FONDI COVID, REGIONE FALLISCE DI NUOVO
PER AREE INTERNE SALVO 1 PROGETTO SU 4

È un’altro buco nell’acqua, quello che la Regione Calabria ha collezionato sulla gestione dei fondi europei covid. La Giunta regionale, infatti, «ha fallito anche sulla Strategia delle aree interne, quello che era un progetto pilota e di vero rilancio per tutta Italia, in Calabria viene spazzato via quasi completamente». È quanto ha denunciato l’europarlamentare del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, che ha una interrogazione alla Commissione europea, sui ritardi nello sviluppo della Strategia aree interne della Calabria.

«A dicembre scorso – ha riferito al Ferrara – la Commissione europea rispondeva ad una mia interrogazione sul tema segnalando che, a causa dei ritardi nell’avvio di tali strategie, la Regione Calabria aveva approvato una modifica del programma operativo del Fse e del Fesr (nel quadro della rimodulazione delle risorse in risposta al coronavirus) in cui permaneva, fra i finanziamenti previsti nell’ambito di questo programma operativo, la sola strategia per l’area Reventino-Savuto».

«Dunque – ha spiegato l’eurodeputata – una sola Strategia delle quattro previste inizialmente restava “operativa”, venivano “sacrificate” invece le strategie relative all’ Area Grecanica, Versante Ionico-Serre, Sila-Presila crotonese e cosentina. L’autorità di gestione comunicava, poi, che gli investimenti per queste tre strategie saranno coperti dai fondi nazionali (Fondo Sociale di Coesione 2014-2020). L’ennesimo spostamento su altre fonti di finanziamento di progetti attesi da anni fermi però all’anno zero. L’unica strategia il cui iter sembra aver fatto qualche timido passo avanti è appunto quella relativa all’area Reventino-Savuto che continuerà a essere finanziata nell’ambito del Por 14-20 con una dotazione finanziaria complessiva di 4 780 000 euro (4 530 000 dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 250 000 dal Fondo sociale europeo)».

«Nella mia ultima interrogazione – ha spiegato ancora – chiedo alla Commissione di sapere, da dicembre ad oggi, qual è lo stato dell’arte di tale strategia considerati i forti ritardi che caratterizzano la programmazione e quali sono le aspettative circa la realizzazione dei restanti interventi a valere sul FSC. Riguardo ai fondi rimodulati e, quindi, alle tre strategie cancellate dal Por 14-20 sarebbe interessante sapere se la Regione abbia già proceduto con la spesa e certificazione di tali sostanziali risorse o se, al pari dei 140 milioni rimodulati per le spese sanitarie, siano ancora ferme sullo “zero assoluto”».

«Sono stata la prima a sollecitare la Regione – ha proseguito – appena la Commissione europea ne ha dato l’opportunità, affinché le risorse comunitarie non spese, tantissime purtroppo, fossero rimodulate per fronteggiare l’emergenza sanitaria. La rimodulazione è stata chiesta e ottenuta, ma la risposta dell’amministrazione regionale è stata tutt’altro che tempestiva ed efficace. Si sono sacrificati diversi progetti, la realizzazione della metro leggera Cosenza-Rende –Unical, il cosiddetto ultimo miglio Aeroporto di Lamezia Terme –Catanzaro lido ed ora ben tre, su quattro, strategie per le aree interne».

«Tutti progetti, bisogna dirlo – ha concluso – sui quali pendevano gravissimi ritardi. Nessuna accelerazione vi è stata, finora, nel ricollocare concretamente quei fondi, forse perché la maggioranza è troppo impegnata ad accelerare su altri versanti, quelli delle nomine non dovute per esempio». (rrm)

NON SPESI E PERDUTI I FONDI UE DI LAMEZIA
PER COLLEGARE AEROPORTO E CATANZARO

La Commissione Europea dice di no al collegamento multimodale fra l’Aeroporto di Lamezia Terme e Catanzaro Lido. Una bocciatura che ‘brucia’ per la Calabria, che vede sfumare una importantissima opera che, tramite i fondi Por e dal costo di 135 milioni di euro, avrebbe «migliorato la mobilità regionale, nonché per garantire la qualità, l’interconnessione e la funzionalità del sistema dei trasporti in Calabria».

A rendere noto questo triste esito, da parte della Commissione Europea, l’europarlamentare del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, a seguito della risposta scritta a una sua interrogazione, in cui chiedeva «alla Commissione europea se fosse a conoscenza di un cronoprogramma dettagliato sui tempi necessari al completamento dell’opera, e l’ammontare della spesa relativa al progetto, già certificato».

«La risposta giunta qualche giorno fa evidenzia ancora una volta l’assoluta incapacità di spesa e di programmazione da parte della Regione Calabria» ha detto la Ferrara, che nei mesi scorsi aveva ribadito che «la Calabria non può permettersi di perdere anche il progetto multimodale fra l’Aeroporto di Lamezia Terme e Catanzaro Lido», sottolineando la necessità di portare a compimento tale opera, in quanto, altrimenti, sarebbe «un’opportunità sottratta alla nostra terra, a causa, ancora una volta, di una classe politica regionale assolutamente incapace» conclude la parlamentare europea».

Nella sua risposta la Commissaria alla Coesione, Elisa Ferreira, ha scritto: «il progetto di collegamento multimodale Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido è stato ritirato dal programma operativo regionale Calabria 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale – Fondo sociale europeo. Fino ad allora non era stata certificata alcuna spesa alla Commissione».

«Il ritiro dell’importantissimo progetto da parte della Regione Calabria è avvenuto in occasione della riprogrammazione delle risorse non spese nel quadro dell’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus. Risorse di cui, purtroppo, la nostra Regione abbonda considerati i ritardi su tantissimi progetti e fra questi proprio il collegamento multimodale Lamezia Terme – Catanzaro Lido, fermo all’anno zero. I calabresi dovranno rinunciare ancora per molto ad un intervento strategico volto ad una migliore funzionalità del principale scalo aeroportuale calabrese. Un progetto a cavallo di due programmazioni e cioè la 7/13 e la 14/20 e che quindi si sarebbe dovuto completare già da tempo. Il ritiro di questo progetto non può assolutamente passare in sordina e né essere banalizzato come fatto dall’autorità di gestione che ha comunicato che “gli investimenti per il progetto saranno coperti dai fondi nazionali (Fondo Sociale di Coesione 2014-2020 e 2021-2027)”. Tradotto bisognerà attendere, semmai il progetto verrà concretamente avviato, almeno un’altra decina di anni».

«In questa risposta, così come in quelle precedenti – ha detto Ferrara – in cui si certifica il fallimento di altri progetti, si manifesta tutta l’incapacità delle amministrazioni regionali succedutesi negli anni. Giunte e maggioranze che zoppicano nella realizzazione delle opere utili allo sviluppo del territorio inserite nelle programmazioni comunitarie, ma efficientissime e rapidissime nella contrattualizzazione e nelle assunzioni di natura politica, ancora oggi, nonostante l’Assemblea regionale sia formalmente sciolta. Non bastano più i moti d’indignazione, di fronte ai quali i nostri amministratori regionali rimangono, evidentemente, inermi continuando a ripetere sempre gli stessi errori».

«Chi oggi guida la nostra Regione – ha concluso – deve prendersi le responsabilità di questo fallimento, e chi si propone di amministrarla domani, deve garantire e promuovere un necessario cambiamento rispetto al passato».

A ‘provare’ a rimediare, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo che, dopo aver «stigmatizzato i forti ritardi con cui procede l’intervento di elettrificazione della tratta ferroviaria Lamezia Terme-Catanzaro» a nome della Regione, ha chiesto di rivedere il cronoprogramma. Stessa richiesta è stata fatta dall’Agenzia per la Coesione.

 

Un appello, quello dell’eurodeputata, che fa riflettere, sopratutto se, quando quest’opera fu presentata nel 2018, l’allora presidente della Regione, Mario Oliverio, aveva dichiarato che Lamezia Terme «e i suoi cittadini non meritano di pagare altri ritardi», e che la città è considerata «il punto centrale, il nodo della nostra visione di sviluppo regionale». Dichiarazioni, quelle di Oliverio, che oggi sanno di grottesco, sopratutto se, allo stato attuale e paradossalmente, Lamezia Terme, oggi – e il suo aeroporto – è molto più considerata rispetto ad altre città considerate strategiche, come Crotone e Reggio Calabria che, invece, sono lasciate in balia di sè stesse, così come sono nella stessa situazione i piccoli borghi o qualsiasi altra città e gli stessi capoluoghi di Provincia. Non c’è chi merita o non merita, c’è che la Calabria non merita i ritardi di cui è ripetutamente vittima, perché è questo uno dei tanti problemi che affliggono la nostra terra. I ritardi. Ritardi su infrastrutture, su sanità, su qualsiasi cosa, perdendo treni importantissimi che sarebbero una boccata d’ossigeno per una terra che ha bisogno di rinascere.

L’esperienza di questa ennesima bocciatura, da parte della Commissione Europea, dovrebbe essere un monito e un input, per la futura Giunta regionale, che è necessario non solo un cambio di passo, ma anche di visione, per il futuro di una terra che ha tanto da offrire e su cui si può e si deve investire. (rrm)

Ferrara (M5S): Progetto delle case popolari per migranti e famiglie della Piana ritirato dal Por Calabria

L’eurodeputata del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, ha denunciato il ritiro, dal Por Calabria 2014-2020, del progetto degli alloggi dei braccianti stagioni della baraccopoli di San Ferdinando e alle famiglie di Rosarno in condizioni di povertà.

La parlamentare europea, infatti,  lo scorso mese di febbraio, chiedeva delucidazioni circa il mancato collaudo e quindi l’effettiva fruibilità delle abitazioni destinate ai lavoratori migranti della Piana e alle famiglie locali a rischio di esclusione sociale.

«La Commissione conferma – ha scritto la Ferrara – che il progetto non è, in questa fase, fruibile. Le unità abitative non possono essere ufficialmente collaudate, in quanto l’appaltatore non ha adeguatamente completato l’infrastruttura e ha avviato una controversia ufficiale con l’amministrazione aggiudicatrice, quindi il Comune di Rosarno».

«I gravi ritardi sul progetto – ha aggiunto – paventavano il rischio effettivo di un definanziamento dello stesso e, quindi, un taglio al saldo finale al Por Calabria. Ciò ha indotto la Regione Calabria ad escluderlo dal sostegno previsto nell’ambito del Programma Operativo Regionale Calabria 2014/2020 il quale prevedeva, per tale progetto, uno stanziamento di 3,08 milioni di euro, di cui 2,31 milioni provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale».

«L’effettiva fruibilità, e quindi assegnazione delle abitazioni – ha spiegato – avrebbe rappresentato, per i potenziali beneficiari, il riconoscimento di un diritto: quello ad una casa dignitosa e l’inizio di un percorso di vera inclusione sociale, non solo per i migranti ma anche per le famiglie rosarnesi più bisognose. Al contrario, oggi, sono simbolo di un fallimento e così sarà fintanto che gli alloggi non saranno assegnati a chi legittimamente ne ha diritto» conclude la deputata europea». (rrc)

 

Rifiuti, la Calabria rischia di essere sommersa
Da Bruxelles l’allarme sui siti di smaltimento

di MARIA CRISTINA GULLÍ – C’è un’altra emergenza che, ciclicamente, ai primi caldi, si ripresenta in Calabria e non solo: lo smaltimento dei rifiuti diventa sempre più ingestibile a causa della carenza di discariche e di siti di smaltimento. Complice l’assenza di una seria politica di raccolta e riutilizzo con la trasformazione in biogas o il riciclo (differenziato) delle tonnellate di spazzatura prodotte in regione. Sulla situazione ormai esplosiva che si sta determinando in Calabria è intervenuta con un’interrogazione alla Commissione Europea l’eurodeputata calabrese Laura Ferrara (M5S).

«Puntuale, con i primi caldi – ha dichiarato l’europarlamentare – si presenta in Calabria l’ennesima emergenza rifiuti. Moltissimi centri, anche e soprattutto di grandi dimensioni, da giorni sono letteralmente sommersi dalla spazzatura e lo scarica barile, anche questa volta, accompagna questa crisi. Questa nuova emergenza legata al ciclo di smaltimento dei rifiuti, è causata oltre che dai soliti problemi di sostenibilità finanziaria anche dall’assenza di siti deputati allo smaltimento».

«L’attuale piano di gestione dei rifiuti per la Calabria – ha proseguito la Ferrara – presentava alcune timide azioni tese a migliorare la situazione, tra cui il conseguimento dell’obiettivo del 65 % di raccolta differenziata e l’entrata in funzione di 9 nuovi impianti pubblici di trattamento dei rifiuti da completare entro la fine del 2020. Nella querelle della nostra politica regionale tali soluzioni non trovano spazio. Si continua infatti a portare avanti l’espediente della discarica. Nel frattempo l’ammasso dei rifiuti lungo le strade delle città calabresi costituisce una grave emergenza, aggravata dall’innalzamento delle temperature e dall’emergenza Covid-19».

«Fra le scadenze a cui dovrebbe ottemperare la Regione Calabria – ha evidenziato la Ferrara – vi sono le modifiche richieste dall’Ue proprio al Piano regionale di gestione dei rifiuti. Infatti, entro il 5 luglio 2020, la Regione dovrà presentarne uno riveduto ed in linea con la recente normativa dell’UE in materia di rifiuti, che stabilisce nuovi obblighi riguardanti, tra l’altro: la prevenzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, obiettivi di riciclaggio più ambiziosi e un obiettivo di riduzione del numero di discariche. Quindi, la strada da perseguire non può essere l’apertura di nuove discariche o di quelle chiuse da anni e che dovrebbero essere, al contrario, bonificate».

«In una risposta ad una mia recente interrogazione sull’argomento – ha concluso l’europarlamentare Ferrara – la Commissione sottolinea come l’esistenza di un valido piano di gestione dei rifiuti è uno dei prerequisiti affinché gli Stati membri possano attingere ai fondi strutturali per sostenere l’infrastruttura di gestione dei rifiuti nel rispetto della gerarchia dei rifiuti. Un motivo in più per superare in maniera strutturale il conferimento in discarica e puntare sugli impianti di smaltimento pubblici sin da ora»

Secondo quanto si legge nel sito istituzionale, «La Gestione dei Rifiuti nella Regione Calabria avviene tramite il Dipartimento Ambiente e Territorio, coinvolgendo lo specifico settore, e prevede il piano gestionale dei rifiuti, il programma regionale di prevenzione, la raccolta differenziata e le dinamiche per il conferimento, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Particolare attenzione è rivolta alla Raccolta Differenziata, che deve essere finalizzata a raggruppare i rifiuti in frazioni merceologiche omogenee in modo da ridurre il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e di condizionare in maniera positiva l’intero sistema di gestione. In questa sezione, inoltre, sono presenti le informazioni e le comunicazioni rivolte ai Comuni, che sono parte attiva e importantissima nella gestione regionale dei rifiuti.
«Sono di rilievo gli interventi di promozione e sviluppo della raccolta differenziata porta a porta che ha coinvolto l’88% dei comuni calabresi. Nel settore del risanamento ambientale sono in atto interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati ad alto rischio, di rimozione dell’amianto su strutture pubbliche, di bonifiche di suoli inquinati e di recupero di aree degradate, di attuazione degli interventi previsti nell’Accordo di Programma Quadro “Tutela e risanamento ambientale per il territorio delle regione”. I comuni costieri della regione hanno inoltre usufruito dei contributi per la pulizia delle spiagge, nonché per essi è stato reso il servizio di pulizia delle acque superficiali marine costiere».

Bellissimi proponimenti e magnifici obiettivi. Peccato che il sito sia fermo al 2018 come informazioni e non fornisca dati più aggiornati ai cittadini che avrebbero diritto di conoscere lo stato dell’arte delle varie iniziative in corso o in via di progettazione. Quella del sito, è un’altra incombenza per il “Capitano Ultimo”, ovvero l’assessore all’Ambiente Sergio de Caprio, che pure sta lavorando con grande impegno sul piano regionale dei rifiuti e nella salvaguardia dell’intero ecosistema della Calabria. Possibile che sul piano della comunicazione entrambi i siti web di Giunta e Consiglio regionale – costati non poco e costantemente (non) manutenuti con grande pigrizia o criminale incompetenza, salvo scarse eccezioni – non debbano diventare un fiore all’occhiello per l’istituzione? Dov’è la trasparenza nell’informazione al cittadino? Nei tweet o nei post di facebook (preziosi, a questo punto) della presidente o di qualche assessore?

Ma torniamo al problema rifiuti. Sorge spontanea una domanda: gli altri Paesi diventano ricchi con i rifiuti “esportati” dall’Italia che non riesce a smaltirli negli attuali siti che risultano ormai al collasso. Cosa si aspetta a varare una serie di progetti (peraltro finanziabili interamente dalla UE) per impianti di termovalorizzazione che trasformino i rifiuti organici in biomasse, per la produzione di energia. Non mancano i siti dove localizzare gli impianti che, contrariamente a quanto si pensa, non producono inquinamento ambientale, anche se non è difficile immaginare una mezza rivoluzione da parte dei sindaci degli eventuali territori che si dovessero individuare per tale destinazione. Analogo discorso vale per i rifiuti inorganici (vetro, plastica, metallo, alluminio, carta, ecc.) che possono essere recuperati, riciclati o addirittura riutilizzati. Il guaio è che in Calabria manca quasi totalmente la cultura del riuso, del recupero e della trasformazione dei rifiuti. Col nuovo assessore c’è dunque da aspettarsi una totale rivoluzione in questo ambito.

L’assessore De Caprio dovrebbe documentarsi su come, nel cuore della Piana, a Candidoni, nell’area dove sorge la bella realtà produttiva della Fattoria della Piana vengono smaltiti i rifiuti: gli scarti alimentari, il letame, gli avanzi di lavorazione, ritornano alla terra trasformati in biogas (e quindi energia) e concime biologico per i nuovi frutti. Attraverso un impianto di trasformazione in biomasse che vengono persino dal Giappone a visitare (vedi calabria.live del 23 ottobre 2018). Un esempio che dal privato dovrebbe essere mutuato dalla Regione, con il coinvolgimento di imprenditori e di altri soggetti istituzionali (per esempio la Città metropolitana di Reggio Calabria). (mcg)

 

 

 

Sarà tutta cosentina la sfida 2019 per la Regione Calabria ?

23 settembre – Se venissero confermate le voci, la sfida per la conquista della poltrona della Cittadella di Germaneto, il prossimo anno, diventerebbe  tutta cosentina: a sfidare Oliverio (di San Giovanni in Fiore) due cosentini doc, Mario Occhiuto (attuale sindaco di Cosenza) e l’europarlamentare pentastellata Laura Ferrara.
Dopo l’ufficializzazione della ridiscesa in campo di Mario Oliverio, che punta a una riconferma come Presidente della Regione, si vanno delineando le altre candidature per la conquista di Germaneto. Con buona pace di Sergio Abramo, il centro-destra sembra voler convergere sul sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, su cui andrebbero a concentrarsi anche i voti di Lega e Fratelli d’Italia. Non c’è alcuna ufficializzazione, anche perché manca ancora un anno, ma soprattutto risulta difficile interpretare i malumori che da più parti, nel centro-destra, continuano a registrarsi. A Fiuggi, sotto sotto, in questi giorni si è sentito tutto e il contrario di tutto, con la sensazione che, nonostante le rassicurazioni e i buoni propositi, ci sia molto da ricucire tra Forza Italia e Lega, anche soprattutto a livello regionale. In Calabria, com’è noto, l’affermazione degli azzurri è stata determinante per contenere lo “sfascio” provocato dai pentastellati e la Lega (che ha eletto Salvini proprio a Reggio Calabria) lo riconosce in pieno, tanto da non avere dubbi che la poltrona di governatore dovrebbe spettare a Forza Italia. L’on. Domenico Furgiuele, segretario regionale della Lega e uomo di Salvini in Calabria, mostra, però, perplessità su una lista unica di sapore civico, dove ogni alleato possa portare l’acqua del suo mulino. In ogni caso, qualsiasi ipotesi di candidatura “forte” dovrà tenere conto delle elezioni europee di primavera e degli scenari politici che si andranno a delineare. Occhiuto, a Fiuggi, con il fratello Roberto (deputato di Forza Italia)  e la coordinatrice regionale Jole Santelli, non smentisce la sua probabile candidatura «Sono tanti a sollecitarmi a correre per la Regione, ma voglio riflettere, ci devono essere le necessarie convergenze di tutti i partiti del centro-destra». L’idea, detta in soldoni, è una lista civica con un progetto di sviluppo che vede partecipi e coinvolti tutti gli schieramenti del centro-destra. Unica chance – aggiungiamo noi – per controbattere un pd lacerato e incapace di esprimere l’unità necessario per il rilancio e il Movimento Cinque Stelle che, alle politiche in Calabria, ha raccolto a piene mani tra gli elettori insoddisfatti di pd e forza Italia. L’incognita – che le elezioni europee potrebbero sciogliere – è se i grillini faranno il bis beffando, di nuovo democrat e soprattutto azzurri.
Il Movimento Cinque Stelle – secondo i rumours di Montecitorio –  sembra orientato a puntare su Laura Ferrara, unica europarlamentare calabrese, che ha fatto in questi anni un lavoro serio impegnandosi anche oltre le linee del Movimento. D’altro canto l’azzardo degli sconosciuti, riuscito alle politiche, potrebbe risultare fatale nella corsa a governare la Calabria. (s)