Cannizzaro (FI): Pubblicato da Sacal bando per interventi all’aeroporto di Reggio

Francesco Cannizzaro, ha annunciato che «Sacal proprio oggi ha pubblicato uno dei bandi per la messa in opera dei vari interventi previsti dal mio emendamento dedicato all’Aeroporto di Reggio Calabria. Dopo i ritardi dei mesi scorsi, dovuti a diversi fattori, non certo a problemi di risorse perdute come qualcuno ha falsamente e artatamente affermato, adesso i 25 milioni prendono forma, in concreto. E faranno prendere il volo al ‘Tito Minniti’».

Per Cannizzaro, infatti, si tratta di «una bellissima notizia per tutti, brutta solo per i nostri detrattori, che si accontenterebbero di veder sprofondare l’aeroporto piuttosto che dar ragione a chi combatte per esso». 

«E proprio in tal senso – ha aggiunto – sono felice di aver trovato lungo il percorso persone che hanno creduto e credono fortemente nel rilancio di questa strategica infrastruttura. Per chi sta dentro gli iter appare evidente, infatti, il netto cambio di passo da quando in Sacal è approdato Marco Franchini, nuovo Amministratore unico scelto con lungimiranza dal Presidente Roberto Occhiuto, con il quale c’è piena sintonia d’intenti che ha dato nuovo forte impulso a tutta la complessa procedura».

«Il bando odierno, da circa 2 milioni e mezzo di euro – ha spiegato il deputato reggino – è mirato alla riqualificazione degli impianti di controllo e smistamento dei bagagli da stiva; mentre sono state già affidate opere per ulteriori 2,5 milioni (parte per l’attività dei nastri di distribuzione e parte per apparati di controllo e sicurezza del volo). E vi possiamo già anticipare  – aggiunge il deputato reggino – che nei prossimi giorni verranno pubblicati anche tutti gli altri bandi di gara. Questo per quanto riguarda Sacal». 

«Nel frattempo, la Regione – ha proseguito – ha già messo in campo ben 16 milioni di euro destinati agli oneri di servizio pubblico, per garantire la continuità territoriale nel trasporto aereo e quindi lo sviluppo territoriale. E sempre oggi, su apposita delega del Ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, verrà emesso il decreto del Presidente della Regione tramite cui sarà convocata una Conferenza dei servizi dedicata esclusivamente all’Aeroporto dello Stretto; le parti coinvolte dunque si incontreranno per definire il contenuto degli oneri di servizio pubblico da imporre sui collegamenti aerei da e per Reggio Calabria, quindi rotte da servire, frequenze e orari dei collegamenti, tariffe più concorrenziali e tipologia di aeromobili da utilizzare».

«Contestualmente, si sta lavorando con risultati concreti anche su un altro tavolo impostato da tempo, quello di Enac, per l’abbattimento delle limitazioni, che sarà la vera chiave di volta per il nostro aeroporto, nonostante qualcuno provi a minimizzare un aspetto così importante. Quella per l’Aeroporto di Reggio – ha concluso Francesco Cannizzaro – è una battaglia che passo dopo passo ci sta portando all’obiettivo che tutta Reggio si aspetta. Io per primo». (rrc)

Sacal: Incrementato il traffico di passeggeri negli aeroporti calabresi

Sono ripartiti gli aeroporti calabresi: nella settimana dall’8 al 16 agosto, infatti, gli aeroporti di Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria hanno fatto totalizzare 101.993 passeggeri. Lo ha reso noto la Sacal, spiegando che «stesse percentuali di crescita anche per quanto riguarda i movimenti, voli in arrivo e partenza, sempre riguardo i tre scali in totale sono stati 692 rispetto ai 518 del 2021».

«La conferma di questo trend positivo – si legge in una nota – arriva con l’ottima performance dell’ultimo weekend di agosto. Nei giorni 27 e 28 i tre scali hanno registrato 26.369 passeggeri e 176 voli. In particolare, nella settimana di ferragosto lo scalo S.Anna di Crotone ha fatto registrare un volume passeggeri pari a 5780 nettamente in ripresa rispetto al 2021, anno in cui registrava 4.805 unità. E solo nell’ultimo weekend 1.239 passeggeri in arrivo e partenza, mentre sono stati 1.417 lo scorso 2021».

L’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, ha rilevato un volume passeggeri in transito di 5701 unità, in ripresa rispetto al dato consolidato nell’analogo periodo 2021 con un volume di 5162 passeggeri. Mentre nei due giorni di fine agosto sono stati 1218 gli utenti che hanno scelto di volare dall’aeroporto dello Stretto a fronte dei 1.173 del 2021.

Nello scalo di Lamezia Terme, nella settimana dall’8 al 16 agosto, sono stati 90.512 i passeggeri rispetto ai 62.418 del 2021. Da segnalare che il 13 agosto sono stati gestiti, nel solo aeroporto di Lamezia Terme, 12.925 passeggeri e gli aeromobili movimentati sono stati 72. Nell’ultimo weekend del mese sono stati 23.912 i viaggiatori dello scalo lametino, in ripresa rispetto ai 19.607 dato che risale agli analoghi giorni del 2021.

Ad agosto, dunque, una serie di record beneauguranti per gli Aeroporti della Calabria che preannunciano ulteriori dati in crescita anche per il primo weekend di settembre, durante il quale sono previsti 24.670 passeggeri e 172 voli in arrivo e partenza.

Dati importanti, e non semplici numeri, che creano le basi per una strategia di destagionalizzazione del traffico aereo e che proiettano la Calabria nel panorama delle destinazioni più richieste dalla stagione 2022. (rcz)

 

 

Aeroporti, Fi Reggino: Rafforzamento dei voli ottima notizia

Il gruppo comunale reggino di Forza Italia ha espresso soddisfazione per il rafforzamento dei voli negli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria, sottolineando che si tratta di «un altro passo verso grandi obiettivi che abbiamo in mente per l’aeroporto di Reggio».

«Si avverte, è tangibile ormai, il netto cambio di rotta delle sorti del ‘Tito Minniti’, merito dell’On. Francesco Cannizzaro e del Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il quale dimostra ancora una volta di avere a cuore le sorti dello scalo di Reggio – viene evidenziato nella nota –. Quindi, ringraziamo ITA per l’impegno assunto di investire ancora una volta sul nostro scalo, ma ringraziamo soprattutto chi ha fatto capire a ITA l’importanza di volare sullo Stretto. Il vettore di bandiera è fondamentale per la nostra Città, anzi vitale».

«Chi non esulta, da bastiancontrario cronico – si legge nella nota – criticando a prescindere e senza mai muovere un dito per risolvere i problemi, non solo è nemico del Territorio, ma soprattutto non si rende conto del danno che reca a tutta la Comunità reggina. Noi invece siamo ottimisti e non lo nascondiamo. Anche perché, che ITA rafforzi la propria presenza a Reggio è già di per sé una grande notizia, ma sarà poca cosa rispetto alle altre notizie sull’aeroporto che saranno rese note a breve, quando si innescheranno una serie di incastri burocratico-amministrativi che permetteranno di realizzare tutto quello che Forza Italia dice da anni, in primis il nostro Coordinatore provinciale Francesco Cannizzaro, l’unico che si sta davvero battendo per l’aeroporto. Adesso, finalmente, grazie anche al supporto costante e lungimirante del Presidente Occhiuto, le circostanze stanno prendendo la piega giusta».

«La nota ufficiale diramata da Sacal – conclude la nota – per comunicare il rafforzamento dei voli, tra le righe, ha indirettamente confermato i rumors giornalistici di questi ultimi giorni, secondo cui l’abbattimento delle limitazioni dovute alla categoria C sarebbe ormai questione di mesi. E allora si che ne vedremo delle belle…». 

I consiglieri regionali forzisti hanno ribadito che «con Occhiuto.è stato fatto un enorme passo in avanti per tutto il sistema aeroportuale».

«Meno di un anno è trascorso dall’insediamento del Governatore – viene evidenziato – e già si possono contare passi in avanti in ciascun settore. Tra gli impegni più vigorosi, significativi e colmi di risultati possiamo annoverare sicuramente il sistema aeroportuale. Uno sfascio quello ereditato dalla Sinistra di Oliverio. Oggi invece, grazie alla sagace mossa di Occhiuto di riportare Sacal in capo alla Regione, finalmente tutto sta prendendo una piega diversa. Anche la situazione dell’aeroporto di Reggio, che in questi anni è sempre stato in procinto di chiudere i battenti».

«E proprio il ‘Tito Minniti’ – prosegue la nota – pare sia diventato la vera ‘scommessa’ di Occhiuto tanto quanto del nostro Coordinatore provinciale, il deputato Francesco Cannizzaro. Le strategie dei nostri due massimi esponenti convergono verso un netto, innovativo, decisivo cambio di rotta, che siamo certi regalerà ai reggini le soddisfazioni che aspettano e chiedono con decisione. La stessa decisione con cui Cannizzaro si sta battendo sui tavoli che contano, per ottenere grandi risultati, e Occhiuto si sta impegnando per cambiare strategie aziendali e di visione del sistema calabrese».

«Dunque – conclude la nota – salutiamo con gioia la novità del rafforzamento dei voli, fiduciosi che molto altro ancora accadrà nei prossimi mesi per rilanciare e consacrare una volta per tutte l’aeroporto dello Stretto, infrastruttura dalle mille potenzialità. Ora facciamola decollare!». (rrc)

 

DA OTTOBRE SI TORNA A VOLARE A REGGIO
ROMA-CROTONE A 45 EURO PER I CALABRESI

di SANTO STRATI – Mentre si diffondeva la notizia (non vera) della cancellazione del volo non-stop Reggio Milano, arrivavano contestualmente due notizie che un po’ rincuorano i calabresi, soprattutto i reggini e i crotonesi. Per lo scalo dello Stretto i nuovi orari invernali riportano un po’ di normalità nelle opzioni di viaggio: torna il volo mattutino per Roma alle 6.30 con il ritorno serale alle 21.35. È un’ottima notizia per quanti avevano già da tempo rinunciato a utilizzare lo scalo reggino (visti gli orari impossibili che costringevano il pernottamento a Roma) e presenta un certo ritorno alla normalità dell’aeroporto che sembrava destinato a morte certa. Ita, che, – ricordiamolo – è una compagnia interamente di proprietà dello Stato in cari a Cassa Depositi e Prestiti – ha finalmente cambiato atteggiamento accorgendosi (meglio tardi che mai) che non si genera traffico da uno scalo se gli orari sono impossibili (e le tariffe altissime). Da questo punto di vista, l’altra bella notizia riguarda lo scalo di Crotone, dove viene applicata – finalmente – la continuità territoriale, per cui – come emerge dalla conferenza di servizi – i calabresi possono andare e tornare da Roma con soli 45 euro. È un apolitica che andrà applicata anche alo scalo reggino dove, fino a qualche settimana fa qualcuno ha pagato 400 euro per un Reggio-Milano.

È decisamente un primo, simbolico, passo verso una mutata attenzione della compagnia di bandiera (ma ci si augura che possano arrivare anche altri vettori, superando le restrizioni imposte dallo scalo per gli atterraggi), ma non si deve abbassare la guardia. Ci sono 25 milioni che aspettano dal 2019 di essere spesi per “rimordenare” l’aeroporto, ma non si ha ancora notizie né di bandi né di appalti assegnati. E dire che con quella cifra si potrebbe rifare completamente lo scalo, riattivando tra l’altro la stazione ferroviaria che potrebbe diventare una metropolitana di superficie tra la città e l’aeroporto. Da alcuni anni giace inguardato un progetto privato (presentato dall’arch. Pino Falduto, ex assessore della prima giunta di Italo Falcomatà e oggi imprenditore di successo, praticamente donato all’amministrazione comunale e alla Città Metropolitana per la realizzazione di un modernissimo e funzionale scalo. Servirebbe pochi milioni in più da aggiungere ai 25 (+ 3 della coesione territoriale) per ultimare in tempi rapidissimi uno scalo di ultima generazione, da far invidia a ben più blasonati e moderni aeroporti. Ma nessuno risponde. In questa città nessuno risponde mai, salvo a minacciare – come lha fatto il sindaco metropolitano ff Carmelo Versace di chiedere all’Enac la revoca della concessione alla Sacal per lo scalo reggino. Non ci sembra una via percorribile: il rilancio del trasporto aereo calabrese passa da un unico assioma: fare rete tra i tre scali e costituire un’operatività a 360 gradi in grado di utilizzare a pieno sia Crotone sia Reggio Calabria.

Ma, tra burocrazia e poca voglia di mettersi in gioco, tutto a Reggio, a partire dall’aeroporto, sembra destinato all’immobilismo e all’abbandono. Intanto, accogliamo con sollievo il ritorno del volo mattutino nella stagione invernale: i pazienti e volenterosi turisti che volessero vedere i bronzi possono sempre, in quest’estate torrida, fare scalo a Lamezia o a Catania, per il perdurare di un’insana cecità operativa. Eppure la Sacal si vanta di avere portato a casa un ottimo risultato, ma poteva svegliarsi prima.

Il comunicato di Ita Airways ci mette la ciliegina sulla torta: «La Calabria – si legge – si conferma ancora una volta un’area strategica sia per ITA Airways che per l’Italia rappresentando un grande potenziale turistico e culturale. I voli anche per la prossima stagione confermano la forte partnership con Sacal, ma soprattutto lo stretto legame con il territorio calabrese». E la Sacal – vista con grande diffidenza dai reggini – rincara la dose di soddisfazione: «Questo risultato rafforza complessivamente la rete aeroportuale calabrese ed è prodotto dalla precisa intuizione che la Regione Calabria ha avuto nell’istituire un sistema in grado di produrre valore per l’intera Calabria. Gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria, infatti, con il raddoppio dei voli sui principali hub di Milano Linate e Roma Fiumicino, potranno garantire collegamenti con le maggiori destinazioni europee. In particolare i nuovi voli garantiranno di volare su Roma Fiumicino da Reggio Calabria alle 6.30 e rientro dallo scalo romano, nella stessa giornata, alle 21.30.

La Conferenza dei Servizi per gli oneri di servizio pubblico sarà indetta dalla Regione Calabria con una copertura finanziaria di 15 milioni di euro per i prossimi due anni e consentirà le rotte da e per l’aeroporto dello Stretto. Inoltre, a questa attività aeronautica – sottolinea Sacal – si affiancherà a breve l’intervento di adeguamento strutturale dell’aerostazione passeggeri del Tito Minniti di Reggio Calabria e il superamento delle criticità di carattere operativo aeronautico che sarà ottenuto solo con l’importante intervento dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC)».

Soddisfatto anche il Presidente Occhiuto, il qual e – a onor del vero – ci ha messo la faccia sulla mobilità aerea. «Le nuove tratte ITA Airways – – ha detto Occhiuto – da e per gli aeroporti di Reggio Calabria e Lamezia Terme rappresentano un’ottima notizia per il nostro territorio, e saranno certamente un’ulteriore opportunità di crescita per le due città.
La Sacal – ringrazio l’amministratore unico, Marco Franchini – e la Regione lavorano da mesi fianco a fianco per rafforzare tutti gli aeroporti calabresi, per attrarre nuove rotte, nuovi vettori, e con essi investimenti, lavoro, e turismo. Per l’aeroporto di Crotone stiamo concludendo la Conferenza dei Servizi – fortemente voluta dalla Regione – e presto ci saranno anche per lo scalo crotonese nuove tratte e importanti novità». La novità è il biglietto a tariffa flat Roma-Crotone e viceversa a soli 45 euro.

Anche l’assessore Tilde Minasi ha voluto sottolineare l’importanza dei nuovi orari: «I cittadini – ha detto –, soprattutto quelli dell’area dello Stretto, che in questi anni hanno pagato sulla propria mobilità la mala gestione del “Tito Minniti”, potranno finalmente spostarsi con la libertà di cui necessitano sia per le loro attività lavorative che per svago, potendo ad esempio partire e rientrare in giornata da Roma, cosa che per i reggini era diventata impossibile proprio a causa della mancanza di voli in orari idonei. L’intero territorio, dunque, potrà ora beneficiarne, ricevendo nuova linfa anche economica dalle nuove tratte – prosegue – che sicuramente implementeranno anche i flussi in entrata di turisti, investitori, viaggiatori in generale, facilitati a raggiungere la Calabria, sia in riva allo Stretto, che su Lamezia, per i loro affari e per il loro divertimento».

Bene, bravi, bis. Adesso vediamo di superare le restrizioni all’atterraggio su Reggio (ci vuole un’abilitazione particolare per i piloti, il cui costo potrebbe venire assorbito dalla Regione), ma soprattutto vediamo di dare allo scalo reggino un’aerostazione moderna e funzionale. A farci fare brutte figure internazionali basta già quella di Lamezia Terme (roba da terzo mondo e, per  assenza di progetti è stato perso un finanziamento europeo per rifare lo scalo). Quindi, si guardi ai progetti attuali o a quelli che verranno, per rimodernare lo scalo, in attesa del traffico che un tempo era eccellente e, soprattutto, si dia una risposta al progetto dell’aerostazione offerto gratuitamente “chiavi in mano” che ancora aspetta il pur minimo cenno di riscontro. Ah, dimenticavamo, siamo a Reggio e le risposte non arrivano mai… (s)

L’ORARIO INVERNALE DI ITA AIRWAYS PER REGGIO E LAMEZIA

I nuovi voli invernali per Reggio e Lamezia

Occhiuto: Bene nuove tratte Reggio e Lamezia, presto nuovi voli anche per Crotone

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha espresso soddisfazione per le nuove rotte di Ita Airways da e per gli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone, spiegando che queste tratte «rappresentano un’ottima notizia per il nostro territorio, e saranno certamente un’ulteriore opportunità di crescita per le due città».

«La Sacal – ringrazio l’amministratore unico, Marco Franchini – e la Regione lavorano da mesi fianco a fianco per rafforzare tutti gli aeroporti calabresi – ha concluso – per attrarre nuove rotte, nuovi vettori, e con essi investimenti, lavoro, e turismo. Per l’aeroporto di Crotone stiamo concludendo la Conferenza dei Servizi – fortemente voluta dalla Regione – e presto ci saranno anche per lo scalo crotonese nuove tratte e importanti novità». (rcz)

Ita Airways rafforza la sua offerta su Reggio e Lamezia Terme

Ita Airways, a partire dall’inverno, rafforza la propria presenza sugli scali di Reggio Calabria e Lamezia Terme, con nuovi voli da e per Milano e Roma. Lo ha reso noto la Sacal.

Una iniziativa, che conferma come la Calabria sia, ancora una volta, «un’area strategica sia per Ita Airways che per l’Italia rappresentando un grande potenziale turistico e culturale. I voli anche per la prossima stagione confermano la forte partnership con Sacal, ma soprattutto lo stretto legame con il territorio calabrese».

«È questo un risultato che rafforza complessivamente la rete aeroportuale calabrese – si legge in una nota di Sacal – ed è prodotto dalla precisa intuizione che la Regione Calabria ha avuto nell’istituire un sistema in grado di produrre valore per l’intera Calabria. Gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria, infatti, con il raddoppio dei voli sui principali hub di Milano Linate e Roma Fiumicino, potranno garantire collegamenti con le maggiori destinazioni europee. In particolare i nuovi voli garantiranno di volare su Roma Fiumicino da Reggio Calabria alle 6.30 e rientro dallo scalo romano, nella stessa giornata, alle 21.30».

«La Conferenza dei Servizi per gli oneri di servizio pubblico – continua la nota – sarà indetta dalla Regione Calabria con una copertura finanziaria di 15 milioni di euro per i prossimi due anni e consentirà le rotte da e per l’aeroporto dello Stretto. Inoltre, a questa attività aeronautica – sottolinea Sacal – si affiancherà a breve l’intervento di adeguamento strutturale dell’aerostazione passeggeri del Tito Minniti di Reggio Calabria e il superamento delle criticità di carattere operativo aeronautico che sarà ottenuto solo con l’importante intervento dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac)». (rrm) 

La Sacal incontra il Comitato pro-Aeroporto di Reggio

L’Amministratore unico di Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti calabresi, Marco Franchini, ha incontrato il 15 luglio scorso, presso l’Aeroporto dello Stretto, luna delegazione del Comitato pro-Aeroporto di Reggio, composta dal dott. Fabio Putortì (Miti) e l’ing. Francesco Nicolò.

Come riferisce una nota, «l’incontro ha avuto ad oggetto l’aggiornamento delle informazioni riguardanti la pianificazione degli interventi necessari per superare le criticità sull’infrastruttura aeroportuale che dovrebbe servire le città metropolitane di Reggio Calabria e di Messina.

Il dott. Franchini, ha espresso sin dall’inizio il desiderio di non soffermarsi sugli errori commessi in passato ma di concentrarsi sugli obiettivi che ciascuno per propria competenza deve conseguire entro i termini prefissati, così come ha espresso l’utilità che gli interventi necessari si svolgano simmetricamente e non in forma graduale.

«L’amministratore unico ha esposto ad esempio l’obiettivo di portare entro questo autunno la classificazione dell’aeroporto dello Stretto dal codice C a quello B, superando quindi le limitazioni tecniche attualmente in vigore e con l’effetto che altre compagnie aeree potrebbero volare da e per l’infrastruttura.

«Contestualmente, con l’insediamento del nuovo amministratore, la Sacal ha provveduto alla rimodulazione dei progetti legati al finanziamento dei 25 milioni di euro, con l’obiettivo di metterli tutti in bando entro la fine di quest’anno ed in modo che non siano interventi meramente estetici ma realmente funzionali per lo scalo.

«Oltre ciò, si è trattata la questione dei CIS (Contratti Istituzionali di Sviluppo) e degli Oneri di Servizio, i primi utili al coinvolgimento di più livelli istituzionali e per porre degli obblighi di risultato rispetto agli interventi pianificati, i secondi invece da utilizzare per fornire il servizio minimo essenziale del trasporto aereo da e per l’Area dello Stretto, come ad esempio i voli con partenza al mattino e rientro la sera sulle tratte Roma e Milano. Tuttavia, da parte della delegazione del comitato si è sottolineato il fatto che i voli su quest’ultimi orari, presenti già in passato, presentavano un coefficiente di riempimento maggiore, mentre da parte di Sacal si sta comunque lavorando per il loro ripristino seppur la decisione spetta alle compagnie aeree e la situazione aziendale di ITA è ancora in fase di assestamento».

Oltre agli interventi di competenza della Sacal SpA, si sono analizzati anche quei fattori che incidono sullo sviluppo del traffico aereo in un aeroporto e che sono legati al contesto territoriale di riferimento.

«Uno scalo per sopravvivere – sottolineano i rappresentanti del Comitato – deve essere economicamente sostenibile e per essere tale deve avere un adeguato numero di utenti.

L’accessibilità, la viabilità, la condizione urbanistica, la presenza o meno di strutture ricettive e di servizi, il decoro di un territorio, soprattutto a vocazione turistica, sono tutti elementi che influiscono sulla scelta delle compagnie aeree, oltre gli aspetti prettamente di natura tecnica legati alle manovre di volo.

«Or dunque, per anni – si  legge nella nota del Comitato pro Aeroporto – abbiamo praticato lo scaricabarile di responsabilità per il mancato sviluppo del territorio e dell’aeroporto ma oggi non è più tempo delle giustificazioni. Se vogliamo che le condizioni del territorio e dell’infrastruttura migliorino ciascuno deve fare infatti la propria parte senza attendere ciò che fanno gli altri.

«Ad esempio, per migliorare la viabilità, la struttura urbanistica o l’accessibilità verso il nostro scalo, l’Ente comunale di Reggio Calabria, piuttosto che l’Ente metropolitano o quello regionale, devono portare a termine i lavori senza limitarsi ai proclami o eccepire in seguito come scusante le mancanze degli altri amministratori, specie quando si è di colore politico differente e si finisce con le solite bagarre che non hanno alcuna utilità per lo sviluppo economico del territorio. Lo stesso vale per la pulizia, la sicurezza e i tutti i servizi di pubblica utilità poiché i visitatori devono trovare una città efficiente e non assistere alle diatribe su chi deve fare cosa.

«Ma parlando di doveri istituzionali non si può non citare anche la Camera di Commercio, quale anello di congiunzione con il settore privato. I vari presidenti delle associazioni di imprenditori, commercianti, artigiani, ecc, esprimono oggi chiaramente le esigenze delle rispettive categorie?

E il direttore del Museo Nazionale della Magna Grecia e il presidente dell’Ente Parco Aspromonte? Gli ordini professionali?

«Quest’anno tra l’altro ricorre il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace ed il nostro scalo dovrebbe vedere un via vai di aerei con turisti al seguito, così come le strutture ricettive e i tour operator dovrebbero registrare il sold out nell’intera area metropolitana. E non possiamo non constatare che in altre province si riescono a costruire e fare funzionare delle macro strutture ricettive, dei servizi e delle attrazioni originali mentre su un territorio dalle enormi potenzialità come quello Reggio Calabria sembra che vi sia un appiattimento dove ormai più niente ci scandalizza.

«A tal proposito, che risultati ha prodotto la cabina di regia della Città metropolitana che avrebbe dovuto consentire una collaborazione tra istituzioni e cittadini per spendere presto e bene i fondi del PNRR? Comunque sia, è arrivato il momento, come detto, che ciascuno faccia la propria parte, è arrivato il momento di guadagnarsi i miglioramenti che si rivendicano. Dobbiamo essere noi cittadini a dimostrare di tenere all’aeroporto, di tenere al decoro del proprio territorio, così come se la classe dirigente non svolge i doveri per cui è nominata allora bisogna pretenderne la rimozione, senza se e senza ma». 

Come Comitato pro Aeroporto e gruppo MITI UdS faremo la nostra parte mettendo a disposizione della Sacal e delle Istituzioni le proprie competenze ed il proprio impegno ma al contempo rappresenteremo i più esigenti controllori affinché la nostra terra non debba più assistere alle ennesime parole a cui non seguono i fatti.

L’ORGOGLIO FERITO E SMARRITO DI REGGIO
LA CITTÀ È ABBANDONATA E NON “DECOLLA”

di SANTO STRATI – La ricorrenza, qualche giorno fa, dell’anniversario della Rivolta di Reggio (sono passati 52 anni da quel drammatico “Buio”) ha dato sprone alla politica locale di esaltare e decantare i guai di questa città. Un’occasione ghiotta, a destra e a sinistra, per irridere reciprocamente l’avversario, insultarlo e attizzare il fuoco delle polemiche. Non è questo che serve a questa povera e dimenticata Città dello Stretto. 

Sono oltre 50 anni – verrebbe da dire – passati invano, nonostante le vittime, le devastazioni, le umiliazioni, gli sgarbi, le “rapine” (a volte palesi, a volte impalpabili) per depredare e saccheggiare l’ex capoluogo (che, comunque, non è rimasto a guardare), in nome di una presunta “superiorità”. Una stupida disfida a chi ce l’ha più lungo. 

Reggio e Catanzaro hanno sofferto in diversa maniera gli effetti della nascita delle Regioni: il capoluogo ha conquistato il “pennacchio” ma ha scoperto di essere pressoché invisibile e insignificante, vittima di una politica ad personam che si è dimenticata della città e dei suoi abitanti. Reggio s’è ritrovata “defraudata” del titolo, ma ha, apparentemente, reagito con orgoglio, mostrando – senza dubbio – di avere gli artigli, più di Catanzaro. L’errore per tutte e due le città è stato quello di guardare più all’apparenza che alla sostanza. La verità è che se Atene piange, Sparta non ride: Catanzaro è alle prese con una grave crisi identitaria che il nuovo sindaco Fiorita dovrà, con non poca difficoltà, cercare di superare e, possibilmente, far dimenticare. Catanzaro ha una sede universitaria che produce (ed esporta, ahimè) talenti in campo scientifico, ma a livello centrale non riesce a darsi una connotazione specifica su cosa vorrebbe (dovrebbe) diventare. Non hanno capito i catanzaresi (come non lo hanno capito i reggini) che se non si supera il gap della rivalità, delle tante Calabrie, non si va da nessuna parte. Occorre fare rete, occorre pensare in termini di regione coesa, unita nelle sue varie territorialità, a pretendere il rispetto del governo centrale, a esigere quello che tocca di diritto. Contro ogni idea di autonomia differenziata (che penalizza solo il Mezzogiorno col criterio della spesa storica) per presentare una grande idea di Calabria, unitaria in un comune obiettivo di crescita.

È un sogno, ma non è proibito crederci, a patto che in ogni singola realtà urbana  e provinciale si giunga a progettare e realizzare concretamente programmi di sviluppo che guardino alle nuove generazioni e interrompano la fuga di cervelli, qui inutilizzati, al Nord e all’estero valorizzati e “sfruttati” in maniera adeguata..

Quello che, tanto per centrare il tema, non sta accadendo nel Reggino. La città di Reggio sta vivendo una insopportabile involuzione che non trova spiegazione, se non nell’incapacità, conclamata, dei suoi amministratori e dei suoi politici di riferimento. Guardiamo a Cosenza: da borgo montagnolo è diventata una bella, piccola ma invidiabile, metropoli del Sud. La rigenerazione urbana ha dato i suoi frutti e oggi si possono cogliere i risultati che inorgogliscono l’intera regione. Il Censis ha promosso ai primi posti il sistema universitario dell’Unical (altra premiata fabbrica di cervelli con infelice record di esportazione). La città è viva, vitale, pronta alla sfida di un’ulteriore, ormai indispensabile, crescita, anche pensando al vecchio e contestato progetto di “Grande Cosenza” che prevede la fusione di Rende e Castrolibero nel capoluogo.

Invece, Reggio sta languendo, sta morendo, asfissiata dall’indifferenza e dalla cattiva gestione (?) della cosa pubblica. 

Basta fare un giro in città per domandarsi come sia possibile questo livello di abbandono e, a più riprese, di degrado sotto tutti i punti di vista. L’occasione del cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi poteva essere l’occasione di rilancio in chiave turistica di una città che profuma di cultura in ogni suo angolo. Invece, l’unico profumo, pardon, olezzo, è quello della spazzatura che disegna un paesaggio intollerabile e indegno di una città civile.

Il deputato reggino Francesco Cannizzaro ha scritto l’altro ieri una bella lettera ai reggini invitandoli “a rialzarsi e combattere”, ma è stato sbeffeggiato da una sinistra che, da parte sua, mostra chiaramente di avere perso il senso dell’orientamento. Non che le dichiarazioni d’intento di Cannizzaro debbano essere considerate vangelo, tutt’altro, ma anziché costruire in questa città c’è l’innnata vocazione a distruggere e a impedire il benché minimo segno di apertura dall’una e dall’altra parte della contesa politica.

Cannizzaro, a rischio di cadere nel ridicolo, si lancia in una serie di affermazioni che non possiamo che ritenere oltremodo ottimistiche a proposito dell’Aeroporto dello Stretto: «abbattimento delle limitazioni, ammodernamento dell’aerostazione, piano integrato di collegamenti con i porti di Reggio e di Messina, reinserimento del personale ex Alitalia, coinvolgimento di compagnie lowcost». 

Ma di quale aeroporto sta parlando Cannizzaro? Di uno scalo fantasma, sicuramente, visto che l’abbandono è totale: bastano quattro sterpaglie a fuoco per cancellare i pochi voli rimasti. Sono trascorsi tre anni dal famoso 5 agosto 2019 quando venne annunciato in pompa magna l’utilizzo dei 25 milioni del famoso “emendamento Cannizzaro” che assegnava allo scalo quest’inaspettata dote finanziaria (incrementata poi di altre 3 milioni dai fondi di coesione). Bene di questi 28 milioni, dopo tre anni, non è stato speso un centesimo, non sono nemmeno stati indetti i bandi di gara per delle soluzioni che il viceministro leghista Morelli ha definito, senza giri di parole, ridicole e inutili. Al contrario, però, sono stati mandati a casa lavoratori che avevano esperienza e competenza, è stato ridotto al lumicino il traffico passeggeri con l’offerta volativa più assurda che uno scalo, in posizione strategica per servire anche la dirimpettaia Messina, potesse studiare. E nel frattempo c’è stata la crisi della ormai defunta Alitalia e il continuo depotenziamento anche dello scalo Sant’Anna di Crotone, a tutto vantaggio dell’aeroporto internazionale di Lamezia, che è molto vicino per come si presenta a uno scalo da terzo mondo. 

Quale criterio ha permesso di cancellare uno scalo che negli anni passati aveva un traffico di tutto rispetto e raccoglieva consensi per la puntualità e la funzionalità delle tratte servite? Quale miope strategia ha potuto fare in modo che lo scalo dello Stretto divenisse inutile e superfluo, quando, in realtà, la Citta Metropolitana ne avrebbe dovuto curare il rilancio e programmare il futuro? E forse è il caso di ricordare che la Ita, che è subentrata all’Alitalia, è tutta di proprietà pubblica: utilizza denaro dei contribuenti ma non ripaga gli stessi (quelli della Calabria) con una politica di sviluppo aeroportuale. Non ci sono scusanti per una società pubblica: le tratte si garantiscono anche se non producono ricavi, ma nessuno – a quanto pare – lo ha fino ad oggi rinfacciato ai responsabili amministrativi dell’Ita, che sullo scalo reggino mantengono l’indifferenza assoluta. Come nessuno si preoccupa di far valere il criterio della continuità territoriale per far risparmiare sul costo dei biglietti aerei. Reggio-Milano a 400 euro diventa un lusso (per Ita) che non si può più tollerare considerando che lo stesso volo da Lamezia costa otto volte di meno.

Del resto, le parole stanno a zero, parlano da soli i fatti. La presupposta limitazione al traffico aereo dello scalo che impedirebbe ai vettori charter e stranieri (in primis RyanAir) ad atterrare è in realtà una “burocratica” pratica di upgrading al tipo di pista che comporta semplicemente una formazione al simulatore di volo. Formazione che costerà al più qualche migliaio di euro per pilota e che società come RyanAir non hanno mai avuto alcuna intenzione di spendere. E ipotizzando qualche centinaio di migliaia di euro da investire, possibile che né alla Regione né alla Città Metropolitana (che pure buttano soldi in iniziative inutili e prive di ritorno) sia mai venuto in mente di mettere a disposizione la somma necessaria per formare i piloti delle compagnie sprovvisti della richiesta abilitazione per lo scalo dello Stretto? (I piloti dell’Alitalia ce l’avevano tutti…)

È mai venuto in mente a qualcuno, in Cittadella, che forse investendo qualche soldo sulle compagnie aeree si potrebbero incentivare i voli? Il volo del mattino richiede il pernottamento dell’equipaggio che arriva la sera prima: quanto costa alloggiare e offrire il soggiorno a 10-12 persone? È una spesa impossibile per la Regione? Se sì, dimenticatevi di decollare da Reggio al mattino. Dimenticatevi dell’aeroporto, e di qualsiasi idea di sviluppo turistico. 

Come vengono i turisti a vedere i Bronzi?  Atterrando a Lamezia o a Catania? E dire che la Regione ha stanziato ben 500mila euro da destinare ai collegamenti aeroporti-siti turistici: per Reggio (non ridete, per favore) la Regione investe per due mesi oltre 90mila euro per tre collegamenti “turistici” a mezzo bus. Per la cronaca, circa 15mila per la tratta Bagnara-Scilla-Villa S. Giovanni-Reggio-Aeroporto, circa 17 mila per la tratta Aeroporto-Reggio-Gambarie-S. Stefano d’Aspromonte e ben 58mila per la tratta Reggio-Bova Marina-Bovalino-Siderno-Marina di Gioia-Roccella Jonica-Caulonia. In buona sostanza 1.500 euro al giorno per compensare i bus turistici che collegheranno  l’Aeroporto dello Stretto. Per quali voli e quali passeggeri, rinunciamo, dolorosamente rassegnati, a domandare. (s)

Chindemi (Task Force Aeroporto RC): Basta prevaricazioni ai danni di Reggio

Il coordinatore della task force per l’Aeroporto dello Stretto, Salvatore Chindemi, ha chiamato in causa la Regione – e il presidente Roberto Occhiuto – e la Sacal per chiedere notizie sui lavori annunciati per l’ammodernamento dell’aerostazione e il superamento delle limitazioni.

«A questo punto si abbia il coraggio di ufficializzare la fine dell’Aeroporto dello Stretto» ha detto Chindemi, chiedendo «cosa o chi impedisce al Presidente Occhiuto di mantenere l’impegno, assunto il 7 di Febbraio con i due sindaci facenti funzioni Carmelo Versace e Paolo Brunetti, della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria, di rivedersi dopo l’acquisizione, da parte dell’Ente Regionale, delle quote sociali di Sacal, acquisite in precedenza da privati, per concordare il futuro dello scalo reggino? Può un Presidente Regionale venir meno ad un impegno assunto durante un incontro istituzionale?».

«Risulta imbarazzante ed increscioso ammettere pubblicamente che lo scalo lamentino è stato, oramai eletto come l’unico scalo operante in Calabria e che quello reggino è, di fatto, un inutile ed ingombrante accessorio? Chi ha avuto una investitura popolare – ha proseguito Chindemi – e pretenderebbe di essere riconfermato, spieghi, al territorio che rappresenta, come ritiene di fronteggiare adeguatamente questo ignobile scippo dell’attività, volativa e non, del nostro aeroporto».

«Chi ha, quasi giornalmente – ha detto – l’opportunità di interloquire con i rappresentanti della società di gestione dei tre scali calabresi, castrati chiaramente di ogni capacità decisionale autonoma, con i vertici Enac nonché con il vettore nazionale, informi la città per quale misteriosa ragione non vengono ripristinati i voli, almeno per Roma e Milano, con partenza il mattino ed il ritorno la sera, promessi ed annunciati una infinita di volte».

«Da cosa o da chi dipende – ha chiesto – la mancata risoluzione delle presunte restrizioni che impedirebbero, ad alcuni vettori, di operare sullo scalo reggino? Qualcuno conosce lo stato dei lavori che renderebbero più moderno ed efficiente il Tito Minniti, utilizzando i finanziamenti del celeberrimo “emendamento Cannizzaro”, peraltro silenti da anni e inesorabilmente bollati come “inutili e dannosi” dal Sottosegretario ai Trasporti (leghista) Alessandro Morelli?».

«E si potrebbe prolungare a lungo questo triste e scandaloso elenco di soprusi ed insopportabili prevaricazioni ai danni di questa città e del suo scalo – ha proseguito – senza il quale la Metrocity diventerebbe una scatola vuota, mentre chi avrebbe l’obbligo istituzionale di difendere il proprio territorio, invece, incomprensibilmente latita e/o collude con i mandanti. Oramai il quaderno delle doglianze è strapieno: il tempo delle lamentele e delle denunce è finito».

«Ognuno, a tutti i livelli – ha evidenziato – sarà chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. E nonostante i maldestri, quanto inutili, tentativi di delegittimazione della Task force, continueremo a denunciare questo scandalo e, contemporaneamente, sollecitare, nelle competenti sedi nazionali, proposte e soluzioni concrete».

«Da parte nostra – ha concluso – siamo pronti a mettere in campo una società, pubblico privata, adeguatamente capitalizzata, disponibile ad assumere l’onere di una gestione autonoma del nostro scalo. Lasciamo alla città la possibilità di valutare, serenamente, i comportamenti di chi tenta di difendere questo territorio ed, invece, chi concorre a disarticolare le sue strutture, affossandolo definitivamente, sorprendendosi, poi, delle sonore sconfitte elettorali». (rrc)

L’OPINIONE / Pasquale Amato: Ecco perché Sacal non dovrebbe gestire l’aeroporto di Reggio

di PASQUALE AMATO

Provo a spiegare la mia proposta. Questa sarebbe un’iniziativa forte. Farebbe intendere che noi non accettiamo di essere maltrattati e vilipesi andando a pietire ciò che questa Regione, con qualunque coloritura partitica o di schieramento, elargisce per tenerci sottomessi. 

Dal 1970 una maggioranza trasversale ha preso il controllo della Regione trattando il territorio della Città Metropolitana di Reggio come colonia, cui dare dei contentini se stiamo zitti e buoni. Ci ha imposto e ci impone i candidati che le risultano più graditi. In alcuni casi ha subito incidenti di percorso con l’affermazione di esponenti con la schiena dritta, quindi “non graditi”. 

È corsa ai ripari emarginando ed espellendo, con qualunque espediente tra cui Giuda disponibili in loco (anche per dispetto o per semplice invidia), questi spiriti indipendenti non disposti a piegarsi ai suoi ordini. 

La storia dell’Aeroporto dello Stretto è emblematica. È iniziata nel 1971 con la decisione di costruire l’Aeroporto di Lamezia, con un obiettivo assurdo in ogni altra Regione d’Italia, che è un paese di campanili: togliere allo scalo reggino il primato di primo Aeroporto della Regione, come tutta una serie di sedi e di altri primati. 

È stato un lavoro intenso, incessante, andato avanti per tappe sino alla tappa decisiva di riuscire a ottenere il totale assoggettamento tramite un bando-farsa che ha assegnato la gestione alla Sacal. 

E la Sacal ha svolto e sta svolgendo il suo compito: al là delle dichiarazioni ufficiali dei vari personaggi di nomina regionale succedutisi alla sua guida, ha cancellato o rubato voli e rotte, ha svuotato lo scalo licenziando una buona parte del personale, ha favorito una politica tariffaria a sfavore di Reggio per spingere i passeggeri a scegliere sempre più Lamezia (nel frattempo rafforzata con voli nazionali e internazionali a tariffe agevolate grazie al foraggiamento della Regione). 

Reggio può salvare il suo Aeroporto e la sua dignità di città più antica e grande della Calabria soltanto se fa valere sino in fondo le prerogative di Città Metropolitana del Sud assieme a Napoli e Bari. 

Non è un caso che la classe politica delle altre Calabrie abbia sempre avversato l’istituzione della Città Metropolitana. 

Non è un caso che sia l’unica Città Metropolitana che non ha mai ricevuto alcune deleghe importanti dalla Regione. Non è un caso che nel vocabolario utilizzato dal ceto politico regionale dominante in Regione si continui a parlare di Provincia e non di Città Metropolitana. Non è un caso che l’attivismo del ff Versace e la sua costante presenza sul territorio dei 97 Comuni metropolitani e sulle problematiche di essi stia provocando crescenti fastidi e malumori a Germaneto. Non è un caso che il ruolo del Consiglio Regionale a Reggio sia stato ridotto a organo di semplice ratifica di ciò che si decide a Germaneto. (pa)