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Da Roma torna alla sua Calabria: Il prof. Carlo Capalbo "sposa" il progetto di Medicina all'Unical

Da Roma torna alla sua Calabria: Il prof. Carlo Capalbo “sposa” il progetto di Medicina all’Unical

di MARIACHIARA MONACO – Dopo una lunga parentesi romana, il dottor Carlo Capalbo, ha lasciato il suo incarico di professore associato presso la prestigiosa università “La Sapienza”, per sposare il progetto del nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università della Calabria, che sta progressivamente trasformando l’Azienda Ospedaliera di Cosenza in policlinico universitario.

Com’è noto, infatti, in applicazione della convenzione stipulata tra Unical e Azienda Ospedaliera di Cosenza, i reparti dell’ospedale dell’Annunziata, e quelli dei plessi del Mariano Santo ed eventualmente del Santa Barbara di Rogliano, si trasformeranno progressivamente in policlinico universitario. Il passaggio, avviato nel gennaio 2023, sarà completato entro il 2026 quando con l’avvio del secondo triennio, gli studenti si trasferiranno in corsia per le lezioni pratiche.

«Da giovane calabrese sono partito per formarmi a Roma – ha raccontato – Ho raggiunto l’obiettivo di passare dai banchi alla cattedra, ma questa sfida prospettata dalla Università della Calabria mi ha affascinato. Il richiamo della cosiddetta restanza è stato molto forte e spero possa essere la bussola per una nuova generazione di medici che proprio noi avremo il compito di formare. Sono entusiasta di far parte di questo progetto».

Un curriculum ricco di esperienze, nonostante la giovane età, ed una volontà sempre latente di tornare a casa, ma soltanto se ci fossero state le giuste condizioni, e a quanto pare, è arrivata la giusta occasione, per lui e per altri suoi colleghi rientrati alla base dopo anni di esperienze anche fuori dal Bel Paese: «Non chiamateci cervelli di ritorno – dice –. Preferisco pensare all’essere umano e dunque a menti di rientro, con le loro esperienze e le loro emozioni».

«Ho sempre tenuto a sottolineare fieramente la mia appartenenza alla Calabria – ha aggiunto – e proprio questo aspetto penso sia pure motivo di una certa attesa nell’opinione pubblica, per l’avvio di questo nuovo percorso. Qui ci sono tante potenzialità che spesso non si vedono, ma che ci sono».

Al Mariano Santo, Capalbo ha trovato un reparto nuovo di zecca, appena inaugurato: «L’impatto è stato straordinario. Credo che la forma abbia la stessa importanza della sostanza. In ambito oncologico ambienti nuovi, puliti, ordinati sono una parte della cura e della riuscita della cura. Questa struttura ha le carte in regola non solo nell’aspetto estetico ma anche nella funzionalità».

Si tratta di un percorso lungo, stimolante, e formativo. Un modus operandi diverso, per capovolgere di segno le esperienze negative di molti corregionali costretti a percorrere chilometri per fare valere il loro diritto alla salute: «Abbiamo un lavoro importante da compiere sotto il profilo della divulgazione culturale, anche con il supporto dei giornalisti, per scardinare gli stereotipi che tutti conosciamo – ha concluso Capalbo –. Il paziente anche qui deve sentirsi in un luogo sicuro, deve sapere che possono essergli garantite le migliori terapie. Questa sarà nostra missione». (mm)