Klaus Davi in televisione promuove il Pane di Platì: Qui abbiamo il miglior pane che c’è in Italia

Il massmediologo e giornalista Klaus Davi, nel corso del programma di La7L’Aria che tira, si conferma un incessante promotore della Regione, tenendo fede al suo ruolo di ambasciatore di Platì e della Locride, promuovendo il Pane di Platì.

Ospite di Francesco Magnani, e rispondendo allo chef Fabio Picchi, che esaltava la Toscana, Klaus Davi ha prontamente replicato: «Invito anch’io tutti in Calabria, sono ambasciatore a titolo gratuito; a Platì abbiamo il miglior pane che c’è in Italia».

Il pane della Locride, infatti, in un sondaggio condotto all’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. sulle preferenze degli italiani sul pane, si è posizionato al settimo posto, con una preferenza del 72% su un campione di 500 persone. (rrc)

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Il ricorso di Klaus Davi e Nico Pangallo al Ministro dell’Interno: a Reggio si deve rivotare

Le elezioni di Reggio sono indubbiamente “viziate” da molte irregolarità, forse anche oltre il caso specifico del consigliere comunale Antonino Castorina: secondo il massmedilogo Klaus Davi (candidato sindaco a Reggio, non eletto in Consiglio per una manciata di voti) vanno annullate e si deve tornare a votare. Per questa ragione ha presentato un esposto al Ministero degli Interni, redatto dagli avvocati Oreste e Achille Morcavallo e sottoscritto dallo stesso Davi, con la finalità di annullare le elezioni amministrative di Reggio Calabria svoltesi il 20 e 21 settembre scorsi e con conseguente scioglimento del Consiglio Comunale della città dello Stretto.

Nell’esposto, inoltrato da Davi insieme a Nico Pangallo, candidato più votato della lista “Klaus Davi per Reggio”, al Ministero degli Interni e alla Prefettura di Reggio Calabria, si fa riferimento alle presunte irregolarità denunciate già all’indomani del voto ed emerse, seppur in maniera accusatoria, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Reggio, che ha portato agli arresti domiciliari del consigliere comunale del Pd Antonino Castorina. Tra le irregolarità riscontrate si riportano, a solo titolo esemplificativo e non esaustivo: la mancanza del riepilogo finale dei voti e dei voti di lista in un verbale di sezione che si limita a registrare solo le preferenze espresse in favore del candidato sindaco; in altra sezione il relativo verbale riporta al contrario solo i voti di lista e non le preferenze, ancora non verificate, in quanto nella medesima sezione lo scrutinio è stato sospeso per incongruenze e mai più completato; in altra sezione il registro non è compilato in alcuna sua parte, mentre è presente un secondo registro compilato a matita, con correzione dei voti riportati dall’esponente candidato Sindaco da n. 49 a n. 29 e totale delle schede scrutinate pari a n. 424, con 33 schede nulle e 3 schede bianche. Tuttavia, nella medesima sezione risultano attribuiti n. 425 voti ai candidati sindaci e 546 alle liste. Solo a seguito della verifica della Commissione i voti attribuiti ai candidati Sindaco ed alle liste risultano in totale n. 424 e quindi pari al numero dei votanti della sezione, mentre non vengono verbalizzate schede bianche o nulle. In molti altri verbali vengono citati voti nulli alle liste, con percentuali elevatissime, di cui 117 voti relativi alla lista degli esponenti, senza alcuna motivazione; tra questi si cita una scheda elettorale dichiarata nulla perché il candidato ivi indicato come Mariotti non sarebbe stato presente nella Lista. Infine, molti verbali riportano banali errori di calcolo con riferimento alla sommatoria dei voti e addirittura numero di voti superiore al numero dei votanti. (rrc)

Klaus Davi chiede l’annullamento delle elezioni amministrative di Reggio

Il massmediologo e giornalista Klaus Davi ha ribadito che «le elezioni amministrative, svoltesi a Reggio Calabria il 20 e il 21 ottobre, vanno annullate senza se e senza ma».

«Al netto dell’inchiesta della magistratura che seguirà il suo corso – ha spiegato – sono agli atti tutte le denunce che avevamo documentato con la Lista Klaus Davi  già ad urne aperte, e prima ancora durante la campagna elettorale. Le manipolazioni dei voti  dei presidenti di seggio di Archi con il ricorso a matite farlocche, l’invio sistematico e sinistro ad urne aperte ai seggi di ‘miliziani’ di Giuseppe Falcomatà, vale a dire di soggetti che intimidivano le persone ‘suggerendo’ per chi votare e ricorrendo, addirittura, all’aiuto dipendenti comunali e consiglieri comunali all’uopo; la denuncia, indiretta, ripetiamo, di alcuni cittadini di Arghillà – in una terra in cui le istituzioni continuano a lamentare che in pochi denunciano il malaffare – secondo cui  alcuni emissari avrebbero offerto ad elettori soldi in cambio di voti».

«Per non parlare – ha proseguito Davi – della “Commissione Elettorale” che ha diffuso dati falsi e fuorvianti, la cui fiacca vigilanza  ha condizionato non poco le scelte politiche dei soggetti in corsa nella competizione elettorale. In ultimo, il dossier dettagliato da noi diffuso sugli orrori e le manipolazioni avvenute in molti seggi che hanno inquinato palesemente l’esito del voto. Solo per questo torniamo a chiedere, a gran voce, che si azzeri la Giunta e si torni a votare».

«Anche perché – ha spiegato Davi – di questa cozzaglia di ‘veline’ è ‘velini’ (a proposito avete notizie dell’assessora al turismo e del suo piano di promozione dell’immagine della città?) etero diretti da Nino De Gaetano e Sebastiano Romeo (i veri sindaci di Reggio!)  non sappiamo che farcene: l’unica opera in cui si sono distinti è stata quella di inondare la Perla dello Stretto di rifiuti e sterco».

«Reggio – ha rimarcato – ha bisogno di amministratori seri, che tirino fuori la città dal baratro non di cacofonici ventriloqui».

Davi, poi, ha criticato il sindaco Falcomatà, che «in tutti questi mesi di nostre continue denunce, il sindaco di Reggio Calabria è stato zitto, muto, silente. Non una parola su quanto trapelava abbondantemente dai giornali in merito ai brogli presuntamente messi in atto dai suoi uomini di fiducia».

«Non una riflessione sul degrado della città – ha detto Davi –. Non un’esternazione sulla gestione molto discutibile delle elezioni da parte dei suoi uffici comunali. Posso capire che in una terra come la nostra, attanagliata dal malaffare e di cui gran parte della popolazione è vittima, la ‘ndrangheta stia zitta e incassi un dividendo politico dall’omertà diffusa. Ma un sindaco no. Il suo beffardo, menefreghistico e inquietante silenzio l’ho trovato aberrante e offensivo per i cittadini».

«Nondimeno – ha aggiunto – la sua non è stata una linea politica sempre coerente, perché in altre occasioni invece si sono sprecati i ‘complimenti’ per l’ottimo lavoro svolto, per esempio, dalla ‘Commissione Elettorale’ il giorno della proclamazione. “Una garanzia”, ha scandito a favore di telecamere.»

«Lì è stato largo di manica – ha concluso Davi –. In quel caso il senso istituzionale è riemerso. Ma, poi, silenzio totale. Me lo aspetto dalla ‘Ndrangheta, ma non da un sindaco appena rieletto da una città che chiede trasparenza». (rrc)

Elezioni comunali: Klaus Davi svela errori ed omissioni, ma non farà ricorso

Da un report preciso e documentato della lista di Klaus Davi, sono emersi gli ‘orrori’ commessi durante i recenti scrutini delle elezioni del nuovo sindaco di Reggio Calabria. «Mi pare evidente – ha dichiarato il massmediologo –che, alla luce della documentazione da noi prodotta, a Reggio, per ciò che riguarda le elezioni comunali, c’è stata una sorta di lockdown della democrazia. Lo stillicidio di approssimazioni, inesattezze, errori di calcolo e annullamenti di schede che abbiamo documentato parla da solo. In una terra in cui gli uomini dello Stato si appellano continuamente alla popolazione chiedendo di denunciare le cose che non vanno, noi crediamo di aver fatto esattamente quello. Ma non lo abbiamo fatto in un’ottica di rivalsa o di rivendicazione, lo abbiamo fatto esclusivamente per mettere al corrente la popolazione di ciò che è successo in quei giorni. Ora che tutti sanno, nessuno potrà più dire “io non sapevo” oppure “non ci sono state denunce” oppure “non ci sono state segnalazioni”».

Svarioni, imprecisioni, un numero enorme di schede nulle, voti tolti e voti aggiunti ed altri clamorosi errori di presidenti inadeguati sono solo alcune delle irregolarità riscontrate e Davi, nonostante avesse la possibilità di fare ricorso, «dopo una lunga  riflessione ha deciso di non promuovere alcun ricorso amministrativo».

«Il dato preoccupante, infatti – si legge in una nota – è politico e sociale. Ed è la dimostrazione della totale assenza dello Stato, nelle sue declinazioni territoriali, in un territorio martoriato come Reggio Calabria. La scarsa attenzione alla delicata nomina dei presidenti di seggio rappresenta il primo momento di assenza ed è un apripista per le nomine di bassa clientela, nonché spazio per presidenti improvvisati e inadeguati».

«La lentezza nel fornire dati numerici certi e consentire ad ogni movimento le proprie valutazioni politiche – prosegue la nota – rappresenta altra non irrilevante criticità. A distanza di 72 h dal voto non era stato completato lo spoglio elettorale. Il dato era parziale e confuso e, nei giorni in cui si dovevano fare scelte politiche, ancora non si conosceva nessun numero certo. La stessa Commissione Centrale ha avuto bisogno di tre giorni interi per scrutinare quattro sezioni, ha verificato i verbali nella settimana antecedente al ballottaggio e dopo la conclusione del proprio mandato non ha mai trasmesso pubblicamente un riepilogo ufficiale dei dati. La disorganizzazione, la mancanza di trasparenza, gli equivoci della comunicazione hanno avuto un ruolo cruciale sulle scelte politiche di un movimento spontaneo, non avvezzo alle regole elettorali e slegato da logiche e dinamiche partitiche. Il caos è stato utile per i gruppi meglio organizzati e specialmente per chi ha potuto affrontare le elezioni con il coltello dalla parte del manico».

Ma la politica non è solo “elezioni”. L’impegno di Klaus sul territorio reggino non viene minimamente ridotto. Anche se da posizione esterna al consiglio le sue battaglie continueranno incessanti e senza sosta, continuando ad essere “opposizione” ad un sistema di apparente consolidata connivenza.

Ritornando alla questione delle elezioni, viene riportato che «il grande caos inizia il 18 settembre, con numerosissime rinunce da parte dei presidenti di seggio. Il Comune procede alla nomina mediante effettua avviso pubblicato per poche ore sul sito ufficiale, senza procedere con la sostituzione attingendo dallo specifico Albo. Vengono nominati circa settanta presidenti di seggio. Erano realmente esperti? Potevano essere nominati? Sono state rispettate le norme?».

«Lo spoglio delle elezioni comunali – si legge ancora – inizia la mattina del 22 settembre. All’alba del 23 in alcune sezioni (almeno 4) risultano numerose incongruenze e la Commissione Centrale viene autorizzata ad effettuare nuovamente lo spoglio. Questo scrutinio viene realizzato pubblicamente e i risultati vengono trasmessi la sera del 24 settembre (come ben visibile sui siti Eligendo e Comune di Reggio). La lista Klaus Davi, risulta avere ottenuto il 3.02 come percentuali di Voti validi e decide di non apparentarsi con nessuno dei due candidati al ballottaggio, continuando il proprio impegno politico in autonomia. Il 25 settembre la Commissione Centrale comunica di dovere procedere alla verifica dei verbali poiché ha riscontrato diffuse irregolarità».

«Nei giorni successivi – si legge ancora nel report – i rappresentanti della lista si recano più volte presso la commissione centrale, ma dal 25 settembre in poi nessun dato viene più ufficializzato, fino al termine del ballottaggio quando, a sorpresa, viene ufficializzata l’esclusione della lista Klaus Davi dal Consiglio comunale. Nulla da eccepire sulla modalità di calcolo della commissione, dal quale la lista rimane esclusa per 66 voti totali. Molte anomalie, invece, sono state rilevate».

«Non è stato possibile – si legge ancora nel report – acquisire i decreti di nomina dei presidenti di seggio poiché non in possesso dell’Ufficio elettorale. In via informale si è appreso che sono stati sequestrati dalla Procura di R.c. Nella stessa occasione è emerso che dalla Corte d’Appello arrivano nomine anche di persone decedute e che l’Albo non viene verificato da anni. Ad oggi non sono ancora stati resi pubblici i dati definitivi con i voti di lista e le preferenze ottenute all’esito della verifica dei verbali e degli scrutini. Venticinque presidenti (su 218!) sono stati segnalati alla Corte d’Appello per mancato completamento, irregolarità nei conteggi dei voti e verbali non completi negli elementi essenziali. Si è, quindi, proceduto alla loro sostituzione in vista del ballottaggio. In una sezione sono riportati solo i voti dei candidati sindaco, senza i voti di lista e senza alcun riepilogo finale. In un’altra sezione sono presenti solo i voti di lista e non le preferenze, ancora mai verificate. In realtà, nella stessa sezione, lo scrutinio è stato sospeso per incongruenze e mai più completato, quindi non si desume come possa essere stato stabilito il dato numerico delle liste».

«In un’altra ancora – prosegue il documento – il registro originale è completamente bianco. È presente un secondo registro compilato a matita (i voti Klaus Davi da 49 sono corretti a 29). Dal prospetto si rilevano 424 votanti, con 33 schede nulle e 3 schede bianche. Dallo scrutinio risultano 425 voti al sindaco e 546 (!!!!) alle liste. Dopo la verifica della Commissione, i voti diventano 424 sia per il sindaco che per le liste, coincidendo con il numero dei votanti. Scompaiono i 36 voti nulli».

«Il numero di schede nulle – conclude il report – è spropositato (35% in più rispetto alle precedenti elezioni, comunque con un elevato numero di candidati sindaco). In alcuni verbali risultano voti nulli senza motivo. In molti altri verbali vengono citati “voti nulli alle liste” per un totale di 117 voti solo per la lista Klaus Davi. In un altro verbale viene riportato un voto nullo al candidato “Mariotti”, perché non presente nella lista. La gran parte dei verbali riporta errori di calcolo (su banali addizioni), numero di voti palesemente superiore rispetto al numero dei votanti, enormi cancellature col bianchetto oppure vistose correzioni o dati scritti a matita.L’ufficio elettorale ha riscontrato l’incandidabilità di quattro soggetti invece candidati al consiglio comunale per sentenze definitive legate a reati come spaccio di sostanze stupefacenti, porto illegale d’armi, minacce, frode, falso in atto pubblico». (rrm)

Klaus Davi: la politica romana e il Governo centrale distruggono la Calabria

Il massmediologo Klaus Davi, ormai voce fuori dal coro per tutto cià che riguarda la Calabria, ha fatto conoscere la sua opinione sulla vicenda commissariamento.

«I governi centrali – ha detto – in tutti questi anni non  hanno saputo frenare lo strapotere della ‘ndrangheta  con il loro atteggiamento sprezzante e colonialistico verso questa regione. La Calabria è diventata una palestra per le carriere, una vetrina ,  ma non un luogo dove la politica investe a medio termine, al netto delle gravi responsabilità locali che pure ci sono. L’ultimo episodio in questo senso  è il balletto tragicomico  dei vari commissari, con la grottesca  promozione a un neo ‘supervisore’ della salute dei calabresi, il dottor Zuccatelli, convinto  negazionista, in una regione che poi il Governo colloca di  imperio  fra le regioni rosse. Poi se qualcosa non funziona si può sempre dire che è colpa delle mafie, come hanno già detto alcuni politici mettendo le mani avanti». (rp)

Klaus Davi: la chiusura della Calabria è una carognata

Per il massmediologo Klaus Davi, «la chiusura della Calabria è una carognata. Se, poi sommata alla proroga del commissariamento della sanità regionale, diventa un doppio colpo basso».

«Intendiamoci – ha spiegato Davi – sono favorevole ai provvedimenti del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e non c’era alternativa come nel caso della Lombardia (regione in cui vivo e travolta dal virus) e del Piemonte. Ma colpendo  la Calabria, al momento con un tasso di contagi infinitamente inferiore rispetto alla Campania, con un doppio affondo – il lockdown e commissariamento della Sanità – la  si condanna  alla definitiva morte economica».

«Lo Stato in Calabria  – ha proseguito Davi – ha fatto e fa molti disastri e, da anni, spedisce gente non all’altezza per affrontare le emergenza, poi incolpa i calabresi attraverso ambigue interviste di esponenti – o ex – dell’esecutivo, di mafiosità».

«Ma mi domando – ha concluso – dove sono i consiglieri regionali, i sindaci, i deputati e i senatori? Perché non vanno a Roma? Perché non occupano pacificamente il Parlamento? A cosa serve che restino a Catanzaro?». (rrm)

REGGIO – Klaus Davi: lockdown tragedia per le imprese reggine, il sindaco si muova

Il massmediologo Klaus Davi si dice preoccupato per il Dpcm che verrà licenziato tra stasera e domani, in quanto «in base a quanto trapela,  sarà imposta una serrata di Stato ai già provatissimi e dissanguati commercianti reggini».

«Questo provvedimento tragico che colpirà la Calabria provocherà la chiusura definitiva di almeno il 40% degli esercizi a Reggio. Mi chiedo e chiedo al primo cittadino ‘dove sono i soldi?’ Che fine hanno fatto i milioni promessi in campagna elettorale?» ha chiesto Davi, ricordando che «il campagna elettorale il sindaco di Reggio Calabria ci ha dilettati con le dirette Facebook con Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri per rassicurarci che alla città di Reggio sarebbe stata distribuita una caterva di milioni di euro. Chi volesse verificare può trovare su Google ancora le esilaranti tracce delle dirette zeppe di mirabolanti promesse dell’allora candidato Falcomatà».

«Ora – ha proseguito il massmediologo Davi – sembra che il Governo suo amico, cioè proprio Gualtieri e Zingaretti, imporrà il lockdown alla Calabria. Non solo, sempre Gualtieri e Zingaretti hanno messo a punto un decreto killer che stabilirà che per altri tre anni la sanità calabrese verrà commissariata. Gli amiconi romani di Falcomatà trattano i reggini e i calabresi come fossero un branco di sottosviluppati».

«Questo lockdown – ha evidenziato Davi – sarà fatale per le imprese calabresi e lui che fa? Si rende conto che, mentre l’apparato statale e parastatale continuerà a essere pagato, gli esercizi avranno milioni di danni? Perché non chiede aiuto a Sebastiano  Romeo? Lui almeno ha qualche chance in più di farsi sentire a Roma».

«Visto come stanno trattando questa regione – ha concluso – non ci resta che sperare in Romeo, che almeno con Zingaretti ci parla, mentre lei, sindaco Falcomatà, non si capisce bene cosa stia facendo». (rrc)

Nuovo attacco di Klaus Davi alla Giunta Falcomatà: «terrorismo psicologico»

Il massmediologo e giornalista Klaus Davi torna a criticare, duramente, la Giunta comunale di Reggio Calabria, guidata da Giuseppe Falcomatà, accusandola di «terrorismo psicologico verso piccola e media impresa, commercianti e artigiani».

«Lo sanno bene – ha dichiarato Davi – gli operatori del mercato delle Botteghelle che ieri, in molte televisioni, hanno raccontato essere stati multati e stalkerizzati ingiustamente dalle truppe inviate da Falcomata in persona , proprio da lui e dai suoi assessori-vampiri. Un ampio resoconto della vicenda è stato raccontato dalle tv locali. Questa sarà la giunta del terrore psicologico e della vendetta sociale contro i commercianti, gli imprenditori, gli artigiani. Perché loro odiano l’impresa e vogliono che i cittadini ‘finanzino il Comune con la raccolta fondi’ come ha detto il vicesindaco Tonino Perna, l’ultimo rimasuglio del cattocomunismo più vetero».

«E chi se non la Pmi dovrà finanziare il comune? – ha aggiunto –. Ci domandiamo e domandiamo a Tonino Perna se la beneficienza che lui chiederà ai cittadini di Reggio riguarderà solo le casse del Comune? Il Parco Ecolandia sarà compreso o escluso da queste forme di beneficienza? È una domanda legittima che gli rivolgiamo – vista la sua
strampalata dichiarazione – perché sul destino che dovrebbero avere questi soldi non è stato chiaro e sarebbe opportuno che lo facesse al più presto. Falcomatà non dice una parola sui soldi che aveva promesso in campagna elettorale. Non una. Tira in ballo l’Anci – l’Associazione dei comuni – per manipolare e sviare – arte in cui è maestro – sapendo bene che è una balla, perché l’Anci non ha una lira e non potrà aiutarli».

«Secondo una nostra stima – ha proseguito il massmediologo – con il confinamento che ci sarà a breve il 40% – è solo questione di ore –
degli esercizi di Reggio chiuderà definitivamente . Il 40% ! Migliaia di
famiglie pagheranno il prezzo delle bugie del sindaco e del suo vice sindaco e della sua giunta di ‘velini’ etero diretti dai vari Sebastiano Romeo e Nino de Gaetano, i due veri pupari di questa giunta. Falcomatà non ha detto una sola parola su questa condanna a morte del commercio. Tutte le balle profuse durante la campagna elettorale si sono sciolte come neve al sole. Intanto, fa terrorismo psicologico contro i mercatini delle Botteghelle e rivela la sua vera faccia anti mercato, anti impresa, anti commercianti».

«I soldi promessi sono spariti – ha ribadito Davi – Avete più sentito nominare il ministro del Tesoro tirato in ballo in campagna elettorale? Se ne guarda bene, il furbo Falcomatà. Il suo silenzio è una condanna a morte per le attività commerciali di Reggio. Ma lui se ne frega e intanto terrorizza con i suoi pretoriani i mercatini rionali. Rivelando la sua fera faccia feroce». (rrc)

Klaus Davi ambasciatore in Italia e nel mondo del Comune di Platì

Dopo l’esperienza a candidato a sindaco di Reggio Calabria, il massmediologo e giornalista Klaus Davi torna nella Locride, dove sarà ambasciatore in Italia e nel mondo del Comune di Platì.

Davi, su proposta del sindaco Rosario Sergi, infatti, avrà la delega in quanto esperto per lo “sviluppo del territorio, valorizzazione delle identità e miglioramento delle tipicità nell’ambito dei prodotti alimentari di eccellenza, a titolo gratuito.

L’obiettivo, con la nomina di Davi ad ambasciatore, è quello di «sostenere il comparso produttivo locale, «promuovendone lo sviluppo e la diffusione attraverso azioni strategiche che possano consentire la promozione d’immagine platiese sull’intero territorio nazionale, senza in alcun modo intaccare le risorse economiche di codesto Ente».

«Il mio rapporto con questa terra – ha dichiarato il massmediologo – e tutto il sud continua e si consolida. Per me è un ‘ritorno a casa’ dopo un anno di impegno nella meravigliosa San Luca distante pochi chilometri Platì. Il rapporto con il territorio della Locride è molto forte non è solo di natura  politica ma, se mi è consentito, anche affettivo, ed è talmente forte che il sindaco Sergi, il consigliere Paolo Ferrara, l’ intera Giunta e tutta la comunità di Platì mi hanno voluto onorare di questo prestigioso incarico».

«Lo interpreto – ha concluso Davi – come un segno di stima e di vicinanza del popolo locrideo, dopo un anno di intenso impegno profuso  in queste zone che, a questo punto, avrà un importante seguito».

Le iniziative di Klaus Davi per Platì saranno presentate in occasione di una conferenza stampa, che verrà indetta dal sindaco Sergi nei prossimi giorni e a cui sarà consentito di partecipare in remoto. (rrm)

REGGIO – Stasera con Klaus Davi a Tgcom 24 si parla degli “Scrutini impazziti” di Reggio

Questa sera, a Tgcom 24, alle 20.30, nella puntata di Fatti e misfatti condotta da Paolo Liguori, si parlerà del caso dei cosiddetti scrutini pazzi con Klaus Davi.

«Si parlerà  – si legge in una nota di Klaus Davi – di cosa non ha funzionato nel conteggio dei voti a sindaco nella città dello Stretto. Tre lunghe settimane per conteggiare poche centinaia di voti; i seggi di Archi in cui i presidenti di seggio distribuivano matite cancellabili per votare senza che nessuno controllasse; la rinuncia di oltre la metà dei rappresentanti o dei responsabili del seggio all’ultimo minuto, sostituite con persone non all’altezza, tanto che il conteggio di alcuni seggi è stato affidato e completato dalla Commissione Elettorale presieduta dal magistrato civile Giuseppe Campagna. Le anticipazioni della Commissione rilanciate alle agenzie nazionali mai smentite».

«La presunta vicinanza – prosegue la nota – di alcuni eletti nel Consiglio comunale ad ambienti della ‘Ndrangheta. Non ultima, l’inquietante presenza di alcuni dipendenti comunali e consiglieri comunali davanti ai seggi, che distribuivano santini nella giornata di domenica in cui si votava». (rrc)