INTERROGAZIONE DELL'ON. ENZA BRUNO BOSSIO (PD) IN COMMISSIONE TRASPORTI SULL'ASSURDO RITARDO;
Container via ferrovia

IL GATEWAY FS DEL PORTO DI GIOIA TAURO
È BLOCCATO DA UN CAVILLO BUROCRATICO

Il primo passo “storico” per il Porto di Gioia Tauro è stato fatto con il Gateway ferroviario, che permette il passaggio diretto dei container nel mercato nazionale ed internazionale, tramite ferrovia, ma si potrebbe fare di più, se «non ci fosse un cavillo burocratico che blocca il collegamento del porto e la rete dell’alta velocità», come ha denunciato la deputata del Partito DemocraticoEnza Bruno Bossio.

La parlamentare, infatti, ha chiesto che la «Regione e il Corap si attivino al più presto per trasferire ad Rfi le aree necessarie per realizzare il collegamento ferroviario fra il porto di Gioia Tauro e la rete ad Alta velocità».

Questo perché «un cavillo burocratico non può e non deve bloccare il pieno sviluppo di una delle più importanti infrastrutture del Mediterraneo».

Infatti, nei piani che il Governo ha per la Calabria, dei 61, 4 miliardi stanziati, 54.819 sono la rete ferroviaria, e 8.690 per il trasporto rapido di massa. Insomma, non si tratta di spicci, ma di somme importanti che potrebbero essere il primo passo per un punto di svolta per la nostra regione.

La parlamentare, infatti,  ha presentato in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati, una interrogazione sul collegamento ferroviario fra il porto di Gioia Tauro e la rete dell’Alta velocità: «Con questa iniziativa parlamentare – ha spiegato la deputata dem – si è inteso sollecitare la soluzione dei problemi legati alla titolarità di alcune particelle catastali che di fatto impediscono la realizzazione dell’opera».

Nella risposta, infatti, è stato ricordato che «il Pnrr ha previsto risorse pari a 60 milioni di euro per la realizzazione di interventi di potenziamento del collegamento ferroviario del porto di Gioia Tauro» e che gli interventi consistono «nel raddoppio della bretella di collegamento tra San Ferdinando e Rosarno; nella sistemazione dell’impianto di Rosarno per la realizzazione di almeno un binario con modulo pari a 750 metri; nella revisione della stazione di San Ferdinando per la realizzazione di binari con modulo pari a 750 m e nell’ammodernamento dei sistemi di sicurezza e segnalamento».

Insomma, l’oggetto della discussione è stato messo in secondo piano, mentre è stato dato ampio spazio alla stazione di Rosarno e al collegamento con San Ferdinando, che sono comunque importanti importanti come infrastrutture, ma il porto?

Quali sono, davvero, le intenzioni su una infrastruttura che è rinata ed è diventata un’eccellenza grazie alla guida sapiente del presidente Andrea Agostinelli e che, nel mese di febbraio, ha registrato l’attracco di 15 navi in contemporanea?

«Il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) – ha spiegato la Bruno Bossio – pur confermando in pieno l’esecuzione, entro il 2026, del collegamento fra aerea portuale e linea ferroviaria, non fa piena luce sulla questione che ho sollevato e che purtroppo è dirimente. Non sfugge che su questa opera da anni pesano insidie e rallentamenti legati proprio al trasferimento di alcuni terreni oggetto dell’intervento».

«Già nel 2020, a mia firma – ha ricordato – è stata approvata in commissione bilancio una norma che perfezionava il passaggio del tratto ferroviario dal Corap, alla Regione e poi ad Rfi. Ebbene, sono trascorsi quasi due anni e ci ritroviamo in una condizione di totale incertezza, che limita fortemente le potenzialità del più grande terminal di transhipment presente in Italia, uno dei più importanti hub del traffico containers nel bacino del Mediterraneo».

«Accolgo – ha concluso – con favore le precise indicazioni che oggi sono arrivate dal ministero sulla determinazione di portare a compimento l’opera – nei tempi e nella copertura finanziaria – ma credo che sia urgente e necessario un definitivo intervento affinché la Regione trovi uno sbocco positivo e metta fine a questa storia infinita. Un problema di ordine burocratico non si riveli un reale impedimento per il pieno sviluppo del porto di Gioia Tauro».

Un intervento, quello della Regione, che si rende necessario, soprattutto se, c’è l’accordo procedimentale per la riqualificazione e ammodernamento del retroporto, per cui sono stati stanziati 6 milioni di euro.

Quella dell’alta velocità, dunque, è una possibilità da non sottovalutare, considerando che Gioia Tauro e il suo porto sono fondamentali e lo stesso ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha riconosciuto nella nostra infrastruttura «un’eccellenza nazionale che si inquadra nella strategia complessiva di integrare la logistica nazionale con quella europea».

Nella sua visita al Porto – avvenuta di recente – Giovannini ha ricordato come «Gioia Tauro è una realtà straordinaria, unica, che può diventare motore di cambiamento non solo per il trasporto marittimo, ma anche per tutte le attività economiche collegate. Abbiamo bisogno di investire in questa direzione». (rrm)