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Le Associazioni nazionali dei Sociologi: La Regione ignora la nostra esistenza

Individuare le forme più idonee alla giusta valorizzazione della figura dei sociologi calabresi. È quanto chiedono i presidenti della Società Italiana di Sociologia della Salute, Rocco Di Santo, Patrizia Magnante, presidente della Società Italiana di Sociologia, Pietro Zocconali, presidente Associazione Nazionale Sociologi e Leonardo Benvenuti, presidente dell’Associazione Italiana Socioterapia al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e all’assessore regionale alle Politiche Sociali, Emma Staine tramite un incontro.

In una nota sottoscritta dalle principali associazioni professionali ed accademiche dei sociologi, infatti, è stato evidenziato che con l’approvazione della delibera n. 499 del 26.09.2023, la regione Calabria si è dotata di un nuovo regolamento per dare concreto avvio al sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali, previsti dalla Legge 8 novembre 2000, n. 328 e dalla L.R. e n. 23/2003.

«Il settore dei servizi sociali – viene precisato nel comunicato – richiede in Calabria un urgente e qualificato cambio di passo attraverso cui offrire finalmente ai calabresi risposte qualificate per le esigenze espresse dalle diverse fasce della popolazione tra cui le famiglie, i minori, persone con disabilità, individui con dipendenze o con problemi di salute mentale, gli anziani, gli immigrati e gli adulti che vivono in condizioni di povertà e disagio, privi di una dimora».

«L’emergenza covid ha rimarcato il ruolo determinante per il benessere e la vitalità delle comunità svolto da mirate politiche sociali e sanitarie – continua la nota –. Per tale ragione la parola chiave per una buona programmazione dei servizi sociali è prevenzione del disagio, economico e relazionale, attraverso servizi e politiche attive innovative. In ragione di tali considerazioni risulta incomprensibile, a tutte le associazioni di rappresentanza dei sociologi, la scelta operata dalla regione Calabria di escludere dall’elenco degli operatori previsti negli organici dei diversi servizi individuati con il menzionato regolamento, proprio la figura dei sociologi. Tale scelta è frutto, con ogni probabilità, di una scarsa conoscenza dei contenuti didattici e dalle competenze tecniche in capo alla figura del Sociologo la cui presenza è fondamentale per il miglior funzionamento dei sistemi territoriali sociali e sanitari».

«La scelta operata– viene evidenziato nel comunicato – appare un atto di incomprensibile discriminazione che costituisce altresì una mortificazione dei sacrifici degli studenti e delle rispettive famiglie, che  hanno investito tempo e risorse economiche per il conseguimento di  questo titolo di laurea, nonché un’ assoluta mancanza di riconoscimento e valorizzazione delle università calabresi, in particolare della facoltà di sociologia, attivata da anni presso l’università magna Grecia di Catanzaro». (rcz)