AREE INTERNE: LA CALABRIA SCOMMETTA
SU BORGHI E PERIFERIE PER LA RIPARTENZA

di GIANLUCA SUCCURRO e DOMENICO MAZZA – Spesso ci concentriamo ad immaginare possibilità di sviluppo che riverberino migliorie ai principali contesti urbani della Regione. Vuoi perché queste sono sedi principali del dibattito politico, vuoi le sfide economico-finanziare che nei prossimi anni le vedranno protagoniste, resta il fatto che le Aree Interne, spesso, passano un po’ in sordina.

Eppure, basterebbe solo aprire una qualunque carta geografica per rendersi conto che quel vasto ambito compreso tra le valli del Neto e del Trionto e di rimpetto, vicendevolmente, allargato alle propaggini vallivo-rivierasche del Tacina e del Crati è la più grande Area Interna della Regione e fra le più estese del Meridione insieme ad alcuni contesti interni dell’Irpinia e del Cilento.

Un territorio, quello pedemontano jonico, che è stato, volutamente, tenuto ai margini dalla politica. Quest’ultima, ossequiosa a dinamiche ed equilibri centralisti, ha preferito investire in altri ambiti, ingrassandoli ed ingessandoli all’inverosimile. E come contropartita le aree rurali della Sila Greca, del Marchesato e del Pollino di levante, sono state abbandonate ad un destino triste e scarno di possibilità di crescita.

Riteniamo sia operazione non più differibile rilanciare quest’ambito. E per farlo, giocoforza, bisognerà ripartire dalle due principali Comunità che su quest’area insistono: Acri e San Giovanni in Fiore. Invero va annotata, nei succitati Comuni, un’iniezione di fiducia posta di recente. Entrambi sono risultati beneficiari di 5 milioni di euro cadauno nell’ambito dei fondi per la rigenerazione urbana. Nei casi di specie la popolazione superiore ai 15mila abitanti ha fatto sì che queste Comunità potessero concorrere al riconoscimento del finanziamento per ovvi motivi legati ai rispettivi tetti demografici.

Escluse però le esperienze della città dell’Abate Gioacchino e di Sant’Angelo, le altre Comunità rappresentano un insieme di piccoli Paesi ad elevato IVSM (Indice di vulnerabilità sociale e materiale), dove solo in casi sporadici si superano i 5000 residenti. Comunità, ormai, vissute, per lo più, da popolazione anziana e private di ogni tipologia di servizio. In taluni casi, anche quelli più basilari.

Rilanciare politiche di inclusione e coesione, basate su principi di sussidiarietà che siano forieri di migliorie sociali, rivitalizzerebbe tali contesti. Per farlo sarà necessario far ripartire i servizi di base a cominciare da una rinnovata visione della sanità territoriale, accompagnata da un rimpinguo della sanità ospedaliera nei due presidi di montagna presenti.

Ed ancora preparando il campo ad uno sviluppo economico, produttivo, imprenditoriale turistico e culturale, foraggiato da una revisione e messa in sicurezza dei sistemi infrastrutturali comuni.

Senza dimenticare che un rinnovato processo di crescita dell’entroterra jonico, fedele ai dettami del new green deal, riverbererebbe benessere e crescita anche ai principali ambiti urbani rivieraschi a cui le Comunità, montane e pedemontane, fanno riferimento per i relativi servizi comprensoriali.

Registriamo, comunque, una nota positiva su quelle Municipalità poste sulle sponde del tratto terminale del Neto. Queste, con lungimiranza amministrativa, hanno iniziato a pianificare un percorso comune al fine di poter concorrere, entro la fine del prossimo mese, ad uno spin-off del bando sulla rigenerazione urbana, pensato su basi di aggregazioni demografiche. Così come plaudiamo all’operazione della unione di Comuni a cui si è proceduto poco tempo fa sul territorio del Pollino di levante. E, sempre sullo stesso ambito, alla recente e sinergica proposizione di un CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) che, senza frammentare le forze in progetti singoli e non correlati, ha amalgamato una linea di pensiero tra più Enti ad una progettualità comune ed inclusiva.

D’altronde, le sfide del Pnrr, ci inducono a pensare che una rivisitazione degli attuali apparati amministrativi della Regione, giocoforza, dovrà essere attuata rivedendo la geografia politica e favorendo unioni, fusioni, contratti di fiume, ambiti ottimali, aree Vaste e Metropolitane che rappresentino, anche, il superamento degli attuali, scriteriati, confini amministrativi provinciali.

Operazioni di tale portata, contrariamente a quanto qualche mente deviata possa pensare, non limitano la partecipazione dei Cittadini alla vita democratica delle Comunità. Piuttosto adeguano ai dettami contemporanei una società ed un tessuto urbano e rurale da svecchiare e modernizzare in chiave sostenibile.

Invitiamo, quindi, a rivedere, revisionare, rettificare le azioni e le politiche impostate negli ultimi 30 anni.

E questo dovrebbe essere, per gli Amministratori jonici, un imperativo!

Solo così si potrà evitare che, da qui ai prossimi 20anni, le Aree Interne dell’Arco Jonico possano rappresentare la cartina di tornasole di un territorio isolato ed abbandonato. Evitando, ordunque, che queste si con figurino, nella loro quasi totale interezza, come grandi scenari fantasma dal quale i Cittadini continueranno a scappare via, a gambe levate, per l’assoluta carenza di servizi.

Invertiamo il paradigma che, ad oggi, ha rappresentato le linee di indirizzo con cui l’entroterra è stato guidato.

Del resto, se non ora, quando? (gnu-dm)

TURISMO, TERRITORIO E TIPICITÀ: PARTE
IL DISTRETTO PER LA VALORIZZAZIONE

di ANTONIETTA M. STRATI – In Calabria non ci sono solo i Distretti del Cibo, ma anche quelli Turistici, fondamentali per rilanciare il settore turistico, fiore all’occhiello della nostra regione. La nascita del Distretto Turistico dell’Altopiano della Sila, il primo in Calabria, lancia un segnale fondamentale: che serve sinergia e cooperazione per permettere a un settore tanto importante quanto fondamentale per il rilancio e lo sviluppo del territorio.

Uno strumento, quello del Distretto Turistico, che è stato istituito nel 2017 e che ha registrato fin da subito l’adesione dell’Ente Parco Nazionale della Sila e che ha trovato il suo “battesimo” nella chiusura della terza edizione degli incontri sul turismo montano sostenibile promossi da Destinazione Sila, con 28 Comuni che ricadono nel territorio della Sila che hanno aderito – otto di questi devono concludere l’iter amministrativo – al progetto promosso e coordinato dal Gal Sila Sviluppo.

La nascita del primo distretto turistico – che vede tra i soci fondatori, in percentuale maggiore, anche numerosi soci privati tra Associazioni di categoria, reti di imprese, Pro Loco e Associazioni Turistiche – è avvenuta alla presenza del segretario comunale di Casali del Manco, Pietro Manna e, la costituzione dell’Associazione di gestione lo rende operativo.

«Negli anni passati è mancata una programmazione turistica integrata e condivisa –– ha evidenziato Daniele Donnici, presidente di Destinazione Sila –. È stata data priorità alla realizzazione di infrastrutture e investimenti materiali. Il turismo, invece, richiede ben altro. Occorre una consapevolezza dell’accoglienza che parta dai residenti, passi per gli operatori turistici e tutti i corpi intermedi e arrivi fino alle amministrazioni pubbliche».

«Servono competenze più evolute e aggiornate nella narrazione e nella digitalizzazione, fino ad arrivare alla promo-commercializzazione. Non è sufficiente – ha concluso Donnici – avere un buon prodotto se non abbiamo ben chiaro quali sono i nostri mercati di riferimento. Occorre un forte coordinamento, una cabina di regia per mettere in comune energie e risorse per una piena valorizzazione dell’enorme potenziale turistico, evitando la frammentazione e la dispersione che, finora, hanno relegato la Sila in una condizione di marginalità rispetto ai flussi turistici nazionali e internazionali».     

«Vogliamo dotare questo territorio di uno strumento capace di programmare dal basso – ha commentato Candalise, presidente del Gal Sila Sviluppo che ha promosso e coordinato il progetto –. Dopo la prima fase in cui i sindaci hanno svolto un ruolo importante, specie per quanto riguarda la perimetrazione del territorio del Distretto turistico, si apre una seconda fase caratterizzata dal coinvolgimento dei soggetti privati». 

Francesco De Vuono, direttore del Gal Sila Sviluppo, ha rimarcato l’importanza della concertazione: «Lo stare insieme – ha detto – è l’unica via che porta allo sviluppo. Rispetto ai soci fondatori di oggi, in futuro potranno esserci anche altre nuove adesioni».

«Abbiamo da subito condiviso questo progetto perché lo consideriamo un altro strumento importante per il territorio. Uno strumento che si aggiunge alla Cets, la Carta europea per il turismo sostenibile e alla Zea, la zona economica ambientale» ha dichiarato il direttore del Parco, Domenico Cerminara.

Il vicesindaco di San Giovanni in Fiore, Daniela Astorino, ha chiarito che «con la sottoscrizione dell’atto costitutivo, si avvia un percorso all’interno del quale ognuno di noi dovrà fare la propria parte».

Di giornata storica per l’Altopiano della Sila ha invece parlato il sindaco del Comune di Casali del Manco, Stanislao Martire. «La nostra presenza qui dimostra che siamo stati bravi a mettere da parte vecchie gelosie e diffidenze. Abbiamo capito che da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme possiamo diventare grandi. Non partiamo da zero – ha aggiunto il sindaco Martire – dobbiamo semplicemente cambiare mentalità e pensare in positivo, in modo da rendere attrattivo questo territorio».

Entro fine gennaio, si terrà l’assemblea dei soci fondatori per la definizione della governance e della struttura tecnica che avvierà le attività di animazione territoriale e di programmazione.

Ma non è solo il territorio della Sila a essersi mosso per l’istituzione del Distretto del Turismo: a Lamezia Terme, nei giorni scorsi, è stato sottoscritto tra il Comune di Lamezia e l’Asp Riviera dei Tramonti il protocollo d’intesa per la costituzione del Distretto Turistico Regionale “Riviera dei Tramonti”, che ha individuato la città, guidata dal sindaco Paolo Mascaro, come capofila.

Il protocollo d’intesa vede coinvolti il Comune di Lamezia, come soggetto capofila, e i Comuni di Curinga, Falerna, Gizzeria, Maida, Jacurso, Motta S. Lucia, Nocera Terinese, Pianopoli, Platania, San Mango d’Aquino, Serrastretta, San Pietro a Maida.

Il primo cittadino, infatti, ha spiegato che tramite questo Distretto «realizzata una pianificazione territoriale di ordine sovracomunale e saranno perseguiti obiettivi per una crescita volta alla valorizzazione del territorio, allo sviluppo del turismo e del commercio».

«La costituzione del Distretto Turistico Regionale assume un rilievo strategico per contribuire allo sviluppo del sistema economico locale, attraverso il trasversale settore del turismo e del relativo indotto dell’area tirrenica catanzarese. Lavorare in una logica di rete permette di predisporre progetti integrati, anche al fine di intercettare risorse comunitarie e di cogliere le  opportunità offerte dal PNRR», ha spiegato l’architetto Federica Rizzo, socio e consulente della APS Riviera dei Tramonti.

Anche Crotone si è mossa per realizzare il suo Distretto del Turismo Crotonese: nei giorni scorsi, infatti, si è svolto il primo incontro, coordinato dall’assessore al Turismo Luca Bossi, tra il  consigliere comunale Santo Facino, tra i promotori dell’iniziativa, altri consiglieri comunali, il dirigente del settore Francesco Marano, enti e associazioni di settore.

Insomma, qualcosa si muove in Calabria e non è solo nell’ambito del Cibo. Se, da una parte, infatti, la Regione e Associazioni si stanno spendendo tanto per i Distretti del Cibo, dall’altro, c’è chi, invece, sta investendo, com’è giusto che sia, nel turismo. Ma non sono solo gli Enti e le Associazioni di categoria a doversene occupare. Sicuramente, servirà l’intervento e il sostegno della Regione. (ams)

Greco (Idm): In Sila impianti ancora in sospeso, Regione intervenga

Orlandino Greco, di Italia del Meridione, ha denunciato la situazione che vede, in Sila, gli impianti ancora in sospeso e i cui ritardi «rischiano di pesare, visti i tempi molto ristretti, sullavvio della nuova stagione turistica invernale, a danno delle strutture ricettive e dei privati, dato che il rilancio di tali infrastrutture garantirebbe economie di scala per tutto laltopiano silano».

«A Lorica – ha spiegato Greco – ancora tutti aspettano con ansia il dissequestro definitivo degli impianti sciistici, a seguito della nota inchiesta giudiziaria, e nonostante sia stata individuata una ditta che sta eseguendo gli ultimi lavori per nome e per conto dellautorità giudiziaria. Dunque, seppur a ridosso della stagione sciistica, è ancora incerto il futuro della nuova cabinovia di Lorica, in quanto ancora difetta dei necessari collaudi e ritarda lindividuazione di un soggetto che gestirebbe successivamente la struttura».

«Stessa sorte – ha aggiunto – sembrerebbe toccare allimpianto di risalita di Camigliatello per il quale sarebbero necessari interventi di ammodernamento della vetusta struttura, già deliberati dalla scorsa Giunta Regionale, da effettuarsi entro il 14 dicembre 2021: pena la sospensione dellesercizio».

«Resta, quindi – ha proseguito – lincognita se i turisti riusciranno ad usufruire di questo servizio, volano fondamentale per lappeal turistico dei nostri territori e che mirano alla valorizzazione e alla conoscenza delle tantissime potenzialità rimaste finora inutilizzate. Il turismo sciistico, in unarea della Sila dove generalmente linnevamento è più massiccio, diviene argomento e questione fondamentale rispetto al quale la politica e le istituzioni non possono restare indifferenti». 

«La Regione Calabria e il Presidente Roberto Occhiuto devono, e sono certo così sarà, fare loro questa battaglia e accelerare il più possibile le pratiche e le azioni d’intervento per la risoluzione definitiva della questione» ha evidenziato Greco.

«Un tema – ha aggiunto – questo propedeutico rispetto al rilancio dell’intero mercato del turismo in Calabria e a quella tanto decantata “destagionalizzazione” che tarda a decollare. Le azione rivolte a tale comparto devono oggi necessariamente avere il volto dell’innovazione e della messa a sistema dell’intero patrimonio naturalistico nonché storico culturale ed enogastronomico, puntando anche su quei binomi come turismo e sport su cui altre regione hanno già investito da tempo ottenendo risultati notevoli».

«Soltanto così e attraverso uno strumento organizzativo e di governance efficiente – ha concluso – si può ribaltare la gestione del settore turistico della nostra regione, trasformandolo in quella fonte di sviluppo economico, occupazionale e di crescita dei nostri variegati territori». (rrm)

In Sila con gli asinelli

di FILIPPO VELTRI – Dal 1° di luglio e fino a fine settembre, è possibile vedere le bellezze della Sila riscoprendo l’antica virtù degli asinelli. L’Associazione dilettantistico sportiva “L’asinello Silano“con presidente Francesco Filice, mira infatti a rivalutare la figura dell’asino, simpatico e tranquillo animale, da anni dimenticata e che nel passato è stata molto importante in quanto ha supportato l’uomo con il suo grande lavoro. Con questa iniziativa si mira a far conoscere la biodiversità del parco nazionale della Sila a dorso d’asino.

Grazie infatti all’associazione Silana sarà possibile andare alla scoperta di flora e fauna dell’altopiano con uno degli animali più mansueti ma più vicini all’uomo come sono appunto gli asini. Un modo nuovo di scoprire le bellezze e le rarità da dentro il Parco della Sila, visto che le escursioni si svolgeranno con partenza dal Cupone lungo i sentieri che da lì si dipanano fin dentro la montagna. È ovvio che particolare attenzione sarà dedicata ai ragazzi e ai bambini ma anche gli adulti accomodati sugli asinelli potranno arrivare ad esempio ai recinti dei daini e da vicino gustarsi uno spettacolo senza eguali.

Un patrimonio di biodiversità che merita di essere conosciuto e protetto ma anche un modo nuovo di coniugare offerta turistica innovativa e tutela dell’ambiente. (rcs)

La Sila, Scilla, Capo Vaticano e Tropea tra i luoghi in lizza nella nuova limited edition di Nutella

C’è l’incanto di una Sila coperta da un manto di neve, il pittoresco mare di Scilla e di Capo Vaticano e l’incredibile panoramica di Tropeacapo vaticano e tropea tra i luoghi che la Nutella ha scelto come possibili luoghi per la Calabria, per la nuova limited edition, dal titolo Ti amo Italia.

La nota casa produttrice non è nuova a questo tipo di iniziative: già l’anno scorso, sempre nell’ambito di una limited edition, per la Calabria aveva scelto il suggestivo Arcomagno di San Nicola Arcella come luogo ‘simbolo’ della Calabria. Quest’anno, sarà la montagna o il mare a rappresentare la Calabria?

«Una spiaggia di sabbia bianca, un lago alpino o una costa rocciosa? Una cascata impetuosa o delle colline che digradano dolcemente? Lo scorcio di un borgo antico o la veduta di un porticciolo turistico? L’Italia è piena di meraviglia. Quale vorresti vedere sul vasetto?» si legge sul sito della Nutella, dove, per ogni Regione, viene data la possibilità di votare, entro il 6 giugno, «i luoghi che ti stupiscono di ogni regione». (rrm)

Si può votare al seguente link: https://www.nutella.com/it/it/xp/tiamoitalia/

Molinaro (Lega): Obbligatoria la lotta contro la processionarie del pino nei boschi silani

Il consigliere regionale della LegaPietro Molinaro, ha evidenziato che «nei boschi della Sila sono sempre di più le piante infestate di larve e bruchi, dotati di peli altamente urticanti  che provocano “la Processionaria del Pino”».

«L’aspetto più preoccupante di questa emergenza – ha spiegato – è la pericolosità, per l’uomo e per gli animali, che se malauguratamente li toccano, possono costringere le persone al pronto soccorso e gli animali dal veterinario. Si vedono, proprio in queste settimane, nidi bianchi della processionaria sui rami più alti che, una volta giunti a maturazione cadono e il  bruco peloso in file ordinate percorre sentieri e strade. Il parassita è molto pericoloso per le piante, provoca defogliazione e disseccamenti spesso totali con il rischio concreto che l’albero attaccato dal parassita, se non viene adeguatamente curato con tempestività muore; questo, è un danno irreversibile ad un patrimonio di straordinaria valenza ambientale con ripercussioni anche sulle attività economiche ed un evidente conseguente effetto deterrente sul turismo».

«Però – ha ricordato – vige la lotta obbligatoria e una seria attività preventiva consente di salvare le piante e mettere in sicurezza la salute delle persone. Come prescrive sia D.M. 30/2007 del Mipaf e ribadito con Dgr 93/2012,  adesso è, il periodo giusto per intervenire. Infatti, le prescrizioni sanitarie indicano come tempistica: in inverno tra dicembre e febbraio, e poi a fine estate, nella seconda metà di settembre; l’adozione dei provvedimenti necessari è demandata al Dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale  che deve porre in atto, i provvedimenti necessari».

«A tal proposito – ha detto ancora – vista la pericolosità e  anche per evitare interventi fai-da-te  –ha detto ancora – ho sollecitato il Dipartimento agricoltura e Calabria Verde, poiché la rimozione e lotta meccanica, devono essere eseguiti da professionisti con l’utilizzo di prodotti fitosanitari o lotta microbiologica».

«La disinfestazione – ha chiarito l’esponente politico – è a  carico del proprietario delle piante infestate, di chi possiede un’area verde, degli amministratori condominiali e i proprietari di boschi sono tenuti a compiere ogni anno delle ispezioni accurate per verificare l’eventuale presenza dei parassiti procedendo all’immediata eliminazione».

«Enti Pubblici e Regione sono, per la stragrande parte, proprietari dei boschi. Ritengo – ha concluso – che prima che la problematica  sfoci in un’autentica calamità e continui a creare apprensioni nella popolazione occorra un urgente  piano con interventi specifici, ampi e diffusi». (rcs) 

Nel programma “Percorsi Italiani” di Rai Radio Live si parla della Sila Piccola

Nella puntata di di domani, alle 9, nel programma Percorsi Italiani di Rai Radio Live, si parlerà della Sila.

La trasmissione, ogni martedì, condotta da Daniela Miniucchi, attraverso interviste ad esperti e giornalisti del settore propone agli ascoltatori spunti di viaggio alla scoperta del nostro Belpaese.

Nello specifico, per la puntata dedicata alla Sila, sarà la giornalista e viaggiatrice Rosaria Talarico a proporre un itinerario che partirà da Lamezia Terme e che si snoderà lungo le pendici del monte Reventino fino ad arrivare a Panettieri, uno dei borghi più piccoli della Calabria e scenario ogni anno di un suggestivo presepe vivente animato dai paesani e che richiama persone da tutta la Calabria e anche oltre. Si parlerà del Museo del Pane e delle vicende del brigante Giosafatte Talarico, che hanno ispirato la fondazione di Fiego – Fattoria brigantesca.

Poi, non mancherà un accenno ai dolci della tradizione durante il periodo di Natale e a un’altra tipicità: l’allevamento del maiale nero di Calabria, che garantisce la qualità superiore dei salumi. Da poco, infatti, è nata la Comunità Slow Food per la tutela e valorizzazione del suino nero calabrese proprio per farlo conoscere meglio ai buongustai.

Da Soveria Mannelli, dove si può ammirare un singolare monumento la “casa cadente” e ricordare il passaggio di Garibaldi che qui soggiornò, si andrà poi a Tiriolo e la sua produzione di tessuti preziosi di lana e seta (“i vancali”) per giungere a Carlopoli, dove la tradizione lattiero-casearia calabrese ha avuto origine e visitare i ruderi dell’abbazia di Corazzo, immersa tra i boschi e il fruscio delle acque del fiume Corace.

A chiudere l’itinerario proposto, saranno le bellezze naturalistiche del Lago Passante, di Villaggio Mancuso con le sue caratteristiche case in legno e il misterioso Albergo delle Fate.

La trasmissione Percorsi Italiani si potrà, inoltre, riascoltare sul sito di Rai Play Radio e scaricabile in podcast. (rcz)

In copertina, Villaggio Mancuso

Presentato il ciclo di seminari sui rischi naturali per la pubblica amministrazione calabrese

È stato presentato, in Cittadella regionale, il ciclo di seminari online dedicati ai rischi naturali e antropici rivolti alla pubblica amministrazione.

A presentarlo, l’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, che ha dichiarato: «la Calabria ha due emergenze fortissime, che sono sanità e ambiente. Per quest’ultima, grazie ai seminari, i professori universitari trasferiscono ai sindaci i mezzi per risolvere le questioni. Si tratta di un cerchio che si chiude. La prima serie di sei seminari è con l’Università della Calabria e, speriamo, a breve anche con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria».

Presenti, anche il presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, e gli assessori all’Ambiente e ai Lavori pubblici, Sergio De Caprio e Domenica Catalfamo, il presidente di Anci Calabria, Francesco Candia, la responsabile dell’infrastruttura “Sila”, Vincenza Calabrò, e, in collegamento a distanza, il docente Unical e coordinatore dei seminari, Pasquale Versace.

SilaSistema integrato di laboratori per l’ambiente in Calabria, è un sistema integrato di laboratori e infrastrutture di ricerca per l’erogazione sia di servizi di ricerca e sviluppo industriale, sia di servizi scientifici e tecnologici, dedicati al monitoraggio, al controllo e alla tutela dell’ambiente, finanziato con fondi della Regione Calabria Por 2014-2020, a valere sull’Asse I.

La responsabilità scientifica è del professor Pasquale Versace. I seminari sono organizzati dalla docente dell’Unical Vincenza Calabrò. Se ne prevede uno ogni tre settimane. Gli incontri hanno l’obiettivo di creare un link tra le pubbliche amministrazioni e l’infrastruttura Sila, e offriranno informazioni su servizi e strumenti utili a sindaci e tecnici per la prevenzione dei rischi naturali e la salvaguardia ambientale.

«Sandra Savaglio – ha dichiarato il presidente Spirlì – ha sempre avuto a cuore il futuro della Calabria. Sono onorato di far parte di una Giunta in cui ogni assessore sta dando il meglio di sé, esattamente come era nelle aspettative del presidente Santelli. Ringrazio Savaglio perché sta portando in maniera fiera, forte e possente l’incarico che Jole ci ha dato. Lei aveva una visione concreta del futuro. Jole – voglio usare il presente – tiene ancora a questa terra».

«La collaborazione tra Regione e Università – ha continuato Spirlì – è importantissima. Così, si crea formazione attorno ai problemi che assillano il territorio da decenni e da secoli. Il territorio è stato violentato dalla maleducazione umana. Tutte quelle azioni che l’uomo compie maldestramente, o malavitosamente, creano non solo danni, ma anche morti. Perciò l’educazione è importante».

«L’assessore De Caprio, in queste ore – ha detto infine Spirlì – è tornato “capitano Ultimo” nel territorio di Crotone, dove è in gioco anche la colonna di Hera Lacinia. Sono d’accordo con Savaglio quando dice che c’è bisogno di informare e di formare. Ringrazio Candia: noi ci mettiamo a supporto dei sindaci per individuare per tempo le criticità. Diamo un contatto diretto con gli studiosi che, per ozio burocratico, non c’era mai stato prima. Non possiamo più leggere brutte pagine di comunicazione».

«Si tratta – ha dichiarato l’assessore De Caprio – di un percorso che abbiamo costruito insieme per riportare il talento a disposizione degli amministratori e della società civile per il futuro della Calabria, che deve tornare a essere il centro del Mediterraneo».

«Con De Caprio, fin dal primo momento – ha aggiunto Savaglio – abbiamo collaborato. Jole sarebbe fiera di noi, portiamo avanti la sua idea di salvare questa terra».

Il presidente di Anci Calabria, Francesco Candia ha sottolineato: «i sindaci e i Comuni hanno la necessità e la voglia di avvalersi di questa occasione. Gli enti locali non ne hanno avuto tante nella storia. Salutiamo con favore questa novità. Sicuramente sarà un valore poter disporre di un supporto scientifico per dimostrare che c’è una macrovisione, tecnica e istituzionale insieme». (rrm)

I Castagni secolari di Cozzo del Pesco: un tesoro della Sila greca da proteggere

Nel cuore della Sila Greca, ci sono i castagni secolari di Cozzo del Pesco, che hanno più di 700 anni. Un vero e proprio patrimonio naturalistico, composto da 102 Castagni monumentali, che risalgono a ogni epoca, e che saranno protagonisti di un un’escursione organizzata per domenica 11 ottobre, dall’Associazione Cammino Basiliano, l’Associazione Sosteniamo Corigliano Rossano e l’Associazione Insieme per Camminare in occasione della Giornata Nazionale del Camminare.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Corigliano Rossano, sarà guidata da Flaviano Lavia, tracciatore, accompagnatore guida di otto tappe del Cammino Basiliano e da Michele Abastante, dell’Associazione Insieme per Camminare.

La partenza è in località Sorbo alle 10.00 e, da lì, i partecipanti si avvieranno per raggiungere i Castagni secolari e, successivamente, ai resti di una vecchia Ghiacciaia, usata per rifornire, in antichità, di ghiaccio Rossano e i paesi limitrofi, di cui si auspica il recupero.

I Giganti di Cozzo del Pesco sono talmente grossi da avere una circonferenza, alla base, di circa 12 metri, alcuni dei quali con il tronco cavo entro cui possono trovar posto diverse persone. A caratterizzare questi Castagni, non è solo l’età – alcuni risalgono alla seconda metà del 1200, una decina al 1300 fino ai pochi ultimi esemplari che, invece, vanno dal 1600 -: essi, infatti, ‘convivono’ da sette o ottocento anni in veri e propri gruppi. Una cosa insolita, se si pensa che, per la botanica, castagni così maestosi crescono, normalmente, isolati.

Questi Castagni secolari, dunque, rappresentano un vero e proprio patrimonio da tutelare e da valorizzare, oltre che un interessante richiamo per i turisti, che va valorizzato, difeso e salvaguardato. (mp)

Il trenino della Sila, ultimo incanto di un patrimonio incontaminato

di FILIPPO VELTRI – Neanche il Covid ha fermato questa estate il treno della Sila, gioiello di ingegneria ferroviaria che da Moccone e Camigliatello sbuffa fino alla stazione più alta d’Europa passando per i boschi e i prati di Sculca, croce di Magara, Righio per arrivare a San Nicola, oltre 1400 metri sul livello del mare. Un successo enorme, vagoni presi d’ assalto e pieni ad ogni viaggio, quasi 200 persone, nel  rispetto delle regole Covid. Il lavoro del personale delle ferrovie della Calabria ha reso possibile partire dal 16 agosto, bonificando la linea ferrata e rendendola praticabile. Ora si andrà avanti per tutti i week end di settembre e poi nei 4 mesi invernali, in un paesaggio da favola western.

Quando la locomotiva – targata Germania,  risale al 1926 – si deve fermare per il carico d’acqua in una stazione intermedia, allora davvero è un trionfo stile Vecchio Frontiera. Tutti a terra a fotografare e a farsi riprendere con gli eroici ferrovieri di un mondo antico e che si pensava scomparso. Purtroppo il proseguimento della linea da San Nicola fino a San Giovanni in Fiore, già programmato da anni, è bloccato da vicende finanziarie, e un altro ostacolo è una frana  verso sud, all’altezza di Redipiano. Sarebbe bello rivedere il treno della Sila nel suo percorso completo, da Cosenza a San Giovanni; per il momento ci si deve accontentare di un sogno ridotto, che sbuffa tra pini faggi e campi coltivati a grano e patate.

Certo, un pezzo di Germania trapiantato in Calabria 94 anni addietro fa un po’ impressione. La Borsig FCL 353 che traina il convoglio è una locomotiva a vapore dalle inconfondibili forme teutoniche che in passato ha fatto la storia della trazione a vapore in Calabria, in Puglia e Basilicata. Negli anni Ottanta dello scorso secolo questa bellissima motrice fu revisionata in tutte le sue parti e ricominciò a sbuffare; con alterne vicende, e con momenti di intenso utilizzo, la 353 è giunta a noi perfettamente funzionante, nello splendore dei suoi 800 cavalli.

Dal 2016 anche la vecchia linea della Sila di Ferrovie della Calabria è tornata a vedere treni. Pochi chilometri di binari rimessi a nuovo, completamente isolati dalla restante rete FC, che nella bella stagione registrano centinaia di visitatori a bordo del treno a vapore. Nei fine settimana e non solo. Svago per i passeggeri ma un lavoro impegnativo per i ferrovieri. Dall’uscita della 353 dalla piccola rimessa di Camigliatello Silano vengono eseguite le operazioni di pulizia, manutenzione e lubrificazione della locomotiva a vapore, bisognosa oggi come allora di tante cure prima di ogni viaggio. Seguono le manovre di composizione del convoglio, costituito dalle centenarie carrozze a terrazzini un tempo delle Ferrovie Calabro Lucane, poi l‘ invio dei mezzi fino alla stazioncina di Moccone e la partenza del treno a vapore verso San Nicola Silvana Mansio, la stazione più alta d’Italia a scartamento ridotto.

A metà viaggio, in attesa del ritorno, la locomotiva viene girata manualmente, rifornita d’acqua e nuovamente lubrificata. Poi il tragitto all’indietro e alla fine, dopo l’arrivo a Moccone e il ricovero a Camigliatello Silano, nuovamente un po’ di riposo per la vecchia e gloriosa combattente della Sila. (fv)

Fotografia di Filippo Veltri

FILIPPO VELTRI (Cosenza, 1954)è stato caposervizio ed inviato all’Unità, all’Ansa responsabile della sede della Calabria, collaboratore di Repubblica e Sole 24 ore. Ha scritto diversi libri, tra cui Braccianti in Calabria ed Elezioni, come nascono le candidature.