LETTERA APERTA / Giusi Princi: Fare tesoro degli insegnamenti del passato

di GIUSI PRINCI In occasione dell’importante appuntamento annuale con la Memoria, un appello particolare lo rivolgo alle Scuole, certa della rilevanza che daranno all’educazione su temi cruciali nella formazione degli studenti, come la memoria storica della vergogna dell’Olocausto, la difesa della libertà ed il rispetto della vita.

Non si tratta di una ricorrenza come le altre: la lettura, l’approfondimento e l’analisi dei percorsi didattici che possono essere realizzati in questa occasione sul drammatico sterminio degli ebrei hanno un impatto sociale fortissimo, sono finestre sul mondo che ci permettono di capire il passato e di evitare che gli errori si ripetano nel futuro.

Nel corso di questi mesi difficili, nostro malgrado, abbiamo tutti acquisito piena consapevolezza di quanto sia delicato l’equilibrio della pace; la guerra in Ucraina è un esempio di come la mancanza di comprensione e di dialogo possa portare a conflitti e sofferenze evitabili, forse addirittura inutili.

È importante che la Scuola si impegni a trasmettere una memoria storica critica, che permetta agli studenti di comprendere gli eventi trascorsi e di riflettere su come occorra indirizzare le scelte politiche e sociali. La scuola deve diventare un luogo di formazione e di educazione per la pace, dove gli studenti possono imparare a rispettare le diversità culturali e a promuovere il dialogo e la concertazione.

In questa giornata particolare, vorrei esortare ogni docente a dedicare un momento di riflessione e di approfondimento sulla storia della guerra in Ucraina e sull’importanza di fare tesoro degli insegnamenti del passato. La scuola ha un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nella formazione dei giovani, e siamo certi che Voi tutti saprete approfittare di questa occasione per scuotere le coscienze e promuovere la cooperazione, il rispetto, la tolleranza, la difesa della libertà e della democrazia, senza mai dare nulla per scontato.

Questo messaggio vorrei fosse letto anche come un appello accorato ad ogni calabrese. Facciamo tesoro di cose è accaduto in passato, perché oggi come non mai, si avverte il grave pericolo di una società civile incapace di ascoltare e di indignarsi sui tanti episodi di intolleranza e discriminazione. Occorre tenere vivo il ricordo di ciò che è avvenuto nella prima metà del secolo scorso, per mantenere la capacità e l’umanità di guardare sempre all’altro con interesse e senso di inclusione. (gp)

Cuzzupo (Ugl): Nella scuola il rispetto deve valere per tutti

«Nella scuola, il rispetto deve valere per tutti». È quanto ha dichiarato la segretaria nazionale di Ugl Scuola, Ornella Cuzzupi, commentando gli episodi di violenza e di intolleranza verso il personale scolastico.

«I ruoli – viene evidenziato in una nota – vanno considerati nella loro giusta ottica senza alcuna giustificazione o alibi. Alunni, famiglie, docenti sono tutti posti sullo stesso piano, ma ognuno ha un compito che deve rimanere nel perimetro dettato dall’educazione e dal rispetto verso il prossimo».

«Ciò che stiamo vivendo – ha continuato Cuzzupirappresenta una fase della scuola italiana da analizzare con estrema attenzione. Nell’ambito scolastico, tra le mura di quello che dovrebbe essere un vero sacrario dell’educazione, si stanno verificando, troppo spesso, una serie di gravi episodi che vanno dal bullismo, alla violenza gratuita verso studenti e personale scolastico».

«Un campanello di allarme per la nostra società – ha evidenziato –. La crescita umana e culturale degli studenti non può prescindere da processi inclusivi basati sul rispetto. L’istituzione scolastica deve ritrovare la giusta dimensione esaltando la propria autorità di tutela nei confronti di chiunque, e sottolineo chiunque, ponga in essere atteggiamenti aggressivi e violenti».

La segretaria Cuzzupi non si lascia andare ad enunciazioni solo teoriche, ma indica la strada da percorrere e si rivolge, in questo caso, direttamente alle istituzioni.

«Occorre partire dal dialogo e dalla reciproca comprensione, i giovani vanno ascoltati e compresi così come i docenti devono, sì, recepire le problematiche della loro età elaborando idonee strategie educative ma nell’ambito di un ruolo che non può ne deve mai essere minimizzato o reso complementare. Il rispetto – ha continuato Cuzzupi – scaturisce dalla condivisione di principi e valori recepiti da tutti. Le famiglie hanno un ruolo fondamentale in un tale meccanismo, ma sono i docenti e gli operatori della conoscenza coloro ai quali tocca il peso, la responsabilità e il giusto rispetto per la guida pedagogica e formativa di quello che sarà il futuro della nazione».

«Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, on. Valditara – ha concluso – unitamente al sottosegretario on. Frassinetti a cui si richiamano deleghe delicatissime dovranno puntare con decisione al potenziamento delle attività di educazione civica proteggendo chi opera correttamente e mai dimenticando che quello che si fa oggi troverà piena realizzazione nel domani del nostro Paese». (rcz) 

Usb Calabria: A rischio il diritto all’istruzione in Calabria

Usb Calabria ha denunciato come «in Calabria sia in atto un nuovo metodo di interpretazione delle  norme: quello personale, atto allo scopo che si vuole raggiungere che è quello di non nominare i supplenti temporanei sia docenti che Ata».

Una interpretazione che viene fatta anche quando «si è di fronte “a necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non  diversamente rimediabili” (nota MIUR 2116/2015), casi in cui è possibile nominare  il collaboratore scolastico anche dal primo giorno di assenza del titolare. In tutti i casi in cui le suddette soluzioni normative (supplenze fino a15 giorni) non si rivelano idonee a sopperire alla sostituzione dei docenti assenti, al fine  primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli  allievi interessati, i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza  anche inferiori a 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo.” (Nota  MIUR 14991/2009)».

Quando «non si è nella condizione – si legge nella nota – di “garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del  diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche in caso di assenza  temporanea del personale docente.” (Nota MIUR 9839/2010) “… possono  nominare supplenti nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni  nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del Ccnl e a 15 giorni nella  scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in merito alla procedura  semplificata per la nomina del supplente nella scuola dell’infanzia e primaria per  assenze fino a 10 giorni… Appare opportuno richiamare l’attenzione  sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili».

«Questa “forzata” interpretazione continua – si legge –. Utilizzando “La soluzione organizzativa di accorpare le classi in caso di assenze  brevi del personale docente; … ciò non solo non è previsto da alcun regolamento,  ma costituisce di fatto, sia pure in via temporanea, una modifica dell’organico  non autorizzata, la costituzione di pluriclassi e la violazione di qualsiasi  norma di sicurezza.” (Nota7934 /20210 Usr Basilicata). Utilizzando “ Il personale docente assegnato su posti di sostegno viene  impiegato per l’effettuazione di supplenze in sostituzione di colleghi assenti dal  servizio, della propria o di altre classi. …Tale situazione, ove rispondente a verità,  non appare uniformata a criteri di regolarità, tenuto conto che finisce per  distogliere l’insegnante di sostegno dal proprio compito istituzionale».

«Utilizzando i collaboratori scolastici – si legge – per sostituire i colleghi assenti durante il proprio  orario di servizio (intensificazioni delle prestazioni) per coprire tutto il servizio  pomeridiano che la scuola offre (scuole aperte) nonostante l’organico di questo  personale sia calcolato sull’orario scolastico delle ore curriculari (tempo normale,  tempo prolungato, tempo pieno) e non per coprire tutte le attività extracurriculari e  quanto viene offerto con il servizio delle “Scuole Aperte”».

«È evidente – viene evidenziato – che in questa situazione viene meno la vigilanza e sicurezza degli alunni e  drasticamente ridotto il servizio di assistenza all’H. violando l’intesa tra Miur e le  OO.SS sulle funzioni aggiuntive del 9/11/2001: ”Vanno comunque garantite, anche  attraverso particolari forme di organizzazione del lavoro e l’impiego di funzioni aggiuntive o  l’erogazione di specifici compensi, le attività di ausilio materiale agli alunni portatori di H…ai bambini e bambine della scuola materna nell’uso dei servizi igienici e nella cura  dell’igiene personale”». 

«Dalle succitate norme – continua Usb – emerge con chiarezza che i responsabili del conferimento delle  supplenze brevi sono i Dirigenti scolastici.  A loro spettano tutte le valutazioni per garantire la continuità dell’azione amministrativa,  l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico, la garanzia ed il diritto allo studio degli  alunni, la piena funzionalità delle attività didattiche. Basterebbe fare un semplice controllo incrociato per ogni singola scuola (assenze del  personale al Sidi, supplenti interni ed esterni a copertura delle assenze) per verificare che il monte ore annuale curriculare è violato privando gli alunni dei loro sacrosanti diritti e  riducendo l’efficienza dell’azione amministrativa, la quale deve sempre ispirarsi al rispetto  del principio della legalità».

 Per questo l’Unione Sindacale di Base ha indetto una manifestazione pubblica per giovedì 26 gennaio, alle 10, alla sede dell’Usr Calabria e chiede al direttore generale di «ricevere, in occasione della manifestazione una delegazione sindacale insieme ad  una rappresentanza dei manifestanti». 

Il sindacato ha chiesto, inoltre, «al personale della scuola e alle famiglie di mobilitarsi, per dare il contributo dei calabresi alle richieste, a livello nazionale, della  trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto, della stabilizzazione del  personale precario docente e ATA, della revisione delle tabelle di calcolo dell’organico Ata (almeno un CS in più per ogni plesso diverso da quello principale, l’inserimento di  nuovi parametri relativi alle tipologie degli edifici, piani, planimetrie, laboratori, palestre, cortili e alla quantità di ore che giornalmente la scuola resta aperta». (rcz)

LA LETTERA / Giusi Princi: Cari studenti, scegliete seguendo le vostre attitudini

di GIUSI PRINCI – Scegliere non è mai facile, ancor di più quando le scelte interessano il proprio percorso di studi che influenzerà la futura vita lavorativa. Per questo, in questi giorni, la scuola calabrese, come in tutta Italia, è chiamata ad accompagnare le famiglie a valutare attentamente le scelte da fare per l’ingresso nel mondo scolastico dei loro figli: in scuola primaria, nella secondaria di primo grado e, ancora di più, in quella secondaria di secondo grado.

Per tutti si tratta di una scelta importante, penso in particolar modo ai ragazzi che si accingeranno ad entrare nel mondo della scuola di secondo grado, optando per licei ma anche per gli istituti tecnici o per quelli professionali. I ragazzi, e le loro famiglie, sono chiamati a fare una scelta oculata, non emotivamente legata alle aspettative familiari o alle scelte degli altri compagni, ma calibrata, anche con l’aiuto dei docenti dei propri consigli di classe, sulle reali potenzialità dello studente, evitando che una scelta sbagliata provochi effetti pesanti sulla crescita delle nostre giovani generazioni, appesantite da quello che potrebbero definire come un fatale insuccesso. Ecco perché sono molto importanti gli open day di apertura delle scuole al territorio, alle famiglie; i vari momenti, cioè , di presentazione dell’offerta formativa e dei piani di studio relativi ai vari indirizzi, promossi dai singoli istituti.

Per il prossimo anno scolastico d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e con il sistema universitario calabrese, attiveremo il Sistema Regionale di Orientamento Calabria (SROC), supportando le istituzioni scolastiche con attività di orientamento rivolte a studentesse e studenti delle scuole secondarie di I e II grado con percorsi di educazione alla scelta, orientamento alla professionalità, seminari informativi ed anche colloqui individuali. Il tutto per supportare nella scelta le nostre giovani generazioni.

Una particolare attenzione vorrei che i ragazzi la rivolgessero agli istituti tecnici ed a quelli professionali, ormai sempre più calibrati nella loro attività formativa alle diverse esigenze del mercato del lavoro, in grado di formare giovani professionisti e tecnici del domani. Il legame scuola-impresa è fondamentale, come anche puntare su didattica innovativa e laboratori 4.0: le scuole tecniche e professionali non sono un ripiego, ma un investimento sul futuro dei giovani.

La riforma degli istituti tecnici e professionali, insieme a quella degli Its cui si lega, è senza dubbio uno degli elementi qualificanti del nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza sul quale la nostra Regione sta dando un forte impulso. Consolidare le scuole professionali e tecniche vuol dire non solo operare per dare una sempre più ampia gamma di possibilità di scelta alle nostre studentesse e ai nostri studenti, ma anche investire per ridurre i rischi di dispersione scolastica e sostenere i nostri ragazzi in un contesto di grandi cambiamenti e trasformazioni tecnologiche.

A voi che state per affrontare un momento delicatissimo della vostra vita, in cui occorre consapevolezza e discernimento, il consiglio che vorrei porgervi è quello di scegliere con serenità, seguendo le vostre passioni, di intraprendere il percorso di studi più idoneo a sviluppare le vostre potenzialità e a consentirvi di volare alto, così da realizzare tutti i vostri sogni ed esprimere nel mondo la creatività ed il talento della nostra straordinaria terra di Calabria. (gp)

I RAGAZZI CALABRESI AMANO PIÙ IL LICEO
NEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI SOLO IL 20%

di GUIDO LEONE – Il timer  per le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2023/2024 scatterà alle ore 8 di oggi, lunedì 9 gennaio e si concluderà alle 20 di lunedì 30 gennaio 2023. 

Le famiglie  avranno quasi un mese di tempo per scegliere la scuola dei propri figli inoltrando la domanda per tutte le classi prime della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado statale.

Ogni anno uno studente su cinque sbaglia la scelta delle superiori. E si perde per strada. O abbandona i banchi anzitempo oppure arriva alla maturità senza le competenze minime. A confermarlo sono i dati dei rapporti Invalsi sulle competenze acquisite dagli studenti e sulla  dispersione scolastica, che ritornano d’attualità nel momento in cui le famiglie sono chiamate a scegliere la scuola dei propri figli. 

L’appuntamento perciò si annuncia cruciale soprattutto per i ragazzi che nel 2023/24 andranno in prima superiore. 

Quale sistema formativo scegliere? Quello liceale, tecnico o professionale? E poi quale  indirizzo scegliere? È, insomma ,un momento delicato per gli studenti e  le famiglie che spesso viene vissuto con grande incertezza.

Ad influire su una decisione così importante possono intervenire diversi fattori. Le proprie predisposizioni e attitudini, ad esempio, gli interessi; ma anche la presenza  di istituti con un determinato indirizzo disciplinare nel proprio territorio di residenza e la possibilità di spostarsi più o meno autonomamente.

A questi si aggiungono le aspettative dei genitori, le scelte degli amici. E tutto si complica se si pensa che una decisione così delicata deve essere presa  dai ragazzi proprio nell’età in cui è molto difficile avere le idee chiare sul proprio futuro.

È richiesta, perciò, ai genitori la capacità di lettura della varietà dell’offerta formativa e delle prospettive occupazionali. Ma a loro è richiesto anche uno “sguardo” profondo e oggettivo sulle attitudini e capacità dei figli e sui punti di forza che li caratterizzano in termini di apprendimento e interessi. 

Questo momento cruciale di scelta richiede ai genitori attenzione alle informazioni e la capacità di farsi guidare da dati oggettivi e non da pregiudizi e mode passeggere. L’obiettivo è, infatti, quello della piena realizzazione personale e professionale dei propri figli che si persegue attraverso la scelta dei percorsi che permettono loro di esplicare al meglio le proprie capacità e potenzialità, generando senso di autostima.

Saranno via web anche le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà degli istituti professionali e dei centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni che, su base volontaria, aderiscono alla procedura telematica. Laddove resta volontaria l’adesione degli istituti paritari. Nessuna novità anche stavolta per l’infanzia: qui l’istanza resta cartacea. Per tutti gli studenti delle classi intermedie il passaggio alla classe successiva avviene d’ufficio a cura della scuola.

Quali le modalità

Per procedere all’iscrizione sarà necessario avere un’identità digitale: si potrà accedere al sistema utilizzando le credenziali Spid, Cie o eIdeas (electronic IDentification authentication and signature). La funzione per l’abilitazione è già  disponibile  dal 19 dicembre scorso. 

Per accompagnare genitori e studenti nella loro scelta, il Ministero ha ulteriormente rinnovato il Portale ‘Scuola in chiaro’ che raccoglie i profili di tutte le scuole italiane con informazioni utili che vanno dalla organizzazione del curricolo, all’organizzazione oraria, agli esiti degli studenti e ai risultati a distanza e consente, altresì, la ricerca rapida degli istituti di zona in base al proprio indirizzo di residenza.

Sempre su ‘Scuola in chiaro’ è possibile consultare il Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) che ciascun istituto dovrà aggiornare  e  pubblicare. Contiene informazioni preziose per la scelta delle famiglie. Il Piano è il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche e contiene la progettazione curriculare, extracurricolare,educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia.

Le novità

Due le novità rispetto allo scorso anno. La prima è che alla primaria dal prossimo anno l’educazione motoria sarà introdotta in quarta con due ore in più a settimana. Questo incremento orario non riguarderà il temo pieno, poiché le ore di educazione motoria rientrano nelle 40 ore settimanali.

La seconda novità riguarda l’attivazione da parte delle scuole di percorsi ordinamentali a indirizzo musicale che però dovrà essere autorizzata dall’Usr con relativa assegnazione dell’organico. All’atto dell’iscrizione si potrà esprimere l’opzione per tale percorso, ma l’accoglimento verrà comunicato successivamente.

Iscrizioni alle Scuole dell’Infanzia

Potranno essere iscritti i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile 2024.

Sarà possibile scegliere tra tempo normale (40 ore settimanali), ridotto (25 ore) o esteso fino a 50 ore. In base alle norme concordatarie tra Stato italiano e Santa Sede, nella scuola è prevista la possibilità di avvalersi della religione cattolica.

Iscrizioni Scuola Primaria

Sarà possibile iscrivere alle classi prime della scuola primaria i bambini che compiono 6 anni di età entro il 30 aprile 2024. In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare, all’atto dell’iscrizione, fino ad un massimo di altri due istituti.

All’atto dell’iscrizione, le famiglie esprimeranno le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può corrispondere a 24 ore, 27 ore (elevabili fino a 30) o 40ore (tempo pieno).

Iscrizioni Secondaria di I Grado

Nella scuola secondaria di primo grado, al momento dell’iscrizione, le famiglie esprimeranno la propria opzione rispetto all’orario settimanale, che può essere articolato su 30 ore oppure su 36 ore, elevabili fino a 40 ore (tempo prolungato). In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare, all’atto di iscrizione, fino a un massimo di altri due istituti.

Iscrizioni Secondaria di II Grado

Nella scuola secondaria di secondo grado, le famiglie effettueranno anche la scelta dell’indirizzo di studio, indicando l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare fino ad un massimo di altri due istituti.

Le opzioni per la Scuola Superiore

Non c’è dubbio che l’ansia però colpisce di più i genitori dei ragazzi che dovranno iscriversi alla scuola superiore

Dopo la riforma Gelmini, come si sa, gli indirizzi delle superiori si sono notevolmente snelliti. Sei indirizzi per chi sceglie il Liceo: Classico, Scientifico (con l’opzione scienze applicate e anche la sezione ad indirizzo sportivo), Linguistico, delle Scienze Umane (con l’opzione Economico sociale), Artistico (con sei opzioni) e Coreutico  e musicale.

Gli studenti che scelgono la formazione tecnica possono optare tra due indirizzi di studio: Istituto tecnico economico (suddiviso a sua volta in due indirizzi) e Istituto tecnico tecnologico, suddiviso in nove indirizzi.

Per la scuola professionale si può optare tra 11 indirizzi. Per quanto riguarda i licei musicali e coreutici l’iscrizione avviene solo con il superamento di una prova attitudinale. Quindi si consiglia ai genitori di capire cosa vuole fare il figlio e avere ben chiara la distinzione fra istituto tecnico, professionale e liceo.  (gl)

 

Disabilità, Legacoop Reggio: La Scuola non inizia per tutti nello stesso periodo

Mario Alberti, referente provinciale di Legacoop Reggio Calabria  si affianca alla denuncia dell’Associazione “Per noi e Dopo di Noi”, espressa dalla Presidente Daniela Zavaglia, per la mancata nomina degli assistenti educativi ed alla comunicazione per avviare l’anno scolastico per i bambini con disabilità.

«Siamo costretti a prendere atto, ancora una volta – ha dichiarato – che la scuola non inizia per tutti nello stesso periodo. Nonostante lo stanziamento da parte del Governo Centrale di somme specifiche che si aggiungono alle somme già programmate dai Comuni ed a quelle che ogni anno la Città Metropolitana destina allo stesso scopo, mancano gli assistenti educativi alla comunicazione».

«La nostra Organizzazione – ha aggiunto – intende ulteriormente appellarsi alle Amministrazioni comunali affinché consentano l’avvio dell’anno scolastico per i bambini con disabilità esattamente lo stesso giorno di avvio per tutti. Non esiste un bambino con disabilità, e tutto il resto della classe. Esistono soltanto bambini. E l’equità è un concetto pedagogico che attraverso queste manifeste sperequazioni viene a mancare come opportunità formativa per ogni gruppo classe».

«La presenza di un bambino con disabilità consente di catalizzare risorse positive in tutta la classe tendenti alla solidarietà, all’accoglienza, al superamento di ogni svantaggio funzionale – si legge ancora nella nota – Legacoop, sebbene sia una organizzazione datoriale di riferimento per il mondo della cooperazione, contiene come proprio principio costitutivo il perseguimento dell’interesse generale della comunità, indipendentemente dall’impatto lavorativo per i propri associati. A tal proposito, va doverosamente evidenziato che nei casi di affidamento all’esterno dei servizi di assistenza educativa, prendiamo le distanze dalle offerte al ribasso che alcuni Enti locali utilizzano per appaltare detti servizi».

«Il nostro riferimento  – ha rimarcato – sono esclusivamente le tabelle retributive del contratto collettivo delle cooperative sociali, e la retribuzione per i lavoratori è assolutamente incomprimibile. Va inoltre posto l’accento su un’altra criticità, ovvero i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione sia nei confronti degli Enti del Terzo Settore cui vengono affidati i servizi di assistenza educativa scolastica, che degli assistenti educativi contrattualizzati direttamente dai comuni».

«L’attesa media di un anno produce indisponibilità – ha proseguito Alberti – per come segnalato ai nostri punti territoriali, da parte degli assistenti a proseguire, in soluzione di continuità, il servizio scolastico per l’anno successivo, determinando un grave disagio alle famiglie. E questa reiterata situazione, legata anche alla mancata nomina degli insegnanti di sostegno, che ancora, in taluni casi, purtroppo si registra, crea una situazione di sperequazione e diseguaglianza non consona ad un Paese civile».

«Questi – ha concluso Alberti – sono i temi che la Politica deve affrontare, e che una buona Amministrazione deve superare. Ovvero il mancato riconoscimento di un diritto costituzionale e la differenza di opportunità tra bambini. Ed un fragile rispetto verso il lavoro sociale. Confidiamo quindi in una rimozione di ogni forma di diseguaglianza nell’immediato e dimostriamo disponibilità a sostenere ogni azione che possa consentire una risoluzione della problematica. Siamo al fianco delle famiglie». (rrc)

SCUOLA IN CALABRIA, SI DEVE FARE DI PIÙ
BASTA PROMESSE, SERVONO IMPEGNI SERI

di GUIDO LEONE – L’anno scolastico è ripartito in questi giorni e non c’è da stare allegri. 

La pandemia continua a condizionarci la vita e per la scuola nulla cambia. Tutto è rimasto come prima, gli stessi disagi, gli stessi problemi di prima. Niente impianti di aereazione, nessuna prospettiva di ridurre il numero di alunni per classe, inflazione alle stelle, situazione politica caotica, stipendi divorati dalle bollette senza prospettiva di adeguamento economico dignitoso. Intanto bisogna continuare ad assicurare il buon funzionamento della scuola, su uno scenario infuocato dalla guerra Ucraina- Russia dalle conseguenze devastanti per l’economia dei singoli e dello Stato.

Ma di quale scuola? 

Stanno provando a parlarne le forze politiche in questa deludente campagna elettorale in vista del rinnovo del Parlamento. Le promesse contenute nei programmi di partiti e movimenti sono numerose, molto impegnative tali da farle apparire un libro dei sogni. 

Se è vero come è vero che queste promesse evidenziano un peso finanziario non indifferente nell’ordine di  svariati miliardi di euro non compatibili con le note al  documento di economia e finanza presentato dal governo Draghi che prevede invece delle riduzioni nelle spese per l’istruzione.

La verità è che nessun partito punta sull’istruzione come motore dello sviluppo del paese ponendola al centro dell’agenda programmatica, però tutti li a far proposte per cui è molto probabile che queste resteranno soltanto delle enunciazioni.

Così come desta preoccupazione il fatto che tra i candidati dei vari schieramenti nella nostra regione nessuno si sofferma a considerare la condizione della scuola calabrese. Vai a sapere che cosa pensano i candidati della scuola, al di là delle parole d’ordine, della scuola viva, della storia della scuola e dei risultati che hanno prodotto trent’anni  e più di politiche scolastiche  condotte in modo bipartisan dai vari ministri.

La scuola di Reggio e della Calabria, intesa come strumento strategico di crescita del capitale umano in funzione dello sviluppo del territorio, non ha mai avuto complessivamente su di sé l’attenzione piena della rappresentanza politica. 

Il nostro sistema scolastico ci restituisce severi aspetti di criticità: una crisi nei risultati scolastici che si manifesta già nella scuola dell’obbligo e che fa prefigurare successivi scacchi formativi; il fenomeno dei debiti scolastici che indica un rapporto non positivo con gli apprendimenti scolastici; i dati più sconfortanti in materia di sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici; un forte turn-over nei comprensori decentrati:mobilità docente esasperata; la permanenza di squilibri territoriali con molti comuni tagliati fuori dall’offerta formativa extra-curricolari per mancanza di servizi, inadeguata integrazione tra sistema dell’istruzione e della formazione professionale; inesistente il dialogo tra mondo della scuola e delle imprese. 

E questo solo per citare alcuni aspetti senza pensare che la Calabria sta ancora pagando lo scotto di discutibili processi di dimensionamento che non hanno tenuto conto delle peculiarità territoriali, dei bisogni formativo/educativi di determinate aree a rischio della regione, non razionalizzando i processi di accorpamento delle singole scuole in termini di moderna consortilità intercomunale, come avviene per altro genere indispensabile di servizi alla comunità.

In conclusione, le prove invalsi del 2022 confermano l’arretramento ulteriore degli apprendimenti degli studenti calabresi a tutti i livelli rispetto al periodo pre-pandemia: è un problema grave, che rischia di compromettere il futuro di questa generazione. 

Alla preoccupazione suscitata dai test negli ultimi anni, però, non ha fatto seguito una seria azione di recupero a livello regionale. Si può solo sperare che questo ulteriore campanello di allarme sulla perdita degli apprendimenti causata dalla pandemia, che ha pesantemente aggravato una situazione già prima insoddisfacente, sia seriamente affrontata a livello di governo nazionale e regionale e dal mondo della scuola.

È sul territorio, dunque, che si misura la capacità della politica ad affrontare i nodi strutturali di un sistema scolastico come il nostro che manifesta altre criticità ormai consolidate che vanno dagli alti tassi di dispersione, all’analfabetismo primario e di ritorno, alla cultura della illegalità peraltro molto diffusa.

Ma, calandoci nel nostro territorio, quello che ci interessa sapere di più è cosa intendono fare i  candidati al Parlamento dei vari partiti per i prossimi cinque anni. Sapere cosa ne pensano del sistema scolastico e universitario ai fini dello sviluppo della nostra regione, quale scuola vogliono per le nuove generazioni.

E siccome abbiamo detto che su questo versante tutto tace suggeriamo noi alcune domande: quale scuola per le nuove generazioni? Come tornare a investire sulla scuola per renderla al passo con le sfide del XXI secolo e per il raggiungimento degli obiettivi comuni dell’Ue? 

Quale docente? Quali competenze, percorso di formazione, percorso di carriera? Quale stato giuridico? Quale riconoscimento economico? Quale rivalutazione sociale? Quali proposte per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche?

Esiste una questione meridionale sulla formazione? Esiste un ritardo nello sviluppo della nostra regione alimentato anche da inadeguate e lacunose  politiche educative?

Insomma, il futuro della nostra regione e del Paese passa per i banchi di scuola. È così difficile capirlo? (gl)

REGGIO – Inizio anno scolastico, la nota dell’assessore Lucia Anita Nucera

L’assessore all’Istruzione del Comune di Reggio, Lucia Anita Nucera, ha evidenziato come «con l’inizio dell’anno scolastico riprendono le attività quotidiane di tanti studenti. Un momento che segna un passo importante  nella vita dei ragazzi e dello loro famiglie, segnando un passaggio dall’estate alla ripresa dello studio».

«Un inizio che quest’anno sarà ancora più importante – ha aggiunto – perché dopo il periodo di pandemia si ritorna in classe -continua l’assessore-  con misure meno restrittive, ma pur sempre necessarie a salvaguardare la salute di tutti e soprattutto, si continua a lavorare in presenza per dare la giusta opportunità ai ragazzi di vivere esperienze, confronti, attività. Da quando ho assunto l’incarico di assessore all’istruzione ho sempre lavorato con il massimo impegno al fine di affrontare tutte le proprietà  che i dirigenti scolastici, ai quali ho chiesto sinergia, mi hanno illustrato per i singoli plessi (palestre, aule, riscaldamento, ecc.) Credo che con il lavoro di squadra si possa arrivare ad una concreta soluzione dei problemi, cercando di fare fronte alle carenze».
«Per questo – ha proseguito Lucia Anita Nucera – ho immediatamente predisposto diversi sopralluoghi negli istituti e poi, successivamente affrontato le necessità complessive al fine di arrivare all’inizio del nuovo anno in maniera adeguata a garantire a studenti e professori degli ambienti di studio e di socializzazione efficienti. Mi scuso, in ogni caso, se qualche intervento non è stato ancora ultimato, ma proseguiamo affinché tutto sia portato a termine il prima possibile. L’altro aspetto importante di cui da tempo continuo ad occuparmi è quello della dispersione scolastica affinché nessun ragazzo venga privato del fondamentale diritto all’istruzione».
«Da mamma e da insegnante – ha concluso l’assessore – auguro a tutti gli studenti un anno ricco di soddisfazioni nella convinzione che le nuove generazioni con le loro scelte rappresentino il futuro della nostra terra. Rivolgo un caloroso abbraccio anche ai docenti e ai dirigenti scolastici. Sono certa che porteranno avanti un lavoro delicato e complesso ma importante per tutta la comunità». (rrc)

Biondo (Uil): Istituzioni promuovano un’Alleanza per la scuola calabrese

Promuovere un’Alleanza per la Scuola Calabrese. È la richiesta del segretario generale della Uil, Santo Biondo, alla Regione, alla Giunta e al Consiglio regionale, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico.

«Un’Alleanza – ha aggiunto – che metta da parte il colore politico e le appartenenze e che abbia come obiettivo esclusivo la volontà di cambiare le cose, sapendo che nella scuola si costruisce il futuro dei nostri giovani e il presente delle nostre città. Una alleanza per la scuola calabrese, che dedichi una giornata a settimana per visitare tutte le scuole calabresi, partendo dalle aree interne».

«Un gruppo di lavoro, una Commissione regionale itinerante nelle scuole – ha detto ancora – per parlare con gli studenti, per ascoltare i dirigenti e la comunità educante, per verificare la condizione degli istituti scolastici calabresi, per esercitare la giusta sorveglianza sociale, rispetto ai cantieri che da qui a breve dovranno essere avviati, previsti dal Pnrr ma non solo dal Piano. Se la politica e le istituzioni calabresi vorranno raccogliere questa sfida e accogliere questa proposta, la Uil c’e!».

«Faccio gli auguri di buon anno scolastico – ha detto Biondo – agli studenti calabresi e auguri di buon inizio anno e di buon lavoro a tutta la Comunità educante della nostra regione: dirigenti scolastici, insegnanti e personale Ata che, in questi due anno e mezzo, hanno dovuto sopportare il peso maggiore di un sistema scolastico entrato in crisi, in parte per l’imprevedibilità dell’emergenza sanitaria ma anche per le criticità ancora irrisolte di un mondo della scuola che, negli ultimi 15 anni, è stato fortemente trascurato da tutti i governi».

«Nella nostra regione – ha proseguito il sindacalista – queste difficoltà hanno fortemente condizionato l’apprendimento dei nostri ragazzi, soprattutto nelle fasce più povere dei calabresi e, in conseguenza di questo, le percentuali sulla povertà educativa e sulla dispersione scolastica in Calabria si sono aggravate».

«Occorre intervenire, ognuno per la propria parte – ha concluso – mettendo al centro nella nostra regione la sfida educativa. In Calabria 60 mila alunni della scuola primaria statale (l’80%) non beneficiano di alcun servizio mensa. Nella nostra regione 65 mila alunni della scuola primaria (l’83%) non frequentano scuole dotate di una palestra. In Calabria solo il 24% degli alunni della scuola primaria usufruisce del tempo pieno». (rrm)

SUONA LA CAMPANELLA ANCHE IN CALABRIA
TRA LE CRITICITÀ, FIDUCIA PER IL FUTURO

di FRANCESCO RAO – Ci siamo. La campanella, questa mattina, segnerà l’avvio dell’Anno Scolastico 2022/2023 anche nelle scuole della nostra regione. Per gli studenti Calabresi, le rispettive famiglie, i docenti e in ogni singola Comunità quel suono segnerà il superamento di una fase che negli ultimi due anni ha letteralmente stravolto il nostro modo di vivere. Alla freddezza del tempo, quasi sempre scontata, vorrei aggiungere un elemento che caratterizza in bene questo momento: la bellezza e la vivacità dei colori che da sempre caratterizzano i nostri giovani i quali, grazie all’entusiasmo, riescono sempre ad unire nel loro agire anche la capacità di farci proiettare in avanti. Alla Comunità scolastica Calabrese tutta, dalle colonne del nostro quotidiano, giunga un affettuoso augurio di buon anno scolastico, con l’auspicio che possa essere un anno ricco di soddisfazioni e soprattutto foriero di risultati. 

Per ognuno di noi, l’emozione del primo giorno di scuola è un fatto particolarmente personale. Spesso, questi momenti, bisogna anche condividerli non soltanto tra coetanei ma anche con le giovani generazioni perché in esse risiedono le nostre identiche ansie e molte più aspettative di quelle che altre generazioni hanno vissuto lungo il corso della vita. 

Oggi, oltre alle emozioni, bisogna anche accostare la lungimiranza ai processi formativi per poter bene interpretare non il momento ma l’azione predittiva per il futuro.

 Nel tempo trascorso, quell’attenzione esercitata guardando di volta in volta la programmazione annuale non ha consentito al sistema che governa la pubblica istruzione di esercitare uno sguardo critico nel quale poter guardare il bicchiere mezzo pieno per considerarne la parte vuota quale opportunità da recuperare mettendola a sistema per superare la cronica condizione di asimmetria tra aspettative generazionali e riscontri reali riconducibili all’inserimento occupazionale. In quel tempo, i dati Invalsi e le varie pubblicazioni dell’Ocse hanno fornito numerose criticità, ponendo ciò all’attenzione dei decisori politici con l’intento di affrancare dalla marginalità occupazionale le giovani generazioni. Ancora oggi, nell’immaginare il suono della campanella, mi chiedo: riusciremo a contenere l’apertura della forbice che alimenta di fatto il divario Nord-Sud? 

Dalla recente pubblicazione di Save The Children, apprendiamo il preoccupante dato afferente alla dispersione scolastica pari al 12,7%, la crescita dei Neet, ossia giovani tra 15 e 29 anni che non studiano, non frequentano un corso di formazione professionale e non lavorano raggiunge il 23,1% e ben 382 minori in stato di povertà assoluta. Accanto a questi dati, sarebbe molto interessante poter sapere in Calabria qual è la percentuale delle madri tra 25 e 54 anni attualmente occupate con un contratto di lavoro a tempo indeterminato perché in quest’ultimo quesito risiedono moltissime risposte per il futuro dei nostri giovani. 

Il superamento delle povertà educativa dovrà essere uno tra gli obiettivi prioritari da inserire nell’agenda politica con il chiaro intento di poter avviare una revisione strutturale della complessa fase organizzativa nella quale sia possibile governare anche il turn over del personale scolastico, ragionando in funzione contingente per superare tutte quelle circostanze per le quali, come avvenuto nuovamente per questo anno scolastico, in Calabria ben 68 scuole non avranno un dirigente scolastico ma a tale ruolo è stato chiesto ad altri dirigenti scolastici di praticare la reggenza su più scuole. 

Naturalmente, per dovere di precisazione, il lavoro svolto da quest’ultimi va riconosciuto e profondamente apprezzato ma bisogna anche considerare lo smarrimento vissuto da migliaia di docenti i quali, avrebbero preferito avere accanto a loro una guida con la quale poter condividere la delicatissima funzione di apertura per abbracciare il tessuto socioeconomico esistente nelle varie realtà esistenti avviando processi di inclusione e collaborazione. 

La strada potrà anche essere ardua ma nessuno ci obbliga a non doverla percorrere. 

Un antico proverbio africano affermava: “per educare un bambino occorre la collaborazione dell’intero villaggio”. Noi calabresi dovremmo iniziare ad essere un solo villaggio e, in tale condizione, dovremmo iniziare a chiedere maggiori attenzioni e soprattutto rendere possibile il superamento di tutte quelle difficoltà che spesso hanno condannato moltissimi giovani a non poter studiare oppure costringerli a legare i loro sogni in una valigia per cercare altrove occupazione. 

Che l’inizio dell’Anno Scolastico possa essere per tutti un nuovo inizio. (fr)