L’OPINIONE / Franco Cimino: Il Primo Maggio in Calabria di Sergio Mattarella

di FRANCO CIMINO – C’è il Presidente. Meno male che il Presidente c’è! E c’è la Calabria. Meno male che la Calabria c’è! C’è questo presidente che assomma su di sé i due più alti valori della Repubblica. La Costituzione, di cui egli è primo garante. E la sua persona, di uomo della Repubblica, fondata sulla Costituzione. Costituzione e Presidente, sono la rappresentazione plastica di due valori irrinunciabili. Immodificabili. Irriducibili. L’unità della Nazione in quanto popolo rivestito di indissolubile identità patria.

È il primo. La Democrazia, quale unione di Progresso e Libertà, della ricchezza materiale e di quella culturale. Della storia nazionale e delle storie locali. Il secondo. C’è la Calabria, che si rappresenta come capitale del Mezzogiorno d’Europa e capoluogo del Mediterraneo. E quale risorsa feconda per riscattare sé stessa e l’intera area del Sud dall’arretratezza e dalla povertà. E dallo stato di debolezza in cui ancora si trova. Per il Presidente, il nostro Presidente, duramente e “felicemente”, l’Europa vera tarderà a realizzarsi se il suo Mezzogiorno non diventerà lo strumento della crescita economica e del Progresso. Qui non si tratta più di ridurre le ingiustizie perpetrate. E neppure di riparare, con interventi produttivi, i danni di un passato secolare. Ovvero, di fare compensazioni di sorta. Si tratta, piuttosto, di praticare la Democrazia che è anima del nostro Paese e dell’Europa che noi vogliamo.

L’Europa quale la nostra Costituzione ha immaginato e ispirato, da De Gasperi a Moro. Sergio, il Sergio Nazionale, per il quale se non avesse un cognome bagnato dal sangue dei nemici della Democrazia, basterebbe davvero solo il nome di battesimo, è tornato in Calabria per la quarta volta, perché crede in questa Europa, in questo Mezzogiorno. In questa Italia. In questa regione. É venuto e ci ha detto parole di incoraggiamento. Parole di riconoscimento. Della nostra buona storia. Dei valori in essa custoditi, quali il coraggio, la perseveranza, la non arrendevolezza, la costanza della speranza. E quell’ottimismo, che spazza via delusioni, amarezze, dolore. Senso della sconfitta. E l’attribuitoci complesso di inferiorità sul nostro essere, invece, umili e generosi. E quello spirito indomito di avventura che ha fatto dell’estremo bisogno e della dura necessità, il nostro viaggio per il mondo. Il nostro solcare gli oceani. Il nostro scoprire “Lamerica”. L’amore per il Paese. C’è sempre per i calabresi un giorno nuovo. Ed è sempre il più bello. Quello che verrà dalla lunga attesa.

È venuto Sergio. Per festeggiare il Primo Maggio. É lui che ha scelto, nella terra affamata di posti di lavoro, quella in cui il lavoro é sfruttato nei nuovi schiavi( dei senza diritti, senza paga, senza dimora, senza famiglia, senza patria, gli scampati alle traversata in mare i stipati nei vani nascosti degli autotreni) due lontane periferie in cui eccelle, invece, la buona imprenditoria, in particolare femminile. Due fabbriche della buona occupazione, che significa buona paga, buona qualità del lavoro, buona produttività, buona produzione della ricchezza e partecipazione di tutti i componenti la stessa, lavoratori e consumatori in primis, alla più giusta redistribuzione. Quella che ne impiega buona parte nella creazione di nuovi posti di lavoro e delle migliori condizioni degli ambienti della fabbrica. Le fabbriche che concorrono a costruire ciò che ci è sempre mancato, anche per colpa della Politica e delle forze sociali.

E cioè, un sistema produttivo organico, operante su un chiaro e moderno progetto di sviluppo complessivo della Calabria nel Nuovo Mezzogiorno. Sergio, il Presidente, ci ha parlato di questo. E del lavoro quale strumento della Democrazia oltre che della valorizzazione della Persona. Nella sua integralità. Il lavoro non più come diritto, ma come forma della Costituzione. Come ragione della Repubblica. Ascoltando le sue parole, mi sono tornate in mente quelle di Aldo Moro e di Giorgio La Pira, due principi della Magna Carta, i quali con questa parola, lavoro, hanno contribuito a superare il lungo stallo sulla richiesta insistita del Pci, che la Repubblica voleva fosse fondata sui lavoratori. É sull’altro valore della Costituzione che il Presidente oggi, ha, con il coraggio della schiettezza, ammonito la politica per i rischi in corso prodotti da una nuova rafforzata istituzionalizzata divisione del Paese.

Divisione della quale l’Autonomia Differenziata rappresenta lo spirito antico non più tanto nascosto. L’egoismo dei già forti nei confronti degli antichi deboli. L’arroganza dei ricchi, che con una mano rapinano le ricchezze dei poveri e con l’altra elargiscono le mance per trasformare la loro stanchezza in rassegnazione.E sarà così che la Costituzione, legge sul premierato alle sue porte, non sarà che bella e cancellata. Per l’avanzata della terza Repubblica, che avrà già trovato cambiati i connotati della Democrazia.

Ma per fortuna Sergio c’è. E con lui gli italiani in quella parte, ancora maggioritaria, che crede nella Repubblica democratica e antifascista, fondata sul lavoro e sulla Persona, mezzo del divenire della Libertà. E, allora, viva questa Italia, viva l’Europa. Viva il Primo Maggio. E viva Sergio, l’uomo a cui davvero basterebbe solo il nome per essere colui che è. (fc)

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Ancora urgente riflettere su morti sul lavoro e salario minimo

di GIUSY IEMMA – In occasione della Festa dei lavoratori, ci ritroviamo a riflettere non solo sul valore fondamentale del lavoro nella nostra società, ma anche sulle sfide urgenti che i lavoratori affrontano ogni giorno, in particolare la sicurezza sul lavoro e la dignità delle condizioni lavorative.

Quest’anno, il Primo Maggio si colora di un significato ancor più profondo alla luce delle continue perdite che abbiamo registrato sul fronte delle morti sul lavoro. Queste tragedie, che continuano a colpire le famiglie nella nostra comunità e oltre, ricordano la necessità imprescindibile di rafforzare le politiche di sicurezza e di protezione per i nostri lavoratori.
Parallelamente, il dibattito sul salario minimo, portato avanti con vigore dal Partito Democratico attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare, pone al centro la giustizia sociale e il rispetto per chi lavora. Il principio è chiaro: “Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento”. Questa proposta rappresenta un passo cruciale verso la garanzia di condizioni di lavoro eque e dignitose per tutti i lavoratori italiani.
Come vicesindaca di Catanzaro e presidente dell’assemblea regionale Pd, sostengo con fermezza questa iniziativa, che mira a garantire un salario dignitoso per tutti i lavoratori e, allo stesso tempo, a promuovere un’economia più giusta ed equilibrata. È nostro dovere morale assicurare che nessun lavoratore sia costretto a operare in condizioni pericolose o per una retribuzione che non gli permetta di vivere con dignità.
La celebrazione del Primo Maggio è un momento per ricordare le lotte e i successi del movimento dei lavoratori, ma anche per rinnovare il nostro impegno a costruire un futuro in cui si crei lavoro di qualità che consenta ai nostri giovani – e in particolare anche alle donne – di rimanere nella loro terra, di lavorare in sicurezza e vivere della propria attività in modo dignitoso. (gi)
[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]

REGGIO – Presentato il programma degli eventi per il Primo Maggio

Sono stati presentati, a Palazzo Alvaro, i dettagli degli eventi organizzati dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, assieme al Comune, per il Primo Maggio.

Sport, musica, cultura e spettacolo, infatti, faranno da cornice al concerto previsto all’Arena dello Stretto con gli artisti di 54Live, alla gara ciclistica “Primo Criterium” sul Lungomare Falcomatà ed alle finalissime, al PalaCalafiore di Pentimele, del Torneo delle Regioni di calcio a 5 promosso dalla Figc-Lega Nazionale Dilettanti.

L’obiettivo della Città Metropolitana è quello di rendere stabile e duratura la celebrazione del Primo maggio attraverso iniziative che possano alzare l’attenzione sul territorio, farlo conoscere e diventare meta ambita per visitatori e turisti in un’ottica di destagionalizzazione dell’offerta colma di potenzialità e bellezze da ammirare e scoprire.

Il concerto dell’Arena dello Stretto, dunque, vedrà esibirsi, dal primo pomeriggio e fino a tarda sera, Maninni, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Moreno, Carboidrati, Il Cile, Arma, Comete, Shark and Groove e Datura. Un’intera giornata di musica dal vivo in uno degli scenari più suggestivi del Paese.

In sella alle biciclette, invece, si salirà alle ore 9:00 con la partenza del “Primo Criterium” promosso da Asd Cicli Ilario, Associazione Habitat e Asd Bikers team. I ciclisti e le cicliste, provenienti da diverse regioni del Mezzogiorno d’Italia, inizieranno a radunarsi alle 7:30 nel circuito allestito nel cuore della città di Reggio Calabria.

Spazio, ancora, allo sport con le finali del Torneo delle Regioni. In programma sono previste due partite, tra le 9:30 e le 11:30, ed altri due incontri alle 15 ed alle ore 17:30. Sul terreno di gioco del PalaCalafiore si sfideranno le squadre giovanili, maschili e femminili di un campionato che ha coinvolto migliaia di sportivi ed appassionati. (rrc)

A Corigliano Rossano un 1° maggio tra musica e riflessione sulla condizione delle donne nel lavoro

È un 1° maggio all’insegna della musica e della riflessione sulla condizione delle donne nel mondo del lavoro in Calabria, quello in programma a Corigliano Rossano.

La serata, in Piazzetta Portofino, si aprirà dalle 17.30 con l’animazione dell’Associazione Curino – La regina delle feste, con Genni e StefArt.

Alle 19, si parte con la musica: djset curato dalla dj Valentina Reale, l’esibizione emozionante di “Monica” e a concludere il rock dirompente de le Le Rivoltelle“.

Il tutto intervallato da momenti di riflessione, a cura di Cgil, Cisl e Uil, sul tema Donne e lavoro: diritti e parità di genere.

L’Italia mostra un chiaro divario di genere nel mercato del lavoro: dati Istat vedono il tasso di occupazione maschile nella fascia d’età 15-64 anni attestarsi al 70,8%, mentre per le donne questo indice scende al 52,7%. Questo squilibrio diventa ancora più pronunciato quando ci si focalizza sulla Calabria. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat relative al terzo trimestre del 2023 – le ultime disponibili – il tasso di occupazione in Calabria è del 32,4% per l’intera popolazione in età lavorativa, con un marcato contrasto tra uomini (55,7%) e donne (12%).

Anno dopo anno tutti gli indicatori che fotografano la condizione femminile in regione mostrano che, se sei donna e vivi in Calabria (o, in generale al Sud) fatichi di più. Le fragilità del tessuto economico e sociale acuiscono i gap di genere.

In Calabria, infatti, non è presente solo la più bassa incidenza di donne occupate rispetto a quanto espresso a livello nazionale, ma anche una più ridotta presenza di donne in cerca di occupazione. Questo è sicuramente sintomo di un maggiore effetto scoraggiamento tra la popolazione femminile.

«Per tale ragione – si legge in una nota del Comune – ci è sembrato doveroso mettere al centro tale problematica in questo Primo Maggio, fatto di tanta musica, animazione ma anche riflessione e sensibilizzazione. Un palcoscenico tutto al femminile per testimoniare la voglia di riscatto e di inversione di tendenza, vitali per la nostra Città e l’intera regione». (rcs)

1° MAGGIO, L’OCCASIONE PER RIFLETTERE
SULLA CALABRIA E IL LAVORO CHE NON C’È

di FRANCESCO RAO – Quella del Primo Maggio, oltre ad essere la “festa dei lavoratori”, vorrei potesse diventare presto un’occasione annuale per riflettere in lungo e in largo sulle sorti dei tantissimi “giovani adulti”, sempre più immersi come pesci nel mare della disoccupazione e privati di un diritto costituzionale chiamato lavoro. Alla luce dei dati pubblicati recentemente da Il Sole 24 Ore, in Calabria, il reddito medio, stante alla dichiarazione dei redditi 2022, è poco superiore ai 15.000 euro. Già questo dato, senza dover accedere ad altri indicatori utili ad analizzare la qualità della vita, in tutta la sua complessità, descrive la difficilissima condizione sociale che avvolge le famiglie della nostra regione, inibendo tra l’altro ad una parte di esse l’ipotesi di poter assistere alla realizzazione dei propri figli in questa terra. 

In modo particolare, tale circostanza riguarda quanti hanno conseguito titoli di studio difficilmente spendibili in un mercato del lavoro particolarmente complesso come quello calabrese. Seppur rispetto al passato si registrino alcuni cambiamenti strutturali, i processi di istruzione e formazione, al cospetto di un’evoluzione continua dei sistemi di consumo e produzione globale, continuano a essere asimmetrici, divenendo agli occhi degli analisti e dei diretti interessati una forbice che anziché chiudersi per offrire opportunità occupazionali, continua ad aprirsi lentamente generando inoccupazione per i più giovani e disoccupazione per quanti hanno perso o perderanno il posto di lavoro. 

Tale fenomeno, come già registrato in altre parti del mondo sovrapponibili per indicatori alla nostra realtà socio-economica, alimenta un duplice effetto: dal punto di vista quantitativo, incide direttamente sui processi occupazionali; dal punto di vista qualitativo gli effetti sono rilevabili nel rapporto qualità/soddisfazione per il lavoro svolto, circostanza che nel tempo farà registrare al mondo imprenditoriale forti difficoltà nel reperire Risorse Umane, mettendo a repentaglio la continuità aziendale. A destabilizzare ancora di più il sistema, nel corso degli ultimi anni, sono intervenuti altri fattori di natura culturale: in primis la penuria di formazione e aggiornamento continuo per i lavoratori, procedura ormai indispensabile per far fronte all’obsolescenza professionale e quindi alla continuità occupazionale. 

Nel corso dell’ultimo anno, la crisi economica post-pandemica e le crescenti difficoltà dettate dall’inedita inflazione generata dall’aumento del costo delle risorse energetiche, dovute al conflitto tra Russia e Ucraina, continuano incessantemente a incidere facendo registrare la mancanza di apposite misure atte a mitigare nel medio e nel lungo periodo un bagno di sangue occupazionale. 

Senza voler scendere in particolari tecnicismi, una tra le criticità maggiore da affrontare con urgenza è rappresentata da un’asimmetria tra domanda e offerta di lavoro che ne cristallizza il forte disallineamento tra le competenze richieste dai singoli settori e la reale disponibilità introdotta dai soggetti interessati ad ottenere un contratto di lavoro. Se in passato tale requisito afferiva principalmente al pubblico impiego, oggi si è letteralmente esteso anche ai contesti produttivi del settore privato, decretando in buona parte la fine del lavoro manuale e la crescente domanda di profili professionali altamente specializzati. 

Il “corto circuito occupazionale” ormai in atto, in parte potrebbe essere dovuto a seguito delle aspettative professionali avanzate da quanti hanno conseguito titoli di studio maggiormente elevati. In tal caso, la propensione a capitalizzare le competenze acquisite con specifici inquadramenti contrattuali a volte risultano essere inapplicabili dai vari settori di riferimento a causa delle limitate opportunità nel raggiungere velocemente mercati emergenti e dall’imponente cuneo fiscale posto a carico degli imprenditori. La conseguenza a tali dinamiche, nel breve periodo potrebbe tradursi in una crescente inoccupazione volontaria e nel medio periodo diverrà motivo principale per emigrare, esportando altrove competenze, entusiasmo e nuove opportunità 

Nelle osservazioni compiute da Bruxelles, dall’OCSE e dall’INDIRE, oltre alle profonde fratture che traggono origine dalle ben conosciute cause riconducibili alla diffusa povertà educativa, rilevabile in modo particolare nelle aree interne della Calabria, vi è la duplice responsabilità per aver disatteso nel tempo le numerose analisi sociali compiute e nell’aver utilizzato ingenti finanziamenti regionali, nazionale ed europei che di fatto non hanno prodotto i risultati attesi. 

In tal senso, la povertà educativa e la dispersione scolastica continuano ad essere criticità evidenti perché ancora oggi persiste un limitato ricorso al tempo scolastico prolungato, quale autentico antidoto alle difficoltà vissute dagli studenti maggiormente afferenti a segmenti sociali fragili; a ciò si aggiunga la penuria di asili nido indispensabili a garantire l’accesso al mondo del lavoro anche all’universo femminile; la debole e in taluni casi inesistente sinergia programmatica tra la scuola e mondo produttivo e  non per ultimo, il reiterarsi di una serie di indirizzi scolastici poco allineati alle esigenze di un mercato del lavoro riconducibile al modello “industria 4.0” che richiede urgentemente oltre alle competenze umanistiche anche quelle informatiche e tecnologiche.

Dalle colonne di Calabria.Live, considerate le circostanze trattate brevemente, vorrei condividere una proposta tesa a vivere in futuro un Primo Maggio da intendersi sia come la Festa dei Lavoratori sia come un’occasione nella quale gli “stati generali dell’occupazione e del lavoro”, rendano note proposte e strumenti atti a superare l’atavica crisi occupazionale che affligge da sempre il Meridione. Insomma, un momento solenne nel quale tutti i dati elaborati nel corso dell’anno da una cabina di regia composta dai rappresentanti del mondo del lavoro e delle professioni, dalla scuola, dai decisori politici e da rappresentanze studentesche possano divenire atti e indirizzi programmatici da sottoporre ai legislatori regionali e nazionali al fine di consentire loro, per le rispettive funzioni, di poter agire per rivedere a cadenza periodica la curvatura dell’offerta formativa e tutte quelle misure attuabili e atte a incidere nel breve e nel medio periodo con l’intento di invertire l’attuale trend per il quale si continuano a registrare fughe di cervelli, un aumento della disoccupazione giovanile e la costante desertificazione culturale, con conseguenti ricadute negative rilevabili tanto nei settori produttivi quanto sugli assetti politico-istituzionali dei vari territori. Non per ultimo considerando anche il costo pubblico generato dalla quota di devianza sociale che in marginali trova particolare attecchimento.

Vi è poi un capitolo a parte, sul quale si continua a marciare a vista forse perché manca la lungimiranza nel voler comprenderele potenzialità economico-produttive e occupazionali esprimibili dal turismo e dall’agricoltura. In tal senso non è mia intenzione sviluppare alcuna analisi, considerando l’evoluzione dei rispettivi settori e la domanda di elevate professionalità, mi limiterò a fare una domanda: annualmente, quanti sono i diplomati e laureati in ambito agrario e turistico in Calabria? Le considerazioni potrebbero essere scontate: non sono mancate le opportunità, è mancata la cultura. (fr)

Francesco Rao sociologo,  docente a contratto Università “Tor Vergata” Roma

RENDE (CS) – Torna il 1° maggio il Parklife con la musica nel verde

Torna a Rende per la sua ottava edizione ParkLife, l’evento – nato per ridare nuova vita ai parchi pubblici – divenuto nel corso degli anni un one-day festival tra i più attesi a livello regionale, il Primo maggio per antonomasia della Calabria. Una manifestazione che ha portato complessivamente negli ultimi anni più di 100.000 persone, provenienti da tutta la regione, a ripopolare uno dei polmoni verdi della città, il Parco fluviale di Rende (Cs), per una giornata all’insegna della musica, del divertimento e del rispetto per l’ambiente.

Lunedì 1° maggio dalle ore 10:30 fino alle ore 20:30, l’intera area del Parco Fluviale diverrà lo scenario naturale di ParkLife, con due stage che ospiteranno una lineup che vedrà protagonisti artisti di primo piano nel panorama della musica elettronica internazionale. A partire da Toy Tonics Jam, lo show che riunisce i talenti dell’etichetta discografica tedesca Toy Tonics, label di culto per tutti gli appassionati delle confluenze tra house, funk e disco, una jam vera e propria che vedrà alternarsi in consolle il tedesco Kapote, boss della label, affiancato da Sam Ruffillo, Cody Currie e Gee Lane, per un’esperienza di puro funk da dancefloor.

Sul secondo stage spazio ad Andy Smith, dj inglese decano del dancefloor, collaboratore già di band seminali come Portishead e Prodigy, autore di numerose compilation che sono diventate iconiche e ricercatissime da tutti i collezionisti, i suoi set presentano – come scrive Rolling Stone – “una selezione di soul, funk, reggae e r&b capace di far impallidire un archivio”. Accanto a lui: Moullinex, da Lisbona, dj/producer tra i più versatili della nuova generazione portoghese, che vanta in curriculum remix per artisti come Sebastien Tellier, Cut Copy, Royksopp e Robyn; Damianito, vincitore del RedBull3Style, già concorrente di TopDj e live-dj di Salmo. Su entrambi i palchi, come consuetudine, spazio anche ad alcuni tra i migliori dj local: Fabio Nirta, Dj Kerò, Vincenzo Nac, Dexter, Tascky e Federico Foti.

Accanto ai due stage, il pubblico troverà postazioni food & drink. Si ricorda altresì che per partecipare all’evento dovranno essere rispettate delle semplici regole a tutela della natura e dei partecipanti, sarà fatto divieto di ingresso per bottiglie con tappo e contenitori di vetro, metallo, lattine ed oggetti contundenti, barbecue e grill, oltre che proibito di accendere fuochi a terra ed abbandonare rifiuti. Anche in questa edizione, al fine di garantire maggiore sicurezza e controllo, l’area del parco verrà delimitata e sarà possibile accedere solamente attraverso gli appositi ingressi. Tutti i varchi di accesso all’area saranno supervisionati dal personale steward addetto al controllo ed in tutta l’area saranno ben segnalate le uscite e le vie di fuga. L’intera manifestazione è organizzata e promossa da Be-Alternative Eventi e Wish Eventi, patrocinata dal Comune di Rende e grazie al sostegno di attività commerciali e sponsor del territorio.

Le prevendite per partecipare all’evento sono disponibili, al costo di 10 euro, al link: www.diyticket.it/events/Musica/11195/parklife-primo-maggio – i biglietti si potranno acquistare anche il giorno dell’evento alle casse posizionate in corrispondenza dei 4 ingressi. (rcs)

AFRICO (RC) – Il corteo della Cgil per il 1° Maggio

Torna, ad Africo, la tradizionale sfilata del Primo Maggio, organizzata dal Comune insieme alla Cgil Reggio Calabria-Locri.

L’appuntamento, dunque, è per le 10 alla Camera del Lavoro, da cui partirà la sfilata per le vie della cittadina, per poi rientrare alla sede della Camera del Lavoro con i saluti del sindaco Domenico Modaffari, l’intervento di un compagno della Cgil locale e la chiusura del segretario generale Cgil Reggio Calabria-Locri, Gregorio Pititto. Ad accompagnarela sfilata, la banda musicale.

«La sfilata del Primo Maggio – ha sottolineato il segretario generale Cgil Reggio Calabria-Locri – ha una valenza storico-culturale per la cittadina di Africo: da sempre in prima linea per la difesa dei diritti dei lavoratori, a fianco dei cittadini, dei giovani, dei disoccupati e degli immigrati».

Alla Cgil Reggio Calabria-Locri preme evidenziare l’importanza della celebrazione della Giornata del Lavoro in un centro della Locride, simbolo delle innumerevoli potenzialità inespresse della nostra terra. Non bisogna dimenticare che in questa cittadina il movimento dei lavoratori, legato soprattutto all’agricoltura, è da sempre impegnato nelle battaglie quotidiane per raggiungere obiettivi sociali ed economici importanti. (rrc)

Sposato, Russo, Biondo: Primo Maggio sia utile per costruire rilancio economico della Calabria

I segretari generali di Cgil CalabriaCisl CalabriaUil CalabriaAngelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno dichiarato che «questo Primo Maggio, ci deve essere utile per costruire il rilancio economico e produttivo della nostra regione, partendo dalla realizzazione di condizioni di lavoro stabile e di qualità, in sicurezza e nella legalità».

«La sicurezza, soprattutto – hanno aggiunto – dovrà essere la stella polare da seguire in ogni luogo di lavoro, convinti come siamo che l’Italia, la Calabria, possa essere curata solo con il lavoro ma che il lavoro debba essere rispettoso delle leggi e dei contratti che agiscono nella logica di prevenzione dei rischi. Quelli che ci troveremo ad affrontare saranno mesi difficili, mesi che richiederanno un grande impegno umano, sociale e civile al fine di agganciare la ripresa e ridare slancio all’economia del nostro territorio».

«Non tutto, però, è perduto – hanno proseguito –. I problemi aperti dalla pandemia potranno essere superati, traguardando la ripartenza auspicata, insistendo sulla strada del dialogo sociale per evitare il rischio che la Calabria rimanga condannata a vita dentro i percorsi accidentati proposti da chi, sino ad oggi, ha gestito la cosa pubblica regionale, in maniera a dir poco discutibile. La Calabria ha bisogno di una scossa, ha bisogno di una nuova stagione concorsuale che sia in grado di immettere nella pubblica amministrazione calabrese  i tanti nostri giovani di talento, il cui ingresso nella macchina pubblica calabrese, è di fondamentale importanza per programma e spendere le risorse pubbliche nazionali e comunitarie, in quantità e qualità». 

«Questa regione nel lavoro privato, poi – hanno detto ancora – ha bisogno di scrivere una nuova pagina sulle politiche attive del lavoro, della formazione e riqualificazione professionale, per favorire strumenti, come i patti territoriali, che siano in grado di far diventare la Calabria un attrattore di investimenti nella ricostruzione. Questo Primo Maggio, infine, dovrà essere vissuto con gli stessi sentimenti che hanno consentito all’Italia di ripartire, di ritrovarsi più forte di prima, dopo gli anni drammatici del conflitto mondiale. Ma questa volta il Paese dovrà rimettersi in moto curandosi di non lasciare nessun territorio indietro, compresa la Calabria». 

«Noi lavoreremo affinché dal Primo Maggio – hanno concluso – si possa aprire una fase di confronto informato e di merito tra tutte le forze sociali, produttive, partitiche, dell’associazionismo e del volontariato, per costruire dal basso un progetto di Calabria nuova e diversa. Noi lavoreremo affinché il prossimo sia veramente un Primo Maggio migliore, una Festa vera del Lavoro, dello Sviluppo e della Cooperazione». (rrm)