RIZZICONI (RC) – I vincitori dell’edizione 2020 del “Premio Elmo”

Il prestigioso Premio Elmo, il riconoscimento istituito dall’Associazione Artistico Culturale Piazza Dalì di Rizziconi, giunto alla nona edizione, «quest’anno si sveste della classica presentazione, e indossa una veste di piccoli contributi visivi per conoscere i premiati attraverso chi condivide il loro operato non solo da professionista».

Il Premio viene assegnato a personalità che si sono contraddistinte, ognuno nel proprio settore, per alti meriti, a livello nazionale ed internazionale.

L’Associazione, infatti, propone sei appuntamenti online con i vincitori delle varie categorie, che si sono aggiudicati l’ambito elmo, che prende la sua forma dall’elmo del Santo Patrono di Rizziconi: si parte il 9 novembre con l’attrice Carmelinda Gentile, vincitrice del Premio Speciale; il 10 novembre, sarà la volta di Dania MondiniClaudio Loiodice, vincitori della categoria Scrittori; l’11 novembre incontro con Alessio Grillo, vincitore della categoria artista; il 12 novembre con Alessandra Giulivo, vincitrice della categoria moda; il 13 novembre con LaCtv, vincitore della categoria giornalista; il 14 novembre con l’Assessorato alla Cultura del Comune di RendePaola Ruffino dell’Associazione Altera Domus.

Gli eventi si potranno seguire sulla pagina Facebook del Premio Elmo(rrc)

 

RIZZICONI (RC) – Il consigliere Anastasi ricorda Francesco Maria Inzitari, vittima di omicidio

Il consigliere regionale e capogruppo di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha partecipato alla manifestazione organizzata a Rizziconi in memoria di Francesco Maria Inzitari, vittima di un efferato omicidio avvenuto il 5 dicembre 2009 e rimasto ancora senza giustizia.

«Intitolare la via di un paese – ha dichiarato Anastasi – a un ragazzo barbaramente ucciso a 18 anni significa impegnare tutti i cittadini che nel tempo la percorreranno a ricordarne il nome e a tramandarne la memoria alle future generazioni».

«Ho partecipato con commozione a questa iniziativa – ha aggiunto Anastasi, che per anni è stato insegnante liceale di Francesco – e mi congratulo con il sindaco Alessandro Giovinazzo e con tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni presenti, unendomi a loro nell’esprimere il mio sentimento di vicinanza alla famiglia. Nonostante negli anni siano stati portati avanti nelle scuole tantissimi progetti di educazione alla legalità che, in alcuni casi, hanno pure avuto una ricaduta sociale positiva non si può nascondere che il fenomeno dell’illegalità e della sopraffazione sia ancora ampiamente avvertito e pesi come un macigno sullo sviluppo economico-sociale della nostra regione».

Per Anastasi «la negazione di diritti essenziali, come avere un lavoro, uno stipendio, una casa, servizi efficienti, così come gli egoismi dei singoli e dei gruppi, favoriscono ancora la cultura dell’antistato».

«Spero dunque – ha concluso Anastasi – che, percorrendo la strada intitolata a Francesco, dove sorge anche l’edificio della scuola elementare, tutti sentano il bisogno di farsi promotori, ogni giorno e con i fatti, della cultura dell’amicizia, del rispetto, della dignità e della solidarietà umana, dando sostegno innanzitutto alle persone più deboli e a chi vive in uno stato di bisogno, seguendo l’etica del servizio per amore e non per dovere». 

Il Comune, inoltre, ha intitolato una strada comunale al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. (rrc)

RIZZICONI (RC) – L’evento “Non c’è futuro senza memoria”

Domani pomeriggio, a Rizziconi, alle 17.30, a Piazza Municipio, la manifestazione Non c’è Futuro senza memoria, organizzato da Lions Club Gioia Tauro, guidato da Ferdinando Iacopino, in occasione del 77esimo anniversario della strage nazista di Rizziconi del 6 settembre 1943.

L’evento, a cui prenderanno parte il Comune, l’Anpi e l’Associazione Nazionale Bersaglieri con la Fanfara “Capitano Baccelieri” – Sezione Reggio Calabria, partirà con l’arrivo della Fanfara a Piazza Municipio, per poi spostarsi a Piazza Caduti 6 Settembre 1943.

Alle 18.00, celebrazione della Santa Messa e, a seguire, la sfilata a passo di corsa della Fanfara Bersaglieri lungo Corso Umberto I e arrivo a Piazza Caduti 6 Settembre 1943.

Dopo la benedizione del Tricolore e cerimonia dell’Alza Bandiera sul pennone che, per l’occasione, sarà donato dal Lions Club Gioia Tauro, si prosegue con la deposizione della corona d’alloro da parte dell’Amministrazione comunale e di fiori dalle Associazioni presenti sulla lapide che ricorda le vittime della strage.

A seguire, brevi interventi delle Autorità civili, religiose, lionistiche e dell’Anpi presenti e, a chiudere l’evento, il concerto della Fanfara dei Bersaglieri sul Sqagrato del Calvario. (rrc)

 

RIZZICONI (RC) – Anastasi: il ponte di Drosi è già pronto per la realizzazione

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha dichiarato che «il ponte di Drosi è già pronto per la realizzazione. L’Amministrazione comunale ha fatto la sua parte».

«Diciamo stop alle polemiche che non giovano a nulla – ha proseguito il consigliere regionale – e preoccupiamoci d’infondere nell’animo dei cittadini la speranza di poter ripartire con un atteggiamento collaborativo. L’estenuante attesa per i cittadini  della Frazione Drosi di Rizziconi, contrariamente a quanto  comunicato via stampa nelle ultime ore, è da considerare  ormai  al termine. L’avvio dei lavori del  ponte crollato circa undici anni fa per effetto dell’inondazione del fiume Pelisa – e il cui progetto è rimasto fermo per molto tempo al Genio civile – è infatti già stato fissato entro i prossimi dieci giorni».

«Mi sento in dovere di annunciarlo ufficialmente ai cittadini di Rizziconi – ha proseguito Anastasi – e, nello specifico, agli abitanti di Drosi ancora più direttamente coinvolti dal problema. L’Amministrazione comunale rizziconese  ha sempre esercitato la dovuta attenzione verso il problema, per come ha potuto, rapportandosi sinergicamente, negli ultimi mesi, con la mia persona quale rappresentante della politica regionale e consigliere comunale di Rizziconi. Ritengo che su questa  storia sia il caso di porvi sopra una pietra tombale, pur non potendo dimenticare il grave disagio che la popolazione di Drosi ha vissuto isolata dal restante territorio della Piana di Gioia Tauro, con la chiusura di molti esercizi commerciali e un impoverimento  economico e demografico irreparabile».

Aggiunge Anastasi: «Certamente, non hanno giocato a favore il processo di  trasformazione dell’Ente Provincia a Città Metropolitana e altre questioni, in modo particolare, le ristrettezze economiche al cospetto, invece, della necessità di interventi su  centinaia di chilometri di strada con danni notevoli apportati anche da calamità naturali soprattutto nelle stagioni invernali. A tal proposito – ha riferito il consigliere regionale – ho voluto porre, nel corso di un incontro, ai funzionari di Settore e al dirigente, la questione se non sia il caso di rimodulare i capitoli di spesa di bilancio, che risultano inadeguati rispetto a quanto necessario per far fronte ai numerosi problemi della rete stradale provinciale.  Nella stessa occasione, ho posto alla loro attenzione, ancora una volta, oltre il problema del Ponte di Drosi, l’urgenza della riapertura presso la Frazione Cirello di Rizziconi della strada di collegamento con Palmi».

«Inoltre – ha rilanciato il consigliere Anastasi – ho sollevato un maggiore interessamento con la massima urgenza nei riguardi del Comune di Seminara per  la rimozione  di  tre imponenti frane che pongono in isolamento da molto tempo soprattutto la  località  S. Anna. Ritengo doveroso rivolgere un ringraziamento particolare  al dirigente Lorenzo Benestare e ai funzionari   del settore  Viabilità della Città Metropolitana di Reggio Calabria  per essersi particolarmente prodigati  in questi mesi nel portare a conclusione  l’iter per l’avvio dei lavori di costruzione del ponte di Drosi. Come loro portavoce, raccomando che si vigili  sul sito  per prevenire l’abbandono  di rifiuti anche pericolosi come già verificatosi, per evitare ulteriori ritardi e  danni ambientali».

«Ringrazio, pertanto – ha aggiunto Anastasi – l’Amministrazione comunale e propongo la predisposizione di un piano di controllo  con  l’ausilio del personale di vigilanza urbana, raccomandando alla cittadinanza comportamenti collaborativi  e di rispetto nei riguardi dell’area  circoscritta a cantiere di lavoro per  assicurare  la tranquillità necessaria, considerando che eventuali ulteriori oneri di spesa andrebbero ad intaccare l’eseguibilità dell’opera. Pertanto- conclude Anastasi-, il mio auspicio è che questo possa contribuire ad assicurare ai cittadini di Rizziconi un po’ di quella serenità di cui tutti abbiamo bisogno in un momento di crisi davvero molto particolare». (rrc)

La ricetta di Antonino De Masi per il “dopo”: fisco, compensazione legalità

Antonino De Masi è un imprenditore della Piana di Gioia Tauro, da anni nel mirino della mafia che lo vuole morto, da anni nemico giurato delle usure “autorizzate” delle banche. Nonostante tutto, De Masi continua a crederci, nel suo sentirsi calabrese che deve pensare alla sua terra e ai suoi conterranei. Una missione impossibile? No, sicuramente difficile e ardua, ma l’imprenditore – quando è tale – ha il rischio nel sangue e sa che deve osare se vuole riuscire in qualsiasi intrapresa.

Fortemente preoccupato per quello che succederà “dopo”, Nino De Masi ha indicato in una sorta di lettera aperta quelle che a suo avviso possono costituire serie proposte per una nuova rinascita del Mezzogiorno e, naturalmente della Calabria. Dalle «criticità e dalle povertà infrastrutturali» De Masi vede condizioni di vantaggio rispetto al Nord. (s)

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«Mi rivolgo ai calabresi e alla classe politica regionale – scrive Antonino De Masi –. Provo rabbia, amarezza e delusione per aver visto in passato tante sperate “rinascite”, proiettate da manovre “miracolose” che dovevano riallineare il Meridione al resto del Paese. Tutte fallite.

Può oggi il nostro Paese, ed anche l’Europa, permettersi le disparità dei propri territori? Possiamo noi tutti permetterci l’ennesimo fallimento? Possono delle manovre ordinarie riuscire a riavviare, in un contesto ancora più drammatico del passato, il motore del Sud?

Speriamo di aver ormai superato un periodo drammatico della recente storia del nostro Paese. Ora abbiamo il dovere di fare la nostra parte per ritornare ad una “normalità” che non sarà come prima.

In questi complessi e drammatici momenti abbiamo forse riscoperto l’orgoglio di essere Italiani, di essere una nazione e, aldilà delle speculazioni politiche, più o meno legittime e morali, ci siamo riappropriati della nostra umanità e della nostra civiltà. Ne usciremo diversi e forse migliori.

Io credo che anche in confronto con l’arroganza di altri Paesi, uniti solo, da come emerso, da “beceri” interessi economici in una comunità chiamata Europa, ne usciamo forti ed orgogliosamente portatori di quella “cultura umanistica” che è stata la base della civiltà e che ha messo prima l’uomo ed i suoi valori e poi le cose e non viceversa. Sembra di essere tornati nei millenni passati, quando le civiltà del sud (latini e greci) hanno civilizzato, scontrandosi con la barbarie e con i disvalori, il resto dell’Europa.

Oggi il coronavirus ha fatto anche emergere quelle primordiali differenze culturali e sociali.

Premetto che:

la Calabria e parte del meridione, già prima dell’epidemia, erano le regioni più povere d’Europa, con un’elevata arretratezza infrastrutturale che ha fatto venire meno diritti primari ai cittadini (salute, libertà, studio, trasporti et cetera);

questi territori sono caratterizzati da altissimi livelli di povertà, che portano a notevoli, costanti flussi migratori dei propri giovani, generando impoverimento anche culturale;

negli stessi territori si riscontra un tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile, tra i più alti dei Paesi sviluppati al mondo;

del disallineamento di questi territori si sono occupati tutti i governi dal dopoguerra in avanti e le politiche comunitarie destinando, o meglio, visti i risultati, sperperando ingentissime risorse pubbliche;

l’oggettiva arretratezza strutturale di questi territori non potrà mai consentire al sistema imprenditoriale di essere competitivo, pur, come avvenuto in passato, con l’utilizzo di forti incentivi pubblici (anche al 80% a fondo perduto);

tali condizioni di arretratezza, di scarso sviluppo e di povertà, sono state purtroppo l’humus in cui è cresciuta e si è radicata quella “cultura filo mafiosa” che ha fatto espandere il potere della più ricca organizzazione criminale al mondo, che oggi controlla e condiziona gran parte di questi territori e che è stata l’unico soggetto a trarre beneficio dagli ingenti interventi pubblici predisposti;

La presenza costante ed opprimente di questa organizzazione criminale ha fatto sì che una cd. “borghesia imprenditoriale e culturale” abbandonasse il Sud, trasferendo altrove le proprie attività e generando ulteriore impoverimento;

quel poco di economia presente in questi territori, aldilà di importanti realtà di nicchia, è legata al turismo ed all’agricoltura, che garantivano occupazione ed un minimo di sostentamento.

Economia in ginocchio

Quanto avvenuto con l’avvento dell’epidemia, ha di fatto bloccato l’economia di tutto il Paese, azzerando tutto. Ma va tenuto conto che:

il Nord Italia, che in questi anni ci ha consentito di essere una delle nazioni più ricche del mondo e che certamente è stato condizionato molto dalla serrata, con gli adeguati ed indispensabili interventi pubblici si riavvierà ritornando in tempi ragionevoli ai soliti livelli di competitività e ad essere la locomotiva del Paese;

in altri territori invece, e la Calabria in particolare, il blocco dell’economia e delle poche attività presenti, ha spento in modo quasi definitivo il motore produttivo del Sud, che già arrancava vistosamente;

la pandemia ha riportato in poco tempo il Mezzogiorno ad uno stato “di quasi irreversibilità”, accentuandone ancora di più le drammatiche povertà e criticità economiche e sociali;

le criticità oggettive qui rappresentate rendono preminente la necessità di mettere in campo gli strumenti necessari per far ripartire il sistema economico del Mezzogiorno, ma per sperare di ottenere dei risultati concreti occorre partire dall’analisi dei fallimenti del passato e intervenire con manovre e misure che diano risposte in tempi rapidi, visto il livello di povertà materiale e di criticità sociale;

per come rappresentato da importanti Istituzioni nel Mezzogiorno vi è una situazione nella quale il disagio economico, la povertà, insieme al forte radicamento della criminalità, possono innescare reazioni sociali molto gravi e radicalizzare ancora di più il ruolo e la funzione del sistema dell’“antistato”;

il Paese tutto, e di certo l’Europa, non si possono permettere che perdurino situazioni nelle quali queste diseguaglianze socio-economiche possano produrre ulteriori fenomeni sociali pericolosi.

La proposta

Da qui la mia proposta che intende contribuire a dare al tessuto imprenditoriale e socio-economico dei territori in palese difficoltà una possibilità di ripartire. A mio avviso è allora indispensabile:

individuare nel Mezzogiorno o in alcune regioni, intanto in Calabria, uno strumento che si potrebbe chiamare “compensatore” e che, partendo dalle criticità e dalle povertà infrastrutturali, possa consentire di avere condizioni di vantaggio rispetto ad altri, al fine di consentirne il riallineamento.

la mia idea di compensatore è quella che in altri luoghi d’Europa si è già realizzata anche per casi simili. Un territorio con una fiscalità ridotta, che compensi gli “handicap” infrastrutturali presenti. In questo modo, così come ad esempio avviene oggi in Irlanda, in Portogallo con l’Isola di Madeira, e nella famigerata Olanda, si avrà un luogo in cui attrarre imprese e generare ricchezza;

questo compensatore, questa area di fiscalità di vantaggio, consentendo al sistema produttivo importanti economie, restituirebbe in modo semplice ed immediato competitività al territorio, aldilà dei deficit infrastrutturali che potrebbero essere anch’essi sensibilmente ridotti in virtù dello sviluppo che si creerebbe. Abbattere la fiscalità significa ridurre i costi, dal costo del lavoro, al costo del fare impresa in generale, in modo che si crei uno sviluppo immediato, rendendo attraente il territorio alle aziende ed agli investitori;

questo strumento può innescare il cambiamento ed in un contesto come la Calabria ed il Porto di Gioia Tauro potrebbe cambiare le sorti del nostro Paese in pochissimo tempo; si pensi a quanto avvenuto ad Amsterdam dove intorno al porto si è creato un sistema economico tra i più efficienti del nord Europa. Tutti gli operatori della logistica delle merci saranno spinti a venire in Calabria, investendo grossi capitali.

A ciò andrebbero aggiunte piccole “leve” rivolte alle microrealtà imprenditoriali. Penso ad un sostegno da parte delle banche, con prestiti a tasso zero per 15 anni e con forme di garanzie semplificate, come pegni sulle quote aziendali, per garantire il capitale necessario alla partenza e, visto che la competitività sarebbe data dalla fiscalità di vantaggio, senza la necessità di finanziamenti a fondo perduto (e ciò eliminerebbe l’annosa problematica della gestione e dei controlli dell’utilizzo dei fondi pubblici). Oltre a ciò andrebbero individuati alcuni strumenti idonei ad incentivare la formazione e riqualificazione, pensando anche alla possibilità di una forma di obbligo di reinvestimento nel territorio di parte degli utili conseguiti dalle banche e società finanziarie che beneficeranno della fiscalità di vantaggio;

questa operazione potrebbe a mio avviso generare plusvalenze per il Paese, in quanto creerebbe ricchezza, farebbe emergere l’economia sommersa e consentirebbe con risultati tangibili l’allineamento dello sviluppo delle diverse aree.

Queste manovre infine devono essere accompagnate da una precondizione essenziale: la legalità, con una strategia da parte di tutto l’apparato statuale nelle sue varie articolazioni finalizzata a combattere la criminalità, adeguando gli strumenti legislativi a tali obbiettivi. Questa è una precondizione che non può venire meno.

Queste sono delle riflessioni, forse importanti, che se condivise potrebbero essere la base di un progetto politico comune per un rilancio immediato del Mezzogiorno e della Calabria in particolare».  (rrm)

RIZZICONI (RC) – Il concerto dell’Orchestra Tzigana

Questa sera, a Rizziconi, alle 21.15, all’Auditorium Casa Famiglia di Nazareth, il concerto dell’Orchestra Tzigana di Budapest.

Antal Szalai, considerato il miglior violino solista tzigano nel mondo, con la Sua orchestra, presenta, in una serata indimenticabile per il suo trascendentale virtuosismo e la carica emotiva che sprigiona, musiche e danze del repertorio ungherese. (rrc)

RIZZICONI (RC) – L’ottava edizione del “Premio Elmo 2019”

Al via questa sera, a Rizziconi, a Piazza Vittorio Emanuele II, l’ottava edizione del Premio Elmo. Storie di ordinaria cultura.

La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Piazza Dalì e sostenuta dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, dal Comune di Rizziconi e affiancata dall’Associazione Arte e Cultura a Taormina e dalla Fondazione “Leonardo Sinisgalli” e che si pregia della rinnovata partecipazione dello stilista Anton Giulio Grande in veste di direttore artistico della neo sezione Moda.

La serata, condotta dalla giornalista, Marina Malara, vedrà alternarsi sul Sagrato della Chiesa di San Teodoro il magistrato Antonio Salvati, la stilista Azzurra Di Lorenzo, il fotografo Armando Grillo, Patrizia Sorrentino, imprenditrice e cofondatrice del brand 2milami, l’artista Calì La Rebelle, il violinista Marco Misciagna, Walter Cordopatri, attore e presidente dell’Associazione Prosopon e direttore della Scuola di recitazione della Calabria. E ancora, a ritirare il prestigioso Elmo saranno: il fashion blogger Andrea Perrone, l’attrice Giusy Loschiavo, la giornalista Erica Cunsolo e la scrittrice Chiara Fera.

«La serata di gala del 6 agosto è allestita – fanno sapere dall’Associazione Piazza Dalì – con l’ingrediente principe della nostra tavola: la Cultura. E, anche quest’anno, siamo andati alla ricerca di personalità che potessero elevare la bellezza delle arti ed esprimere riconoscenza a quanti, con il loro prestigio, fanno della Cultura un baluardo di eccellenza». (rrc)