Riforma Its, il ministro Valditara: La Calabria ha accolto il cambiamento con concretezza

La riforma sperimentale degli istituti tecnici e professionali «rappresenta per noi una sfida che la Regione Calabria ha raccolto con grande concretezza e lungimiranza». È quanto ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso del webinar promosso dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Calabria insieme all’Ufficio Scolastico Regionale per illustrare a circa 10 mila famiglie calabresi la riforma.

All’evento erano collegati i dirigenti scolastici delle scuole secondarie di primo grado della Regione, tutti i dirigenti e i presidenti ITS della filiera dei tecnici e dei professionali autorizzati.

Il ministro, prima di entrare nel merito della riforma, ha detto di apprezzare molto l’iniziativa della vicepresidente della Regione Calabra, Giusi Princi, e della dirigente dell’Usr, Antonella Iunti, «che mi ha consentito di incontrare i genitori per un confronto a 360 gradi su questa riforma che incarna un modello fortemente innovativo e moderno, un modello avanzato in cui noi crediamo moltissimo e che ha l’obiettivo di dare più opportunità lavorative ai nostri giovani, con una formazione sempre più aderente alle necessità del mercato del lavoro e con una solida preparazione culturale di base».

«Tutto il percorso è stato costruito in strettissima sinergia con la Regione Calabria – ha spiegato – perciò è fortemente aderente alle necessita di questo territorio. Si tratta di una riforma importante per tutto il Mezzogiorno dove contiamo, ogni anno, più di 1 milione di posti di lavoro non coperti per mancanza di qualifiche. Sono le imprese che ci chiedono questo percorso. Parliamo di filiera, di 4 più 2, che prevede 4 anni di istruzione tecnica e professionale e 2 anni di istruzione tecnologica superiore».

«Non riduciamo il programma quinquennale – ha rimarcato – ma avviamo percorsi nuovi che puntano sulla qualità e non sulla quantità. L’organico rimarrà invariato anzi ci saranno tantissimi docenti in più a disposizione per seguire i nostri studenti. Sappiamo, infatti, che esistono fragilità in alcune materie come, ad esempio, matematica, italiano ed inglese, pertanto noi andremo a potenziare le specializzazioni mancanti reclutando, con contratto, dei docenti anche fra gli imprenditori e i manager. Ci sarà più alternanza scuola lavoro, più attività di laboratorio, scambi con l’estero e tanta internazionalizzazione e si farà anche della ricerca, novità, questa, che servirà ad incoraggiare i nostri studenti a puntare sull’innovazione».

«Stiamo lavorando anche per far sì che in Calabria e in Sicilia – ha aggiunto – possa nascere un’offerta scolastica tecnico-professionale di supporto alla formazione di tutte quelle maestranze, di tutte quelle competenze, quelle professionalità che saranno necessarie sia per la costruzione del Ponte sullo Stretto ma soprattutto per la gestione e lo sviluppo di quelle straordinarie potenzialità che questa opera genererà per il territorio».

«Credo che la Calabria – ha detto infine il ministro Valditara – abbia straordinarie potenzialità e grandi capacità di sviluppo, è una delle regioni d’Italia su cui scommetterei e lo dimostra l’entusiasmo con cui il mondo della scuola ha risposto a questa sperimentazione. È una bellissima testimonianza».

Molto soddisfatte della numerosa partecipazione all’evento la vicepresidente Princi e la diritrice Iunti, le quali hanno ringraziato tutto il mondo scolastico calabrese, i tanti genitori e il ministro Valditara «per aver accettato di confrontarsi con le famiglie della Calabria. La Regione – hanno sottolineato – vuole accompagnare i genitori affinché superino le titubanze legate alle novità attraverso la possibilità di diretto confronto con il ministro all’istruzione e la merito».

«Il mondo del lavoro calabrese  per i prossimi anni – hanno aggiunto – punterà molto sulle competenze tecniche e specialistiche e, come si evince da fonti Unioncamere e Anpal, le imprese locali assumeranno addirittura il 67% di personale in possesso di diploma secondario».

«La formazione garantita dalla filiera tecnico professionale sopperisce a tale fabbisogno – ha proseguito la vice presidente Princi – anche alla luce dei fattori che modellano i futuri bisogni occupazionali del mercato del lavoro calabrese, la costruzione del Ponte sullo stretto e l’istituzione della Zona economica speciale unica che richiamerà nuovi investimenti e la nascita di nuove imprese».

«La Regione Calabria, per i prossimi anni, con oltre 200 milioni di euro – ha proseguito Princi – incentiverà i processi di cambiamento e sviluppo finanziando, con le risorse destinate alla ricerca e all’innovazione, la nascita di nuove imprese e l’innovazione e l’internazionalizzazione di quelle esistenti. Queste misure, sostenute con forza dal presidente Occhiuto e da tutta la Giunta regionale – creeranno bisogni occupazionali avanzati e consentiranno di aumentare in Calabria profili professionali sempre più specialistici e qualificati».

La dirigente Iunti ha, infine, sottolineato la necessità che le scuole accompagnino le famiglie in questo nuovo percorso formativo, dando anche indicazioni sull’iter da seguire per l’iscrizione dal prossimo anno scolastico 2024/25, «che prevede – ha specificato – 4 anni di studio negli istituti tecnici o professionali (non più 5), due anni negli Its Academy, con il diretto coinvolgimento di aziende partner e con successiva possibilità di passaggio all’università per completare il percorso, per cui ha evidenziato che la Calabria è l’unica realtà d’Italia ad avere sottoscritto apposito protocollo con le università calabresi per il riconoscimento dei crediti formativi a quegli studenti che, concluso l’ITS, vogliano conseguire la laurea triennale». (rcz)

Riforma Istituti tecnici, mercoledì il webinar del ministro Valditara

Mercoledì 31 gennaio, alle 11.15, si terrà il webinar del ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per spiegare la sperimentazione dei tecnici e dei professionali a tutti i genitori calabresi e a tutti gli studenti di terza media.

L’evento è promosso dall’Assessorato regionale all’istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale, guidato da Antonella Iunti.

In una comunicazione indirizzata a tutte le scuole secondarie di primo grado della Regione, a firma della vice presidente Giusi Princi e della dirigente dell’Usr Antonella Iunti, le scuole sono state invitate ad organizzare il collegamento presso i loro istituti, accogliendo i genitori nelle aule magne o nei laboratori opportunamente attrezzati.

«Il fine – hanno spiegato Princi e Iunti – è di accompagnare le comunità educanti nella fase delicata delle iscrizioni, affinché le famiglie possano scegliere con consapevolezza e secondo le reali attitudini e inclinazioni dei propri figli, acquisendo direttamente dal ministro tutti i chiarimenti sui percorsi formativi e sulle reali opportunità e declinazioni della sperimentazione della filiera dei tecnici e dei professionali, per cui la Calabria ha registrato tra il maggior numero di candidature nazionali».

La partecipazione al webinar è stata estesa anche ai Dirigenti scolastici degli istituti autorizzati alla sperimentazione, invitate a collegarsi con i propri docenti dalle rispettive sedi scolastiche. Il link di collegamento sarà inviato dalla Regione Calabria a tutte le scuole che invieranno la propria mail istituzionale entro martedì 30. (rcz)

L’OPINIONE / Giusi Princi: La violenza non deve avere posto nel nostro sistema

di GIUSI PRINCI – Quando un educatore diventa vittima di violenza è doveroso stigmatizzare l’accaduto e offrire solidarietà e vicinanza alla vittima. È fondamentale che le istituzioni tutte si uniscano e manifestino il proprio sostegno e sdegno perché la violenza non deve avere posto nel nostro sistema scolastico, né nella nostra società.

Aldo Trecroci è un valido dirigente scolastico e una persona rispettata e stimata. Trovo inaccettabile la violenza nei suoi confronti, aggredito dal genitore di una studentessa del Liceo scientifico Scorza di Cosenza.

A lui, collega e amico di lunga data, esprimo forte tutta la solidarietà personale oltre che la vicinanza istituzionale.

L’accaduto è di una gravità senza precedenti e mette in evidenza un problema profondo che affligge il nostro sistema scolastico e rappresenta una sconfitta per tutti coloro che credono nell’educazione come strumento di crescita e sviluppo.

L’episodio, purtroppo non isolato, mette in luce una crisi generalizzata nel rapporto tra scuola e famiglie, evidenziando quanto diventa sempre più difficile coinvolgere i genitori in un percorso di alleanza educativa, in un confronto proficuo necessario nel processo pedagogico degli studenti sui quali dobbiamo riporre le speranze per una società più aperta e solidale, più giusta. (gp)

[Giusi Princi è vicepresidente della Regione Calabria]

Agenda Sud, dal Mim oltre 8 mln di risorse in più per assumere nuovi docenti: La Calabria tra le destinarie

La Calabria è tra le regioni destinatarie delle risorse aggiuntive stanziate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal ministro Giuseppe Valditara, per assumere nuovo personale.

Oltre alla nostra regione, saranno 14 reti di scuole statali di Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia a ricevere 8 milioni di euro.

L’iniziativa è parte di Agenda Sud, il piano d’interventi lanciato dal Mim per ridurre i divari negli apprendimenti tra le diverse aree del Paese. Grazie a queste risorse, già da gennaio ciascuno degli istituti scolastici interessati potrà disporre di 5 docenti aggiuntivi. Il provvedimento fa seguito a quello dello scorso ottobre, con il quale il Ministro ha disposto l’assegnazione di 20 insegnanti in più per le scuole di Caivano.

«Riuniamo l’Italia a partire dalla scuola. Questo decreto – ha spiegato Valditara – è un’ulteriore tappa nel percorso che abbiamo intrapreso con Agenda Sud: per la prima volta abbiamo la possibilità di colmare il divario esistente tra le diverse aree del Paese dando a tutti gli studenti le stesse opportunità formative, e dunque lavorative, a prescindere dal luogo in cui vivono. I docenti, così come i dirigenti e tutto il personale, sono i pilastri su cui poggia il sistema di istruzione: valorizzare il loro ruolo e la loro presenza è fondamentale per apportare un cambiamento significativo all’interno delle nostre scuole». (rrm)

Il ministro Valditara a San Luca: Investire in istruzione per dare futuro ai giovani

«Investire nell’istruzione e nella scuola, per dare un futuro ai giovani, è il nostro obiettivo». È quanto ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, nel corso della sua visita a San Luca.

«Oggi è un giorno importante, un giorno in cui noi siamo venuti qui per ascoltare le esigenze e per dare risposte concrete», ha detto Valditara, assicurando che «lo Stato c’è ed è vicino ai cittadini».

Il Ministro ha auspicato che «veramente possa partire un esempio di crescita civile ed economica per l’Italia e per l’Europa investendo nell’Istruzione e investendo nella scuola dando un futuro ai ragazzi, ai giovani. Questo è un passo importante di Agenda Sud: siamo stati a Caivano con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e siamo venuti qua. Agenda Sud significa credere nello sviluppo, nella crescita e nelle opportunità per tanti giovani del Mezzogiorno e soprattutto significa riunire l’Italia. Un’Italia che oggi è spaccata in due, che ha tanti ragazzi che non hanno le stesse opportunità formative e quindi non hanno le stesse opportunità lavorative di tanti giovani che vivono in aree più fortunate».

«Investire 320 milioni di euro complessivamente in duemila scuole del Mezzogiorno in Italia – ha detto ancora – investire risorse importanti in questi comuni e nell’intera regione Calabria vuol dire dare finalmente risposte concrete. Non chiuderemo scuole anzi allungheremo il tempo scuola, ci saranno più docenti e più personale Ata». (rrc)

Il sindaco Versace (Metrocity RC): Valditara nella Locride un segnale di attenzione

Il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ha evidenziato come la visita del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sia «un segnale di attenzione a un territorio da troppo tempo abbandonato».

Il ministro, infatti, nella mattinata si è recato a San Luca, Platì e Bovalino, mentre nel pomeriggio a Reggio Calabria incontrerà i dirigenti scolastici.

«Non soltanto la sua visita premia un territorio che ha voglia di riscatto – ha aggiunto Versace – ma ci dà anche quella speranza di poter discutere con delle istituzioni che hanno voglia di fare e soprattutto vogliono comprendere realmente le esigenze e le difficoltà di questo nostro territorio purtroppo per troppo tempo abbandonato».

«Noi crediamo che veramente – ha detto Valditara – possa partire un esempio di crescita civile ed economica per l’Italia e per l’Europa, investendo nell’istruzione, nella scuola, dando un futuro ai ragazzi, ai giovani. Questo è un giorno importante, in cui noi siamo venuti qui per ascoltare le esigenze e per dare risposte concrete. Uno Stato che è presente che è al fianco dei cittadini e che non li abbandonerà».

«Questo è un po’ un primo passo importante di Agenda Sud – ha aggiunto il ministro – siamo stati a Caivano con la presidente del consiglio Giorgia Meloni e siamo venuti qua».

Infine il ministro Valditara, sul dimensionamento, ha detto che «non ci deve essere preoccupazione perché noi non chiuderemo scuole, anzi qui manderemo più insegnanti, faremo più tempo scuola, manderemo più personale ata». (rrc)

Il ministro Valditara in Calabria per l’avvio dell’anno scolastico: Sarà a San Luca, Platì e Bovalino

Domani il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in occasione del recente avvio dell’anno scolastico, sarà a San Luca, Piatì e Bovalino.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, sottolineando come la presenza del ministro «assume una rilevanza sociale significativa, in quanto si lega al più ampio progetto di prevenzione e di riscatto della Calabria messo in atto con il Presidente Roberto Occhiuto sin dall’inizio del nostro mandato».

«Al contempo – ha aggiunto – si coniuga al patto educativo che è stato sottoscritto tra Prefettura, Regione, Usr e Sindaci dei territori dell’area di riferimento e che vede la pianificazione congiunta di azioni a medio e lungo termine per arginare i mali profondi che affliggono questi luoghi: dispersione scolastica, povertà educativa, svantaggio socio-economico e culturale».

«Attraverso un’importante sinergia interistituzionale – ha rimarcato la Vicepresidente della Regione – è stata infatti posta in essere una rete di carattere programmatico, operativa anche rispetto gli indirizzi, per finalizzare al meglio le risorse regionali in tali aree e il cui obiettivo diventa proprio quello di partire dalla scuola, fondamentale ascensore sociale e baluardo di legalità, oltre che di educazione». (rcz)

L’OPINIONE / Giusi Princi: Superati test di medicina grazie a percorso ideato in Calabria

di GIUSI PRINCI – L’eccellente risultato ottenuto da Arianna Vicari, la studentessa di Vicenza che ha realizzato il punteggio più alto, la prima in graduatoria su 80mila candidati nei test nazionali, per l’ingresso alla Facoltà di Medicina, inorgoglisce la Calabria tutta. Arianna venuta a conoscenza del suo primato nazionale, ha dichiarato che deve il risultato al corso di “Biologia con curvatura biomedica” frequentato nel liceo della sua città.

Sono felice per Arianna, ma sono anche orgogliosa perché un progetto partito da Reggio Calabria ha unito l’Italia diventandone un modello. Il corso, infatti, è stato da me ideato e sperimentato al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria, insieme al presidente dell’Ordine dei Medici Pasquale Veneziano, quando rivestivo l’incarico di dirigente scolastico.

Da allora, dopo la prima sperimentazione reggina, il percorso è stato sposato dal Ministero dell’Istruzione e dalla Federazione Nazionale dei Medici e trasferito, tramite avvisi pubblici, a tutti i licei italiani, con il da Vinci capofila. Attualmente sono 300 i licei nazionali che sperimentano il corso di biomedicina, di cui 17 quelli calabresi, 106 gli Ordini provinciali dei medici, 60mila gli studenti che lo frequentano. Un’idea di successo quella partita dalla Calabria ricordata e riconosciuta anche dal segretario generale di FNOMceO, Roberto Monaco, in un video-messaggio youtube di congratulazioni ad Arianna.

Proprio il prossimo 19 settembre  con gli altri componenti della cabina di regia nazionale saremo al Ministero dal Capo Dipartimento e dai direttori generali degli Ordinamenti scolastici e della valutazione per ultimare la proposta di istituzionalizzazione del liceo biomedico, un nuovo indirizzo (attualmente è una sperimentazione) che prevedrà, nel piano di studi la materia specifica della biomedicina con docenze affidate ai docenti di scienze e ai medici e attività laboratoriali presso strutture sanitarie.

Orgoglio condiviso anche dal presidente Roberto Occhiuto che complimentandosi per la felice intuizione calabrese, anche in qualità di commissario ad acta della sanità, auspica che i tanti giovani medici che si formeranno grazie al percorso biomedico, diventino una risorsa per la Calabria.

DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, REGIONE
NON SI DIMENTICHI DELLE AREE INTERNE

di GUIDO LEONE – Nei giorni scorsi la vicepresidente della giunta regionale con delega all’istruzione ha scritto ai presidenti delle Province e alla Città metropolitana di Reggio Calabria perché provvedano ad approvare, entro il 30 settembre 2023, il Piano di dimensionamento della rete scolastica e l’offerta formativa 2024/25, previa costituzione di appositi tavoli tecnici per ogni realtà provinciale con le rappresentanze di tutte le componenti interessate.

Ora in una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall’attuazione delle riforme previste dal Pnrr, la scelta di accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è certo la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, obiettivi che il ministro Valditara proclama di voler conseguire.

Negli ultimi anni la provincia di Reggio Calabria, come il resto della regione, ha scontato la miopia con cui si è agito, la logica spesso campanilistica o semplicemente politica delle scelte in questi ultimi anni effettuate. I piani di dimensionamento della rete scolastica spesso sono stati frutto non di un percorso condiviso tra tutti i soggetti interessati – dirigenti, scuole, docenti, famiglie, istituzioni – né trasparente e, di conseguenza, equi nelle scelte, laddove invece gli stessi piani dovevano e devono essere il risultato di una attività conoscitiva e valutativa dei bisogni dell’utenza che va garantita nel suo pieno diritto all’istruzione e al successo formativo con uguali opportunità per tutti gli allievi.

La nuova politica scolastica, invece, sembra ritenere che le scuole dei piccoli centri aspromontani e preaspromontani siano dei rami secchi da tagliare, che contraddice peraltro le tanto insistite politiche della famiglia. Fino ai dodici anni il diritto alla scuola nel luogo dove si abita dovrebbe essere un diritto inalienabile. Fra l’altro la politica europea che tende a ripopolare le zone di montagna e i paesini dell’entroterra cozza contro questa preoccupazione tutta economica di chiudere ciò che a occhi miopi risulta non produttivo. Sto parlando della provincia reggina montana dove sono state chiuse o ridimensionate anno dopo anno le scuole con l’argomento che a servirsene sono in pochi. Questa ossessione del risparmio che si esercita sui più deboli, sui più piccoli, a me pare insensata.

Ho già avuto modo di ribadire in più circostanze che, in particolare, in questa provincia una buona metà della popolazione scolastica superiore non gode della piena offerta formativa che la scuola propone perché tagliata fuori dalla indisponibilità del trasporto pubblico negli orari pomeridiani e serali che impedisce agli allievi provenienti dall’entroterra di rientrare nei loro paesi.

Sicché le attività complementari che la scuola svolge, compresa l’attività di recupero e le altre iniziative mirate a rafforzare la frequenza scolastica e quindi ad impedire la dispersione scolastica, non possono essere fruite.

Per non parlare, poi, delle strutture e delle infrastrutture scolastiche, dei laboratori, delle equipe medico-psico-pedagogiche (ci attendiamo molto in tal senso dai comuni e dalle aziende sanitarie locali), che, se adeguate e presenti consentirebbero alla stessa scuola di essere veramente un centro di comunità educante permanente aperta a tutte le fasce sociali con programmi di iniziative flessibili con una ben chiara doppia valenza: prevenzione, socializzazione e integrazione con la formazione scolastica.

Fa bene, a questo punto, la vicepresidente Princi a porre l’attenzione sulla salvaguardia delle aree interne della regione per il contrasto della dispersione e dell’insuccesso scolastico anche se credo che i margini di manovra sono più che ristretti dai parametri ministeriali.

Certo, ci saremmo attesi che la Regione Calabria si fosse unita alle altre regioni meridionali nel ricorrere alla Corte Costituzionale avverso l’ultima legge di bilancio nella parte relativa al dimensionamento scolastico a partire dall’anno scolastico 2024 /2025.

Atteso, peraltro, che la stessa Regione Calabria dal provvedimento risulta essere dopo la Basilicata la più penalizzata in termini di riduzione percentuale delle autonomie scolastiche con il 23,3%.

Mi auguro che i prossimi tavoli tecnici nei prossimi giorni attivati per il nuovo piano dimensionamento operino con una visione innovativa prevedendo plessi polivalenti in grado di seguire il processo formativo dalle scuole dell’infanzia alla media di primo grado. Innovazione significa ripensare la scuola non più come singolo edificio ma come il nodo di una rete di formazione che si estende non solo alla singola comunità, ma ad aree intercomunali.

È indispensabile un progetto integrato d’area del territorio per realizzare azioni comuni tra le diverse istituzioni sulla base di una regia organica rivolta a sostenere l’innovazione nei processi formativi e nelle strategie d’accoglienza agli studenti.

Quanto detto significa che il sistema educativo deve essere costruito a livello culturale – educativo, ma anche a livello politico e organizzativo.

A livello politico l’ente locale deve ancor più rappresentare il promotore del raccordo tra le risorse educative presenti nel territorio rivestendo il ruolo di promotore nella costruzione del sistema educativo integrato.

Bisogna passare dal Pof della singola scuola alla elaborazione di un Pof territoriale come proposta educativa di un territorio e nello spirito di una istituzione scolastica intesa come comunità educativa permanente.

Certo il banco di prova sarà costituito dalla capacità di integrare tra Comuni viciniori strutture e servizi, secondo le prospettive delle intese e degli accordi di programma nei settori strategici del sistema formativo (infanzia, post-obbligo- istruzione professionale, orientamento, handicap, centri di risorse, ecc.) con l’esigenza di un preciso quadro di riferimento e di riscontri sul piano dei risultati.

Mi rendo conto che il panorama che si intravede all’orizzonte dal punto di vista economico imporrà dei sacrifici e delle scelte, ma proprio per questo occorre prepararsi a fronteggiare tali ristrettezze lavorando insieme enti locali e amministrazione scolastica nella individuazione delle scelte.

Si pone, tuttavia, il problema di una nuova governance, che valorizzi il ruolo intelligente delle periferie, di forme orizzontali di responsabile autogoverno, non singole scuole, velleitariamente autarchiche e in competizione isolata, ma un sistema di scuole autonome che interagiscono tra di loro e con la comunità di riferimento, capaci di costruire un vero e proprio “patto educativo territoriale” che coinvolga in genere i Comuni (singoli o associati) e le scuole (associate in rete) su scala cittadina e/o su base comprensoriale.

Sono convinto che la linea culturale vincente è quella che tende ad un rapporto nuovo scuola-territorio, all’uso didattico del territorio.

Si tratta di piegare a dimensione etica e pedagogica l’economico, il politico, il sociale, l’amministrativo, il culturale con consapevolezze e responsabilità diverse. (gl)

(Il professor Guido Leone è stato dirigente tecnico Usr Calabria)

Dimensionamento scolastico, Princi incontra sindacati e istituzioni

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha incontrato i sindacati del comparto Scuola, i presidenti delle Province e Città Metropolitana di Reggio Calabria per discutere delle linee guida per il dimensionamento scolastico.

«La Regione Calabria sta procedendo speditamente a gettare le basi per il Piano di dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa per il prossimo triennio», ha detto Princi a margine della riunione, a cui hanno partecipato anche il direttore dell’USR, Antonella Iunti, insieme al suo vicario dirigente ATP di Reggo Calabria,  Antonino Cama, ed il dirigente del settore Istruzione, Anna Perani.

«Abbiamo predisposto – ha spiegato Giusi Princi – indirizzi a salvaguardia delle aree interne e di quelle realtà laddove maggiore è il tasso di dispersione e di abbandono scolastico o con situazioni di svantaggio socio-economico, in cui registriamo bassi livelli apprenditivi negli studenti. D’altronde, attraverso lo strumento dell’Osservatorio per il Diritto allo Studio, fortemente voluto dal Dipartimento Istruzione guidato dal direttore Maria Francesca Gatto, ciascun Comune nell’elaborare la propria offerta formativa e definire la propria rete scolastica potrà avere in tempo reale una lettura georeferenziata del territorio, e quindi avere contezza degli indicatori di vivibilità dell’area considerata: tasso di dispersione scolastica, svantaggio socio economico del contesto, povertà educativa, rete dei trasporti da cui si evinca come ogni realtà sia servita dai mezzi pubblici».

«Con Sindacati e Istituzioni abbiamo condiviso quanto importante sia garantire maggiori opportunità dove più evidenti sono le deprivazioni culturali. Sulla base del numero di autonomie (281) assegnate dal Ministero alla Regione Calabria – ha proseguito – è stata effettuata una distribuzione su base provinciale rapportata alla popolazione scolastica, alla densità abitativa di ciascun territorio ed agli sviluppi demografici previsti nel prossimo triennio».

I criteri inseriti nel documento ed a cui si dovranno attenere gli Enti nella proposta regionale di riorganizzazione della rete scolastica sono i seguenti: nelle aree ad alta densità, in particolare nei comuni capoluogo e nei comuni superiori a 15mila abitanti, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno mille alunni; nelle aree scarsamente popolate, nelle aree interne e nelle aree periferiche, che si caratterizzano per condizioni di particolare isolamento, si può tendere a costituire / mantenere istituti scolastici con un numero di almeno 600 studenti.

«Pertanto, ferme restando l’osservanza del numero di autonomie assegnate a ciascuna realtà provinciale e il rispetto da parte delle amministrazioni del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA loro assegnato – ha precisato Giusi Princi – Province e Città metropolitana potranno applicare un criterio compensativo per cui sarà possibile mantenere o costituire autonomie con un numero differente di alunni rispetto ai parametri numerici sopraindicati: superiori o inferiori a 600 per tutelare territori particolarmente fragili dal punto di vista socio-economico, isolati e inaccessibili; realtà scolastiche superiori alle 1000 unità, invece, nelle aree altamente popolate».

«Dopo l’avallo delle componenti che oggi abbiamo coinvolto – ha detto ancora Princi –  prossimo step sarà portare il documento in Giunta regionale per poi completare l’iter di approvazione nella opportuna sede di Commissione del Consiglio regionale. Intanto è ampia la soddisfazione di tutti per essere riusciti a trovare la quadra sul dimensionamento regionale in tempi celeri, per avere rivendicato, attraverso le linee guida, la necessità di salvaguardare le realtà scolastiche di quelle aree periferiche e interne che insistono in territori, socialmente, culturalmente ed economicamente depresse».

«Una Regione che cambia passo, quella Calabria – ha concluso – voluta dal Presidente e da tutta la giunta Occhiuto, che rende centrale il diritto allo studio e gli interessi del mondo scuola garantendo a tutti gli studenti, di tutte le aree geografiche della regione, le medesime opportunità formative e le stesse sollecitazioni culturali». (rcz)