A Cosenza presentato il libretto della “Divina Liturgia” dell’Eparchia di Lungro

di LUCIO FRANCESCO GULLOUna singolare iniziativa si è tenuta domenica, presso la parrocchia cattolica arbëreshë di rito greco-bizantino SS. Salvatore, a Cosenza, piccolo gioiello incastonato nel centro storico della città, con la presentazione del nuovo libretto della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, realizzato dall’Eparchia di Lungro, di cui la stessa parrocchia fa parte.

All’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli accorsi anche da vari comuni dell’”Arberia”, che hanno così riempito i locali della Chiesa, ha preso parte il Vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale, Donato Oliverio

Ha introdotto i lavori il parroco Papas Pietro Lanza, Protosincello dell’Eparchia, il quale ha inteso innanzitutto evidenziare il particolare e provvidenziale valore simbolico del piccolo ma pregiato edificio religioso, costituito nel 1565 ad opera della Congregazione dei Sarti di Cosenza e da circa 50 anni parrocchia di rito bizantino: la particolare ubicazione, alla confluenza dei due fiumi, Crati e Busento, sembra infatti evocare ed auspicare la piena unità della Chiesa, ed in particolare “dei suoi due polmoni”: quello occidentale, di rito latino, e quello orientale, di rito greco.

Costituita nel 1919 per la lungimiranza di Papa Benedetto XV, che intese mantenere il grande patrimonio culturale e spirituale del popolo arbëreshë, l’Eparchia di Lungro conta oggi 30 parrocchie, sparse su più regioni: 25 in Calabria, 2 in Basilicata, 2 Puglia e 1 in Abruzzo. 

È seguita la relazione del vescovo Donato, dal titolo La preghiera della Comunità nell’Oriente Cristiano, con l’illustrazione del nuovo libretto liturgico, dall’impostazione più chiara e lineare di quello precedente (doppio testo in due colonne, greco/italiano prima e albanese/italiano poi e non più con tutti e tre gli idiomi assieme) e più completo, con indicazione di Tropari, Apolitikia, Kontàkia e Opisthàmvoni (cioè le preghiere specifiche per le varie circostanze e feste liturgiche).

«Questo affinché – sottolinea il Vescovo Donato – ci sia una partecipazione attiva e consapevole dei fedeli alla Divina Liturgia, che è “la fonte e il culmine della vita della Chiesa” e mantenere rigorosamente integro il patrimonio liturgico, “con quella fedeltà che è parte della speciale missione della Chiesa Italo-albanese: favorire l’unità dei cristiani». 

Subito dopo la relazione del Vescovo Donato si è aperto il dibattito, moderato dal giornalista Fabio Mandato, ed intervallato dalle splendide esecuzioni di canti bizantini da parte di Rachele Schiavone, solista del Coro della Cattedrale di Lungro. Il confronto, cui hanno preso parte Luca Albino, docente Unical, Giuseppe Barbarossa, medico, John Bassett Trumper, docente emerito Unical, Vincenzo Bova, docente Unical, Francesca Librandi, giornalista e scrittrice, Matteo Olivieri, economista, Biagio Politano, magistrato, Attilio Vaccaro, docente Unical, si è sviluppato a partire sia da genuine testimonianze personali che da articolate riflessioni che, a partire dal tema della Liturgia orientale, sono arrivate a spaziare in ambiti inusitati: dalla psicoacustica, alla linguistica, passando per la sociologia religiosa e la storia medievale. 

Al termine dell’incontro, Mons. Donato ha fatto dono a ciascuno dei presenti del nuovo libretto liturgico e di un’ulteriore pubblicazione dell’Eparchia, riguardante l’anno liturgico bizantino, assieme ad un’immagine del Papas Josif Papamihali, beato, martire del regime comunista albanese. (lfg)

All’Eparchia di Lungro al via l’alfabetizzazione arbëreshe

di DEMETRIO CRUCITTICi  sono volute poche settimane dall’ avviso dell’Eparchia di Lungro, per avere le prime fattive   adesioni per l’attività di alfabetizzazione  arbëreshe, conoscenza di base della  Lingua  parlata  dagli Italo Albanesi di Italia, meglio  conosciuti come Arbëreshe, la cui maggioranza è residente in Calabria fin dal 1400.

Questa  Minoranza Linguistica  Storica, insieme ad altre 11 è tutelata dalla  Costituzione della Repubblica  Italiana, l’attuazione  della Tutela avviene grazie alla Legge 482/99 e dal suo importante Regolamento, dalla Legge Regionale  15/2003  e, prima ancora, per alcuni aspetti relativi alla Comunicazione di Massa, occorre rifarsi alla Legge di Riforma della Rai la Legge 103/75. 

L’avviso della Eparchia di Lungro  degli Italo-Albanesi  dell’Italia  Continentale riporta le immagini delle copertine dei due  volumi  che rappresentano una pietra miliare per l’Alfabetizzazione Arbëreshe per scongiurare l’estinzione della lingua madre arbëreshe. I due volumi  vengono offerti  gratuitamente ai Comuni, Scuole e Associazioni che  si impegnino ad organizzare corsi di  insegnamento/apprendimento.

Prima   di entrare  nel merito delle  iniziative in corso  conosciamo  i  vari nomi che hanno contribuito alla  nascita dei due  volumi,  dalla terza pagina del Volume I  riportiamo: «La  realizzazione dei due  volumi  fu  voluta dall’Associazione Insegnanti Albanesi d’Italia (A.I.A.D.I.)»  cosi si legge  nella  terza  pagina del primo volume, in cui sono riportati  oltre  i nominativi del Direttivo dell’epoca dell’A.I.A.D.I, anche gli autori e tutti  coloro, numerosi, che  hanno  offerto un contributo  culturale:

«Il Direttivo dell’Associazione Insegnanti Albanesi d’Italia  – Aiadi: (Presidente: Prof. Avv. Antonio Vasto; Prof. Francesco Samengo, Ins. Rosa Bruno, lns. Demetrio Emmanuele, Prof. Pasquale Pisarro, Prof. NicoJa Tocci, Prof. Fortuna Rennis, Prof. Angelo Matrangolo) ringrazia i curatori del testo Alfabetizzazione arbëreshe per i loro contributi a fianco specificati: Ins. Carmine Stamile (Alfabeto albanese, vol. I); Prof. Agostino Giordano ( Testi delle parlate arbereslze, voi. I; Letteratura, voi. Il) Prof. Vincenzo Bruno (Folclore, voi.), Prof. Italo Costante Fortino ( Grammatica arbereshe, vol. Il), Prof. Ernesto Tocci (Storia, voi. Il); Papàs Emanuele Giordano (Istituzioni religiose e Musica popolare, voi. Il).

«Ringrazia Italo Elmo per aver messo a disposizione il suo archivio fotografico, da cui sono state tratte la maggior parte delle foto presenti nel testo; e inoltre Fernanda Pugliese, Daniele Moccia, Antonio Frate, Giuseppe Bellizzi, Antonio Tropo, Ernesto Tocci, Antonio Bellusci, Donato Oliverio, Eleuterio Fortino, Pietro Minisci, Agostino Giordano e Giuseppe Schirò Di Maggio, per aver offerto vario materiale fotografico, e l’ispettore Dr. Francesco Fusca per la sua consulenza.  Tale  Iniziativa dell’Eparchia  di Lungo  a distanza di 23 anni, dà merito al lavoro  svolto nel 2000 dal  Gruppo di Lavoro, come riportato in terza pagina del primo volume, coordinato dal  prof.  Italo Costante  Fortino di origine del Comune di San Benedetto Ullano (CS)  ma  apprezzato studioso e ricercatore  dell’  Università  degli Studi di Napoli “L’Orientale”​, Dipartimento  di Studi Letterari, Linguistici e  Comparati».

Alla  data in cui andiamo  in stampa  hanno  aderito Comuni, Scuole e Associazioni, partecipando allo spirito dell’ avviso a firma del  Vescovo  Mons. R.E.Donato Olivero, gli organizzatori  stanno  assistendo gli Enti che,  in questa prima fase, hanno inteso aderire,  segnaliamo che nello spirito della  482/99  la realtà dei nostri  territori  manda un messaggio chiaro  a tutte le Istituzioni  perché nelle more della Legge  482/99  interpellati anche  i genitori  dell’Istituto Comprensivo del Comune di Cerzeto,  questi  hanno subito  accettato la grande  opportunità offerta dalla  iniziativa della Eparchia di Lungro.

Essa ha una doppia  valenza: quella di  accrescere le potenzialità dell’apprendimento studiando una  seconda lingua, in modo veicolare,  Calabria.Live  ha  trattato  questo argomento  riprendendo  un momento  di riflessione  fatta da un pediatra, il dott. Schillaci, che ha illustrato l’importanza  dell’uso delle  lingue  e ha parlato di  Bilinguismo che favorisce  la crescita dei bambini,  i bambini  che  affrontano  le  difficoltà del Bilinguismo. Sembra, ormai,  da  tutti  confermato, accrescono  le loro  capacità  di  apprendimento non solo  nello studio ma anche nella vita. 

E l’altro aspetto importante  da  tenere presente  che  così facendo  si riduce  il rischio  della  estinzione della Lingua Madre, e presto  se  si  attivassero  più servizi  nei Comuni,  negli Uffici pubblici, nelle  Comunicazioni di Massa, radiotelevisione, carta stampata, sanità,  tribunali,  si  creerebbero  opportunità  lavorative  oggi  poco considerate.  Basta  confrontare  quello  che  hanno ottenuto altre Minoranze Linguistiche Storiche, gli appartenenti della popolazione degli Italo-Albanesi  maggiormente rappresentata   in Calabria,  gli alunni  di oggi,  non faranno  alcuno sforzo  a raggiungere  livelli  ottimali per  parlare  anche l’Albanese  di oggi e  quindi  instaurare  rapporti  con  quella  nazione  in forte  sviluppo  di crescita  a cui noi calabresi potremo dare  un importante  contributo facilitati appunto dalla  conoscenza della  Lingua  Madre Arbëreshe.  

I genitori  degli alunni  dell’Istituto I.C. Torano Castello – San Martino di Finita – Cerzeto, plesso di Cerzeto  grazie  anche  alla lungimiranza della Dirigente Scolastica  prof.ssa  Paola Marino  e del sindaco, arch. Giuseppe  Rizzo, hanno  aderito consapevolmente all’iniziativa  meritoria  dell’Eparchia di Lungro di attivare un corso  di alfabetizzazione  Arbëreshe, il docente  sarà  l’insegnate  prof. Carmine  Stamile, che personalmente  ha  contribuito alla stesura dei due volumi, alla presentazione  dell’ iniziativa avvenuta il 9 marzo scorso  ha  partecipato oltre ai genitori, insegnati, dirigente scolastico, assessori e Sindaco e numerosi alunni  della  scuola  anche il Vicario Generale della Eparchia di Lungro  Protosincello  Pietro Lanza.

Abbiamo sentito il Sindaco di Cerzeto, Giuseppe  Rizzo, il quale  ha confermato che il corso si terrà ogni venerdì a partire dal primo venerdì utile e che le lezioni saranno circa una  ventina, ma ci ha confermato che già nella primavera alle porte  saranno interessati anche gli alunni della scuola  media  e sono previsti  corsi  di  Alfabetizzazione  Arbëreshe  anche per  i cittadini di Cerzeto.  

Calabria.Live  mette a disposizione  il  link video, molto  ben curato sia  come immagini, audio ma ricco  di contenuti  tratto dalla pagina  del Comune di Cerzeto in cui  viene  riporto l’incontro  con i genitori, gli alunni, professori  e i vari relatori  giorno 9 marzo  2023, in cui  si è presentato un bellissimo libro:   Le favole di Esopo tradotte  in Lingua  Arbëreshehttps://fb.watch/jfo6h8867_/    

Per  il Comune  di Vaccarizzo  partecipa  lo Sportello Linguistico del Comune, mentre  le Associazioni  sono  nel comune di Firmo: I Castriota; nel Comune di San Demetrio  Corone  l’Associazione Generazione Attiva; Spezzano Albanese  Centro Sociale Anziani  A.P.S. , di cui  pubblichiamo  l’avviso  per l’iscrizione, loro  in questo caso  sono partiti con dei corsi  per i cittadini, c’e’ ancora tempo per  l’iscrizione  che scade il 24 marzo p.v., e per  praticità  del lettore  riportiamo l’ avviso del Centro Sociale Anziani  APS di Spezzano Albanese.

Speriamo  presto  che  le scuole possano dare  un   contributo  a tale  importante iniziativa di Alfabetizzazione  Arbëreshe, mettendo a disposizione  anche le Lavagne  Multimediali  On-line  e creando  corsi curriculari  sperimentali.  

Ricordiamo a tutti i sindaci, Scuole e Associazioni  dei Comuni  appartenenti  alle  Minoranze Linguistiche  Storiche, che il 2023  è l’anno  in cui la Calabria è protagonista,  attraverso  l’Istituto Comprensivo di Borgia (CZ) ( anche se solo per la parte gestionale della rete delle  scuole partecipanti da tutta Italia, all’Iniziativa del Ministero dell’Istruzione  e del Merito  che attuano  percorsi   d’insegnamento  della  Lingua di Minoranza Storica. (dall’ istituto Sabatini di Borgia  dipende  la scuola di Caraffa di Catanzaro  (lingua di Minoranza Storica  Arbereshe).

Ricordiamo che è partita, anche, una  importante  iniziativa presso  il Comune di Reggio Calabria  che vede  interessati circa 10 Istituti Comprensivi,  per un totale di 60 classi, per  l’insegnamento della Cultura e Lingua Greca di Calabria, attraverso l’uso  delle Lim, Lavagne Multimediali online. (dc)

Rai Calabria: il doc sull’Eparchia di Lungro nella versione in lingua arbëreshë

Da non perdere, domattina, sabato 9 gennaio, alle 7.30, su Rai Calabria il bellissimo documentario sul centenario dell’Eparchia di Lungro, che per la prima volta viene riproposto in lingua arbëreshë. È un esperimento rivoluzionario, nell’ottica della valorizzazione delle tre minoranze linguistiche presenti in Calabria, che apre il campo a molteplici utilizzi del mezzo televisivo in ambito regionale e delle straordinarie risorse presenti nelle teche di Rai Calabria.

La Calabria diventa una regione pilota per un percorso ancora più incisivo del servizio pubblico: per la seconda volta nel giro di un mese i vertici della Sede Rai calabrese (l’ing. Demetrio Crucitti, direttore di Sede, e Pasqualino Pandullo, Caporedattore Responsabile della Tgr) fanno sì che la Rai possa trasmettere uno “speciale televisivo” di grande interesse sociale proprio nella lingua originale arberesch.

Un esperimento tutto calabrese, di grande interesse e fascino culturale, che oggi ripropone e rilancia, e mai come in questa occasione, il ruolo strategico della comunicazione e dell’approfondimento storico e antropologico in una regione così spesso lontana dal resto del mondo. «Una vera e propria conquista aziendale – afferma il direttore Crucitti, che da anni, instancabilmente, ha dato un grande impulso alle potenzialità della sede di Cosenza, anche aprendo alle minoranze linguistiche al fine di valorizzarne tradizioni e cultura –. Lo speciale che mandiamo in onda sabato in lingua originale è un omaggio che Rai Calabria ha voluto dedicare al Centenario dell’Eparchia di Lungro,  scritto e tradotto in lingua arbëreschë». Il documentario è stato realizzato in collaborazione con la direzione della Tgr, del Centro Televisivo Vaticano, di Rai Quirinale, di Rai Vaticano e della struttura di produzione della stessa Sede Rai calabrese. «La nostra Sede – aggiunge ancora l’ing. Crucitti – ha dedicato mesi e mesi di preparazione e di lavoro per questo docufilm interamente dedicato alla storia degli italo albanesi di Calabria».

La voce narrante dello speciale in lingua italiana era di Francesca Pecora. I testi del documentario sono firmati da Brunella Eugenii e dal Vicario dell’Eparchia di Lungro mons. Pietro Lanza.
Per la versione in lingua albanese è stata invece scelta una delle interpreti più moderne e più affidabili della lingua albanese, Saverina Bavasso, arbëreshë doc, e che lo scorso anno era già stata l’interprete ufficiale della comunità albanese allo storico incontro tra il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e il Presidente dell’Albania Ilir Meta a San Demetrio Corone.

Responsabile della produzione tv/rf della Sede Antonio Gatto. Il Coordinamento tecnico e la regia dello speciale sono di Andrea Recchia. Le immagini sono invece firmate da Emanuele Franzese, Carlo Spadafora, Massimiliano De Lio, Antonio Vacante, Gianluca Fazio, Pietro Bianco, Specializzati di ripresa Pino Manzo, Franco De Cario, e Aldo Morrone. Tecnico della produzione Mauro Tedesco. Fondamentale è stata invece la ricerca d’archivio, e nessuno meglio di Giuseppe Nocito, memoria storica della Rai calabrese di questi ultimi 40 anni, avrebbe potuto farlo meglio.

Lo speciale spiega con grande chiarezza – aggiunge il Direttore Demetrio Crucitti – come siano passati ormai cento anni dalla istituzione dell’Eparchia di Lungro e «oggi essa è più che mai impegnata nella grande questione della ricomposizione dell’unità dei cristiani e nella salvaguardia del principio della legittima diversità nell’unità della fede».

Il docu-film ricostruisce il lungo processo storico che è stato necessario per arrivare alla istituzione della Eparchia di Lungro, oltre quattrocento anni dal momento in cui gli albanesi giunsero in Calabria, Basilicata, Puglia e in Sicilia. Lo speciale ripropone infine anche le tante cerimonie solenni celebrate per il Centenario della nascita dell’Eparchia, partendo dalla delegazione ricevuta ufficialmente il 24 maggio 2019 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Il pomeriggio di quello stesso giorno – ricordiamo – una folta rappresentanza di pellegrini provenienti da tutti i paesi dell’Eparchia ha poi partecipato alla Divina Liturgia, celebrata all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro dall’eparca mons. Donato Oliverio.

La speranza è che ora questo programma in lingua originale arbëreschë possa finire da domani in poi sulla piattaforma di Rai Play come è accaduto in passato per la versione in lingua italiana. (Pino Nano) 

Su RaiPlay lo speciale di Rai Calabria dedicato all’Eparchia di Lungro

Andato in onda sul digitale terreste di Rai 3 solo in Calabria, è adesso disponibile su RaiPlay l’ omaggio che Rai Calabria ha voluto dedicare al Centenario dell’Eparchia di Lungro, con il bel documentario realizzato in collaborazione con la direzione della TGR, del Centro Televisivo Vaticano, di Rai Quirinale, di Rai Vaticano e della struttura di produzione della Sede Rai Cosenza. Un filmato affascinante che suggeriamo di non perdere:

click qui per vedere il documentario

Secondo il direttore della sede Rai di Cosenza Demetrio Crucitti – intervistata da Pino Nano per PrimaPaginaNews – è  «Un grande successo per la Sede Regionale della Rai calabrese che a questo speciale ha dedicato mesi e mesi di preparazione e di lavoro, per un docufilm interamente dedicato alla storia degli albanesi di Calabria». Quasi un omaggio ideale che la Sede Regionale della Rai ha scelto di dedicare ad un anniversario storico per la comunità arbereshe, e per il suo capo spirituale, l’Eparca di Lungro mons. Donato Oliverio, uno degli intellettuali più fecondi e più attivi della Chiesa Bizantina cattolica in Italia di rito orientale.

Demetrio Crucitti, direttore della Sede Rai di Cosenza
Demetrio Crucitti, direttore della Sede Rai di Cosenza

«Vale la pena di ricordare – aggiunge ancora il Direttore della Sede Rai della Calabria che «L’Eparchia di Lungro degli Albanesi dell’Italia continentale comprende le comunità italo-albanesi rimaste fedeli al tradizionale rito religioso bizantino-greco, sparse in 4 regioni dell’Italia continentale e 5 province, Cosenza, Potenza, Bari, Lecce, Pescara, per un totale di 26 comunità con 30 parrocchie diverse, ma solo a Lungro nel 2016 la comunità contava 32.800 battezzati su 32.900 abitanti: questo la dice lunga sul ruolo che l’Eparchia nel suo complesso esercita in una realtà composita come la Calabria. Il nostro docufilm è la “summa” delle Celebrazioni ufficiali del Primo Centenario dell’Eparchia, e i cui festeggiamenti sono stati anticipati da una visita storica in Calabria del nostro Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella insieme al Presidente della Repubblica dell’Albania Ilir Meta a Novembre del 2018 a San Demetrio Corone, presso il Collegio di Sant’ Adriano dove giovani italo-albanesi, ai primi dell’Ottocento si sono formati e hanno studiato per liberare e rispettive nazioni dagli oppressori».

Uno straordinario lavoro di squadra – scrive Pino Nano – a cui la Sede regionale della Rai è abituata da sempre e che questa volta ha messo insieme il meglio della produzione regionale. La voce narrante dello speciale è di Francesca Pecora, il Coordinamento tecnico e la regia di Andrea Recchia, con la collaborazione del Vicario Generale dell’Eparchia di Lungro Proto Sincello Pietro Lanza, della storica regista Rai Anna Bruna Eugeni, di Giuseppe Guttilla, le immagini sono invece firmate da Emanuele Franzese, Carlo Spadafora, Massimiliano De Lio, Antonio Vacante, Gianluca Fazio, Pietro Bianco, Specializzati di ripresa Pino Manzo, Franco De Cario, Aldo Morrone, Tecnico della produzione Mauro Tedesco, post-produzione presso la stessa Sede Rai della Calabria. Fondamentale è stata invece la ricerca d’archivio, e nessuno meglio di Giuseppe Nocito, memoria storica della Rai calabrese di questi ultimi 40 anni, avrebbe potuto farlo. E con lui anche Nicola Napoli.

Lo speciale TV spiega con grande chiarezza come siano passati ormai cento anni dalla istituzione dell’Eparchia di Lungro e «oggi essa è più che mai impegnata nella grande questione della ricomposizione dell’unità dei cristiani e nella salvaguardia del principio della legittima diversità nell’unità della fede».

Il docufilm della Rai ricostruisce il lungo processo storico che è stato necessario per arrivare alla istituzione della Eparchia di Lungro, «pensate che ci sono voluti oltre quattrocento anni – ricorda lo stesso Demetrio Crucitti – dal tempo in cui gli albanesi giunsero in Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia».

L’esodo degli albanesi in Italia risale ai secoli XV-XVIII, dopo alcuni grandi avvenimenti quali il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte nel 1468 di Giorgio Castriota Skanderbeg, `Lo chiamavano l’atleta di Dio per l’impegno in difesa della libertà e dell’autodeterminazione del proprio popolo e della cristianità europea». Parliamo qui di una realtà a tratti inimmaginabile: «olo in Provincia di Cosenza – precisa lo speciale TV – vivono oltre 50.000 italo -albanesi, suddivisi in una ventina di Paesi e frazioni, che in casa e per strada parlano due lingue, l’italiano imparato a scuola, e l’arbёresh imparato per trasmissione diretta tra madre e figli».

Non tutti forse lo sanno, – fa notare Pino Nano – ma la lingua parlata dagli arbёreshё ha ancora oggi la stessa base di quella parlata dagli albanesi in Albania, ma ha dei termini più antichi e alcuni di origine greca. E nella maggior parte di questi centri la gente in Chiesa prega cantando in greco e seguendo il Rito Bizantino. Nulla di più affascinante e di magico insieme, e che si coglie per intero dalle immagini di repertorio che Rai Teche ha permesso di utilizzare per lo speciale.

Il docufilm ricostruisce poi le tappe fondamentali delle tante cerimonie solenni per il Centenario della nascita dell’Eparchia, partendo dalla delegazione ricevuta ufficialmente il 24 maggio 2019 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Il pomeriggio di quello stesso giorno una folta rappresentanza di pellegrini provenienti da tutti i paesi dell’Eparchia ha partecipato alla Divina Liturgia, celebrata all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro.

Il giorno dopo gli stessi pellegrini sono stati ricevuti in udienza speciale dal Santo Padre, Papa Francesco, nell’Aula San Paolo VI. Ma ancora, nel mese di settembre il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, visitando l’Eparchia di Lungro ha sottolineato il rilevante ruolo ecumenico svolto dalla piccola Chiesa, con il forte auspicio e l’impegno comune di far diventare i Paesi italo-albanesi della piccola diocesi cattolica bizantina di Lungro “palestre di incontro per scambi fraterni tra cristiani, ortodossi e cattolici, latini e bizantini, sulla scia della luminosa considerazione di San Paolo VI del 25 aprile del 1968, quando in occasione del V° centenario della morte di Giorgio Castriota Skanderbeg definì gli albanesi “anticipatori del moderno ecumenismo”.  (rrm)

(Courtesy PrimaPaginaNews)

La grande suggestione della Messa di rito bizantino di mons. Donato Oliverio a Roma

È stata una bella e grande emozione per molti fedeli assistere stamattina alla divina liturgia, la messa dedicata agli arbëreshë (albanesi) celebrata dal capo dell’Eparchia di Lungro, il vescovo mons. Donato Oliverio nella chiesa di Sant’Anastasio di Roma.
Il rito bizantino della Chiesa cattolica è suggestivo e pieno di sacralità: la messa dura quasi due ore, quasi tutta cantata; nella celebrazione dell’eucaristia non c’è l’ostia della tradizione latina ma pane lievitato che si riceve direttamente dal celebrante, bagnato nel vino. Anche i bambini più piccoli prendono la comunione (secondo il rito bizantino hanno già ricevuto insieme al battesimo anche i sacramenti della comunione e della cresima). Una delle caratteristiche delle chiese dove si celebra il rito bizantino è l’iconostasi, un muro sul quale figurano le icone della vita di Gesù o dei santi, che divide l’altare dalla navata dove siedono i fedeli: attraverso la porta centrale delle tre (porta regale) i celebranti passano dall’area dell’altare (santuario) alla navata. Il vescoco eparca mons. DOnato Oliverio ha portato ancora una volta la straordinaria testimonianza di fede di una grande chiesa, cattolica, che merita di essere conosciuta e maggiormente diffusa tra i fedeli. In Calabria, appartengono all’Eparchia di Lungro le comunità di Acquaformosa, Castroregio, Castrovillari, Civita, Corigliano Calabro, Cosenza, Falconara Albanese, Firmo, Frascineto, Lungro, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese, tutte in provincia di Cosenza. La sede centrale dell’Eparchia è a Lungro dove c’è la cattedrale di San Nicola di Mira. In totale l’Eparchia conta oggi quasi 33mila battezzati (erano quasi 41mila nel 1950) in 30 parrocchie per un totale di 26 comunità rette da 44 sacerdoti.

L’Eparchia di Lungro è stata istituita da Benedetto XV nel 1919 (ha festeggiato lo scorso anno i 100 anni) e comprende alcune parrocchie italo-albanesi di rito-bizantino greco delle province di Cosenza, Potenza, Lecce e Pescara. La bolla “Catholici Fideles” spiega le origini e il perché del mantenimento del rito che si affianca a quello tradizionale latino: «I fedeli cattolici di rito greco – inizia la bolla – che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, emigrarono nella vicina Italia, ove, accolti con generosa liberalità, si stabilirono nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevuto dai loro padri e avevano con somma cura e amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso sull’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio cielo, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. All’inizio, come suole accadere, tutto andò bene per ambedue le parti. Ma con l’andar del tempo, raffreddatasi la carità di chi li ospitava, cominciarono a sorgere con troppa frequenza gravi e fastidiose liti, che tristemente turbavano la pace dei fedeli, che pur professavano gli stessi dogmi della medesima Chiesa». (gsp)

Oggi il vescovo dell’Eparchia di Lungro Mons. Oliverio dagli Arbëreshë di Roma

Oggi, domenica 9 febbraio il vescovo mons. Donato Oliverio, il capo dell’Eparchia di Lungo, farà visita alla comunità Arbëreshë di Roma. La solennità dell’incontro sarà segnata dalla Divina Liturgia Pontificale alle 10.30 tenuta da mons. Oliverio alla Chiesa di Sant’Atanasio il Grande di rito Greco Bizantino, nel centro di Roma, in via del Babuino 149. Sarà un momento di grande e intensa partecipazione. L’Eparchia di Lungro – che ha celebrato lo scorso anno i 100 anni – è una piccola diocesi cattolica di rito bizantino che raccoglie i fedeli italo-albanesi che vivono nell’enclave arbëreshe del Cosentino, mantenendo in vita una realtà che ha saputo non disperdere il prezioso e variegato patrimonio della tradizione bizantina nel culto della Chiesa Cattolica.

La storia dell’Eparchia di Lungro risale al 13 febbraio 1919, quando con la costituzione apostolica Chatolici fideles papa Benedetto XV univa in un unico corpo ecclesiale e giuridico i discendenti dei profughi albanesi e greci dei secoli XV-XVIII. «I fedeli cattolici di rito greco – si legge nella Catholici fideles –, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, […] accolti con generosa liberalità […] nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano».

A Roma l'Eparchia di Lungro

La Catholici fideles era la risposta della Santa Sede alle pressanti richieste di tutela avanzate per lungo tempo dai discendenti del condottiero-eroe albanese Giorgio Castriota Skanderberg, a suo tempo insignito del titolo di “Atleta di Cristo” per l’impegno profuso coi suoi valorosi soldati a difesa, per un quarto di secolo, della libertà e dell’autonomia del proprio popolo e della cristianità europea. L’esodo dei greco-albanesi in Italia si fa risalire a dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte di Skanderberg nel 1468. A spostarsi era un popolo con un proprio patrimonio linguistico ed ecclesiale, orgogliosa della sua libertà e della sua cristianità.

L’Eparchia di Lungro, dalla sua istituzione, ha contato quattro vescovi. Il primo fu mons. Giovanni Mele, eletto ad appena 34 anni che resse l’Eparchia dal 1919 al 1979, cui successe mons. Giovanni Stamati (già coadiuvatore di Mele a partire dal 1967), e, prima di Oliverio, mons. Ercole Lupinacci dal 1988 al 2010. L’attuale vescovo Donato Oliverio ha ereditato una diocesi, saldamente piantata in Occidente dove rende visibile con estrema chiarezza le ricchezze della tradizione bizantina e la bellezza della possibile unità tra i cristiani di Occidente e di Oriente nella differenza delle tradizioni e nella diversità delle lingue.

Mons. Oliverio regge l’Eparchia dalla sede di Lungro, una bella cittadina calabrese di circa 3.000 abitanti, posta sul versante Sud-Ovest della Catena montuosa del Pollino, ai piedi del Monte Petrosa, a un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Il suo trono si trova nella Chiesa Madre di tutte le Chiese dell’Eparchia, la Cattedrale di San Nicola di Mira, costruita tra il 1721 e il 1825. Maestosa nella sua pianta romanico-barocca a croce latina, negli ultimi decenni è stata impreziosita da pregevoli mosaici e affreschi, che la rendono un luogo unico in cui arte bizantina e spiritualità orientale si coniugano felicemente, tanto da portarla ad essere considerata la Chiesa più importante del cattolicesimo bizantino arbëreshë in Italia. Nella sua cupola domina il maestoso Cristo Pantocratore, volto della misericordia del Padre. (rrm)

Il centenario dell’Eparchia di Lungro a San Marino con mons. Donato Oliverio

Anche San Marino celebra il centenario dell’Eparchia di Lungro: domani sarà il vescovo mons. Donato Oliverio nella Repubblica del Titano a presiedere la cerimonia che ricorderà la nascita della Chiesa bizantina cattolica di rito orientale in Italia.

Domani, giovedì 17 ottobre  è prevista la celebrazione liturgica presso la Basilica del Santo con rito greco – bizantino, a segnare la storia della Chiesa cattolica italo-albanese e la profonda comunanza di valori spirituali con l’antica Repubblica del Titano, saldamente ancorata alle sue origini religiose e convintamente sostenitrice delle ragioni del dialogo interreligioso e interculturale, venerdì, invece, l’Eparca di Lungro, con la sua delegazione, sarà a colloquio con il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, ed in seguito salirà a Palazzo Pubblico, ricevuto in Udienza Ufficiale dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti, S.E. Luca Boschi e S.E. Mariella Mularoni.

Il rapporto di San Marino con il Vescovo Oliverio si è rafforzato nell’anno in corso, anche attraverso la partecipazione degli allora Eccellentissimi Capitani Reggenti, Nicola Selva e Michele Muratori, il 25 maggio scorso, all’Udienza concessa da Papa Francesco agli oltre 6000 partecipanti al pellegrinaggio degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale dell’Eparchia di Lungro. La visita di Mons. Oliverio si pone, dunque, a coronamento di una serie di celebrazioni, cui la Repubblica del Titano ha inteso aderire, con un programma che prevede incontri e momenti salienti a livello istituzionale e religioso.

Soltanto un mese fa Mons.Oliverio, sempre nell’ambito del centenario dell’istituzione dell’Eparchia, ha accolto nella Cattedrale di Lungro il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, il più insigne rappresentante della Chiesa ortodossa, a testimoniare un ponte ideale tra oriente e occidente, un’apertura di nuove strade e di opportunità di conoscenza reciproca.

Grande attenzione, dunque, per i fedeli albanesi d’Italia (quasi 33mila sparsi in quattro regioni e cinque province. SI tratta di 26 comunità con 30 parrocchie che fanno capo all’Eparchia di Lungro, nel Cosentino, dove vive il vescovo Oliverio presso la cattedrale di San Nicola di Mira. Com’è noto, fu papa Benedetto XV a istituire l’Eparchia di Lungro per gli albanesi dell’Italia continentale il 13 febbraio 1919 con la Costituzione Apostolica Catholici fideles, dove, tra l’altro, si legge: «I fedeli albanesi di rito bizantino-greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, […] accolti con generosa liberalità […] nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo avio, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano […].»

Mons. Donato Oliverio (vedi l’intervista di Calabria.Live del 25 maggio scorso) è vescovo dal 12 maggio 2012 ed è una figura carismatica di grande rilievo, guida spirituale degli albanesi d’Italia: in Calabria gli albanesi vivono in 25 comuni della provincia di Cosenza: Acquaformosa, Castroregio, Castrovillari, Civita, Corigliano Calabro, Cosenza, Falconara Albanese, Firmo, Frascineto, Lungro, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Santa Sofia d’Epiro, Vaccarizzo Albanese. (rrm)

Nella foto di copertina: il presidente di Telecom San Marino, ing. Nicola Barone, e mons. Donato Oliverio

 

LUNGRO (CS) – Si riunisce la Conferenza episcopale calabrese

Da oggi, fino al 2 ottobre, a Lungro, si riunisce la Conferenza episcopale calabrese.

L’Eparchia di Lungro, infatti, dopo la storica visita del patriarca Bartolomeo I, è stata scelta come luogo in cui svolgere la riunione autunnale, convocata da Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Cec e Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, dove i vescovi e i presuli calabresi si riuniranno per continuare a lavorare nel solco «di quell’esperienza di ecumenismo sincero, bello, che va nella direzione voluta dai Papi e dal Santo Padre, Papa Francesco, in particolare, negli ultimi tempi».

Martedì prossimo, alle 8.00, i presuli della Conferenza episcopale calabrese celebreranno la divina liturgia nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Civita. (rcs)

 

LUNGRO (CS) – La storica visita del patriarca Bartolomeo I

Nei giorni scorsi, a Lungro, a San Demetrio Corone e a Rossano è venuto in visita il patriarca Bartolomeo I, in occasione dei 100 anni dall’istituzione dell’Eparchia di Lungro.

Una storica visita, che ha visto la partecipazione di molte autorità civili e religiose, tra cui Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, Maria Francesca Corigliano, Assessore regionale alla Cultura, Paola Galeone, prefetto di Cosenza, Giovanna Petrocca, questore di Cosenza, Domenico Pappaterra, presidente della Arpacal, Giuseppino Santoianni, sindaco di Lungro e i sindaci arbëreshë e che ha rafforzato il ruolo della Chiese arbëreshë quale ponte del dialogo ecumenico tra Roma e Costantinopoli.

Al patriarca, nel corso della sua visita, sono state consegnate le chiavi della città di Lungro dal vescovo, mons. Donato Oliverio.

Sempre a Lungro, nella Cattedrale di San Nicola di Mira, Bartolomeo I ha parlato del rapporto con Papa Francesco «che vive e si comporta in modo degno del nome che porta, e con il quale ci unisce un amore fraterno stretto e universale dall’amicizia che, entrambi, desideriamo vedere estesa tra il clero e i fedeli delle nostre Chiese sorelle e col quale ho avuto un caloroso colloquio sempre con la piena unione della fede». (rcs)

La foto in copertina è di Ambrogio Frascini.

Il patriarca Bartolomeo I nella città arbëreshë di Lungro

Grande attesa per la comunità arbëreshë di Lungro per l’arrivo, previsto per oggi, del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.

Il patriarca, il più insigne rappresentante mondiale delle Chiese ortodosse, sarà accolto dal vescovo di Lungro, Donato Oliverio e dai rappresentanti delle Istituzioni ecclesiali, amministrative e militari calabresi. Prevista la presenza del vescovo di Lamezia Terme, Mons. Giuseppe Schillaci, e di Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria.

Alle 18.00, il patriarca Bartolomeo I presenzierà alla preghiera del Vespro nella Cattedrale di San Nicola di Mira e, al suo termine, si rivolgerà ai convenuti.

Nella giornata di giovedì 19 settembre, il patriarca, accompagnato dal vescovo di Lamezia Terme, visiterà la Cattedrale di Rossano, dove si incontrerà con mons. Giuseppe Satriano e il clero della diocesi. Prevista la visita al Museo del Codex.

Nel pomeriggio, infine, il patriarca visiterà San Demetrio Corone, dove inaugurerà, nel complesso della Chiesa di Sant’Adriano, una mostra di icone.

«L’Eparchia di Lungro – ha commentato il protopresbitero e vicario generale della diocesi lungrese, Pietro Lanza – dopo la visita al Quirinale dal Presidente Mattarella il 24 maggio e l’udienza speciale con Papa Francesco il 25 maggio, si prepara per quest’altro grandioso e storico evento, che apporterà benefici al processo di riavvicinamento fraterno dei cristiani, dalla nostra Calabria, terra di santità, di accoglienza e di incontri costruttivi». (zc)