Sacal: È un luglio da record per gli aeroporti calabresi

È stato un vero e proprio luglio da record, per gli aeroporti calabresi, che registrano 389.459 passeggeri, e cioè circa il 12% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Lo ha reso noto la Sacal, la società che gestisce gli scali calabresi.

 A confermare il trend positivo di crescita del sistema aeroportuale anche i fattori di riempimento degli aeromobili (load factor). 

Un incoraggiante segnale positivo, di continua crescita, arriva dunque dai dati di traffico del mese di luglio dai tre aeroporti calabresi: l’aeroporto Sant’Anna di Crotone ha registrato 23.067, il 28% in più rispetto al 2022 quando i passeggeri in arrivo e partenza sono stati 18.081; a Lamezia Terme, invece, sono stati 334.313 mentre, nello stesso arco temporale dell’anno passato, i passeggeri transitati sono stati  307.863, con una percentuale incrementata del 9%; aumentano del 37% rispetto al 2022 stesso mese, i passeggeri atterrati e decollati dal Tito Minniti di Reggio Calabria, in valore assoluto 32.079 quelli del 2023 e 20.035 dello scorso anno. Aumentano anche i movimenti aeromobili nel mese appena trascorso: lo scalo di Crotone registra 138 aerei movimentati, Lamezia Terme 3.057 e Reggio Calabria 1070, con incremento percentuale rispetto all’anno 2022 dell’11%, dei due aeroporti di Crotone e Lamezia Terme e 23% dello scalo di Reggio Calabria. Numeri e percentuali interessanti se si tiene conto del fatto che il mese di luglio è stato caratterizzato da scioperi e cancellazioni di voli.

Infine, degni di nota sono i fattori di riempimento degli aeromobili, i load factor – il rapporto tra i passeggeri trasportati e posti offerti – che hanno raggiunto la media dell’84% sull’intero sistema aeroportuale calabrese, di cui l’87% a Crotone, l’85% a Lamezia, e il 79% a Reggio Calabria. (rcz)

Il collegamento aereo Lamezia-Basilea diventa annuale

Il collegamento aereo tra Lamezia Terme e Basilea diventa annuale. Lo ha annunciato la Sacal, a seguito del consolidamento della partnership con la compagnia Easy Jet, che attuerà il volo anche nel periodo invernale con due frequenze settimanali. 

EasyJet, dunque, potenzia il proprio impegno sullo scalo di Lamezia Terme ed estende il collegamento per Basilea che sarà così operativo tutto l’anno. Un’ottima notizia per i passeggeri del sistema aeroportuale calabrese che anche dopo il periodo estivo avranno la possibilità di spostarsi nel periodo invernale a Basilea, considerata la capitale della cultura.  Situata a nord-ovest della Svizzera, Basel, nella pronuncia tedesca, è strategica non solo per la nutrita presenza calabrese nello Stato elvetico, ma anche perché è un comodo collegamento con le confinanti Francia e Germania. Basilea si aggiunge dunque alle altre tratte internazionali attive tutto l’anno come Tirana, Londra, Bruxelles, Memmingen, Francoforte, Norimberga, Zurigo, 

Si comincia a delineare la destagionalizzazione dei collegamenti, un obiettivo a cui SACAL sta puntando con un intenso lavoro svolto in stretta sinergia con la Regione Calabria che vede il turismo come una grande opportunità per la crescita socio-economica della regione. (rcz)

Sacal: Passeggeri in crescita, nuove tratte e bandi di gara per gli aeroporti calabresi

È di 341.633 il numero di passeggeri che nel mese di giugno sono transitati negli aeroporti calabresi. Una percentuale pari al 26% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Mentre la percentuale sale ancora se si prende in considerazione il semestre gennaio giugno, periodo durante il quale la crescita è stata del 36%. È quanto ha riferito in una nota Sacal, società che gestisce gli aeroporti calabresi.

Nel dettaglio, l’aeroporto che ha avuto un maggiore incremento, rispetto al mese di giugno del 2022, è stato l’aeroporto di Reggio Calabria con una crescita di circa il 37% (25.306 passeggeri), segue Crotone con circa il 33% (24.024 passeggeri) e infine Lamezia Terme con una crescita del 9% circa (292.303 passeggeri).

Tali incrementi sono da attribuire a una maggiore frequenza di collegamenti già operati e a nuove tratte, come quella per Tirana operata dal vettore ungherese Wizz Air. Il primo volo, proveniente dalla capitale albanese è atterrato nel pomeriggio di ieri all’aeroporto di Lamezia Terme, e avrà due frequenze settimanali per l’intero anno.

Il significativo incremento del numero dei movimenti (48%) e passeggeri (36%), che si è registrato nel primo semestre dell’anno, rende ancor più necessario l’avvio dei lavori per l’adeguamento delle infrastrutture, per offrire più elevati livelli di servizi e comfort ai passeggeri. All’esito di un approfondito processo di diagnosi strategica sono state individuate le azioni che segneranno il cammino di Sacal nel medio e lungo termine che riguarderanno il sistema aeroportuale calabrese.

A conferma di ciò, sono stati pubblicati nei giorni scorsi, da Invitalia, i primi quattro bandi di gara relativi ai lavori che interesseranno il nuovo aeroporto intercontinentale di Lamezia Terme: progettazione per lo sviluppo dell’aerostazione passeggeri, il cui primo blocco funzionale sarà ultimato nel mese di novembre dell’anno in corso; riqualifica della viabilità di accesso e delle aree di sosta; realizzazione dell’area destinata a servizi handling e cargo con viabilità dedicata; nuovi apparati per il controllo dei bagagli da stiva.

Inoltre, per la riqualifica ambientale della fascia nord dell’aeroporto è di prossima pubblicazione, da parte di INVITALIA, il bando per la realizzazione di una pista ciclabile che collegherà l’aeroporto lametino con la stazione ferroviaria di S.Eufemia e la fascia costiera Lamezia Gizzeria fino ad arrivare al lago La Vota, per un percorso di 8 km prospicenti la costa, unico in Europa.

Per l’aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria sono stati definiti i progetti esecutivi per l’ampliamento dell’aerostazione passeggeri, per la riqualifica degli impianti di controllo e smistamento bagagli da stiva, la riqualifica degli aiuti visivi luminosi e i sistemi antintrusione perimetrale i cui lavori sono già appaltati. Con l’importante intervento di Enac, Enav sta redigendo la nuova procedura per ridurre le limitazioni operative dello scalo, relative alla testata 33, indispensabili per l’attrazione di nuovi vettori e l’attivazione di nuovi collegamenti.

Per l’aeroporto Sant’Anna di Crotone è stato pubblicato il bando per la messa in sicurezza delle infrastrutture di volo, entro il mese di luglio saranno completate le attività relative ai bandi di gara per l’attivazione del volo giornaliero Crotone Roma, in via di definizione le attività burocratiche per garantire la disponibilità delle aree indispensabili per l’attivazione dell’impianto ILS di Categoria 1. (rcz)

Cgil e Filt Cgil plaudono al nuovo rapporto con Sacal e chiedono il potenziamento degli aeroporti

Le segreterie regionali Cgil e Filt Cgil e segreterie metropolitane Rc Cgil e Filt Cgil plaudono al nuovo corso della Sacal.

«Così come siamo stati duri e franchi negli ultimi dieci anni nell’esprimere forti critiche alle gestioni della Sacal che si sono succedute – scrivono – allo stesso modo oggi prendiamo atto con soddisfazione, dopo la nomina di Marco Franchini quale Amministratore Unico della Società di gestione degli scali calabresi, che il clima è profondamente cambiato e si è avviata una positiva interlocuzione e un confronto leale e proficuo. Un esempio di questo nuovo clima è la sottoscrizione in Sacal, per la prima volta, dell’Accordo di secondo livello, fra Organizzazioni sindacali e Azienda, approvato dalla maggioranza assoluta dei lavoratori. La Cgil e la Filt, nel corso degli ultimi anni, hanno assunto posizioni chiare, determinate e alla luce del sole senza preoccuparsi delle maggioranze politiche che si determinavano alla Regione Calabria. Così abbiamo assunto e mantenuto la proposta di Società unica regionale che ha consentito di salvare gli scali di Crotone e Reggio Calabria dopo il fallimento della Sogas e della Sagas e il licenziamento di centinaia di lavoratori».

«Per questo – continuano le sigle sindacali – la società unica regionale degli scali calabresi, rimane l’unica proposta della Cgil. Siamo stati attenti e vigili quando si è tentato di difendere la Società dagli appetiti di alcuni privati che, quando Nino Spirlì era Presidente f.f. della Giunta Regionale guidata dal centrodestra, hanno tentato, complice qualche amministrazione locale, di scalare la Società per privatizzare uno dei beni pubblici più preziosi del povero sistema della mobilità calabrese. La nostra denuncia, dapprima isolata, ha consentito di bloccare questa operazione e ha consentito al nuovo Presidente della Regione d riacquistare le quote dei privati diventando, anche attraverso Fincalabra, il socio di maggioranza assoluta. Soprattutto in una regione depressa economicamente come la Calabria avere garantito la gestione pubblica e la società unica del sistema aeroportuale significa avere salvaguardato un asset di mobilità in grado di garantire a tutti cittadini calabresi il diritto alla mobilità aerea. Semmai oggi si tratta di potenziare questo percorso rafforzando i tre scali e le loro diverse missioni, investendo ancora di più negli scali di Reggio e Crotone, modernizzando le aerostazioni, facendo una politica di attrazione delle compagnie aeree. Investire e mantenere il pubblico nella gestione societaria degli scali calabresi è il percorso che è necessario continuare».

«Per questo continuiamo a sostenere per Lamezia la ripresa del progetto della nuova aerostazione e il collegamento con la stazione che era prevista con fondi europei – concludono – per Crotone la modernizzazione del sedime aeroportuale e investimenti in grado di attrarre alcune compagnie aeree. Per Reggio, invece, oltre alle gare già avviate per la modernizzazione dell’aerostazione, è necessario coinvolgere la facoltà di ingegneria dei trasporti per ridurre il più possibile i limiti imposti dalle limitazioni per l’atterraggio in pista che è il vero problema dello scalo e che possono essere già adesso in parte superate. In questo quadro, la Cgil e la Filt della Calabria continueranno a battersi a viso aperto per il rafforzamento degli scali calabresi, per attrarre investimenti, per creare nuova occupazione». (rcz)

Sacal approva bilancio di esercizio 2022

L’Assemblea ordinaria dei soci di Sacal ha approvato il bilancio di esercizio 2022, che è complessivamente pari al 73,316%. All’assemblea hanno partecipato Regione Calabria, Fincalabra spa, Comune di Lamezia Terme, Camera di commercio di Cosenza.

Il bilancio, sottoposto all’esame ed approvato all’unanimità, ha evidenziato una perdita d’esercizio pari a Euro -2.484.775, ma è importante sottolineare che nel corso dell’esercizio 2022 la perdita operativa attesa era di Euro -5.500.760, ridotta grazie alle azioni correttive intraprese nel secondo semestre dell’anno. 

Lo stanziamento per fondo rischi, in particolare per la insolvenza della compagnia Blue air, l’aumento dei costi energetici durante il 2022, i costi per incentivi al traffico aereo legati alla stipula di contratti da parte del precedente organo amministrativo e le difficoltà ad attrarre vettori affidabili sugli scali di Reggio Calabria e Crotone, non hanno consentito di ridurre ulteriormente la perdita. 

Nonostante ciò, va comunque detto che il bilancio riflette il lavoro svolto nell’ultimo anno da Sacal spa, che dopo la variazione della compagine sociale e l’acquisizione del capitale di controllo riconducibile alla Regione Calabria, ha raggiunto risultati significativi mantenendo e rilanciando l’impegno e gli sforzi compiuti per assicurare l’apertura di tutti e tre gli aeroporti calabresi.

Sacal spa ha, inoltre, svolto un ruolo attivo nella promozione turistica della Calabria, collaborando con la Regione Calabria e le istituzioni locali e partecipando a importanti eventi e fiere del settore. L’obiettivo è stato quello di attrarre un numero sempre maggiore di turisti e aumentare l’accessibilità della regione attraverso i suoi aeroporti.

C’è da evidenziare come il traffico passeggeri nazionale nel 2022 sia raddoppiato rispetto al 2021, registrando 164,6 milioni di passeggeri, rispetto agli 80,7 milioni del 2021.

Nel corso del 2022, la Società ha affrontato diverse sfide, riuscendo ad ottenere importanti successi. Tra i passaggi chiave vi è da evidenziare il fatto che, in un clima di maturità delle relazioni industriali, si è verificata per la prima volta l’approvazione di un accordo di secondo livello sottoscritto dai sindacati ed approvato dalla maggioranza assoluta dei lavoratori della società. 

Dopo un attento processo di diagnosi strategica sono state previste le azioni destinate a rendere duraturo lo sviluppo dell’azienda nel medio termine.

In particolare, è stato previsto il cronoprogramma di realizzazioni infrastrutturali, caratterizzato dall’autonomia energetica e dalla sostenibilità ambientale ed un piano di attrazione ed incentivazione di nuovi vettori aerei sia su Reggio Calabria che su Crotone e Lamezia Terme.

Sacal è consapevole della portata strategica che le tre infrastrutture aeroportuali, con la concreta e fondamentale leva finanziaria della Regione Calabria, Azionista di riferimento, e l’impegno di tutti i dipendenti, determineranno sul sistema economico di tutta la regione. (rcz)

Task force dell’Aeroporto dello Stretto: Convocare tavolo con tutti gli attori istituzionali

Convocare i vertici di Sacal, della Regione, delle autorità territoriali reggine e messinesi, e dei sindaci dei Comuni a vocazione turistica. È la richiesta che la task force dell’aeroporto dello Stretto “Tito Minniti” al termine della riunione svoltasi a Palazzo Alvaro.

I componenti della task force hanno disposto la convocazione di un tavolo di confronto per discutere un unico punto all’ordine del giorno: la richiesta di gestione autonoma dell’aerostazione dello Stretto. Al confronto proposto saranno invitati tutti i parlamentari reggini e messinesi, il Governatore della Regione Calabria, i massimi rappresentanti delle amministrazioni comunali e metropolitane delle due città dirimpettaie di Reggio Calabria e Messina, i sindaci dei principali comuni a vocazione turistica del territorio, il vertice di Sacal ed ogni altro attore interessato allo sviluppo dello scalo che si rivolge ad un bacino di oltre 1,2 milioni di cittadini.

«Non c’è più tempo da perdere», ha commentato il sindaco facente funzioni Carmelo Versace. «Fra due mesi – ha aggiunto – verrà presentato il Piano aeroportuale nazionale e non possiamo immaginare che, in una visione miope del sistema calabrese, il “Tito Minniti” non venga inserito fra le infrastrutture strategiche del Paese».

«Per questo, è necessaria la massima convergenza da parte della politica e delle istituzioni su una questione che è di interesse collettivo per lo sviluppo dell’intera area metropolitana dello Stretto. In maniera laica, senza puntare indici o indicare responsabilità – ha aggiunto Versace – ognuno sarà chiamato a pronunciarsi su un tema che non può e non deve diventare una questione di partito. I conti poi si tireranno alla fine».

«Ci sono tutti gli strumenti e le possibilità per gestire autonomamente l’aeroporto di Reggio Calabria», ha aggiunto il presidente della task-force Salvatore Chindemi.

«Abbiamo rotto gli indugi – ha continuato – ed il tempo degli annunci, più o meno roboanti, è finito. La fase degli studi di fattibilità è finita. Proponiamo esattamente una forma di autonomia gestionale che consenta un concreto e reale rilancio di una struttura essenziale per il territorio. I nostri interlocutori, nel massimo rispetto delle posizioni, restano la Regione e Sacal, ma se il tavolo convocato non produrrà gli effetti sperati, sposteremo la discussione al Ministero dei Trasporti e ad Enac, l’ente decidente. Questa è una battaglia che va comunque fatta, al di là delle aspettative dei singoli, chiaramente nella speranza di un esito positivo. Ciò che è certo, è che rimarrà alla storia chi e come avrà deciso di ingaggiarla». (rrc)

AEROPORTO REGGIO-MESSINA: NON CI SONO
ALTRE VIE PER LO SCALO DELLO STRETTO

di SANTO STRATI – Basterebbero soltanto i numeri di questi ultimi dieci anni a decretare l’agonia irreversibile dell’Aeroporto dello Stretto, il sogno mancato di un’Area strategica che nella ideale conurbazione con Messina poteva esprimere un grande progetto di sviluppo e rilancio del territorio. Da 600mila passeggeri a 200mila (arrotondando) in dieci anni significa non solo il fallimento di un’intrapresa commerciale, ma soprattutto l’incapacità di visione e di pianificazione di una classe politica distratta e assente.

Adesso, come già capitato altre tante volte negli ultimi anni, si svegliano tutti, nuove Cassandre che prefigurano la sciagura di una chiusura (a questo punto davvero inevitabile) e gridano all’abbandono, alle strategie inesistenti, all’indifferenza e s’impegnano, con lodevole – ridicolo – accanimento a indicare responsbailità dall’una e dall’altra parte politica.

La verità, ahimè, è che, in rtealtà, questo dell’Aeroporto di Reggio è semplicemnte un nuovo pretesto politico per accertuare, in maniera aspra, forse cruenta, la lotta politica tra una sinistra al comando (pur con troppi interrogativi) e una destra incapace di esprimere risorse umane e progetti in grado di convincere gli elettori.

È la scusa per attaccare a testa bassa il “nemico” (il fair play inesistente ci impedisce di parlare di “avversario”) caricandolo di responsabilità, che, a nostro modesto avviso, andrebbero equamente divise tra due entità politiche che, al giorno d’oggi, risultano davvero antistoriche: destra e sinistra. C’è ancora chi è convinto di poter muovere i pezzi sulla scacchiera politica solamente sventolando ideali (superati) di presunto riformismo e concrete dimostrazioni di ottuso conservatorismo. La lotta politica, in tal modo, diventa battibecco di vago sapore provinciale, con ritorni campanilistici che, decisamente, appaiono stupidamente datati.

Il problema quindi, è aggirare le chiacchiere e le accuse che in questo momento crescono in quantità industriale, e individuare possibili soluzioni alla crisi dello scalo.

Partiamo da un errore di fondo: è vero che la “vivacità” di un aeroporto si misura anche dalla quantità di rotte gestite, ma non occorre strapparsi le vesti perché le gare indette da Sacal (con il contributo di 13 milioni della Regione per contribuire e compensare la continuità territoriale) per collegare Torino, Venezia e Bologna. A Reggio non serve, adesso, raggiungere (non sappiamo con quale quantità di traffico) le tre città del Nord che pur sono affollate di calabresi e reggini, ma avrebbe molto più senso ampliare l’offerta dei voli da e per Roma e Milano. Già questo rimetterebbe in moto lo scalo se venisse coinvolta l’Area dello Stretto, ovvero se l’Aeroporto diventasse finalmente di Reggio e Messina. La città dirimpettaia ha sì l’Aeroporto di Catania a un’ora di macchina, ma con un collegamento diretto via aliscafo dimezzerebbe i tempi volando da Reggio.

Sappiamo già che in molti grideranno al sacrilegio: ci hanno provato e l’esperimento è naufragato. Forse sarebbe opportuno chiedersi il perché del fallimento di un progetto che trova sicuramente ampia disponibilità dei siciliani a scegliere lo scalo reggino per la propria mobilità aerea. Sempre che vi fossero le condizioni ideali per l’utilizzo. In altri termini, se, per ipotesi, i voli per Roma e Milano diventassero tre o quattro per ciascuna destinazione non ci sarebbero scuse per non viaggiare da Reggio. Roma e Milano sono due hub internazionali e con un’intelligente griglia di orari di volo diventerebbero per i reggini e per i messinesi una soluzione ideale per qualunque destinazione. Invece, continuiamo ad avere orari poco attrattivi e di scarsa funzionalità per i passeggeri dello Stretto.

Quando subentrò la Sacal, nel 2017, dopo il fallimento della precedente società di gestione aeroportuale (Sogas), lo scalo reggino contava su poco più di 380 mila passeggeri, divenuti – dopo la forzata inoperatività per pandemia – appena 159mila. Spiegazione facile della débacle: se non ci sono orari utili e i prezzi continuano a restare alle stelle (600 euro solo andata un Milano-Reggio non si può accettare!) come fa a crescere o a mantenersi un qualsiasi livello di traffico?

Appare evidente che, nonostante le promesse e le premesse del presidente reggino Arturo De Felice, prima, di De Metrio poi, e di Franchini di qualche mese fa, la Sacal non mostra di avere alcun interesse a mantenere in vita gli scali di Crotone e di Reggio. Sono una zavorra fastidiosa per i piani di sviluppo che riguardano Lamezia ed è difficile non pensare che, evidentemente, per la Sacal ogni passeggero in più negli altri due scali probabilmente è un passeggero sottratto a Lamezia. Solo una totale mancanza di visione potrebbe giustificare un ragionamento del genere, perché – a nostro avviso – l’errore che Sacal (e la Regione Calabria) continuano a fare è non guardare alla necessità di fare rete. Facile affermare che per un territorio di un milione e 800mila abitanti tre aeroporti sono troppi, ma significa non ammettere e rifiutarsi di capire lo sviluppo possibile dei voli dell’area dell’alto Jonio né tanto meno il potenziale di traffico dell’area dello Stretto, ove ci fossero soddisfacenti condizioni di mobilità aerea.

Ad agosto del 2019 il Presidente Sacal De Felice fu a Reggio con il deputato Francesco Cannizzaro per annunciare l’utilizzo dei 25 milioni che lo stesso Cannizzaro abilmente aveva fatto mettere a favore dello scalo reggino nella finanziaria. Annunci in pompa magna, slides, orgoglio e niente pregiudizi: sono passati cinque anni e di quei 25 milioni (ai quali se ne sono aggiunti altri tre dai fondi di coesione) non è stato speso un centesimo. E sulle discutibili destinazioni di spesa (quattro milioni solo per rifare il pavimento, probabilmente col linoleum oro 750k) non c’è stata alcuna disputa, visto che i bandi in parte devono ancora partire e gli appalti non sono stati assegnati.

Un imprenditore reggino, già assessore della Giunta Falcomatà (padre), Pino Falduto, un inguaribile innamorato della sua Reggio, ha proposto con un modesto incremento di spesa di evitare gli adeguamenti e fare una nuova aerostazione, mettendo a profitto la rete ferroviaria (c’è una stazione lato mare mai entrata in funzione e potrebbe essere una metropolitana di superficie stazione-aeroporto) e i pontili utilizzati poco e male per il collegamento con Messina.

Al “povero” Falduto mal gliene colse: lo hanno deriso, insultato e sbeffeggiato: ma qualcuno di quelli che ora si strappa le vetsi per lo scalo morente ha mai dato un’occhiata al progetto gratuito messo a disposizione della collettività per rifare completamente l’aeroporto? Vi rispondiamo con certezza: escludendo qualche animoso sostenitore delle ragioni di Reggio (come Massimo Ripepi, di Fratelli d’Italia) non ci risulta che sia stata affrontata la questione in termini tecnici.

Ora è il momento di mostrare i muscoli, senza mettere la polvere sotto il tappeto: ci sono le condizioni del rilancio dello scalo? Si può fare a meno della Sacal? Reggio e Messina possono costituire col placet dell’Enav una società di gestione autonoma per l’Aeroporto dello Stretto? Sono queste le domande alle quali i reggini (e i messinesi) esigono risposte precise e puntuali, con un piano strategico serio e con una visione di futuro finalmente realizzabile. (s)

Sacal annuncia nuove tratte per Lamezia e Crotone. E Reggio?

La Sacal annuncia nuove tratte per gli aeroporti di Lamezia Terme e Crotone, ma non dà notizie dello scalo di Reggio che rischia sempre più l’isolamento e un immeritato declassamento. Nonostante gli annunci e il dichiarato impegno del Presidente Roberto Occhiuto, la Sacal continua a ignorare le potenzialità dello scalo dello Stretto.

Si attendono entro il 24 aprile le conferme dei voli per Bologna, Torino e Venezia previa l’incentivazione di 13 milioni a favore delle compagnie aeree che accetteranno di volare a Reggio, ma sarà difficile tornare ai numeri di passeggeri di una decina di anni fa.

È un cane che si morde la coda: mancano i passeggeri ma perché c’è una scarsa offerta volativa che è modesta perché mancano i passeggeri. Si continua a trascurare il potenziale costituito dalla vicina Messina e del suo circondario che avrebbe grossi vantaggi a scegliere Reggio al posto di Catania (super affollato) e non si fa crescere l’offerta di voli da Reggio, a esclusivo vantaggio dello scalo lametino. L’esigenza di fare rete tra i tre aeroporti calabresi rimane solo un annuncio senza seguito e la Città Metropolitana patisce la quasi assenza di uno scalo che, negli anni passati, macinava passeggeri e utili significativi.

Peraltro l’Enac dovrebbe a breve eliminare gran parte degli ostacoli all’operatività del volo e l’aeroporto reggino potrebbe così uscire dalla categoria C che richiede una specifica preparazione dei piloti per l’atterraggio. In buona sostanza, per non investire quattrini (pochi, per la verità) per incentivare a proprie spese l’aggiornamento dei piloti di RyanAir (per esempio), la Regione penalizza sempre di più lo scalo dello Stretto. Si tratta di spendere in formazione sui piloti destinati a Reggio e RyanAir non ci pensa proprio: perché non provvedere la Regione incentivando finanziariamento la necessaria preparazione all’atterraggio per scali “difficili” come quello reggino?

Intanto, una nota della Sacal annuncia con soddisfazione l’aumento delle frequenze e le nuove tratte della compagnia Ryanair sugli aeroporti calabresi di Crotone e Lamezia Terme per la stagione estiva 2023.

L’incremento delle frequenze riguarda le rotte da Lamezia per Bergamo, Bologna, Malta, Torino, Verona e Vienna; dall’aeroporto Sant’Anna di Crotone aumentano le frequenze per Bologna e Bergamo e viene inserita la nuova tratta per Treviso. In totale saranno 220 i voli settimanali e 19 le rotte servite con un importante investimento economico della compagnia irlandese.

Si prospetta, dunque, una promettente stagione estiva per gli aeroporti calabresi di Crotone e Lamezia Terme grazie alle nuove rotte e frequenze operate da Ryanair che si vanno ad aggiungere ai collegamenti già esistenti sui due scali, con una crescita pari al 21%, rispetto allo stesso periodo del 2019, e un investimento economico di 100milioni di dollari (1 aeromobile basato).

Nel dettaglio, l’aeroporto Sant’Anna vedrà i collegamenti per Bologna da 3 a 5 frequenze, Bergamo passerà a 7 frequenze con un ulteriore incremento nel mese di agosto e il nuovo volo per Treviso servito con 5 frequenze, tutte su base settimanale.

A Lamezia, invece, i collegamenti che saranno incrementati dalla compagnia irlandese includono Bergamo che passerà a 19 frequenze settimanali, Bologna 13, Malta da 2 a 5 frequenze, Vienna e Karlsruhe con tre collegamenti settimanali in luogo dei due operati nella summer 2022. A tali incrementi si aggiungerà anche il nuovo volo per Venezia Marco Polo che sarà operato su base giornaliera.

«L’impegno costante di SACAL – ha commentato l’Amministratore Unico della Società Aeroportuale Calabrese, Marco Franchini – rappresenterà un sicuro incremento dei dati di traffico con conseguente impatto economico e occupazionale che sarà generato dall’incremento di operatività del sistema aeroportuale, basato su principi di specializzazione e caratterizzazione. Il potenziamento dell’offerta di trasporto aereo è il risultato di una specifica attività dell’assessorato al Turismo della Regione – conclude Franchini – tesa a cambiare radicalmente la percezione dell’offerta di un territorio che si candida come la nuova destinazione esperenziale del mercato europeo e intercontinentale». (rrc)

Lo Papa (Fisascat Cisl): Dopo protesta il sì della Sacal a nuovo bando

La Sacal ha detto sì a un nuovo bando per i lavoratori dell’area duty free dell’aeroporto. Lo ha reso noto Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl Calabria, a seguito dell’incontro avvenuto negli uffici direzionali della Sacal con l’Amministratore Unico Marco Franchini.

Il sindacalista, infatti, aveva annunciato una protesta con i lavoratori dell’attuale area duty free dell’aeroporto in merito all’avviso per l’assegnazione delle nuove concessioni commerciali. Il bando, scaduto oggi, prevede che le attività debbano avere un fatturato annuo di almeno un milione e mezzo di euro e la presenza in un altro scalo internazionale, non vi sono inoltre clausole di salvaguardia sociale. Termini che in soldoni decretano la chiusura delle attività attualmente nell’area e il possibile licenziamento dei lavoratori.

«Abbiamo raggiunto un primo obiettivo ma rimaniamo attenti a quanto accadrà per tutelare i lavoratori e ad assicurarci che non venga calpestata la loro dignità e professionalità», ha detto Lo Papa, aggiungendo che «dalla Sacal abbiamo avuto rassicurazioni in merito alla presentazione entro la prossima settimana di un bando per ampliare il numero di attività commerciali dell’area esterna».

«Un avviso che, a differenza dell’altro, si presterà anche alla partecipazione delle aziende calabresi e locali attualmente inserite nello spazio duty free. Inoltre, verranno inserite clausole di salvaguardia sociale. Non ci fermeremo qui – ha avvertito il segretario – parteciperemo ad altri incontri con Sacal e Confindustria al fine di monitorare quanto verrà fatto e allo stesso tempo intessere relazioni sindacali a tutela dei lavoratori dello scalo». (rcz)

Bando Sacal, Lo Papa (Fisascat Cisl): Mancano clausole di salvaguardia del personale

Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl Calabria, ha denunciato come il bando della Sacal per l’affidamento di spazi per la vendita di prodotti duty free all’Aeroporto di Lamezia, sia privo di clausole di salvaguardia del personale.

«Ancora una volta la Sacal affida un servizio in gestione senza prevedere le clausole sociali. Un modo di procedere inqualificabile, specie per una società a partecipazione pubblica», ha detto il cislino, annunciando per giovedì 2 marzo un’autoconvocazione, con una delegazione di lavoratori.

All’appello, poi, mancano «altre misure che possano tutelare i livelli occupazionali – ha spiegato il segretario Generale – e questo comporta il concreto rischio di perdita del posto di lavoro per il personale che attualmente è impiegato nello scalo con la conseguente dispersione delle professionalità acquisite in un momento storico così delicato».

«Parliamo di famiglie monoreddito, di lavoratori impiegati nello scalo anche da venti anni – ha proseguito – e che ora rischiano di dovere andare a casa con scarse probabilità di trovare un nuovo spazio nell’attuale scenario occupazionale. Quella che si sta portando avanti insomma rischia di essere una vera e propria macelleria sociale».

Ma non solo. Nel bando viene richiesto come prerequisito per i partecipanti un «fatturato annuo medio riferito agli ultimi tre esercizi finanziari 2020-2021-2022 pari ad almeno € 1.500.000,00».

Una cifra importante che difficilmente le aziende calabresi riescono a coprire e che le vedrà quindi escluse.

«Vogliamo sapere – ha concluso – perché siano stati posti dei requisiti che si sa essere difficili da possedere per le nostre imprese e perché nel bando manchino le clausole  di salvaguardia per gli attuali lavoratori. Fino ad ora il confronto è stato evitato e giunta l’ora che la Sacal capisca che le organizzazioni sindacali non possono essere ignorate e la dignità dei lavoratori calpestata!». (rcz)