L’OPINIONE / Maria Elena Senese: Sicurezza sui luoghi di lavoro è una materia delicata e complessa

di MARIA ELENA SENESE – La sicurezza sui luoghi di lavoro è una materia delicata e complessa. Per realizzare l’auspicato azzeramento delle morti bianche è necessaria la massima sinergia fra le istituzioni interessate. C’è bisogno che il Governo faccia la sua parte, accettando le proposto che il Sindacato ha avanzato in maniera unitaria.

Così come c’è bisogno che la Regione riconosca la necessità di un non più rinviabile potenziamento della pianta organica degli ispettori in forza alle Aziende sanitarie provinciali. Le Asp, infatti, svolgono un ruolo importante nel garantire il rispetto di queste normative, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori.

In collaborazione con l’Ispettorato del lavoro anche le Asp, in particolare con i servizi di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, possono condurre controlli, ispezioni e indagini sui luoghi di lavoro al fine di verificare il rispetto delle normative vigenti.

Procedere al potenziamento di queste strutture periferiche, come è facilmente intuibile, vorrebbe dire allargare la platea ci colo i quali possono verificare il corretto andamento di un cantiere, aumentare il numero delle ispezioni e limitare gli incidenti.

In questa materia, noi abbiamo le idee chiare e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa. Oggi vogliamo ribadirle.

È necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asp e proprio sugli ispettori delle Asp chiediamo alla Regione di potenziare gli organici attuali.

Riteniamo indispensabile procedere alla tracciabilità della formazione su piattaforma telematica per facilitare i compiti degli ispettori e porre un freno ai certificati falsi.

E’ necessario, infine, anche agire sulla prevenzione, e lo si può fare sensibilizzando Ance a facilitare le visite tecniche in cantiere, predisposte dai nostri Enti edili. Queste ultime consentirebbero all’imprenditore edile di avere a disposizione, gratuitamente, un tecnico che potrà coadiuvarlo nell’individuare eventuali situazioni di rischio e predisporre le relative misure di prevenzione e protezione utili a tutelare la sicurezza fisica dei propri dipendenti e a evitare eventuali sanzioni a suo carico nonché probabili infortuni. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]

Fenealuil e Fillea Cgil Calabria presentano lo sciopero per riaccendere i riflettori sulle morti sui luoghi di lavoro

Due ore di sciopero a fine turno per riaccendere i riflettori sull’importanza della sicurezza sul lavoro. È la proposta avanzata dai segretari generali di FenealUil Calabria, Maria Elena Senese e della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella Sala Conferenze della Uil Calabria a Lamezia, per fermare la «strage senza fine delle morti sui luoghi di lavoro».

Presenti anche i Segretari generali della Fiom Cgil calabrese, Umberto Calabrone e della Uilm Calabria, Antonio Laurendi.

«La sicurezza sul lavoro – ha ricordato Senese – è una responsabilità comune e oggi più che mai bisogna iniziare a dare alle cose il nome giusto: bisogna parlare di strage e non di tragedia e di omicidi e non di decessi».

«È fondamentale fare sinergia fra le istituzioni interessate – ha ribadito –. Noi abbiamo le idee chiare e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa. Partiamo dall’introduzione della patente a punti per le imprese previsto dal Decreto Legislativo 81/2008. E’ necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asl e proprio sugli ispettori delle Asl chiediamo alla Regione di potenziare gli organici attuali». 

«Riteniamo indispensabile – ha concluso Maria Elena Senese – l’inasprimento delle pene, la previsione del reato di omicidio sul lavoro e l’istituzione di una Procura nazionale dedicata. Ma anche procedere alla tracciabilità della formazione. È necessario anche agire sulla prevenzione, facendo progetti per visite specializzate in cantiere per sensibilizzare i tecnici preposti e contrastare il fenomeno del dumping contrattuale in edilizia». 

Per il Segretario generale della Fillea Cgil, Simone Celebre, «manca la volontà politica di intervenire con urgenza e determinazione aprendo un confronto serio con le organizzazioni sindacali. Ormai è provato che più lunga è la catena degli appalti più si risparmia sulla sicurezza e sul salario dei lavoratori: solo chi non è stato mai in un cantiere può affermare il contrario».

«L’ultimo subappaltatore dell’appaltatore principale, che ha contrattualizzato l’opera già con un forte ribasso per produrre un minimo di profitto – ha aggiunto – non potrà che tagliare sulla sicurezza, sui controlli e sul salario dei lavoratori, fino al vero e proprio sfruttamento».

«Abbiamo una carenza di organi ispettivi – ha chiarito Celebre – da primato negativo in Europa. Carenza che determina un sistema di controlli insufficiente e del tutto inefficace. Basti pensare che gli ispettori controllano in media un’azienda una volta ogni 14 anni. E in questo scenario si è calata la riforma del codice dei contratti voluta da Salvini, che ha introdotto la “ follia” del cosiddetto subappalto a cascata».

Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche i Segretari generali di Uilm e Fiom Calabria, che partecipano allo sciopero di due ore nei cantieri edili, in quei cantieri in cui, per l’effetto distorto del dumping contrattuale, sono sempre di più gli operai a cui viene applicato il contratto metalmeccanico piuttosto che quello edile.

«Oggi – ha detto Antonio Laurendi – è una giornata triste. Dovremmo parlare di rinnovi contrattuali, di miglioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori e, invece, ci troviamo costretti a parlare di morti sui luoghi di lavoro. La media di tre morti al giorno in Italia è il sintomo di qualcosa che non funziona e che ci obbliga a mettere in campo ogni strumento utile ad invertire la rotta».

«Oggi è fondamentale – ha ribadito – mettere in campo e far funzionare tutti quegli strumenti normativi che già esistono e potrebbero rendere più sicuro il mondo del lavoro».

«Oggi scioperano i metalmeccanici e gli edili – ha concluso Umberto Calabrone, segretario generale della Fiom Cgil Calabria – ma la sicurezza riguarda tutto il mondo del lavoro sempre più precario e senza diritti. Servono azioni forti che vedano il rafforzamento del sistema di controlli, il governo investa nella sicurezza, non servono “condoni” sulla sicurezza, basta con i subappalti a cascata. La sicurezza non è un costo ma un investimento per garantire il futuro ai lavoratori». (rcz)

L’OPINIONE / Graziella Secreti e Alessandra Baldari: Manca cultura della prevenzione e della legalità del lavoro

di GRAZIELLA SECRETI E ALESSANDRA BALDARI – Per garantire Salute e Sicurezza servono più risorse, più controlli e assunzioni che rafforzino e rendano davvero efficiente l’intero sistema pubblico di vigilanza sul quale invece incidono politiche di risparmio che ne indeboliscono la capacità di intervento.

Le morti sul lavoro non sono disgrazie, ma sono la grave responsabilità di un sistema lavoro che spinge le imprese a competere sull’abbattimento dei costi e sul continuo ribasso e non sulla qualità dell’opera e la sicurezza sul lavoro.

Soprattutto nei grandi cantieri, l’esigenza di massimizzare i profitti è perseguita con lo spezzettamento dell’opera in una miriade di subappalti che consentono l’ingresso di aziende che, per avere margini di profitto, annullano i costi sulla sicurezza e spesso si avvalgono di personale non assunto, non formato, non addestrato o inquadrato in modo difforme da quanto previsto dai Ccnl.

Non c’è un’adeguata valutazione della idoneità tecnico professionale dell’azienda affidataria, cui ci si rivolge non perché specializza ma perché economica, a basso costo e quindi a grave rischio infortunio. La mancata formazione, il ritmo incalzante degli orari di lavoro, il mancato rispetto dei contratti, i dispositivi di protezione inadeguati sono ciò su cui si risparmia per essere competitivi.

Servirebbe invece un sistema di competizione sulla qualità, con forme di incentivazione e premialità delle aziende che rispettano gli standard di sicurezza e la radicale espulsione dal mercato di quelle che invece ricorrono all’elusione della normativa in materia. E quindi serve una politica che metta al centro la qualità dell’opera e del lavoro e che investa risorse economiche su formazione pubblica, ammodernamento dei siti produttivi a rischio, sicurezza sul lavoro e sistema di vigilanza efficienti e in grado di incidere realmente sulla prevenzione degli infortuni. E invece sulla vigilanza non si investe. Le difficoltà in cui operano gli organi di vigilanza sono l’esatta misura dello scarso valore che si dà al lavoro sicuro in Italia.

Gli ispettori del lavoro hanno dovuto scioperare per ben tre volte per vedersi riconosciuta la perequazione retributiva; nonostante i concorsi attivati dal precedente Ministro del lavoro Orlando, soffrono ancora di gravissime carenze di organico pari ad almeno 1000 unità, date le alte rinunce per inadeguatezza delle retribuzioni. Circa 4000 ispettori devono controllare oltre 4 milioni di imprese, evadere denunce, deleghe di indagine ed espletare incombenze interne.

L’Ispettorato nazionale del lavoro è nato con una riforma a costo zero, su cui non si sono mai investiti fondi per dotarlo di risorse e strumenti adeguati al compito; mancano vigilanze coordinate con gli altri enti, banche dati accessibili che consentano di intercettare subito i siti a rischio; manca formazione, risorse, mezzi investigativi e forme di controllo preventivo che rendano effettivamente incisiva la vigilanza laddove si annida il rischio.

Manca la cultura della prevenzione e della legalità del lavoro. La pluralità di contratti atipici e precari, il lavoro povero, la contrattazione pirata sono elementi che hanno destrutturato la dignità del lavoro e che hanno indebolito anche le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il numero degli infortuni, dati al netto delle malattie professionali e degli incidenti non conteggiati nelle statistiche, sono allarmanti in tutta Italia e ancor più in Calabria, dove la condizione di precarietà lavorativa è ancora più intensa e la mancanza dei presidi di legalità determinano impatti devastanti sulle fragilità di questo territorio, già devastato nei suoli servizi pubblici essenziali. (gs e ab)

[Graziella Secreti e Alessandra Baldari sono rispettivamente coordinatrice Fp Cgil Calabria Ispettorato del Lavoro e segretaria generale Fp Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune

di MARIA ELENA SENESE – In merito a quanto è successo in Toscana e, a distanza di poche ore, a Castrovillari sentiamo parlare di tragedia e di decessi, ma oggi più che mai bisogna iniziare a dare alle cose il nome giusto: bisogna parlare di strage e non di tragedia e di omicidi e non di decessi. Si tratta di una differenza sostanziale! E non solo di semantica.

La strage di Firenze è la conferma di ciò che come Uil diciamo da anni, ma che il Governo continua a non voler ascoltare.

I cantieri edili si realizzano grazie a una serie di subappalti che rispondono solo a logiche di produzioni serrate e di grandi profitti.

Più vi è distribuzione del lavoro in tante piccole imprese, infatti, più si annida il lavoro sommerso, più c’è spazio al dumping contrattuale e maggiore è il risparmio proprio sui costi della sicurezza.

La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune. Serve l’impegno di tutti gli attori interessati, va migliorato il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Asl, Inail, Itl, Inps, Rlst.

Questi devono saper parlare fra di loro, incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Solo così, tutti insieme possiamo raggiungere l’obiettivo di Zero morti sul lavoro!

Noi abbiamo le idee chiare in questa materia e le nostre proposte le abbiamo già messe nero su bianco e girate a chi ci governa.

Partiamo dall’introduzione della Patente a punti previsto dal Decreto Legislativo 81/2008 e, poi, fermatosi per strada per la mancanza del decreto attuativo. Bisogna premiare le imprese più serie e virtuose e sanzionare, anche nell’accesso agli appalti pubblici e alle agevolazioni, chi è stato condannato per infortuni sul lavoro.

È necessario, poi, rafforzare gli organi ispettivi ma occorre un ispettore dedicato al settore edile; così come è fondamentale la condivisione di una Banca dati delle notifiche preliminari tra Cassa edile, Ispettorato e Asl.

Riteniamo, ancora, indispensabile procedere alla tracciabilità della formazione. In questo senso, occorrerebbe rendere operativo un portale della formazione in modo che l’attestato possa essere caricato online.

È necessario anche agire sulla prevenzione, facendo progetti per visite specializzate in cantiere per sensibilizzare i tecnici preposti e contrastare il fenomeno del dumping contrattuale in edilizia, argomento quest’ultimo che oggi possiamo perseguire con più facilità attraverso la congruità.

Alla Regione Calabria, poi, chiamiamo di istituire un Osservatorio regionale sulla sicurezza che coinvolga: Enti bilaterali, Inail, Asp e Ispettorato del lavoro e con esso occorre prevedere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio continuo

Occorre, anche, rendere obbligatorio sin dalla fabbricazione l’uso di tecnologie e sensorialistica, coordinate tra loro digitalmente, specifica per i macchinari e mezzi di cantiere, con il fermo automatico dei mezzi in caso di rischio.

Il rinnovo del contratto punta a qualificare il settore, attraverso una valorizzazione dei lavoratori e, quindi, delle stesse imprese. La sfida delle qualità e dell’innovazione può essere vinta unicamente attraverso la formazione e la sicurezza.

Non può esserci una vera ripresa senza una decisa inversione di rotta degli incidenti sul lavoro.

La collaborazione tra tutti i soggetti che ruotano intorno al settore edile è essenziale se si vuole porre fine a questa strage di esseri umani.

Bisogna rafforzare, infine, l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per i lavoratori. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Fenealuil Calabria]

La Uil Calabria presenta “La tua sicurezza non è uno yoyo”

Una nuova campagna della Uil contro i rischi che si possono correre sul posto del lavoro. La campagna “La tua sicurezza non è uno yoyo – Dopo un infortunio non si può tornare indietro”, dal 22 al 26 gennaio prossimo venturo, approderà presso la sede della Uil Calabria di piazza Matteotti 6 a Catanzaro.

Per presentare l’iniziativa, alle ore 10.30 del 22 gennaio 2024, si terrà un punto stampa cui prenderanno parte il segretario confederale della Uil, Santo Biondo; il coordinatore regionale della Uil Artigianato, Benedetto Cassala; il presidente dell’Ebac Calabria, Paolo D’Errico; il vice presidente dell’Ebac Calabria, Luigi Veraldi e il presidente di Opra Calabria, Michele Gigliotti.

In questa occasione, anche grazie alla presenza di un gazebo che ospiterà gli Rlst ed Rsb dell’artigianato saranno sperimentati “I laboratori giovanili per un welfare di successo nell’artigianato” dove gli studenti delle scuole superiori, prossimi alla vita lavorativa, potranno conoscere il mondo della bilateralità artigiana e avranno anche l’occasione di offrire una loro idea di sviluppo della cultura sicurezza nei luoghi di lavoro.

Gli Rlst della Uil artigianato somministreranno un primo questionario che consentirà agli studenti di esprimere le loro idee sulle prestazioni di welfare, al termine della compilazione verrà regalato loro uno yoyo (che richiama l’iniziativa).

Mentre un secondo questionario sarà consegnato ad ogni studente che avrà qualche giorno di tempo per esprimere, attraverso la compilazione, una propria idea utile a divulgare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.

All’esito tutte le idee saranno valutate da una commissione composta da un delegato Uil, uno Ebac, unitamente ad un delegato degli Rlst che ha distribuito i questionari. L’idea vincente sarà premiata con un monopattino elettrico Xiaomi. (rcz)

Sicurezza sul lavoro, siglata intesa fra Confindustria Cosenza, Ance Cosenza e Asp

Un innovativo protocollo teso ad avviare forme di collaborazione finalizzate ad intensificare le iniziative e le attività per l’innalzamento degli standard relativi alla tutela della salute e sicurezza nel lavoro.

È stato sottoscritto, presso la sede degli Industriali Cosentini da Giovan Battista Perciaccante, presidente di Confindustria Cosenza, Giuseppe Galiano, presidente f.f. di Ance Cosenza e Maria Teresa Marrapodi, direttore ufficio Spisal (Prevenzione Igiene, Sicurezza, Ambienti di Lavoro) dell’Asp di Cosenza.

Obiettivo dell’intesa è attuare iniziative divulgative, informative e formative che possano portare alla concreta realizzazione dei cosiddetti Piani Mirati di Prevenzione. Si tratta di un percorso, il primo in Calabria, che si inserisce nell’ambito degli obiettivi del Piano Regionale di Prevenzione 2020/2025, definito a livello regionale d’intesa con il Dipartimento Salute competente.

«Attraverso il protocollo – sottolinea il presidente Perciaccante – si intendono sviluppare forme di interscambio attivo utili a conseguire un efficace sviluppo di attività ed iniziative nell’ambito dei reciproci scopi formativi ed informativi».

«L’obiettivo – prosegue il presidente facente funzioni di Ance Cosenza Galiano – è quello di rafforzare i processi di concertazione interistituzionale ricercando ed ottimizzando partnership con gli attori pubblici impegnati quotidianamente nel comparto della sicurezza sul lavoro».

Soddisfazione è stata espressa dal direttore dello Spisal dell’Asp di Cosenza, Maria Teresa Marrapodi che evidenzia come «con la sottoscrizione di questo protocollo, prima iniziativa del suo genere sul territorio, si svilupperanno attività divulgative e formative in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nei confronti delle aziende e dei lavoratori, anche attraverso un progressivo coinvolgimento del sistema della bilateralità e di altri soggetti istituzionali, rivolgendosi innanzitutto a quelle figure centrali nell’ambito dei processi relativi alla sicurezza sul lavoro, quali, ad esempio, quella del preposto».

Le parti si attiveranno, in maniera sinergica, per la concreta realizzazione di tutte quelle progettualità tese a favorire lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze dei lavoratori e delle imprese nel sistema produttivo e della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le prime iniziative congiunte saranno poste in essere già nelle prossime settimane. (rcs)

Sicurezza sul lavoro, Fillea Cgil Calabria: Scelta allarmante tagliare ore di formazione

Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria, ha definito «allarmante» la scelta del Governo di tagliare le ore di formazione sulla sicurezza e sulla salute.

«I 559 morti sul lavoro – ha spiegato Celebre – registrati nei primi sette mesi del 2023 e 1090, in media tre a giorno, comprese le domeniche, Natale, Pasqua e tutte le alte festività, registrati nel 2022, sembra che non abbiano insegnato nulla», dato che il Governo Meloni ha realizzato «una bozza di provvedimento che, oltre al taglio delle ore di formazione per i settori ad alto rischio e medio rischio – ha aggiunto – permette a enti, con scarsa o nessuna esperienza, di poter gestire ed erogare la formazione. Novità che, se confermate avrebbero dell’incredibile».

«Secondo la bozza che è stata anticipata in questi giorni – ha proseguito – infatti, le ore di formazione dovrebbero essere dieci (10) per tutti i lavoratori. Quindi, oltre alle quattro ore base ci saranno altre sei ore per tutti senza differenziare tra settori a rischio basso, medio e alto».

«Oggi, invece, sono previste, oltre alle quattro ore base – ha detto ancora –, quattro ore per i settori a basso rischio, otto per quelli a rischio medio e 12 per quelli a rischio alto. Per il settore ad alto rischio il numero totale delle ore di formazione rischia di scendere, quindi, da 16 a 10 e per quelli a rischio medio da 12 a 10 mentre per quelli a rischio basso si avrebbe un aumento da otto a 10. La bozza predisposta dal ministro Calderone prevede, altresì, criteri più facili per l’accreditamento degli enti che possono erogare la formazione, non tenendo per niente conto dell’esperienza maturata sul campo. Pure incomprensibile è che, nella bozza, si ignori la necessità della formazione per conoscere e tutelarsi dai forti rischi per salute e sicurezza legati al caldo eccessivo e ai mutamenti climatici».

«E come si può, dopo la strage di Brandizzo – ha continuato – prevedere che il modulo specifico “Cantiere”,pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili, riguardi solo l’impresa affidataria e non l’impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito, o si va finta di non capire, che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro».

«La bozza “Calderone”, per noi della Fillea – è stato sottolineato dal segretario – è un vero attacco alla già debole sicurezza sui luoghi di lavoro. Invece di pensare al potenziamento della formazione dei lavoratori in tema di sicurezza, all’istituzione della “patente a punti” per le imprese che rispettano le norme sulla sicurezza o all’ “omicidio colposo” per le morti nei cantieri, il governo Meloni e il suo ministro al Lavoro Calderone pensa alla riduzione delle ore da dedicare alla formazione e come allargare il perimetro degli enti di formazione senza tenere conto della loro reale esperienza».

«La causa degli incidenti sul lavoro – ha continuato – è anche frutto di una giustizia penale che in tema di sicurezza sul lavoro non fa più paura a nessuno, perché quei processi per omicidio colposo o lesioni personali colpose finiscono con la prescrizione».

«Come Fillea Cgil Calabria – ha ribadito – intendiamo richiamare l’attenzione degli organi preposti anche sulla delicata questione dell’orario di lavoro e del continuo e illegale ricorso allo straordinario, anche questo è sicurezza. Temi sui quali come Fillea abbiamo già fatto numerose denunce e segnalazioni agli organi abilitati. Il contratto nazionale prevede al massimo otto ore più due di straordinario al giorno con un riposo di almeno 12 ore e un massimale annuale di ore di straordinario fissato a 250 ore. Ci sono lavoratori che ci parlano di 200 ore lavorate al mese. Per aggirare le norme e pagare meno tasse, le aziende inseriscono in busta paga strane voci come trasferta Italia o vari extra che permettono loro di non assumere altro personale, risparmiando ulteriormente sul costo del lavoro».

«Ma in questo modo i lavoratori sono spremuti al massimo su cantieri pericolosi. Ed anche per questi motivi e non solo, in questi giorni, siamo impegnati nell’organizzazione in tutti i luoghi di lavoro assemblee in vista della manifestazione nazionale “La via Maestra” del prossimo  7 ottobre a Roma, in piazza San Giovanni, per il lavoro sicuro – ha concluso – per una sanità uguale per tutti, per un paese che non sia divisibile in tanti piccoli Stati, per l’introduzione del salario minimo orario e per difendere la Costituzione dagli attacchi che mirano a indebolirne la struttura sui principi cardine, quali l’uguaglianza e parità di diritti tra cittadini». (rcz)

Senese (Fenealuil): Sicurezza sul lavoro deve trovare spazio nell’agenda del governo

«La sicurezza sui luoghi di lavoro deve trovare un posto di primo piano nell’agenda politica nazionale». È quanto ha ribadito la segretaria generale di Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, sottolineando come «le sottovalutazioni degli anni passati hanno portato come conseguenza diretta l’esponenziale crescita dei casi di infortunio e o di morte nei cantieri in Calabria così come nel resto del Paese».

«Davanti a questa emergenza nazionale, tenendo nella giusta considerazione la campagna Zero morti sul lavoro che la Uil ha avviato quando nessuno sembrava accorgersi della strage silenziosa che si stava registrando nel mondo del lavoro – ha proseguito – siamo convinti che la richiesta di istituzione di una procura nazionale, avanzata dal Segretario generale Pierpaolo Bombardieri, possa essere il primo punto di una rinnova strategia di contrasto messa in atto dallo Stato».

«Accanto a questo provvedimento, poi – ha aggiunto –, sarebbe necessario pensare, in virtù delle nuove assunzioni promesse per il rafforzamento dell’Ispettorato del lavoro, pensare alla formalizzazione di una figura di ispettore dedicato al settore edile che, in questi anni, è quello che ha registrato il maggior numero di vittime».

«Sarebbe, inoltre – ha detto ancora – necessario procedere all’esclusione delle ditte che non rispettano le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro o quelle nei cui cantieri si sono registrati incidenti, nelle more che la giustizia compia i propri passi, dagli appalti pubblici».

«Un altro tassello di questa strategia di contrasto – ha spiegato – dovrebbe essere quella di mettere a sistema le risorse disponibili dell’Inali. Fondi che, purtroppo, ogni anno vengono riassorbiti dalle casse dello stato e che, invece, andrebbero reinvestite su programmi di formazione e prevenzione».

«Bisognerebbe sviluppare un sistema di consulenza alle imprese – ha suggerito – assegnando all’Inail – che possiede anche risorse dedicate a questo scopo – il compito di gestirlo in stretta correlazione con gli organismi paritetici».

«Va maggiormente finanziata e sviluppata, poi – ha detto ancora – la ricerca di qualità dellIstituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro e per farlo appare necessario indirizzare fondi specifici e incrementare il personale a ciò dedicato. Per far tutto ciò bisogna rendere effettivamente impiegabili le somme a disposizione dell’Inail, assegnando all’istituto autonomia organizzativa e gestionale».

«L obiettivo Zero morti sul lavoro non è unutopia – ha concluso –. È un dovere. È un dovere non soltanto delle imprese, è un dovere della pubblica amministrazione, degli organi di vigilanza, della legge. E’ un dovere di tutti gli organi pubblici e privati». (rcz)

Sposato (Cgil Calabria): Governo intervenga con norme immediate per sicurezza sul lavoro

«Il Governo, anziché ridurre le tutele sulla sicurezza, deve intervenire con norme immediate ed incisive». È quanto ha dichiarato il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, a seguito dell’ennesima morte sul lavoro a Lamezia.

« Non basta più solo il cordoglio – ha ribadito – non bastano più i comunicati. Le morti sul lavoro non sono solo fatalità, ma hanno anche delle responsabilità, da accertare certo, ma è un dato di fatto che partendo il più delle volte dallo stato di bisogno delle persone, taluni speculano sulla sicurezza, rendendosi responsabili della vita delle lavoratrici e lavoratori, e in Paese civile tutto ciò è intollerabile».

«Questo non è modo di fare impresa – ha evidenziato – mettere in pericolo i lavoratori per il profitto significa farlo in piena consapevolezza. Serve un’azione radicale non solo dell’ispettorato del lavoro ma anche di tutte le forze dell’ordine perché quando si mette così in pericolo la vita delle persone è un problema anche di sicurezza pubblica».

«Chiederemo a tutte le prefetture calabresi – ha annunciato – di allertare le procure per un’azione a tappeto sui temi della sicurezza e della salute in Calabria. Ed anche il sistema imprenditoriale calabrese, a tutti i livelli, è necessario prenda le misure idonee per fermare questa spirale di infortuni mortali che negli ultimi mesi è fuori controllo.

Si è creata una cultura del liberi tutti che mette a repentaglio la vita delle persone e questo è molto grave». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil scrivono a Mattarella per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Di MAURIZIO LANDINI, LUIGI SBARRA E PIERPAOLO BOMBARDIERI – Illustre Presidente, La ringraziamo, innanzitutto, per tutta l’attenzione che ha dedicato negli anni e che continua a dedicare ai temi del lavoro e soprattutto al dramma delle morti sul lavoro.

Gli ultimi episodi sono solo l’ennesimo segnale del dramma che migliaia di lavoratrici e lavoratori, migliaia di famiglie hanno vissuto negli ultimi anni. Le continue morti, l’incremento degli infortuni e di malattie professionali non sono numeri: ci consegnano la dura realtà di un Paese che non riesce a fare fino in fondo i conti con la cultura della prevenzione, con la garanzia della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro.

Non si tratta solo di un problema culturale, c’è una logica di mercato spietata che considera la sicurezza un costo e non un investimento, incrementa sempre di più i ritmi di lavoro, la rapidità degli interventi, in uno scambio in cui il lavoro e la vita delle persone continuano ad essere l’agnello sacrificale.

Su queste tematiche abbiamo predisposto e presentato al Governo una specifica Piattaforma unitaria senza aver ricevuto adeguate risposte. È il momento di un’azione straordinaria corale per raggiungere l’obiettivo di zero morti sul lavoro.

Ma richiediamo un’attenzione straordinaria a tutte le Istituzioni attraverso tutte le leve di promozione della prevenzione e di controllo, al legislatore affinché presti più attenzione agli effetti di provvedimenti che sacrificano le regole in favore della semplificazione, al mondo imprenditoriale affinché si unisca in questa battaglia per la salute e sicurezza isolando quelle imprese che non garantiscono il rispetto della normativa.
Caro Presidente, ci rivolgiamo a Lei per condividere le preoccupazioni e illustrarLe le nostre proposte al fine di realizzare gli obiettivi che da tempo vogliamo raggiungere con lo scopo di ottenere la piena applicazione della nostra Costituzione. (ml, ls,pb)

[Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sono rispettivamente segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil]