Il Grazie di Rai Calabria ai giornalisti Pandullo, Rendace e Condo

di PINO NANO Il tempo passa inesorabilmente per tutti, ma qualche volta forse anche tropo in fretta. Da oggi la Sede Rai della Calabria avrà tre giornalisti in meno, perché vanno in pensione tre vere colonne della storia del giornalismo radiotelevisivo calabrese.

Sono Pasqualino Pandullo, Ugo Rendace, e prima di loro era già andato via Antonio Condò, che tutti noi abbiamo sempre chiamato Tonino. La loro storia come quella di tanti altri di noi, di tutti noi che abbiamo lavorato in Rai, è la storia di una generazione di giornalisti che ha dedicato alla Rai tutta la sua vita, dando alla Rai e ai calabresi l’esempio di una comunicazione libera e soprattutto severa e assolutamente reale.

Le storie di Tonino Condò, Ugo Rendace e Pasqualino Pandullo sono storie emblematiche di giornalisti che hanno raccontato la Calabria per oltre 35 anni, e nel loro caso specifico posso dirvi che l’hanno fatto con il cuore oltre che con il computer e la macchina da presa. Dietro ognuno di loro ci sono “pezzi di Calabria” e momenti indimenticabili che ognuno di loro ha raccolto e raccontato con la consapevolezza piena di farlo per una grande azienda di Stato come lo è la Rai. Da oggi, dunque, giorno di San Valentino, la Rai perde per strada un pezzo importante della sua macchina operativa. 

«Dire a tutti loro grazie per quello che hanno rappresentato- sottolinea il Caporedattore Riccardo Giacoia, che ieri insieme al Capo della Segreteria di redazione Mario Tursi Prato è stato a Crotone per salutare personalmente Ugo Rendace – è solo molto retorico e molto poco. Ma a tutti loro la Rai in Calabria deve davvero tantissimo».

Qui di seguito in estrema sintesi le loro storie personali.

Pasqualino Pandullo è stato Capo della Redazione Giornalistica di Rai Calabria. È nato a Tropea nel 1958, giornalista professionista dal 1986 (praticantato presso il quotidiano “Oggisud”), lavora dal gennaio 1988 al TGR Rai Calabria, divenendone caposervizio nel gennaio 2000, vice caporedattore nel marzo 2007, caporedattore dal 16 settembre 2019. Assieme alle funzioni di line ed alla realizzazione di servizi per il regionale, ha fornito anche numerosi contributi alle testate nazionali dell’emittente pubblica radiotelevisiva (come per la Rubrica “Regioni e ragioni del Giubileo”). Da conduttore, per 25 anni, del TG regionale, è stato citato dal Magazine “Sette” del Corriere della Sera.

Ha svolto attività sindacale dell’Usigrai, come componente, a varie riprese, del CdR calabrese. Ha insegnato “Tecnica degli audiovisivi” in un corso di perfezionamento post-laurea in Metodologie dell’Informazione e della Comunicazione, istituito nel 1997 dall’Università della Calabria. È stato il tutor aziendale per la Calabria nel Progetto di alternanza Scuola Lavoro promosso da RAI, nell’ambito di Rai Porte Aperte, culminato l’11 maggio 2018 a Torino con l’evento finale di presentazione.

È stato il Presidente Regionale dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) dal 1996 al 1998, assumendo numerose iniziative dirette a qualificare il profilo deontologico dell’attività giornalistica. È tra i fondatori dell’“Accademia degli Affaticati”, l’Associazione culturale nata nel 2006 – che ha presieduto fino al 2013 – per promuovere il “Premio Tropea Letterario Nazionale”.

«Lascio la Rai – dice oggi – con la consapevolezza assoluta di aver vissuto dentro questa azienda una bellissima stagione della mia vita. Anni indimenticabili accanto a colleghi e compagni di lavoro che mi porterò dentro per sempre».

Ugo Rendace è nato il 15 febbraio 1958 a Cosenza. Mi ritrovo in Rai – racconta sempre – grazie all’amore per la fotografia. Idoneo al concorso per operatore di ripresa del 1982, il 26 maggio1983 segnò il primo giorno di lavoro in Rai. Fu la scoperta di un mondo -dice-fatto di donne e uomini, che hanno segnato la mia crescita professionale e la mia vita. Erano gli anni della guerra di mafia a Reggio Calabria, in una Calabria per me sconosciuta».

«Un lavoro molto particolare, che mi diede la possibilità – aggiunge – di lavorare accanto a giornalisti che mi hanno trasmesso l’amore per un “mestiere” affascinante quanto unico. Vanta migliaia di servizi in tutti i comuni della regione, e mi hanno fatto conoscere posti unici e “donne e uomini” speciali. Lavorare accanto a Emanuele Giacoia, Franco Bruno, Raffaele Malito, Domenico Nunnari, e Gregorio Corigliano, mi hanno permesso di formare un bagaglio professionale notevole».

Decine anche i servizi firmati e realizzati all’estero, Israele, Albania, Romania, Macedonia, Cipro, Moldavia, Inghilterra, Polonia, Germania, Argentina, fino al giorno in cui fu possibile passare davanti alla telecamera. L’11novembre 1992 l’iscrizione all’albo dei giornalisti elenco professionisti, poi il contratto applicato dall’azienda. Il cambio di mansione arriva solo il 1° luglio 2005. Il direttore di allora della Tgr, Angela Buttiglione, lo trasferisce a Crotone con la mansione di redattore territoriale.

«Una nuova vita professionale, una splendida avventura condivisa nel momento più importante con il caporedattore dell’epoca, Pino Nano. Da lui oltre agli insegnamenti di una vita di lavoro condivisa, un solo consiglio: provaci sempre, con dedizione, passione e professionalità. Un consiglio, diventato il faro della mia vita».

Antonio Pio Condò è nato a Gerace il 28 novembre 1953. Giornalista professionista, opera nel mondo dell’informazione da metà degli anni ’70. Ha collaborato con le prime emittenti televisive e radiofoniche private della Locride. È stato corrispondente de “Il Giornale di Calabria” (direttori Piero Ardenti e Giuseppe Soluri). Già collaboratore del settimanale “Il Piccolissimo” ha diretto la sede di Locri di “Telespazio Calabria” (referente Mediaset) e curato servizi anche per TG5, Rete 4 ed Italia. Già corrispondente dell’Agenzia Giornalistica Italia, di “Gazzetta del Sud”, cofondatore e direttore responsabile di un mensile e dei primi giornali on line.

Componente effettivo Collegio Probi Viri della Fnsi. Docente Corsi giornalismo in varie Scuole superiori e, su incarico dell’Odg Calabria (accordo Miur-Ordine Nazionale Giornalisti), nei Corsi preparatori all’esame di Maturità (articoli e saggi). Più volte premiato per la sua attività professionale. Per alcuni anni ha avuto un contratto con la trasmissione televisiva di Rai Due “Detto tra noi”, condotta da Piero Vigorelli. Componente della grande famiglia della TGR Rai dal 1989, prima come “informatore” e curatore di testi a corredo di immagini e successivamente – fino a oggi – come Redattore territoriale dalla Locride.

Di certo, senza di lui la Locride si sentirà sola e a tratti anche abbandonata, ma il lavoro che ha fatto Tonino Condò laggiù, lontano da tutti, rimarrà nella storia di questa regione. (pn)

La Rai apre le sue porte alle scuole calabresi

di PINO NANO Il nuovo anno scolastico è iniziato anche nella Sede regionale Rai della Calabria per i tecnici e le maestranze che di fatto guidano da sempre le visite delle scuole all’interno del palazzo di Viale Marconi. Una iniziativa che si chiama “Porte Aperte” e che nei fatti è un invito globale e corale alle scuole di tutta la regione a venire a vedere le “stanze dove ogni giorno si producono ore e ore di trasmissione e di informazione”.

Gli ultimi ospiti di Rai Calabria sono stati in queste ore gli alunni della 5^ A dell’IC Ardito-Don Bosco di Lamezia Terme, e sono loro che hanno di fatto “aperto le danze”, nel senso che hanno dato il via alle visite didattiche di quest’anno con molto entusiasmo e tanta curiosità.

Ad accoglierli c’era il Direttore della Sede Massimo Fedele, e con lui i referenti calabresi del progetto “Rai Porte Aperte”, rispettivamente Sara Dente e Giampiero Mazza. Dopo una breve presentazione del “mondo Rai”, e la consegna dei badge di entrata, gli alunni della don Bosco di Lametia Terme sono stati accompagnati nei vari ambienti della sede ed hanno avuto modo di conoscere direttamente e personalmente tutte le figure professionali che lavorano “dietro lo schermo”.

Registi, operatori di ripresa, montatori, segreteria di redazione, tecnici della radiofonia, insomma tutti colori i quali sono oggi il cuore vero di questa grande azienda di Stato e che, accanto alla redazione giornalista, producono tutto quello che ogni giorno arriva nelle case di centinaia di migliaia di famiglie calabresi. 

All’interno della regia e dello studio del Giornale Radio gli ospiti di “Porte Aperte” hanno vissuto un vero e proprio privilegio esclusivo, messi alla prova dai tecnici della sede che hanno registrato le loro voci e i loro commenti, una vera e propria prova di registrazione, come quelle che fanno gli artisti di tutto il mondo in sala di registrazione.

La visita didattica dei ragazzi lametini è poi proseguita in una saletta di montaggio della TV dove a sorpresa sono stati raggiunti dalla cantante Verdiana, vincitrice dell’ultima edizione del programma Tale e Quale Show, e presente quella mattina in sede a Viale Marconi perché invitata dal Capo della redazione Giornalistica Riccardo Giacoia per un’intervista da mandare poi in onda al telegiornale regionale.

Guidati dai referenti di sede e da uno dei tecnici di produzione più brillanti e più geniali della sede Rai calabrese, Massimiliano De Lio, genio e sregolatezza insieme, i ragazzi della don Bosco hanno avuto modo di conoscere tutta la fase di preparazione tecnica necessaria per la buona riuscita di un Telegiornale, simulando persino le dirette sia radiofoniche che televisive. Un tuffo, dunque, nel mondo “meraviglioso” della televisione, e che si è poi concluso con la tradizionale consegna degli attestati e dei gadget RAI, momento questo tra i più simbolici e attesi di queste manifestazioni. 

La più entusiasta oggi è la preside dell’Istituto Ardito Don Bosco, la dirigente Margherita Primavera, «sicuramente questo progetto arricchisce il bagaglio culturale dei nostri alunni attraverso un’esperienza formativa partecipata che rafforza le competenze dell’ambito comunicativo e relazionale in chiave più costruttiva e consapevole».

Evviva la scuola. (pn)

CATANZARO: Una sede Rai per il Capoluogo di Regione, la proposta dell’Associazione Petrusino

La richiesta del Sindaco Nicola Fiorita di istituire a Catanzaro una sede distaccata della sede Rai della Calabria è una proposta sensata ed equilibrata.

Come si ricorderà la nostra associazione raccolse negli anni scorsi diecimila firme di cittadini calabresi, non solo di Catanzaro, per chiedere l’istituzione della sede Rai nel Capoluogo di Regione.

È ormai risaputo che la Calabria, insieme all’Abruzzo, è l’unica regione italiana nella quale la Rai non ha la sua sede nella città Capoluogo.  In Abruzzo esiste però una redazione giornalistica anche nel capoluogo, L’Aquila, per la quale è addirittura in atto un potenziamento. Mentre nella nostra Regione persino Reggio Calabria ha una redazione distaccata ultimamente potenziata con l’arrivo della giornalista Giusy Utano.

Le scelte miopi del passato si stanno ripercuotendo sul presente. Negli anni scorsi avevamo più volte aperto dei tavoli di discussione con i vertici Rai e con Pino Nano che in quel periodo svolgeva il ruolo di Capo Redattore Responsabile della sede calabrese. Ci siamo persino recati a Cosenza per spiegare le nostre ragioni. Alla fine era emersa la possibilità di istituire a Catanzaro una sede distaccata con 2/3 giornalisti e operatori video.

Praticamente le promesse, disattese, di allora ricalcano le richieste di oggi del Sindaco Fiorita.

Nessuna battaglia di campanile ma una sacrosanta prerogativa della città guida della Calabria e anche questioni di economicità visto che proprio a Catanzaro, quotidianamente, si svolgono iniziative e incontri di valenza regionale che devono essere raccontati.

Negli anni scorsi, anche grazie all’interessamento dell’ex Presidente della Provincia di Catanzaro, Michele Traversa, erano stati trovati dei locali all’interno del palazzo dell’Ente intermedio dove collocare la redazione. Ma, purtroppo, da Cosenza non sono arrivate aperture in tal senso e la sede è rimasta desolatamente chiusa.

In Calabria si potrebbe seguire la stessa linea tenuta in Trentino Alto Adige. In questa regione esistono due sedi Rai a Trento e Bolzano. La sede Rai di Trento nasce il 1º agosto 1976 con l’Ordine di Servizio Rai n. 402/7, ma la Rai era già presente nella primavera del 1966 con la prima trasmissione delle notizie giornalistiche radiofoniche della Radio Bolzano.

Dal 1976 al 1980 furono create la Redazione Giornalistica e la Struttura di Programmazione. Alla luce di questo non si capisce perché in una regione più piccola come il Trentino Alto Adige sia possibile e in Calabria no.

Ora toccherà alla politica calabrese, in particolare a Wanda Ferro e a Filippo Mancuso (ossia i massimi esponenti politici della città al Governo e alla Regione) trovare un punto d’incontro per realizzare quello che è necessario e atteso da tanti anni: ossia una nuova sede Rai a Catanzaro che supporti e si integri con quella di Cosenza. /rcz)

Corecom e Rai Calabria insieme per accesso ai programmi d’accesso: Attenzione a minoranze e contrasto a cyberbullismo

«Siamo fermamente convinti che nessuno debba essere lasciato indietro: è per questo che ci adoperiamo per garantire che le minoranze linguistiche e le associazioni del territorio calabrese abbiano la possibilità di essere rappresentate nei programmi televisivi della Rai, sia in diretta che in modalità on-demand». È quanto ha dichiarato il presidente di Corecom Calabria, Fulvio Scarpino, in merito alla nuova collaborazione tra il Corecom e Rai Calabria, siglata nei giorni nella sede della Rai a Cosenza.

Presenti, alla riunione, oltre al presidente Scarpino, affiancato dal vice presidente Mario Mazza e dal segretario Pasquale Petrolo, il direttore Massimo Fedele e il Caporedattore Riccardo Giacoia.

Un progetto che guarda alla tutela del diritto ai programmi d’accesso per le minoranze linguistiche attraverso la fruizione degli spazi riservati ad associazioni, gruppi ed enti che vogliono promuovere la propria immagine. In una consolidata direttrice di stare al passo con le nuove tecnologie. E non solo: il Corecom vuole ampliare il proprio sostegno dalle minoranze linguistiche ma nello stesso tempo potenziale le attività di contrasto al cybercrime, contribuendo a diffondere messaggi di sensibilizzazione contro il bullismo e il cyberbullismo. 

Per Scarpino, infatti, «il Corecom Calabria è orgoglioso di portare avanti un’attività così importante che ci porta essere capofila in Italia in questo ambito di azione», in cui la collaborazione con la Rai «è stata determinante per rendere possibile questa iniziativa. Siamo grati in particolare al direttore Massimo Fedele per la disponibilità e il supporto che ci ha dimostrando una sensibilità straordinaria nei confronti delle persone e delle realtà che rappresentano una parte fondamentale del nostro tessuto sociale».

«Riteniamo che questa collaborazione – ha sottolineato – sia un unicum che non può che rappresentare un encomio per la Calabria. I dati sull’iperattività tecnologica dei giovani, unita alla loro fragilità, hanno spinto il Corecom Calabria ad intervenire anche nella direzione del contrasto al cybercrime. Ogni anno, migliaia di minori sono vittime di bullismo e cyberbullismo, e molti di loro hanno bisogno di supporto psicologico».

«Contiamo sul sostegno della Rai, e in particolare di Rai3, per affrontare questa importante sfida. Un ringraziamento – ha concluso Scarpino – va anche ai funzionari del Corecom che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante risultato».

«Questi programmi avranno un impatto significativo e rappresenteranno un’opportunità preziosa per le associazioni che desiderano essere coinvolte nelle nostre iniziative – ha spiegato il direttore della sede Rai, massimo Fedele –. Qualsiasi richiesta di spazio sarà valutata attentamente e sarà sottoposta all’approvazione del Corecom. Questo processo sarà di fondamentale importanza per aumentare la capacità di coinvolgimento delle associazioni locali e promuovere una programmazione più inclusiva e rappresentativa».

Secondo il vice presidente del Comitato, Mario Mazza, l’occasione di incontro offerta dal rinnovato impegno per il diritto all’accesso ai programmi radio-televisivi dei soggetti collettivi organizzati ha permesso di “sottolineare la sintonia creatasi tra il Corecom e la Rai e rappresenta un esempio pioneristico di collaborazione. Camminare insieme è fondamentale per raggiungere obiettivi che, da soli, potrebbero sembrare irraggiungibili. La Rai ha dimostrato la sua disponibilità a supportarci in diverse attività».

«L’obiettivo comune è quello di aiutare la Calabria a crescere, valorizzando le sue potenzialità e le sue eccellenze», ha concluso Mazza.

Il segretario Pasquale Petrolo ha sottolineato come l’incontro nella sede Rai sancisce «una prospettiva sinergica e di dialogo tra Corecom e Rai che va oltre i programmi di accesso previsti dalla legge nazionale. Non pensiamo, quindi, solo alle associazioni che intendono beneficiare del servizio avendo la possibilità di informare i cittadini sulle loro iniziative. La Rai, infatti, è proiettata verso il futuro e si impegna a rispondere alle sfide poste dalla società digitale, della conoscenza e del sapere, come quello avviato dal Corecom con l’Osservatorio Media e Minori». (rrc)

 

Alla Rai un pranzo con mons. Cecchinato

di PINO NANOGrande festa lo scorso 5 febbraio all’ora di pranzo per l’arrivo in sede, alla Rai di Viale Marconi, dell’Arcivescovo di Cosenza Mons. Giovanni Cecchinato, accompagnato da don Salvatore Fuscaldo, parroco della Chiesa di Sant’Aniello che è la chiesa che sta di fronte al palazzo della Rai, e che aveva già promesso nei mesi scorsi al direttore di Sede, Massimo Fedele, e al Capo della Redazione Giornalistica Riccardo Giacoia, una nuova vista privata prima della tradizionale messa di Pasqua.

A ricevere il vescovo c’erano i vertici della RAI calabrese, lo stesso Massimo Fedele, Riccardo Giacoia e l’ex Caporedattore Pasqualino Pandullo che già in passato da responsabile della redazione giornalistica aveva ricevuto in visita ufficiale mons. Cecchinato al suo arrivo a Cosenza.

L’arcivescovo si è fermato a pranzo con tutti loro, nella mensa aziendale dove in suo onore lo chef Salvatore Perri, storico chef della Rai calabrese, ha preparato per lui un piatto di lagane e ceci, polenta con il sugo della trippa, e lo stinco di maiale. Frutta e caffè alla fine.

Originario di Latina, titolare della diocesi Vescovile di San Severo, nel corso della sua prima visita ufficiale alla Rai mons. Giovanni Cecchinato aveva raccontato di avere nostalgia per la trippa che si faceva in quei posti, e puntualmente lo chef Salvatore Perri che lo aveva sentito dire queste cose si era ripromesso di soddisfare il suo desiderio nella prima occasione utile. Così è stato. 

Accoglienza da grandi occasioni per il presule, in una sede e in una redazione giornalistica dove l’attenzione verso la Chiesa locale per la verità è sempre stata molto alta.

Dopo il pranzo, l’Arcivescovo ha saltato tutti, uno per uno, e ha promesso al direttore di sede Massimo Fedele che tornerà negli studi della Rai, questa volta su invito del responsabile di Rai Senior Gianpiero Mazza, per celebrare il tradizionale precetto Pasquale. 

Insomma, una giornata all’insegna della simpatia istituzionale  e della cordialità reciproca.E’ inutile dirvi che il più felice in assoluto ieri era proprio Salvatore Perri, per un giorno di gloria che forse neanche lui aveva messo in conto. Come dire? Tutti i salmi finiscono in gloria.

Grazie comunque a mons. Cecchinato – commentano Riccardo Giacoia Massimo Fedele e Pasqualino Pandullo – per questo piacevole incontro privato e informale. (pn)

La calabrese Giusy Utano nella sede Rai di Reggio Calabria

di PINO NANOSi rafforza sempre di più la sede Rai di Reggio Calabria, anche questa una scelta strategica fortemente voluta dal direttore della testata giornalistica regionale Alessandro Casarin che ancora una volta ha scelto il meglio possibile, e che alla crescita della sede calabrese ha sempre dedicato grande attenzione e grande sensibilità.

Dal primo febbraio, quindi da giovedì prossimo, prende servizio alla sede RAI di Reggio Calabria la giornalista Giusy Utano, volto notissimo in città per via dei suoi trascorsi di cronista freelance in città, e soprattutto per via delle sue mille relazioni professionali costruite in tutti questi anni lavorando per la Rai e coprendo l’intero territorio provinciale. Con il suo arrivo salgono ora a 3 i giornalisti in servizio nella città dello Stretto, Pino Guglielmo, Mario Meliadò e lei, Giusy Utano.

Per Giusy Utano è in realtà quello di oggi un ritorno a casa, dopo aver lavorato prima nella redazione giornalistica di Campobasso, Rai Molise, e poi subito dopo nella redazione giornalistica della sede Rai di Bari, Rai Puglia, dove le era stato affidato il compito delicatissimo di seguire uno dei territori più difficili della regione, il comprensorio tra Trani Barletta e Andria e dove in questi ultimi mesi ha seguito i casi più delicati e le inchieste più scottanti di cronaca nera, terra da sempre governata e controllata dalla Sacra Corona Unita. 

La storia professionale di Giusy Utano è una di quelle storie che sembrano uscite dai vecchi manuali di giornalismo, nel senso che lei arriva a fare la giornalista della Rai dopo anni e anni di lavoro durissimo, di chilometri macinati per strada, di testimonianze e di vicende vissute con la propria macchina da presa tra le più eclatanti degli ultimi anni, una free lance senza orari e senza paura, che ha sempre portato a casa il prodotto che i vari capi redattori le chiedevano ogni giorno.

Un racconto professionale che inizia per lei nel 1999 sono gli anni in cui lei frequenta la facoltà di Giurisprudenza all’Università perché ha un sogno segreto nel cassetto, che è quello di diventare un magistrato. Ma in quegli anni parallelamente decide anche di seguire un corso per “guida subacquea esperta”, più esattamente per “guida subacquea specializzata in video riprese”, proprio per via di una insana passione che la ragazza ha nei confronti del mare e del mondo sottomarino. Ma come darle torto? per una giovane donna che come lei vive la sua infanzia e la sua giovinezza di fronte allo stretto di Messina, con questo mare ineguagliabile che visto dal lungomare di Reggio Calabria sembra ancora più bello di quanto in realtà già non lo sia.

Concluso il suo bel corso di “riprese subacquee” Giusy decide allora di mettere a frutto la sua esperienza “sottomarina”, e questa volta fuori dall’acqua, incominciando così a girare le sue prime immagini e i suoi primi filmati tra la gente e in città.

Mesi e mesi di lavoro senza un attimo di sosta, alla fine diventa così padrona della sua macchina da presa che decide di dar vita alla sua “società di produzione televisiva”, e arrivano le prime collaborazioni importanti. Prima fra tutte, la storica emittente televisiva “Reggio Tv” di Reggio Calabria, dove Giusy racconta nei fatti e grazie alle sue immagini la vita reale della sua città natale.

Poi un giorno le capita “l’incontro della vita”. È l’agosto del 2005 quando per via di una pura coincidenza gli capita di incontrare e conoscere un giornalista della Rai, Alfredo Di Giovampaolo, allora lui era in forza alla Tgr di Potenza, quindi Rai Basilicata, e che durante un’immersione subacquea con telecamera al seguito, resta colpito dalle immagini girate da Giusy sui fondali di Scilla, tanto da consigliarmi di provare a rivendere il materiale raccolto alla redazione giornalistica di Rai Calabria.

Le cose nella vita a volte accadono per caso. La giovane free lance si presenta negli studi di Viale Marconi a Cosenza e propone le immagini girate. 

«Parte così la mia stagione Rai – racconta oggi –, e grazie al rapporto di fiducia che riesco ad instaurare con la redazione tutta di Cosenza il mio excursus professionale è un crescendo di incontri, esperienze, inchieste, interviste, dossier e riprese di ogni genere sui grandi fatti di cronaca dell’intera provincia reggina. Una professione non facile, o meglio un mestiere difficile, fino a quel momento sconosciuto almeno per me, ma in realtà non mi sono mai fermata o rassegnata. Sono andata avanti dritta per la mia strada, con grande determinazione e soprattutto con una passione immensa che mi bruciava dentro».

Nel frattempo, Giusy trova anche il tempo e la voglia di concludere i suoi studi universitari, e nel 2006 si laurea in giurisprudenza. Non contenta di questo, due anni dopo si presenta all’esame di stato per l’abilitazione di avvocato e diventa anche avvocato.

In Rai intano la chiamano per coprire mille avvenimenti diversi, e questo la costringe a mollare le sue prime collaborazioni. Lascia Reggio Tv, rinuncia alle commesse di Mediaset, arrivate subito dopo, e si tuffa anima e corpo nel rapporto esclusivo con “mamma Rai”.

Prima diventa giornalista pubblicista, poi nel 2013 diventa giornalista professionista, e da qui il passo successivo è il riconoscimento da parte dell’azienda di un contratto definitivo, cosa che arriva ufficialmente il 6 marzo del 2018.

«Prima destinazione – dice Giusy – Rai Molise, data di assunzione 8 marzo 2018, dove ad accogliermi trovo Giancarlo Fiume, caporedattore del tempo e con cui sin da subito si crea un’intesa professionale importante, che sarà poi determinante nella scelta successiva, quando ad ottobre del 2021, su mia espressa richiesta per esigenze del tutto personali, vengo trasferita in Puglia, e dove chiedo di poter essere trasferita anche perché sapevo di ritrovare a Bari lo stesso Giancarlo Fiume che nel frattempo aveva lasciato Campobasso per tornare nella sua sede i origine che era appunto Bari».

Giusy Utano si fa in Puglia altri tre anni e mezzo pieni. Durissimi. Esaltanti, dice lei. Complessi sotto tutti i profili, finché il mese scorso non decide che anche per lei è arrivato il momento di una sintesi finale. Nonostante abbia sempre avuto con la sede RAI di Bari un feeling del tutto speciale, chiede al direttore di Testata Alessandro Casarin di poter tornare a casa, e questa volta a Reggio Calabria.

Immediata e velocissima la risposta del direttore della TGR, che probabilmente non vede l’ora di rafforzare la sede RAI distaccata a Reggio Calabria e dove una sola unità forse non basta a coprire un territorio così vasto e complesso come lo è la città dello Stretto.

Da giovedì prossimo quindi, primo febbraio 2024, la giornalista Giusy Utano torna a Reggio Calabria, «da dove sono partita nel lontano 2005». Corsi e ricorsi della storia. (pn)

[Courtesy Giornalistitalia]

A Rai Calabria il presidente d’Albania

di PINO NANOOggi, sabato 21 ottobre, la Sede Rai della Calabria ha vissuto una delle giornate forse più solenni e più importanti di questi ultimi anni. 

Parliamo dell’arrivo a Cosenza, negli studi di Viale Marconi – che oggi è il palazzo storico della Rai calabrese – del Presidente dell’Albania gen. Bajram Begaj. Una visita ufficiale, che conferma – lo ha detto lo stesso Capo di Stato- quanta attenzione l’Albania abbia nei riguardi della RAI, e in particolare quanta attenzione il Presidente d’Albania voglia dedicare alla sede calabrese che più di altre oggi è chiamata a raccontare le tradizioni del popolo albanese di stanza in Calabria. 

La cerimonia si è svolta nella Sala polifunzionale “Corrado Alvaro”, cerimonia solenne aperta dal saluto, al Presidente dell’Albania, da parte del Direttore di sede Massimo Fedele e dal Capo dei Servizi Giornalisti Riccardo Giacoia, questa la sua prima uscita pubblica da quando è il nuovo Caporedattore della Sede calabrese. Insieme a loro e in rappresentanza dei vertici di Rai Italia anche Antonio Marco Zela, Direttore Relazioni Esterne e Comunicazioni Rai Corporate.

A ricevere ufficialmente il Presidente d’Albania, insieme a Massimo Fedele e Riccardo Giacoia, c’era come delegato del Presidente della Regione l’assessore Gianluca Gallo, che ha sempre seguito in prima persona e in presa diretta le vicende della grande comunità arberëshë di Calabria, e naturalmente il sindaco della città di Cosenza avvocato Franz Caruso. Presente all’incontro c’era anche Ernesto Madeo Commissario della Fondazione Comunità arberëshë della Regione, che ha portato al Presidente d’Albania il saluto ufficiale di tutta la sua comunità. 

È stato il saluto conclusivo del Presidente dell’Albania gen. Bajram Begaj, a chiudere la suggestiva cerimonia, naturalmente dopo un giro istituzionale all’interno degli studi radiofonici e televisivi della Rai di Calabria.

Prima del Presidente Bajram Begaj, vi ricordo, era stato lo stesso Presidente Ilir Meta, suo predecessore, a venire in Calabria a visitare il palazzo Rai e a ringraziare i vertici del tempo di Rai Calabria per l’attenzione rivolta in passato alle tradizioni e alla cultura arberëshë. Per Rai Calabria, insomma, ancora un giorno importante. (pn)

Alla sede Rai Calabria arriva il presidente d’Albania

di PINO NANO – Sabato prossimo 21 ottobre la Sede Rai della Calabria si prepara a vivere una delle giornate forse più solenni e più importanti di questi ultimi mesi.

Parliamo dell’arrivo a Cosenza, negli studi di Viale Marconi che oggi è il palazzo storico della Rai calabrese, del Presidente dell’Albania Gen. Bajram Begaj, una visita ufficiale, che conferma quanta attenzione l’Albania abbia nei riguardi della Rai, e in particolare quanta attenzione il Presidente d’Albania voglia dedicare alla sede calabrese che più di altre oggi è chiamata a raccontare le tradizioni del popolo albanese di stanza in Calabria. E tutto questo alla vigilia dell’approvazione del Piano Industriale della Rai che avrà anche un’attenzione molto speciale alla lingua albanese. Il Piano Rai dei prossimi anni infatti prevede degli spazi di informazione e di approfondimento in lingua arberesche, proprio nel rispetto di una popolo e della sua storia.

Il programma della giornata di sabato (ore 11:45, Sala polifunzionale “Corrado Alvaro”, Rai – Sede regionale per la Calabria – viale Marconi, Cosenza) prevede il saluto ufficiale al Presidente dell’Albania da parte del Direttore di Sede Massimo Fedele, con lui ci sarà il Capo dei Servizi Giornalisti Riccardo Giacoia (è questa la sua prima uscita pubblica da quando è il nuovo Caporedattore della Sede calabrese),e insieme a loro Antonio Marco Zela ,Direttore Relazioni Esterne e Comunicazioni Rai Corporate.

A ricevere ufficialmente il Presidente d’Albania, insieme a Massimo Fedele e Riccardo Giacoia, ci sarà anche il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto, che ha sempre seguito in prima persona e in presa diretta le vicende della grande comunità arberesche di Calabria. Poi l’incontro prevede un intervento di Ernesto Madeo Commissario della Fondazione Comunità Arbëreshe della Regione, e il saluto conclusivo del Presidente dell’Albania Gen. Bajram Begaj, una personalità politica di alto spessore internazionale.

Il Gen. Bajram Begaj è un militare e uomo politico di vecchia tradizione. Nato a Rrogozhinë nel 1967, conseguita la laurea in Medicina nel 1998 presso l’Università di Tirana, ha poi intrapreso una brillante carriera militare che lo ha portato a ricoprire numerosi incarichi istituzionali: comandante dell’unità di addestramento delle forze armate, capo dell’Unità medica militare, direttore dell’Ospedale militare e dell’Ispettorato sanitario, nel luglio 2020 ha ottenuto il grado di generale ed è stato nominato capo di Stato maggiore. Nel giugno 2022, a larghissima maggioranza (78 su 83 voti) e con il sostegno del Partito socialista del primo ministro E. Rama, Begaj è stato eletto dal Parlamento nuovo presidente del Paese, subentrando nella carica al presidente uscente Ilir Meta dal mese successivo.

Ilir Meta è lo stesso Presidente che già in passato era venuto in Calabria a visitare il palazzo Rai e a ringraziare i vertici del tempo di Rai Calabria per l’attenzione rivolta in passato alle tradizioni e alla cultura arberesche. Per Rai Calabria, insomma, un giorno importante. (pn)

“Caro Emanuele Giacoia…”: Un anno dopo la sua morte Cosenza ricorda il grande giornalista Rai

di PINO NANO – È passato un anno, quasi, dal giorno della sua scomparsa. Era il 18 agosto, ed era di pomeriggio, quando si sono svolti nella chiesa di Santa Teresa a Cosenza i funerali del giornalista Emanuele Giacoia, per lunghi anni capo della redazione giornalistica della Rai in Calabria, e per lunghi anni anche direttore del Quotidiano del Sud.

Se io fossi oggi alla guida del Coordinamento Sedi della Rai proporrei alla direzione generale di Viale Mazzini di fare intitolare il grande cortile alberato del nuovo palazzo Rai di Viale Marconi a lui, al giornalista Emanuele Giacoia, perché era quella la sua vera casa. Quella è stata la sua casa per quasi 40 anni consecutivi, e in quella casa sono nati i suoi gioielli migliori, che non sono i suoi figli, Riccardo Sergio Valerio Arianna e Antonella, ma tutti noi altri che allora, ancora ragazzi, pendevamo dalla sue labbra e percorrevano questa regione in lungo e in largo come lui ci aveva chiesto di fare.

Se ne è andato un anno fa Emanuele, all’età di 93 anni, li aveva compiuti il 4 marzo 2022, stremato ormai da una malattia che lo aveva costretto ad una lunga degenza in ospedale. Se ne è andato stringendo la mano a Riccardo, con attorno gli altri suoi figli Valerio, Sergio Antonella e Arianna e ai suoi funerali quel giorno c’erano anche i suoi tanti nipoti, una squadra di ragazzi che aveva avuto in tutti questi anni la fortuna di goderselo come nonno amorevole e sempre pronto a correre da loro.

Quando è morto, Emanuele aveva lasciato la Rai da ormai 25 anni, ma la gente per strada continuava a chiedere di lui. Cordoglio, cordoglio, e ancora cordoglio in tutta la regione per la sua morte. 

La storia di Emanuele Giacoia è in fondo la storia del giornalismo calabrese, soprattutto del giornalismo radiotelevisivo, grande cronista sportivo ma anche scrupolosissimo direttore del TG regionale, un “testimone del nostro tempo”. 

Non a caso forse, a ricordarlo sarà giovedì sera 29 giugno a Villa Rendano Franz Caruso, il sindaco della città di Cosenza, la città che al suo arrivo da Napoli lo aveva accolto e coccolato e che poi diventerà nei fatti la vera città di adozione del grande cronista.

Testimonial della serata del ricordo saranno Francesco Repice, cronista Rai di lunga esperienza e di grande impatto mediatico, forse il più bravo cronista radiofonico di questi ultimi 20 anni di storia della radio. E con lui Patrizia Giancotti, antropologa autrice e conduttrice di RAIRadio3. Ma ci saranno con collegamenti video anche vecchi amici cari del giornalista scomparso, Vincenzo Mollica, Bruno Vespa, Bruno Pizzul, Sergio Cammariere, Massimo Palanca. A moderare l’incontro sarà invece uno dei vecchi “ragazzi” di Emanuele Giacoia, il giornalista Mario Tursi Prato, arrivato in segreteria di redazione quando aveva 20 anni e cresciuto all’ombra di quello che poi diventò il suo e “nostro” Caporedattore. Tra un intervento e l’altro, in programma anche la performance di una grande musicista calabrese, quale è Rosa Martirano

Emanuele era stato il mio capo, il mio amico più caro, il mio “principe”. Ho imparato da lui quello che nessun altro avrebbe mai potuto insegnarmi. 

Aveva una grande dote, era la modestia con cui viveva la sua vita quotidiana e questo suo modo sarcastico ironico e gioioso di prendere la vita. Ma forse, la dote più grande e impareggiabile che aveva era la capacità di ascoltarti, dall’inizio fino alla fine, senza mai distrarsi un attimo, lui che apparentemente sembrava un marziano prestato alla professione giornalistica, eternamente sognante, quasi un filosofo dell’ottimismo e della serenità, e che trovava sempre il modo e il tempo per farti sentire al centro del mondo.

Ricordo che entrava in redazione alle otto del mattino e alle nove della sera era ancora lì alla sua scrivania, al terzo piano di Via Montesanto, intento alle sue mille telefonate. Ho trascorso con lui anni nella sua stessa stanza, lui aveva la scrivania accanto a quella di Elio Fata, e io di fronte alla sua, e lui che non faceva altro che parlare con tutto il mondo, di calcio e della sua squadra più amata che era il “Catanzaro Calcio” di Ceravolo, Palanca, Ranieri, Silipo.

La cosa che mi emozionava era sentirlo alla radio, in collegamento dalla Spagna per i mondiali di calcio di quell’anno, una classe, una perfezione, un rigore e una chiarezza che era tipica di un grande maestro del giornalismo parlato. 

In redazione era un capo meraviglioso, mai uno screzio, mai un conflitto, conosceva l’arte della mediazione come nessun altro, e quando doveva dire di no non conosceva remore. Preciso, informatissimo, sempre perfettamente al suo posto. Impeccabile, garbato, soprattutto curioso come ogni cronista di razza dovrebbe esserlo.

Conosceva la Calabria come le sue tasche. L’aveva vissuta e attraversata da cima a fondo quando per andare da Cosenza a Reggio Calabria servivano almeno 5 ore di viaggio in macchina, quando la Calabria era davvero l’ultimo fanalino di coda del mondo. «Eppure, lui in televisione o alla radio riusciva a raccontare questa terra meglio di tutti noi – mi raccontava quel leone della carta stampata che era Franco Martelli una terra che alla fine era diventata anche la sua, con una dolcezza e un senso di umanità davvero impareggiabili».

Caro Emanuele, lavorare con te è stato molto bello, ma questo te lo riconoscono tutti i nostri vecchi compagni di gioco e di lavoro. Dico “compagni di gioco” perché, quando tu eri a lavoro sembrava si giocasse tutti insieme al più bel gioco del mondo.

Risentivo l’altro ieri in televisione l’ultimo saluto che Alberto Angela aveva dedicato a suo padre, e vorrei dirti che, come Piero Angela aveva fatto con il figlio, anche tu alla fine ci avevi abituato a crederti immortale. Ma mentre Piero Angela aveva spiegato al figlio Alberto che il mistero della morte in realtà è la cosa più scontata e più naturale della vita, tu invece continuavi a tenerci per la corda dandoci sempre appuntamento al tuo prossimo compleanno.

Ricordo l’ultima torta che Riccardo ti aveva fatto preparare per i tuoi 90 anni aveva questa scritta “Arrivederci ai prossimi dieci”. E tutti noi eravamo convinti che tu avessi suggellato con la morte un patto segreto, e invece te ne sei andato via in silenzio in piena estate, senza dare fastidio a nessuno, per come avevi vissuto tutto il resto della tua vita.

Il dolore degli ultimi, la solitudine della gente comune, gli ammalati abbandonati in ospedale, i senza tetto e i senza nome, i relitti della società, i paesi e i quartieri più poveri, i diseredati: solo a quello Emanuele sapeva pensare al mattino quando doveva mettere in piedi la scaletta del suo telegiornale. 

E così ha fatto quando dopo la Rai è andato a dirigere Il Quotidiano del Sud. Anche lì la stessa classe, lo stesso stile, lo stesso rigore, e soprattutto il rispetto assoluto per la società 

Una cosa da dirti ce l’ho ancora: il 18 agosto di un anno fa non sono venuto ai tuoi funerali, ma non perché io fossi quel giorno a migliaia di chilometri lontano da lì. Ma mi piaceva ricordarti come ti ho sempre conosciuto e vissuto, con questa tuo sorriso ironico e questa tua aria bamboleggiante, da perfetto compagno di strada e di vita, geniale e visionario, poeta e filosofo: Venendo da te quel giorno avrei trovato solo una semplice bara di legno, senz’anima, senza storia, senza nessun legame con le poesie che invece amavi scrivere. Non potevo accettarlo. Tu avevi un’anima che credo non morirà mai, almeno per me, e voglio portarti dentro di me sorridente e sereno come lo sei in questa foto che Santo Strati ha scelto per questo giorno del ricordo, accanto a tuo figlio Riccardo nello stesso studio televisivo che hai visto nascere, e che insieme a Franco Martelli e a Enzo Arcuri hai tenuto a battesimo. (pn)

 

L’Arcivescovo di Cosenza in visita alla Rai

di PINO NANOSorridente come è sua tradizione antica, aperto, innovativo, moderno, intellettuale dalle mille sfaccettature, si è presentato così stamattina a Cosenza nei locali della Sede Rai di Viale Marconi il nuovo Arcivescovo della Diocesi di Cosenza Bisignano, Mons. Giovanni Checchinato.

Una visita di cortesia sollecitata da un invito formale del Direttore di Sede Massimo Fedele, e che nei fatti riapre ufficialmente le porte della Sede RAI alle Istituzioni e al pubblico dopo questi ultimi due anni di pandemia che ha di fatto bloccato ogni forma di ingresso ai locali di Viale Marconi. Ad accogliere mons. Checchinato c’erano insieme al direttore di sede Massimo Fedele anche il Capo della Redazione Giornalistica Pasqualino Pandullo e il gotha al completo della redazione, i due Vice Capiredattori Riccardo Giacoia e Livia Blasi, i capi servizi e il resto della redazione giornalistica. 

Accompagnato dal direttore di sede Massimo Fedele, l’Arcivescovo ha visitato i locali della Sede, la regia Televisiva, la regia radiofonica, si è fermato nelle salette di montaggio con i tecnici presenti, e poi ha avuto modo di salutare le tante maestranze della Sede, una vera e propria festa in suo onore come vuole la tradizione della TV di Stato. Qui c’è ancora chi ricorda la visita ufficiale fatta anche allora in maniera solenne e ufficiale dall’allora Arcivescovo don Salvatore Nunnari per i 60 anni della Rai.

Ad accompagnare mons. Checchinato c’erano mons. Enzo Gabrieli, delegato della Curia per il mondo della comunicazione, e da don Salvatore Fuscaldo parroco della parrocchia territoriale di Sant’Aniello di Cosenza, che è nei fatti la parrocchia di riferimento della Sede. C’è anche da dire che la giornata di ieri è stata per la redazione giornalistica una giornata “dura”, alle prese con altri cinque cadaveri recuperati nel mare di Cutro dopo il naufragio della settimana scorsa e questo “dettaglio di lavoro” ha in parte condizionato anche il tenore e l’entusiasmo con cui era nata l’idea di questa vista eccellente.

Alla fine il direttore Massimo Fedele e il Capo della Redazione Giornalistica della Rai calabrese Pasqualino Pandullo hanno consegnato all’Arcivescovo una targa ricordo perché questo giorno e questo nostro incontro- ha detto il direttore all’arcivescovo- rimanga cristallizzato nella storia di questa azienda e di questo palazzo.

Il Delegato regionale di Rai Senior Giampiero Mazza ha invece manifestato alla delegazione presente in Sede l’apprezzamento e il saluto formale del Presidente Nazionale di Rai Senior Antonio Calajò che da Torino “ci guarda in rete e ci segue da sempre”. Nulla ancora di ufficiale, ma mons. Checchinato potrebbe tornare in Rai prima di quanto non si immagini, forse per la Settimana Santa, per la celebrazione del precetto pasquale di tutta la Sede. Vedremo. (pn)