LA SCOMMESSA DEL TURISMO DELLE RADICI
ANCHE TAJANI (MINISTRO ESTERI) CI CREDE

di FRANCO CACCIA  – Nonostante i tanti impegni, in campo nazionale ed internazionale, il ministro degli esteri, on. Le Antonio Tajani, ha inteso presenziare e seguire di persona buona parte dei lavori della riunione con i sindaci ed amministratori dei comuni della Calabria,  tenuta alla Farnesina lo scorso 15 dicembre, programmata per dare il via alle iniziative inerenti il progetto turismo delle radici, curato dalla stesso ministero. Con il termine turismo delle radici ci si vuole riferire a quel numeroso e variegato mondo di emigrati che, nei decenni passati,  si sono trasferiti dai paesi di origine, quasi sempre per motivi di lavoro e che esprimono il desiderio, possibilmente accompagnati anche da figli e nipoti, di rincontrare luoghi e persone della loro infanzia. 

La popolazione di calabresi emigrati all’estero si aggira ad oltre 6 milioni di persone, il triplo della popolazione attualmente residente in regione Calabria. Un numero sicuramente ricco di grandi potenzialità per il turismo calabrese anche perché, come recita un detto riportato dal direttore Santo Strati nel suo ultimo libro dal titolo Calabria, Italia, «è facile togliere alla Calabria un calabrese. Impossibile togliere ad un calabrese la Calabria». È sintetizzato in questa illuminante frase il legame ed il vissuto emozionale che contraddistingue i calabresi che vivono fuori regione.

Nel suo intervento introduttivo il ministro Tajani ha rimarcato la bontà dell’iniziativa Turismo delle radici, che «consentirà a tanti italiani residenti all’estero,  di fare ritorno, sia pur temporaneamente, nei paesi dove sono nati e/o cresciuti, incontrare loro coetanei, riscoprire il valore delle tradizioni, rigenerare le emozioni»

Giova evidenziare che la presenza di questa tipologia di turisti consentirà ai comuni non solo di destagionalizzare la propria offerta turistica ma anche di animare le rispettive comunità con il diretto coinvolgimento operativo da parte delle associazioni e della popolazione del territorio, testimoni di un’identità sociale e culturale da tutelare e valorizzare. All’incontro presso la Farnesina era presente una folta delegazione di sindaci ed amministratori dei comuni della Calabria, già sottoscrittori nei mesi scorsi di una convenzione con il ministero degli esteri finalizzata allo sviluppo di attività ed iniziative di accoglienza ed animazione territoriale nell’ambito del progetto Turismo delle radici.  I dettagli delle fasi del progetto sono stati illustrati dal dr. Luigi Vignali, dirigente generale del dipartimento italiani all’estero e politiche migratorie e dal consigliere del ministro Tajani, dott. Antonio Corsi.

Secondo quanto riferito dai citati referenti, il ministero degli esteri promuoverà a breve un avviso pubblico, per un ammontare complessivo di 5 milioni di euro,  rivolto ai comuni per il sostegno alle spese previste per la realizzazione di attività di accoglienza ed animazione nei territori interessati. Molto partecipato l’incontro con domande ed osservazioni da parte degli amministratori locali. Tra le principali richieste al ministro Tajani quella di intervenire, anche in concorso con altri istituzioni pubbliche ( ministeri, regioni), per ottenere facilitazioni e sconti adeguati  da parte dei turisti delle radici nell’acquisto di biglietti aereo e treno.

Come noto per la Calabria, l’attuale offerta dei principali vettori aereo, per esosità dei costi e per l’esiguità del numero dei voli (nazionali ed esteri), costituisce una vera e propria criticità che rischia di diventare l’ennesimo freno allo sviluppo di questa interessante  iniziativa di sviluppo turistico. Tra le proposte avanzate dagli amministratori anche quella di replicare la felice iniziativa realizzata negli anni scorsi in Calabria con l’istituzione del treno del sole. In quel caso, l’iniziativa promossa da Michele Traversa, assessore pro-tempore al turismo della regine Calabria, prevedeva la gratutità  del treno per quanti s’impegnavano ad effettuare un soggiorno di almeno 7 giorni presso in strutture ricettive della Calabria.

Nel caso dell’istituzione di voli charter dedicati al turismo delle radici, come già proposto dal direttore Santo Strati nel corso di un convegno su questo tema tenutosi  a Squillace nello scorso mese di settembre, si potrebbe ipotizzare la formula del 2×1 con un biglietto gratuito ed uno a carico dei turisti che arriveranno in Calabria nel corso dei prossimi mesi. 

Nell’intervento conclusivo è stato sottolineato dai dirigenti ministeriali che l’attuale progetto debba intendersi come l’avvio di un percorso nuovo, tra comuni e lo stesso ministero, destinato a crescere nel tempo ed a rafforzare le sinergie istituzionali e territoriali per il raggiungimento di risultati di qualità, sia di tipo economico ma soprattutto di tipo sociale, culturale e relazionale. (fc)

Giovedì si presenta la Ricerca sulla Valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici

Giovedì 14 dicembre, nell’Aula Sorrentino dell’Unical, alle 15, sarà presentata la Ricerca sulla valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici.

Dopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul “Turismo delle Radici” a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti con un’ulteriore indagine, condotta dalle due ricercatrici con Anna Lo Presti dell’Università di Torino, in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA).

È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario, svolta nell’ambito del progetto Oleario – Dove l’Italia lascia un segno.

Essa ha inteso scandagliare le potenzialità per ampliare il mercato del nostro agroalimentare e favorire lo sviluppo delle aree rurali a vocazione olivicola, un fenomeno che potrebbe interessare circa 60 milioni di italiani all’estero e un possibile introito di 8 miliardi di euro.

Essi mostrano che gli italiani emigrati che tornano come turisti per riscoprire le proprie radici sono fortemente legati alla terra dei propri avi (71%), ne apprezzano la cucina (83%), acquistano e  consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono  presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale). Infine, per oltre 73%, l’olio di oliva italiano è di qualità superiore, nonostante il mercato poco sviluppato all’estero – sia per la difficoltà a reperire il prodotto che per i prezzi elevati-.

Come illustreranno Ferrari, Nicotera e Lo Presti, sono state condotte due indagini.  Una prima indagine, di tipo qualitativo, ha esplorato il tema e offerto un primo approccio conoscitivo, utile alla definizione dell’indagine statistica. È stata svolta attraverso interviste in profondità e focus group che hanno coinvolto 40 soggetti, fra cui turisti delle radici, rappresentanti di associazioni di italiani all’estero e in Italia, amministratori pubblici, produttori di prodotti enogastronomici (in particolare oleari), rappresentanti di istituzioni, esperti e operatori turistici.

L’indagine statistica, a cui hanno partecipato oltre 600 turisti delle radici, è stata condotta attraverso un questionario strutturato, composto da 52 domande, disponibile on line in italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si è focalizzata sulla connessione che può sussistere tra viaggio delle radici in Italia e acquisto, consumo e promozione presso amici e conoscenti dei prodotti agroalimentari e del cibo italiano, sia durante il soggiorno in Italia, sia al rientro, indagando anche il possibile ruolo nel contrasto all’Italian Sounding. Relativamente all’olio, è stata evidenziata la scarsa consapevolezza sul mondo dell’olio extra vergine di oliva italiano non solo nel nostro Paese, ma, soprattutto, all’estero.

Dopo i saluti delle autorità, Alfio Cariola (direttore dipartimento DISCAG dell’Unical), Alessandra Pesce (Direttore CREA Politiche e Bioeconomia) ed Enzo Perri (Direttore CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura), Klaus Algieri (Presidente CCIAA e Confcommercio di Cosenza), Rosaria Succurro (Presidente della Provincia di Cosenza), Giovanni Maria De Vita (responsabile Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri) e Gianluca Gallo (Assessore Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria), avranno inizio i lavori.

In apertura Sonia Ferrari, Tiziana Nicotera ed Anna Lo Presti descriveranno i principali risultati della ricerca. Successivamente Gabriella Lo Feudo del CREA tratterà il tema delle etichette e certificazioni come strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici mentre Emilia Reda del CREA discuterà dell’impatto del turismo delle radici sullo sviluppo delle aree rurali.

Il convegno proseguirà con uno spazio di interventi riservati ad alcuni rappresentanti di associazioni di categoria ed esperti, fra cui Maria Grazia Bertaroli (presidente Consorzio Turismo dell’Olio evo dop, igp e bio), Francesco Cosentini (direttore Coldiretti Calabria), Francesco Giacobbe (segretario 9° Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato), Paola Granata (presidente Confagricoltura Cosenza), Mario Grillo (presidente nazionale Turismo Verde CIA), Lina Pecora (responsabile qualità O.P. Asprol Cosenza), Fabiola Pulieri  (giornalista ed esperta di oleoturismo) e Angelo Sollazzo (presidente Confederazione Italiani nel Mondo). Concluderà Giovanni Maria de Vita. (rcs)

Un significativo esempio dell’importanza del Turismo delle Radici

di ARISTIDE BAVATurismo  delle radici: ecco un esempio della sua importanza. Arriva dalla famiglia Mazzone, da Toronto, con una lettera che testimonia la “voglia” di rivedere i luoghi natii o dei propri antenati e traccia il viaggio fatto in Calabria accomunando alcuni posti significativi della regione prima di concludersi in contrada Chiusa di Mammola, terra di nascita dei più anziani.

Un piccolo borgo, ormai quasi del tutto abbandonato, dove si respira, però, il fascino dei tempi antichi. «Noi, famiglia Mazzone – dice la lettera – viviamo in Canada dagli anni ‘50, esattamente a Toronto, metropoli dove  il tempo non si ferma mai. Ogni anno, per tradizione, ci riuniamo per stare insieme e, durante la cena di Natale, tra giochi per i bambini, brindisi e racconti, facciamo conoscere le nostre origini anche ai più piccini, davanti ad immagini che diventano emozioni, come accade ogni volta che pensiamo alla nostra casa ormai quasi abbandonata al borgo Chiusa di Mammola».

«Così, colti da una grande voglia di far ritorno in Calabria e  far conoscere la nostra terra a chi non c’era mai stato – aggiunge la lettera – abbiamo deciso di rivolgerci ad Antonio Muià, direttore della Diano Viaggi, agenzia specializzata, il quale ha capito sin dall’inizio quale fosse il nostro desiderio proponendoci un pacchetto, denominato “Gustando la Calabria” che si è rivelato  un mix esplosivo di cultura, arte, tradizioni e, appunto, ritorno  alle origini».

Poi  il toccante racconto del capofamiglia, Enrico Mazzone, che dopo aver riunito un buon gruppo di parenti ha confermato il viaggio in Italia. «Il tour – è precisato con dovizia di particolari nella lettera – è iniziato nel migliore  dei modi:  partendo dalla Riviera dei Cedri con la piccante Diamante e i suoi Murales, passando per la sacralità di un luogo mistico quale il Santuario di San Francesco di Paola, inebriandoci nei profumi del cedro. E ancora godere dell’arte della tessitura della ginestra delle Fabbriche Bossio, respirare la magia del Museo Diocesano di Rossano con il Suo Codex Purpureus e l’eccellenza della Liquirizia Amarelli. E poi… camminare per le vie di Pizzo Calabro e Tropea, gustando la Cipolla rossa e il tartufo (gelato artigianale), ammirando scorci mozzafiato di rara bellezza davanti ai quali è impossibile non rimanere  estasiati e colorare di una nota piccante la giornata con la ‘Nduja di Spilinga. Eccoci, quindi, arrivare  in un piccolo paese dell’Aspromonte, Ciminà, ospitati da un’azienda locale dove si produce il Caciocavallo  in modo ancora artigianale e concludere con la visita di Gerace, uno dei Borghi più Belli d’Italia, incastonato tra antichi palazzi, maestose Chiese , stretti vicoli che profumano di storia e tradizioni».

La gita in Calabria, racconta ancora Mazzone nella sua lettera, ha continuato con una sosta  a Reggio Calabria e al Museo con i suoi Bronzi di Riace, e Scilla con il suo suggestivo quartiere di Chianalea  per ammirare le sue bellezze con le vedute sul mare, inebriati, al rientro, dal profumo del bergamotto nella zona di Brancaleone. Quindi l’arrivo nel paese natio di Mammola, oggi famosa per il suo stocco.

«Questo ritorno – dice Mazzone – ha generato commozione e gioia a tutti e, a Borgo Chiusa nostro luogo natio, l’impatto emotivo è stato incredibile soprattutto per chi aveva rivisto i luoghi dell’infanzia ma anche per coloro che mai c’erano stati e avevano solo potuto immaginarlo da qualche fotografia e/o da qualche racconto. Nella nostra terra avvolti dal calore delle famiglie calabresi abbiamo vissuto momenti indimenticabili tra danze e canti popolari in costumi tipici calabresi, buon cibo e vino, sorrisi sinceri e affettuosi abbracci».

Una esperienza dice Mazzone a nome di tutti che non si può scordare e che vorremmo ripetere nuovamente negli anni futuri. Certamente un buon viatico per chi spera che il “turismo delle radici” riesca a prendere piede anche in Calabria dove l’emigrazione agli albori degli anni ’50 è stata molto intensa. (ab)

L’OCCASIONE DEL TURISMO DELLE RADICI
TROVA IL TERRENO IDEALE NELLA LOCRIDE

di ARISTIDE BAVATurismo delle radici: una grande occasione per i territori come questo della Locride, ricco di piccoli centri interni in gran parte abbandonati proprio dai migranti di prima generazione. La riscoperta dei luoghi di origine, della cultura, dei modi di essere,  dell’enogastronomia, delle tradizioni sono, infatti, gli elementi giusti capaci di incidere in modo significativo sul tessuto sociale ed economico delle piccole comunità della Calabria.

Ormai è chiaro che il turismo delle radici si porta appresso una forte nicchia di mercato, e certamente un territorio come quello calabrese, ha tutte le carte in regola per porsi come punto di riferimento di questo settore. Non a caso ci si è accorti dell’importanza di questo tipo di turismo. L’anno 2024, infatti, è stato dichiarato proprio l’anno del turismo delle radici, ovvero quel tipo di turismo per cui gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60/70 milioni di persone) vogliono tornare a visitare i luoghi natii.

Per i piccoli comuni della Calabria, e per la provincia reggina e la Locride in particolare, è certamente molto importante approfittare di questa occasione e cercare di promuovere quanto più è possibile questi luoghi ancora pieni di fascino. Luoghi che possono, adesso, diventare parte integrante del turismo moderno. Sono moltissimi gli emigrati, o i loro discendenti, che vogliono scoprire o riscoprire i luoghi nativi dei loro antenati. Secondo un apposito studio fatto dagli esperti del settore le tipologie delle persone che appartengono a questo particolare tipo di turismo sono, principalmente, quattro. 

Si parte dal cosiddetto “nostalgico”, ovvero un migrante di prima generazione che ha un legame molto stretto con il suo luogo d’origine e con il territorio circostante. Parla bene l’italiano, o più spesso il dialetto, e si sente il classico  italiano all’estero. Per lui il turismo delle radici è un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel suo viaggio riesce ad essere anche una buona guida e ancora sa dove andare e come muoversi. C’è, poi, chi viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. È una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero. Poi c’è l’ Italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-americano, o italo-argentino, o italo-brasiliano, o spesso, soprattutto in Calabria, e nella Locride in particolare, è anche Italo-canadese.

Questo tipo di turista approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità. Infine c’è l’italiano nato all’estero che desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. Fa parte di un gruppo con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità a lui veicolate, spesso, tramite filmografia e, più recentemente attraverso i social.

Anche per questo, il territorio calabrese dovrebbe organizzarsi seriamente per questo tipo di turismo. Un turismo  che dovrebbe  puntare, soprattutto,  all’investimento nei borghi antichi di cui il territorio e ricco e dove si possono proporre un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero  di oriundi italiani sparsi nel mondo.

E chi, meglio della Locride, ad esempio, che ha vissuto in maniera fortemente “pesante” il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra può vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, dislocati in tanti Paesi, che sarebbero molto propensi a riscoprire i luoghi delle loro origini o dei propri avi?

È chiaro, però, che bisogna dire basta all’improvvisazione e attivare una seria programmazione progettuale che con tutti gli accorgimenti necessari. Ciò potrebbe essere veramente dirompente per il territorio e diventare  un potenziale incredibile per la qualificazione e la riscoperta degli stessi borghi antichi perché si porterebbe appresso effetti positivi a cascata in diversi comparti. E con essi economia e occupazione. (ab)

Venerdì a Maida l’incontro tra gli Host di Airbnb, ministero degli Esteri e istituzioni locali su turismo delle radici

Venerdì 24 novenbre, a Maida, alle 9, all’Agriturismo Costantino, si terrà un incontro tra gli Host di Airbnb, una rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri e delle Istituzioni locali per parlare del turismo delle radici.

Nell’ambito del Progetto Pnrr “Il turismo delle radici – Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19” il Ministero degli Affari Esteri ha promosso la costituzione di reti territoriali per la creazione di un’offerta turistica rivolta agli italiani all’estero. Per l’occasione sarà presentato il progetto e le opportunità di rete tra gli Host della Calabria, i viaggiatori e le istituzioni.  Saranno condivise inoltre le esperienze delle istituzioni locali presenti e le progettualità in campo. 

Si tratterà di un incontro formativo ed informativo, incentrato sul tema del “turismo delle radici”, finalizzato all’apertura di un possibile nuovo target di mercato. Il tutto indirizzato alla valutazione delle proposte per l’accordo di fidelizzazione e servizi offerti da parte degli Host, verso i nuovi ospiti. Uno spazio favorevole alla costituzione di partenariati e relazioni tra le istituzioni locali e le attività extralberghiere. 

Il secondo appuntamento con i meetup di Airbnb Host della Calabria vuol essere un’occasione per incontrarsi e approfondire le nuove opportunità che ci presenta il futuro: il turismo delle radici come volano di sviluppo della nostra straordinaria regione. (rcz)

Turismo delle radici: Una ricerca Unical e Crea, volano per agroalimentare e aree rurali

di FRANCO BARTUCCIGli italiani emigrati che tornano come turisti per riscoprire le proprie radici sono fortemente legati alla terra dei propri avi (71%), ne apprezzano la cucina (83%), acquistano e consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale). Infine, per oltre 73%, l’olio di oliva italiano è di qualità superiore, nonostante il mercato poco sviluppato all’estero – sia per la difficoltà a reperire il prodotto che per i prezzi elevati. 

Questo è quanto emerge dalla ricerca Turismo delle Radici e dei Prodotti Agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali, realizzata dall’Università della Calabria (Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche), dalla prof.ssa Sonia Ferrari e dalla dott.ssa Tiziana Nicotera, in collaborazione con il Crea, nell’ambito del progetto Oleario – Dove l’Italia lascia un segno, che ha inteso scandagliare le potenzialità per ampliare il mercato del nostro agroalimentare e favorire lo sviluppo delle aree rurali a vocazione olivicola, un fenomeno che potrebbe interessare circa 60 milioni di italiani all’estero e un possibile introito di 8 miliardi di euro.

Una ricerca presentata a Roma nella giornata di ieri nell’ambito del convegno nazionale promosso dallo stesso Crea del quale ne parleremo in avanti. Intanto Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera, dell’Università della Calabria, con Anna Lo Presti dell’Università di Torino, ci portano nei contenuti emersi dal loro lavoro.

Sono state condotte, infatti, due indagini mediante la somministrazione di questionari e interviste dirette. Una prima indagine, di tipo qualitativo, ha esplorato il tema e offerto un primo approccio conoscitivo, utile alla definizione dell’indagine statistica. È stata svolta attraverso interviste in profondità e focus group che hanno coinvolto 40 soggetti, fra cui turisti delle radici, rappresentanti di associazioni di italiani all’estero e in Italia, amministratori pubblici, produttori di prodotti enogastronomici (in particolare oleari), rappresentanti di istituzioni, esperti e operatori turistici.

 L’indagine statistica, a cui hanno partecipato oltre 600 turisti delle radici, è stata condotta attraverso un questionario strutturato, composto da 52 domande, disponibile on line in italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si è focalizzata sulla connessione che può sussistere tra viaggio delle radici in Italia e acquisto, consumo e promozione presso amici e conoscenti dei prodotti agroalimentari e del cibo italiano, sia durante il soggiorno in Italia, sia al rientro, indagando anche il possibile ruolo nel contrasto all’Italian Sounding.

 Relativamente all’olio, è stata evidenziata la scarsa consapevolezza sul mondo dell’olio extra vergine di oliva italiano non solo nel nostro Paese, ma, soprattutto, all’estero. 

Il progetto ha indagato la promozione delle produzioni agroalimentari italiane all’estero, con un focus sul comparto olivicolo-oleario, grazie ai turisti delle radici, ovvero emigrati e loro discendenti che vogliono riconnettersi con la propria terra d’origine o della propria famiglia durante le vacanze, puntando, in particolar modo, ai cosiddetti “prodotti nostalgia”  (tra questi in primo luogo l’olio), ossia beni tradizionali locali, principalmente prodotti alimentari, strettamente associati alla terra delle proprie radici, che per loro hanno il “sapore di casa”, ma che acquistano per la qualità, diventando, in tal modo, veri e propri ambasciatori all’estero del made in Italy.

Non da ultimo, attraverso il turismo delle radici si possono promuovere le produzioni locali insieme ai territori stessi, anche grazie a ‘marchi territoriali’. Alcune aree rurali stanno dimostrando grande interesse e realizzando investimenti sull’oleoturismo che i turisti delle radici apprezzano perché offre esperienze e percorsi in cui c’è una relazione diretta con le imprese e i territori.

L’aggancio tra il segmento dei Turisti delle radici e le aziende olivicole che si aprono all’accoglienza può dunque rappresentare un modello di diversificazione del reddito, un valore aggiunto per turisti e aziende, una opportunità per le aree rurali caratterizzate da un vasto patrimonio olivicolo.

I risultati della ricerca come abbiamo anticipato sopra sono stati presentati ieri, 9 novembre 2023, a Roma. Milena Verrascina, del Crea, in apertura dei lavori ha illustrato il progetto Oleario del Crea nell’ambito del quale è stata realizzata la ricerca. Si tratta di un progetto che vuole raccontare, sensibilizzare e informare sul patrimonio olivicolo italiano, un patrimonio da non disperdere anche per il suo valore economico.

Sonia Ferrari, docente di Marketing del Turismo e di Marketing Territoriale all’Unical e coordinatrice dello studio, e Tiziana Nicotera, cultore della materia all’Unical ed esperta di marketing del turismo, hanno illustrato i principali risultati delle indagini. Successivamente Gabriella Lo Feudo del Crea si è soffermata sull’importanza di etichette, certificazioni e marchi territoriali per i prodotti agroalimentari, illustrando quanto si è rilevato nella ricerca sul tema. Infine, Barbara Zanetti del Crea ha descritto aspetti relativi all’importanza del turismo delle radici per lo sviluppo delle aree rurali.

Nella successiva tavola rotonda numerosi esperti hanno dibattuto sul tema della ricerca. Fabiola Pulieri, giornalista e autrice di un libro sull’oleoturismo, ha sottolineato la necessità di investire in formazione ed informazione per accrescere la conoscenza del mondo dell’olio di oliva in Italia e nel mondo. «Si tratta – ha spiegato – di un prodotto che si può far conoscere a tutti, anche ai bambini nelle scuole». Ha anche messo in evidenza la necessità di lavorare in rete per coinvolgere le comunità nell’offerta di oleoturismo. Enrico Maria Milič, responsabile di Slow Food Travel, si è soffermato su aspetti relativi all’offerta turistica enogastronomica, spiegando l’importanza della promozione di esperienze legate al tema del paesaggio e all’incontro con l’agricoltore. Francesca Baldereschi, responsabile nazionale della Guida Extravergini di Slow Food, si è soffermata sulla necessità di coinvolgere non soltanto i consumatori consapevoli ma anche gli altri, attraverso programmi nelle scuole e iniziative a più ampio raggio, per mettere diffondere la conoscenza sul ruolo salutistico dell’olio di oliva. Infine, Simone Marrucci, responsabile dell’oleoturismo dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, ha messo in evidenza come non sia sufficiente il prodotto olio per attrarre visitatori ma sia necessario narrare il territorio ed i suoi valori e come lo spirito del turismo delle radici spinga oggi in questa direzione.

A conclusione del convengo sono intervenuti alcuni rappresentanti di associazioni di italiani in Argentina ed in Cile, Maritè Perrelli, Marcelo Carrara e Mario Tapia, raccontando storie di emigrazione e di nostalgia per l’Italia e soffermandosi sul proprio legame con l’Italia e con i ‘prodotti nostalgia’ che rafforzano quotidianamente tale legame. (fb)

Giuseppe Nucera: Turismo delle radici chiave per il rilancio della Calabria

«Il turismo delle radici è la chiave per il rilancio della Calabria». È quanto ha dichiarato Giuseppe Nucera, leader del movimento La Calabria che vogliamo, partecipando all’International Tourism & Travel Show di Montreal.

Il Salone internazionale dei viaggi e delle vacanze ha visto l’importante e nutrita partecipazione dei principali tour operator, agenzie di viaggio, esperti di settore e uffici del turismo nazionali e internazionali, incentrato sul tema portante legato al turismo del 2024 ovvero al “turismo delle radici” o “di ritorno”, connesso al desiderio di riscoprire il legame profondo con la propria terra di origine

Una vetrina di spessore per la regione e i tour operator calabresi che hanno avuto la preziosa opportunità di interfacciarsi con le migliori realtà e i diversi stakeholders del settore turistico.

Nell’occasione, Nucera ha ribadito l’importanza di fondare la programmazione e l’offerta turistica sui calabresi emigrati altrove.

«Sono milioni i calabresi che si sono creati una nuova vita all’estero, ma che hanno un legame intenso e indissolubile con la loro terra – ha ricordato –. Anche persone di terza o quarta generazione, avvertono la necessità di conoscere la Calabria, i luoghi che hanno visto nascere i loro cari. Dopo l’entusiasmante esperienza in Canada di questi giorni, andremo ad incontrare presto altri calabresi fuori sede in Sud America, Nord America e Australia. È un momento storico che vede incrociarsi una serie di fattori, occasione irripetibile per la Calabria».

«Alle bellezze uniche e meravigliose della nostra regione – ha evidenziato Nucera – si unisce il forte desiderio di una immensa comunità di ammirarle o riscoprirle. Al contempo, l’offerta turistica va fortemente proprio nella direzione del turismo delle radici, con la Calabria che possiede incantevoli borghi spopolati, che possono trovare nuova vita ospitando per un periodo di tempo anche prolungato gli emigrati».

«In questi giorni – ha proseguito – abbiamo potuto constatare con mano non soltanto la grande voglia di riabbracciarsi con la loro terra della comunità di calabresi all’estero, ma anche la volontà di investire dove possibile, creando quindi ricchezza, occupazione e sviluppo ad una regione che ne ha fortemente bisogno».

«In una fase storica che vede fattori come lo smart working, il turismo esperienziale e la sostenibilità dei luoghi che ci circondano come essenziali per la qualità della vita, la Calabria possiede un patrimonio di valore inestimabile, destinato se ben utilizzato a rivoluzionare completamente il futuro della nostra regione. È arrivato il momento però  – ha concluso Nucera – di tradurre intenzioni e progetti in idee concrete ed attuabili in tempi brevi. Il futuro e lo sviluppo della Calabria passano da qui». (rrm)

Valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali con il Turismo delle radici

di FRANCO BARTUCCIDopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul “Turismo delle Radici” a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti e le aspettative conducendo il tutto in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea). È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali.

Lo studio, che nasce nell’ambito del progetto “Oleario-Dove l’Italia lascia un segno” del Crea, finanziato dall’Unione Europea, coinvolge, oltre al Crea, il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’UniCal, nonché la prof.ssa Anna Lo Presti, dell’Università di Torino.

In poco più di un anno di lavoro si è fatta una indagine mirata ad analizzare il fenomeno della promozione delle produzioni agroalimentari italiane all’estero, con un focus sul comparto olivicolo-oleario, grazie all’interesse e all’azione dei turisti delle radici, ovvero emigrati e loro discendenti che vogliono riconnettersi con la propria terra d’origine o della propria famiglia durante le vacanze.

I risultati del lavoro saranno presentati a Roma, giovedì 9 novembre 2023 alle ore 9,30, presso Hotel NH Vittorio Veneto, su corso Italia, 1, nell’ambito del convegno: “Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali”.

Ad aprire i lavori sarà Milena Verrascina, del Crea – Centro Politiche e Bioeconomia; mentre a seguire Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera dell’Università della Calabria con Anna Lo Presti, dell’Università di Torino, parleranno sul tema: Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario.

Il programma prevede poi una relazione sul tema: ”Etichette e certificazioni, strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici”, a cura di Gabriella Lo Feudo, del Crea – Centro Orticoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura; mentre del tema: “Il turismo delle radici per lo sviluppo delle aree rurali” ne parlerà Barbara Zanetti, del Crea – Centro Politiche e Bieconomia.

Successivamente è prevista una Tavola rotonda con la partecipazione di: Francesca Baldereschi, Responsabile nazionale della Guida Extravergini – Slow Food; Simone Marrucci, Responsabile Percorsi turistici dell’Associazione città dell’olio; Emilio Milich, Responsabile Turismo Slow; e Fabiola Pulieri, giornalista.

Il convegno si chiuderà per le 13,00 con uno spazio di interventi riservati a dei rappresentanti degli italiani all’estero: Marite Perrella, Membro del Consiglio direttivo della Faca e del Comites; Marcello Carrara, Presidente della Federazione delle Società Italiane di Mar del Plata e zona; Mario Tapia, Presidente dell’Associazione dei Calabresi in Cile.

“Il turismo e l’enogastronomia – ci dice la professoressa Sonia Ferrari – sono settori fortemente interconnessi. Oggi crescono in modo significativo vari segmenti del turismo enogastronomico, come il turismo del vino e l’oleoturismo. I turisti delle radici sono particolarmente interessati ai cosiddetti “prodotti nostalgia”, ossia beni tradizionali locali, principalmente prodotti alimentari, strettamente associati alla terra delle proprie radici, che per questi turisti hanno il “sapore di casa” e che acquistano per la loro qualità, ma soprattutto perché ricordano la madre patria. Oltre a comprare beni del luogo di origine della loro famiglia, i turisti delle radici diventano veri e propri ambasciatori all’estero del made in Italy. Tutto ciò – conclude – può favorire le esportazioni, stimolare le produzioni locali, aumentare l’orgoglio della comunità e contribuire a limitare l’impatto negativo del fenomeno dell’Italian Sounding. Attraverso il turismo delle radici si possono promuovere le produzioni locali insieme ai territori stessi, anche grazie a marchi territoriali”. (fb)

A Philadelphia un riconoscimento ai giovani calabresi di successo

di PINO NANOFesta grande oggi al Museo dell’Emigrazione di Philadelphia, dove sono 16 ragazzi calabresi riceveranno una borsa di studio come riconoscimento delle loro capacità e del loro cursus studiorum, ragazzi che si sono distinti a scuola e che da grandi faranno parlare molto di sé stessi. Giovani eccellenti calabresi, o di origini calabresi, che domani alla Little Italy di Philadelphia racconteranno la loro vita e i loro sogni. 

In tutto saranno 46 gli studenti che iscritti alla Filitalia International riceveranno la borsa di studio messa a disposizione dalla Casa Madre di Philadelphia. «La cerimonia di consegna – anticipa Nicola Pirone, giornalista calabrese anche lui che di Filitalia è il portavoce in Italia – si svolgerà alle ore 18:00 italiane presso il Centro Matilde Fabrizio & Pasquale Nestico di Philadelphia, sede tra l’altro del museo dell’emigrazione italiana, museo realizzato e fortemente voluto  proprio della Filitalia International.

Ecco l’elenco dei ragazzi calabresi premiati: Arianna Galloro, Alessandro Galloro, Sarah Pasceri, Francesco Pasceri, Francesca Cosentino, Annerita Galloro, Stella Pia Cosentino, Vincenzo Galloro, Bianca Buonanno, Salvatore Cosentino, Danilo e Samuel Lavecchia, Daniele Pellegrino, Giuseppe Gabriel Martino, Anna Fera e Stella Fera.

Non solo borse di studio.

«Il sodalizio italo-americano guidato da Saverio Nestico e fondato dal dottor Pasquale Nestico, calabrese di Isca sullo Ionio- spiega Nicola Pirone– ogni anno mette a disposizione dei soci il programma International Exchange Program, dove i giovani italiani possono recarsi in America per un’esperienza e proprio oggi per Philadelphia partiranno Fernando La Rocca e Roberto Franzè, che rimarranno ospiti della Filitalia International per due settimane».

Quest’anno i premiati provengono sia dagli Stati Uniti che dall’Italia e per il belpaese saranno rappresentati dai chapter di Bojano, Campobasso e Vibo Valentia, che assisteranno alla cerimonia in videoconferenza. Più esattamente, per quanto riguarda gli States, gli studenti premiati provengono dai chapter di North – East Philadelphia, Hunderdon Country New Jersey, South – East Philadelphia, Camden Country New Jersey, Gloucester Country New Jersey, South Philadelphia

Le borse di studio, è solo uno dei tanti programmi che il sodalizio fondato dal professor dottor Pasquale Nestico nel 1987, mette a disposizione degli iscritti e quest’anno ha investito più di 22 mila dollari provenienti da donazioni private. Per l’occasione i chapter hanno dovuto presentare domanda alla Casa Madre, con la Commissione lingua & cultura guidata da Anna Di Nardo che ha avuto il compito di esaminarle. Infatti, la borsa di studio è attribuita per merito a studenti che nel corso dell’anno scolastico passato hanno chiuso con una media superiore all’8.5, abbiano partecipato alle attività del chapter e siano iscritti da almeno due anni consecutivamente al sodalizio italo-americano. 

Un altro programma che la Filitalia International & Foundation mette a disposizione degli studenti iscritti è l’International Exchange Program, lo scambio di studenti tra Stati Uniti e Italia con l’intento di aiutare i giovani membri per la ricerca di future opportunità di carriera per comprendere le culture italiana e americana. Il programma è rivolto a membri dai 18 ai 30 anni, studenti universitari e giovani professionisti con la Casa Madre che coprirà le spese di partecipazione oltre all’organizzazione degli stage di 2 settimane a secondo del percorso di studi. Il tutto grazie al contributo di Robert Facchina, imprenditore di origine Veneta che ha donato alla Filitalia International diverse migliaia di dollari. 

Domani in occasione della cerimonia di premiazione delle borse di studio sarà presentato il nuovo programma della Filitalia International sull’insegnamento della lingua inglese, affidato al professor Giuseppe Cinquegrana, membro della commissione lingua & cultura della Casa Madre. (pn)

Il presidente della Camera dei Comuni Anthony Rota incontra Occhiuto

di MARIACHIARA MONACOIl Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha dato il benvenuto in Calabria al presidente della Camera dei Comuni del Canada, Anthony Rota, accogliendolo presso la Cittadella Regionale per un confronto istituzionale, e per illustrare il progetto del Pnrr intitolato Il Turismo delle Radici, su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

Un colloquio piacevole, in italiano, con un accento cosentino che spicca per Anthony Rota, viste le sue origini calabresi. 

Come tanti, anche i nonni della seconda carica dello stato nordamericano, emigrarono oltreoceano nel 1903 dai paesini di Pedace e Pietrafitta, pur custodendo un legame autentico con il territorio d’origine, tramandato di generazione in generazione attraverso racconti, aneddoti, e attraverso la lingua. Gioco del destino, a distanza di tanti anni, Anthony Rota  è ritornato dall’alto della sua veste istituzionale:

«È sempre molto importante – ha affermato – sapere da dove veniamo e visitare, e vedere di persona, di che cosa parlavano, di quello che ci raccontavano i nostri genitori, i nostri nonni. Scoprire le nostre radici, e avere l’opportunità di ritornare nei luoghi delle proprie origini, è fondamentale per tutti i canadesi. In Canada esistono molte emigrazioni, popoli provenienti da tutto il mondo. Io ho sempre detto: prendiamo tutto quello che di meglio il mondo ci può offrire e lo portiamo a Toronto».

Come le foglie d’acero, che cambiano colore in base alle stagioni, molteplici sono le culture, le tradizioni, le vite che ancora oggi s’intrecciano e che danno linfa ad un paese altamente avanzato, con eccellenti condizioni lavorative, un sistema educativo al di sopra della media e una qualità della vita molto alta, favorite da uno dei sistemi sanitari migliori al mondo. Tutto questo, «prendendo il meglio che il mondo ci può offrire», per parafrasare Rota. E tra il meglio, ne siamo sicuri, c’è molta Italia.

«Fuori dalla Calabria ci sono tante storie che riguardano la Calabria. Il nostro compito è quello di avvicinare queste storie alle loro radici. Toronto, del resto, è la prima città al mondo per numero di calabresi presenti – ha affermato il presidente Occhiuto – abbiamo parlato di potenziare l’offerta turistica in Calabria dal punto di vista dei servizi alberghieri e anche di attrarre investitori turistici che vogliono costruire strutture alberghiere nella nostra regione. In Canada ci sono tanti imprenditori che hanno storie di successo nelle istituzioni – come quella del presidente Rota – e nelle imprese che potrebbero essere interessati ad avviare attività imprenditoriali in Calabria».

Un passato che guarda al futuro delle nuove generazioni, pur mantenendo accesa la fiamma della provenienza. Risultato di una strada accorciata dagli affetti, dalla lingua più bella del mondo, e dal turismo, settore pilota dell’economia italiana e calabrese.

«Mi piacerebbe – ha rivelato Occhiuto – se riuscissimo a sviluppare un’ idea che ho da qualche tempo. Io vorrei svolgere in Calabria nei prossimi anni – o comunque vorrei prepararla perché poi la possa svolgere chi verrà dopo di me – un’iniziativa simile ai Giubileo dei calabresi, mi piacerebbe che la nostra regione si vestisse a festa per uno-due mesi all’anno e in questi due mesi potesse accogliere tutti i calabresi di seconda, terza, quarta generazione incentivando l’arrivo in Calabria magari attraverso la contribuzione sui biglietti aerei».

Un’iniziativa ambiziosa che, se prenderà forma, darà la possibilità a migliaia di persone di ritornare, proprio lì da dove sono partite tanti anni fa. Cambiate certamente, ma con lo stesso desiderio di casa che hanno sempre avuto, nella testa e nel cuore. (mm)