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L'Orchestra dell'IC Falcomatà-Archi di Reggio incanta Roma

L’Orchestra dell’IC Falcomatà-Archi di Reggio incanta Roma

L’Orchestra dei Flauti Dolci dell’I.C. Falcomatà-Archi incanta a Roma, con una performance mozzafiato, la nutrita platea del prestigioso Convegno Nazionale “La musica per un insegnamento inclusivo agli allievi con DSA: entriamo nel merito” tenutosi nella capitale il 5 e 6 maggio, presso l’Università degli Studi Roma Tre.

Gli allievi, diretti magistralmente dal prof. Martino Parisi, nonostante la giovanissima età, hanno costruito un’esibizione di altissimo livello emozionale, eseguendo in modo superlativo le narrazioni musicali scelte e mettendo in luce sensibilità, bellezza e grande armonia di suoni e di cuori. Il profilo di questi ragazzi ha stupito tutti i presenti, poiché, seppur giovanissimi, hanno dimostrato con maestria e strabiliante disinvoltura, come il potere inestimabile della musica, quale arma contro ogni forma di discriminazione, sia l’unico linguaggio universale capace di esprimere ogni aspetto della sfera esistenziale dell’uomo e contestualmente sia canale privilegiato di comunicazione di tutti i sentimenti dell’animo umano.

La musica eterea, impalpabile e soave dei flauti ha catturato tutti, creando un’atmosfera magica in cui il tempo, lo spazio, sono apparsi a un tratto indefiniti, trasportando gli spettatori in un contesto sinestetico dal forte impatto emotivo.

Una sospensione tra l’incanto e lo stupore, infranto solo dal fragoroso e prolungato applauso finale per l’incantevole interpretazione e la padronanza dei giovani musicisti. I brani, presentati dagli stessi alunni, erano legati dallo stesso filo conduttore in cui emergevano i valori di amicizia, solidarietà e forza dell’amore, i testi sono stati curati dalla Professoressa Francesca Zangari la quale ha saputo coniugare musica e parole in maniera eccelsa.

L’Orchestra dei Flauti Dolci Pirandello dell’I.C. Falcomatà-Archi è una realtà ormai consolidata da anni di buone prassi, espletate per mezzo di un ambiente laboratoriale ed esperienziale, atto a promuovere i valori della socialità e dell’inclusione attraverso la pratica appunto dell’orchestra, nonché la scoperta e la valorizzazione dei talenti, intesi come promozione della conoscenza di sé, delle proprie attitudini e abilità, e a stimolare nei giovani l’apprendimento di uno strumento musicale come pratica in grado di creare inclusione, appartenenza e solidarietà. L’Orchestra offre la possibilità di conoscere e impiegare al meglio le proprie capacità sensoriali, affinando le competenze affettive e relazionali, nonché la capacità di maturare sicurezza interiore, di ascoltare e interpretare le emozioni dell’altro, di accettare il diverso, di porsi in relazione con il gruppo, di interiorizzare comportamenti civilmente e socialmente responsabili fino a una totale comprensione della realtà circostante e i vissuti ivi riposti. Nata da questi presupposti e maturata grazie all’accurata ricerca e sperimentazione dei giovani allievi, guidati dal loro maestro Martino Parisi, ha saputo incarnare a pieno, attraverso una narrazione in musica, le tematiche che il pregevole Convegno e i suoi illustri relatori hanno rappresentato a Roma, contro ogni sorta di discriminazione, di diseguaglianza e di esclusione e portavoce di tutte quelle buone pratiche capaci di promuovere il successo scolastico di ciascun allievo, in grado di valorizzare le diversità, costruendo relazioni emotive, cognitive e potenziando il senso di responsabilità individuale e sociale.

Una performance in crescendo, quella degli allievi, che ha travolto in un turbinio di emozioni gli uditori, partendo da un’esecuzione biunivoca, che inizia con i toni forti e travolgenti di un “Diesis Iraes”, per magnificare la prima giovinezza di Mozart, tesa verso quel sogno dell’irraggiungibile bellezza non ancora contaminata dalle brutture dell’esistenza terrena e conclude con l’immagine cupa e lenta, che canta la “seconda e ultima giovinezza” dello stesso Mozart, il tutto avvolto dai toni dimessi, nostalgici, soavi dell’emozionante e struggente “Lacrimosa”. Due momenti di forte tensione emotiva: l’ascesa tumultuosa, inarrestabile e frenetica e poi, improvvisamente, la lenta discesa, l’arresa. Due vissuti, così diversi ma sorgente di un’unica esistenza. La prima esecuzione dei flauti dolci ha rappresentato la ricerca incessante di quei contenuti simbolici che approfondiscono l’animo umano e tutti i sentimenti che in una vita lo stesso può provare e Mozart è un compendio straordinario di tutto questo. “Toni alti e toni bassi…questa è la vita, ma sempre e comunque straordinaria la vita, e come tale va vissuta” – affermano i ragazzi dell’orchestra, prima di continuare con le note allegre della Primavera di Vivaldi, che illumina i cieli e cancella il freddo e il buio dell’inverno, come l’amore per la vita riesce a spazzar via ogni dolore o turbamento. Un inno alla gioia, al risveglio dei sentimenti più soavi e alla rinascita dei cuori.

Una straordinaria esecuzione, in cui attraverso il potere evocativo della musica, i ragazzi hanno voluto evidenziare che, come nella vita di ognuno ai momenti di gioia possono alternarsi momenti di tristezza, anche la primavera è attraversata da temporali passeggeri, ma dopo ogni temporale il sole torna a risplendere, così anche nella vita, da una lacrima possono sempre rifiorire i sorrisi più radiosi.

A conclusione, un’esecuzione coinvolgente e travolgente della Marcia di Radesky di Johann Strauss, con cui i ragazzi dell’orchestra hanno voluto salutare la platea, che li ha accompagnati a suon di battito di mani per tutta la durata del pezzo, un’esplosione di allegria, una festa e un messaggio per «chi – sottolineano i ragazzi – crede ancora, come fa la musica, che tutto è possibile».

Un momento di condivisione e di testimonianza, quello del Convegno Nazionale, dei valori di cui l’I.C. Falcomatà – Archi, la sua Orchestra e tutti gli operatori, Istituzionali e non, con cui collabora da anni, si fanno portatori. Sentimenti che intendono condurre a quel senso di appartenenza e di coesione, capace di destrutturare il concetto di inclusione, ormai plastificato, per ricondurlo a un concetto più profondo di non esclusione e la musica, come ha voluto sottolineare il prof. Parisi durante la sua prolusione: «Io parlerei, piuttosto, di “non esclusione” e qui interviene la musica, perché la musica come tutti noi sappiamo non fa differenze, la musica non esclude. Nel fare musica d’insieme, eziologicamente, stiamo insieme, ci connettiamo l’uno con l’altro, l’altro lo si ascolta, lo si sostiene, con l’altro tengo il respiro e lo stesso ritmo, nonché il battito del cuore, con l’altro viviamo questi momenti emozionanti all’unisono, insieme elaboriamo, produciamo ci emozioniamo, per fare musica d’insieme è necessario intrecciare i nostri sguardi e così magicamente intrecciamo i nostri cuori».

Con queste parole, l’acclamata Orchestra dei Flauti Dolci, ha dato avvio ai lavori del Convegno e concluso la straordinaria esperienza romana, che arricchisce il proprio bagaglio, già denso di importanti traguardi, tra cui la partecipazione, come vincitori assoluti di prestigiosi concorsi nazionali, al Festival Mondiale della creatività, solcando lo storico palco di Sanremo.

E se l’orchestra, nella letteratura di settore, rappresenta una delle realtà più affascinanti e complesse del mondo musicale, per l’I.C. Falcomatà-Archi di Reggio Calabria, diretto dalla Dott.ssa Serafina Corrado, rappresenta una vera scuola di vita per le nuove generazioni. (rrc)