Il centrodestra reggino: Reggio non ha presentato piano per dimensionamento scolastico

Il Coordinamento Provinciale di Forza Italia, Fratelli d’Italia e La Lega hanno denunciato come «Reggio Calabria è l’unico Comune dell’Area Metropolitana a non avere presentato la proposta di piano di dimensionamento scolastico alla Città Metropolitana».

«Assurdo, ma vero – dicono i Coordinamenti –. È solo a termini abbondantemente scaduti che la Giunta comunale guidata dal Sindaco f.f. Paolo Brunetti, in particolare nella persona dell’assessore Lucia Anita Nucera, si è ricordata di deliberare il piano di dimensionamento, e senza previo confronto con le parti».

«Da fonti molto attendibili abbiamo appreso, infatti – continua la nota congiunta – che è solo in una tarda notte di qualche giorno fa che il Comune di Reggio ha partorito, nelle segrete stanze di Palazzo San Giorgio, la delibera sul piano di dimensionamento scolastico del territorio di riferimento, vale a dire a termini già scaduti e soprattutto senza avere  ascoltato i dirigenti scolastici e senza avere quindi permesso alle scuole (e relativi genitori dei Consigli di istituto) di deliberare la loro proposta. Ha attuato, sostanzialmente, una scelta “unilaterale”».

«La cosa assume fattezze ancor più sconcertanti – hanno detto ancora – se si considera che è dall’estate che l’assessore al ramo, Nucera, blatera sull’argomento creando solo confusione, appellandosi a deroghe numeriche inesistenti e promettendo ciò che non avrebbe mai potuto garantire per legge. Nel frattempo, ha dimenticato però di allestire un piano adatto alle esigenze reali del territorio. Se invece di incaponirsi, l’Assessore avesse approfondito la questione, con buon senso, avrebbe potuto tutelare il Comune che rappresenta, che – scandaloso dirsi – è l’unico di tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria a non avere presentato alla Città Metropolitana una proposta di dimensionamento entro i termini previsti». 

«Qualche notte fa, messa alle strette dai fatti e capendo che comunque la Città Metropolitana aveva già elaborato – si legge – sostituendosi all’Amministrazione e quindi all’Assessore al ramo, una proposta di piano anche per il Comune di Reggio, non solo ne ha fatto deliberare uno fuori tempo massimo, non solo non ha dato alle scuole la possibilità di rappresentare le proprie esigenze come avrebbe dovuto fare, ma ha presentato una proposta che tende a tutelare solo le scuole degli “amici”».

«Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare – viene evidenziato – mentre la Città Metropolitana, pur con le difficoltà legate al momento non facile, si è comunque confrontata con i territori e con i sindacati, il Comune invece ha preferito non ascoltare gli indirizzi, i bisogni, scegliendo prima la strada del non fare e poi quella del fare in ritardo, salvaguardando gli “interessi di bottega”».

«Lucia Nucera farebbe bene ad interessarsi seriamente di Scuola – hanno rilanciato – con cognizione di causa e competenza, perché le scuole del Comune di Reggio Calabria  sono totalmente allo sbando: mensa scolastica non ancora avviata; bambini disabili a cui non è stata assicurata l’assistenza specialistica; studenti della scuola “Pitagora” letteralmente in mezzo ad una strada in quanto il Comune chiudendo la loro scuola per inagibilità, non ha ancora provveduto a trovare contestualmente una soluzione alternativa. Chi come l’Assessore invoca la Costituzione su cose inesistenti, dovrebbe piuttosto sapere che non possono essere lasciati a casa per giorni gli studenti senza  garantire loro locali alternativi, senza tutelare il loro diritto allo studio. È questa la Costituzione a cui si appellano le famiglie di centinaia di ragazzi ad oggi lasciati in mezzo alla strada. È questa la Costituzione che il CentraDestra intende tutelare, non quella dell’improvvisazione e del supporto ai conoscenti»

«Alla luce di tutto ciò, pertanto, come Coordinamenti provinciali reggini della Coalizione di CentroDestra, congiuntamente chiediamo a gran voce le dimissioni immediate dell’assessore comunale – hanno concluso – colpevole di una condotta non certo all’altezza delle circostanze». (rrc)

Occhiuto da Paestum: intitolare a Berlusconi il Ponte sullo Stretto

Dalla convention azzurra di Paestum convocate per celebrare il compleanno di Berlusconi (avrebbe compiuto 87 anni), scomparso tre mesi fa, il Presidente Occhiuto ha lanciato una proposta che, ovviamente, ha raccolto immediati consensi tra gli esponenti di Forza Italia.

«Mi piacerebbe – ha detto il Governatore della Calabria – che il Ponte sullo Stretto, che sarà la più importante opera pubblica d’Italia, potesse essere intitolata al grande uomo che l’ha ispirata: Silvio Berlusconi. È stata un’opera osteggiata per tanti anni in quanto era diventata ideologica, come se fosse il Ponte di Berlusconi.
Contrastata dalla sinistra più per questo che non per ragioni pratiche.
Ha ragione il presidente Schifani quando dice che è un’infrastruttura molto importante per la Calabria e per la Sicilia, anche dal punto di vista occupazionale.
Sarebbe bello che il Ponte potesse essere un attrattore di altre importanti infrastrutture. Così come avvenne con la realizzazione dell’Autostrada del Sole, quando all’epoca si disse che si andava a costruire una grande opera in assenza delle strade ordinarie. Poi, invece, con l’autostrada furono fatte anche le altre infrastrutture viarie.
Per cui, io sono convinto che il Ponte possa essere un grande attrattore anche di altre opere. Ringrazio, infatti, il governo perché sono riuscito ad ottenere 3 miliardi di euro per la Statale 106, e sto cercando ora ulteriori fondi per un tratto dell’A2.
Il Ponte non deve rappresentare una cattedrale nel deserto, bensì un’opera pubblica che accelera la realizzazione di altre infrastrutture complementari. Sarebbe bello che oggi, insieme a Salini, due presidenti di Regione di Forza Italia, realizzassero questo sogno di Berlusconi».(rp)

LA MORTE DI BERLUSCONI: GLI AZZURRI
CALABRESI TEMONO ORA LA DISPERSIONE

di SANTO STRATI – Da giovanotto rampante, sulle navi da crociera Berlusconi cantava una famosa canzone di Charles Trenet Que reste-il, un suo cavallo di battaglia che conquistava largamente il pubblico. Cosa rimane – c’è ora da chiedersi – dell’ex cavaliere, morto a 86 anni, se non un patrimonio controverso di idee e pensieri innovativi, macchiati per sempre da storiacce di meretricio, e dal vergognoso e imbazzante neologismo che fece il giro del mondo (bunga bunga)? Una bruttissima parentesi che riuscì a cancellare le pur tante meritorie battaglie che hanno cambiato (sicuramente in meglio) gran parte del Paese, pur dividendolo tra berlusconiani e antiberlusconiani. Di questi ultimi, molti hanno fatto fortuna parlando male di Berlusconi e la sinistra becera, quella stessa che non perdonò a Craxi il peccato politico, non è stata (a ragione) indulgente con lo scandalo sessuale che ha distrutto una reputazione, e in più ha caricato di cattiveria le persecuzioni giudiziarie contro il cavaliere, che ha dovuto pure subire l’umiliazione dell’essere diventato ex. 

Il Paese si è schierato in maniera pressoché uguale da una parte e dall’altra e questo vorrà pur dire qualcosa: se per Craxi si parlò di nani e ballerine (copyright Formica) per Berlusconi c’è stata un’ondata di odio vero, spropositato e ingiustificato. La Milano da bere non era solo l’immagine della corruzione allegra che Mani Pulite tentò di demolire: il Paese, in realtà, usciva dall’inflazione a due cifre e conosceva una nuova era di modernità e benessere. Merito di Berlusconi? Sarà la storia a dircelo, non è questo il momento di fare bilanci in chiave di cronaca spicciola tra odiatori seriali e sostenitori adoranti. Adesso è il momento del cordoglio come si deve davanti a qualsiasi salma, anche se di un avversario, è il momento del rispetto di un quattro volte presidente del Consiglio che si è rovinato per il vizio del pelo, buttando alle ortiche i sani principi ispiratori della prima ondata.

La domanda che, invece, possiamo farci, soprattutto in chiave calabrese, è cosa succederà adesso. La Calabria che deve alle scelte precise di Berlusconi ben sei presidenti di Regione (Giuseppe Nisticò nel 1995, Giovambattista Caligiuri nel 1998, Giuseppe Chiaravalloti nel 2000, Peppe Scopelliti nel 2010, Jole Santelli nel 2020, e nel 2021 Roberto Occhiuto) 

è la regione che ha dato moltissimo alla causa azzurra: senza i risultati elettorali calabresi il leader azzurro si poteva sognare di mantenere la quota nazionale lontana dal baratro cui sembrava destinata. E in Calabria Berlusconi ottenne dall’Unical una laurea ad honorem di cui andava molto fiero. S’interessava a distanza della nostra terra perché si fidava dei suoi “colonnelli” che portavano un consenso mai in caduta libera come invece accadeva nelle altre parti del Paese.

Ma gli azzurri calabresi, come il resto di Forza Italia, non sono pronti ad affrontare il lutto e la perdita del Capo carismatico, soprattutto perché gli ultimi sommovimenti interni lasciano prevedere bufera a livello di coordinamento regionale e di correnti. Berlusconi non ha saputo costruirsi un erede a sua immagine e somiglianza (missione pressoché impossibile), né ha lasciato delfini in grado di raccogliere l’eredità forzista. 

Lo scenario più probabile è quello dell’inevitabile dispersione delle squadre azzurre verso altri lidi a destra e a centro destra, quando – nelle prossime settimane le lusignhe di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini si faranno più pressanti per raccogliere i “profughi” di un naufragio politico che difficilmente si riuscirà a evitare. 

Senza essere pessimisti, è uno scenario che non riguarda solo la Calabria, ma l’intera penisola. La crisi interna in casa azzurra si respira da troppo tempo perché la scomparsa di Berlusconi non conduca a un redde rationem finale con una lotta senza quartiere tra le varie anime forziste.

In questo frangente c’è da capire quanto peso possa esercitare l’influenza renziana del fantomatico terzo polo mai riuscito a decollare in modo unitario. Calenda dalle nostre parti rimane uno sconosciuto da cui nessuno comprerebbe un’auto usata, mentre c’è un animus renziano che conserva ancora un certo fascino. Cosa resterà  del berlusconismo non possiamo prevederlo oggi. Di sicuro finisce un’era e non è detto che ci siano le condizioni, nel centro-destra, per un risveglio tonico e importante. Lo scopriremo presto. (s)

L’OPINIONE / Francesco Cannizzaro: Il Ponte è investimento più sensato che l’Italia possa fare

di FRANCESCO CANNIZZAROÈ un vero privilegio per me intervenire a nome e per conto di Forza Italia e, quindi, anche a nome del nostro leader, Silvio Berlusconi che, vorrei ricordarlo a tutti, è il primo vero promotore del Ponte sullo Stretto. Vorrei invitare la minoranza a smetterla con le frasi slogan e gli atavici pregiudizi contro questa grande opera.

Noi rappresentiamo lo Stato, siamo più forti del disfattismo, della paura di fare e della criminalità organizzata. Dobbiamo dimostrare a tutti gli italiani e all’Europa che siamo in grado di portare avanti progetti importanti. Il Ponte è un grande sogno che questo Governo di CentroDestra realizzerà. Pertanto, Forza Italia vota a favore di questa conversione in legge.

Vorrei ricordare a tutti che questo progetto è ultraventennale, risale al 2001, quando già il Presidente Berlusconi aveva un disegno ben preciso per il rilancio economico e logistico di tutto il Sud; un progetto che non si fermava certo al Ponte. Autostrade, ferrovie, porti e infrastrutture accessorie: nel Programma Quadro di quel Governo di CentroDestra si faceva già riferimento a quella che sarebbe stata la svolta del Meridione, grazie al connesso corridoio ferroviario ad alta velocità ed alta capacità Berlino-Palermo, che avrebbe posto Calabria e Sicilia realmente al centro del Mediterraneo, come principali porte d’ingresso all’Europa, soprattutto a scopi commerciali. E il peso specifico dell’Italia in Europa sarebbe cambiato notevolmente molto prima di oggi.

Nonostante le continue interferenze della Sinistra, prima col Governo Prodi e dopo con quello tecnico targato Monti, ad ogni ritorno di Silvio Berlusconi al timone, il CentroDestra riavviò l’iter per rivitalizzare le procedure di realizzazione del Ponte; ma qualcun  a Bruxelles si preoccupò di come fermare tutto e abbatterlo politicamente. L’enorme potenzialità del Ponte, che poteva e doveva essere realizzato in quegli anni, fu uno degli elementi chiave di quella aggressione politica a Berlusconi ed al Governo di CentroDestra, perché evidentemente quell’opera rappresentava una minaccia.

Dunque, è con orgoglio che al Premier Giorgia Meloni ed al ministro Matteo Salvini, che ringrazio profondamente per l’impegno, diciamo sommessamente che la prima pietra del Ponte l’ha posata Forza Italia. Non oggi, ma tanto tempo fa. A cominciare dalla Variante di Cannitello, a Villa San Giovanni, opera propedeutica al Ponte, realizzata già un decennio fa, che ci permetterà di ergere la prima torre della grande opera, su sponda calabra.

Anche la realizzazione della sola Variante preoccupò quell’Europa, perché era chiaro che, nel momento in cui si fosse realizzato il Ponte, Sicilia e Calabria (e quindi l’Italia) sarebbero diventate la naturale piattaforma logistica d’Europa. Perché proprio qui abbiamo due porti, Augusta e Gioia Tauro, che possono diventare l’hub principale del Mediterraneo.

Anche per questo, i poteri forti europei pensarono di bloccare la realizzazione del Ponte. Guarda caso, infatti, proprio negli anni della realizzazione della Variante a Cannitello, l’Europa decise di cambiare rotta al corridoio Berlino-Palermo, tagliando fuori Calabria e Sicilia e facendo quindi cadere il progetto Ponte, con annesso Governo Berlusconi.

Fatta questa doverosa premessa di fatti, che sono storia, ci tengo a ringraziare in particolare i Sottosegretari Tullio Ferrante e Matilde Siracusano, per il grande impegno profuso; specialmente Matilde per averci creduto sin dall’inizio, battagliando da anni. Forza Italia, in tutti questi anni e, soprattutto, nel corso della recente attività emendativa, si è costantemente confrontata con i sindaci, sia della sponda calabra che siciliana, ed è per questo che siamo riusciti a dare il nostro lungimirante apporto.

Quando i colleghi della Sinistra parlano di insostenibilità dei costi non si rendono conto che questa è un’opera che si pagherà da sola, che darà uno scossone economico senza precedenti. Questo Governo deve andare avanti più determinato che mai, senza dare retta alle frasi slogan utili solo a spaventare i cittadini. Dicono che il Ponte non si possa fare per il pericolo di infiltrazioni mafiose… Io ritengo che noi siamo più forti della criminalità organizzata, siamo lo Stato e per primi dobbiamo saperlo difendere e dare l’esempio che le cose positive si possono realizzare, senza paura.

Avanti tutta, dunque: il Ponte sarà una grande conquista, sia del Presidente Meloni, sia del Ministro Salvini, ma soprattutto del grande leader Silvio Berlusconi. (fc)

[Francesco Cannizzaro è vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera e Responsabile del Sud del partito]

Francesco Cannizzaro nominato vicecapogruppo alla Camera di FI

Prestigioso incarico per il deputato Francesco Cannizzaro, che è stato nominato vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia.

Grande soddisfazione è stata espressa dal parlamentare, che ha ringraziato per la fiducia il Presidente «Silvio Berlusconi, il Coordinatore nazionale Antonio Tajani e il Capogruppo Paolo Barelli».

«Provo felicità e forte senso di orgoglio per la nomina a Vicepresidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera, ricevuta questa mattina durante l’Assemblea del Gruppo», ha detto Cannizzaro, aggiungendo che «garantirò il massimo impegno e la passione necessaria per dare il mio contributo al nuovo Ufficio di Presidenza, consapevole dell’importanza del ruolo. Rafforzeremo insieme il contributo di Forza Italia al servizio del Paese, dei nostri elettori e di tutti i cittadini».

Soddisfazione è stata espressa dal senatore di FI, Mario Occhiuto: «mi congratulo con l’amico Francesco Cannizzaro per il prestigioso incarico di vicecapogruppo alla Camera, che testimonia l’importanza che riveste la Calabria per il partito».

«Cannizzaro è un deputato – ha sottolineato – che lavora con abnegazione e dedizione in una regione in cui il nostro partito è punto di riferimento per la sua capacità amministrativa e progettuale. Faccio i complimenti anche agli altri nominati, dal vicario ai vicecapogruppo, al presidente Paolo Barelli e a quanti sono stati indicati in ruoli chiave dell’organizzazione del partito. La riorganizzazione voluta dal presidente Berlusconi e fortemente sostenuta dal coordinatore nazionale, Antonio Tajani, mira a valorizzare Forza Italia come elemento di aggregazione dei moderati e di rafforzamento dell’attività del Governo di centrodestra. Berlusconi è sempre stato un innovatore capace di comprendere necessità e bisogni in relazione alla domanda che giunge dagli elettori».

«La nostra compagine governativa – ha concluso – si caratterizza sempre per capacità di lavorare nell’interesse di ceti diversi, sapendo di esprimere una cultura liberale e cattolica che è indispensabile per poter realizzare il buongoverno». (rrm)

SIBARI – Venerdì l’incontro-dibattito su “La Piana di Sibari e le nuove Politiche Agricole”

Venerdì 24 marzo, a Sibari, alle 18.30, è in programma nella sezione in Via Jacobi, l’incontro dibattito su Quale ruolo della Piana di Sibari nell’agricoltura che cambia, promosso dalla sezione sibarita di Forza Italia.

Prenderanno parte – in veste di relatori – i consiglieri comunali azzurri Sofia Maimone e Stefano Pesce, l’imprenditore agricolo Matteo Perciaccante, la responsabile del Dipartimento nazionale Sicurezza Alimentare di FI, Fulvia Caligiuri.  Le conclusioni saranno invece tratte dall’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.

«La riforma della Politica Agricola Comune – hanno spiegato Maimone e Pesce – apre la strada a politiche fondate su risultati e prestazioni, imprimendo dunque un’accelerazione in fatto di competitività per perseguire con maggior efficienza gli obiettivi comuni dell’UE in materia di sostenibilità sociale, ambientale ed economica nell’agricoltura e nelle zone rurali».

Aggiungono Maimone e Pesce: «Siamo dunque di fronte ad un rilevante cambio di scenario: da qui l’iniziativa di FI, per favorire un confronto a più voci, con l’obiettivo di preservare ed anzi rilanciare la centralità della Piana di Sibari nel contesto agricolo calabrese e meridionale, nel solco di una programmazione regionale finalmente attenta e vicina ai territori ed alla valorizzazione delle loro potenzialità, ad iniziare da quelle agroalimentari di qualità». (rcs)

REGGIO – L’evento “Riconoscersi – Percorsi di Donna tra benessere, bellezza e perseveranza”

Domani mattina, a Reggio, alle 9.30, nella sede del Coordinamento Provinciale di Forza Italia, si terrà l’evento Riconoscersi – Percorsi di donna tra benessere, bellezza e perseveranza a cura del Comitato Donne reggine di FI, un movimento spontaneo composto da donne accomunate dalle stesse ideologie e dalla condivisione dei medesimi bisogni. 

Proprio per questo motivo, sulla falsa riga anche della vicina ricorrenza della festa della donna, il Comitato vuole inaugurare la propria attività con un evento di spessore, al quale parteciperanno  autorevoli professionisti e istituzioni politiche calabresi. Una giornata intera, divisa in due sessioni, la prima al mattino (dalle 9:30 alle 12:00), la seconda di pomeriggio (dalle 15:30 alle 18:00).

Nella prima sessione intervengono Paolo Brunetti, sindaco f.f. del Comune di Reggio, Sabina Cannizzaro, comitato Donne Reggine, Lorena Turano, dirigente medico Uoc di Rafiologia al Gom di Reggio, Said Al Sayyad, Direttore Dipartimento Ematologico-Radioterapia Gom, Francesca Arvino, responsabile Servizio Psicologia dell’Hospice RC, Lidia Papisca, presidente Associazione Grace. Modera Barbara Masottini, de Il Mattino.

Nella seconda sessione, in cui si parlerà de Il ruolo della politica, moderato da Patrizia Crea, coordinatrice Provinciale Azzurro Donna di Reggio, intervengono Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni, Luciana De Francesco, consigliera regionale della Calabria, Giusy Princi, vicepresidente della Regione, Tilde Minasi, senatrice della Lega. Conclude Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno. (rrc)

Sanità, la soddisfazione di Forza Italia per operazione di Occhiuto su accertamento debito

Tutta Forza Italia calabrese è d’accordo su un punto: che quella fatta dal Roberto Occhiuto, presidente della Regione e commissario ad acta, sull’accertamento del debito sanitario, è un’operazione straordinaria.

«Un’operazione storica», come l’ha definita lo stesso Occhiuto ma che è solo l’inizio di un lungo percorso di ripartenza. «Abbiamo tantissimo da fare: sui pronto soccorso, sull’emergenza urgenza, sul reclutamento dei medici, su tutta la riorganizzazione del sistema sanitario», ha ribadito il Governatore in un video su Facebook.

Giuseppe Mangialavori, deputato e coordinatore regionale azzurro in Calabria, ha evidenziato come le importanti novità illustrate da Occhiuto «costituiscono un nuovo inizio e la premessa fondamentale per voltare finalmente pagina nel delicato e complesso campo dei servizi sanitari in Calabria».

«Il presidente Occhiuto – insieme all’intera struttura commissariale e al Dipartimento regionale – è riuscito a mettere in campo un’operazione verità che nessuno, in oltre dieci anni di commissariamento del settore – ha concluso – era riuscito a realizzare. Si tratta per la Calabria di un altro obiettivo centrato, e la dimostrazione che alla guida della Regione vi sia un amministratore che pone i diritti fondamentali – quale è quello alla salute – al centro della propria agenda di governo».

La sottosegretaria agli Esteri e dirigente di FI, Maria Tripodi, ha definito l’azione del commissario ad acta «un primo fondamentale passo verso l’accertamento del debito sanitario della nostra Regione».

«Da decenni – ha ricordato – si fantasticava su un debito miliardario della sanità calabrese: c’era addirittura chi ipotizzava cifre superiori a 3 o 4 miliardi di euro. Oggi il governo regionale – dopo che per 12 anni i commissari non erano riusciti in questa impresa – in pochi mesi ha ricostruito la storia contabile delle Aziende sanitarie e ospedaliere».

«Le richieste di presunti crediti maturati al 31 dicembre 2020 – ha continuato – sono di poco superiori a 862 milioni di euro, quelle riferite agli anni 2021 e 2022 quasi 364 milioni di euro».

«Cosa vuol dire? Che queste sono le cifre massime – ha detto ancora –, quanto chiedono i creditori, ma il debito reale – al termine delle operazioni di verifica condotte anche con l’ausilio della Guardia di Finanza – sarà molto probabilmente inferiore del 20/25%. In linea, dunque, con tante altre Regioni. Altro che debito monstre. Da qui potrà ripartire la sanità, da qui si potrà ricominciare a investire per i servizi e per la cura. Il presidente Occhiuto sta ancora una volta dimostrando che la Calabria può essere governata, governata bene e con piglio».

Giovanni Arruzzolo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, l’ha definita «un’ottima notizia per la Calabria».

«Per anni, con pregiudizio – ha spiegato –, si è lucrato su un’immagine della sanità calabrese irrecuperabile. Il commissariamento dei governi nazionali non solo non ha quantificato il debito sanitario, ma ha limitato all’osso i livelli di assistenza e alimentato a dismisura l’emigrazione sanitaria».

«Il presidente Occhiuto, in soli pochi mesi – ha ricordato – ha lavorato con determinazione e soprattutto ha realizzato un sistema di organizzazione senza precedenti per certificare finalmente il debito sanitario calabrese. Ora, per la nostra Regione si apre davvero una nuova era in questo settore, in cui si potranno finalmente restituire ai cittadini quelle condizioni di civiltà che per anni sono state negate».

Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, ha evidenziato come «Occhiuto ha dimostrato che la sanità in Calabria può essere governata e anche bene».

«Con la ricognizione aritmetica, dettagliata e precisa del debito della sanità la Calabria dimostra al Paese e all’Europa di essere una Regione normale, meritevole di ancora più fiducia e considerazione», ha detto Graziano, aggiungendo che «non occorreva molto, solo capacità e la consapevolezza di assolvere ad un ruolo – quello del governo – con coraggio e determinazione».

«È quanto ha dimostrato il governatore Roberto Occhiuto – ha detto ancora Graziano – restituendo alla nostra terra, in poco più di un anno, l’orgoglio di poter essere amministrata da una classe dirigente che finalmente si assume la responsabilità delle proprie azioni. Più che per la ricognizione del debito che oggi ci fornisce un quadro chiaro su come tracciare la rotta e uscire finalmente da quasi tre lustri di incertezze e decisioni abominevoli, ora siamo felici per aver ricollocato la Calabria nell’alveo della normalità che significa nuova programmazione e, per i calabresi, speranza in un futuro migliore. E tutto questo grazie a Roberto Occhiuto».

Francesco Cannizzaro, deputato di FI, ha dichiarato: «finalmente trasparenza e chiarezza segnano il governo della sanità in Calabria».

«Per la prima volta, nella storia recente della Regione – ha aggiunto – dopo oltre dieci anni di commissariamento, e grazie alla spinta del presidente Occhiuto, i cittadini calabresi hanno un quadro su bilanci, conti, debiti e crediti di un mondo che fino a poco tempo fa appariva agli occhi dei più come una grande e inavvicinabile nebulosa».

«Il debito sarà molto inferiore al miliardo di euro – ha continuato – Le cifre catastrofiche che hanno raccontato per anni non esistono e non esistevano. Semplicemente, in tanti in passato non sono stati in grado di fare bene il proprio mestiere. Ha vinto la determinazione del governo Occhiuto, ha vinto la buona amministrazione che consentirà ora alla Calabria di intraprendere un nuovo cammino nella tutela del diritto alla salute». (rcz)

OGGI I SOTTOSEGRETARI: E LA CALABRIA?
MACCHINA DEL FANGO SU MANGIALAVORI

di SANTO STRATI – Quanta Calabria ci sarà nelle nuove nomine di sottosegretari e viceministri, attese per oggi? Il centrodestra calabrese insorge e reclama spazio, presentando il conto di una fortunata (e vincente) campagna elettorale. Cosa avrebbe fatto Forza Italia senza i voti della Calabria (ha raddoppiato la media nazionale)? È il segnale dell’inquietudine che attraversa il fedelissimi (e non) di Berlusconi: il dubbio è quanto ancora conti davvero il cav. nella compagine di governo e che peso può ancora esprimere nel  nuovo scenario del “destra-centro”. C’è pericolo di fuga anche se i sorrisi – a denti stretti – vorrebbero simboleggiare una concordia che,  in realtà, scricchiola malamente: Forza Italia – come partito – perde consensi, a favore della Meloni, e le lusinghe del terzo polo (Calenda, Renzi e dintorni) non vanno certamente sottovalutate. Se il Paese vira a destra – ed è evidente – c’è da immaginare che, in prospettiva, la destra cercherà di avvicinarsi di più al centro, in cerca di consensi, allontanando nostalgici sguardi verso il passato: detto in altre parole, la Meloni  dovrà scegliere se il suo destra-centro starà più (troppo?) a destra o, sulle orme di una mai dimenticata politica democratico-cristiana, cercherà il consenso dei moderati di centro, ancora alla ricerca di un leader. Le condizioni – nel caso seguisse il secondo percorso – sarebbero estremamente favorevoli anche in ambito europeo, a tutto danno degli alleati Lega e Forza Italia, avviati a una caduta libera senza rete. Con la differenza che la Lega può sempre sperare di ricucire e recuperare il sentiment nordista, ma Berlusconi rischia di perdere persino l’aura di “padre nobile” del progetto centrista, con la diserzione (obbligata) di molti (ex) fedelissimi.

È in questo quadro che si gioca la partita dei sottosegretari. Ci sono una quarantina di posti di sottogoverno da assegnare e probabilmente entro stasera il presidente del Consiglio Giorgia Meloni presenterà i nomi per le nomine che saranno ratificate dal presidente Mattarella. La Calabria, è evidente, è sottorappresentata (come al solito), ma questa volta, forse, sarebbe opportuno battere i pugni e far valere il risultato elettorale (di Forza Italia) per suggerire e orientare le scelte. Da giorni s’inseguono voci che, praticamente, assorbono un buon 50% dei parlamentari che posso aspirare all’incarico, ma la verità la conosce solo Giorgia (ha detto di chiamarla così), al riparo di occhi indiscreti, che è spintonata da ogni parte per la distribuzione delle nuove nomine. Con l’avvertenza che scelte di merito e premianti la competenza non farebbero che rafforzare il suo esecutivo, anziché indebolirlo, malgrado i maldipancia della coalizione.

Se consideriamo l’apporto notevole dato da Forza Italia Calabria al risultato (insperato) del partito di Berlusconi, sarebbe normale pensare che almeno uno-due sottosegretari forzisti toccherebbero alla regione. «La centralità che il Sud sta finalmente conquistando – ha detto il segretario-questore del Consiglio regionale Salvatore Cirillo – ci spinge a considerare ineludibile una valorizzazione dei nostri dirigenti». Il tema della centralità del Mezzogiorno che dovrebbe essere in cima all’agenda del Governo è indiscutibile. Ma non siamo un Paese normale, nemmeno nella spartizione del “bottino” dei vincitori. Un tempo c’era il cosiddetto manuale Cencelli che misurava al millesimo le presenze dei rappresentanti dei partiti, senza che nessuno potesse obiettare alcunché: la logica dello spoil system che prevale abitualmente su dirigenti e funzionari, spesso si applica anche a livello correntizio.

L’ex senatore Giuseppe Mangialavori, oggi eletto alla Camera, – lo abbiamo già scritto – sarebbe un ottimo viceministro alla salute, ma contro di lui si è scatenata un’offensiva mediatica di insinuazioni e sospetti, seguendo l’infame logica che “solo perché sei calabrese hai sicuramente a che fare con la ndrangheta”. Mangialavori ha competenza, capacità, e di mestiere fa il medico (è senologo, per l’esattezza), oltre a essere il coordinatore regionale di Forza Italia. Considerando che il Governo Meloni sembra tener conto delle specifiche competenze, c’è da immaginare un ruolo adeguato per il possibile rappresentante calabrese. Nel precedente esecutivo è capitato che un ricercatore di economia (Speranza) finisse alla Salute, un esperto di statistica (Giovannini) alle Infrastrutture, un “inoccupato” (Di Maio) agli Esteri. Nel nuovo Governo, almeno – a parte la “stranezza” di Salvini alle Infrastrutture –, abbiamo un medico e ricercatore alla Salute (Schillaci) e un ex presidente del Parlamento europeo agli Esteri: vorrà confermare il Presidente Meloni un criterio di competenza e merito, pur nel rispetto – impossibile da evitare – degli equilibri politici della coalizione?

Se la Meloni sta pensando seriamente a far prevalere capacità e competenze, i forzisti calabresi alzano la voce, anche per esprimere solidarietà al medico vibonese: «Non permetteremo – ha detto Occhiuto – che la macchina del fango, messa ancora una volta in moto a orologeria, nei giorni caldi delle decisioni legate alle ultime caselle dell’esecutivo, possa sporcare l’immagine della nostra Regione e la carriera politica senza macchia di Giuseppe Mangialavori, persona dalla specchiata onestà. Tutto ciò è inconcepibile, non è da Paese civile. La ‘ndrangheta fa schifo, l’ho detto più volte e lo ripeto con convinzione, e il nostro coordinatore regionale non c’entra nulla con il malaffare e con la ‘ndrangheta.
«Forza Italia – ha sottolineato Occhiuto –, alle elezioni politiche del 25 settembre, ha conseguito in Calabria un risultato straordinario: il 16%, esattamente il doppio rispetto al dato nazionale. Questa percentuale è stata raggiunta grazie all’impegno dei simpatizzanti, dei militanti, e di una classe dirigente regionale di grande valore. Ci aspettiamo, dunque, che questo dato venga valorizzato dal nostro partito e che venga riconosciuto il lavoro del nostro coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori, che merita di entrare nel governo guidato da Giorgia Meloni. Avere un sottosegretario per Forza Italia Calabria è il minimo sindacale».

E anche il coordinatore forzista del Sud, il deputato reggino Francesco Cannizzaro (che meriterebbe una delega ai Trasporti) non ha fatto mancare la sua vicinanza a Mangialavori: «Certa informazione, raccontando falsità e proponendo assurde e fantasiose ricostruzioni, pensa di poter colpire con un vero e proprio manganello mediatico l’avversario politico di turno. Esprimo solidarietà all’onorevole Giuseppe Mangialavori, persona di qualità, onestà, e che nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata. Ci auguriamo che un articolo indecente come quello apparso l’altro giorno su Repubblica.it non possa mettere in dubbio il suo ingresso nel governo Meloni, il giusto riconoscimento per il lavoro fatto negli ultimi anni e negli ultimi mesi alla guida di Forza Italia in Calabria. Il nostro partito – ha detto Cannizzaro – tenga la barra dritta nel pretendere che la nostra Regione sia rappresentata all’interno dell’esecutivo e che uno dei suoi migliori dirigenti venga messo nelle condizioni di lavorare al meglio per la sua gente e per la sua terra».

Che la Calabria debba avere una rappresentanza nei sottosegretari non è questione di orgoglio campanilistico: nello scenario prossimo venturo è fondamentale poter avere una rappresentanza adeguata che, all’occorrenza, faccia sentire il dissenso – forte e deciso – contro l’autonomia differenziata che piace tanto alle regioni del Nord. Per questo si sta mobilitando tutta l’area del centrodestra calabrese.

A parte la “calabresità” (dei genitori) del neo ministro della Salute Schillaci che non nasconde e anzi vanta le proprie origini, per la verità la rappresentanza calabrese nel Governo è inesistente: Wanda Ferro (altro papabile sottosegretario, di Fratelli d’Italia) ha confessato che preferirebbe la Presidenza della Commissione Antimafia, mentre il buon Cannizzaro ha rinunciato ad ogni ambizione a favore di Mangialavori. Si perderà, invece, con molta probabilità, il ruolo ricoperto dalla ex grillina – poi “impegno civile” – non eletta Dalila Nesci di Sottosegretario per il Sud e la Coesione territoriale. Una funzione di primaria importanza, alla luce degli investimenti da fare con le risorse del PNRR: la casella dovrebbe venire occupata da Matilde Siracusano (deputata messinese, compagna di Roberto Occhiuto) che farebbe il paio con il neo ministro Nello Musumeci (palermitano) che è Ministro per il Sud e le Politiche del Mare.

I sottosegretari, è opportuno farlo notare, coadiuvano i ministri con specifiche deleghe ma non partecipano al Consiglio dei ministri, al contrario dei viceministri che (senza diritto di voto) possono essere convocati alle riunioni del CdM. I sottosegretari devono essere parlamentari, i viceministri no e a questi ultimi i titolari dei relativi dicasteri conferiscono deleghe per la guida di dipartimenti o direzioni. La proposta la fa il Presidente del Consiglio, la nomina è del Presidente della Repubblica. La scelta è al 95% politica, ma Giorgia sta mostrando di saper essere imprevedibile… (s)

La destra calabrese al fianco di Giuseppe Mangialavori

È stato un vero e proprio «manganello mediatico», quello che è stato fatto ai danni del deputato di Forza Italia Giuseppe Mangalavori. Nei giorni scorsi, infatti, su Repubblica.it è stato pubblicato un articolo in cui si parlava che proprio su Mangialavori si allungano da mesi le ombre di presunti rapporti con pentiti ed esponenti di spicco della ‘ndrangheta».

Articolo che non è passato inosservato e che ha scatenato la solidarietà degli azzurri calabresi, a partire proprio da Francesco Cannizzaro, deputato di Fi, sottolineando che «certa informazione, raccontando falsità e proponendo assurde e fantasiose ricostruzioni, pensa di poter colpire con un vero e proprio manganello mediatico l’avversario politico di turno».

«Esprimo solidarietà – ha scritto in una nota – all’onorevole Giuseppe Mangialavori, persona di qualità, onestà, e che nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata. Ci auguriamo che un articolo indecente come quello apparso l’altro giorno su ‘Repubblica.it’ non possa mettere in dubbio il suo ingresso nel governo Meloni, il giusto riconoscimento per il lavoro fatto negli ultimi anni e negli ultimi mesi alla guida di Forza Italia in Calabria».

«Il nostro partito tenga la barra dritta nel pretendere che la nostra Regione – ha concluso – sia rappresentata all’interno dell’esecutivo e che uno dei suoi migliori dirigenti venga messo nelle condizioni di lavorare al meglio per la sua gente e per la sua terra».

Il deputato di FI, Giovanni Arruzzolo, ha ricordato come Mangialavori rappresenti una risorsa di cui il governo nazionale non può fare a meno. La sua storia politica lineare e trasparente, fatta di impegno nelle istituzioni, di correttezza, e di assoluto servizio al partito di Forza Italia sono un patrimonio di esperienza e valori a cui non si può rinunciare».

«Il fango schizzato nelle ultime ore – ha aggiunto – non ci impressiona, anzi rafforza la convinzione che il suo ingresso nella squadra che affiancherà il presidente Meloni sia un passo fondamentale per dare sostanza alle politiche per il rilancio del Sud, che finalmente diventano prioritarie nel programma dell’esecutivo nazionale».

«Faccio convintamente parte del centrodestra calabrese e lavoro affinché la nostra coalizione possa fare decisi passi avanti, in Regione e a livello nazionale», ha dichiarato il segretario-questore Salvatore Cirillo.

«La centralità che il Sud sta finalmente conquistato nell’agenda di governo ci spinge a considerare ineludibile una valorizzazione dei nostri dirigenti nel sottogoverno nazionale – ha aggiunto –. Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad uno stillicidio contro Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale di Forza Italia, al quale esprimo la mia sincera solidarietà. Il centrodestra calabrese merita di essere rappresentato in modo adeguato al governo. Sarebbe assurdo se accadesse il contrario».

Solidarietà al deputato azzurro è arrivata anche dai consiglieri comunali e metropolitani di Reggio Calabria: «Abbiamo assistito nelle ultime ore a una campagna di diffamazione costruita ad arte per delegittimare il coordinatore di Forza Italia in Calabria Giuseppe Mangialavori, al quale esprimiamo la nostra solidarietà, con il malcelato obiettivo di estrometterlo dalla rosa dei sottosegretari del nuovo governo».

Federico Milia, Antonino Caridi, Antonino Maiolino, Roberto Vizzari, Giuseppe Zampona e Domenico Romeo hanno detto che si è tratta di «un’azione spregiudicata tesa a danneggiare non solo la carriera di un politico senza macchia, ma anche di un partito sano e quanto mai forte, e di una Regione che con tutte le sue forze sta cominciando a mostrare al Paese un nuovo volto».

«Noi non assisteremo inermi a tale sciacallaggio – hanno proseguito – ma rivendichiamo la giusta dignità che merita una forza politica che ha saputo conquistare nel nostro territorio alle elezioni politiche il 16% dei voti, esattamente il doppio di quelli ottenuti da Forza Italia nel Paese. Riteniamo pertanto che non possa non essere riconosciuto il lavoro dei nostri dirigenti. Forza Italia deve essere rappresentata al governo attraverso una nomina a sottosegretario di governo».

«Nomina che consentirebbe tra l’altro – hanno concluso – a dare maggiore incisività all’azione riformatrice avviata dal presidente Roberto Occhiuto in tutti i settori più delicati di una Regione, la Calabria, che si è messa in cammino e vuole determinare finalmente quelle condizioni di civiltà e sviluppo da tempo negate ai nostri territori».

Sulla vicenda sono intervenuti anche i sindaci della Provincia di Vibo Valentia: «Chi pensa di macchiare, attraverso articoli di stampa, l’immagine di una persona perbene, oltre che di un professionista stimato ed un politico eccellente, rimarrà deluso. Perché la verità emerge sempre, e la carriera politica dell’onorevole Giuseppe Mangialavori è lì a testimoniare che l’unico suo interesse è e resterà quello della crescita della nostra Calabria e della gente perbene che la popola».

I sindaci Maria Limardo (Vibo Valentia), Giuseppe Barilaro (Acquaro), Rossana Tassone (Brognaturo), Marco Martino (Capistrano), Gregorio Ciccone (Dinami), Francesco Mazzeo (Cessaniti), Raffaele Scaturchio (Dasà),, Alessandro Porcelli (Drapia), Concettina Rita Maria Fuduli (Filandari), Fabio Signoretta (Ionadi), Pantaleone Mercuri (Limbadi), Massimo Trimmeliti (Filogaso), Fortunato Giordano (Mileto), Giuseppe Marasco (Nicotera), Sergio Pititto (Pizzo), Giovanni Macrì (Tropea), Corrado L’Andolina (Zambrone), Pasquale Farfaglia (San Gregorio d’Ippona), Sergio Cannatelli (Sorianello), Francesco Galati (Zungri), Vincenzo Caruso (Pizzoni), Giuseppe Dato (Joppolo), Cosimo Damiano Piromalli (Spadola), Giuseppe Pizzonia (Francavilla Angitola), Vincenzo Massa (Vazzano), Francesco Fazio (Fabrizia), Michele Mesiano (Francica), Giuseppe Maruca (San Calogero), Antonino Schinella (Arena), Giuseppe Rizzello (Maierato), Abdon Servello (Vallelonga), Nicola Derito (San Costantino Calabro), Giuseppe Condello (San Nicola da Crissa), Francesco Angilletta (Mongiana), Antonino Pezzo (Sant’Onofrio), Vincenzo Marasco (Spilinga), Anna Bartucca (Filadelfia), Maiolo (Nardodipace), Alfredo Barillari (Serra San Bruno), si sono stretti intorno a Mangialavori.

«Non possiamo accettare – hanno evidenziato i primi cittadini – che delle semplici chiacchiere vengano travisate e trasformate in atti di accusa pubblici nei confronti di una persona specchiata, che ha servito e continuerà a servire la sua terra, e che ci auguriamo lo possa fare da una postazione di governo. Non possiamo permettere che queste macchie di fango, smentite dagli atti e dai fatti, impediscano alla Calabria di avere un rappresentante all’interno del governo. È prima di tutto una questione di civiltà: non possiamo permetterci di cedere al più becero giustizialismo, che è la tomba dei diritti e delle libertà».

«Una postazione nel governo – hanno rilanciato – è ciò che Giuseppe Mangialavori merita e che la Calabria intera merita, come riconoscimento per un lavoro svolto da anni al servizio della comunità calabrese e vibonese. Le notizie che lo hanno riguardato, e che ci viene difficile definire tali in quanto smentite addirittura dagli stessi atti processuali, non possono e non devono intaccare un percorso di crescita che la nostra regione ha avviato e sul quale non intende indietreggiare».

Michele Comito, consigliere regionale di Forza Italia, ha definito «inaccettabili» gli attacchi al deputato azzurro, parlando di «teorie fantasiose che trovano smentita negli atti processuali».

«Non si può più tacere dinanzi a quanto sta accadendo a livello mediatico attorno alla figura dell’onorevole Giuseppe Mangialavori – ha evidenziato –. Un professionista esemplare, una persona generosa che si trova al centro di articoli a dir poco paradossali, in cui le fantasiose teorie descritte trovano smentita addirittura negli stessi atti processuali»..
«È evidente – ha proseguito – che si è innescata una macchina del fango che mira a colpire chi più si spende per il nostro territorio, chi ha dimostrato con i fatti di sapere fare una politica votata all’interesse esclusivo della gente raggiungendo risultati straordinari in Calabria senza bisogno alcuno di aiuti esterni che non siano il semplice e spontaneo consenso degli elettori, ed anzi ripudiando ogni forma di condizionamento. Siamo francamente stanchi di assistere ad attacchi di questo tipo da parte di chi, evidentemente, mira ad altri obiettivi, in barba ad ogni atteggiamento di buon senso e civiltà».
«Duole constatare come, per giunta – ha concluso – alcuni di questi attacchi arrivino in momenti di grande importanza per le sorti politiche del Paese. Da parte mia e di tutta la famiglia di Forza Italia, giunga tutta la stima e la vicinanza al nostro coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori».
«Lo sprint operativo legato alla visione pragmatica della politica – ha dichiarato il senatore di FI, Mario Occhiuto  ha distinto fin da subito l’azione del presidente del consiglio Giorgia Meloni. Sono quindi certo che anche in questa fase di scelta dei vice ministri e sottosegretari, il nostro premier saprà orientarsi attraverso le buone indicazioni che arrivano dagli alleati della coalizione di Centrodestra vincitrice alle elezioni del 25 settembre».
«Ritengo importante – ha aggiunto – mantenere anche questo dibattito su principi di lealtà e valori comuni (garantismo in primis) che non si facciano condurre fuori strada da quella vecchia maniera di fare politica abituata a gettare l’ombra del sospetto su rappresentanti che invece non hanno alcuna ombra e che, magari proprio a causa delle diffamazioni di cui diventano oggetto, vengono messi frettolosamente da parte pur di non alimentare polemiche mediatiche».
«È il caso – ha precisato Mario Occhiuto – dell’onorevole Giuseppe Mangialavori, al quale in queste ore l’intero partito di Forza Italia, e non solo, si stringe convintamente per ribadirne a gran voce le capacità e i meriti. Conosco e stimo Giuseppe Mangialavori, è persona perbene, un apprezzato medico senologo che si è dedicato alla sua terra, con riconosciute qualità organizzative, anche nel ruolo di coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria. Il nostro partito ha espressamente fornito un’indicazione unanime perché Mangialavori rappresenti adesso la Calabria nel governo nazionale».
«Sono sicuro – ha proseguito il senatore Occhiuto – che il presidente Meloni terrà conto dell’importanza di una valutazione scevra da pregiudizi. Le percentuali raggiunte da Forza Italia in Calabria alle ultime Politiche risultano doppie rispetto alla media del dato nazionale, determinanti a far conseguire la vittoria alla coalizione. I numeri si ottengono grazie al lavoro sul campo degli uomini e delle donne. E per ogni persona dunque contano i fatti, gli obiettivi raggiunti, persino l’ammirazione che riesce a raccogliere nel tempo e che in qualche misura ne alimenta il curriculum. Non possono e non devono valere dicerie, invenzioni, parole senza riscontri».
«Nessuno – ha concluso Mario Occhiuto – può ergersi a giudice al di fuori dei tribunali. Così facendo, il Centrodestra rinnegherebbe se stesso, andando contro i principi in cui crediamo e per i quali ci battiamo da anni». (rrm)