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CATANZARO – La Divina Commedia in vernacolo di Macrì al Piccolo del Politeama

È possibile tradurre la Divina Commedia in vernacolo, mantenendo intatta l’atmosfera che ha reso celebre l’opera del sommo poeta? Ne hanno discusso Aurora Martorana, docente del Liceo Scientifico Siciliani di Catanzaro e Marcella Crudo, già dirigente scolastica ma anche insegnante, poetessa e saggista, in occasione della XXXIII Settimana della lingua italiana nel mondo, celebrata al “Piccolo” del Politeama, con l’evento “Luoghi, voci, atmosfere dantesche nel “vernacolo illustre” di Salvatore Macrì“, organizzato dal Comitato della Società Dante Alighieri di Catanzaro.

Cogliendo l’occasione di questa recentissima iniziativa, il vicepresidente vicario del Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, Luigi Stanizzi, sottolinea ancora una volta l’incessante meritoria attività culturale, che da tanti anni svolge la Società Dante Alighieri presieduta dalla professoressa Teresa Rizzo.

La Settimana della Lingua italiana nel mondo, come ha precisato Teresa Rizzo, presidente del comitato, si tiene ogni anno nella terza settimana di ottobre. Organizzata dalla rete culturale e diplomatica del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con i principali partner della promozione linguistica, (l’Accademia della Crusca, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, Rai Italia, le cattedre di Italianistica attive presso le varie Università, i Comitati della Società Dante Alighieri e altre associazioni di italiani all’estero) sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Settimana è divenuta nel tempo la più importante rassegna dedicata alla nostra lingua.

Quest’anno, il tema scelto come filo conduttore delle varie manifestazioni organizzate in Italia e nel mondo, era “L’italiano e la sostenibilità”, con l’obiettivo di promuovere, attraverso la lingua italiana, la cultura della sostenibilità. La Società Dante Alighieri, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha pubblicato l’Ecobolario, Le parole verdi, scaturito da un progetto basato su una selezione di parole italiane “verdi”, al fine di costruire un linguaggio al servizio di una coscienza nuova, profondamente immersa in un processo culturale di rispetto universale del pianeta. Sostenibilità è anche utilizzare un linguaggio comprensibile a tutti, immediato, legato alle tradizioni locali. Era l’intento del dottore Macrì, dentista attivo a Catanzaro, ma studioso di letteratura e poeta, il quale ha dedicato la sua vita alla traduzione della Divina Commedia.

Su questo – precisa la professoressa Maria Teresa Libri che ha stilato il resoconto dell’ appartamento culturale – è stato incentrato il discorso della dottoressa Crudo, dopo la sapiente introduzione della prof.ssa Martorana, appassionata cultrice dell’opera dantesca. È ormai innegabile l’importanza della letteratura in vernacolo che ha tutti gli elementi per elevarsi a forma letteraria. Ma quale vernacolo usare per la traduzione della Divina Commedia? Come Dante nel De Vulgari Eloquentia ha teorizzato le caratteristiche del volgare illustre, così Salvatore Macrì, vissuto nelle tre province della Calabria, ha creato un vernacolo illustre che potesse rappresentare la sua regione.

La dottoressa Crudo, dopo una interessante prefazione sulla letteratura in vernacolo, facendo riferimento anche all’opera di Benedetto Croce, ha illustrato le caratteristiche della traduzione di alcuni passi dell’opera dantesca, magistralmente letti da Teresa Barbagallo, evidenziando la vicinanza metrica e culturale ai medesimi brani dell’originale. In tal modo, le persone presenti, compresi gli studenti del Liceo scientifico, hanno potuto apprezzare le scelte stilistiche del dottore Macrì nel dare voce alla sensibilità e alle atmosfere del sommo poeta. D’altra parte, per affrontare questa enorme fatica letteraria, il dottore Macrì doveva essere egli stesso un fine poeta. E non gli è bastata una vita per portarla a compimento, perché la prematura morte gli ha impedito di vederne la pubblicazione.

È stata la moglie, Rosa Cardamone Macrì, a raccogliere tutti i fogli lasciati dal marito per darli alle stampe. A conclusione della giornata la signora Macrì ha voluto fare omaggio alle scuole di Catanzaro della Divina Commedia in vernacolo. Forse così – chiude il resoconto della prof. Maria Teresa Libri – gli studenti si accosteranno più volentieri ad un’opera che sentono un po’ distante ma che è, comunque, un caposaldo della nostra letteratura. (rcz)