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Elezioni comunali: Klaus Davi svela errori ed omissioni, ma non farà ricorso

Da un report preciso e documentato della lista di Klaus Davi, sono emersi gli ‘orrori’ commessi durante i recenti scrutini delle elezioni del nuovo sindaco di Reggio Calabria. «Mi pare evidente – ha dichiarato il massmediologo –che, alla luce della documentazione da noi prodotta, a Reggio, per ciò che riguarda le elezioni comunali, c’è stata una sorta di lockdown della democrazia. Lo stillicidio di approssimazioni, inesattezze, errori di calcolo e annullamenti di schede che abbiamo documentato parla da solo. In una terra in cui gli uomini dello Stato si appellano continuamente alla popolazione chiedendo di denunciare le cose che non vanno, noi crediamo di aver fatto esattamente quello. Ma non lo abbiamo fatto in un’ottica di rivalsa o di rivendicazione, lo abbiamo fatto esclusivamente per mettere al corrente la popolazione di ciò che è successo in quei giorni. Ora che tutti sanno, nessuno potrà più dire “io non sapevo” oppure “non ci sono state denunce” oppure “non ci sono state segnalazioni”».

Svarioni, imprecisioni, un numero enorme di schede nulle, voti tolti e voti aggiunti ed altri clamorosi errori di presidenti inadeguati sono solo alcune delle irregolarità riscontrate e Davi, nonostante avesse la possibilità di fare ricorso, «dopo una lunga  riflessione ha deciso di non promuovere alcun ricorso amministrativo».

«Il dato preoccupante, infatti – si legge in una nota – è politico e sociale. Ed è la dimostrazione della totale assenza dello Stato, nelle sue declinazioni territoriali, in un territorio martoriato come Reggio Calabria. La scarsa attenzione alla delicata nomina dei presidenti di seggio rappresenta il primo momento di assenza ed è un apripista per le nomine di bassa clientela, nonché spazio per presidenti improvvisati e inadeguati».

«La lentezza nel fornire dati numerici certi e consentire ad ogni movimento le proprie valutazioni politiche – prosegue la nota – rappresenta altra non irrilevante criticità. A distanza di 72 h dal voto non era stato completato lo spoglio elettorale. Il dato era parziale e confuso e, nei giorni in cui si dovevano fare scelte politiche, ancora non si conosceva nessun numero certo. La stessa Commissione Centrale ha avuto bisogno di tre giorni interi per scrutinare quattro sezioni, ha verificato i verbali nella settimana antecedente al ballottaggio e dopo la conclusione del proprio mandato non ha mai trasmesso pubblicamente un riepilogo ufficiale dei dati. La disorganizzazione, la mancanza di trasparenza, gli equivoci della comunicazione hanno avuto un ruolo cruciale sulle scelte politiche di un movimento spontaneo, non avvezzo alle regole elettorali e slegato da logiche e dinamiche partitiche. Il caos è stato utile per i gruppi meglio organizzati e specialmente per chi ha potuto affrontare le elezioni con il coltello dalla parte del manico».

Ma la politica non è solo “elezioni”. L’impegno di Klaus sul territorio reggino non viene minimamente ridotto. Anche se da posizione esterna al consiglio le sue battaglie continueranno incessanti e senza sosta, continuando ad essere “opposizione” ad un sistema di apparente consolidata connivenza.

Ritornando alla questione delle elezioni, viene riportato che «il grande caos inizia il 18 settembre, con numerosissime rinunce da parte dei presidenti di seggio. Il Comune procede alla nomina mediante effettua avviso pubblicato per poche ore sul sito ufficiale, senza procedere con la sostituzione attingendo dallo specifico Albo. Vengono nominati circa settanta presidenti di seggio. Erano realmente esperti? Potevano essere nominati? Sono state rispettate le norme?».

«Lo spoglio delle elezioni comunali – si legge ancora – inizia la mattina del 22 settembre. All’alba del 23 in alcune sezioni (almeno 4) risultano numerose incongruenze e la Commissione Centrale viene autorizzata ad effettuare nuovamente lo spoglio. Questo scrutinio viene realizzato pubblicamente e i risultati vengono trasmessi la sera del 24 settembre (come ben visibile sui siti Eligendo e Comune di Reggio). La lista Klaus Davi, risulta avere ottenuto il 3.02 come percentuali di Voti validi e decide di non apparentarsi con nessuno dei due candidati al ballottaggio, continuando il proprio impegno politico in autonomia. Il 25 settembre la Commissione Centrale comunica di dovere procedere alla verifica dei verbali poiché ha riscontrato diffuse irregolarità».

«Nei giorni successivi – si legge ancora nel report – i rappresentanti della lista si recano più volte presso la commissione centrale, ma dal 25 settembre in poi nessun dato viene più ufficializzato, fino al termine del ballottaggio quando, a sorpresa, viene ufficializzata l’esclusione della lista Klaus Davi dal Consiglio comunale. Nulla da eccepire sulla modalità di calcolo della commissione, dal quale la lista rimane esclusa per 66 voti totali. Molte anomalie, invece, sono state rilevate».

«Non è stato possibile – si legge ancora nel report – acquisire i decreti di nomina dei presidenti di seggio poiché non in possesso dell’Ufficio elettorale. In via informale si è appreso che sono stati sequestrati dalla Procura di R.c. Nella stessa occasione è emerso che dalla Corte d’Appello arrivano nomine anche di persone decedute e che l’Albo non viene verificato da anni. Ad oggi non sono ancora stati resi pubblici i dati definitivi con i voti di lista e le preferenze ottenute all’esito della verifica dei verbali e degli scrutini. Venticinque presidenti (su 218!) sono stati segnalati alla Corte d’Appello per mancato completamento, irregolarità nei conteggi dei voti e verbali non completi negli elementi essenziali. Si è, quindi, proceduto alla loro sostituzione in vista del ballottaggio. In una sezione sono riportati solo i voti dei candidati sindaco, senza i voti di lista e senza alcun riepilogo finale. In un’altra sezione sono presenti solo i voti di lista e non le preferenze, ancora mai verificate. In realtà, nella stessa sezione, lo scrutinio è stato sospeso per incongruenze e mai più completato, quindi non si desume come possa essere stato stabilito il dato numerico delle liste».

«In un’altra ancora – prosegue il documento – il registro originale è completamente bianco. È presente un secondo registro compilato a matita (i voti Klaus Davi da 49 sono corretti a 29). Dal prospetto si rilevano 424 votanti, con 33 schede nulle e 3 schede bianche. Dallo scrutinio risultano 425 voti al sindaco e 546 (!!!!) alle liste. Dopo la verifica della Commissione, i voti diventano 424 sia per il sindaco che per le liste, coincidendo con il numero dei votanti. Scompaiono i 36 voti nulli».

«Il numero di schede nulle – conclude il report – è spropositato (35% in più rispetto alle precedenti elezioni, comunque con un elevato numero di candidati sindaco). In alcuni verbali risultano voti nulli senza motivo. In molti altri verbali vengono citati “voti nulli alle liste” per un totale di 117 voti solo per la lista Klaus Davi. In un altro verbale viene riportato un voto nullo al candidato “Mariotti”, perché non presente nella lista. La gran parte dei verbali riporta errori di calcolo (su banali addizioni), numero di voti palesemente superiore rispetto al numero dei votanti, enormi cancellature col bianchetto oppure vistose correzioni o dati scritti a matita.L’ufficio elettorale ha riscontrato l’incandidabilità di quattro soggetti invece candidati al consiglio comunale per sentenze definitive legate a reati come spaccio di sostanze stupefacenti, porto illegale d’armi, minacce, frode, falso in atto pubblico». (rrm)