L’OPINIONE / Salvatore Berlingò: Ministro Valditara, tenga conto della Dante Alighieri di Reggio

di SALVATORE BERLINGÒNon si è ancora spenta l’eco della spettacolare Adunanza presso l’Arena dello Stretto degli ottocento studenti arrivati a Reggio da ogni parte d’Italia per celebrare l’11 aprile scorso la Giornata del Mare e della cultura marinara.

La rilevanza dell’evento è stata vieppiù accentuata dalla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha assunto un particolare significato alla luce di ciò che in altra sede lo stesso Ministro aveva avuto modo di osservare, al netto della dibattuta questione sul prefissato e sempre più basso numero di stranieri in ciascuna classe scolastica, a proposito del reale e concreto problema degli allievi stranieri di prima generazione, che presentano una deficienza formativa in italiano pari al 22%, equivalente ad un anno di scuola in meno rispetto agli studenti italiani, ed un tasso di dispersione scolastica del 30% a fronte del 9% degli italiani. 

Relativamente a questa problematica il Ministero avrebbe già per tempo avviato uno studio di fattibilità, al fine di creare un sistema di accoglienza e di integrazione più efficace, con classi più inclusive e con il ricorso al potenziamento della conoscenza e dello studio dell’italiano ad opera di specializzati mediatori culturali.

Una qualche sorpresa suscita il fatto che il Ministro, pur non avendo trascurato di sottolineare l’intento di aver voluto celebrare la suddetta Giornata “proprio qui in Calabria, a Reggio, per lanciare un ulteriore segnale di grande attenzione a questa terra meravigliosa”, tuttavia non ha fatto cenno, o perché tenutone all’oscuro o per non essere di stretta competenza del suo Ministero, alla circostanza che, segnatamente a Reggio Calabria – dove, non a caso si concentra il maggior numero di minori stranieri nati in Italia e presenti in Calabria – esiste una, anzi l’unica in tutto il Meridione e le Isole, Università per Stranieri, e cioè uno degli strumenti principali in ordine allo scopo di formare il personale indispensabile per una migliore integrazione in Italia degli studenti stranieri insieme con le loro famiglie. 

Di fatti, nel Dipartimento di Scienze della Società e della Formazione d’Area mediterranea dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio, è attivo uno specifico Corso di Laurea di primo livello in “Mediatori per la Intercultura e la coesione sociale in Europa” e non può essere pretermesso che la specifica attrattività di questo Corso di laurea deriva dal suo essere incardinato in un Ateneo “per stranieri”. 

É del tutto evidente, inoltre, che la platea dei candidati alle Classi di Laurea Magistrale, ossia di secondo livello – presenti tanto presso la “Dante” quanto presso la “Mediterranea” – si restringerebbe di molto, ove la specificità dell’Università e della Classe di laurea di primo livello di cui prima si è detto perdesse il rilievo finora goduto, contraendosi di conseguenza il numero degli studenti stranieri, attratti a Reggio da quella specificità.

Questa forza attrattiva rischierebbe di svanire o di attenuarsi grandemente se venisse meno la coesistenza delle due Università, l’Università per stranieri e l’Università “Mediterranea”, ciascuna con la propria autonoma identità, eventualmente implementata da una federazione (e non fusione!) dei due Atenei, che li arricchirebbe completandoli reciprocamente e consentirebbe loro, in linea con quanto già intravisto dalla legge Gelmini, di realizzare in comune progetti utili allo sviluppo della Città Metropolitana e del suo contesto. 

Al proposito è superfluo aggiungere che sarebbe opportuno riflettere anche su quali conseguenze negative deriverebbero non solo per il sistema universitario, bensì pure per l’intero territorio della Città metropolitana, dalla deprecabile evenienza del venir meno del polo di attrazione come prima delineato, con una riduzione della presenza di stranieri a Reggio di Calabria. Un profilo, quest’ultimo, dal carattere non più solo accademico, ma peculiarmente politico e tale da coinvolgere, altresì, la responsabilità di tutti coloro cui compete operare per e nell’esclusivo interesse delle comunità che fanno capo a quell’area territoriale.(sb)

[Salvatore Berlingò è Emerito dell’Università degli studi di Messina e docente a contratto e già Rettore dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria]

IN ITALIA E IN CALABRIA TANTI GLI ALUNNI
STRANIERI: FORTE RITARDO IN INCLUSIONE

di GUIDO LEONELa scuola, purtroppo per i ragazzi e purtroppo per tutta la società italiana, non è mai stata in cima ai pensieri dei vari governi che in questi anni si sono succeduti nel Paese.

Di essa, la politica o non parla o, se parla, lo fa per slogan e facili soluzioni – oggi l’integrazione degli stranieri, domani le tutele sindacali del corpo docente – deviando l’attenzione dai seri problemi che ha e dai modi più razionali possibile di risolverli.

La querelle sull’inclusione o sulla temuta ghettizzazione degli studenti stranieri nelle scuole italiane ha richiamato l’attenzione su questa particolare tipologia di alunni di cui forse si parla poco, rispetto a diversi anni fa, quando l’immigrazione portava sui banchi di scuola migliaia di alunni stranieri che non conoscevano nemmeno una parola d’italiano.

Con il passare del tempo, la situazione è notevolmente cambiata in termini numerici e anche perché molti , ormai ,sono i minori figli di stranieri nati in Italia, come vedremo più avanti. La nostra normativa ministeriale è tra le più avanzate in Europa.  I minori stranieri hanno diritto all’istruzione – indipendentemente dalla loro condizione di regolarità o da quella dei genitori – nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani.

L’iscrizione a una scuola può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri devono essere iscritti alla classe corrispondente alla loro età anagrafica, a meno che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione a una classe diversa, in considerazione dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza, del corso di studi seguito, del livello di preparazione raggiunto. Sono questi, in estrema sintesi, i principi sanciti dal nostro ordinamento giuridico per disciplinare le modalità di inclusione dei figli dell’immigrazione nella scuola.

Va sottolineato, poiché in realtà un limite per il numero degli alunni stranieri a scuola è già in vigore dal 2010, stabilito con circolare dall’allora ministro della P.I., Gelmini, in base alla quale il numero di alunni stranieri con una “ridotta conoscenza della lingua italiana” non deve superare il 30 per cento degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola.

Il ministro Salvini ,in questi giorni, a seguito della querelle sulla iniziativa della scuola di Pioltello, ha proposto di introdurre un limite al 20 percento più basso di quello in vigore. Il ministro della P.I. Valditara si è accodato dichiarando che l’integrazione avviene più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani

Con tutti gli sforzi possibili, è difficile prendere sul serio l’idea. Purtroppo dimostrano di non avere idea di come vanno le cose nella scuola italiana. Non mancano i rischi di una proposta del genere.

Un limite ancora più restrittivo spingerebbe i minori stranieri a recarsi in luoghi lontani dalla propria dimora se la scuola ha raggiunto il limite previsto, creando problemi alle famiglie in condizioni disagiate. Questo potrebbe spingerli alla non frequenza e nei casi peggiori all’avvio precoce al lavoro e/o allo sfruttamento in forme di accattonaggio.

È ovvio, a questo punto che a livello di sistema, c’è comunque qualcosa che non funziona. Bisogna trovare una strategia strutturale per dare supporto agli alunni stranieri, a misure di sistema per poter inserire dei corsi strutturali di alfabetizzazione continui, non saltuari. Ma non solo, come si dirà più avanti.

Ma analizziamo ora i dati sul fenomeno con una fotografia dello stato dell’arte.

I vari rapporti annuali del Ministero dell’Istruzione, diffusi in questi anni, hanno evidenziato come, per  dimensioni assunte,  costante crescita e diffusione sul territorio, la scuola multietnica sia divenuta ormai un elemento strutturale del nostro sistema scolastico.

Infatti, le prime rilevazioni degli alunni non italiani nelle  scuole  solo nell’a.s.83/84 contavano 6.104 unità con incidenza irrisoria sulla popolazione scolastica (0,06%). In 40 anni gli alunni non italiani delle scuole statali  sono aumentati passando a quasi 869.336 secondo il Focus ministeriale di inizio d’anno scolastico corrente. Entro il 2033 nella scuola italiana potrebbe esserci una platea di studenti stranieri che per la prima volta tocca quota un milione.

È questo il quadro che il ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara ha fornito ai sindacati della scuola. Il dato, è bene ricordarlo, si riferisce sia ai bambini nati all’estero sia a quelli nati in Italia da genitori stranieri.

Il Focus ministeriale evidenzia come  gli alunni stranieri iscritti nel corrente anno scolastico alle scuole primarie sono 331.161, nelle scuole dell’infanzia 114.596 , mentre gli studenti nella scuola secondaria di primo grado ammontano a 195.455 e  nelle secondarie di secondo grado 228.124. Gli unici ordini con una crescita nelle iscrizioni sono la primaria e la secondaria di secondo grado.

La Calabria al quindicesimo posto

Ma guardiamo più da vicino il fenomeno curiosando tra i dati che riferiscono anche della situazione in Calabria.

La Lombardia è la regione italiana che ospita il maggior numero di alunni stranieri  219.275, seguita  da Emilia Romagna e Veneto. Al 15° posto  la Calabria. Negli ultimi anni si può, dunque, rilevare come la crescita, da lenta e graduale, quale era stata per oltre un decennio, è stata velocissima, se non tumultuosa, anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione.

La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi . Gli alunni non italiani ora alla scuola materna ed elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi e reggine.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in Calabria

Nelle scuole di ogni ordine e grado della regione calabrese, secondo l’ultimo report ministeriale 2023/2024 , la presenza ammonta a 17.783 unità , di cui 3.426 nella scuola dell’infanzia, 4.613 nella scuola primaria, 2.923 nella scuola secondaria di I grado  e 3.928 nella scuola secondaria superiore.

I valori attesi per l’anno in corso, rispetto al citato focus del Miur, danno un numero di presenza di minori stranieri nelle scuole della Calabria pari a 17.783, pari al 2,4%.

Da dove vengono gli studenti stranieri in Italia

In Italia sono presenti quasi 200 nazionalità di provenienza diverse. La maggioranza proviene da un gruppo ristretto di paesi, alcuni dei quali sono aree di emigrazione storica verso l’Italia, come la Romania, l’Albania e il Marocco. Sono dati che si riflettono anche nella composizione della popolazione degli alunni stranieri in Italia.

Il paese di provenienza più rappresentato nella scuola italiana è la Romania con quasi 157 mila studenti, il 17,9% degli alunni con cittadinanza non italiana. Seguono Albania (13,5%), Marocco (12,3%), Cina (6,4%) e di seguito India, Egitto, Moldavia, Filippine, Pakistan, Bangladesh.

Sul lungo periodo spicca l’evoluzione della presenza cinese nelle scuole italiane, passata nell’ultimo decennio da 29 mila a 56 mila unità (+93%). Un’altra caratteristica interessante della popolazione scolastica di origine cinese riguarda l’alta percentuale di studenti nati in Italia (84,7%).

Dati notevoli sulle seconde generazioni riguardano anche gli studenti di origine marocchina (76,2% dei quali sono nati in Italia), albanese (75%) e filippina (70,2%).

A proposito di studenti stranieri nelle scuole italiane, non si può non fare un cenno alla recente crisi migratoria causata dall’invasione russa dell’Ucraina Risultano notevoli  le difficoltà di inserimento di questi ragazzini dovute a barriere linguistiche e instabilità abitativa sono i principali ostacoli all’inserimento dei minori ucraini a scuola. Questo fa sì che, stando ai dati del ministero dell’Istruzione, solo il 42% dei circa 40mila ragazzi ucraini presenti in Italia sia iscritto a scuola.

Nonostante gli investimenti – più di 31 milioni di euro stanziati per finanziare progetti di inserimento linguistico, di socialità, di integrazione e di continuità scolastica – rimane il tema di riuscire ad intercettare e coinvolgere i molti ragazzi ucraini che a scuola non ci vanno, con ricadute pesanti in termini di opportunità di socializzazione, inclusione, relazioni fra pari.

L’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni con cittadinanza non italiana

Il segmento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia registra un progressivo aumento. Questa tipologia di alunni è portatrice di storie e bisogni educativi diversi da coloro che sono appena arrivati in Italia. Sono “studenti in attesa” della legge sulla cittadinanza bloccata in Parlamento. Si attende una legge, magari  frutto di molte mediazioni, che dovrebbe coniugare le proposte dello ius soli con quelle dello ius culturae. 

Bene, se dovesse andare in porto la riforma  ci sarebbero in Italia poco più di  588.986  ragazzi e ragazze che avrebbero in poco tempo i requisiti per diventare cittadini italiani.

Il report ministeriale riferisce  che  minori stranieri nati in Italia nel 2022 presenti in Calabria  sono in tutto 5.261, così distribuiti 340 nella provincia Vibo Valentia ,1.229 a Catanzaro,400 a Crotone, 1.593 a Cosenza e 1.699 a Reggio Calabria.

Problemi aperti

È necessario e urgente  assicurare agli insegnanti del settore una apposita formazione in pedagogia e didattica della lingua parlata che tenga conto del multilinguismo presente nelle scuole e dell’importanza  di uno sviluppo del bilinguismo. 

I due nodi principali da affrontare sono senza dubbio l’elevata incidenza nelle classi e i problemi linguistico – comunicativi. Ad un aumento del numero di stranieri nelle classi corrisponde una maggiore problematicità della gestione. Quasi la maggior parte degli insegnanti italiani chiede il potenziamento della lingua italiana e consiglia il ricorso ai mediatori  culturali.

Ora, poiché la propensione a investire, anche in istruzione, dipende dalla chiarezza sugli orizzonti futuri, è quanto mai opportuno rimuovere ogni inutile incertezza o ingiustificata difficoltà burocratica nei percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana, in particolare per gli stranieri nati in Italia che desiderano scommettere sul nostro paese.

Rendere meno vago il loro futuro, dando loro quella fiducia che fino a oggi è stata loro negata da un codice della cittadinanza anacronisticamente difensivo, ci pare un modo sensato per aiutarli  a investire nella propria istruzione. I numeri delle seconde generazioni che abbiamo presentato in queste pagine ci avvertono che la qualità del capitale umano a disposizione dell’Italia nei prossimi decenni molto dipenderà dagli esiti di quell’investimento.

Ci garantiremo così una generazione migliore, cittadini meno spaventati dalle differenze e capaci di convivere le ricchezze culturali che ha da offrirci quest’Italia sempre più plurale. (gl)

[Guido Leone è già dirigente tecnico USR Calabria]

Il presidente Occhiuto: Progetto ReCapp Cal serve a dare orgoglio a studenti, docenti e alla Calabria

«Il progetto ReCapp Cal serve a dare orgoglio agli studenti calabresi, ai docenti, alla Calabria tutta». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo alla presentazione del progetto ReCapp Cal in Cittadella regionale, alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Il progetto è finanziato dal Dipartimento istruzione della Regione Calabria con 5 milioni di euro, sarà sviluppato negli anni solari 2024-2026 e verrà assunto, in accordo con l’Invalsi, come prototipo nazionale da replicare in quelle regioni caratterizzate da divari dei livelli apprenditivi degli studenti rispetto allo standard nazionale. Vede coinvolti, per la prima volta, congiuntamente la Regione Calabria Dipartimento istruzione, l’Ufficio scolastico regionale, il Sistema universitario calabrese (Unical, Magna Grecia e Mediterranea), l’Università Bocconi di Milano e l’Invalsi ed è sostenuto dal Ministero dell’istruzione e del merito.

All’iniziativa sono, inoltre, intervenuti la vicepresidente Giusi Princi, la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, il Rettore dell’Unical di Cosenza, in rappresentanza del Sistema accademico calabrese, Nicola Leone, e i Rettori Giovanni Cuda (Università Magna Grecia di Catanzaro), Giuseppe Zimbalatti (Università Mediterranea Reggio Calabria), il Rettore della Bocconi, Francesco Billari.

Presenti in sala il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, il questore di Catanzaro Paolo Sirna, il procuratore generale della Corte D’appello di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, il comandante della Legione Carabinieri, generale Pietro Salsano, l’avvocato distrettuale dello Stato, Ennio Apicella, il colonnello provinciale dei Carabinieri, Giuseppe Mazzullo. Inoltre, dirigenti scolastici e gli studenti dell’istituto nautico di Catanzaro Lido “Ferraris Maresca”, la presidente della Consulta giovanile degli studenti della Calabria, Franca Falduto. Ha moderato il giornalista Rai Marco Innocente Furina.

«La storia della Calabria – ha proseguito il presidente – è una storia di eccellenze culturali. Guardando la Calabria in lungo e in largo ci rendiamo conto di quanta storia e di quanta cultura ci sia in questa nostra regione. È anche la storia di tanti calabresi che nel corso degli anni, dopo aver studiato nelle scuole calabresi, sono andati all’università, si sono formati altrove e hanno saputo essere delle eccellenze nelle regioni dove hanno lavorato, purtroppo, troppo spesso, fuori dalla Calabria. E io ho sempre trovato ingiusto che la Calabria venisse rappresentata nelle prove Invalsi come una delle ultime regioni».

«Ho ritenuto – ha aggiunto – che la Regione Calabria non dovesse limitarsi a osservare questo fatto ma dovesse, invece, tentare di investire risorse per fare in modo che questa circostanza non si verificasse più in futuro. E allora ho sposato con grande entusiasmo l’idea della vicepresidente Princi di sviluppare questo progetto, finanziato con risorse regionali, che serve a dare il giusto supporto agli studenti calabresi che vorranno sostenere le prove Invalsi e il giusto supporto anche per i docenti calabresi».

«Siamo molto contenti – ha proseguito – che questa iniziativa abbia avuto il supporto preziosissimo sia dell’Invalsi che del ministro Valditara il quale è stato sempre vicino alla nostra Regione, anche nell’ambito delle iniziative legate ad Agenda Sud, dove la Calabria ha svolto un ruolo centrale per le iniziative orientate a contrastare l’abbandono scolastico».

«Oggi – ha rimarcato infine il presidente Occhiuto – possiamo essere veramente orgogliosi perché ReCappCal è il primo progetto in Italia che sarà sperimentato in Calabria come progetto pilota per le altre Regioni. Noi cerchiamo di essere degni di questa Calabria bellissima che abbiamo l’onore di rappresentare e vogliamo fare in modo che la Calabria possa essere orgogliosa dei suoi giovani straordinari e dei docenti che insieme a questi giovani affrontano, ogni giorno, i tanti problemi della scuola».

La vicepresidente Princi ha illustrato nel dettaglio il progetto ReCappCal, che coinvolgerà 70 istituti scolastici individuati sulla base degli esiti delle ultime prove Invalsi (20 Città metropolitana di Reggio Calabria, 20 Provincia di Cosenza, 10 in ciascuna delle restanti province Cz, Kr, VV). Si svilupperà negli anni solari 2024-2026 e coinvolgerà le classi precedenti a quelle in cui viene svolto il test invalsi, pertanto le classi 1° e 4° della scuola primaria, la classe 2° della scuola secondaria di primo grado e le classi 1° e 4° della scuola secondaria di secondo grado.

«Durante questi due anni – ha specificato Princi – ciascuna delle classi coinvolte svolgerà complessivamente 200 ore di potenziamento delle competenze (100 ore per anno, di cui 50 di italiano e 50 di matematica), contestualmente, i docenti di italiano e matematica saranno formati attraverso appositi corsi erogati dalle università calabresi (a loro volta coinvolte nel progetto). Sarà una formazione personalizzata alle esigenze del gruppo classe e dei docenti di riferimento e accompagnata da azioni di peer tutoring».

«I risultati apprenditivi degli studenti – ha spiegato ancora – saranno monitorati attraverso la somministrazione periodica di test (modello Invalsi). Verrà infatti attivata la piattaforma ReCapp Cal su cui verranno inseriti gli studenti coinvolti nel progetto e le relative classi virtuali. Fondamentale, in tal senso, il ruolo svolto dall’Università Bocconi di Milano che si occuperà della elaborazione in itinere dei risultati del progetto al fine di verificare l’efficacia degli interventi e di apportare eventuali rimodulazioni progettuali».

«La ricaduta finale – ha aggiunto – sarà verificata, a conclusione del biennio, attraverso il confronto dei risultati ricavati da apposito test somministrato al gruppo degli studenti coinvolti nel progetto e ad un gruppo di altrettanti alunni “non trattati” a cui, cioè, non è stato assicurato l’intervento formativo previsto dal progetto».

«Dalla Regione Calabria, dal Dipartimento istruzione, con questo progetto – ha spiegato ancora la vicepresidente – la prima concreta risposta per un efficace superamento delle prove Invalsi attraverso un progetto pilota volto a ridurre i divari formativi tra le scuole calabresi e il resto d’Italia, migliorando gli esiti nelle prove Invalsi attraverso il recupero, il potenziamento e l’innalzamento dell’apprendimento di base di italiano e matematica».

«Nello specifico – ha sottolineato inoltre la vicepresidente Princi – il fine del progetto ReCappCal è quello di colmare gli squilibri territoriali ed i gap formativi legati alle competenze chiave degli studenti calabresi, implementando un nuovo approccio metodologico, didattico e motivazionale per affrontare con successo le prove Invalsi».

La vice presidente ha infine ringraziato per il lavoro svolto tutti i partner coinvolti, la dirigente generale del Dipartimento istruzione, Maria Francesca Gatto, e le dirigenti di settore Anna Perani e Giulia Di Tommaso.

«La Bocconi – ha detto il rettore Billari – accompagnerà questo progetto selezionando le scuole e le classi, e valutando i risultati sia in itinere che in expost. Con i colleghi ci siamo impegnati a confrontarci con la comunità scientifica pubblicando i dati del progetto. Se questi risultati saranno positivi avremmo due vantaggi: il primo è la generabilità dal punto di vista scientifico, il secondo la capacità di applicazione pratica sul territorio che potrà essere anch’essa generalizzata».

Per il rettore Leone «colmare i gap formativi non è facile. Per questo il progetto è una sfida difficile e il successo non è scontato, ma nutriamo molto ottimismo».

«Il progetto sarà uno stimolo – ha evidenziato – non solo per le scuole coinvolte. I risultati potranno essere replicabili e magari la Calabria, questa volta, potrà essere un esempio per tutte le altre Regioni d’Italia. Ringrazio, quindi, il presidente Occhiuto e la vice presidente Princi per aver messo al centro dell’agenda della Regione Calabria la formazione, riconoscendo l’importanza che ciò riveste per tutto il territorio nazionale e a cui viene data ulteriore rilevanza dalla presenza oggi del ministro Valditara».

«La Calabria nel 2023 – ha dichiarato il presidente Ricci – ha registrato una forte riduzione della dispersione scolastica. Ciò non vuol dire che i problemi non ci siano, ma si deve dare atto che il percorso che la Calabria sta facendo è molto importante. Seminare sugli apprendimenti va al di là del progetto in sé. Lavorare sugli apprendimenti, con un effetto positivo anche sugli aspetti civici degli studenti, è una grande possibilità per il futuro. Investire tanto sull’istruzione e sull’apprendimento ritengo sia un’operazione importante che potrà avere un impatto positivo anche sulle altre competenze».

Secondo la direttrice Iunti «l’Iniziativa evidenzia il cambiamento di una politica che cerca di valorizzare il territorio, portando la Calabria al centro del contesto nazionale. Una scelta da parte del presidente Occhiuto e della vicepresidente Princi non scontata che ha portato con tutte le azioni svolte all’attenzione verso il mondo della scuola con investimenti importanti. Si è compreso fortemente come la scuola sia la leva di miglioramento e cambiamento di una realtà territoriale con molte criticità».

 

 

Il ministro Valditara: Crediamo fortemente che bisogna dare grandi opportunità a Calabria

«Affrontiamo insieme con la Regione una grande sfida, quella cioè di dare ai giovani calabresi straordinarie opportunità formative e quindi di successo lavorativo». È quanto ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso della presentazione, in Cittadella regionale, del progetto Recapp Call, per il recupero di competenze in italiano e matematica.

Il ministro, nel suo intervento, ha ricordato come «quando sono venuto la prima volta in Calabria il 9 giugno dell’anno scorso,dissi che questa è una regione che ha delle straordinarie potenzialità, in cui credo moltissimo, ed è per questo che oggi, per la terza volta, sono in Calabria e la prossima settimana ci ritornerò ancora».

Presenti, all’iniziativa, anche il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, la vicepresidente con delega all’Istruzione, Giusi Princi, i Rettori delle Università calabresi Giovanni Cuda (Catanzaro), Nicola Leone (Unical) e Giuseppe Zimbalatti (Reggio Calabria), il rettore dell’Università Bocconi di Milano, Francesco Billari e la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti.

«Quest’iniziativa si inserisce pienamente in quell’attività che proprio qui in Calabria volli lanciare per la prima volta – ha proseguito il ministro – e cioè Agenda Sud, che investe oltre 28 milioni di euro per le scuole della regione e, in particolare, per le scuole elementari e per altre 17 scuole superiori. Un’iniziativa che investe quasi trenta milioni contro la dispersione scolastica e con un investimento complessivo di 844 milioni di euro, veramente notevolissimo, con risorse che riguarderanno, ad esempio, anche le Stem».

«Tutto questo – ha aggiunto Valditara – perché noi crediamo fortemente che bisogna dare grandi opportunità a questa regione. Agenda sud coinvolge inoltre anche il mondo dell’impresa, il mondo dell’Università in un disegno strategico e non è un caso che la Calabra, sia una di quelle che hanno risposto meglio alla riforma del 4+2, cioè alla riforma di quell’istruzione tecnico professionale destinata a dare grandi opportunità formative ai nostri giovani».

«Questo vuol dire – ha concluso – che c’è una grande voglia di riscatto, di crescita e di modernità che insieme con il presidente Occhiuto e l’assessore Princi, insieme con tutta la Giunta calabrese, con tutte le forze politiche , di maggioranza in particolare, noi stiamo cercando di assecondare». (rcz)

 

Lunedì si presenta in Cittadella il viaggio studio a Bruxelles

Lunedì mattina, a Catanzaro, alle 10.30, in Cittadella regionale, sarà presentato dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto e dalla vicepresidente, Giusi Princi, il programma del viaggio studio a Bruxelles, che avrà luogo dal 9 all’11 aprile 2024.

All’iniziativa interverranno l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti. Parteciperà anche la commissaria dell’Arsac, Fulvia Caligiuri.

Il viaggio formativo, predisposto dalla Camera di Commercio Belga, è offerto dalla Regione Calabria a 50 studenti, selezionati sulla base della media scolastica e sul livello di certificazione linguistica in inglese, e a 5 docenti scelti per il livello di certificazione linguistica e per la partecipazione a progetti Erasmus e a esperienze formative all’estero.

Oltre agli studenti, ai dirigenti scolastici e ai docenti interessati, saranno presenti, inoltre, i dirigenti generali dei dipartimenti regionali coinvolti: Maria Francesca Gatto, istruzione, Maurizio Nicolai, programmazione, il direttore Uoa progetti strategici, Francesco Venneri, e la dirigente del settore politiche giovanili, Anna Perani(rcz)

Dalla Regione ok per interventi contro il rischio idrogeologico

La Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha approvato l’atto di indirizzo per la programmazione e la realizzazione di interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e da erosione costiera e al ripristino della funzionalità delle opere esistenti.

Ma non solo. Nel corso della riunione, su proposta congiunta di Occhiuto e della vicepresidente Giusi Princi, è stato approvato il disegno di legge “disposizioni per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni”, attraverso cui viene abrogata la legge regionale n. 15 del 2013. Si tratta di una legge strutturale e significativa dato che in Calabria la povertà educativa territoriale legata all’infanzia è uno dei gap da colmare: solo il 3% di bambini e di bambine usufruisce di asili nido o servizi educativi per l’infanzia.

L’obiettivo del disegno di legge, che consta di 28 articoli e che dovrà essere approvato in Consiglio regionale, è di definire il sistema integrato per conseguire la continuità del percorso educativo dallo zero ai sei anni, attraverso il potenziamento dei servizi di nido, micro nido, sezioni primavera, servizi integrativi per l’infanzia. Il fine è anche quello di consolidare e ampliare l’offerta del numero dei posti per il progressivo raggiungimento della copertura del 33% della popolazione nella fascia di età zero tre anni, così da ridurre il gap esistente con le altre regioni, attraverso la ridefinizione dei requisiti strutturali ed organizzativi.

È previsto, altresì, il miglioramento della qualità del sistema attraverso la formazione permanente di tutto il personale in servizio. Inoltre, il nuovo disegno di legge – che è stato condiviso con il tavolo di lavoro appositamente istituito presso il Dipartimento istruzione, formazione e pari opportunità, nonché con l’Anci e gli ambiti territoriali sociali, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e d’integrazione – si propone di realizzare una governance di sistema tra Regioni, Comuni ed Ufficio scolastico regionale, con azioni di raccordo e collaborazione interistituzionale, in continuità del percorso già avviato con i Protocolli d’intesa sottoscritti tra Regione, Usr e Anci.

L’esecutivo, su indicazione dell’assessore regionale al lavoro e formazione professionale, Giovanni Calabrese, ha inoltre deliberato lo schema di Accordo per la realizzazione dell’intervento 1.1 riguardante il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego. L’Accordo è da sottoscrivere tra l’Unità di missione per l’attuazione degli interventi Pnrr presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Mlps), la direzione generale delle politiche attive del lavoro del Mlps e la Regione Calabria.

Il Piano, finanziato con fondi del Pnrr per 10.593.900,48 di euro, più altri 55.485.315,98 di fondi ministeriali, è finalizzato al potenziamento dei Centri per l’Impiego per consentire un’efficace erogazione dei servizi per l’impiego e attività di formazione tramite il rafforzamento delle competenze del personale e tramite il potenziamento infrastrutturale.

La Giunta ha poi approvato una serie di delibere dell’assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo, tra cui lo strumento di programmazione ponte con il nuovo programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle foreste regionali per l’anno 2024. Lo stanziamento finanziario ammonta a 156 milioni di euro, di cui 100 milioni di risorse statali e 56 milioni di risorse regionali.

Deliberato anche il programma forestale 2024/2044 elaborato dalla Uoa politica della montagna, foreste, forestazione e difesa del suolo.

Infine, sempre su indicazione di Gallo, la Giunta ha provveduto alla nomina di cinque componenti del Comitato tecnico-scientifico dell’elaioteca regionale “Casa degli oli extravergini d’oliva di Calabria”, individuati tra coloro che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse della Regione Calabria. (rcz)

Per 50 studenti meritevoli e 5 docenti viaggio formativo a Bruxelles

La Regione Calabria ha offerto, a 50 studenti e 5 docenti, segnalati dagli istituti scolastici calabresi in quanto distintisi per impegno e merito, un viaggio formativo a Bruxelles, dal 9 all’11 aprile.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, spiegando come «il programma del viaggio si sta definendo al meglio coinvolgendo attivamente la Camera di Commercio belga. Obiettivo primario è, infatti, garantire un viaggio formativo di alta qualità che possa offrire ai partecipanti un’ampia prospettiva delle istituzioni europee promuovendo lo scambio di conoscenze e idee, affinché gli studenti possano trarre il massimo beneficio da questa esperienza unica, contribuendo così al loro sviluppo personale e alla crescita del bagaglio culturale».

«I dettagli specifici relativi al programma completo, agli orari e a tutti gli aspetti organizzativi – ha proseguito – su cui sta lavorando il Dipartimenti regionale della Programmazione unitaria, d’intesa con il Dipartimento istruzione, saranno ufficializzati in una prossima comunicazione e illustrati in apposito incontro in presenza rivolto ai 50 studenti e ai 5 docenti selezionati, alle rispettive famiglie e a tutte le comunità scolastiche interessate».

«Con il presidente Occhiuto – ha evidenziato la vicepresidente Princi – vogliamo dare la possibilità ai nostri giovani calabresi di poter visitare il Parlamento Europeo, di poter prendere parte a visite studio presso la direzione generale della Commissione europea, partecipando a workshop presso la sede della Regione Calabria a Bruxelles, curati dal Consiglio dei Giovani del Mediterraneo e dal Forum europeo della gioventù».

«Vogliamo potenziare le competenze dei nostri ragazzi, dando loro la possibilità di conoscere – ha concluso – di farsi apprezzare e di migliorare il loro curriculum vitae».

Con decreto n. 17564 del 29/11/03 era stata pubblica la graduatoria distinta per profili che aveva selezionato i partecipanti sulla base dei seguenti criteri: livello di certificazione linguistica (lingua inglese) e media scolastica a.s.2022/2023, per la selezione degli studenti; livello di certificazione linguistica (lingua inglese), partecipazione progetti Erasmus, esperienze formative all’estero, per la componente docenti. (rcz)

Università Magna Graecia, attivati cinque percorsi di formazione iniziale per docenti

L’Università Magna Graecia di Catanzaro ha attivato cinque percorsi di formazione iniziale per docenti, nell’anno accademico in corso (2023/2024), per l’accesso all’insegnamento. I percorsi di formazione iniziale dei docenti rappresentano una straordinaria opportunità per chi vuole accedere alla carriera dell’insegnamento. Lo sviluppo dell’area pedagogica rappresenta, infatti, una linea strategica dell’offerta formativa dell’Umg che già da quest’anno risponde alle esigenze territoriali dei tanti giovani che vogliono accedere al mondo della scuola.

Le cinque classi di concorso individuate dall’Università Magna Graecia sono: A18 Filosofia e Scienze umane, A46 Scienze giuridico-economiche, A48 Scienze motorie e sportive II grado, A49 Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado e A50 Scienze naturali, chimiche e biologiche. All’Umg sono previsti diversi tipi di percorsi abilitanti, differenziati sulla base dei requisiti di accesso, e rispettivamente da 60, 36 e 30 crediti Formativi universitari. Tutte le informazioni saranno a breve pubblicate su un’area del sito istituzionale www.unicz.it sulla quale saranno resi disponibili i dettagli e gli aggiornamenti per accedere ai vari percorsi.

Il nuovo sistema di formazione e di accesso al ruolo dei docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado è stato interessato, negli anni, da una serie di novità che si sono tradotte nell’istituzione di percorsi finalizzati allo sviluppo e all’acquisizione di specifiche competenze culturali, disciplinari, pedagogiche, psicopedagogiche, didattiche e metodologiche proprie della professione, nonché della capacità di progettare percorsi didattici flessibili.

Attualmente, così come stabilito dalla Legge 79 del 2022, il sistema di formazione e reclutamento dei docenti per la scuola secondaria di primo e secondo grado è articolato in vari passaggi: un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale, corrispondente a non meno di 60 Cfu, a cui segue la partecipazione ad un concorso pubblico nazionale e, previo superamento dello stesso, un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Per l’attivazione dei 5 percorsi di formazione, per i quali l’Umg ha ottenuto l’accreditamento dal Ministero dell’Università e della Ricerca, è stato istituito il Centro di formazione docenti dell’Ateneo di Catanzaro di cui è responsabile la docente Tiziana Iaquinta. La prof.ssa Iaquinta è inoltre la coordinatrice del Corso di Studi in Scienze dell’educazione e della formazione (L-19), una delle grandi novità dell’offerta formativa dell’Umg per l’anno accademico 2024/2025, che sarà presentato nell’ambito di una conferenza stampa che si svolgerà nei prossimi giorni al Campus universitario. (rcz)

L’EMIGRAZIONE, IL TRISTE FENOMENO CHE
ARRICCHISCE IL NORD AI DANNI DEL SUD

di PIETRO MASSIMO BUSETTA – «Attualmente  la stragrande maggioranza degli interventi viene effettuata con tecniche chirurgiche d’avanguardia e mininvasive, grazie alla laparoscopia con visione tridimensionale ed alla chirurgia robotica. Queste  competenze hanno permesso di trattare moltissime patologie in maniera ottimale e secondo i più alti standard terapeutici nazionali ed internazionali». Lo afferma Alfredo Ercoli, professore ordinario di Ginecologia ed Ostetricia e direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia e direttore dell’Uoc di Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico ‘G. Martino’. Di Padova? Eh no. Non ci crederete ma parliamo di Messina. 

Contraddicendo tutti coloro, molti di questi meridionali, che se hanno un problema di salute pensano che il miglior modo di risolverlo sia quello di comprare un volo low cost per il Nord. 

In realtà tutti sanno che le eccellenze sanitarie  in termini individuali sono certamente presenti in tutto il Paese. Ma mentre al Nord il sistema sanitario ha una organizzazione complessiva, che garantisce il malato in tutti i momenti della sua degenza spesso, invece,  nelle strutture meridionali a fianco alle eccellenze professionali vi è una realtà complessiva che non è all’altezza delle individualità, anche eccellenti, che vi operano. Tale situazione  di mobilità comporta un costo per la regione che subisce il trasferimento ed un vantaggio per chi invece accoglie i pazienti. 

Infatti le amministrazioni, che fanno parte del sistema sanitario nazionale, rifondono a quelle che accolgono i costi sostenuti per prestare le cure richieste. Anzi le strutture di accoglienza si sono organizzate in maniera tale che non vi siano liste di attesa per chi arriva da fuori, che invece permangono per i residenti, in modo da incoraggiare i pazienti alla emigrazione sanitaria. 

Un sistema messo a punto non solo per quanto attiene alla sanità ma anche per la formazione, che le Università del Nord offrono agli studenti del Sud. Recentemente il politecnico di Torino si preoccupava della bassa natalità del Sud, perché tale fenomeno avrebbe comportato una minore richiesta di iscrizione da parte degli studenti meridionali. 

Anche in questo caso il prezzo che viene pagato dal sistema economico meridionale è estremamente alto. Perché non riguarda solamente il costo dell’iscrizione presso le università, ma anche il costo del soggiorno che aiuta i sistemi economici di Pisa, di Bergamo o di Brescia, con una richiesta di affitto da parte dei pendolari, per tutti gli anni della frequenza.

Non solo ma a chiusura del periodo formativo, quando gli emigranti troveranno quel lavoro per il quale hanno deciso la frequenza nelle università settentrionali, i genitori compreranno magari una casa, vendendo quella posseduta, diminuendo enormemente il valore del patrimonio immobiliare del Sud, come sta avvenendo, e aumentando quello del Nord. 

Insomma il conto complessivo è di quelli che sembra incredibile. Il primo importo è quello relativo al costo della formazione dei 100.000 che ogni anno si trasferiscono per lavorare al Nord.

La maggior parte di essi ha una formazione universitaria. In media possiamo dire, considerato che vi sono anche delle professionalità senza titolo di studio,  che la formazione è quella media  superiore. 

Il costo complessivo per far nascere, crescere e formare  un giovane in modo che possa cominciare a lavorare è di circa 200.000 €, che moltiplicati per i 100.000 che ogni anno se ne vanno fa una somma vicina ai 20 miliardi di euro, che le regioni meridionali regalano a quelle del Nord, in prevalenza. In realtà vi sono anche le migrazioni internazionali che andrebbero sottratte a questa cifra. 

In questi anni è cresciuta anche la migrazione sanitaria dalle regioni del Sud a quelle del Nord con 4,25 miliardi di euro che si spostano verso il Nord. 

A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato.

Il Miur ha annunciato che nell’anno accademico 2022-23 ci sono state 331 mila immatricolazioni (147 mila maschi, 184 mila femmine). È una cifra costante negli ultimi anni. Il 25 per cento di studenti meridionali fuori sede si traduce in oltre 82 mila partenze. Applicando il criterio di spesa prudenziale dei 30 mila euro l’anno per ogni studente, il prodotto della moltiplicazione è di 2,47 miliardi di euro in fondi privati trasferiti dal Sud al Centro-Nord. 

Facendo la somma di tutte queste risorse andiamo verso i 30 miliardi annui che vengono trasferiti che, sommati ai 60 di spesa pro capite differente, calcolata dal dipartimento per le politiche di coesione, fanno  una somma complessiva di circa 90 miliardi annui. 

Pensate che qualcuno voglia rinunciare alla mucca grassa che si trova a mungere senza opporre resistenza? Sarà difficile.       Ovviamente l’autonomia differenziata porterà ad una aggravamento di questa situazione. Poiché avendo a disposizione meno risorse la sanità meridionale non potrà che peggiorare, mentre quella settentrionale avrà un standard sempre più di livello. 

Stessa condizione subirà la formazione universitaria, mentre l’impossibilità di trovare livelli adeguati di occupazione nel Sud alimenterà il processo migratorio dei giovani formati meridionali.

É uno schema tipico delle colonie che sarà difficile ribaltare senza interventi decisi e continuati, che non si vedono all’orizzonte. Bisogna comunque sottolineare che in parte tali  spostamenti sono dovuti a una reale differenza di assistenza o di formazione.

Ma nella maggior parte dei casi dipendono da una cattiva reputazione che le  strutture sia mediche che formative, al di là della loro reale valenza, in alcuni casi per loro colpa effettiva,  in altri per una vulgata cavalcata dagli interessi di chi vuole alimentare i trasferimenti, si sono “guadagnate”. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Lunedì Occhiuto e Princi presentano il progetto “Apprendere insieme” a supporto delle Dsa

Lunedì 12 febbraio, in Cittadella regionale, alle 12.30, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e la vicepresidente Giusi Princi presenteranno il progetto Apprendere insieme, che prevede azioni di supporto in ambito dei Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa).

All’incontro con la stampa interverranno anche i dg regionali Tommaso Calabrò (Dipartimento regionale tutela della salute) e Maria Francesca Gatto (Dipartimento istruzione), i direttori generali delle Aziende provinciali: Antonio Battistini (Catanzaro e Vibo), Lucia di Furia (Reggio Calabria), Antonello Graziano (Cosenza), Antonio Brambilla (Crotone), la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, rappresentanti di Ordini professionale e associazioni di categoria.

Sono 25 milioni le risorse previste con il nuovo Pr che, rendendo strutturale il progetto, prevederanno, per la prima volta in Calabria, e fino al 2028, l’attivazione di equipe dedicate, attivate presso ogni Azienda sanitaria provinciale, costituite da psicologi, logopedisti, neuropsichiatri infantili, a servizio di ogni istituto scolastico. (rcz)