Ultimo giorno per partecipare al Premio Mondiale di poesia Nosside 2023

A mezzanotte di oggi 7 luglio si chiudono definitivamente le iscrizioni al 38° premio Mondiale di Poesia Nosside: www.nosside.org e nossidemondiale@gmail.com .

Il Presidente Pasquale Amato, nell’esprimere la soddisfazione del Comitato Organizzatore per le crescenti adesioni dall’Italia e da ogni parte del mondo, ha precisato che “sarà rispettato il fuso orario differente di ogni Paese ma non sarà concessa una seconda proroga.

La ragione – spiega Amato – risiede proprio nella dimensione globale del Progetto Nosside. Essa richiede regole valevoli per tutti e impone anche tempi ben definiti per tutte la fasi in cui si realizza il complesso percorso organizzativo. Occorre darsi i tempi per la nomina – strettamente riservata – della Giuria Internazionale e per il suo lavoro di valutazione che deve avvenire in un clima di assoluta riservatezza.

Le luci della ribalta – conclude – torneranno a ottobre, dando il via alla fase successiva alle decisioni finali dei giurati con l’organizzazione e realizzazione della Cerimonia Finale che si svolgerà venerdì 24 novembre a Reggio Calabria, sede centrale del Nosside e suo cuore pulsante dal 1983. (rrc)

Natino Chirico in un quadro celebra il Bergamotto di Reggio Calabria

L‘omaggio dell’artista reggino di fama internazionale Natino Chirico al Bergamotto di Reggio Calabria. L’artista ha voluto donare una sua opera originale che riproduce il principe degli agrumi al Comitato del Bergamotto di Reggio Calabria, nella persona del suo presidente, lo storico e docente Pasquale Amato.

«Il grande artista reggino Natino Chirico  – ha dichiarato il prof. Amato – mi ha voluto donare un suo dipinto originale dedicato al nostro Bergamotto di Reggio Calabria e alle battaglie che conduco da una vita per la sua difesa e la sua corretta promozione. Ho pensato che fosse giusto che me lo consegnasse presso l’Accademia dello Chef Filippo Cogliandro (presente spiritualmente) assieme ai membri del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria che hanno potuto essere con noi nel tempo risicato di qualche ora: Angelo Musolino, Isabella Amatulli  e Vincenzo Vitale. Ho così coinvolto il Comitato nell’esprimere collegialmente la stima per l’artista di livello internazionale e l’apprezzamento per un “reggino della diaspora” che coglie ogni occasione per tornare tra noi e per compiere atti d’amore verso la nostra amatissima Reggio Metropolitana e le sue Eccellenze Mondiali, come i Bronzi di Riace e il Principe Mondiale degli Agrumi. Grazie di cuore, Natino». (rrc)

Piazza De Nava Reggio: anche il Premio Nosside contro la demolizione

Anche il Premio Mondiale di Poesia Nosside, che ha sede a Reggio Calabria, ha aderito al Comitato di tutela di Piazza de Nava, per richiedere un restauro conservativo ma opponendo una fortissima reistenza al progetto di demolizione.

Il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e docente reggino, presidente e fondatore del Nosside, ha espresso chiaramente i motivi del dissenso con la Sovrintendenza e le amministrazioni cittadine: «Occorre soltanto un restauro conservativo e migliorativo, senza stravolgere e cancellare l’impianto originario del dopo 1908, che rappresenta l’anima, il cuore e la memoria del popolo reggino ed è patrimonio storico e culturale di una delle città più antiche d’Europa».

In sei punti, il Presidente del Nosside spiega in una nota le ragioni del dissenso:

1. Il Premio Nosside (giunto nel 2022 alla sua XXXVII Edizione con la partecipazione di poeti di 104 Stati del mondo), Progetto Culturale di ispirazione universale nato e organizzato a Reggio Calabria, ha aderito al Comitato per salvare un Bene storico, culturale e artistico, patrimonio del popolo reggino. Ha espresso così la volontà di non sottrarsi a un dovere civico del mondo culturale, in coerenza con la missione che anima il Nosside sin dalla sua fondazione: l’impegno in difesa di tutte le lingue e culture del mondo – e in particolare di quelle a rischio di estinzione – di fronte all’imposizione di un pensiero unico e di una lingua unica che schiacciano le identità storiche, linguistiche e culturali dei popoli.

2. Il Premio Nosside rileva che in tutto il mondo e soprattutto nell’Occidente intriso della cultura dell’agorà di origine ellenica, le Piazze sono considerate da millenni un patrimonio collettivo appartenente alle comunità, con una forte impronta simbolica che testimonia la storia e la memoria di un popolo. Citiamo tra i tanti un caso emblematico in Europa: nella  seconda Guerra Mondiale, su ordine di Hitler, la Piazza centrale di Varsavia (Rynek Starego Miasta) venne rasa al suolo come spietata rivalsa della Rivolta della Città durata 60 giorni nell’estate del 1944. Ebbene, quella Piazza venne ricostruita integralmente, compresi i Palazzi che la attorniano riedificati con lo stesso stile e gli stessi colori del tempo della loro costruzione, in quanto testimonianze e simboli di un periodo di storia del suo popolo. Per rispettare al massimo l’impianto urbanistico e gli edifici si ricorse ai dipinti dell’artista italiano Bernardo Bellotto, realizzati dal 1768 al 1780. 

3. Il Premio Nosside evidenzia che il progetto di demolizione della storica Piazza De Nava va purtroppo in direzione opposta: è contro la storia e l’identità del popolo reggino. Fu pensata e edificata sulle macerie di un Rione popolare abbattuto dal catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse il 95 % degli edifici pubblici e privati. Si decise nel 1911 (col Piano di Ricostruzione di Pietro De Nava) di prolungare verso Nord il Corso Garibaldi e di costruire una Piazza che fungesse da salotto di ingresso al Corso. Alle sue spalle venne edificato, su progetto di Camillo Autore, il Palazzo dell’Ente Edilizio, istituito per gestire la ricostruzione con Legge dello Stato nel 1914 su proposta dell’on. Giuseppe De Nava. Dopo la sua morte nel 1924 la Piazza venne intitolata a lui come maggiore esponente politico reggino, più volte Ministro e decisivo per la ricostruzione. Nel testamento egli donò la sua splendida Villetta in stile Liberty al Comune con l’obbligo di intitolarla a Pietro De Nava e di destinarla esclusivamente a sede della Biblioteca Civica. Con una sottoscrizione popolare il popolo gli volle dedicare un Monumento, affidandolo al grande scultore polistenese Francesco Jerace. Il monumento, inaugurato nel 1936, fu collocato di fronte al Museo della Magna Grecia voluto da Paolo Orsi, progettato da Marcello Piacentini e iniziato a costruire nel 1932. Alla base della statua l’artista pose due fontane di stile liberty a forma di conchiglie e al centro un grande bassorilievo in ricordo del sisma del 1908 e della ricostruzione.

4. In sostanza, Piazza De Nava non è soltanto un salotto elegante in armonia con il Museo, il Palazzo dell’Ente Edilizio e l’inizio del Corso. Ma è soprattutto un concentrato di simboli, di memorie e di testimonianze, un luogo denso di significati per il popolo reggino e oggetto di ammirazione per i visitatori della Città e del prestigioso Museo Archeologico, i cui Beni Identitari sono i Bronzi di Riace che con i due Bronzi di Porticello costituiscono la Sala Archeologica più importante del mondo.

5. Questo insieme armonico, che rappresenta l’anima, il cuore e la memoria del popolo reggino, sta per essere violentato e demolito, offendendo il patrimonio storico e culturale di una città che è tra le più antiche d’Europa e ha regalato il nome all’Italia. Aspetto ancora più grave è che l’autore dell’atto (con il titolo di “Restyling per avvicinare il Museo alla Città” come se ci fosse un muro che ostruisce l’entrata all’edificio) è il Segretariato Regionale dei Beni Culturali della Calabria, che ha come compito istituzionale la difesa dei Beni Culturali e artistici e non la loro distruzione.

6. Il Premio Nosside ritiene pertanto che sia imprescindibile fermare l’avvento delle ruspe distruttive e indifferibile concordare con la Cittadinanza un “Restauro conservativo” che migliori e renda ancora più bella la Piazza, senza stravolgere e cancellare l’impianto originario con la rottura della sua armonica funzione di Salotto pubblico rispetto ai Palazzi di Piacentini e Autore e all’ingresso del Corso. 

Sulla scorta di queste solide ragioni il Premio si renderà parte attiva sia con iniziative proprie che partecipando ai momenti e atti del Comitato Civico di tutela per Piazza De Nava. (rrc)

Lo storico Pasquale Amato: piazza De Nava non si tocca!

Il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico reggino e docente di Storia all’Università per Stranieri di Reggio, sta conducendo una strenua difesa di piazza De Nava su cui c’è la minaccia di una insensata demolizione per un presunto “restauro” che in realtà vuole stravolgere l’impianto urbanistico della piazza stessa.

Su facebook, il prof. Amato ribadisce il suo pensiero: «Piazza De Nava è il cuore, l’anima, la memoria del popolo reggino. È il patrimonio storico e culturale della Reggio risorta dopo il catastrofico terremoto del 1908. Piazza De Nava si può migliorare, abbellire, curare. Ma non si demolisce. I suoi pilastrini saranno gli spalti del nostro Forte Apache.La Terza Assemblea della Consulta Metropolitana della Cultura ha deliberato che “PIAZZA DE NAVA NON SI TOCCA”.

Nel mio breve intervento ho lanciato la Giornata per “PIAZZA DE NAVA NON SI TOCCA”. L’idea è stata accolta da un caloroso lungo applauso. Sarà organizzata nella seconda decade di novembre. Noi reggini manifesteremo contro la demolizione della nostra storica Piazza, legandoci ai 20 pilastrini che la delimitano. Sarà un simbolico forte atto d’amore per un luogo collettivo della memoria che nessun burocrate può decidere di demolire scavalcando i sentimenti di un popolo. Reggio, tante volte colpita nella sua storia plurimillenaria, ha rialzato sempre la testa ogni volta che altri hanno pensato di colpirla e umiliarla. Lo farà anche stavolta».

Il prof. Amato nei giorni scorsi aveva spiegato le ragoioni del suo dissenso, che esprime una corale condanna da parte di quasi tutta la città.

«Una cosa – ha scritto il prof. Amato – è ricostruire una città sulle macerie di un terremoto o di una distruzione per aggressione di un nemico esterno. In questi casi si possono effettuare anche modifiche radicali. E Reggio è stata riedificata diverse volte nella sua plurimillenaria storia dopo eventi sismici o devastazioni per attacchi esterni a cominciare da quello del tiranno Dionisio I di Siracusa nel 386 aC. Tutt’altra cosa è invece sconvolgere una Piazza storica come quella dedicata dai reggini a Giuseppe De Nava senza una specifica necessità o emergenza. È un’operazione assurda, di cui si fa fatica a intendere i motivi. E rappresenta un secondo tentativo di distruggere la Piazza, passando dall’orrenda “escavazione selvaggia” che venne neutralizzata da una corale contestazione della città ad uno spianamento altrettanto sconcertante contro cui si sta levando una nuova espressione collettiva di dissenso.

«Si parla di Restyling. Ma è una finzione. Infatti non si tratta di restauro ma di vero e proprio stravolgimento della Piazza ideata e realizzata nella fase epica della riedificazione della città dopo il terremoto catastrofico del 28 dicembre 1908 che distrusse il 95% degli edifici esistenti a Reggio e Messina e nelle rispettive aree limitrofe delle due sponde dello Stretto. Una Piazza dedicata peraltro a Giuseppe De Nava, il più autorevole leader politico a livello nazionale che Reggio abbia espresso dal 1861 ad oggi. De Nava svolse altresì un ruolo preminente nella splendida ricostruzione, supportando nei suoi numerosi incarichi di governo l’azione condotta dall’on. Giuseppe Valentino (prima da Assessore e poi da Sindaco) e dall’ing. Pietro De Nava, Responsabile del Piano Regolatore. Una Piazza su cui fu eretto il pregevole monumento scolpito dall’artista polistenese Francesco Jerace e che fu completata su un lato dall’imponente splendido edificio piacentiniano del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia e sull’altro dall’edificio dell’Ente Edilizio progettato dall’architetto Camillo Autore. Una piazza armoniosa e legata ad una specifica memoria storica, creata sulle macerie del Rione Santa Lucia raso al suolo dal sisma. Una Piazza la cui configurazione è proporzionata con il nuovo accesso al Corso Garibaldi, prolungato verso Nord sulle macerie del Rione!.

«Piazza De Nava rappresenta pertanto un orgoglio per il popolo reggino, che non è disposto ad accettare la sua demolizione rimpiazzata da uno spianamento. Il Segretariato Regionale dei Beni Culturali – titolare del Progetto contestato – deve quindi scegliere tra un suo radicale ridimensionamento e un azzeramento. I segnali sinora espressi sono quelli di un arroccamento sugli spalti di Fort Alamo in una posizione di difesa del progetto, accampando inattendibili motivazioni o meglio giustificazioni. Che senso ha dire che questo disfacimento sia originato dalla volontà di avvicinare il Museo alla Città? Mai sentita una motivazione così avventata, come se davanti all’ingresso dell’edificio di Piacentini ci fosse un muro che ne impedisce l’accesso. Che senso ha parlare di modernizzazione mentre si cancella la memoria storica della magnifica ricostruzione? Piazza Navona a Roma, Piazza della Signoria a Firenze, Piazza Plebiscito a Napoli, Piazza S. Marco a Venezia – e tante altre – sono testimonianze dell’epoca in cui sono state pensate e realizzate. Qualcuno ha mai pensato di stravolgerle per una presunta “modernizzazione”? Perché deve verificarsi solo per la Piazza De Nava di Reggio? E che senso ha azzardare la forzatura di uno scontro di vago segno politico tra conservatori tradizionalisti e innovatori illuminati? Io spero vivamente che non prevalga questo estremo tentativo di alterare un dibattito che è super partes. Se prevalesse tale opzione sarebbe un grave oltraggio alla Città e alla sua storia plurimillenaria». (rrc)

“DEMOLITION-PEOPLE“ CONTRO LA CITTÀ
REGGIO SUBIRÀ UN CRIMINE URBANISTICO

di SANTO STRATI – A ragione, moltissimi reggini sono convinti che il progetto di demolizione di Piazza De Nava, “salotto” della città, dirimpettaia al Museo dei Bronzi, sia un vero “crimine. urbanistico”. A nulla valgono le prese di posizione di intellettuali, professionisti, imprenditori, semplici cittadini che temono il “vandalismo autorizzato” che qualcuno vuol mascherare come “restauro”, ma in realtà, secondo il progetto, una vera e propria “devastazione” della piazza. Senza alcun vantaggio per i cittadini, in spregio a qualunque buonsenso che, quantomeno, inviterebbe a un confronto schietto e senza  prevaricazioni. Il problema è che per fare un confronto occorrerebbe che ci fosse qualcun0 con cui dialogare: purtroppo non si vede nessuno. Tutti sordi e muti, tanto che la domanda che nasce spontanea è: ma dove vivono gli amministratori di Reggio? Si guardano mai in giro a vedere lo stato di abbandono in cui è ridotta quella che un tempo era Reggio “bella e gentile”? Basterebbe fare una passeggiata sul Corso, o in via Marina (senza bisogno di vedere il disastro delle periferie completamente dimenticate) per avvertire un fortissimo senso di vergogna per l’incapacità di agire. E poi qualcuno si chiede perché la gente non va a votare.

Questa brutta storia di piazza De Nava è semplicemente l’esempio tangibile dell’inefficienza, dell’indifferenza e dell’insensibilità che viene dimostrata verso cittadini, tartassati – per fare un esmepio –  da un servizio rifiuti che, pur richiedendo altissimi oneri, funziona malissimo. E non è solo un problema di pulizia e decoro: è tutta la città che si sente dimenticata, non-governata (attenzione non malgovernata) da amministratori comunali e metropolitani che si entusiasmano per qualsiasi iniziativa pseudoculturale (ma ce ne sono state e ce ne sono di ottime da far invidia alle capitali della cultura, con associazioni che fanno tantissimo ricevendo in cambio il nulla totale) e dimenticano di guardare ai problemi di ogni giorno. Eppure, crediamo, non servirebbe molto per trasformare il cosiddetto fancazzismo di tanti in una inedita e inedita operatività. L’efficienza si attiva pensando al bene della città, ma servono modelli (che non ci sono), servono riconoscimenti (solo di merito, non finanziari) a chi si adopera per tenere pulito il pezzo di strada prospiciente il proprio portone o pulire le scalinate storiche di via Giudecca (grazia Angelina De Salvo e tutti gli altri “angeli” della città che continuano imperterriti a mostrare quanto la città è nei loro cuori). Ma sono episodici gesti di civismo e buona volontà, frutto di spontaneismo che deriva dall’amore per la città, e finisce tutto lì. E pensare che ai tempi di Italo Falcomatà, il sindaco della primavera reggina, passavano le autobotti con acqua profumata di bergamotto  (dopo la regolare raccolta della spazzatura) per rendere ancora più pulita e vivibile la città. E il buon Falcomatà (padre) subiva con molta felicità il rito mattutino del caffè con gli spazzini (si chiamavano così perché spazzavano per davvero) felici di avere reso la città più bella e persino profumata. Un altro mondo, difficile da replicare soprattutto perché manca una classe politica e dirigente degna di tale appellattivo.

Piazza De Nava, dicevamo, è l’esempio più orrido di come non si amministra una città, ignorando le elementari basi del buonsenso e del bene comune. Se c’è questa rivolta “popolare” che cresce di giorno in giorno non ci vuole la zingara per capire che il malcontento qualche base la deve pur avere. Ma qualcuno ha pensato  che la “creazione di uno spazio ampio in cui tenere mostre ed eventi folcloristici (inclusi pipi e patate e il panino cu satizzu?) forse non è proprio quello che avevano in mente i progettisti della piazza originaria? Per questo vi invitiamo a leggere quanto scrivono Vincenzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea e il prof. Pasquale Amato, apprezzato docente e storico reggino, strenui difensori della piazza, contro l’imbarbarimento del potere (ma quale?) che vuole invece distruggerla.

Ma non è solo piazza De Nava: il Lido (per il quale si aspetterà, naturalmente, il prossimo mese di luglio per decidere gli interventi da fare), l’aeroporto su cui sono destinati 60 milioni del Contratto interistituzionale di Sviluppo (che ci auguriamo non saranno utilizzati per chiudere con la rete “il gallinaio” aeroportuale), i rifiuti che appestano l’aria e rendono invibile qualunque angolo della cità,, un Piano Turismo inesistente e tantissimo altro ancora.

Reggio non si merita tutto questo né tantomeno può continuare ad essere una città dei facenti funzione: se è rimasto un briciolo di dignità tutto il consiglio metropolitano e comunale dovrebbe andarsene a casa e riconsegnare la città al popolo. Ma così vincerà la destra! griderà subito qualcuno, per legittimare un’improvvida occupazione del potere. Sceglierà il popolo reggino da chi farsi amministrare, scegliendo – speriamo – chi saprà portare argomenti e ragioni serie per una vera rinascita della città. Augurando ogni bene al giovane Falcomatà, con l’auspicio per lui e per la città che possa uscire indenne dalla brutta storia del Miramare e riprendere il suo posto alla guida della città, non possiamo fare a meno di far notare che, in caso di una nuova sospensione in base alla legge Severino, sarebbe gradito un atto di rispetto nei confronti dei reggini che l’hanno votato (soprattutto per fermare il forestiero leghista). (s)

Stasera la cerimonia a Reggio del XXXVI Nosside Premio mondiale di Poesia

È tutto pronto per la cerimonia finale dellla 36.ma edizione del Premio Nosside, un concorso di poesia che ha travalicato continenti e nazioni, nella salvaguardia e valorizzazione anche delle lingue in via di estinzione. Il suo fondatore e presidente prof. Pasquale Amato, docente universitario e apprezzato storico reggino, non nasconde la stanchezza su cui, però, prevale la soddisfazione del ritorno in presenza, al Museo dei Bronzi, per dare alla Città di Reggio il giusto tributo e il riconoscimento di culla del Mediterraneo, anche nell’affascinante e meraviglioso mondo della poesia.

«Oggi – ha scritto il prof. Amao in una nota –, alle cinque della sera, nella parte interna della magnifica Terrazza del Museo dei Bronzi, al cospetto del mito dei miti dell’umanità – lo Stretto di Scilla e Cariddi – ci incontreremo con l’immaginario dei poeti di cinque continenti nel nome della poetessa magno-greca Nosside di Locri. Vivremo assieme ai loro versi le emozioni, le visioni, i sentimenti che in tante culture e lingue diverse essi donano ogni giorno al mondo.
Batteremo la pandemia che ha impedito la loro partecipazione fisica ma non può impedire l’incontro tra culture e lingue diverse che rappresenta la magia del Progetto Nosside.
Ci accompagneranno l’arte somma del genio futurista Boccioni di Reggio Calabria, la splendida rielaborazione dell’orafo Gerardo Sacco di Crotone e i versi di forte impegno civile del poeta Alfredo Panetta, il concittadino di Nosside Vincitore Assoluto della XXXVI Edizione. (rrc)

Nella foto un’immagine della passata edizione 2020, svoltasi in streaming causa pandemia.

L’OPINIONE/ Pasquale Amato: Liberare Reggio dalla gestione “distratta” della Sacal

di PASQUALE AMATO – Corre voce che il Presidente Roberto Occhiuto si stia adoperando per l’acquisto da parte di Fincalabra, finanziaria della Regione, delle quote del privato. Ciò significherebbe che la Sacal tornerebbe a maggioranza pubblica, interrompendo la procedura di revoca della concessione avviata dall’Enac.

Ma permarrebbe il nodo fondamentale della politica svolta sinora dalla Sacal nei confronti degli altri due Aeroporti. Nonostante fosse a maggioranza pubblica, la Sacal ha continuato ad agire come se fosse ancora il gestore di Lamezia, destinando tutte le attenzioni e risorse a quel solo Aeroporto e sotterrando giorno dopo giorno Reggio e Crotone.
È arrivata, addirittura, a togliere a Reggio voli che da anni erano punti fermi come i voli quotidiani mattina-sera con Roma e Milano; non ha fatto arrivare altre compagnie e rotte; ha esternalizzato servizi licenziando chi lavorava nello scalo reggino; ha svuotato e reso un deserto l’Aerostazione; ha favorito e finanziato tariffe agevolate su Lamezia e ha consentito su Reggio tariffe da voli internazionali per voli nazionali; ha agevolato orari assurdi per dare il colpo di grazia all’Aeroporto reggino.
Ha, insomma, portato avanti una strategia demolitrice col chiaro risultato di spingere l’utenza messinese ad andare verso Catania e una parte dell’utenza di Reggio Metropolitana a orientarsi verso Lamezia.
Il Presidente Occhiuto dovrà, quindi, affrontare e sciogliere questo nodo realizzando ciò che egli stesso ha dichiarato: l’accordo con la Regione Sicilia con il coinvolgimento delle due Città Metropolitane e le energie private dello Stretto per liberare Reggio dalla morsa mortifera della Sacal.
È il cammino che dal 2016 il Movimento per l’Aeroporto dello Stretto, Strategico e Internazionale, ha indicato accompagnandolo con un progetto dettagliato e di ampio respiro (redatto da un gruppo di esperti coordinato dal prof. Domenico Gattuso) offerto gratuitamente (con i tempi che corrono vero punto debole che abbiamo noi stessi riconosciuto): una nuova società pubblica a partecipazione privata che gestisca l’Aeroporto dello Stretto e gli faccia recuperare il suo ruolo fondamentale di nodo aeroportuale della vasta area interregionale tra Scilla e Cariddi.
Se, viceversa, l’intervento sarà solo quello di ripristinare il controllo pubblico azionario della società, si sarà risolto il problema tutto interno del rapporto tra le due parti, ma resterà aperto il groviglio di una gestione Sacal che continuerà l’opera di killeraggio contro gli altri scali. E Reggio e Crotone continueranno a sprofondare sino alla chiusura.
Il Presidente Occhiuto pare intenzionato a cambiare strada. L’augurio sincero è di proseguire nella direzione di una visione che tenga conto della pluralità di un territorio complesso, rispettandone le peculiarità. E l’area dello Stretto è una peculiarità che è figlia della geografia e di una storia plurimillenaria che non si può cancellare. La Sardegna ha meno abitanti della Calabria. Eppure ha tre Aeroporti con voli nazionali e internazionali, trattati alla pari. (rrc)
In copertina, Amato e Gattuso

REGGIO – Lions Host: stasera si consegna il 58° Bergamotto d’oro

Stasera (venerdì 25 giugno) alle 19 nella terrazza dell’Accademia Gourmet a Reggio la consegna del 58° Bergamotto d’oro: il prestigioso riconoscimento che il Lions Club Reggio Host assegna ogni anno a personalità che hanno onorato con la propria attività la Città di Reggio.

Il Bergamotto d'oro
Il Bergamotto d’oro

Quest’anno il Premio viene assegnato al prof. Pasquale Amato, apprezzato storico reggino, nonché presidente del Comitato del Bergamotto di Reggio Calabria, docente all’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, all’industriale Gianfranco Capua, uno dei maggiori esportatori di essenza di bergamotto di Reggio Calabria  nel mondo, e il prof. Demetrio Neri, medico chirurgo.

Felice la scelta della suggestiva location dell’Accademia Gourmet guidata dallo chef Filippo Cogliandro che utilizza in maniera originale e straordinariamente efficace il Bergamotto di Reggio Calabria nella sua deliziosa e inimitabile cucina, apprezzatissima da tutti gli ospiti d’onore che vengono a Reggio. (rrc)

REGGIO – Si parla in streaming del Premio mondiale di poesia Nosside

Appuntamento domani sera (21 giugno) alle 19 via streaming col Premio Mondiale di Poesia Nosside, giunto alla sua XXXVI edizione. Mentre sono ancora aperte fino al 10 luglio le iscrizioni per l’edizione 2021 (stanno pervenendo liriche da ogni parte del mondo), si parlerà di questo straordinario concorso di poesia a livello globale che fino ad oggi ha collezionato partecipanti da 100 Paesi del mondo in oltre 140 tra lingue e idiomi minoritari.

A ospitare l’incontro online la rubrica Rete Sociale moderata da Bruno Monorchio che ha organizzato questo speciale approfondimento che illustrerà le origini del Premio e la sua caratteristica, sin dalla prima edizione, di premiare una composizione inedita, senza confini di lingue e cultura, anche con l’obiettivo di salvaguardare le minoranze linguistiche e i linguaggi che rischiano di scomparire. Lo scorso anno, per esempio, è stata premiata una poesia proveniente dalla Colombia scritta nell’antica lingua Quechua degli Incas, un linguaggio che rischia l’estinzione.

Partecipano alla trasmissione web Pasquale Amato, Presidente Fondatore del Nosside che illustrerà la strategia e le identità del Progetto Culturale; Lisset Argüelles, Addetta Culturale Ambasciata di Cuba in Italia, con cui il Nosside ha una partnership ultraventennale nella Feria Internacional del Libro de La Habana; Nadia Crucitti, Scrittrice e Segretaria delle prime 11 Edizioni del Nosside; Giuseppe Cardello, decano degli Ambasciatori del Premio nel mondo dal 2001; Stefano Baldinu, Ambasciatore nel mondo di fresca nomina assieme al messicano Francisco Azuela; Rosamaria Malafarina, Componente e Segretaria della Giuria del Nosside dal 1994 al 2020.

L’incontro sarà in diretta su Facebook e in differita su Youtube nelle pagine di Nosside e Rete Sociale. (rrc)

Riaperto il Museo dei Bronzi. Amato: «che diventino” patrimonio dell’umanità”»

Ha riaperto ieri, dopo quattro mesi di chiusura forzata per covid, e l’ingresso sarà gratuito per tutto il mese di febbraio: il Museo Archeologico di Reggio, dove sono ospitati i Bronzi di Riace oltre a migliaia di reperti di valore inestimabile, pur con le dovute limitazioni, dovrà tornare ad essere il centro vitale della cultura della Calabria, straordinaria testimonianza della Magna Grecia ma anche delle età preistoriche. È stato lo stesso direttore Carmelo Malacrino ad accogliere i nuovi primi entusiasti visitatori dell’imponente struttura di piazza De Nava a Reggio.

Secondo il prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e docente reggino: «I Bronzi di Riace sono i Beni Identitari e Inamovibili del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. E il Museo è un concentrato di primati: pensato da Paolo Orsi, ottenuto da Orsi e da Umberto Zanotti Bianco, progettato (per la prima volta al mondo come edificio museale) dall’architetto Marcello Piacentini, prezioso per i tanti tesori che lo hanno reso uno dei più importanti e prestigiosi del mondo: oltre ai due capolavori identitari, i due Bronzi di Porticello (il filosofo primo ritratto in bronzo di una persona vissuta e la Testa di Basilea) che non per caso sono loro compagni nella Sala Archeologica più importante del mondo (perché contiene quattro degli otto Bronzi originali dell’arte ellenica del V secolo aC), il Kouros di Reggio, i Dioscuri e i Pinakes di Locri.

Pasquale Amato
Pasquale Amato

È il Bene Culturale principale della Calabria, è il simbolo della sua storia plurimillenaria, è un orgoglio per la cultura ellenica madre della civiltà europea e occidentale, è il centro di attrazione primario per per chi ama la cultura e l’arte È uno dei tesori straordinari di un Paese che possiede il 70% del patrimonio artistico dell’Umanità.

Proprio per tutti questi aspetti ritengo che sia più che maturo il tempo per proporre all’UNESCO il riconoscimento dei Bronzi di Riace e di Porticello come Patrimonio dell’Umanità». (rrc)

Riproponiamo l’intervista di Calabria.Live al prof. Amato dello scorso giugno sull’idea dei Bronzi Patrimonio dell’Umanità.