LA TRADIZIONALE CLASSIFICA DEL QUOTIDIANO ITALIA OGGI SUI CAPOLUOGHI ITALIANI DOVE SI VIVE MEGLIO;
Il centro storico di Vibo Valentia

QUALITÀ DELLA VITA, LA CALABRIA IN CODA
CROTONE ULTIMA, MA C’È VIBO CHE RISALE

La tradizionale classifica del quotidiano Italia Oggi assegna, come ormai da tradizione, gli ultimi posti alle città calabresi per la qualità della vita. Crotone ribadisce il suo ruolo da ultima della classe, ma per fortuna ci sono tiepidi e incoraggianti segnali da Vibo Valentia che risale di otto punti la classifica. Dunque a Vibo si vive un po’ meglio. L’indagine sulla Qualità della vita di Italia Oggi e l’Università La Sapienza, vede il capoluogo conquistare il 92esimo, otto punti in più rispetto al 2022. Un risultato importante, nonostante la posizione comunque molto bassa, ma un importante segnale, soprattutto se si considera che Reggio, Catanzaro e Crotone hanno mantenuto le stesse posizioni del 2022. Cosenza, invece, ha perso tre posizioni.

Il report, giunto alla 25esima edizione, ha analizzato le dimensioni di affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero.

Quello che è emerso, dunque, è che la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 province su 107, in linea con gli ultimi due anni (erano 64 nel 2022; 63 nel 2021; 60 nel 2020, anno dell’emergenza pandemica). Si tratta per lo più di province dell’arco alpino, centrale e orientale, della pianura padana e dell’appennino tosco-emiliano, con ramificazioni verso Toscana, Umbria e Marche.

Al contrario, le province del Sud e delle Isole compaiono quasi integralmente nei gruppi 3 e 4 dell’indagine, in cui la qualità della vita è valutata scarsa o insufficiente.

L’indagine 2023 conferma una tendenza: la frattura tra il Centro-Nord, più performante e resiliente, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità.

Tornando alle province calabresi, per quanto riguarda Affari e Lavoro, il vibonese occupa il 96esimo posto, preceduta da Catanzaro (94) e seguita da Reggio (97) e Cosenza (98) e Crotone (107), come nelle ultime quattro passate edizioni. Nell’indagine, poi, si analizza il caso della città pitagorica, a confronto di Bolzano, che è in testa alla classifica.

Quello di Crotone «è un caso paradigmatico di provincia del Mezzogiorno, di cui presenta le tipiche vulnerabilità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita. La provincia di Crotone si classifica nel gruppo 2 nella dimensione del sistema salute, nel gruppo 3 nelle dimensioni relative a popolazione e reati e sicurezza, nel gruppo di coda nelle restanti 6 dimensioni (affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, reddito e ricchezza, sicurezza sociale e tempo libero)».

Per quanto riguarda l’ambiente, Catanzaro è 65esima, mentre Vibo si posiziona 89esima, preceduta da Cosenza (80) e seguita da Reggio (98), Crotone (103).

Per reati e sicurezza, «l’analisi dei risultati ottenuti nelle passate edizioni denota una sostanziale stabilità del quadro relativo alla sicurezza». Per questo ambito, Cosenza è 27esima, mentre Reggio 31esima. Seguono, poi, Vibo (48esima) Crotone (70esima) e Catanzaro (80esima).

«La dimensione della sicurezza sociale – si legge – ha subito alcune significative variazioni nell’impianto. Rispetto al disegno dello scorso anno, è stato eliminato il dato sui Neet, ovvero la percentuale di persone in età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non aderiscono a programmi di formazione, in quanto non più prodotto dall’Istat. L’indicatore è sostituito dal tasso di inattività registrato tra i 25 e i 34 anni. Inoltre non è più riportata l’incidenza dei casi registrati di Covid-19, in quanto nuovamente i relativi dati di base non sono più pubblicati».

«Il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni – si legge ancora – da quest’anno è pubblicato separatamente per maschi e femmine, al fine di catturare l’effetto dovuto alla diversità di genere. Per catturare l’effetto determinato dalla diffusione del Covid-19 abbiamo calcolato la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio-31 luglio 2023 fra gli individui di età inferiore a 65 anni rispetto alla media quinquennale registrata fra il 2015 e il 2019, sempre con riferimento ai primi sette mesi dell’anno».

«Lo stesso indicatore – si legge ancora – è riportato con riferimento agli individui di età maggiore o uguale a 65 anni. Infine le dimissioni per trattamento sanitario obbligatorio (TSO) non sono più calcolate per 100 mila abitanti, ma sulle dimissioni ospedaliere totali. A seguito di tali innovazioni metodologiche il piazzamento conseguito da una qualsiasi provincia lo scorso anno, che continua ad essere riportato per completezza, non deve essere confrontato con la posizione in classifica del 2023».

Su questo ambito, Catanzaro è 64esima, seguita da Vibo (84), Crotone (86), Reggio (91) e Cosenza (104).

Su Istruzione e Formazione, viene evidenziato come l’obiettivo di questo ambito è quello di «una maggiore dotazione di capitale umano, infatti, è una precondizione per una maggiore produttività e, dal punto di vista settoriale, favorisce una maggiore specializzazione in produzioni ad alto valore aggiunto, con evidenti benefici per la collettività, non soltanto sotto il profilo di una migliore capacità nella generazione di reddito».

«La dimensione comprende 6 indicatori, tutti positivamente associati alla qualità della vita, tratti dal BES (Benessere equo e sostenibile) curato dall’Istat: tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia (che consente indirettamente di cogliere la dispo-nibilità sul territorio di asili), percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni in possesso di laurea o altri titoli c.d. terziari, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente e, dallo scorso anno, la percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche».

Le cinque province calabresi, purtroppo, sono tutte verso la fine della classifica, con Crotone che chiude. Vibo è 84esima, Cosenza 90esima, seguita da Catanzaro (90) e Reggio (91).

Per quanto riguarda la popolazione, Catanzaro è 57esima, seguita da Cosenza (63), Vibo (64). Reggio e Crotone si posizionano, rispettivamente, al 70esimo e 71esimo posto.

Sul Sistema Salute, Catanzaro – assieme ad Ancona e L’Aquila – conferma l’eccellente piazzamento conseguito nella scorsa edizione.

«La scarsa consistenza numerica del primo gruppo segnala che nelle province italiane la dotazione di servizi sanitari – si legge – si attesta prevalentemente su livelli medi o medio-bassi. In generale, per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei servizi, questa si presenta ampiamente eterogenea. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle province in cui è presente un grande centro urbano (Roma, Milano), in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa, Siena), ma esistono anche altri fattori. L’eterogeneità nella distribuzione territoriale delle strutture sanitarie riflette verosimilmente le caratteristiche dei rispettivi bacini di utenza o specifiche scelte politiche nazionali e soprattutto locali. Va comunque notato che nelle prime 50 posizioni figurano tutte le province in cui sono presenti centri urbani di dimensioni medie e grandi».

Nello specifico, Crotone è sesta, seguita da Catanzaro (10). Reggio è 51esima, Cosenza è 77esima, mentre Vibo è 100esima.

Sul tempo libero, l’indagine ha evidenziato come «complessivamente, il gruppo di testa comprende 21 province ed è caratterizzato da una notevole stabilità nel tempo, con una presenza pressoché esclusiva di province dell’Italia centro-settentrionale, ad eccezione della provincia di Sassari in rappresentanza dell’Italia meridionale e insulare».

Le cinque Province calabresi, purtroppo – ad eccezione di Catanzaro e Cosenza che sono state ritenute “scarse” e si sono posizionate rispettivamente 65esima e 77esima  – sono risultate insufficienti su questo ambito: Reggio (83), Vibo (100) e Crotone 107esima.

«La dimensione del reddito e della ricchezza – si legge – è stata oggetto di una profonda revisione due anni fa. La nuova struttura comprende ora il reddito medio annuo pro capite, il reddito medio annuo pro capite dei lavoratori dipendenti, l’importo medio annuale (e non più mensile) dei trattamenti pensionistici, la ricchezza patrimoniale pro capite e, nella sottodimensione negativa, la variazione dei prezzi al consumo, i valori immobiliari, l’incidenza delle sofferenze bancarie per i prestiti alle famiglie e l’incidenza dei trattamenti pensionistici di modesta entità sul totale dei trattamenti erogati».

Catanzaro è 86esima, mentre Vibo si è posizionata 91esima, seguita da Reggio (94), Cosenza (102) e Crotone (107). (rrm)