IL REPORT ECOSISTEMA URBANO DI LEGAMBIENTE E SOLE 24 ORE METTE IN RILIEVO LA MANCATA SOSTENIBILITÀ;
Ambiente: Calabria ancora agli ultimi posti

AMBIENTE, LA CALABRIA È SEMPRE ULTIMA
A CAUSA DELLA FRAGILITÀ DEL TERRITORIO

La Calabria in forte calo nelle performance ambientali. È quanto è emerso dal report Ecosistema urbano di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che tiene conto di 18 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.

Per l’Associazione, infatti, sono pochi i capoluoghi di provincia italiani che sono riusciti a fare la differenza sulla sostenibilità ambientale. In Calabria, solo Cosenza ha raggiunto un importante risultato: è l’unica città del Sud a entrare, quest’anno, nella top ten della graduatoria: è quinta. Vibo Valentia si posiziona 46esima, mentre Catanzaro 63esima. Reggio si posiziona 91esima, mentre Crotone è tra gli ultimi: al 100esimo posto.

«La classifica di Ecosistema urbano 2022 – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – disegna un quadro di grande difficoltà dei capoluoghi di provincia calabresi. Una fragilità ambientale e sociale ben evidente sia nell’analisi dettagliata dei parametri che nell’arretramento, in alcuni casi nettissimo, delle posizioni rispetto allo scorso anno».

«Caso emblematico quello di Crotone che si colloca, come ormai da molti anni – ha spiegato – in fondo alla lista scivolando di ben  15 posizioni. Unica eccezione positiva è Cosenza, quinta nella graduatoria nazionale, ma che rispetto allo scorso anno scivola di una posizione con criticità in alcuni dei 18 indicatori presi in considerazione dal rapporto».

Nonostante i buoni risultati, per Cosenza sono tante le criticità su cui deve lavorare. Dal Rapporto, infatti, è emerso «un basso indice di verde pubblico a cui fa da contraltare un consistente tasso di inquinamento dell’aria dovuto alla congestione del traffico urbano in alcune zone. Si registra, poi, una scarsa incidenza di buone pratiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, mentre risulta non efficiente la gestione della raccolta dei rifiuti».

«Criticità – si legge in una nota del Comune di Cosenza – su cui ha inciso in maniera forte e determinata la nuova amministrazione, invertendo, finalmente, la rotta. Ed, infatti, un sostanziale miglioramento nell’inquinamento dell’aria si è già registrato grazie alle modifiche sulla viabilità, in particolare, di via Roma e Piazza Bilotti, che sarà certamente più incisivo e definitivo quando sarà operativo il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, la cui redazione è stata affidata all’Unical».

«Importante svolta sulle buone pratiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, inoltre – si legge – è dato dal progetto per “Interventi green blue” finanziato per circa 300 mila euro e  che sarà realizzato  nei pressi dell’ultimo lotto di via Popilia».
«Uno dei punti centrali e qualificanti del programma Cosenza2050 è la visione di “Cosenza Ecologica”– ha affermato la vicesindaco ed assessore all’ambiente Maria Pia Funaro – . Con l’obiettivo, quindi,  di realizzare un percorso green, abbiamo previsto la realizzazione di due boschi urbani. Abbiamo, infatti, aderito sin dal nostro insediamento al progetto “Un albero per il futuro” promosso dal Ministero per la transizione Ecologica ed abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con A0CO2.  Alla fine di questo primo anno di amministrazione si stima di riuscire a mettere a dimora circa 700 nuove specie arboree. A ciò si aggiunge l’istituzione del Garante del Verde che ci porta ad essere la prima città a sud di Napoli ad averlo costituito. Punto critico e nota dolente rimane, invece, la gestione dei rifiuti, su cui però siamo già intervenuti approvando il nuovo piano dei rifiuti che sarà messo in atto appena saranno concluse le procedure del relativo bando».

«Su input del sindaco Franz Caruso – ha concluso Maria Pia Funaro – abbiamo bandito interventi spot e instabili per come hanno fatto i nostri predecessori che continuano ad autoincensarsi, dimentichi dei fallimenti di cui sono lastricati i propri percorsi. Noi   preferiamo portare avanti, invece, un’azione corretta, improntata alla legalità ed alla trasparenza, armoniosa e strutturata, facendo rete anche con i Comuni più virtuosi d’Italia, i cui risultati positivi saranno presto tangibili e non avranno bisogno di essere decantati da noi stessi. Sicuri di ciò, il giudizio lo lasciamo ai nostri concittadini, che sanno distinguere il grano dal loglio».

Vibo Valentia, invece, è tra le cinque città del comparto Sud-Isole piazzate meglio, con risultati straordinari sul fronte della raccolta differenziata. Un risultato che ha portato il sindaco Maria Limardo a partecipare alla presentazione del Rapporto a Roma.

Il primo cittadino, infatti, ha illustrato i punti di forza dell’attività amministrativa condotta negli ultimi tre anni, e che ha permesso a Vibo Valentia di piazzarsi quest’anno al 46esimo posto nazionale. Un balzo enorme se si tiene conto che all’atto dell’insediamento dell’amministrazione Limardo la città galleggiava al 104esimo posto di Ecosistema urbano, mentre già nel 2021 era riuscita a raggiungere il 39esimo posto.

Il sindaco, poi, ha parlato della grande attività compiuta a partire dai concetti di tutela ambientale e sviluppo sostenibile, «utilizzando la cultura come arma vincente per superare storiche criticità, poiché era importante ribaltare l’impatto reputazionale che a livello nazionale ci penalizza».

Entrando nel merito, Limardo ha spiegato come sia stato fondamentale iniziare col “valorizzare l’esistente”, a cominciare dagli indirizzi agli uffici comunali.

«Quanto alla differenziata – ha spiegato – abbiamo portato la città da una percentuale molto bassa ad attestarsi oggi stabilmente sopra il 70%. Lavoriamo per una raccolta di qualità e selettiva, la sfida ulteriore è proprio questa. Per farlo al meglio abbiamo a disposizione due centri di raccolta, dei quali uno verrà inaugurato a breve. Di recente ci siamo posti una problematica che è quella del riuso dell’asfalto, poiché tante volte le imprese conferiscono il rimosso in discarica mentre bisognerebbe agevolarne il riuso».

Ma ambiente non è solo raccolta differenziata, ed infatti a Vibo si sta cercando di incidere molto anche «su altri settori, come l’abusivismo edilizio, la realizzazione di piste ciclabili per le quali abbiamo già i fondi a disposizione, un impianto di bike sharing in città di imminente avvio, ed ancora il progetto City Log per decongestionare il centro dai mezzi di trasporto merci con la possibilità di effettuare consegne attraverso mezzi elettrici posti nelle stazioni ai lati della città»

«Ed ancora, stiamo lavorando molto – ha aggiunto il sindaco – sul limitare la dispersione idrica grazie ad interventi di ingegnerizzazione della rete, inoltre abbiamo appena acquistato le centraline per il rilevamento dei campi elettromagnetici e il monitoraggio della qualità dell’aria. Una serie di iniziative che permetteranno certamente alla mia città di diventare sempre più competitiva».

«Ma l’aspetto più importante – ha concluso il primo cittadino di Vibo – è l’eredita immateriale che potremo lasciare, serve una rivoluzione culturale che consenta alla cittadinanza di comprendere che quella per la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile è la vera sfida del presente e del futuro. E sono certa che la gente sarà al fianco dell’amministrazione per raggiungere risultati sempre più lusinghieri».

Nonostante i buoni risultati, quello emerso dal Report è «un quadro che deve fare molto riflettere – ha evidenziato Parretta –. Nonostante l’urgenza e la gravità della crisi climatica, energetica ed ambientale, nelle nostre città  non vi sono stati i cambiamenti necessari, anzi si registra complessivamente un peggioramento. Sono indispensabili iniziative urgenti e concrete che incidano nelle cinque aree tematiche prese in considerazione da Ecosistema urbano: qualità dell’aria, consumo e dispersione acqua, mobilità, rifiuti ed ambiente urbano».

«Le città calabresi possono e devono essere rese più inclusive, sicure, sostenibili e a misura d’uomo – ha evidenziato –. Deve essere ripensato, ad esempio, l’efficientamento degli edifici, installando impianti di energia rinnovabile; fermare il consumo di suolo ed incentivando parchi e foreste urbane, puntare sul trasporto pubblico e sostenibile, migliorare il sistema idrico per evitare le perdite d’acqua, completare fognature e reti di depurazione, realizzando gli impianti del riciclo per gestire al meglio il ciclo dei rifiuti. L’assetto delle nostre città deve cambiare volto per diventare più vivibili».

«E per farlo – ha concluso – è necessario un investimento di energie e risorse nelle opere pubbliche tali da realizzare realmente la transizione ecologica della Calabria». (rrm)