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Nicola Gratteri

Avviato il maxiprocesso a Lamezia, telecamere escluse dall’aula bunker

È iniziato ieri a Lamezia Terme, nell’aula bunker allestita in tempi record presso la Fondazione Mediterranea Terina, il maxi processo antindranghera che vede oltre 300 imputati con circa 400 capi di imputazione. Escluse le telecamere dall’aula bunker per scelta del giudice dott.ssa Brigida Cavasino. «Una decisione, quella del giudice Cavasino, – scrive Giornalitalia.it – che ha amareggiato e fatto infuriare i giornalisti accreditati a seguire le udienze: il ruolo dell’informazione – sottolineano – durante i procedimenti giudiziari è fondamentale. Specie in un processo così importante, che vede alla sbarra i legami fra ‘ndrangheta e colletti bianchi».

Il pubblico ministero è il procuratore capo della Direzione Antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, insieme al suo pool di indagine, presente ieri a Lamezia. Tra gli altri presenti, ieri a Lamezia, il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra e il presidente della Commissione regionale antindrangheta Antonio De Caprio. Secondo quest’ultimo «Quello che si è aperto oggi a Lamezia Terme è uno dei processi più importanti degli ultimi decenni. Un processo scaturito da una maxi-inchiesta contro la ‘ndrangheta condotta dalla Procura guidata dal dott. Nicola Gratteri, che ci auguriamo possa scrivere una pagina importante di legalità per la nostra Calabria, che ha disperato bisogno di guardare al futuro con rinnovato spirito. L’innocenza o la colpevolezza degli imputati verrà sancita da un giudice terzo, ed ovviamente non si può entrare nel merito delle contestazioni. Ma da parte mia – sottolinea De Caprio – non posso non evidenziare come questo processo rappresenti un momento importante per ristabilire i valori democratici e di legalità in un territorio per troppo tempo oppresso dal fenomeno mafioso».

Secondo il presidente De Caprio, dunque, «è arrivato il momento per la Calabria di guardare avanti; tutti dobbiamo essere consci che lo Stato c’è, e che i suoi “anticorpi” – rappresentati da investigatori di primo livello in ogni corpo di polizia, e dalla guida sicura di un magistrato integerrimo – sono in grado di respingere ogni attacco del malaffare. Ma il lavoro è solo all’inizio, e parte da ognuno di noi, dai nostri comportamenti quotidiani. Solo agendo nel solco della legalità possiamo avere qualche speranza di costruire un domani migliore per i nostri figli». (rcz)