L'EURODEPUTATA LAURA FERRARA (M5S) CON UN'INTERROGAZIONE ALLA UE PONE IL PROBLEMA DELLE DISCARICHE;
L'eurodeputata Laura Ferrara

Rifiuti, la Calabria rischia di essere sommersa
Da Bruxelles l’allarme sui siti di smaltimento

di MARIA CRISTINA GULLÍ – C’è un’altra emergenza che, ciclicamente, ai primi caldi, si ripresenta in Calabria e non solo: lo smaltimento dei rifiuti diventa sempre più ingestibile a causa della carenza di discariche e di siti di smaltimento. Complice l’assenza di una seria politica di raccolta e riutilizzo con la trasformazione in biogas o il riciclo (differenziato) delle tonnellate di spazzatura prodotte in regione. Sulla situazione ormai esplosiva che si sta determinando in Calabria è intervenuta con un’interrogazione alla Commissione Europea l’eurodeputata calabrese Laura Ferrara (M5S).

«Puntuale, con i primi caldi – ha dichiarato l’europarlamentare – si presenta in Calabria l’ennesima emergenza rifiuti. Moltissimi centri, anche e soprattutto di grandi dimensioni, da giorni sono letteralmente sommersi dalla spazzatura e lo scarica barile, anche questa volta, accompagna questa crisi. Questa nuova emergenza legata al ciclo di smaltimento dei rifiuti, è causata oltre che dai soliti problemi di sostenibilità finanziaria anche dall’assenza di siti deputati allo smaltimento».

«L’attuale piano di gestione dei rifiuti per la Calabria – ha proseguito la Ferrara – presentava alcune timide azioni tese a migliorare la situazione, tra cui il conseguimento dell’obiettivo del 65 % di raccolta differenziata e l’entrata in funzione di 9 nuovi impianti pubblici di trattamento dei rifiuti da completare entro la fine del 2020. Nella querelle della nostra politica regionale tali soluzioni non trovano spazio. Si continua infatti a portare avanti l’espediente della discarica. Nel frattempo l’ammasso dei rifiuti lungo le strade delle città calabresi costituisce una grave emergenza, aggravata dall’innalzamento delle temperature e dall’emergenza Covid-19».

«Fra le scadenze a cui dovrebbe ottemperare la Regione Calabria – ha evidenziato la Ferrara – vi sono le modifiche richieste dall’Ue proprio al Piano regionale di gestione dei rifiuti. Infatti, entro il 5 luglio 2020, la Regione dovrà presentarne uno riveduto ed in linea con la recente normativa dell’UE in materia di rifiuti, che stabilisce nuovi obblighi riguardanti, tra l’altro: la prevenzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, obiettivi di riciclaggio più ambiziosi e un obiettivo di riduzione del numero di discariche. Quindi, la strada da perseguire non può essere l’apertura di nuove discariche o di quelle chiuse da anni e che dovrebbero essere, al contrario, bonificate».

«In una risposta ad una mia recente interrogazione sull’argomento – ha concluso l’europarlamentare Ferrara – la Commissione sottolinea come l’esistenza di un valido piano di gestione dei rifiuti è uno dei prerequisiti affinché gli Stati membri possano attingere ai fondi strutturali per sostenere l’infrastruttura di gestione dei rifiuti nel rispetto della gerarchia dei rifiuti. Un motivo in più per superare in maniera strutturale il conferimento in discarica e puntare sugli impianti di smaltimento pubblici sin da ora»

Secondo quanto si legge nel sito istituzionale, «La Gestione dei Rifiuti nella Regione Calabria avviene tramite il Dipartimento Ambiente e Territorio, coinvolgendo lo specifico settore, e prevede il piano gestionale dei rifiuti, il programma regionale di prevenzione, la raccolta differenziata e le dinamiche per il conferimento, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Particolare attenzione è rivolta alla Raccolta Differenziata, che deve essere finalizzata a raggruppare i rifiuti in frazioni merceologiche omogenee in modo da ridurre il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e di condizionare in maniera positiva l’intero sistema di gestione. In questa sezione, inoltre, sono presenti le informazioni e le comunicazioni rivolte ai Comuni, che sono parte attiva e importantissima nella gestione regionale dei rifiuti.
«Sono di rilievo gli interventi di promozione e sviluppo della raccolta differenziata porta a porta che ha coinvolto l’88% dei comuni calabresi. Nel settore del risanamento ambientale sono in atto interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati ad alto rischio, di rimozione dell’amianto su strutture pubbliche, di bonifiche di suoli inquinati e di recupero di aree degradate, di attuazione degli interventi previsti nell’Accordo di Programma Quadro “Tutela e risanamento ambientale per il territorio delle regione”. I comuni costieri della regione hanno inoltre usufruito dei contributi per la pulizia delle spiagge, nonché per essi è stato reso il servizio di pulizia delle acque superficiali marine costiere».

Bellissimi proponimenti e magnifici obiettivi. Peccato che il sito sia fermo al 2018 come informazioni e non fornisca dati più aggiornati ai cittadini che avrebbero diritto di conoscere lo stato dell’arte delle varie iniziative in corso o in via di progettazione. Quella del sito, è un’altra incombenza per il “Capitano Ultimo”, ovvero l’assessore all’Ambiente Sergio de Caprio, che pure sta lavorando con grande impegno sul piano regionale dei rifiuti e nella salvaguardia dell’intero ecosistema della Calabria. Possibile che sul piano della comunicazione entrambi i siti web di Giunta e Consiglio regionale – costati non poco e costantemente (non) manutenuti con grande pigrizia o criminale incompetenza, salvo scarse eccezioni – non debbano diventare un fiore all’occhiello per l’istituzione? Dov’è la trasparenza nell’informazione al cittadino? Nei tweet o nei post di facebook (preziosi, a questo punto) della presidente o di qualche assessore?

Ma torniamo al problema rifiuti. Sorge spontanea una domanda: gli altri Paesi diventano ricchi con i rifiuti “esportati” dall’Italia che non riesce a smaltirli negli attuali siti che risultano ormai al collasso. Cosa si aspetta a varare una serie di progetti (peraltro finanziabili interamente dalla UE) per impianti di termovalorizzazione che trasformino i rifiuti organici in biomasse, per la produzione di energia. Non mancano i siti dove localizzare gli impianti che, contrariamente a quanto si pensa, non producono inquinamento ambientale, anche se non è difficile immaginare una mezza rivoluzione da parte dei sindaci degli eventuali territori che si dovessero individuare per tale destinazione. Analogo discorso vale per i rifiuti inorganici (vetro, plastica, metallo, alluminio, carta, ecc.) che possono essere recuperati, riciclati o addirittura riutilizzati. Il guaio è che in Calabria manca quasi totalmente la cultura del riuso, del recupero e della trasformazione dei rifiuti. Col nuovo assessore c’è dunque da aspettarsi una totale rivoluzione in questo ambito.

L’assessore De Caprio dovrebbe documentarsi su come, nel cuore della Piana, a Candidoni, nell’area dove sorge la bella realtà produttiva della Fattoria della Piana vengono smaltiti i rifiuti: gli scarti alimentari, il letame, gli avanzi di lavorazione, ritornano alla terra trasformati in biogas (e quindi energia) e concime biologico per i nuovi frutti. Attraverso un impianto di trasformazione in biomasse che vengono persino dal Giappone a visitare (vedi calabria.live del 23 ottobre 2018). Un esempio che dal privato dovrebbe essere mutuato dalla Regione, con il coinvolgimento di imprenditori e di altri soggetti istituzionali (per esempio la Città metropolitana di Reggio Calabria). (mcg)