Il prof. Bruno Nardo eletto presidente dell’Associazione Scientifica “Antonio Petrassi”

di FRANCO BARTUCCIIl prof. Bruno Nardo, professore associato di Chirurgia Generale, presso l’Università della Calabria, direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico e primario dell’Uo di Chirurgia Generale “Falcone”  del Policlinico universitario “Annunziata di Cosenza, è stato appena nominato per un quadriennio Presidente dell’Associazione scientifica intitolata al prof  Antonio Petrassi, da lui stesso fondata circa quarant’anni fa. Il chirurgo di chiara fama cosentina che per primo in Calabria, nell’Annunziata di Cosenza, praticò i primi trapianti di fegato.

Il prof. Bruno Nardo è stato promotore a Cosenza nei giorni scorsi, presso il salone degli specchi dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, del XXI congresso biennale dell’Associazione calabrese delle scienze chirurgiche avendo come tema “La chirurgia in Calabria: sfide attuali e nuovi orizzonti”, dai cui lavori è emerso che in Calabria esiste ormai una chirurgia di alto profilo.

Infatti negli ultimi cinque anni sono stati effettuati in Calabria oltre 8 mila interventi per tumori maligni, che hanno riguardato varie patologie.

«Questo, seppure nella sua drammaticità, è un messaggio importante – ha sottolineato il prof. Bruno Nardo – perché significa che in Calabria si può fare della chirurgia di alto livello». 

In due giorni di lavori, relatori calabresi e ospiti provenienti da ogni parte d’Italia, si sono confrontati su tematiche legate all’intelligenza artificiale, all’impiego dei robot in sala operatoria, all’uso delle tecnologie digitali, ma anche alla crisi delle vocazioni e alla necessità di fare in modo che i giovani specializzandi restino una volta per tutte in Calabria. 

Nella parte iniziale dei lavori è intervenuta per portare il saluto istituzionale dell’Università della Calabria, la prof.ssa Patrizia Piro, Prorettrice con delega al Centro Residenziale, artefice di primissimo piano del grande processo di internazionalizzazione dell’Unical, con tutto quello che ne deriva al servizio della Calabria e dei calabresi. 

«La stessa neo facoltà di medicina appena avviata – ha dichiarato la prof.ssa Patrizia Piro – è il segno della proiezione dell’Università della Calabria verso il futuro e soprattutto verso i traguardi scientifici più accreditati del mondo della ricerca».

Anche di questo processo sovranazionale la professore Patrizia Piro, attraverso l’organizzazione del Campus universitario da cinque anni circa ne è sostenitrice attenta per gli studenti che passano dall’esperienza del campus, sia di appartenenza calabrese, nazionale che internazionale.

I lavori scientifici del convegno sono stati aperti da un breve intervento di stimolo ed analisi da parte del prof. Emerito dell’Università della Calabria, Sebastiano Andò, già preside della Facoltà di Farmacia e Scienze della Salute e Nutrizione, fondatore della Scuola di Medicina in Patologia Clinica e Presidente direttore del Centro Sanitario, le cui esperienze hanno portato all’istituzione nello scorso anno accademico del corso di laurea in Medicina e Chirurgia Tecnologie Digitali, nonché di Scienze Infermieristiche.

 Durante i lavori del convegno si è discusso sulla crisi di iscrizioni alla specializzazione in chirurgia. Secondo il professore Carlo Talarico, presidente dell’Associazione calabrese delle scienze chirurgiche, “le cause sono molteplici: il percorso di studi molto difficile, le possibilità di carriera che in Italia sono molto poco attraenti, il contenzioso medico legale, la qualità di vita, e gli stipendi che sono molto esigui per la media europea”. 

Con l’attivazione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD all’UniCal la situazione calabrese dovrebbe migliorare anche in funzione del fatto che per il prossimo anno accademico dovrà essere attivata una scuola di specializzazione di chirurgia generale ed un Master di Chirurgia Laparoscopia avanzata e Robotica dell’apparato gastroenterico.

«Tutto questo – ha sostenuto il prof. Bruno Nardo, forte della sua esperienza americana maturata nei grandi centri di trapianto del fegato – dovrebbe portare a trattenere i giovani medici nella nostra regione, offrendo loro una rete formativa di alta qualità».

Presidente onorario del congresso è stato il professore Antonino Cavallari, una figura di prestigio della chirurgia moderna in Italia e non solo, per anni storico professore ordinario all’Università di Bologna e punto di riferimento internazionale della medicina italiana. 

La cerimonia inaugurale ha registrato due letture magistrali, una sull’Intelligenza Artificiale, tenuta dal prof. Gianluigi Greco, Professore Ordinario di Informatica all’Unical e direttore del dipartimento di matematica ed informatica, considerato tra i massimi esperti in Italia di sulla Intelligenza Artificiale; mentre l’altra lettura magistrale sulle innovazioni tecnologiche in chirurgia, ha avuto come relatore il professore Mario Testini, dell’Università di Bari. 

Nella seconda giornata di lavori del congresso si è discuso invece della rete oncologica regionale, dove i problemi non mancano, ma il tema riguarda l’intera rete nazionale. Nell’ambito dei lavori dell’assise, sono stati infine consegnati dei premi intitolati: a “Francesco Crucitti”, il famoso chirurgo calabrese che operò salvandolo da morte certa Papa Giovanni Paolo Secondo dopo l’attentato in Piazza San Pietro, assegnato al dott. Carlo Talarico; a “Rocco Docimo”, icona della chirurgia all’ospedale di Catanzaro per quasi 50 anni, assegnato al dott. Alessandro De Luca; ad “Antonio Petrassi”, il chirurgo che in Calabria praticò i primi trapianti di fegato, che ha visto come premiato il dott. Michele Ruggero.

«Questo lo abbiamo fatto – ha sottolineato il prof. Bruno Nardo – per ricordare i grandi protagonisti della chirurgia calabrese e collegarli idealmente alle nuove generazioni dei chirurghi italiani». (fb)

Alla Mediterranea un corso di formazione informatica per i medici con applicazioni di IA

L’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Reggio Calabria, assieme all’Università Mediterranea di RC, ha organizzato un Corso di Educazione Continua in Medicina sul tema Corso Office di formazione informatica per medici chirurghi ed odontoiatri con applicazioni di intelligenza artificiale.

Un corso resosi necessario in quanto le competenze digitali e, in generale, l’innovazione tecnologica, rappresenteranno, entro i prossimi due decenni, il novanta per cento di tutti i posti di lavoro afferenti al Sistema Sanitario Nazionale. Genomica, Medicina digitale, Intelligenza artificiale e Robotica cambieranno i ruoli e le funzioni del personale clinico di tutte le professioni nel prossimo futuro e garantiranno un approccio olistico e personalizzato alla salute.

«L’avvento dell’intelligenza artificiale in campo medico – ha sottolineato il presidente dell’Ordine, dottore Pasquale Venezianoè una di quelle cose che potrebbero modificare in maniera davvero efficace il sistema di assistenza ai pazienti, sia riguardo le branche chirurgiche, in particolare la Robotica, che per la Medicina generale. E’ chiaro che la stessa deve essere adeguatamente gestita anche perché solo tra qualche anno si potrà avere la certezza dei suoi benefici in campo medico».

«A dimostrazione – ha continuato il presidente – che è importante, per tutti coloro che conseguono una laurea in Medicina, un costante aggiornamento perché vi è una continua evoluzione sia in campo diagnostico che terapeutico, per cui ciò che oggi risulta una certezza, domani potrebbe non esserlo. Per questo motivo abbiamo pensato di organizzare questo Corso che serve a dare le prime nozioni sull’applicazione di AI in campo medico, cosa che in questo momento è all’attenzione di tutti per le sue future prospettive». 

«Tenteremo non soltanto di dare ai medici che frequentano il Corso una formazione di base riguardo l’informatica – ha spiegato l’ingegnere in Telecomunicazioni, Orientamento informatico, abilitato alla professione, Maurizio Campoloma avremo anche l’occasione di far vivere ai corsisti due fasi: la prima riguarda la comprensione dell’intelligenza artificiale e poi, come ultima data riguardo il corso di Ecm, avremo la possibilità di vedere il parco olografico, proprio perché presente all’interno della Università. Si tratta per i medici di una ottima occasione per conoscere una nuova realtà che, peraltro, già si applica in alcuni settori della medicina, come la chirurgia».

«Nel dettaglio, i corsisti Ecm avranno, quindi – ha spiegato ancora – la possibilità di presenziare ad una demo del Parco Olografico, sistema progettato, realizzato e gestito dal Laboratorio ICare di Ingegneria. La piattaforma sarà presentata durante l’ultimo giorno di corso dal direttore del Laboratorio, professore Giuseppe Araniti, insieme al team di ricerca».  

Per il dottore Antonino Zema, coordinatore della Commissione Formazione ed aggiornamento dello stesso Ordine, «il tempo va avanti così velocemente che non ci rende conto di come si sia arrivati in un’altra epoca ed io mi sento testimone di questo cambiamento epocale. Abbiamo cominciato con le angiografie senza immagini, o quasi, ed i nostri tecnici facevano gli esami indossando guanti di piombo. Nessuno avrebbe immaginato che dopo poco tempo sarebbero stati usati, in maniera routinaria, gli esami per immagini che hanno rivoluzionato la Medicina».

«E poi la telemedicina – ha aggiunto il dottore Zemaper la quale noi neurochirurghi abbiamo attinto a piene mani, la Tac a distanza, operata dai tecnici e collegata al Centro dove i medici in tempo reale guardano e studiano il risultato dell’esame. Per non parlare della robotica, arrivata da pochissimo tempo, fino a sfociare all’intelligenza artificiale per la quale occorre stare molto attenti per un uso corretto, e non distorta, di questa nuova incredibile scoperta».

«Le lezioni del Corso rappresentano, quindi – ha concluso Zema – un insieme di cose che ci porteranno a gestire al meglio la Medicina e quindi la Sanità in generale. Resta il fatto che curare il paziente, ancor prima dell’informatica, resta la base di tutto»

«Abbiamo iniziato questo Corso dando ai medici delle nozioni di informatica mirate alla loro professione – ha detto infine Gianni Posillipo, responsabile delle aule informatiche dell’Università Mediterranea – e il test preliminare di oggi è servito per capire il loro grado di preparazione in modo tale da adattare il Corso a quelle che sono le proprie esigenze». (rrc) 

All’Unical via le iscrizioni al test di ammissione a Medicina

Da domani – e fino alle 15 del 17aprile, ci si potrà iscrivere al test di ammissione per il corso di laurea magistrale a ciclo unico dell’Università della Calabria in Medicina e Chirurgia TD (Tecnologie Digitali), classe di laurea LM-41 all’Unical, in programma il 28 maggio e il 30 luglio.

Può partecipare al concorso chi è già in possesso del titolo di scuola secondaria superiore o lo conseguirà nell’anno scolastico in corso. Al 1° anno sono disponibili 119 posti (di cui 4 per cittadini non-UE residenti all’estero). La procedura di ammissione si divide in quattro fasi:

Domanda su Universitaly

Ciascun candidato deve presentare la richiesta di partecipazione al test esclusivamente in modalità online attraverso il portale www.universitaly.it. L’iscrizione online è attiva indipendentemente dalla data di test scelta. Al momento dell’iscrizione, il candidato deve selezionare da un apposito elenco la sede nella quale intende recarsi per svolgere le prove. Anche l’Università della Calabria ospiterà i test nelle proprie aule.

Iscrizione su Esse3 e test di ammissione

È necessario effettuare la registrazione su Esse3 Unical (solo se non già registrati) e successivamente compilare la domanda di partecipazione al concorso. È obbligatorio il pagamento, tramite sistema PagoPA (qui la guida), del contributo di 60 euro.

Se si sceglie di sostenere il test il 28 maggio, tale procedura può essere effettuata dal 3 aprile al 22 aprile; per la data del 30 luglio, invece, dal 4 luglio al 23 luglio. È consentita la partecipazione ad entrambe le date e, ai fini dell’inserimento in graduatoria, i candidati possono utilizzare il migliore dei risultati conseguiti.

Il test, della durata di 100 minuti, consiste nella soluzione di 60 quesiti con 5 opzioni di risposta sui seguenti argomenti: competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi (4 domande); ragionamento logico e problemi (5 domande); biologia (23 domande); chimica (15 domande); fisica e matematica (13 domande). I quesiti del test di ammissione saranno estratti da un’apposita banca dati da almeno 7.000 quesiti che sarà pubblicata sul sito accessoprogrammato.mur.gov.it.

Per la valutazione delle prove saranno attribuiti al massimo 90 punti, tenendo conto dei seguenti criteri: 1,5 punti per ogni risposta esatta; -0,4 punti per ogni risposta errata; 0 punti per ogni risposta omessa

I punteggi ottenuti dai candidati saranno pubblicati su www.universitaly.it il 6 giugno (per la sessione di maggio) e l’8 agosto (per la sessione di luglio).

Istanza di inserimento nella graduatoria unica nazionale 

Una volta superato il test si potrà presentare l’istanza di inserimento nella graduatoria di merito nazionale (per cittadini Ue o equiparati) o locale (per cittadini non-UE residenti all’estero). La procedura è attiva dal 29 luglio e si chiude alle 15 del 2 settembre 2024. Nella domanda il candidato dovrà indicare, in ordine di preferenza, le sedi per cui intende concorrere, specificando in prima posizione Università della Calabria se ha prescelto l’Unical.

Pubblicazione dei risultati e domanda di immatricolazione 

Il 10 settembre 2024 sarà pubblicata, nell’area riservata agli studenti del portale del Cineca, la graduatoria nazionale di merito nominativa. Risulterà “Assegnato” il candidato che rientra nei posti disponibili relativi alla prima preferenza utile, “Prenotato” su una scelta successiva il candidato che non rientra nei posti disponibili relativi alla prima preferenza utile. A quel punto sarà necessario completare la procedura di immatricolazione su Esse3 Unical.

Informazioni dettagliate e bando sono disponibili nella sezione dedicata all’ammissione al corso in Medicina e Chirurgia TD.

Il Corso

La durata minima del corso è di 6 anni, tutti svolti interamente presso le aule ed i laboratori scientifici dell’Università della Calabria con tirocini clinici presso gli ospedali di Cosenza. Al termine degli studi viene conferita la laurea magistrale a ciclo unico abilitante alla professione di medico.

Il laureato, pertanto, potrà accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo e ai concorsi per le Scuole di Specializzazione medica e potrà lavorare in tutti gli ospedali, nelle strutture sanitarie, negli studi professionali.

Inoltre, con pochi esami aggiuntivi, il corso permette di conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria informatica, curriculum bioinformatico. Il corso di laurea offerto all’Unical, infatti, offre competenze ulteriori particolarmente innovative, che gli consentiranno, oltre che di svolgere tutte le professioni mediche tradizionali, anche di lavorare in strutture sanitarie d’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in centri di diagnostica avanzata o specializzati nella medicina di precisione, nell’ambito della telemedicina; nonché di partecipare, da medico, a gruppi interdisciplinari che lavorano per lo sviluppo di tecniche e strumenti innovativi per la medicina. (rcs)

L’Unical cerca nuovi medici altamente qualificati

di FRANCO BARTUCCIL’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD e i rapporti di collaborazione instaurati tra la stessa Università, l’Azienda Ospedaliera “Annunziata” e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, con il bene placito della Regione Calabria, ha creato in primo luogo le condizioni per trasformare l’Annunziata in Policlinico Universitario ed in secondo luogo la costituzione di un corpo docenti medici da inserire sia in ambito universitario che ospedaliero.

Tutto ciò sta portando alla creazione di una squadra di docenti medici altamente qualificati che l’Unical arruola per formare i futuri medici e per offrire assistenza d’eccellenza nella sanità locale.

«Dopo il grande interesse mostrato – viene precisato in una nota stampa dell’Ateneo – da professori affermati in Italia e all’estero nella precedente call, l’ateneo ha deciso di aprire una nuova manifestazione di interesse in area medica. La procedura prevede l’assunzione di altri professionisti che insegneranno nel corso di laurea in Medicina e chirurgia e Tecnologie digitali e che avranno un ruolo, che potrebbe essere anche apicale in alcuni reparti già definiti a guida universitaria, presso l’Azienda ospedaliera e l’Irccs – Inrca di Cosenza». 

La nuova call, che si chiuderà il 2 aprile 2024, è destinata a professionisti interessati a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore in diversi settori scientifico-disciplinari di area medica. Alti gli standard richiesti: elevata qualificazione scientifica e didattica, attestata da un’ampia e riconosciuta attività di ricerca e di produzione scientifica, nonché da un’intensa attività didattica a livello universitario o in enti di ricerca.  Si tratta della seconda call di questa portata, che l’ateneo ha scelto come modalità privilegiata di reclutamento da due anni a questa parte, da quando, cioè, ha attivato il corso di Medicina e chirurgia TD e ha avviato un progetto più complessivo per contribuire al rilancio della sanità territoriale, in una regione da cui tanti medici tendono a fuggire.

Le call, in linea con gli obiettivi programmatici del rettore Nicola Leone, si propongono di accrescere il valore competitivo dell’ateneo, ampliarne i confini, rafforzare la qualità della didattica e della ricerca, facendo ricorso a tutti gli strumenti ministeriali per poter attrarre alte professionalità, offrendo un posto da professore ricercatore con l’opportunità di svolgere attività assistenziale nell’Azienda ospedaliera, anche nel ruolo di primario. 

«Queste manifestazioni di interesse – si precisa sempre nella nota del settore di comunicazione dell’Ateneo – hanno, inoltre, il valore aggiunto di richiamare molti “cervelli di ritorno”, calabresi validi e preparati che per mancanza di opportunità nella loro regione o per scelta di formazione estera hanno lasciato la loro terra, attendendo l’occasione giusta per potervi fare ritorno e partecipare alla sua crescita sociale e culturale». 

La prima call, lanciata un anno fa, ha rappresentato un punto di svolta, con un boom di circa 300 domande pervenute da tutta Italia: Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Bergamo, solo per citarne alcune. Tra le adesioni, 55 sono state di professori universitari, 22 di primari in ospedali pubblici, 106 di dirigenti, 28 da medici in ruoli apicali nella sanità privata e ben 44 domande sono arrivate proprio da “cervelli di ritorno”. Alla fine delle procedure, nello scorso gennaio, sono stati reclutati quattro docenti medici, tre dei quali sono andati a ricoprire il ruolo di direttore di Unità operativa complessa rispettivamente di Oncologia, Cardiologia e Nefrologia, dialisi e trapianti presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.

«Reclutando professionisti di alto profilo – ha dichiarato il Rettore, Nicola Leone – l’ateneo punta a formare nuove generazioni di medici sempre più competenti, in grado di contrastare il problema della fuga dei camici bianchi dalla regione. Al contempo, l’arrivo di questi esperti potrà contribuire a potenziare prestazioni di eccellenza nell’Azienda ospedaliera di Cosenza, a vantaggio di tutta l’area, contribuendo a ridurre gradualmente la migrazione sanitaria». (fb)                  

Da Roma torna alla sua Calabria: Il prof. Carlo Capalbo “sposa” il progetto di Medicina all’Unical

di MARIACHIARA MONACO – Dopo una lunga parentesi romana, il dottor Carlo Capalbo, ha lasciato il suo incarico di professore associato presso la prestigiosa università “La Sapienza”, per sposare il progetto del nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università della Calabria, che sta progressivamente trasformando l’Azienda Ospedaliera di Cosenza in policlinico universitario.

Com’è noto, infatti, in applicazione della convenzione stipulata tra Unical e Azienda Ospedaliera di Cosenza, i reparti dell’ospedale dell’Annunziata, e quelli dei plessi del Mariano Santo ed eventualmente del Santa Barbara di Rogliano, si trasformeranno progressivamente in policlinico universitario. Il passaggio, avviato nel gennaio 2023, sarà completato entro il 2026 quando con l’avvio del secondo triennio, gli studenti si trasferiranno in corsia per le lezioni pratiche.

«Da giovane calabrese sono partito per formarmi a Roma – ha raccontato – Ho raggiunto l’obiettivo di passare dai banchi alla cattedra, ma questa sfida prospettata dalla Università della Calabria mi ha affascinato. Il richiamo della cosiddetta restanza è stato molto forte e spero possa essere la bussola per una nuova generazione di medici che proprio noi avremo il compito di formare. Sono entusiasta di far parte di questo progetto».

Un curriculum ricco di esperienze, nonostante la giovane età, ed una volontà sempre latente di tornare a casa, ma soltanto se ci fossero state le giuste condizioni, e a quanto pare, è arrivata la giusta occasione, per lui e per altri suoi colleghi rientrati alla base dopo anni di esperienze anche fuori dal Bel Paese: «Non chiamateci cervelli di ritorno – dice –. Preferisco pensare all’essere umano e dunque a menti di rientro, con le loro esperienze e le loro emozioni».

«Ho sempre tenuto a sottolineare fieramente la mia appartenenza alla Calabria – ha aggiunto – e proprio questo aspetto penso sia pure motivo di una certa attesa nell’opinione pubblica, per l’avvio di questo nuovo percorso. Qui ci sono tante potenzialità che spesso non si vedono, ma che ci sono».

Al Mariano Santo, Capalbo ha trovato un reparto nuovo di zecca, appena inaugurato: «L’impatto è stato straordinario. Credo che la forma abbia la stessa importanza della sostanza. In ambito oncologico ambienti nuovi, puliti, ordinati sono una parte della cura e della riuscita della cura. Questa struttura ha le carte in regola non solo nell’aspetto estetico ma anche nella funzionalità».

Si tratta di un percorso lungo, stimolante, e formativo. Un modus operandi diverso, per capovolgere di segno le esperienze negative di molti corregionali costretti a percorrere chilometri per fare valere il loro diritto alla salute: «Abbiamo un lavoro importante da compiere sotto il profilo della divulgazione culturale, anche con il supporto dei giornalisti, per scardinare gli stereotipi che tutti conosciamo – ha concluso Capalbo –. Il paziente anche qui deve sentirsi in un luogo sicuro, deve sapere che possono essergli garantite le migliori terapie. Questa sarà nostra missione». (mm)

L’OPINIONE / De Biase (Uilpensionati Calabria): «Medicina del territorio, usare i fondi Pnrr»

di FRANCESCO DE BIASE – C’è una Calabria che invecchia, c’è una Calabria che rinuncia alle cure e c’è una Calabria che aspetta. Che aspetta da tempo, troppo tempo, che vengano realizzati i quattro nuovi ospedali promessi da oltre quindici anni. E c’è una Calabria che attende fiduciosa che la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza venga vinta e che vengano aperte le porte degli ospedali e delle case di comunità.

Lo diciamo con un filo di preoccupazione, legata alla lentezza con la quale stanno procedendo le pratiche inerenti le oltre settanta strutture sanitarie di prossimità che, nelle intenzioni della Regione Calabria, dovrebbero diventare operative entro il 2026. La nostra, infatti, è una regione che invecchia rapidamente, secondo le stime degli istituti di statistica entro il 2050 i calabresi over 65 saranno il 36,9% del totale della popolazione residente, ed è una regione nella quale sempre più persone – come abbiamo denunciato pochi giorni addietro – è costretta a rinunciare alle cure per l’effetto combinato delle ristrettezze economiche con le quale è costretta a fare i conti e di una sanità pubblica che, sempre più di frequente, non offre le garanzie di salute sperate.

In questo contesto, come è facilmente intuibile, il potenziamento della medicina di prossimità rappresenterebbe una svolta epocale per un territorio che – come si può leggere nel Programma operativo regionale per la sanità – è in grave ritardo anche rispetto alla soglia di riferimento della griglia dei Lea che prevede l’assistenza domiciliare integrata di almeno l’1,88% della popolazione ultra sessantacinquenne e si ripropone di arrivare a centrare l’obiettivo del 10% di anziani assistiti a domicilio.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato per la Calabria oltre 120 milioni di euro per la realizzazione degli ospedali e delle case di comunità, divisi in oltre 37 milioni per i quindici ospedali di comunità programmati e oltre 84 milioni per le 57 case della comunità messe a progetto. Ad oggi, però, questa enorme mole di finanziamenti non sono stati messi concretamente a terra.

Ben che vada possiamo, al massimo, parlare di un iter burocratico approdato all’approvazione del progetto definitivo e apprezzare lo sforzo di trasparenza di pochi enti impegnati in questa sfida determinante per il futuro della Calabria. E questo, purtroppo, solo in riferimento a pochissime strutture sanitarie della medicina del territorio per le quali si era progettata la ristrutturazione e non la costruzione ex novo, in quanto avrebbero dovuto trovare sede presso ospedali dismessi o immobili mai entrati a regime per gli impegni prefissati.

Si tratta di un ritardo colpevole che rischia di mettere a repentaglio, anche alla luce della revisione del Pnrr studiata dal governo nazionale, il potenziamento di quella medicina di prossimità che in un territorio quale è quello calabrese, contrassegnato da impedimenti orografici importanti e da lunghe distanze dai centri più interni agli ospedali di riferimento, sarebbe determinante per tutelare la popolazione residente, soprattutto quella più anziana e quindi più soggetta alla cronicità delle malattie.

Per questo chiediamo ai soggetti competenti, con i quali siamo pronti ad interfacciarci al fine di individuare soluzioni utili al superamento di ogni eventuale ostacolo, di spingere sull’acceleratore nell’avvio dei cantieri in questione, al fine di assecondare la richiesta di un Servizio sanitario regionale moderno ed efficiente cui ogni calabrese aspira da troppo tempo. Nella convinzione, infine, che sia determinante pensare anche al dopo, avviando una nuova stagione di assunzioni nel comparto medico e infermieristico e prevedendo la copertura delle spese di gestione di queste strutture, per non rischiare di edificare nuove cattedrali nel deserto. (fdb)

(Francesco De Biase è segretario generale Uilpensionati Calabria)

Reggio Calabria piange la scomparsa del dottor Antonino Nicolò

Addio al luminare Antonino Nicolò. La città di Reggio Calabria piange il primario. «Il Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria – è scritto in una nota- esprime il più profondo cordoglio e la più sincera vicinanza ai familiari del dr. Nino Nicolò, già primario della Neonatologia di questo Ospedale».

Al dr. Nicolò, «in occasione del concerto di fine anno del 30 dicembre, il G.O.M. ha conferito una riconoscimento alla carriera con la seguente motivazione: “Ha contribuito in modo importante a porre le basi, negli anni ’70, ed a sviluppare la Neonatologia, specialità all’epoca quasi sconosciuta, allevando con grande competenza e garbo i professionisti che oggi continuano la sua opera caratterizzata dalla grande umanità cui ha sempre improntato il suo rapporto con i familiari dei piccoli pazienti, elemento essenziale nell’attività diagnostica e terapeutica”».

Continua l’ospedale: «Ieri mattina, il Collegio di Direzione del G.O.M., convocato in seduta straordinaria, al fine di rendere omaggio all’illustre Collega, ha disposto che venga allestita la camera ardente nella Aula “Spinelli” del presidio “Riuniti”, aperta ieri fino alle 20.00, e oggi dalle 9.00 alle 13.00. I funerali si terranno oggi, 4 gennaio, alle ore 15.00, alla Chiesa di San Giorgio al Corso».

«Angelo salvifico per migliaia di neonati che devono la vita alla sua professionalità ed alla sua straordinaria dedizione alla cura del prossimo. L’intera cittadinanza di Reggio Calabria piange addolorata la scomparsa del Dottor Antonino Nicolò, il medico dei bambini, storico fondatore e primario del reparto di Neonatologia agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, oggi Grande Ospedale Metropolitano, per decenni pilastro insostituibile di una delle eccellenze della sanità cittadina e regionale». Così in una nota il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà esprime sentimenti di cordoglio per la scomparsa del medico reggino.

«In pensione da qualche anno – ha continuato il sindaco – il Dottore Nicolò è stato per lungo tempo un riferimento della comunità medica e scientifica, non solo a Reggio Calabria, ma in tutta Italia. Medico illuminato, attento ricercatore, capace di unire la sua straordinaria esperienza alla capacità di innovare, utilizzando al meglio le più moderne tecnologie al servizio della medicina sui neonati. Negli ultimi decenni Nicolò è stato un vero e proprio modello per generazioni di medici che si sono avvicendati nel reparto da lui fondato, attingendo alle competenza, alla professionalità ed alla straordinaria umanità che il primario aveva acquisito nel corso della sua lunga e brillante carriera scientifica. Recentemente era stato insignito dal Gom di un riconoscimento alla carriera, che rimane un segno indelebile dell’enorme affetto che la comunità reggina ha sempre tributato nei suoi confronti».

«Alla sua famiglia e a quanti in questi decenni hanno avuto la fortuna di incontrarlo nel corso della sua attività giungano sentimenti di sincero cordoglio da parte delle Amministrazioni comunale e metropolitana. Reggio Calabria – conclude il sindaco – non dimenticherà l’esempio di un uomo che ha saputo fare del suo lavoro una vera e propria missione. Da sempre al servizio della sua comunità, angelo salvifico per migliaia di neonati che devono la loro vita alla sua professionalità ed alla sua straordinaria dedizione alla cura del prossimo».

Si unisce al cordoglio anche il consigliere comunale Massimo Ripepi. «Non avrei mai voluto scrivere queste righe di cordoglio e di commiato perché per tutti noi che l’abbiamo conosciuto e amato, il Dott. Nino Nicolò, o Ninì come lo chiamavamo, ha rappresentato un punto di riferimento stabile e sempre presente, unico e inimitabile – dice Ripepi – Non esisteva ora del giorno e della notte che, nonostante in pensione da molti anni e con importanti esiti di una grave malattia, non rispondesse al telefono per portare avanti la sua missione di clinico d’eccellenza che ha salvato migliaia di vite non solo di neonati e bambini in età pediatrica. Ciò che desidero consegnare a queste righe, non tanto di cordoglio quanto di amorevole saluto, è piuttosto l’affetto fraterno che ha legato Ninì a tutta la mia famiglia, fin dal tempo dei giochi di quartiere nella Repubblica di Sbarre con mio padre Lillo. Prendiamo tutti esempio dalla vita di Ninì, uomo, rheggino e sublime professionista, unico e inimitabile, gigante della morale e dell’etica che ha dedicato ai pazienti e al prossimo tutta la sua esistenza. Ciao Ninì che il Signore Gesù Cristo ti accolga tra le sue braccia, adesso ti potrai riposare nella gioia e nella pace. Ti vogliamo bene e ci mancherai tantissimo». (rrc)

Medicina, workshop: oncoginecologia a Lamezia e neoplasie rare a Rende

Venerdì 13 ottobre, due appuntamenti, in Calabria, coi temi della medicina. Oggetti dei workshop saranno l’oncoginecologia e le neoplasie rare, per entrambi provider Ecm è Xenia.

“L’oncoginecologia oggi: tumore dell’ovaio e tumore dell’endometrio”, è il tema dell’incontro che si terrà a Lamezia Terme, T-Hotel, provider Ecm Xenia. L’orario dell’inizio dei lavori è previsto per le ore 14 (andranno avanti fino alle 18,00), tre le sessioni in programma: la prevenzione la medicina di precisione nel paziente oncologico, il carcinoma dell’ovaio, il carcinoma dell’endometrio. Responsabili scientifici dell’evento i professori Pierosandro Tagliaferri e Pierfrancesco Tassone, ordinari di oncologia all’università “Magna Greacia” di Catanzaro.

«Il meeting – spiega il professore Tagliaferri – un importante momento di incontro e di conoscenza nella gestione delle neoplasie oggetto del workshop. Il trattamento con farmaci innovativi, quali i PARP inibitori e gli anticorpi anti-PD1, ovvero attivatori della risposta immunitaria, sono il prodotto di lunghi anni di ricerca pre-clinica e clinica che ha permesso di sviluppare queste terapie ad alto contenuto d’innovazione tecnologica su forti razionali biologici e con studi clinici di alto rilievo internazionale. Il corso presenterà le esperienze maturate nel settore da parte dei maggiori esperti nel settore e anche contributi scientifici originali».

Per il professore Tassone «la genetica dei tumori umani rappresenta una delle nuove frontiere della medicina oncologica e uno dei temi dominanti della ricerca contemporanea su cui il nostro gruppo ha fornito contributi pionieristici nell’ultimo ventennio. E proprio sulla base di queste conoscenze che si è configurata la moderna terapia dei tumori della sfera genitale femminile, estendendosi anche a neoplasie senza dimostrata ereditarietà».

Le neoplasie a bassa incidenza e l’approccio multidisciplinare ad esse, saranno, invece, oggetto della giornata di lavori, a cui è stato il titolo “Rare, ma non troppo”, che si svolgerà a Rende, all’hotel “Villa Fabiano”, con inizio alle 9,00, e termine alle 18,00; quattro le sessioni in programma.

“I tumori rari – dice il dottore Salvatore Turano, oncologo all’Azienda ospedaliera di Cosenza e responsabile scientifico del convegno – rappresentano il 20 per cento di tutti i tumori diagnosticati ogni anno in Unione Europa, per un totale di 4 milioni di persone. E stanno diventando sempre più frequenti, tanto da mettere a rischio il concetto di “rarità” di alcuni di essi. Obiettivo principale dell’incontro – continua Turano – è quello di mettere a confronto i diversi specialisti sulle novità scientifiche, terapeutiche e i modelli di organizzazione assistenziale inerenti alla gestione clinica dei tumori. Quello dei tumori rari conclude Turano – è un argomento che interessa anche a quegli oncologi che non se ne occupano come principale attività, perché, nell’arco della propria vita professionale, anche tutti loro si troveranno, almeno una volta, a doverne affrontare uno». (rcz)

Inaugurato all’Unical il primo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD

di FRANCO BARTUCCI Inaugurato all’UniCal dal Rettore Nicola Leone il primo anno del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD (Tecnologie Digitali), che ha visto l’immatricolazione di 120 giovani aspiranti studenti, metà dei quali provenienti da altre regioni italiane. Un corso scelto  per il carattere innovativo del suo percorso di studi.  

La cerimonia si è svolta nell’aula gialla dell’edificio polifunzionale, di fresca ristrutturazione, alla presenza del prof. Marcello Maggiolini, coordinatore del corso di laurea, alla presenza di altri docenti.

«Una data storica per l’Unical e per l’intero territorio regionale: i primi 120 studenti del nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia TD (tecnologie digitali) dell’Ateneo – viene riportato nel comunicato dell’UniCal – hanno varcato la soglia dell’aula “Gialla” del Polifunzionale, uno spazio simbolico che evoca i primi anni della vita dell’Università della Calabria, per l’inizio delle loro attività didattiche.  Dall’Università della Calabria, a più di 50 anni dalla sua fondazione, parte così una grande sfida con l’inizio di un percorso innovativo che coniuga la formazione medica con le tecnologie digitali ed i nuovi saperi che sempre più diventano indispensabili per migliorare le attività diagnostiche, terapeutiche e riabilitative». 

La verità storica

Siccome si parla di data storica e si fa riferimento ai primi anni di vita dell’UniCal è il caso di fare chiarezza e verità sulla questione di Medicina all’Ateneo di Arcavacata.

Di Medicina all’UniCal se n’è parlato per la prima volta all’inizio degli anni ottanta con il Rettore Pietro Bucci, che sollecitato dal Senato Accademico, su richiesta del Preside della Facoltà di Ingegneria, prof. Franco Maceri, aprì una trattativa con la libera Università di Catanzaro e con il sindaco di Catanzaro dell’epoca Marcello Furriolo, senza riuscire nell’intento. Il Rettore Bucci propose di attivare in comune con la libera Università di Catanzaro il corso di Medicina facendo svolgere il primo triennio all’UniCal e gli ultimi due anni di cliniche a Catanzaro, che ambiva ottenere, da parte dello Stato il riconoscimento statale.

Con il Rettore Beniamino Andreatta, addirittura, nel 1973, visto che Catanzaro, in coincidenza dell’inaugurazione del primo anno accademico 1972/1973 dell’UniCal, con il Consorzio universitario di fresca istituzione, riuscì ad attivare la libera Università (con Medicina e Giurisprudenza) in collaborazione con le Università di Napoli e Messina, fu fatto un tentativo di creare un sistema universitario regionale integrato coinvolgendo anche Reggio Calabria, dal momento che aveva già l’Istituto Statale Superiore di Architettura. L’Università della Calabria avrebbe assunto, se la proposta passava, la funzione di sede amministrativa centrale. Anche questa fu respinta per le visibili ambizioni di avere ciascuno la propria autonomia e riconoscimento statale che come si è visto arrivarono qualche decennio dopo.

Dopo cinquant’anni del primo anno accademico dell’UniCal ecco che finalmente si consegue un sogno che in tanti si impegnarono nella stessa Università perché ciò accadesse e tra i tanti vengono alla luce tre sommi docenti: Franco Maceri, Pietro Bucci e Sebastiano Andò che seppe per ultimo prenderne la fiaccola realizzativa.

I meriti del Rettore Nicola Leone 

Merito, quindi, al rettore Nicola Leone, che oggi per suggellare questa ulteriore importante tappa del progetto per la Sanità dell’Università della Calabria, ha inteso salutare personalmente l’avvio delle lezioni del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia e Tecnologie digitali, dando il benvenuto e congratulandosi con i 120 studenti che hanno vinto il concorso nazionale e hanno indicato l’Unical come prima scelta tra le tante sedi di Medicina.   

«È stato un orgoglio – ha dichiarato il rettore Nicola Leone – augurare agli studenti un buon anno accademico, in una giornata che apre un nuovo emozionante capitolo per l’ateneo e per tutto il territorio. Questo corso nasce dalla lunga tradizione dell’ateneo in ingegneria, informatica e intelligenza artificiale da una parte e nei settori della ricerca biomedica dall’altra, realizzando un progetto formativo interdisciplinare di avanguardia, unico per il focus sull’Intelligenza Artificiale». 

Circa metà degli studenti provengono da altre regioni ed hanno preferito l’Unical ad altre sedi più vicine o blasonate per il carattere innovativo del corso, come testimoniano le parole di due giovani studenti, provenienti rispettivamente dalla Basilicata e dalla Puglia.

«Abbiamo scelto questo corso di laurea perché può offrire sbocchi sicuramente più interessanti rispetto al tradizionale corso di laurea in medicina e chirurgia, pur garantendo una solida formazione medica di base. Questo corso – hanno sottolineato – è una grande opportunità per il nostro futuro perché l’evoluzione della medicina va di pari passo con quello della tecnologia, ed oggi studiare l’intelligenza artificiale applicata al settore medico incuriosisce ed apre scenari inimmaginabili».   

Per Marcello Maggiolini, coordinatore del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD, «questo nuovo percorso formativo molto innovativo, unico nel panorama nazionale, porterà questi nostri studenti in una professione che li vedrà leader per l’attività medica che andranno a svolgere sia ambito ospedaliero che sul territorio. Quello che avviamo oggi è frutto della grande tradizione dell’ateneo perché siamo consapevoli che l’attività didattica innovativa è quella che poggia sulla ricerca di frontiera».

Il Corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD rafforza la presenza dell’ateneo sul territorio ed apre nuove prospettive di crescita in campo sanitario, scientifico e occupazionale. Prevede l’erogazione delle lezioni all’Unical e dei tirocini clinico-formativi nei presidi sanitari dell’Azienda Ospedaliera dell’Annunziata, dell’Azienda Sanitaria Provinciale e dell’Inrca di Cosenza con i quali sono stati sottoscritti appositi protocolli d’intesa. Il proficuo lavoro e l’azione sinergica che vede insieme l’Università della Calabria e le autorità deputate alla governance sanitaria regionale, provinciale e locale, contribuirà a permeare il territorio con conoscenze e competenze mediche avanzate a vantaggio dei giovani che potranno formarsi con questo nuovo percorso formativo e di tutti i cittadini calabresi che si attendono un’assistenza di qualità. (fb)

Sanità, il presidente Occhiuto: In Calabria 334 borse di specializzazione in Medicina

La Calabria potrà beneficiare di 334 borse di specializzazione in medicina, di cui 84 finanziate dalla Regione. È quanto ha reso noto il presidente della Regione Roberto Occhiuto, sottolineando come «la Regione continua a investire nella formazione di giovani medici che possano nell’immediato futuro dare il proprio contributo attivo alla sanità calabrese».

«Nel riparto dei posti statali delle borse di specializzazione in Medicina – ha spiegato ancora – la Calabria potrà infatti beneficiare quest’anno di un incremento consistente di 58 borse in più rispetto al precedente anno accademico, toccando quota 250, alle quali si aggiungono 84 nuove borse finanziate direttamente dalla Giunta con risorse regionali: una cosa mai accaduta nella storia della nostra Regione».

«Basti pensare che negli ultimi anni – ha proseguito – si arrivava a malapena a finanziare una decina di borse di specializzazione.
Questo straordinario risultato è stato possibile anche grazie al lavoro dei Dipartimenti Università, Istruzione e Tutela della Salute e servizi socio-sanitari della Regione. Teniamo fede ai nostri impegni per rendere migliore e attrattiva la sanità calabrese, investendo fondi importanti per formare sempre di più figure professionali, che siano calabresi o provenienti da altre Regioni, che vogliano impegnarsi a lavorare nel nostro sistema sanitario».

«Tengo a sottolineare – ha precisato – che, al netto dell’importante iniziativa che ha previsto l’innesto dei medici cubani nei nostri ospedali – un’operazione ben riuscita che ci ha consentito di gestire un’emergenza di personale che rischiava non solo di far chiudere interi reparti ma stava generando un esborso milionario dalle nostre casse verso le cooperative di medici a gettone – abbiamo anche assunto, in quest’ultimo anno e mezzo, più di 2.500 tra medici e operatori sanitari».

«La Regione è fortemente impegnata a programmare il futuro del suo sistema sanitario – ha ribadito – e ciò significa anche dare sempre più opportunità ai nostri giovani di formarsi in questo campo sul nostro territorio, nella speranza che decidano, una volta completati gli studi, di restare a lavorare in Calabria. Per questo proseguiremo su questa linea nei prossimi anni aumentando il più possibile e progressivamente le borse di specializzazione finanziate dalla Regione». (rcz)