica cittanovese – continua la nota dei del di Cittanova – Siamo certi, pertanto, che il sindaco e l’amministrazione comunale, promotori nel corso di questi anni di numerose e importanti iniziative per ricordare la figura di Teresa Gullace, condividendo e facendo propria la richiesta avanzata da don Luigi Ciotti, avanzeranno al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, una formale proposta di gemellaggio tra le due città».

Conclude il comunicato stampa: «Il gemellaggio con la capitale d’Italia, se realizzato, contribuirà in maniera rilevante a tenere viva e rafforzare la memoria di Teresa Talotta Gullace e della Resistenza e a rilanciare l’impegno consapevole e attivo contro ogni forma di violenza, a partire da quella delle guerre e delle mafie, e contro le discriminazioni e le violenze di genere delle quali sono vittime le donne in Italia e in ogni parte del mondo. Assieme a ciò, consentirebbe, anche, di consolidare ulteriormente i legami con questa città, che affondano le radici in quella moltitudine di nostri concittadini lì emigrati, così come lo era la famiglia di Teresa Gullace, e che vi risiedono da molti decenni». (rrc)

Cittanova ricorda Teresa Talotta Gullace, una delle figure più significative della Resistenza italiana

Il Comune di Cittanova ha ricordato Teresa Talotta Gullace, donna e madre cittanovese barbaramente uccisa a Roma per mano nazista il 3 marzo del 1944 e che «continua ad essere un monito sempre attuale per la nostra società: dietro ogni donna c’è una Resistenza quotidiana che merita di essere combattuta per un futuro migliore».

A 80 anni dalla sua morte, l’Amministrazione comunale ha voluto omaggiare una «delle figure più significative e luminose della Resistenza italiana», una «testimone straordinaria di un passaggio epocale per l’intero Paese che, suo malgrado, ha saputo incarnare quello scatto d’amore e dignità che caratterizzò gli italiani in un momento storico doloroso e difficile. Il sacrificio di Teresa Talotta Gullace è rimasto monito prezioso e impegnativo intatto nel tempo, capace di attraversare i decenni, i tanti cambiamenti sociali, culturali ed economici dell’Italia repubblicana, senza perdere mai il suo patrimonio di valori altissimi e condivisi».

Il 3 marzo 1944 Teresa Talotta Gullace venne uccisa da un colpo di pistola davanti una Caserma di via Giulio Cesare, a Roma. Da subito, quel delitto divenne un simbolo potente della Resistenza al nazifascismo. Il regista Roberto Rossellini prese spunto dalla vicenda per dar vita al personaggio della “Sora Pina”, interpretata da Anna Magnani nel film “Roma città aperta”. Nel 1977 il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, la insignì della Medaglia d’oro al merito civile.

L’Amministrazione Comunale di Cittanova ha dato continuità a numerosi percorsi mirati alla riscoperta e alla valorizzazione di questa donna straordinaria. E insieme alle commemorazioni annuali ha promosso studi, convegni, campagne di sensibilizzazione nelle scuole e, a memoria perenne, la realizzazione di un monumento di incredibile bellezza e dal fortissimo impatto emotivo che oggi impreziosisce la Villa Comunale “Carlo Ruggiero”.

Tracce di un impegno che, proprio a partire dall’eredità lasciata da Teresa Talotta Gullace, intende proseguire con forza su altri fronti prioritari della nostra attualità. Perché, oggi come ieri, le donne continuano a pagare un tributo altissimo sull’altare della Storia. Le battaglie per l’uguaglianza, le violenze di genere, le sofferenze sui tanti teatri di guerra che divampano ai confini dell’Europa, in Medioriente e in Africa, le difficoltà diffuse nell’emancipazione culturale.

Ma non è solo Cittanova ad aver celebrato la sua concittadina: A Roma, è stata ricordata a Viale Giulio Cesare, dove è stata collocata la targa di marmo a lei dedicata e, domani, martedì 5 marzo, sarà commemorata al Liceo Scientidico “Teresa Gullace Talotta” di Roma.

A Reggio, il Circolo Culturale Guglielmo Calarco, assieme al Circolo del Cinema Cesare Zavattini, ha organizzato nella sua sede l’incontro Roma città aperta e il ricordo di Teresa Gullace(rrm)

CITTANOVA (RC) – Stefano Massini sabato 2 marzo al Teatro Gentile

Arriverà sabato 2 marzo al Teatro Gentile di Cittanova lo spettacolo di Stefano Massini Alfabeto delle emozioni che lo vedrà in scena.

Dopo lo straordinario successo del raffinato concerto di Fabio Concato, con un pubblico entusiasta giunto da ogni parte della Calabria ed anche dalla vicina Sicilia, il penultimo spettacolo della XX stagione teatrale di Cittanova, organizzata dall’associazione Kalomena, avrà, appunto, il volto di Stefano Massini, tra i più apprezzati drammaturghi nel panorama teatrale mondiale, trionfatore nel 2022 ai Tony Award (gli Oscar del teatro americano) con The Lehman Trilogy.

Il progetto della rassegna ha il patrocinio dell’amministrazione comunale di Cittanova, che ne ha sposato e condiviso il grande valore, oltre che il sostegno della Bcc-Banca della Calabria Ulteriore e del bar-pasticceria “Le Chicche” di Taverna. I biglietti possono essere acquistati in teatro il mercoledì e il sabato oppure online su Viva Ticket. Info: 347. 7191399 / 320.6184249 – email: kalomena@libero.it

Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo? Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi, e proprio da qui parte Stefano Massini – lo scrittore così amato per i suoi racconti in tv del giovedì sera a “Piazzapulita” – per un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire e sentirci.

In un immaginario alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…), Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo unico di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni. Ad andare in scena è la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore, definito da Repubblica «il più popolare raccontastorie del momento».

La lezione dell’“Alfabeto delle emozioni” è quella che non bisogna avere paura delle nostre emozioni, perché in esse c’è il linguaggio universale dell’essere umano. E’ frequentando quel linguaggio che costruiamo dialogo, entriamo in comunicazione, agiamo insieme, conoscendo l’altro. Perché è nell’altro che riconosciamo noi stessi. (rrc)