Centro Agape e Comunità Competente: Mancano in Calabria strutture socio-sanitarie per i minori

In Calabria mancano strutture socio-sanitarie per i minori con patologie. È questo l’allarme lanciato dal Centro Agape e da Comunità Competente, lanciando un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, affinché si attivino le Unità Operative Complesse Ospedaliere Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale, che sia potenziata la Rete territoriale con l’assunzione di neuropsichiatri infantili.

E, ancora, «siano bandite le ore di specialistica ambulatoriale interna e attivati i Centri Residenziali e Semiresidenziali». Questo chiedono Mario Nasone e Rubens Curia a Occhiuto, soprattutto perché è stato pubblicato il Programma Operativo 2022-2025.

Nasone e Curia chiedono di fare presto perché adesso ci sono tutte le condizioni per attuare una Rete Integrata Ospedale/ Territorio della NPIA che dia risposte in Calabria ai bisogni di salute in questo settore, si impegnano a collaborare per la ricerca di soluzioni ma anche a intensificare l’azione di denuncia di sensibilizzazione di queste gravi inadempienze del nostro sistema sanitario regionale.

«Aspettiamo la tragedia? – si legge in una nota –. È stato questo l’ennesimo grido di allarme che il Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale dei Minorenni Roberto Di Palma ed il Presidente Marcello D’Amico hanno lanciato nei giorni scorsi alle istituzioni competenti sulla mancanza di strutture socio sanitarie sul territorio regionale per minori con patologie neuro psichiatriche».

Solo nel distretto di competenza del Tribunale per i minorenni di Reggio  sono in questo momento sette i minori che avrebbero urgenza di questi servizi specializzati, minori definiti dal Procuratore vere e proprie “mine vaganti” suscettibili di gravi rischi per la incolumità per sé stessi e per i familiari. Anche Teresa Chiodo, Presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro denuncia che sono anni che sollecita invano le istituzioni ad intervenire. Il Centro Comunitario Agape e la rete comunità Competente tramite i referenti Mario Nasone e Rubens Curia aggiungono la loro voce per segnalare «questa grave negazione di diritto alla salute di questi minori per i quali a causa dell’assenza in regione  di un reparto ospedaliero di neuropsichiatria infantile e di strutture specializzate rilevando che non  si può continuare a sopperire collocando questi minori in centri di altre regioni, scelte  che comportano rilevanti oneri economici e soprattutto lo sradicamento  dalla famiglia e dal territorio di residenza che si deve attrezzare per la loro  presa in carico».

«Per dare risposte – viene evidenziato – sono necessari unità operativa ospedaliera di NPIA per il ricovero in fase acuta e per la definizione diagnostica, le strutture territoriali residenziali e semiresidenziali per i disturbi neuropsichici gravi per il ricovero dopo la dimissione ospedaliera. Per il Centro Comunitario Agape e Comunità Competente, serve ricostruire l’intero sistema sui minori, dalle comunità alle famiglie, dai servizi per minori alle strutture in una regione dove abbiamo   comunità educative che funzionano con 5 educatori (uno a 10) h24 senza professionalità specifiche, con rette insufficienti e che si fanno carico di minori con disturbi anche gravi con il risultato che il settore sta implodendo su sé stesso». (rrc)

Al via il Censimento dei servizi a favore della famiglia e dei minori del Centro Agape

Il centro Comunitario Agape e l’Assessorato al Welfare del Comune di Reggio Calabria avviano un Censimento dei Servizi a favore della famiglia e dei minori.

Una iniziativa realizzata per «fronteggiare le povertà educative e il disagio minorile e familiare nel nostro territorio che sono in continuo aumento  diventa fondamentale avere conoscenza di tutte le risorse pubbliche e private che a vario titolo si occupano di queste problematiche».

« Un capitale sociale prezioso – viene spiegato in una nota – che va condiviso e se possibile messo in rete per migliorare e potenziare le risposte da dare ai cittadini che si rivolgono alle diverse organizzazioni che chiedono informazioni e aiuto. Oggi manca una mappatura aggiornata di questi servizi  che non dà contezza di una rete di risorse importanti  già esistenti sul territorio anche se non sufficienti a rispondere alle domande dei cittadini interessati. Per colmare questa lacuna l’assessorato al Welfare ed il centro Comunitario Agape hanno concordato di avviare un lavoro di raccolta dati attraverso una scheda di rilevazione per ogni servizio attivo in città  a favore dei minori e delle famiglie contenente le informazioni essenziali sulle attività svolte dai diversi organismi».

«Le schede saranno inserite in una guida ai servizi che sarà pubblicata e messa a disposizione di tutti gli operatori – viene spiegato – che a vario titolo sono impegnati su questo versante. Il censimento sarà anche l’occasione per aprire una riflessione sulle politiche sociali che riguardano famiglia e minori, su come valorizzare l’esistente e soprattutto sulle scelte da fare per migliorare l’offerta dei servizi all’interno del piano di zona sul Welfare approvato dal Comune di Reggio».

«In una lettera congiunta inviata a tutti i soggetti interessati – continua la nota – l’assessore al Welfare Demetrio Delfino ed il presidente del centro Comunitario Agape Mario Nasone auspicano una larga partecipazione all’iniziativa».

Il servizio sarà curato gratuitamente dal centro Agape con il quale ci si potrà  mettere in contatto per ricevere informazioni e la scheda da compilare inviando email a segr.agape@gmail.com o telefonando a 0965/894706. (rrc)

Il Vescovo Fortunato Morrone ha incontrato i volontari del Servizio Civile di Agape

Il vescovo di Reggio Calabria-Bova, Fortunato Morrone, ha incontrato i volontari del Servizio Civile di Agape.

L’incontro, svoltosi nella sede del Centro, è stato molto emozionante, organizzato con l’obiettivo di fare conoscere al presule l’esperienza del progetto Reggio Solidale, un percorso  che vede dieci volontari coinvolti all’interno dei centri di accoglienza Casa Reghellin per donne in difficoltà, casa don Italo per ammalati di Aids, la Cooperativa Soleinsieme di donne in difficoltà, Arteinsieme per giovani con disabilità nonché all’interno del centro di ascolto per madri sole e nel servizio  affidi e assienza legale della Marianella Garcia.

Un progetto inserito nel programma promosso dal Mo.V.I. – Movimento Italiano del volontariato che coinvolge 59 associazioni in 12 Regioni, 24 Provincie e 36 città italiane, nonché in Senegal in percorsi di educazione alla cittadinanza attiva ed alla solidarietà. Hanno contribuito all’arricchimento di queste esperienze altre due volontarie che prestano servizio alla Piccola Opera Papa Giovanni, anche questa esperienza molto forte e coinvolgente.

L’incontro si è svolto c/o la sede del Centro che è stata anche la casa di Don Italo Calabrò il quale è stato negli anni settanta uno dei promotori del servizio civile all’interno della Caritas Italiana. Una scelta che è stata definita esemplare perché dava e dà ai giovani la possibilità di incontrare il mondo della fragilità e della sofferenza e di riscoprire i valori della fraternità e dell’accoglienza

La volontaria Chiara ha illustrato il progetto che ha come obiettivo soprattutto quello di favorire l’accoglienza ed il reinserimento sociale di persone in condizione di disagio e di donne vittime di violenza attivando percorsi di autonomia. A seguire gli altri volontari, Maria Teresa, Abigail, Alice, Francesca, Eleonora, Danilo, Andrea, Ilaria, Federica, si sono poi alternati nel racconto al vescovo delle esperienze forti e significative che stanno vivendo all’interno dei vari servizi che hanno permesso loro di toccare con mano storie di sofferenza ma anche di riscatto di donne che hanno deciso di riprendere in mano la propria vita e quella dei figli per costruirsi un futuro diverso.

Ogni volontario ha raccontato la sua esperienza facendo capire come il volontario è fondamentale nell’aiuto e cura delle persone più fragili che chiedono soprattutto amicizia e compagnia ma tutti hanno sottolineato come sono state le persone definite fragili ad accogliere loro diventando maestri di vita. 

Dopo avere ascoltato tutte le esperienze   il vescovo Morrone ha concluso con una provocazione. «Cosa ne farete di questa esperienza? Ha quindi augurato loro che le relazioni che hanno vissuto continuino a fare parte della loro vita, per portarsele dentro per sempre – ha detto il vescovo Morrone –. Che possano incidere nelle loro scelte future per dare Speranza lì dove saranno chiamati a vivere. Le occasioni ci fanno Amanti, per diventare persone che Amano la vita. Aggiungendo che tutto questo ci viene dal Vangelo, dalla Rivelazione, un velo che si apre e si mostra un volto, il volto di Dio che Amante della vita e questa vita la promuove continuamente. Ha quindi augurato loro di essere contagiosi, della contagiosità bella che ama la vita, quella che ti viene dopo aver incontrato delle persone».

I giovani hanno ringraziato per la visita il vescovo perché sono usciti da questo confronto arricchiti e pronti a testimoniare le belle esperienze che questo progetto che ha anche offerto loro la possibilità di contribuire a   ridare voce e dignità a chi fa più fatica. All’incontro erano presenti Don Antonino Iaccino, assistente spirituale dell’Agape, Nella Restuccia responsabile della casa Reghellin, Alessandro Cartisano associazione Abaki e presidente regionale MOVI, Alfonso Canale membro della Caritas, Giusy Nuri presidente della sartoria Soleinsieme, Nuccio Vadalà, membro di Arteinsieme, Giuliano Quattrone, redattore del giornale online Nem (nessuno escluso mai), Lucia Lipari avvocati Marianella Garcia, Mario Nasone presidente di Agape ha espresso l’auspicio che si parli di più da parte delle agenzie educative e dei mezzi di informazione del servizio civile, una delle poche opportunità che si danno oggi ai giovani per fare esperienze formative importanti anche per il loro futuro lavorativo e sociale. (rrc)

 

L’appello del Centro Agape: Istituire la Giornata nazionale dell’affido familiare

Istituire la Giornata nazionale dell’Affido. È l’appello che il Centro Comunitario Agape, impegnato da oltre 40 anni nella promozione di questa forma di accoglienza, ha rivolto ai parlamentari calabresi, affinché si attivino per istituire questa giornata.

Di questo, se ne parlerà anche nel convegno Verso la Giornata Nazionale dell’Affido, promosso dal Tavolo nazionale Affido, che raggruppa le Associazioni che in Italia si occupano di affidamento, e a cui parteciperà la Ministra per la Famiglia, la Garante Nazionale per l’Infanzia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il Coordinamento degli assessorati regionali alle politiche sociali e l’ordine Nazionale dei giornalisti.

Sarà anche l’occasione per lanciare la proposta di istituire la Giornata Nazionale dell’Affido il 4 maggio di ogni anno.Una giornata per ricordare che il 4 maggio 1983 il Parlamento Italiano votava la legge 184 la quale stabiliva che “Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia”, ma quando Il minore “è temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, può essere affidato ad un altra famiglia, […] in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione”; la risposta a quel suo bisogno è un’altra famiglia che lo accolga.

Il Centro Agape, infatti, ha auspicato che «questo principio, che una legge ha riconosciuto, possa avere un momento, ufficiale e stabile, non “celebrativo” ma di riconoscimento del valore dell’accoglienza svolto da migliaia di famiglie italiane, faccia da complemento ad una azione continua di promozione e di attuazione dei principi contenuti nella legge 184/83 e nelle successive modifiche che l’hanno completata. Crescere in famiglia è un diritto che ha quasi 40 anni, ma che deve ancora crescere, e diventare reale e esigibile».

«Anche in Calabria – conclude la nota – dove questo diritto è negato e dove sono un migliaio i bambini calabresi che vivono fuori della famiglia, con linee guida sull’affido approvate dalla regione che da oltre 15 anni attendono di essere applicate». (rrc)

Centro Agape: a Reggio nato il Comitato per i Bambini e le mamme dell’Ucraina

È stato costituito, su iniziativa del Centro Comunitario Agape, referente la vicepresidente Lucia Lipari, un comitato per i bambini e le mamme dell’Ucraina.

Il Comitato è composto dalle parrocchie del Crocefisso e di sant’Agostino, rette da don Marco Scordo e da Padre Gabriele Bentoglio, dall’Associazione Ulysses di Marisa Cagliostro, dal Banco Alimentare di Giuseppe Bognoni, dalla Coop Demetra con Cristina Ciccone, dai Medici del Mondo con Alberto Politi, dai Patronato della Cigl con Mimma Pacifici e della Cisl con Federica Sgrò e con la compagnia Teatrale Scena Nuda di Teresa Timpano, ed è la risposta che alcune parrocchie, associazioni e privati di Reggio si sono attrezzate a dare  aprendo una sorta di piccolo corridoio umanitario con l’Ucraina e con la vicina Polonia.

Grazie a questa alleanza sono state già accolte presso famiglie o in alloggi messi a disposizione dalla generosità di privati  otto  nuclei familiari per un totale di venti donne e dieci  bambini sfuggiti alla guerra.In sinergia con la Caritas Diocesana s’intende estendere l’accoglienza ad altrettanti  madri con bambini che con grande difficoltà stanno cercando di arrivare nella nostra città con la mediazione in alcuni casi di loro connazionali che vivono da tempo a Reggio. Il metodo scelto è quello dell’accoglienza diffusa che farà leva su progetti familiari personalizzati che prevedono: l’individuazione di un volontario-tutor quale punto di riferimento della famiglie accolta sia per le necessità quotidiane che per il raccordo con enti ed istituzioni; il reperimento di alloggi dove ospitare i minori con le loro mamme prevedendo la copertura delle spese delle utenze, di eventuali lavori di adattamento, di acquisti di quanto necessario; la programmazione di attività di sostentamento (vitto, vestiario, medicine per i minori, ecc.), inserimento scolastico, cure sanitarie e sostegno psicologico, accesso ad attività sportive; l’assistenza legale ed il raccordo con i Servizi sociali Comunali, Questura, Asp e il Tribunale dei Minori; corsi di alfabetizzazione per i minori e le mamme e collaborazione con mediatori linguistici e culturali.

Il Comitato intende impegnarsi a fondo per collaborare con le istituzioni pubbliche competenti, ed in primis con il Comune, ricordando che tale Ente è quello deputato istituzionalmente alla presa in carico dei profughi ed auspicando che l’Assessorato ai servizi sociali istituisca al più presto una unità di crisi in grado di coordinare le diverse iniziative che si stanno sviluppando sul territorio.

Nel frattempo, presso la sede dell’associazione Agape sarà attiva mattina e pomeriggio una segreteria del Comitato alla quale ci si potrà rivolgere (via mail all’indirizzo segr.agape@gmail.com o al n. di telefono 0965894706, 3880561653) per offrire la propria disponibilità per le necessità di accoglienza sopra indicate ( disponibilità di alloggi, , disponibilità all’accoglienza di una madre con bambini, volontariato per affiancamento/inserimento dei bambini,  ecc.), donazione di viveri, pannolini, alimenti per bambini, medicine che potrà essere fatta c/o la Chiesa del Crocefisso (tel.0965/891266- 3880559227). Nella  sede di Agape in via P. Pellicano 21/h.

Inoltre, a breve sarà operativo  uno sportello di ascolto e consulenza per le donne ucraine a cura della Coop Demetra, dal Centro Diocesano  Migrantes, dai Patronato della Cgil e della Cisl con l’utilizzo di mediatori linguistici e legali.

L’attività del Comitato si svolgerà nel pieno rispetto della privacy delle donne e dei minori accolti, nel contempo sarà anche promossa nei prossimi giorni una raccolta fondi per le spese non coperte da donazioni,  a favore dei minori, totalmente trasparente, attraverso il rendiconto periodico delle persone assistite, degli aiuti ricevuti e di quelli erogati.Portavoce del  coordinamento del Comitato sarà svolto da Lucia Lipari, Agape (tel. 3204203914)  e Marisa Cagliostro, Ulysses (tel. 3471713889). (rrc)

Centro Comunitario Apage: Attivare i Centri affido in tutta la regione

Attivare almeno cinque centri  affido distribuiti in tutta la regione. È quanto hanno chiesto Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape e Lucia Lipari, vicepresidente del Centro, all’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, nel corso di un incontro.

Si tratta, infatti, di servizi fondamentali per sensibilizzare, reperire e sostenere l’esperienza dell’affido, un servizio delicato e complesso che garantisce  nuove opportunità ai minori che hanno diritto a vivere in una  famiglia ma che ha bisogno di una progettualità adeguata.

L’emergenza profughi della ucraina ha fatto ancora un volta emergere la grande generosità delle famiglie calabresi che in tantissime  hanno risposto all’appello di Agape di accogliere temporaneamente minori provenienti dall’Ucraina. Disponibilità che saranno comunicate dall’associazione alle prefetture che hanno la responsabilità di intervenire sui minori stranieri non accompagnati  che stanno arrivando in Calabria.

Un dato, quello delle  famiglie disponibili all’affido, importante che deve, però, spingere regione e enti  locali a valorizzare maggiormente questo enorme capitale sociale di cui dispone la calabria  che può essere speso a favore di tutti i minori, anche di quelli calabresi in difficoltà che hanno bisogno di avere famiglie e adulti che li accompagnino nella loro crescita.

Nel corso dell’incontro, Nasone e Lipari hanno chiesto che la regione applichi le linee guida regionali sull’affidamento familiare «che, a distanza di quindici anni, non hanno ancora avuto seguito lasciando la nostra regione anche in questo settore agli ultimi posti in Italia – si legge in una nota –. Con il risultato che nonostante le disponibilità delle famiglie questo importante strumento di tutela del minore non decolla perché manca una programmazione regionale e in particolare non sono stati fatti  investimenti adeguati con  assunzioni di assistenti sociali e psicologi negli Enti Locali».

L’assessore ha ribadito la sua attenzione verso l’affido, che da amministrazione locale ha favorito e il suo impegno a dare seguito alle linee guida migliorandone il testo. In particolare ha sottolineato la necessità di garantire che i progetti di affido in calabria rispettino i tempi previsti dalla legge, due anni eccezionalmente prorogati e che non diventino in modo surrettizio scorciatoie per l’adozione che deve avere altre modalità.

Per questo nella riorganizzazione dell’assessorato designerà dei funzionari dedicati a questo settore e si impegnerà a finanziare l’avvio di almeno cinque centri per l’affido che possano, con il coinvolgimento dei Comuni, dei Tribunali per i minorenni e del terzo settore, dare una risposta omogenea in tutto il territorio regionale.

Durante l’incontro, la vicepresidente di Agape Lucia Lipari, anche a nome di diverse Associazioni, ha ricordato anche l’urgenza di varare una legge regionale sul contrasto alla violenza di genere, offrendo all’assessore la disponibilità a dare un contributo per l elaborazione di un testo che possa segnare un cambio di marcia anche in questo settore. (rrc)

Il Centro Comunitario Agape e Progetto Famiglia: Accogli un bambino o una mamma ucraini

Il Progetto Famiglia, che opera in tutto il Sud, e il Centro Comunitario Agape, lanciano un appello per garantire un’accoglienza anche nel nostro territorio calabrese di un bambino o di una mamma ucraini.

Le mamme sono donne di età varia, per lo più nella fascia compresa tra i 20 e i 45 anni, con uno o più figli minorenni, i cui mariti sono rimasti in Ucraina per la guerra. Donne che prima del conflitto conducevano una vita normale, bambini e ragazzi che andavano a scuola, che facevano sport, che avevano degli amici. Hanno un’età molto ampia (da 0 a 17 anni), anche se il maggior numero è rappresentato da preadolescenti (11-13 anni) e adolescenti (14-17 anni).

In gran parte, i bambini e i ragazzi da accogliere non sono orfani, hanno famiglia e parenti con i quali, in Ucraina, avevano regolarmente rapporti e che sarà importante ricontattare, anche in vista del ricongiungimento, da realizzare appena sarà possibile.

I bambini e i ragazzi con famiglia non sono adottabili. La parte, minoritaria, di bambini e ragazzi privi di famiglia (perché orfana o comunque allontanata da nuclei familiari con gravissime problematiche) potrebbe essere adottabile ma è improbabile che questo possa avvenire da parte di coloro che offrono la disponibilità all’accoglienza temporanea. La durata delle accoglienze non è al momento prevedibile, il periodo potrà variare in base ai casi specifici. Alcuni bambini e ragazzi potrebbero ricongiungersi con le famiglie in tempi brevi. Per altri potrebbe essere necessario attendere a lungo.

Quanto ai tratti comportamentali, molti di questi  ragazzi hanno subito traumi familiari, ai quali si aggiunge il dramma della fuga dalla guerra. È possibile che alcuni di essi esprimano i loro disagi interiori adottando comportamenti problematici. In questi casi, i ragazzi saranno ospitati nelle Comunità di accoglienza, dotate di operatori specializzati. Nelle famiglie si punterà ad inviare minori con comportamenti compatibili alle esigenze di tranquillità di una normale famiglia.

Il format di disponibilità promosso da Progetto Famiglia ed Agape chiede di indicare se si è disponibili per mamme con figli, per ragazzi (11-17 anni) o per bambini (0-10 anni). Ulteriori specifiche (ad esempio il sesso dei bambini, disabilità, etc.) potranno essere espresse durante i colloqui con l’équipe di Progetto Famiglia, in considerazione delle caratteristiche del nucleo familiare accogliente per favorire un corretto abbinamento con i minorenni ucraini.

Mamme e minori accolti hanno bisogno di almeno camera da letto a loro disposizione. Meglio ancora se è possibile riservargli anche un bagno. Le mamme con bambini possono essere ospitate anche in autonomia, in appartamenti liberi, purché seguiti con un contatto quotidiano da parte della persona/famiglia che mette a disposizione i locali.

Le famiglie e le persone interessate possono rivolgersi per informazioni e dare la disponibilità ai seguenti contatti:

Segreteria Agape: 3519311525/0965894706/3880561653 Mail: affido.agape@gmail.com segr.agape@gmail.com. (rrc)

Violenza giovanile a Reggio: le proposte del Centro Agape

Per il Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria, per rispondere alla sfida educativa di carattere strutturale «è il momento di pensare ad un nuovo approccio che deve portare alla costruzione di un progetto giovani in grado di mobilitare, mettere in rete tutte le risorse disponibili a spendersi su questo fronte».

«Ad ondate periodiche – si legge in una nota – la cronaca cittadina registra episodi che riguardano adolescenti e giovani: aggressioni, risse, atti di vandalismo, suicidi, abbandono scolastico, devianza, baby gang chi si iniziano a formare in alcune  zone della città. Assieme a questo i  disagi psicologici diffusi che hanno colpito i ragazzi, acuiti dalla pandemia e che non trovano risposte da parte delle istituzioni e delle agenzie educative. A questi episodi seguono puntualmente  reazioni di  indignazione, di preoccupazione, appelli e  commenti anche congruenti e qualificati. Di norma, quando si spengono i riflettori su questi eventi  si passa ad un silenzio assordante, in attesa del prossimo episodio e non si vedono soprattutto da parte delle istituzioni  risposte  organiche e soprattutto investimenti in risorse umane e finanziarie».

«Tutti concordiamo – continua la nota – che non ci troviamo di fronte ad una emergenza educativa ma a una vera  e propria sfida educativa di carattere strutturale. La questione minorile e giovanile rimane irrisolta e ha investito tutto il nostro paese come i fatti di Milano con il fenomeno baby gang ci confermano  e ce non può essere delegata alle forze dell’ordine come questione criminale».

«Per rispondere adeguatamente ai bisogni dei giovani – viene ribadito – è necessario superare le strategie tradizionalmente impostate per settori ed aree di intervento (sport, cultura, servizi sociali ecc.) a favore di logiche organizzative ed operative per obiettivi   Un progetto su cui investire in modo intelligente le tante risorse che arriveranno anche dal Pnrr».

«Nella recente audizione – prosegue la nota – che come Agape abbimi avuto con la commissione politiche sociali del comune abbiamo proposto  di organizzare come Consiglio Comunale ,nei prossimi mesi, un momento di ascolto, confronto e programmazione su questo tema attuando anche  un articolo dello statuto comunale che recita: il Comune può indire, per dibattere problemi locali o questioni che rivestono particolare rilievo per la comunità pubbliche assemblee di cittadini. In particolare, il Comune si impegna a tenere almeno una volta l’anno una consultazione dedicata ai problemi dell’infanzia, dei minori e dei giovani. Una sorta di stati generali sull’educazione da preparare assieme a tutte le agenzie educative interessate  e che veda soprattutto protagonisti i giovani che vanno  ascoltati e coinvolti nelle scelte».

«Un ruolo importante in questo percorso – continua la nota – lo potrà svolgere anche  la rete delle alleanze educative che da alcuni anni opera in modo significativo in città alla quale aderiscono dodici istituti scolastici e trenta associazioni e che potrebbe essere potenziata.Da coinvolgere anche Procura  ed il Tribunale per i minorenni che rappresentano un Osservatorio privilegiato, una sorta di termometro del disagio minorile e familiare che si vive nel territorio. Un progetto giovani che potrà avere un importante sostegno dalla città metropolitana e che potrebbe essere esteso anche alla zona ionica e tirrenica».

«È tempo di scuotersi e di agire – viene sottolineato – come adulti e come istituzioni  siamo chiamati ad  essere credibili quando parliamo dei giovani come scommessa sul futuro della nostra comunità.Una sfida del genere merita di essere accolta da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e dalle tante agenzie educative che sono  chiamate a superare la tentazione dell’autoreferenzialità per costruire una vera comunità educante, l’unica barriera possibile per prevenire e contrastare il malessere dei nostri giovani».  (rrc)

“Legami per Crescere”, Comune di Reggio e Centro Comunitario Agape insieme contro la povertà

Si chiama Legami per crescere il protocollo d’intesa che impegna il Comune di Reggio Calabria e il Centro Comunitario Agape a dare un aiuto concreto ai minori in difficoltà e una mano tesa alle famiglie “fragili” del territorio cittadino che vivono in condizione di disagio socio-economico e relazionale.

Il protocollo, siglato nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, è stato illustrato dal sindaco f.f. Paolo Brunetti, dall’assessore comunale alle Politiche sociali, Demetrio Delfino e dal presidente di “Agape”, Mario Nasone.

Il mondo giovanile ci sta inviando messaggi molto chiari, ha evidenziato il Sindaco f.f Brunetti, «attraverso continue manifestazioni di disagio, dispersione scolastica e purtroppo in alcuni casi anche atteggiamenti violenti che quotidianamente osserviamo lungo le strade e gli spazi pubblici della nostra città. Eventi ormai non più episodici di fronte ai quali non possiamo fermarci a guardare con rassegnazione ma, al contrario, agendo con la consapevolezza di poter cambiare lo stato delle cose mediante il rinnovo e il rafforzamento di quel patto educativo che deve vedere impegnate e artefici tutte le forze sane della comunità».

«E, naturalmente – ha proseguito – anche le istituzioni che devono guidare e sostenere ogni azione che il tessuto sociale promuove a favore dei più fragili. Voglio ringraziare per questo importante protocollo il Centro Agape, l’assessore Delfino e naturalmente tutto il Settore Welfare che ogni giorno si prodiga per garantire servizi e impegno di prossimità a chi vive in condizione di difficoltà e disagio».

«Il disagio giovanile in questo particolare momento storico – ha detto ancor Brunetti – continua ad essere un tema di stringente attualità, ha rimarcato l’assessore Delfino, evidenziando inoltre che su questo argomento “è sempre necessario mantenere altissima l’attenzione anche attraverso iniziative e azioni mirate a sostegno della rete delle famiglie e in generale delle fragilità. Questa collaborazione, tra il Centro Comunitario Agape e il Settore Welfare del Comune, va esattamente in questa direzione, ovvero provare a tendere una mano ai tanti minori che vivono in condizioni di disagio che può essere legato a molteplici fattori, aiutando anche i loro nuclei familiari di provenienza mediante l’affido a famiglie che li aiutino a compiere un percorso di crescita più tranquillo e sereno».

«Si tratta – ha spiegato – di un intervento complesso e delicato che tuttavia nella nostra città si sviluppa nell’ambito di un’antica e consolidata tradizione in materia di affido familiare. E questo protocollo intende offrire un contributo ulteriore attraverso uno sportello che si chiamerà “Informa Affido” a disposizione di quei gruppi famiglia che intendono abbracciare questa sfida ma anche del Tribunale dei minori e naturalmente di tutte quelle realtà cittadine dell’associazionismo impegnate in questo contesto».

«Si tratta di un progetto ambizioso – ha concluso – che oggi può godere del supporto professionale e qualificato di un gruppo di assistenti sociali che è stato recentemente implementato con l’ingresso di nuovi professionisti e ovviamente della grande esperienza maturata in decenni di attività sul territorio, da parte del Centro Comunitario Agape».

Di piena emergenza educativa ha infine parlato Nasone, «per tanti bambini e giovani della nostra città che vivono una condizione di difficoltà spesso legata all’assenza di una solida rete familiare. Abbiamo dati allarmanti, basti pensare ai centotrenta bambini che non sono stati iscritti alla prima elementare».

«L’affido – ha evidenziato Nasone – non è la risposta a tutte queste problematiche, poiché servono anche altri investimenti in particolare su spazi di aggregazione sociale, ma può sempre rivelarsi un contributo importante, specie in chiave educativa, ovvero senza allontanare il minore dalla sua famiglia d’origine. Un indirizzo, quello delle cosiddette famiglie solidali, che del resto ci viene indicato anche dal Tribunale per i minori e dai Servizi sociali. Per educare e far crescere un bambino serve un intero villaggio, di questo ne siamo certi». (rrc)

Rapporto sull’Infanzia e Adolescenza in Calabria, l’appello delle Istituzioni: la Regione usi il Pnrr per recuperare i ritardi

È unanime, da parte delle Istituzioni, la richiesta alla Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, di mettere nella loro agenda politica questo tema sul quale investire risorse regionali e del Pnrr e recuperando i ritardi del passato per quanto riguarda tutto ciò che riguarda l’infanzia e l’adolescenza.

Nello specifico, le associazioni hanno chiesto  un piano regionale sull’infanzia e l’adolescenza, una legge regionale sulla famiglia, l’attivazione di un osservatorio regionale sui bisogni e sulle risorse, un piano di contrasto della devianza minorile.

Tale appello arriva dall’incontro, svoltosi a Reggio Calabria, sul rapporto sull’infanzia e l’adolescenza in Calabria del CRC, organizzato dal Centro Comunitario Agape e a cui hanno preso parte i referenti di importanti istituzioni che in Calabria si occupano di minori, della loro tutela e della loro educazione.

Il Vescovo di Locri Francesco Oliva, in rappresentanza della conferenza episcopale della Calabria, è intervenuto in remoto alla presentazione del rapporto e ha definito “impietosa” la fotografia del disagio minorile in Calabria  documentata dai dati ed ha sottolineato l’urgenza che i bambini vengano messi al centro della attenzione della politica e della comunità e che gli interventi siano soprattutto centrati sulla famiglia che continua ad essere l’agenzia educativa più importante che se ne prende cura.

Un rapporto che documenta un divario insopportabile tra i diritti fruiti dai minori calabresi rispetto a quelli di cui godono i loro coetanei che vivono in altre aree del paese sottolineato nella sua introduzione da Raffaela Milano, Direttore di Save The Children per l’Italia.

Dagli interventi dei relatori, coordinati dalla psicologa Chiara Arillotta del centro Agape, è emerso come che in  Calabria le politiche sociali ed educative finora attuate non sono state in grado di garantire i diritti di cittadinanza fondamentali per i minori: diritto alla salute, alla famiglia, all’istruzione, al lavoro, alla socializzazione. In particolare e manca quindi una rete di protezione sociale per i minori che vivono un disagio personale e familiare sia di carattere economico che relazionale.

Il procuratore minorile Roberto Di Palma, del tribunale per i minorenni di Reggio, ha citato un dato emblematico dell’abbandono che vivono molti bambini: in sole tre scuole della città sono stati trovati ben 130 minori che non sono mai stati iscritti alla scuola elementare. Giovanni Schipani, del comitato art.44 ha denunciato che sono zero i posti in reparti di neuropschiatria e Maurizio Bonati, dell’Istituto “Mario Negri”, ha denunciato la cronica disattenzione verso l’infanzia in Calabria, che inizia prima ancora della nascita e che nel tempo si cronicizza. La Cardamone dei Villaggi Sos dei ragazzi a proposito del basso indice di lettura ha chiesto dove sono  in Calabria nelle scuole e nei quartieri  le biblioteche a cui possono accedere, Giorgio Marcello, dell’Unical, ha evidenziato come le aree della salute e dell’istruzione sono le più preoccupanti, ad es. con la mortalità infantile a 3,8 front del dato nazionale del 2,8 o della l’obesità del 15%, a fronte del 9% nel resto del paese.

La vicepresidente della Giunta regionale Giuseppina Princi, intervenendo in remoto dalla sede del  Ministero della salute ha assunto l’impegno a partire da questa fotografia del disagio minorile in calabria a dare risposte, in tempi brevi utilizzando delle economie di risorse non utilizzate per creare dei poli educativi tra comuni e associazioni e con l’anno nuovo convocare un tavolo di confronto e di programmazione per dare seguito alle  proposte che i candidati a governatore della Calabria, Occhiuto compreso, hanno sottoscritto aderendo all’appello della rete Con i minori e le famiglie e del Forum del terzo settore che aggrega le più importanti associazioni di tutela dei minori, con l’impegno di  approvare i provvedimenti in questa legislatura.

L’incontro è stato aperto da un video che ha dato voce ad alcuni ragazzi del quartiere di Arghillà, che hanno chiesto una città a loro misura,  con quartieri che non siano sommersi dalla spazzatura, che garantiscono loro spazi per giocare,  fare sport e altre opportunità di crescita. (rrc)