«QUA SI CAMPA D’ARIA», PERÒ È PULITA
E LEGAMBIENTE PUNTA A EMISSIONI ZERO

Parafrasando Otello Profazio, con la sua conosciutissima ballata Qua si campa d’aria, si può dire che però, almeno, è aria di ottima qualità. Lo certifica Legambiente secondo la quale in Calabria la qualità dell’aria è buona. L’Associazione, infatti, ha pubblicato i risultati del report Mal’Aria di città. Cambio di passo cercasi, evidenziando che nella nostra regione non ci sono criticità importanti, o quasi.

I dati, infatti, sono parziali perché aggiornati solo fino a giugno 2022 per indisponibilità degli ulteriori dati ufficiali non presenti sul sito di Arpacal. Nonostante questo, quello che merge da Mal’Aria di città è che a differenza di molte città del Nord e del Centro del Paese in cui le concentrazioni di sostanze inquinanti mettono a rischio il benessere e la salute dei cittadini, per l’anno 2022 i capoluoghi calabresi rispettano i limiti di legge sia per le polveri sottili (PM10 e PM2.5) che per  il biossido di Azoto (NO2).

Tuttavia alcuni valori (PM2.5 a Cosenza e PM10 e NO2 a Crotone) risultano superiori ai nuovi obiettivi  europei al 2030 così come l’NO2 in tutte le città ed in particolare in diverse città che risultano superiori a quanto stabilito dall’OMS. Si tratta di situazioni che necessitano di attento monitoraggio e di interventi di riduzione delle emissioni (in particolare su Crotone e Cosenza).

Per la Calabria in particolare, i parametri delle PM2.5, molto pericolose per la salute umana, vedono tra le città virtuose Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone (4 μg/mc) che si trovano già tutte sotto il limite di 10 μg/mc stabilito per il 2030. Catanzaro e Crotone, si trovano anche in linea con i limiti raccomandati dall’OMS (5 μg/mc).

Per quanto riguarda, invece, l’NO2 dai dati emerge che tutte le città calabresi sono sopra i limiti dell’OMS anche se tra le poche città italiane che si avvicinano, in positivo, al limite OMS (concentrazione di NO2 minore o uguale a 10 μg/mc) ci sono Catanzaro (13 μg/mc), Reggio Calabria e Vibo Valentia (12 μg/mc), mentre Crotone risulta sopra i limiti previsti per il 2030.

«Il report Mal’aria 2023 – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – ci consegna dati tendenzialmente positivi per la nostra Regione, grazie anche ad un complesso di fattori tra cui le caratteristiche naturali dei territori e la carenza storica di un tessuto industriale inquinante, rilevando nelle nostre città capoluogo, una qualità dell’aria, meno preoccupante per la salute rispetto ai dati nazionali».

«Tuttavia costituisce un segnale allarmante – ha evidenziato – soprattutto a fronte dei dati sul biossido di azoto che dipende dal traffico veicolare, la circostanza che i dati ufficiali si fermino al mese di giugno 2022 quando dovrebbe esserne garantita la fruibilità e rese trasparenti le notizie sull’effettivo funzionamento delle centraline di monitoraggio, per come previsto dalla normativa vigente».

«Appare evidente – ha rilanciato – come tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione Calabria, debbano attivarsi per  risolvere la problematica  nell’interesse della collettività calabrese, al fine di ripristinare strumenti di analisi efficaci e capillari sulla salubrità dell’ambiente ed evitare eventuali infrazioni comunitarie».

«Altrettanto evidente – ha concluso –  appare la necessità di mettere in atto, anche nelle città calabresi, per renderle più vivibili e sicure, le proposte avanzate da Legambiente nel report, per contrastare l’inquinamento atmosferico e per migliorare la qualità della vita delle persone».

Che fare, allora? È la stessa Legambiente a rispondere, proponendo una serie di interventi «a misura di città»:  Col passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni), per esempio. «Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese – ha spiegato Legambiente – le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%».

«Serve un grande piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata – ha ribadito Legambiente – e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas». Per questo, propone di utilizzare le low emission zone – zone a basse emissioni anche per il riscaldamento.

Altra azione necessaria, per l’Associazione, è il potenziamento del trasporto pubblico e trasporto rapido di massa attraverso  la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati, come fece la Germania nell’estate del 2022. Per aiutare ulteriormente l’ambiente si potrebbe incentivare la mobilità elettrica condivisa (auto, micro, bici, van e cargo bike) e realizzare ulteriori 16.000 km di percorsi ciclabili.

Ancora, sarebbe opportuno «ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, “città dei 15 minuti”, sicurezza stradale verso la “Vision Zero”, “città 30” all’ora seguendo l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano», ha sottolineato Legambiente, ribadendo la necessità di rendere tutto elettrico anche prima del 2035. Un obiettivo che si può raggiungere «grazie – viene spiegato –  alla progressiva estensione delle Zez alla triplicazione dell’immatricolazione di autobus elettrici e l’istituzione dei distretti ZED (Zero Emissions Distribution)».

Soluzioni necessarie, soprattutto se «l’inquinamento atmosferico causa, ogni anno, in Italia più di 50 mila morti, oltre a contribuire a indebolire irrimediabilmente la salute dei cittadini», ha spiegato l’Associazione.

«Respirare aria pulita è un diritto fondamentale, ma in molte città italiane, l’emergenza smog è ancora una realtà» si legge sul sito della petizione online lanciata da Legambiente, dal titolo Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!

«È tempo di pretendere città più pulite e più vivibili». (rrm)

Otello Profazio incanta e commuove l’Auditorium della Musica di Roma

di PINO NANOUn vero e proprio trionfo ieri sera a Roma, all’Auditorium Parco della Musica Ennio Moricone, per il grande concerto di Otello Profazio, giornalista, scrittore, poeta, Disco d’oro e Premio Tenco 2016. 

Otello Profazio, grandissimo interprete, musicista raro. Dopo averlo sentito ieri sera all’Auditorium di Roma mi verrebbe quasi voglia di rimettermi a lavoro, per fare della sua vita e della sua storia un docufilm, perché gli ingredienti per farne un documentario storico di grande impatto mediatico ci sono davvero tutti. Che errore non averci pensato prima. Ottantotto anni, etnomusicologo, cantautore, cantastorie, dottore in lettere classiche, memoria storica ormai della vita di interi paesi del Sud, romanzo vivente di intere generazioni di uomini, menestrello erudito e moderno, poeta filosofo storico e antropologo insieme, dentro di lui ci siamo noi e c’è la vita di ognuno di noi. 

Il concerto all’Auditorium del Parco della Musica rimarrà un evento senza precedenti, che ripropone sul palcoscenico più prestigioso d’Italia la vita e la storia di uno dei più grandi interpreti della musica folk Italiana, e cristallizza una volta per tutte nel grande album della musica internazionale il peso il valore la classe la tradizione e la bellezza delle opere di questo cantautore calabrese che ha girato il mondo, almeno 80 volte di seguito in tutta la sua vita, e che del made in Italy è oggi una delle icone viventi più reali di tutti i tempi. 

Otello è stato ancora più grande del solito. Prima chiama sul palco il suo amico Giancarlo Governi, pietra miliare della storia della RAI, per ricordare i suoi inizi e i suoi esordi televisivi, poi presenta il suo nuovo chitarrista, è suo figlio Ermanno, musicista per caso, nella vita di ogni giorno ingegnere elettronico della Eriksson a Stoccolma, e che ieri sera lo ha preso per mano evitando che suo padre dimenticasse i dettagli più importanti della sua lunga esperienza artistica, un duo commovente, a tratti tenerissimo, che riempie di musica e di parole il grande auditorium di Roma.

In prima fila c’è questa volta, forse per la loro prima volta insieme, la grande famiglia di Otello, la moglie, i figli al completo, i nipoti, in prima fila la nipotina più piccola, gli amici degli amici, un tourbillon di affetti e di emozioni che Roma rispetta e accoglie in maniera trionfale. Applausi a scena aperta e standing ovation per il vecchio grande Otello che avverte ormai il peso dell’età e gli affanni della vita. Un concerto storico questo di ieri sera, che rimarrà negli annali della storia del più prestigioso palcoscenico di Roma capitale. Una sola citazione Otello riserva alla Calabria, è quando fa il nome di Nicola Gratteri, sud e speranza insieme, e la sala esplode in un applaluso generale.

Lo si voglia o no, Otello Profazio è la Calabria, Otello è la storia di Carlo Levi, Otello è Nino Scopelliti il magistrato ucciso dalla mafia e che al liceo di Reggio Calabria era stato suo compagno di banco, Otello è quella che gli americani mi hanno insegnato a chiamare Omsic”, la malattia del distacco, della lontananza, dell’aria che ti manca quando ti allontani per sempre dal tuo paese natale, Otello è la forza della musica d’autore, che con lui si fa vangelo e documento iconografico, Otello è il ritorno alla stalla, alle nostre origini, al profumo dell’incenso dei nostri cimiteri. Otello è il passato, il presente e forse anche il futuro.  

Il concerto dell’Auditorium si chiude sulle note di Qua si campa d’aria”, il vero straordinario e bellissimo manifesto del Sud che Otello non ha mai smesso di cantare. Un milione di copie vendute, un record assoluto per una canzone dialettale come questa e per quegli anni e che ieri sera all’Auditorium gli è valsa l’ennesima interminabile e indimenticabile standing ovation. (pn)

All’Auditorium della Musica la “lectio magistralis” del cantastorie Otello Profazio

Stasera, sabato 14 maggio,, all’Auditorium della Musica di Roma, è in programma lo spettacolo “lectio magistralis” del “mastro cantatore” calabrese Otello Profazio, il principe dei cantastorie, il re del folk.

Prodotto nell’ambito del circuito Calabria Sona, il recital-concerto racconterà una storia artistica che ha visto Profazio ritagliarsi il ruolo di apripista nella ricerca del patrimonio folk del meridione. Già vincitore del Premio Tenco alla carriera nel 2016, con la sua chitarra ha reso celebri brani, poemi e leggende della tradizione popolare. Ironia e dolore che si fondono, con un sottile equilibrio, tra versi da cui emerge un amore smisurato per la propria amata terra.  Profazio arriva a Roma con due importanti novità nel cassetto: l’uscita di un nuovo disco di inediti, previsto per il prossimo settembre, e un libro “multimediale” con 100 e 1 “profaziate” da leggere e da “guardare”, edito da Italysona e LocalGenius.

In occasione della serata nella Capitale, regalerà al pubblico curiosità e aneddoti sulla sua vita, la sua musica, i suoi tanti incontri artistici. Non mancheranno le tante storie comuni della gente più vera e sincera della nostra penisola che in tanti anni ha ascoltato, raccolto e reso fonte di ispirazione per dipingere l’Italia dal dopoguerra ad oggi, attraverso la più autentica tradizione della canzone popolare.

Le prevendite sono ancora disponibili al seguente link: https://www.ticketone.it/eventseries/otello-profazio-3037590/. (rrm)

Al cantastorie Otello Profazio il Premio Cultura d’onore al “Li Ucci Festival” in Salento

Prestigioso riconoscimento per Otello Profazio, il “papà dei cantastorie” calabrese, che ha ricevuto il Premio Riconoscimento Cultura d’Onore nel cuore del Salento, in occasione dell’undicesima edizione del festival musicale e culturale Li Ucci di Cutrofiano (Lecce).

Canti e tradizioni popolari del territorio sono stati al centro di un evento in occasione del quale, tra i diversi protagonisti, è salito sul palco anche uno degli interpreti che ha saputo meglio raccontare l’anima del Sud italiano con fantasia, ironia e amarezza. In Puglia, Profazio ha tenuto la prima del suo nuovo spettacolo dal titolo “Lectio magistralis” – prodotto nell’ambito del circuito Calabria Sona diretto da Giuseppe Marasco – in cui il cantautore racconta al pubblico oltre sessant’anni di una storia artistica che l’ha visto ritagliarsi il ruolo di apripista nella ricerca del patrimonio folk del meridione.
Già vincitore del Premio Tenco alla carriera nel 2016, Profazio ha deliziato il pubblico di Cutrofiano con la sua chitarra ha reso celebri brani, poemi e leggende della tradizione popolare. Ironia e dolore si fondono nei suoi testi da cui emerge un sottile equilibrio tra denuncia graffiante e amore smisurato per la propria amata terra. Un riconoscimento, quello del festival “Li Ucci” – consegnato anche a Luigi Chiriatti, ricercatore di tradizione orale -, che si aggiunge ad un ricco palmares di premi che l’etnomusicologo calabrese ha conseguito lungo il suo percorso artistico, volto alla riproposizione dei temi e degli stilemi della canzone popolare.
«Io canto con lo stomaco, mi consumo quando canto e questo credo arrivi perfettamente a chi mi ascolta»: è questo il manifesto artistico di Otello Profazio che, grazie all’impegno di Calabria Sona, si appresta a vivere, dopo un periodo difficile segnato dall’emergenza covid, una nuova esperienza dal vivo non solo sui palchi nazionali ed internazionali, ma anche in altri luoghi della cultura e di incontro, per raccontare, specialmente ai giovani, il folk italiano e l’autentica tradizione del nostro popolo. (rrm)

Una giornata storica: finalmente Reggio beve l’acqua del Menta

Il sito celebrativo della Diga del Menta

Come funziona l’impianto ?

I discorsi dell’inaugurazione

28 ottobre 2018 – La giornata di oggi resterà nella memoria storia della Città di Reggio, ma anche di tutta la Calabria: l’apertura della Diga del Menta che, dopo trent’anni di attesa, rifornirà di acqua potabile Reggio rappresenta sicuramente un segnale che, se c’è la volontà politica, le cose si possono fare. Per questo oggi a Reggio si festeggia: la città per lunghissimi anni – soprattutto d’estate – ha sofferto una crisi idrica senza precedenti, con acqua non solo scarsa ma addirittura “sporca”, ovvero imbevibile.
I lavori della Diga del Menta, che ricade nel comune di Roccaforte del Greco, sembra non avrebbero mai trovato fine. Bisogna dare atto alla Regione e al suo presidente Mario Oliverio di un impegno concreto, in tandem con il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà che, in quest’occasione, ha mostrato la determinazione necessaria per portare a termine il progetto. Un’opera di alta ingegneria – una delle più imponenti di tutto il Meridione, la più grande opera pubblica nell’ambito dell’acqua mai realizzata negli ultimi 40 anni in Calabria – che sarà in grado di trattare 1250 litri d’acqua al secondo, con 17,9 milioni di metri cubi d’acqa alla massima regolazione. Finalmente cesserà la sete di Reggio?
Occorre ricordare che i lavori sospesi da tempo erano ripresi nel 2015 e in appena tre anni l’opera è arrivata al traguardo dell’operatività completa.


«Un fondamentale impegno, assunto con i cittadini di Reggio Calabria fin dal mio insediamento, è stato onorato – ha detto il Presidente Mario Oliverio. La vicenda della Diga del Menta è uno delle metafore, forse la più significativa, della mia esperienza di governo regionale. Ho ereditato la sfascio, un cantiere fermo e vandalizzato, ho programmato le risorse e seguito la redazione dei progetti e dei lavori. Sono stato più volte sui cantieri. Un lavoro spesso nascosto, che oggi produce fatti. Sono tante le situazioni di opere incompiute o abbandonate che sono state recuperate e riattivate come, per citare le più significative, l’apertura della cardiochirurgia, i cantieri di adeguamento sismico delle scuole, la strada Gallico-Gambarie, il finanziamento della metropolitana, i finanziamenti sul rischio idrogeologico e così via. Per questi motivi il 28 ottobre sarà una data storica e un’occasione di festa per la città di Reggio Calabria».
Il sindaco Falcomatà ha annunciato la fine della grande sete di Reggio: «Con l’apertura del nuovo sistema idrico della Diga sul Menta finalmente si risolve in maniera definitiva un problema che esiste da sempre nella nostra Città. Siamo davvero di fronte ad un passaggio epocale, una sorta di “rivoluzione copernicana” che inciderà in maniera determinante nella vita quotidiana dei reggini che, finalmente, avranno la possibilità di utilizzare l’acqua in casa secondo i propri bisogni domestici senza dover “sperare” che non manchi. Quando ci siamo insediati il cantiere della diga risultava fermo e vandalizzato. Sono serviti anni di duro lavoro, costante e silenzioso, nella proficua sinergia attivata con il Presidente Oliverio e con Sorical, per arrivare a questo punto. Nulla di tutto ciò era scontato, ma oggi possiamo finalmente affermare che l’acqua della Diga non è più un miraggio».


Per dovere di cronaca bisogna riferire di un allarme lanciato dai deputati pentastellati Paolo Parentela e Luigi D’Ippolito relativo a una discarica vicina alla diga che conterrebbe pericolosi inquinanti su cui la Sorical ha chiesto interventi di bonifica. Circostanza smentita dal commissario liquidatore della Sorical, Luigi Incarnato: «Indagini, analisi e approfondimenti fatti per tempo dagli organi competenti – ha detto Incarnato – hanno escluso ogni collegamento tra la problematica sollevata dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle e l’utilizzazione dell’acqua della Diga del Menta. La fornitura idrica è garantita, tra l’altro, da un impianto di potabilizzazione tra i più avanzati d’Italia, soprattutto nel campo del monitoraggio, controllo e sicurezza». (rrm)

Il programma degli eventi celebrativi di oggi: alle 11 ad Armo di Gallina la benedizione degli impianti da parte dell’arcivescovo di reggio Giuseppe Giorini Morosini e avvio della fornitura idrica, con la partecipazione del presidente della Regione Mario Oliverio, del sindaco Giuseppe Falcomatà e del commissario Sorical Luigi Incarnato.

Alle 16 riattivazione della fonte delle Tre Fontane, alimentata dall’acqua che proviene dalla Diga del Menta. Don Giacomo D’Anna, parroco della Chiesa di San Paolo, ha benedetto il complesso. E’ la prima fontana pubblica di Reggio Calabria che viene alimentata direttamente con l’acqua della Diga del Menta. I tantissimi cittadini presenti, nonostante l’inclemenza del tempo, muniti di borracce appositamente prodotte per l’evento, hanno potuto e voluto constatare personalmente, insieme agli amministratori e ai rappresentanti istituzionali, l’alta qualità e la bontà del prezioso liquido. Inutile aggiungere che è stato un momento di grande partecipazione e gioia collettiva a cui hanno partecipato, con suoni di clacson, anche gli automobilisti che in quel momento si sono trovati a transitare per la zona. Grande soddisfazione hanno espresso con i loro volti e attraverso gli abbracci soprattutto gli anziani, molti dei quali mai avrebbero creduto di poter vedere riattivata questa antica e storica fontana.

Alle 17.30 il convegno a Palazzo San Giorgio “Dalla Diga del Menta al sistema idrico integrato dell’acqua a Reggio Calabria” con la partecipazione del sindaco Falcomatà, del presidente Oliverio, di Luigi Incarnato, Paolo Brunetti, Domenico Penna (sindaco di Roccaforte del Greco) e Domenico Creazzo (presidente f.f. del Parco d’Aspromonte).
Le manifestazione si sono chiuse con un concerto al Teatro Cilea diretto dal m° Alessandro Tirotta con l’Orchestra e il Coro del Teatro Cilea (quest’ultimo diretto da Bruno Tirotta). Lo spettacolo previsto in piazza Italia di Otello Profazio e Francesca Prestia è stato rinviato per maltempo. (rrc)

 

 

DELIANUOVA – Oggi “La storia” di Otello Profazio

12 ottobre – Oggi pomeriggio a Delianuova alla libreria Librarsi in Aspromonte alle 17.30 Otello Profazio conversa sul suo nuovo libro “La storia” col giornalista-regista Paolo Bolano. L’incontro è organizzato dalla Casa Editrice Nuove Edizioni Barbaro. Il libro-disco è pubblicato da SquiLibri e ha come sottotitolo “Ballata consolatoria del popolo rosso e altre storie”.
Il “mastru cantaturi” parla del suo libro con Calabria.Live: «È la mia storia – dice Profazio – ma è anche la storia d’Italia e la storia del Sud. Incentrato sulla ballata consolatoria del popolo rosso è un libro-disco che raccoglie brani inediti e racconti originali che ovviamente hanno a che fare col Sud. È il meno monografico dei miei disco-libri perché tratta diversi argomenti, i più svariati. Tante avventure e disavventure che mi riguardano e riguardano la storia del Sud, scritte e cantate».


È una narrazione imprevedibile e originale in chiave apolitica e slegata dall’ideologia, dove però lo sberleffo si sposa continuamente con l’ironia. Da 62 anni Profazio, sin dall’esordio, ci ha abituati alle sue gustose invettive, cantore di illusioni e disillusioni, fra tradizione e modernità. Premio Tenco 2016 e finalista quest’anno alla Targa Tenco, Profazio non finisce di stupire con le sue “profaziate” e questo libro-disco conferma la vitalità di un interprete autentico della Calabria e delle sue storie, delle sue genti, dei suoi sogni, delle sue frustrazioni.
«C’è un elemento innovativo nel disco: al posto degli intervalli muti tra un brano e l’altro ci sono con la mia voce le battute della gente che ho raccolto nel mio peregrinare tra Calabria e Mezzogiorno. Le più belle? Quelle sulla sanità siciliana e calabrese: qual è il miglior ospedale di Palermo? L’Alitalia! Una signora molto anziana mi ha detto testualmente: “inutili che jati a Milano, Parigi, NuYorke, il medico è sempre San Rocco”. Ecco, questo libro raccoglie anche queste – chiamiamole così – testimonianze autentiche di quello che pensa la gente. Raccogliere gli umori delle persone mi suggerisce ballate e scritti che possono così diventare patrimonio delle cultura popolare. I miei libri-dischi precedenti erano un po’ più personali, raccontavano con l’ironia di chi è disperato e non lo sa come si vive, anzi come si campa. “Qui si campa d’aria”, un mio best seller, in fondo è la storia della rassegnata sconfitta del popolo meridionale, che, nonostante tutto, non si ferma e non arretra. La speranza è anche nella possibilità di far sapere, di condividere uno stato di disagio. Per questo “La storia” del libro è la mia storia, filtrata dalle altre storie di Meridione, spesso dimenticato, sicuramente trascurato, decisamente amato. Il Sud ha tante storie ancora da raccontare. E io pure». (rs)

REGGIO: IL PREMIO SIMPATIA ALLA CALABRIA MIGLIORE

8 settembre – Ancora una volta è stato un successo: il Premio Simpatia della Calabria, promosso dall’Associazione Incontriamoci Sempre di Reggio, consegnato martedì scorso nei saloni dell’ex Hotel Miramare ha confermato la validità di un riconoscimento sempre più ambito e apprezzato dai calabresi che vivono al di fuori della propria terra o che nella regione s’impegnano a favorire la crescita culturale e lo sviluppo economico. Così, la dodicesima edizione del Premio “Simpatia della Calabria” ha registrato la partecipazione di numerosi ospiti, con personalità calabresi provenienti da ogni parte d’Italia. La sapiente regia del presidente dell’Associazione, Pino Strati, ha curato ogni dettaglio e la cerimonia si è trasformata in una grande festa dei calabresi, resa ancora più “gustosa” dai prodotti dolciari della tradizione reggina, calabrese e siciliana (degli splendidi pasticceri Apar, capitanati dal presidente Angelo Musolino) e “piccante” con le degustazioni di nduja e pregiati insaccati al peperoncino portati dal salumificio Pontoriero di Spilinga.

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Una creazione del maestro Michele Affidato presentata alla sfilata sulla Magna Grecia

Bella e suggestiva anche la sfilata di gioielli di Michele Affidato, il maestro orafo di Crotone, dedicata all’ “Evoluzione del Gioiello dalla Magna Grecia ai giorni nostri”. Affidato è un testimonial perfetto della Calabria migliore, le sue creazioni (ricordiamo i premi di Sanremo) hanno un sapore mediterraneo ma dentro esprimono la calabresità che nasce dal cuore di chi è nato in questa terra. Se avessero odore, i suoi gioielli profumerebbero di Magna Grecia, come riflettono i colori del mare, del sole e della terra di Calabria. Per questo la sua partecipazione ha segnato – ove ce ne fosse bisogno – il senso di celebrazione “universale” della Calabria che queste iniziative riescono a realizzare. Una festa che vuole onorare calabresi importanti, ma che, soprattutto, rafforza il senso di appartenenza, senza campanilismi, ma nel segno di una Calabria viva che, purtroppo, non sempre ama i suoi figli come dovrebbe ma è invece riamata in modo assoluto.
Premio Simpatia della Calabria che guarda anche agli “amici” di questa terra e di tutto il Sud: il giornalista e scrittore Pino Aprile è uno di questi. La sua appassionata battaglia contro l’impoverimento del Sud e le bugie che hanno permesso che questo avvenisse è condivisa da tantissimi lettori non solo del Mezzogiorno. Le sue “arringhe” sono uno spettacolo da gustare e la sua capacità di coinvolgimento nella difesa del Meridione è apprezzatissima: il premio è più che meritato, andrebbe fatto un monumento alle sue tesi e alla sua infaticabile determinazione contro i “predoni” del Sud.

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Al centro lo scienziato Valter Longo tra Pino Strati, Mimmo Cavallaro, Stefano Caccavari e altri ospiti del Premio Simpatia della Calabria

Altro premio importante allo scienziato Valter Longo, un ricercatore biochimico di fama mondiale nativo di Genova, ma con origini calabresi, praticamente americano di adozione. Sua la “dieta della longevità” che ha messo in evidenza l’importanza dell’alimentazione per curare, ma soprattutto prevenire, le malattie e le patologie tumorali.
Lo storico Daniele Castrizio, altro premiato, è un reggino doc, che sa raccontare la storia dell’antica Reggio e della Magna Grecia come pochi. Docente all’Università di Messina (insegna Storia economica della moneta antica e medievale) è archeologo e studioso esperto di numismatica.

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Michele Affidato, Daniele Castrizio, Pino Strati e Marco Mauro

Un premio simpatia anche al genio dell’imprenditorialità di Stefano Caccavari (suo il Mulinum a pietra di San Floro che è diventato famoso in tutto il mondo) e al talento di Marinella Rodà, grande interprete della musica popolare. Nell’ambito musicale due ricoscimenti ad honorem sono andati al “mastru cantaturi” Otello Profazio e all’insuperabile Mimmo Cavallaro.

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Il presidente di “Incontriamoci sempre” Pino Strati con Otello Profazio e Mimmo Cavallaro

Infine, il riconoscimento ha premiato l’Antica Gelateria Cesare di Davide De Stefano, azienda che quest’anno compie cent’anni, e il cui chiosco verde sul Lungomare è nel cuore di tutti i reggini e di chiunque venga in visita a Reggio. Il Premio Simpatia a De Stefano sottolinea come l’impegno e la scelta di operare esclusivamente nel segno e col rigore della qualità nella scelta delle materie prime, possa portare a grandi risultati, soprattutto nel campo della gastronomia e, nello specifico, del gelato come cultura dell’alimentazione sana. Il gelato è una delle specialità dolciarie di Reggio e di tutta la Calabria: De Stefano si è fatto pioniere dell’utilizzo del Bergamotto di Reggio Calabria, coinvolgendo numerosi colleghi in tutt’Italia, per creare leccornie inimitabili nel campo della gelateria artigianale di qualità e della pasticceria.

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L’assessore Irene Calabrò consegna il Premio SImpatia a Davide De Stefano (Gelateria Cesare)

La serata è stata brillantemente condotta da Marco Mauro e Giovanna Scarfò. Una festa magnifica, l’appuntamento per il prossimo anno. (rrc)

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Giovanna Scarfò, Pino Strati e Marco Mauro al Premio Simpatia della Calabria

OTELLO PROFAZIO HA CHIUSO I CAFFÈ LETTERARI DEL RHEGIUM JULII

21 agosto – Una chiusura alla grande, con un ospite d’eccezione: ai Caffè Letterari del Circolo Rhegium Julii, ospitati dal Circolo del Tennis “Rocco Polimeni” di Reggio, il cantastorie n. 1, Otello Profazio, ha confermato la validità di un ciclo di incontri che hanno spaziato in tutti i campi della cultura e della scienza. L’iniziativa del Rhegium Julii, guidato dal presidente Pino Bova, ha portato al Circolo di Pentimele il fior fiore di autori e scienziati, con grande soddisfazione dei reggini accorsi sempre in gran numero per ascoltare l saggista Nuccio Ordine, gli scrittori Gioacchino Criaco e Matteo Marani, il giornalista-scrittore Marino Bartoletti, lo scienziato Gianfranco Bertone, il matematico Francesco Magris.
Con Otello Profazio è stata tutta un’altra “ballata” (è il caso di dirlo): il “mastro cantaturi” (Premio Tenco e massima autorità nel campo della canzone dialettale) ha mostrato tutta la magia della musica in vernacolo, prima raccontando storie e retroscena della sua lunga carriera artistica, poi deliziando un’affollatissima platea con la sua chitarra Profazio ha presentato brani del suo ultimo libro-disco “La storia – Ballata consolatoria del popolo rosso” e vecchie popolarissime ballate che hanno, ovviamente, affascinato i presenti. Una bellissima serata e un doveroso grazie al Rhegium Julii per questi appuntamenti estivi che hanno accompagnato le vacanze dei reggini (e dei tantissimi ospiti). Ma non finisce qui: lunedì prossimo nuovo appuntamento col Rhegium Julii per il Premio l’Inedito 2018, sempre al Circolo del Tennis, col presidente Igino Postorino e il vice Ninni Romeo che, alternativamente, hanno introdotto le varie serate con quel garbo e quella simpatia che rendono unici i reggini e i calabresi. (rrc)

Nella foto di copertina: Il vicepresidente del Circolo del Tennis Ninni Romeo, Otello Profazio, il presidente del Rhegium Julii Pino Bova e il giornalista-regista Paolo Bolano.