Il gotha della medicina moderna, Bruno Nardo, all’Università della Calabria

di PINO NANOBruno Nardo, professore di Chirurgia alla nuova facoltà di medicina dell’Università della Calabria, questa volta ha fatto le cose in grande, e per due giorni il Campus di Arcavacata sarà il cuore dell’Intelligenza Artificiale, nel senso che il meglio della medicina moderna italiana discuterà di un tema di grande attualità e anche di grande fascino quale è appunto il rapporto tra Medicina e Intelligenza Artificiale

Una vera e propria provocazione culturale per il grande chirurgo calabrese, ma lui questa volta deve essere stato così convincente da essere riuscito a portare in Calabria, e questo per la prima volta nella storia della Società, il Congresso Nazionale della Sipad, che è la “Società delle patologie dell’apparato digerente”.

«Sarà – anticipa lo studioso – un evento di rilevante interesse scientifico non solo nazionale. Uno dei principali argomenti che verranno infatti affrontati dal Congresso– sottolinea il professore Bruno Nardo, nella sua veste di Presidente del Congresso- è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e la chirurgia robotica. Si tratta di una tecnica chirurgica innovativa che, grazie anche al supporto dell’Unical, si potrà utilizzare ora anche in Calabria all’Annunziata, dove, da qualche giorno, sono iniziati i primi interventi di chirurgia nel campo dell’urologia e che presto verrà impiegata anche nella chirurgia generale dell’apparato digerente, chirurgia avanzata mininvasiva che viene applicata per la prima volta in Calabria all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza».

Accanto a Bruno Nardo questa mattina sul palco dell’Unical ci sarà però un altro grande maestro della chirurgia italiana e internazionale, il prof. Antonio Cavallari, già Direttore della Clinica Chirugica II e del Centro Trapianti di Fegato del Policlinico Sant‘Orsola dell‘Università di Bologna, presidente onorario del congresso, e che di Bruno Nardo è stato uno dei suoi primi maestri a Bologna. Per Cavallari”Si tratta di un appuntamento scientifico che guarda al futuro”.

Accademici e professionisti di tutta Italia discuteranno dunque i temi più attuali del momento sulle “Innovazioni e soluzioni tecnologiche nell’era dell’intelligenza artificiale” in sessioni ricche di contenuti con esperti di fama e valenza nazionale ed internazionale.

«È la prima volta – sottolinea Bruno Nardo – che l’incontro annuale della Sipad si svolge in Calabria. Una scelta che vuole essere un riconoscimento alla neonata facoltà di medicina, chirurgia e tecnologie digitali che partirà all’Unical. Si tratta di un congresso in cui si disserterà intorno all’intelligenza artificiale applicata a vari campi delle patologie dell’apparato digerente: patologie delle vie biliari, neoplastiche dello stomaco e del colon, di patologie legate anche alle infezioni ospedaliere nel campo della chirurgia».

Al centro del dibattito, dunque, l’Intelligenza Artificiale, una branca dell’informatica che ha come obiettivo la progettazione di software, ma soprattutto di programmi capaci di fornire prestazioni fino ad oggi di esclusiva pertinenza umana. «È il motivo per cui – aggiunge il presidente onorario del congresso, il professore Angelo Benevento, ordinario di chirurgia all’Università degli studi dell’Insubria-Varese e Presidente Nazionale Sipad – il tema dell’Intelligenza Artificiale in Medicina è oggi oggetto di discussione e di analisi da parte delle società mediche scientifiche di tutto il mondo».

Il congresso, la cui apertura è fissata per il pomeriggio di oggi nell’Aula Beniamino Andreatta, avrà un prodromo, nella mattinata, alle 10,30, in un “Incontro sulle donazioni di organi e tessuti” con studenti delle scuole medie superiori e dei corsi di laurea della branca medica.

«Un evento scientifico – promette Bruno Nardo – di grande valore accademico e sociale per questa regione».

Chairman dell’assise di questa mattina, il giornalista Mario Tursi Prato(pn)

 

Medicina, call dell’Unical per docenti medici

L’Università della Calabria è alla ricerca di professori e ricercatori che non solo andranno a rinforzare in corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), ma presteranno anche servizio assistenziale nelle strutture dell’Azienda ospedaliera e sanitaria della provincia di Cosenza.

A tale scopo è stata appena lanciata una call, con scadenza il 31 maggio 2023, che mira a raccogliere la disponibilità da parte di professori e ricercatori di area medica a prestare la loro opera all’Unical, e svolgere la loro attività clinica presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in primis, ma anche nelle strutture dell’Azienda sanitaria provinciale e presso l’Inrca (Istituto nazionale di riposo e cura per anziani) grazie all’ampliamento in corso delle rispettive convenzioni.

La manifestazione di interesse a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore, riguarda circa 40 settori scientifico disciplinari. A conclusione della call, il Consiglio di Amministrazione – tenuto conto delle complessive esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, nonché della qualificazione dei profili degli studiosi che hanno manifestato interesse – procederà a individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso e, per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento della responsabilità di Unità operative complesse.

In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi (con l’eventuale primariato per i professori) saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. La convenzione stipulata tra università e Azienda ospedaliera, infatti, ha già individuato un primo nucleo di reparti che dovranno assumere una guida universitaria. Tra questi i reparti di Oncologia medica, Medicina interna, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Gastroenterologia, Nefrologia, Urologia, Ginecologia e ostetricia, che al momento non hanno un responsabile accademico. In prospettiva le convenzioni prevedono un ampliamento dei reparti a guida universitaria sia nell’azienda ospedaliera che in quella sanitaria e nell’Inrca.

Rigorosi i criteri di partecipazione alla manifestazione di interesse. L’Unical richiede, infatti, che gli studiosi interessati debbano possedere una comprovata esperienza clinica, un’elevata qualificazione scientifica e didattica, acquisita attraverso esperienze maturate nell’ambito della comunità accademica nazionale e internazionale o presso riconosciuti enti di ricerca. 

L’appello del Rettore

«Il nostro lavoro a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario regionale continua attraverso il rafforzamento del personale ospedaliero con docenti-medici» ha affermato il Rettore Nicola Leone, che sta lavorando incessantemente per dotare l’Unical di un corso di laurea in Medicina con docenza altamente qualificata, strumentazioni e tecnologie d’avanguardia e proiettato verso la medicina del futuro, integrata con le più recenti applicazioni dell’Intelligenza artificiale». 

«Invito docenti e ricercatori medici dall’Italia e dall’estero ad accettare la sfida, aderendo alla nostra call – è l’appello del Rettore –. È un progetto di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria. Non si tratta di un semplice trasferimento geografico, ma di essere protagonisti di un progetto ambizioso, con grandi spazi di crescita professionale già nell’immediato futuro, in una rete assistenziale enorme, che include 8 strutture ospedaliere e circa 1.200 posti letto.

«L’occasione è da cogliere subito – ha concluso – per essere in prima linea nel dare una svolta alla sanità calabrese, che ha potenzialità di crescita immense. La missione è triplice: assicurare il diritto alla salute ai cittadini, offrire ai giovani studenti di medicina una formazione di alto profilo e dare un significativo slancio allo sviluppo della ricerca biomedica, che sempre più beneficia della contaminazione con nuove tecnologie e Intelligenza artificiale, in cui l’Università della Calabria ha rinomate competenze». (rcs)

Al via alle attività teorico-pratiche per gli studenti di Medicina dell’Unical

di FRANCO BARTUCCIC’è molto fermento all’Annunziata di Cosenza, dove sono confluiti  gli studenti del secondo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD (Tecnologie digitali) dell’Università della Calabria,  creato tre anni fa in collaborazione con l’Università  “Magna Graecia”.

Con tale visita  hanno iniziato le attività di esercitazione teorico-pratica, previste all’interno del proprio percorso curriculare, presso le strutture dell’Azienda Ospedaliera “Annunziata” di Cosenza. È l’inizio del progetto di Medicina all’UniCal. A darne notizia è stata l’Area di Comunicazione dell’Università della Calabria con una propria nota diffusa agli organi d’informazione.

Si tratta dell’esordio di queste attività svolte dagli studenti dell’Unical all’interno dell’Ospedale di Cosenza, frutto del protocollo d’intesa firmato, ad inizio anno, dal rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, e dal commissario dell’Azienda Ospedaliera, Vitaliano De Salazar, con l’ambizioso obiettivo di contribuire al miglioramento dei servizi sanitari del territorio, attraverso una crescente sinergia tra Unical e Annunziata.

Sono stati circa 70 gli studenti che hanno varcato le porte dell’Ospedale dell’Annunziata per la prima delle quattro giornate di esercitazioni teorico-pratiche previste (le prossime sono in programma il 30 marzo, 3 e 5 aprile), nell’ambito degli insegnamenti universitari di Patologia generale e Patologia clinica, Medicina di laboratorio e Microbiologia, e che potranno ora arricchire la propria formazione grazie all’esperienza sul campo in laboratori specialistici, e al patrimonio di conoscenze e strumentazioni tecnologiche messe a disposizione dalle strutture ospitanti: il laboratorio di Analisi Cliniche, il laboratorio di Immuno-Ematologia e Medicina Trasfusionale, quello di Anatomia Patologica e il laboratorio di Microbiologia. 

Sarà l’occasione per gli studenti per iniziare a prendere contatto con l’attività assistenziale, in questa nuova tappa di formazione e potenziamento del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD (tecnologie digitali), con l’auspicio che possano loro stessi, nel futuro, operare con competenza e professionalità, presso le strutture ospedaliere e sanitarie del territorio, come ribadito dal Presidente del corso di laurea, Marcello Maggiolini: «i nostri studenti – ha evidenziato Marcello Maggiolini – avranno modo di approfondire le tecnologie e il know how avanzato di cui già dispone l’Annunziata e, con la loro presenza dinamica, essere protagonisti della sanità del futuro che vogliamo contribuire a realizzare».

«L’accoglienza è stata ottima – ha dichiarato Azzurra Mandolito, giovane allieva del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD e rappresentante degli studenti dello stesso corso – ottimo anche il coinvolgimento nelle attività. Siamo certi che questa esperienza sarà utile per le conoscenze pratiche che dovremo acquisire».

«Con l’avvento delle tecnologie più innovative ed avanzate – ha spiegato lo studente Gianbattista Spadafora – il corso in Medicina e Chirurgia TD si pone, con successo, come anello di congiunzione tra la medicina del passato e quella del futuro, con l’ambizione di dare vita ad alcune tra le prime figure di medici-ingegneri nel panorama della sanità italiana e credo fermamente che ci stia riuscendo in pieno».

L’inizio delle attività di esercitazione teorico-pratica da parte degli studenti fa così seguito alla presa di servizio, nel febbraio scorso, del primo gruppo di professori e ricercatori dell’Università della Calabria che svolge la propria attività assistenziale presso l’Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza e precede la condivisione di strumentazioni mediche di avanguardia prevista per i prossimi giorni.   (fb)                           

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: La mancanza di medici si risolve con abolizione del numero chiuso

di GIACOMO SACCOMANNO – Spesso si gioca a perdere e non si cerca di trovare soluzioni sostenibili e strutturali. In Italia, come nel resto dell’Europa,mancano i medici. Bisogna, pertanto, avere il coraggio di eliminare il numero chiuso e consentire a tutti i ragazzi, che vogliono iniziare gli studi università nella facoltà di medicina, di poter avere libero accesso. I primi due anni devono esser molto rigidi e selezionare i migliori.

Solo questi devono poter andare avanti. In questo modo si allarga la base dei possibili laureati in medicina e, nello stesso, tempo vanno avanti i migliori. In questo modo, si evita che molti ragazzi vadano all’estero e paghino somme rilevanti, per poi rimanere ivi.

Si consente a costoro di rimanere nel proprio territorio, compresa la specializzazione, e di poter, poi, svolgere la propria attività. Quindi, una serie di ragioni comprensibili a tutti e del tutto razionali che non possono che portare, appunto, alla liberazione dell’iscrizione alla facoltà di medicina.

Ogni altra ipotetica alternativa è solo un palliativo che non solo non porta in prospettiva nessuna speranza di miglioramento, ma allontana sempre più i giovani dai propri territori. E una volta andati via e specializzatesi fuori regione difficilmente ritornano. Non si comprendono, pertanto, le ragioni per le quali non si vuole risolvere definitivamente il problema e si continui a giocare con soluzioni che tendono solo ad aggravare le attuali condizioni.

La politica deve intervenire e andare verso percorsi positivi e virtuosi, eliminando presunte soluzioni che non sono altro, specialmente in una visione futura, che una perdita di tempo. (gs)

L’ordine dei Medici RC: Disuguaglianza e discriminazioni tra uomo e donne nel campo della sanità

Ci sono, purtroppo, disuguaglianza e discriminazioni quotidiane, tra uomo e donna, anche nel campo della medicina. È quanto è emerso nel corso dell’incontro Quando la medicina è donna, organizzato dall’Ordine dei Medici e della Provincia di Reggio Calabria, insieme all’Associazione Amici del Museo, in occasione della Festa della Donna.

«Si tratta di un segno di civiltà – ha detto in premessa, il presidente dell’Ordine, dottore Pasquale Venezianoperché significa che qui la donna viene tenuta in grande considerazione, tant’è che in questo momento ci sono donne ai vertici della magistratura, politica e sport. E il nostro pensiero non può non andare anche a quelle donne che invece lottano per la loro sopravvivenza , come succede in Iran in questo momento». 

Per la dottoressa Anna Maria Danaro, coordinatrice Commissione pari Opportunità e Medicina di genere dell’Ordine dei medici della provincia, nel ricordare le donne che ancora non hanno conquistato i propri diritti, ha messo l’accento sulle gravi discriminazioni sul lavoro ma anche le tante vessazioni e soprusi riguardanti la sfera intima della persona.

«Milioni di donne vittime di mutilazioni genitali, costrette, ancora bambine, a matrimoni imposti. Per noi, quindi, si tratta di una giornata di festa ma anche di ricordo per tutte le donne che ancora combattono per avere i diritti che noi abbiamo conquistato da tempo». 

L’intervento della dottoressa Anna Rosaria Federico, coordinatrice Commissione Pari Opportunità e Medicina di genere e referente MDG dello stesso ordine, ha messo in evidenza le disuguaglianze nel campo della Medicina, a cominciare, giusto per fare un esempio, dal basso numero di premi Nobel per le donne dal momento della sua istituzione, anno1901, fino al 2019 (su 924 vincitori, 54 sono donne e solo 12 hanno ricevuto il premio per le Medicina). E poi le tante discriminazioni nel campo sanitario, della salute.

«Per superare questo serio ostacolo – ha affermato la dottoressa Federico – bisogna lavorare in ottica di genere, attraverso la ‘Medicina di genere’ in quanto non vi è solo la diversità tra uomo e donna rispetto ad una stessa malattia che colpisce entrambi ma in realtà sono diverse le insorgenze, la progressione e diverse variabili come i fattori socio-economici, culturali e genetici. Il tutto ben sintetizzato nel termine ‘Medicina genere-specifica’, definita così dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per spiegare lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona».

«Ecco, quindiha concluso la coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Ente – le notevoli differenze nel modo di esercitare la Medicina e di curare l’individuo. Bisogna lavorare in ottica di genere e tutto questo comporta una certa difficoltà per diversi medici, nonostante l’approvazione della legge, la n.3 del 2018, cioè un vero e proprio piano di applicazione di questa Medicina di genere». 

È stata poi la volta del Professore Francesco Arillotta, presidente associazione “Amici del Museo” il quale ha, tra l’altro, messo in evidenza, una precisa ‘presenza medica’ fin dall’antichità, età imperiale romana, grazie ai diversi impianti termali, circa una decina, presenti a Reggio.

«La nostra città – ha rimarcato il professore Arillotta – era conosciuta a quei tempi come la città termale. E nella nostra locandina abbiamo pubblicato la moneta di Igea, moneta coniata a Reggio, che offre una coppa di acqua salutare al serpente sacro. Come associazione abbiamo già promosso un convegno sulle donne in divisa, oltre a quello sulle donne nelle fiabe. Quest’anno abbiamo pensato alle mediche, doverosa testimonianza nei riguardi del mondo femminile che sta radicalmente modificando il rapporto tra Medicina e paziente. Siamo molto contenti che l’Ordine dei medici, nella persona del presidente veneziano, abbia concordato con noi questa bellissima manifestazione». 

Particolarmente soddisfatto il dottore Pellegrino Mancini, direttore del Centro regionale trapianti del GOM di Reggio Calabria, proprio perché unico relatore in mezzo a tante relatrici.

«È stata davvero una interessante occasione per parlare insieme per il bene della comunità mostrando come il lavoro comune con tutte le dottoresse permette a tanti pazienti di superare momenti difficili per la propria vita, mi riferisco al settore dei trapianti. E mi rende davvero felice il fatto che l’Ordine dei medici abbia voluto organizzare questo particolare incontro per parlare di una preziosa e fondamentale collaborazione»

Altri preziosi contributi sono arrivati dalle dottoresse M. Anna Quero, pediatra, dalla vicepresidente dell’associazione “Amici del Museo”, Minella Bellantonio che si è soffermata sul tema “Il contributo della donna nella Medicina” e poi dalla dottoressa Vincenza Amato, responsabile Hub vaccinale Tommaso Campanella, ASP di RC, Giovanna Costantino, dirigente medico anestesia e rianimazione Gom di RC, e Marina Francone, dirigente responsabile UOSD tipizzazione tissutale Gom di Reggio Calabria. (rrc)

L’Ospedale di San Giovanni in Fiore nella rete di formazione dell’Unical

L’Ospedale di San Giovanni in Fiore è entrato a far parte della rete formativa dell’Università della Calabria. Lo ha annunciato la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, sottolineando come sia «un fatto rilevante che l’ospedale di San Giovanni in Fiore sia tra le sedi in cui si formeranno gli studenti di Medicina dell’Università della Calabria».

«L’apposita convenzione tra l’Unical e l’Asp di Cosenza – ha spiegato – prevede che il presidio ospedaliero sangiovannese sia tra le strutture di cui l’ateneo cosentino si avvarrà per laureare e specializzare i futuri medici, consentendo loro di acquisire, peraltro, particolari competenze nell’utilizzo delle più avanzate tecnologie per le diagnosi e le cure. Anche gli studenti di Scienze infermieristiche avranno a disposizione le strutture sanitarie della città, in cui verranno seguiti dai professionisti della sanità pubblica locale, che daranno loro un valido apporto formativo».

«Si tratta – ha sottolineato la sindaca – di un grande passo in avanti, anche per cercare di trattenere i futuri medici nel nostro territorio. Ringrazio il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, per il suo fattivo impegno, che sta portando benefici concreti. Nel locale reparto di Medicina è già arrivata una dottoressa a tempo indeterminato, che noi avevamo richiesto».

«Ciò conferma – ha proseguito Succurro – la stretta sinergia tra l’Asp di Cosenza e il Comune di San Giovanni in Fiore, che, grazie all’attenzione costante del presidente Roberto Occhiuto, ha invertito la rotta al fine di ottenere un’assistenza sanitaria più moderna ed efficace».

«Sono già partite le lettere per le attività di prevenzione dei tumori della mammella e i tecnici di Radiologia hanno completato l’addestramento per l’utilizzo del nuovo mammografo digitale, inaugurato di recente. Pertanto, a breve –ha concluso la sindaca Succurro – inizierà lo screening per le donne interessate». (rcs)

Medicina all’Unical, pubblicato il bando di ammissione ai corsi

È online il bando di ammissione, per l’anno 2023-2’24, per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia TD dell’Università della Calabria.

Per accedere alla selezione per l’anno accademico 2023/24 è necessario sostenere il Tolc-Med, un test erogato mediante la piattaforma informatica di Cisia, presso le aule dell’Ateneo. La prova può essere svolta in uno o entrambi i periodi di erogazione: dal 13 al 22 aprile 2023 e dal 15 al 25 luglio 2023. Al test (50 quesiti in 90 minuti) potranno accedere i diplomati e gli studenti iscritti al quarto o al quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado.

L’iscrizione al Tolc-Med può avvenire esclusivamente sul portale www.cisiaonline.it dal 13 marzo fino alle 14 del 3 aprile 2023 per sostenere il test nel primo periodo di erogazione e dal 15 giugno fino alle 14 del 5 luglio 2023 per il secondo periodo di erogazione.

Una volta superato il Tolc-Med si potrà presentare l’istanza di inserimento nella graduatoria di merito nazionale (per cittadini UE o equiparati) o locale (per cittadini non-UE residenti all’estero). La procedura è attiva dal 31 luglio 2023 e si chiude alle ore 15 del 24 agosto 2023.

La presentazione della domanda sarà consentita solo ai candidati in possesso del titolo di scuola secondaria superiore o che lo conseguiranno nell’anno scolastico 2022/2023, in tempo utile per l’immatricolazione nell’anno accademico 2023/24.

L’UniCal, inoltre, da quest’anno offre agli studenti la possibilità di scegliere tra due percorsi di laurea che prevedono una diversa sede di svolgimento del secondo triennio:

  • Medicina e Chirurgia TD, che si svolgerà interamente all’Unical, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Cosenza;
  • Medicina e Chirurgia TD (interateneo), che si svolgerà all’Unical per il primo triennio, e all’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro nel secondo triennio, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Catanzaro.

La durata minima del Corso è di 6 anni, a conclusione dei quali viene conferita la Laurea magistrale a ciclo unico abilitante alla professione di medico.

Al termine degli studi il laureato, infatti, potrà accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo e ai concorsi per le Scuole di Specializzazione medica e potrà lavorare in tutti gli ospedali, nelle strutture sanitarie, negli studi professionali.

Inoltre, con pochi esami aggiuntivi, il corso permette di conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria informaticacurriculum bioinformatico.

Il corso di laurea offerto all’Unical, infatti, offre competenze ulteriori particolarmente innovative, che gli consentiranno anche di lavorare in strutture sanitarie d’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in reparti di chirurgia robotica, in centri di diagnostica avanzata o specializzati nella medicina di precisione, nell’ambito della telemedicina.

Al 1° anno sono disponibili:

  • 63 posti per Medicina e Chirurgia TD (di cui 3 per cittadini non-UE residenti all’estero)
  • 75 posti per Medicina e Chirurgia TD interateneo con l’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro (di cui 7 per cittadini non-UE residenti all’estero). (rcs)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Anche a Reggio Medicina per far fronte a carenza di medici

di GIACOMO SACCOMANNO – Non è comprensibile e non pare possano esserci delle spiegazioni razionali sulla mancata indicazione di Reggio Calabria ad ottenere la possibilità di aprire la facoltà di medicina.

La città metropolitana della Calabria ha tutti i requisiti necessari per poter gestire tale facoltà e per consentire a tanti giovani di evitare le migrazioni e poi rimanere nelle città universitarie sparse in tutta Italia. È ben notorio che il giovane universitario che vive per oltre 5 anni in una città per svolgere gli studi e poi spesso anche per specializzarsi, difficilmente potrà far ritorno nella terra natia. Specialmente, poi, dinnanzi ad un sistema sanitario calabrese che non offre nulla di buono.

Una regione non può assumere alcuna iniziativa sul numero degli iscritti, ma può invece, in modo più proficuo, lavorare attivamente per cercare di creare altre facoltà di medicina per aumentare i laureandi. Così come merita Cosenza ad avere tale possibilità anche Reggio Calabria ha tutti i requisiti per poter accampare il diritto di ottenere una facoltà di medicina.

Tutti coloro che hanno a cuore il bene della città metropolitana devono rimboccarsi le maniche, senza se e senza ma, e condividere un tal pensiero, unendosi e portando avanti una battaglia comune di civiltà e di crescita. Non si tratta di questioni di “campanile”, ma un modo semplice per superare le attuali carenze di medici e creare un percorso di crescita che potrà, finalmente, consentire a tutti i giovani calabresi di non andare via e di contribuire allo sviluppo della propria città.

Tutte le forze politiche, tutti gli organi istituzionali, tutte le associazioni e tutti i calabresi devono spingere per raggiungere tale risultato ed evitare spaccature incomprensibili che hanno reso la Calabria, in tanti settori, la cenerentola d’Italia. (gs)

Accordo tra Regione e Unical per rendere l’Annunziata un ospedale Universitario

di FRANCO BARTUCCIL’Azienda ospedaliera e l’Inrca di Cosenza uniscono le forze per risollevare la sanità. Firmati gli accordi con la Regione che sanciscono l’avvio di un percorso che, tra alcuni anni, porterà alla trasformazione dell’Annunziata in ospedale universitario.

L’accordo ha l’ambizioso obiettivo di contribuire al miglioramento dei servizi sanitari del territorio.  A tal proposito sono stati firmati due protocolli d’intesa. Il primo è un atto di collaborazione per la Sanità firmato dal rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, e  dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; mentre il secondo è la convenzione attuativa, siglata dallo stesso rettore e dal commissario dell’ospedale dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar. Ne ha dato notizia il Portavoce del Rettore con una propria nota.

Il protocollo stipulato dalla Regione con l’Unical – si legge nella nota – avvia il percorso che trasformerà, tra alcuni anni, l’Annunziata in ospedale universitario. L’accordo è inteso a perfezionare l’avvio del corso di Medicina e chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Unical nella sua specificità clinica e definisce l’inizio dell’iter che culminerà nella clinicizzazione dell’Annunziata, previo riconoscimento del Governo con Dpcm.

La collaborazione tra la Regione e l’Università è volta al potenziamento e all’ulteriore qualificazione del servizio sanitario regionale, attraverso l’elaborazione di programmi formativi condivisi, rivolti al personale sanitario in servizio sul territorio.

Inoltre, la Regione, «consapevole delle eccellenze di cui è dotata dell’Università – si legge nel protocollo – nell’ambito ingegneristico, informatico e di intelligenza artificiale, intende promuovere una formazione professionale di medici e professionisti sanitari con particolare riferimento per quegli operatori della salute che siano dotati di conoscenze e competenze nei vari ambiti sanitari, biomedici e clinici, in una visione multidisciplinare integrata con le tecnologie dell’ingegneria dell’informazione e dei sistemi intelligenti, da applicare efficacemente ad azioni mirate alla prevenzione e alla cura delle malattie, alla riabilitazione dei pazienti e allo sviluppo di soluzioni diagnostiche e terapeutiche innovative».

L’università, da parte sua, metterà a disposizione competenze per l’offerta e la valutazione dei programmi di ricerca promossi dalla Regione, anche per rispondere al fabbisogno conoscitivo ed operativo del Servizio sanitario regionale e per favorire l’accesso all’attività di ricerca finanziata dal ministero della Salute e da istituzioni europee.

Accordo Azienda ospedaliera – Unical

Il piano programmatico dell’Azienda ospedaliera (Annunziata, Mariano Santo e Santa Barbara) e dell’Università, in attuazione del protocollo con la Regione, pone come obiettivi lo sviluppo di un ambiente culturale favorevole alle attività di ricerca, la realizzazione dell’effettiva integrazione tra le attività scientifiche e le attività didattiche e assistenziali, il potenziamento delle infrastrutture della ricerca. È stato individuato, inoltre, un primo gruppo di Unità operative complesse che, gradualmente, diventerà a guida universitaria. Si tratta di Chirurgia generale, Ematologia, Laboratorio di analisi, Oncologia, Urologia, Nefrologia dialisi e trapianti, Gastroenterologia, Medicina interna, Ginecologia e ostetricia, Cardiologia. 

In prima battuta saranno solo tre i reparti che assumeranno direzione universitaria, ovvero Chirurgia generale, Ematologia e Laboratorio di analisi. I primi due manterranno alla guida gli attuali primari, Bruno Nardo e Massimo Gentile, già transitati nell’organico Unical, il terzo sarà guidato dalla docente universitaria Stefania Catalano. I risparmi salariali da qui derivanti per l’Azienda ospedaliera, potranno essere investiti per assumere nuovo personale medico. Altri professori e ricercatori Unical andranno, invece, a rafforzare i reparti ospedalieri nel ruolo di dirigenti medici su specifici progetti. 

Si tratta dei dottori Carmen Belli, in arrivo dall’Istituto europeo di oncologia di Milano, assegnata a Oncologia medica, il dottor Francesco Pata, chirurgo dell’ospedale di Corigliano Rossano, che andrà al reparto di Chirurgia generale, la professoressa Cinzia Giordano e il ricercatore Rocco Malivindi per Laboratorio di analisi, il dottor Nicola Ramacciati, della Scuola di Medicina  e Chirurgia di Perugia, per Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche, il dottor Alberto Polimeni in arrivo dal Mater Domini di Catanzaro, per Cardiologia interventistica. 

Il dottor Andrea Corsonello, invece, assumerà il ruolo di primario di Medicina geriatrica all’Inrca (Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani), con il quale è stato già stipulato un apposito protocollo. 

Su tali accordi il Rettore, prof. Nicola Leone, si è espresso in termini estremamente di piena soddisfazione.

«Il percorso virtuoso intrapreso – ha dichiarato – potrà, nel medio termine, portare significativi vantaggi alla sanità del territorio. I primi studenti del nuovo corso di laurea in Medicina, che si iscriveranno nell’anno accademico 2023/24, frequenteranno l’ospedale solo nel 2026/27. Ci sarà, quindi, tutto il tempo necessario per preparare un ambiente pienamente adeguato alla loro formazione». 

«Tutto farà parte di un processo graduale – ha continuato – che abbiamo ritenuto doveroso intraprendere, per venire incontro alle esigenze del territorio che ospita il nostro ateneo e che, purtroppo, in campo sanitario soffre di forti carenze e disservizi, nonostante l’impegno ammirevole degli ospedalieri. Anche le loro competenze saranno preziose per i nostri futuri studenti. Saranno tanti, infatti, i medici ospedalieri che, a vario titolo, verranno coinvolti nelle attività di docenza e tutoraggio nei reparti in cui si svolgeranno i tirocini». 

«L’università, oltre alla condivisione di saperi e conoscenze – ha concluso il Rettore Leone – metterà a disposizione dell’ospedale già nelle prossime settimane, nuove strumentazioni e macchinari ad alta tecnologia, che potranno essere utilizzati per garantire cure efficaci e all’avanguardia, a beneficio di tutta la collettività». (fb)

Medicina e Azienda Dulbecco, l’11 gennaio il dibattito pubblico a Catanzaro

Mercoledì 11 gennaio, a Catanzaro, alle 17, nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, è in programma il dibattito pubblico sulle vicende della facoltà di medicina e dell’Azienda unica “Dulbecco” che interessano da vicino il futuro della sanità catanzarese. Un momento voluto dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, per parlare delle iniziative da assumere per salvaguardare funzioni e competenze che ruotano attorno al Capoluogo.

«Sarà un incontro propedeutico utile ad individuare una comune visione di intenti, anche dal punto di vista tecnico, in prossimità del Consiglio comunale ad hoc convocato per giorno 16 gennaio a cui sono stati invitati a partecipare consiglieri regionali e parlamentari rappresentativi del territorio – ha dichiarato afferma Fiorita –. Sul tema del sistema universitario calabrese – continua – abbiamo sempre sostenuto la necessità che venga garantito l’equilibrio complessivo attraverso la valorizzazione delle specificità presenti in ciascun ateneo e, di conseguenza, il livello qualitativo dell’offerta formativa e la sua attrattività».

«La nostra richiesta di un maggiore e più sereno approfondimento sull’opportunità di istituire, presso l’Unical – ha proseguito – una seconda facoltà di Medicina è stata però del tutto elusa. Come, allo stesso modo, l’adozione dell’atto ultimo che avrebbe portato alla nascita dell’Azienda Unica “Dulbecco” ha subito un formale blocco. Catanzaro non può restare con le mani in mano, è indispensabile intraprendere ogni e necessaria azione, anche giudiziaria, utile e in tutte le sedi opportune, per difendere il ruolo che la Città ha esercitato sinora all’interno del sistema universitario calabrese».

«Mi auguro che si possa aprire una riflessione partecipata su questi argomenti – ha concluso il primo cittadino – e quella del dibattito di giorno 11 gennaio rappresenta l’occasione per ampliare il novero degli attori coinvolti, affinché possa essere recepita e veicolata anche la voce del mondo sindacale, delle categorie, degli ordini professionali, delle associazioni. Ribadisco con forza che su questi temi non intendiamo soccombere a una visione di corto respiro che rischia di essere pregiudizievole degli interessi di larga parte della Regione». (rcz)