Gli arbëresh di Calabria da Papa Francesco. L’intervista al vescovo Donato Oliverio

Una grande festa per esaltare la fede degli albanesi non solo di Calabria: l’Eparchia di Lungro, guidata dal vescovo mons. Donato Oliverio, conta 40mila fedeli. Diverse migliaia di pellegrini si sono ritrovati a Roma, in Vaticano, per l’atteso incontro di Papa Francesco per festeggiare i 100 anni dell’Eparchia di Lungro, istituita appunto nel 1919 dal pontefice Benedetto XV. Particolare emozione ha suscitato la presenza, di fronte al papa, del cardinale albanese Ernst Simoni, vittima delle persecuzioni comuniste. A rappresentare la Regione Calabria, l’assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano.

Il vescovo Donato Oliverio nel saluto al Santo Padre ha ricordato che «Il nostro popolo è un popolo di immigrati. I nostri padri dovettero abbandonare la loro patria per poter rimanere in vita liberi e cristiani. Ma anche di emigrati per motivi di lavoro». Poi ha invocato la sua benedizione: «Ci benedica Santo Padre: me, indegno servo, e tutto il popolo di Dio qui presente, il popolo italo-albanese. Ci confermi nella fede».

Il dono dell'Eparchia di Lungro a Papa Francesco

Papa Francesco, festeggiatissimo dai quasi seimila pellegrini (dalla Calabria sono partiti in pullman a mezzanotte di venerdì) ha lanciato un invito ai cattolici di rito bizantino dell’Eparchia di Lungro: «Dovete vivere questo giubileo non tanto come un traguardo, ma piuttosto come un nuovo e gioioso slancio nel vostro impegno umano e nel vostro percorso cristiano. In questo senso, è quanto mai  necessario approfondire il passato e farne grata memoria, per trovare in esso ragioni di speranza e camminare insieme verso il futuro che Dio vorrà donarci». Il pontefice ha ripercorso il traguardo dei 100 anni: «Mentre il mondo era lacerato dalla prima guerra mondiale, il mio venerato predecessore Benedetto XV si è posto in ascolto della storia, delle vostre legittime esigenze, come anche del vostro coraggioso itinerario spirituale, caratterizzato da fedeltà alla tradizione, nonostante le difficoltà e le sofferenze. Il Papa aveva tanto a cuore la Chiesa orientale e meditava cosa si dovesse fare per venire incontro con più fermezza alle necessità e al giusto decoro della Chiesa universale e delle altre Chiese particolare». E poi, prima di impartire la benedizione a tutti i presenti, ha rimarcato il senso del patrimonio spirituale che contraddistingue i cattolici di rito bizantino. «Vi incoraggio – ha detto il Pontefice – ad accogliere sempre più in voi e tra di voi l’amore del Signore, sorgente e motivo della nostra vera gioia, a partecipare ai sacramenti, a manifestare prossimità ad ogni famiglia, a prestare attenzione ai più poveri e ai bisognosi, ad accompagnare le giovani generazioni con la grande sfida educativa che tutti ci coinvolge: sono queste le dimensioni in cui custodire le proprie tradizioni come pure l’appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa. Siete chiamati a vivere come cristiani, testimoniando che l’amore è più bello dell’odio, che l’amicizia è più bella dell’inimicizia, che la fratellanza fra tutti noi è più bella dei conflitti», invocando la «materna protezione della Santa Madre di Dio, l’Odegitria. Lei, la serva obbediente che ha accolto la parola del Signore, vi renda sempre più docili alla volontà del Padre e strumenti generosi del suo disegno di salvezza».

L'incontro di Papa Francesco con l'Eparchia di Lungro

Venerdì sera di grande suggestione la liturgia divina di San Giovanni Crisostomo officiata in San Pietro dal vescovo Oliverio. (rrm)

Le interviste video di Calabria.Live:

Il vescovo Donato Oliverio spiega cos’è l’Eparchia di Lungro

Il vescovo Donato Oliverio parla degli albanesi

Domani da Papa Francesco gli italo-albanesi dell’Eparchia di Lungro

Di particolare suggestione e carico di significato l’incontro di domani mattina di Papa Francesco con i fedeli italo-albanesi dell’Eparchia di Lungro, guidati dal vescovo Donato Oliverio e accolti nell’aula Paolo VI. L’Eparchia di Lungro che quest’anno celebra i 100 anni è una piccola diocesi cattolica di rito bizantino che raccoglie i fedeli italo-albanesi che vivono nell’enclave arbëreshe del Cosentino. Emozione e devozione i due elementi che accompagneranno i calabresi di lingua arbëreshe in Vaticano: alle 16.30 oggi a San Pietro la Divina Liturgia in rito bizantino nell’Altare della Cattedra officiata dal vescovo Oliverio, domattina l’incontro col Pontefice, a suggello di una realtà che ha saputo non disperdere il prezioso e variegato patrimonio della tradizione bizantina nel culto della Chiesa Cattolica.

La storia dell’Eparchia di Lungro risale al 13 febbraio 1919, con la costituzione apostolica Chatolici fideles con cui papa Benedetto XV univa in un unico corpo ecclesiale e giuridico i discendenti dei profughi albanesi e greci dei secoli XV-XVIII. «A distanza di 100 anni dal lungimirante provvedimento, – scrivono Pietro Lanza e Demetrio Guzzardi nel bel volume dedicato al centenario  e pubblicato da Editoriale Progetto 2000 – constatiamo che esso, per i benefici che ne sono derivati, è venuto dall’Alto ed è stato uno dei tanti gesti di misericordia di Dio verso il nostro popolo. L’unità ecclesiale ha favorito il contatto di persone di vari paesi, distanti tra di loro, favorendo l’uso della lingua materna e del cuore e contribuendo a custodirne la memoria. Ma, soprattutto, è valsa a mantenere vivo il patrimonio ecclesiale di tradizione bizantina, elemento caratterizzante dell’Arbëria, fino al raggiungimento di una fisionomia di Chiesa Orientale pienamente inserita nella Chiesa Cattolica. I nostri fedeli mantengono un’identità ecclesiale propria, con caratteristiche peculiari che vivono quotidiani contatti e relazioni con quelli di tradizione latina, nella manifestazione di una piena respirazione del corpo ecclesiale a due polmoni, come ha sempre auspicato San Giovanni Paolo II».

Si legge nella Catholici fideles del 1919: «i fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, […] accolti con generosa liberalità […] nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano».

Era la risposta della Santa Sede alle pressanti richieste di tutela avanzate per lungo tempo dai discendenti del condottiero-eroe albanese Giorgio Castriota Skanderberg, a suo tempo insignito del titolo di “Atleta di Cristo” per l’impegno profuso coi suoi valorosi soldati a difesa, per un quarto di secolo, della libertà e dell’autonomia del proprio popolo e della cristianità europea. L’esodo dei greco-albanesi in Italia risale a dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte di Skanderberg nel 1468. A spostarsi era un popolo con un proprio patrimonio linguistico ed ecclesiale, orgogliosa della sua libertà e della sua cristianità.

La Cattedrale di San Nicola a Lungro
La Cattedrale di San Nicola di Mira, a Lungro

L’Eparchia di Lungro, nella sua istituzione, ha contato quattro vescovi, oltre quello attuale, Donato Oliverio. Il primo fu mons. Giovanni Mele, eletto ad appena 34 anni che resse l’Eparchia dal 1919 al 1979, cui successe mons. Giovanni Stamati (già coadiuvatore di Mele a partire dal 1967), e, prima di Oliverio, mons. Ercole Lupinacci dal 1988 al 2010.

L’attuale vescovo, mons. Donato Oliverio, ha ereditato una diocesi, saldamente piantata in Occidente dove rende visibile con estrema chiarezza le ricchezze della tradizione bizantina e la bellezza della possibile unità tra i cristiani di Occidente e di Oriente nella differenza delle tradizioni e nella diversità delle lingue.

Mons. Oliverio regge l’Eparchia dalla sede di Lungro, una bella cittadina di circa 3.000 abitanti, posta sul versante Sud-Ovest della Catena montuosa del Pollino, ai piedi del Monte Petrosa, a un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Il suo trono si trova nella Chiesa Madre di tutte le Chiese dell’Eparchia, la Cattedrale di San Nicola di Mira, costruita tra il 1721 e il 1825. Maestosa nella sua pianta romanico-barocca a croce latina, negli ultimi decenni è stata impreziosita da pregevoli mosaici e affreschi, che la rendono un luogo unico in cui arte bizantina e spiritualità orientale si coniugano felicemente, tanto da portarla ad essere considerata la Chiesa più importante del cattolicesimo bizantino arbëresh in Italia. Nella sua cupola domina il maestoso Cristo Pantocratore, volto della misericordia del Padre.

Il Cristo Pantocratore

Oggi i fedeli dell’Eparchia sono circa 40 mila nei paesi e altrettanti sono sparsi in varie città della penisola italiana. Ad assisterli nel loro cammino di divinizzazione ci sono una cinquantina di papàs. Sono 30 le comunità parrocchiali arbëreshe di rito bizantino, ubicate in piccoli centri sparsi, la stragrande maggioranza nel cosentino, ma anche in Basilicata, a Lecce, a Bari e a Villa Badessa nei pressi di Pescara. In questi centri gli abitanti, per strada e in famiglia, parlano l’arbrisht e nelle Chiese, durante le ufficiature liturgiche, i fedeli pregano e cantano in greco e in albanese. (gsp)

LUNGRO – Oggi a San Pietro la divina liturgia dell’Eparchia

In occasione dei festeggiamenti dei 100 anni dell’Eparchia di Lungro, oggi, a Roma in San Pietro la divina liturgia in Rito Bizantino all’altare della Cattedra, presieduta dal mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro. L’ingresso è libero. Sabato mattina, invece, previsto sempre in Vaticano a partire dalle 9.30 l’incontro con Papa Francesco, in Sala Nervi. Non serve invito, l’ingresso è fino ad esaurimento posti. (rrm)

LUNGRO – Al via i festeggiamenti per il centenario dell’Eparchia

Al via, a Lungro,  festeggiamenti per il centenario dell’Eparchia, che ha richiamato, nella città, migliaia di fedeli provenienti dalle parrocchie cattoliche di rito orientale e di lungua e cultura albanese del Molise, della Puglia, Basilicata e della Calabria cosentina.

A partire dalle 16.30, nella cattedrale di San Nicola di Mira, sarà celebrata la Divina Liturgia, presieduta da mons. Donato. Prendono parte all’evento il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Ernest Simoni, ultimo superstite della persecuzione ateista in Albania, il vescovo di Piana degli Albanesi, Giorgio Demetrio Gallaro, gli Arcivescovi e i vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, i vescovi di altre Regioni italiane e dell’Aòbania, del Kossovo, della Grecia e dell’Ungheria, i presbiteri dell’Eparchia di Lungro e numerosi presbiteri di altre diocesi.

Presenti, anche, il presidente della Repubblica d’Albania, on. Ilir Meta, le ambasciatrici dell’Albania presso lo Stato Italiano e la Santa Sede, autorità civili e militari.

L’Eparchia di Lungro è stata istituita il 13 febbraio 1919 da Papa Benedetto XV con la Costituzione Apostolica Catholics fideles graeci ritus, affinché le comunità Arbëreshë, che ancora mantenevano la tradizione liturgica, teologica e spirituale bizantina, potessero essere organizzate sotto la guida spirituale di un unico Vescovo. Attualmente, è guidata da mons. Donato Oliverio, che ricorda che «La Chiesa italo-albanese è coinvolta nella grande questione della ricomposizione dell’unità dei cristiani. San Paolo VI definì i fedeli italo-albanesi quasi precursori del moderno ecumenismo. Siamo chiamati dunque, come Eparchia, a pensare in termini ecumenici, a vivere per l’ecumenismo, a far fruttificare il nostro essere cattolici di rito bizantino in chiave ecumenica». (rcs)

LUNGRO – I preparativi per il Centenario dell’Eparchia

Nella giornata di ieri, nella sede del Seminario dell’Eparchia di Lungro, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma celebrativo del primo Centenario dell’Eparchia di Lungro.

L’incontro è stato aperto con i saluti di Pietro Lanza, protosincello dell’Eparchia, protopresbitero . L’editore Demetrio Guzzardi ha presentato in anteprima – con la proiezione di un filmato – l’agile sussidio divulgativo, realizzato in occasione del centenario, dal titolo Eparchia di Lungro: una piccola diocesi cattolica bizantina per i fedeli italo-albanesi “precursori del moderno ecumenismo”. Il volume in appena 96 pagine e corredate di 260 foto, partendo dalla venuta degli arbëreshë nel XV secolo e scorrendo agilmente nel tempo, presenta lo stato attuale dell’Eparchia di Lungro e ciascuna delle 30 comunità parrocchiali che ne fanno parte.

Il vescovo Donato Oliverio ha illustrato le iniziative che caratterizzeranno il centenario: si parte con l’inaugurazione, che avverrà mercoledì prossimo, alle 16.30 con la celebrazione della Divina Liturgia, nella Cattedrale San Nicola di Mira in Lungro, «che vedrà tutto il popolo dell’Eparchia in festa per celebrare la gloria di Dio e la sua provvidenza verso gli arbëreshë».

Inoltre, è stata annunciata la partecipazione del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Ernest Simoni, “ultimo superstite della persecuzione ateista in Albania”, i vescovi della Conferenza episcopale calabra – che, “in occasione del primo centenario dell’Eparchia, hanno voluto manifestare la gioia della Chiesa calabrese redigendo una significativa lettera di augurio”, nonché vescovi di altre Regioni italiane, vescovi dell’Albania, del Kossovo, della Grecia e dell’Ungheria. Sarà presente, all’evento, il presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta, e le ambasciatrici dell’Albania presso lo Stato Italiano e la Santa Sede.

Per l’occasione, il prossimo 11 febbraio le Poste Vaticane emetteranno un francobollo commemorativo del primo centenario dell’Eparchia di Lungro.

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Inoltre, sono stati annunciati diversi appuntamenti a Roma: il 18 maggio saranno presentati due volumi sulla storia dell’Eparchia di Lungro, mentre il 24 di maggio una delegazione dell’Eparchia sarà ricevuta ufficialmente al Quirinale dal presidente della Repubblica Italiana, onorevole Sergio Mattarella. Nel pomeriggio della stessa giornata sarà celebrata la Divina Liturgia all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, mentre nella mattinata di sabato 25 maggio Papa Francesco incontrerà le comunità arbëreshe nell’aula San Paolo VI. Infine, una domenica del mese di giugno su Raiuno, verrà trasmessa da Lungro la Divina liturgia in diretta tv. Il vescovo ha invitato tutti a vivere con pienezza l’anno di grazia del centenario.

All’incontro sono intervenuti: Maria Francesca Corigliano, Assessore alla Cultura della Regione Calabria, che ha portato il saluto del presidente Mario Oliverio, Demetrio Crucitti, direttore della sede Rai Calabria, che ha informato che la sede Rai regionale si è attivata per riprendere e divulgare i principali eventi dell’anno del centenario, Francesca Di Pace, presidente del Consiglio Comunale di Lungro, che ha presentato l’entusiasmo e il coinvolgimento dell’intera popolazione di Lungro, l’imprenditore calabro-arbëreshë, Ernesto Madeo, presidente della Filiera Madeo, Domenico Pappaterra, presidente dell’Ente Parco del Pollino, che ha messo in rilievo l’importanza dei paesi arbëreshë nell’ambito del Parco, e la vicinanza dell’Ente alle problematiche culturali.

Presenti anche Rosaria Succurro, assessore agli eventi culturali del Comune Cosenza, che ha rilevato la significativa presenza nel territorio della comunità arbëreshe e la positiva collaborazione con il Comune della città capoluogo, il sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, in rappresentanza della Provincia di Cosenza, che ha messo in rilievo il valore aggiunto della realtà arbëreshë per lo sviluppo del territorio. In chiusura è stato presentato in anteprima il testo della canzone per il centenario, composta dal cantautore Alfio Moccia.

Erano presenti i vicari generali o delegati delle diocesi del cosentino: Cosenza-Bisignano, Rossano-Cariati, San Marco Argentano-Scalea, Cassano allo Jonio. Tra il pubblico numerosi parroci e sindaci dei paesi arbëreshë, i rappresentanti delle Associazioni Faa e Uniarb e tanta gente convenuta per essere presente a questo importante appuntamento.

L’incontro si è concluso festosamente con la degustazione di prodotti locali offerti da rivenditori della zona. (rcs)

La foto in copertina e nell’articolo sono di Mario Funari.