La richiesta, che proviene dalla politica calabrese al Governo è una: fare chiarezza sulla stabilizzazione dei lavoratori Lsu (lavori socialmente Utili) Lpu (lavori pubblica Utilità) della Calabria, a cui non sono stati rinnovati i fondi nella legge di Bilancio.
A tal proposito, il senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, «per invitarlo a sanare entro il 31 dicembre il grave vulnus consumato ai danni degli Lsu-Lpu calabresi».
«Inopinatamente – ha aggiunto – la commissione bilancio prima, e la Camera dei deputati poi, con l’avallo del Governo hanno cancellato la norma di salvaguardia e di tutela per questi lavoratori. È tragicamente grave quanto avvenuto. Nel mentre, si toglieva certezza e prospettiva a tante famiglie, si distribuivano centinaia di milioni di euro in mance inutili a tanti deputati e lobbisti che assediavano e intralciavano i lavori parlamentari».
«Nessuno – ha proseguito Magorno – può immaginare di scaricare sui sindaci o altri amministratori locali le follie legislative, i veti e l’inefficienza dei ministeri. I Sindaci, non hanno scudi che li proteggono dalla Corte dei Conti. Ho chiesto un intervento del Presidente del Consiglio che deve materializzarsi “hic et nunc”. La vita dei cittadini è allineata con l’orologio, così come le loro esigenze. La giornata è composta di 24 ore. La politica, ogni tanto, pretende di farla diventare di 72. Chi ha tempo non aspetti tempo. I sindaci calabresi quello che possono fare oggi, lo hanno fatto ieri. Per i precari calabresi quello che dovrebbe essere fatto fra qualche mese deve essere fatto oggi».
«Nella missiva – ha spiegato – avevo avvisato il presidente che, in alternativa, sarei stato costretto a valutare negativamente l’intera manovra finanziaria, non avendo io i normali strumenti e le prerogative delle procedure parlamentari , strozzate dal voto di fiducia. La Calabria non può essere schiacciata e umiliata, non può essere abbandonata, non può essere derisa e oltraggiata. Non è possibile offendere oltre l’intelligenza dei Calabresi calpestandone la dignità. I calabresi, non chiedono con il cappello in mano favoritismi legislativi».
«I Calabresi – ha sottolineato – rivendicano diritti e per quanto mi riguarda, eserciterò, come del resto ho sempre fatto , tutte le mie funzioni e metterò in campo tutte le mie energie per tutelarli. Lo faccio alla luce del sole e lottando in prima linea con il coltello tra i denti e a viso aperto. Non sono un ascaro, non agisco nell’ombra, non frequento salotti, non siedo nei circoli illuminati, non rappresento poteri, non sono ostaggio di logiche politiche, lavoro solo per la terra che amo».
«È tempo della dignità e della responsabilità – ha detto ancora Magorno – non verso il governo, ma nei confronti della Calabria. Una terra forte ma, che spesso, i suoi rappresentanti istituzionale hanno fatto diventare debole Una terra di
uomini liberi, imprigionati dai bisogni che la politica non elimina ma alimenta. Una terra dove l’ascensore sociale fatica a funzionare; la meritocrazia è sostituita anche nelle università dalle appartenenze e gli ultimi e i non protetti vengono respinti, calpestati, umiliati e anche scacciati dalla loro terra per inseguire un futuro migliore. Un futuro, negato in Calabria, da chi controlla la scala sociale tenuta aperta prioritariamente per i sodali al sistema. Al sistema politico, al sistema accademico, al sistema, burocratico, al sistema economico».
«Un sistema unico, intriso di falso perbenismo e di patetico moralismo che vuole tenere ingabbiata la Calabria – ha detto ancora il senatore di Italia Viva –. Oggi ho avuto rassicurazioni istituzionali che, entro domani, la questione sarà risolta. Mi fido delle istituzioni e, quindi, mi appresto a votare la fiducia. La fiducia nella vita è una cosa seria. Viene concessa ma può essere ritirata se tradita. Io non ci sto ai balletti della politica. Io sono un uomo libero, un riformista vero, un calabrese fiero, serio, lineare e ove la fiducia che oggi darò sarà mal riposta, sarà irrevocabilmente ritirata».
La deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, ha chiesto al Governo di provvedere, con apposito decreto, per la definitiva stabilizzazione, sottolinenando quanto «sia urgente e necessario intervento immediato del presidente del Consiglio Conte e del Governo per ripristinare giustizia ed eguaglianza nella complessa vertenza dei lavoratori Lpu e Lsu della Calabria».
«Non possono esserci figli e figliastri – ha aggiunto – generati dalla mancata approvazione della norma finalizzata alla compiuta e definitiva stabilizzazione dei lavoratori nelle amministrazioni di appartenenza. La legge di bilancio approvata alla Camera, e ora in discussione al Senato, stravolge il destino di molti di questi lavoratori non ancora stabilizzati, non consentendo la proroga di 3 mesi dei loro contratti a tempo determinato, fondamentale per mettere fine alla condizione di precari e di fatto condannandoli al “limbo” dei sussidi di Stato».
«Ciò che più è odioso – ha proseguito – è che si ripristina la figura di lavoratori in nero alle dipendenze della pubblica amministrazione. A questo fine condivido – prosegue la parlamentare – la lettera inviata dal senatore Ernesto Magorno al presidente Giuseppe Conte, per sollecitare l’adozione di un decreto ad hoc del Governo che ripristini entro il 31 dicembre le condizioni necessarie a che tutti i lavoratori, a servizio di centinaia di Comuni calabresi, possano avere garantito il diritto al lavoro stabile».
«È fondamentale – ha concluso – portare a compimento quella battaglia per i diritti e per il lavoro iniziata nel lontano 2013 e che nel tempo, grazie alle iniziative dei precedenti Governi di centrosinistra, ha prodotto importanti e significativi risultati, oggi messi a repentaglio in modo incomprensibile e soprattutto ingiusto».
Anche l’Associazione Città degli Ulivi, che rappresenta i sindaci dei Comuni della Piana di Gioia Tauro, ha espresso preoccupazione in merito al percorso di stabilizzazione dei lavoratori Lsu-Lpu di questo territorio.
«Ad oggi infatti – si legge in una nota sottoscritta dal presidente dell’assemblea, Giuseppe Zampogna e dal presidente del Comitato direttivo, Francesco Cosentino – non vi è chiarezza sulle procedure da seguire e sulle risorse messe a disposizione da Governo e Regione, procurando stato di incertezza ai lavoratori ed alle amministrazioni che con senso di responsabilità hanno avviato i percorsi di stabilizzazione all’interno degli Enti».
«A tutto questo – prosegue la nota – si aggiunge che le deroghe al fabbisogno del personale in sovrannumero sono solo ed esclusivamente per i lavoratori Lsu, lasciando da parte i molti lavoratori Lpu, e creando disparità, tensioni sociali e problemi nei territori. A tutto questo va posto rimedio, trovando una soluzione che dia certezze a tutti i lavoratori ex Lsu ex Lpu».
«Ad oggi – continua la nota, inviata ai Ministeri competenti, alla Regione Calabria, al Prefetto di Reggio Calabria e all’Anci – con la bocciatura dell’emendamento a firma dell’on. Riccardo Tucci (primo firmatario), sono saltate anche per i lavoratori le coperture economiche fino al 31 marzo 2021 e questo era necessario soprattutto per i Comuni in dissesto di bilancio che, in attesa dell’autorizzazione alle dotazioni organiche da parte della Cosfel, avrebbero potuto beneficiare dell’utilizzo dei lavoratori».
«Inoltre – prosegue la nota – in merito al finanziamento della Regione Calabria, che passa sempre attraverso l’autorizzazione della Cosfel, vi è la necessità che lo stesso Ministero chiarisca se le risorse storicizzate della Regione siano prese in considerazione al fine di favorire la stabilizzazione dei lavoratori. Tutto ciò rischia di creare ulteriori problematiche ai lavoratori e alle famiglie che rimarranno senza sostegno economico».
«Gli Enti – conclude la nota – si ritroveranno senza i lavoratori e non saranno nelle condizioni di garantire nemmeno i servizi minimi essenziali, in considerazione anche del fatto che ormai molti Comuni sono gestiti quasi interamente dai lavoratori Ex Lsu- Lpu».
Il deputato del Movimento 5 Stelle, Riccardo Tucci, ha ribadito di volere la proroga per i lavoratori.
«Non demordiamo – ha detto – la proroga dei contratti a tempo determinato fino al 31 marzo 2021, era e rimane importante per dare un po’ di respiro ai Comuni che, da settimane, si sono attivati per portare a termine l’iter di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, come prevedono i ben 5 emendamenti presentati da noi e votati nelle ultime leggi di Bilancio».
«La proroga dei contratti – ha spiegato – a tempo determinato degli Lsu calabresi era stata già presentata nella legge di bilancio, all’interno dell’emendamento presentato in Commissione bilancio alla Camera, ma poi non passata al vaglio della Ragioneria generale dello Stato la settimana scorsa».
«Ebbene, noi non demordiamo – ha detto ancora – e insisteremo nel presentare la norma, come già fatto in queste ore, direttamente al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, per far sì che nel primo provvedimento utile, a partire dall’imminente decreto milleproroghe, la proroga dei contratti a tempo determinato per gli Lsu sia votata, al fine di dare ulteriori 3 mesi di tempo alle Amministrazioni locali per completare le procedure di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili disponendo, nel contempo, della copertura dei contratti a tempo determinato fino al 31 marzo 2021».
«Il ministro del Lavoro Catalfo – ha detto Tucci – è stato già informato e sollecitato su questo ancora oggi, per cui confidiamo che questa norma sia accolta nel più breve tempo possibile, già nel Decreto Milleproroghe, domani stesso».
«La Calabria – ha proseguito Tucci – è in cima all’agenda politica di questo Governo, e i fatti lo dimostreranno ampiamente ancora una volta, per quanto riguarda questa importante proroga dei contratti per gli Lsu calabresi che dovrà essere inserita».
«I 5 emendamenti – ha concluso – per la vertenza Lsu già votati e leggi dello Stato da due anni a questa parte, stanno già lì a dimostrarlo ampiamente». (rrm)