Sabato a Fiumara l’evento “Franco Romeo e la sua terra”

Sabato 25 maggio, a Fiumara, alle 17.30, a Piazza della Vittoria, si terrà l’evento Franco Romeo e la sua terra, per non dimenticare la sua umanità, l’amore della famiglia e della sua terra, la scienza di un Maestro che tutto il mondo ci rimpiange, organizzato dall’Accademia Calabra in collaborazione con il Comune di Fiumara.

 Il programma prevede i saluti di Andrea Bisciglia, cardiologo e socio fondatore dell’Accademia, di Michele Filocamo, sindaco di Fiumara, con gli interventi di Giuseppe L. W. Germanò, collega e professore Università Sapienza di Roma, Vincenzo Montemurro, responsabile del servizio cardiologico del Presidio di Scilla, Ezio Pizzi, presidente del Consorzio del Bergamotto.

Interverranno anche i sindaci dell’area dello Stretto. Le conclusioni sono affidate a Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra. A seguire, poi, l’apposizione di una targa ricordo da parte dell’Accademia e dell’intitolazione di una via da parte del Comune. Un momento celebrativo molto importante nella terra dove Franco Romeo nacque e visse, con un profondo amore per Fiumara e la Calabria intera. (rrc)

Pippo Marra ricorda il cardiologo Franco Romeo

di PIPPO MARRA L’AdnKronos è orgogliosa di ospitare questa serata dedicata alla memoria del professor Franco Romeo, le cui figlie: Alessia, Silvia e Francesca, sono con noi stasera a condividere questo momento.

Un caro saluto va all’avv. Giacomo Francesco Saccomanno e al prof. Giuseppe Germanò, rispettivamente Presidente e Consigliere dell’Accademia Calabra, promotori di questo evento.

Saluto anche Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria e Carmine Belfiore, questore di Roma, nonché gli altri illustri ospiti.

Franco Romeo era un mio amico. Un calabrese importante, una persona cara, piena di premura per il prossimo. Ma soprattutto, ripeto, un amico. E se metto per iscritto il mio ricordo è prima di tutto per non commuovermi.

È stato un cardiologo importante, e lo attestano tutti i riconoscimenti che si è meritato. Tra i tanti, cito solo la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica che gli ha voluto conferire il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel 2013.

Per la nostra agenzia, che ai temi della salute ha dedicato sempre una particolare attenzione anche attraverso l’impegno più specifico di “AdnKronos salute”, è stato sempre un interlocutore prezioso, competente, amichevole.

E il compito di chi fa informazione e comunicazione è prima di tutto quello di conservare la memoria, di non dimenticare. È questo lo spirito con cui ci ritroviamo questa sera, e anche nel dispiacere per una persona di valore che non è più tra noi, restano sempre le mille tracce che il professor Romeo ci ha lasciato come la sua preziosa eredità. La nostra serata ha questo spirito e so che la condividerete con me e con tutti i presenti. 

Ma forse il merito maggiore, più ancora che nella sua competenza scientifica, stava nella sua disponibilità umana, nella cura che si prendeva dei suoi pazienti, nell’attenzione che riservava ai 

malati prima ancora che alle malattie. È qui che si nasconde il valore più profondo del grande luminare.

La sua scomparsa ha colto tutti di sorpresa. È avvenuta in un’età giovane, quando avrebbe ancora potuto essere di utilità e di conforto a tanti pazienti che si affidavano alle sue cure. Una circostanza che rende tutto ancora più amaro.

Per noi, che ci siamo avvalsi dei suoi consigli e della sua esperienza, questa perdita è particolarmente dolorosa. L’opera del maestro Gerardo Sacco, con cui oggi lo ricordiamo, è un ringraziamento per il suo operato. E più ancora, un modo per dire che non dimenticheremo tutto il bene che ha fatto. (pm)

[Pippo Marra è Presidente dell’Adnkronos e del Gruppo GMC Comunicazione]

Foto © 2024 Calabria.Live

 

A Roma il Memorial per Franco Romeo dell’Accademia Calabra

Giovedì 14 marzo, a Roma, alle 18.30, nella Sala Mastai dell’Adnkronos, si terrà il Memorial per Franco Romeo, organizzato dall’Accademia Calabra.

Un evento per ricordare, appunto, Franco Romeo, luminare della cardiologia italiana e già professore ordinario diCardiologia all’Università di Tor Vergata di Roma, scomparso il 12 gennaio.

I calabresi vogliono ricordarlo con grande amore, quello che Lui ha dato a tutti. Saranno tanti gli amici presenti: Giuseppe Marra, presidente Adnkronos, Giuseppe Germanò, dell’Università Sapienza, Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra, Domenico Gabrielli, direttore UOC Cardiologia Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, Francesco Barillà, direttore Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università Tor Vergata, Pasquale Amato Fratto, direttore UOC Cardiochirurgia Centro Cuore, Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Novelli, Ordinario Genetica Media, Università Tor Vergata, Roberto Occhiuto, presidente della G.R. Calabria. Sarà anche presente Gerardo Sacco, che ha voluto predisporre un particolare riconoscimento alla memoria che ritirerà la famiglia.

Una serata di grande, passionale e commossa calabresità in onore di un grande maestro, anzi di uno scienziato umile e silenzioso.

«Caro Franco, Ciao. Grazie per il cammino fatto insieme, mi hai insegnato tante cose. Prima fra tutte, l’amicizia. Buon volo», aveva scritto l’ec Rettore di Tor Vergata, il genetista Giuseppe Novelli, dando l’annuncio della sua scomparsa e ricordando con affetto il loro lungo percorso professionale e personale.

Franco Romeo, originario di Fiumara di Muro (Reggio Calabria), è stato componente del Consiglio superiore di sanità. È stato insignito dal presidente della Repubblica con la Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica nel 2013. È stato presidente della Società italiana di cardiologia e membro del ‘nominating committee’ della Società europea di cardiologia. Ma quello che si vuole ricordare è la sua umiltà, disponibilità, accoglienza, il sorriso, la solidarietà e vicinanza per tutti coloro che avevano bisogno di sostegno. Franco Romeo era il punto di riferimento di tutti i giovani cardiologi, ma, principalmente, dei suoi concittadini calabresi: chi aveva bisogno sapeva dove andare! Il maestro era a disposizione di tutti e maggiormente delle persone che soffrivano e non avevano condizioni economiche per poter accedere a prestazioni di altissimo livello.

«Franco, per gli amici, era uno di noi – ha ricordato Giacomo Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra – era la persona che non tradiva mai! Sempre vicino ai concittadini e ai tantissimi amici per i quali non si tirava mai indietro. Sempre presente, anche silenziosamente, ma presente.

Racchiude tutto ciò il cordoglio del capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri: «Sono molto rattristato dalla scomparsa del professor Franco Romeo. Insigne docente, grande e generoso medico, ha sempre portato una parola di esperienza e di saggezza in ogni contesto. Si trattasse di soccorrere chi soffriva o di impegnarsi nel campo accademico o nella difesa del ruolo della sanità. Tanti hanno fruito della sua competenza e del suo equilibrio. Anche nel mondo associativo è sempre stato attivo e portatore di proposte concrete e utili per la salute pubblica. La sua prematura scomparsa rattrista profondamente e impoverisce il mondo della sanità e della scienza, che in lui ha avuto sempre un saldo e generoso punto di riferimento».

«E poi quell’amore sviscerato di Franco verso la sua Calabria, verso la sua Reggio – ha ricordato ancora Saccomanno – verso la sua Fiumara di Muro! Non vi era occasione per non tornare nella sua terra, per vedere i suoi amici d’infanzia, per trascorrere delle ore ad osservare il mare tempestoso dello Stretto, per sognare guardando la neve sull’Etna, per parlare della bellezza della Calabria, della sua storia, della sua gastronomia e delle sue magnificenze. Franco era veramente innamorato di questa terra, povera ma colma di ricchezze umane, di semplicità, di grande disponibilità ed affetto. Franco era un uomo della sua terra: duro, geniale e preciso sul lavoro, ma disponibile per tutti e con un cuore grande, anzi grandissimo». (rrm)

La minoranza chiede al sindaco di Fiumara di intitolare una via al luminare Franco Romeo

A pochi giorni dalla scomparsa del grande luminare della cardiologia Franco Romeo, il gruppo di minoranza “Fiumara è wiva” chiede per lui l’intitolazione di una strada proprio nella sua Fiumara natia.

Una richiesta che l’opposizione invia al sindaco, all’assessore alla Toponomastica e al responsabile dell’Ufficio tecnico.

Giuseppe Barbieri, Giuseppe Iannì e Vincenzo Pensabene chiedono «al sindaco di voler intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché in tempi brevi si possa dare il giusto riconoscimento al nostro concittadino che ha in modo mirabile rappresentato e veicolato in tutto il mondo la sua Fiumara di Muro e di conseguenza il buon nome dei fiumaresi, e di intitolare l’attuale via Zuara, dove insiste la casa natale dell’illustre e compianto professore Romeo, ad egli medesimo, in modo tale che la stessa prenda il nome di: “Via Francesco Romeo – Cardiologo”».

Nei giorni scorsi si sono tenuti i funerali del prof. Romeo e anche la comunità di Fiumara ha così potuto rendergli omaggio(rrc)

La scomparsa dell’amata moglie del prof. Franco Romeo

È scomparsa a Roma Ginetta Cerabino, consorte del prof. Franco Romeo, illustre cardiologo di fama internazionale, originario di Fiumara di Muro (RC) e attuale direttore della Cardiologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Profondo cordoglio  in Calabria, ma anche in tutta la comunità scientifica internazionale dove il prof. Romeo è conosciutissimo e apprezzato per la sua capacità e la sua competenza.

Abbiamo chiesto al prof. Giuseppe Nisticò, amico personale del prof. Romeo, un ricordo della signora Ginetta.

di GIUSEPPE NISTICÒ – In una torrida giornata agli inizi di agosto, dopo mesi di sofferenze e di strazio prodotto dal terribile male che l’aveva attanagliata, Ginetta ci ha lasciati, sia pure con ammirevole coraggio per la sopportazione da lei dimostrata.

La splendida chiesa di S. Maria in Campitelli era gremita; molti gli amici venuti dalla Calabria per esprimere il loro dolore e la loro commozione. Questa lunghissima catena di affetto è valsa a lenire il dolore di Franco Romeo e a ridurre le lacrime che spontaneamente scendevano dai suoi occhi che io ho visto diventati tristi, quasi smarriti nel vuoto.

Fra i tanti amici c’erano quelli di sempre, Mario Tassone, Nino Gemelli, Nicola Barone, Giuseppe Novelli, Antonio Agostino, Enzo Mollace, Giovanni Arcudi, Pino Germanò, Giancarlo Susinno con la moglie Fiorella e tanti altri.

Io conserverò di lei, per la vita, un ricordo straordinario, di una donna dolce, dagli occhi profondi, di poche parole, ma di sentimenti molto forti, come le nostre mamme e come tutte le mamme calabresi ci ricordava la chioccia legata con tanto amore ai suoi pulcini. Lei era fiera delle sue figlie e della loro brillante carriera: Alessia, cardiologa di successo al Santo Spirito di Roma, Silvia, magistrato di punta a Firenze e Francesca bravissima avvocato. Ognuno di loro porta ancora geneticamente impresse alcune caratteristiche tipiche della mamma che continuerà a vivere nel tempo attraverso di loro.

Ginetta, da oltre 45 anni, ha vissuto con Franco e ha accudito e protetto il marito, sempre oberato di impegni professionali di altissima responsabilità, prodigando la sua attività per i soi pazienti non solo a Roma, ma anche in Calabria e in ogni parte del mondo, dove era chiamato per conferenze e prestigiosi congressi internazionali. Non ha mai pensato a se stesso, è stato sempre un uomo generoso che ha dato il suo sapere e la sua scienza a giovani, studenti e laureati, creando una scuola straordinaria di chirurgia interventistica di avanguardia. È vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna che, con amore, pazienza, umiltà, presenza e mai invadenza, lo ha lasciato libero di esprimere il meglio di se stesso. Molto del suo garbo, tuttavia, della sua calma necessaria per i suoi interventi chirurgici precisi e salvavita lo ha, sicuramente, assorbito, dal comportamento delicato e gentile della moglie Ginetta. 

Anche la mia famiglia è stata sempre legata a Franco, in particolare, mio figlio Steven lo considera, ancora oggi, un suo secondo padre. Franco nei suoi confronti è stato sempre disponibile, prodigo di consigli affettuosi e Steven con lui e Ginetta si sentiva parte della famiglia.

Ma mercoledì mi sono molto commosso quando ho visto Franco, una grande quercia, un gigante, in ginocchio, affranto dal dolore per la scomparsa della sua adorata moglie, che non riusciva a contenere le lacrime. 

Dalla Terrasanta in visita al presepe romano dei Netturbini (del calabrese Ianni)

Visita del viceparroco di Betlemme fra Emad Kamel, minore francescano in terra Santa, al Presepe dei Netturbini di Roma, la bella e storica realizzazione del calabrese Giuseppe Ianni (originario di Bagnara Calabra). 49 anni fa Ianni ebbe la felice intuizione di impiantare un presepe presso un deposito dei servizi di Nettezza Urbana vicino a piazza San Pietro, una rappresentazione della Natività cristiana che nel tempo ha avuto un crescente e lusinghiero successo con presenze importanti da ogni parte del mondo: si sono recati in visita tre Santi (tra cui Madre Teresa di Calcutta), diversi pontefici (ancora manca la visita di papa Francesco), Capi di Stato e milioni di pellegrini. Riproduce un angolo di Palestina e racconta esattamente la storia della nascita di Gesù.

Il presepe, nato nel 1972, festeggerà il prossimo anno i 50 anni anni. Ha scritto sul blog di Osservatorio Roma Maria Teresa Rossi: «Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, lo amava in modo particolare e per 24 anni consecutivi vi si è recato in visita, valutando con attenzione ogni particolare che si aggiungeva, in un continuo work in progress, ad un luogo che ha accolto e accoglie pietre provenienti da tutto il mondo, perfino dalla luna, incastonate una ad una sulle pareti esterne e sul basamento del presepe. Quando le sue condizioni di salute non gli hanno più permesso di visitarlo, i netturbini hanno realizzato un presepe in miniatura, identico all’originale, consegnato in Vaticano a Papa Wojtyla da uno di loro che era stato da lui miracolato proprio dopo un incontro di preghiera nella grotta della Natività di via dei Cavalleggeri».

Alla visita del viceparroco di Betlemme hanno presenziato, tra gli altri il Presidente di Osservatorio Roma ing. Nicola Barone e il cardiochirurgo prof. Franco Romeo, due calabresi illustri che vivono a Roma. (rrm)

Il sindaco Falcomatà ha incontrato il prof. Romeo, il consulente della Regione per l’emergenza covid

Questa mattina, il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha incontrato, a Palazzo Campanella, il prof. Franco Romeo, il nuovo consulente della Regione Calabria per l’emergenza Covid.

Il prof. Romeo, cardiologo di fama internazionale ed esperto nella gestione delle emergenze, già in passato si era occupato con ottimi risultati dell’organizzazione della rete delle emergenze cardiochirurgiche in Calabria, tra le migliori d’Italia.

L’incontro, proficuo e cordiale, è stato l’occasione per una prima sommaria valutazione delle principali priorità da affrontare per la riorganizzazione del sistema sanitario calabrese al fine di far fronte alla nuova ondata di contagi in corso.
Il sindaco Falcomatà ha espresso massima disponibilità nei confronti di «un professionista competente capace, che metterà gratuitamente a disposizione la sue prerogative professionali al servizio della propria terra».
«Da qualche settimana – ha dichiarato il sindaco – è operativa, presso il nostro Municipio, una task force di esperti che hanno accettato di mettere a disposizione le proprie competenze per far fronte all’emergenza Covid. In questo senso, credo sia utile anche una collaborazione con il prof. Romeo, al fine di coordinare analisi ed attività anche sul piano regionale, nell’interesse supremo della salute dei calabresi e dei cittadini di Reggio Calabria». (rrm)

Il prof. Franco Romeo consulente della Giunta per l’emergenza Covid

Un’eccellenza calabrese della cardiochirurgia a livello mondiale. il prof. Franco Romeo, direttore della Cardiologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, è stata nominato consulente esperto per l’emergenza Covid. Il prof. Romeo – che lavorerà a titolo gratuito – avrà il compito di verificare la corretta adozione delle misure sanitarie contro la pandemia. In particolare, il prof. Romeo dovrà dare supporto specialistico alla Giunta regionale per fronteggiare il contagio e la diffusione del coronavirus nel territorio calabrese.

Originario di Fiumara di Muro, nel Reggino, il prof. Romeo, 70 anni compiuti lo scorso agosto, si è laureato in Medicina nel 1974 a La Sapienza e si è specializzato in cardiologia. Una grande carriera 8è stata presidente della Federazione italiana di Cardiologia dal 2011 al 2013) e ha un cursus honorum di grandissimo valore. Dal 2001 dirige Cardiologia a Tor Vergata.

Era stato chiamato dalla compianta presidente Santelli a far parte della task force sanitari all’inizio della pandemia, insieme con il prof. Raffaele Bruno, originario di Cosenza, direttore delle malattie Infettive del San Matteo di Pavia e il prof. Paolo Navalesi, direttore dell’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Padova. Il gruppo di valenti specialisti, in realtà, non è mai stato convocato dalla Santelli. Il presidente ff Nino Spirlì, che ha firmato la nomina ieri sera, ha ritenuto fondamentale avvalersi della competenza clinica e scientifica del prof. Romeo: «una consulenza di alto profilo professionale» – ha detto Spirlì.

NON CI STA “SPERANZA” PER I CALABRESI
MINISTRO SORDO, DIFENDE LA SUA SCELTA

di SANTO STRATI – Per togliere dall’imbarazzo in cui s’è cacciato il ministro della Salute Roberto Speranza c’è solo una via: che il neo-commissario Giuseppe Zuccatelli annunci di voler rinunciare all’incarico “per motivi personali” (ovvero perché glielo impone il partito) e si rimescolano le carte. Sono troppe le sollecitazioni, le critiche e le spinte a suggerire un ripensamento per una decisione troppo affrettata e – come ha detto il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà – «calata dall’alto». Speranza ha “lottizzato” il commissariamento della sanità calabrese decidendo da solo, sordo alla proposta della destra unita di nominare Guido Bertolaso (un nome che sembrava ideale per il ruolo: medico, una grande competenza dell’emergenza, ottime capacità organizzative) e ugualmente insensibile alla “suggestiva” indicazione dei Cinquestelle di Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Anzi più che candidato dei grillini (com’era stato a suo tempo il generale Saverio Cotticelli) Gino Strada è sponsorizzato dal presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, il quale è bravo a criticare le passate lottizzazioni selvagge della Casta salvo poi calcarne il percorso, senza alcun ritegno.

Intendiamoci, Gino Strada è un nome di grande prestigio, un medico che si è fatto le ossa nell’emergenza dei Paesi più disperati, e merita il massimo rispetto e l’apprezzamento di tutto il Paese per il suo impegno umanitario. Ma – come direbbe Di Pietro – che c’azzecca con la Calabria e il disastro sanità? Abituato a edificare ospedali da campo con fango e mattoni, a fare miracoli di medicina generale là dove mancano farmaci, dispositivi e macchinari salvavita, ma con i conti della disgraziata sanità calabrese cosa potrebbe fare? È, purtroppo, il solito copione dei grillini per acchiappare pubblico per il proprio teatrino ormai sempre più deserto (e non a causa del covid): i cinquestelle sono in caduta libera (come Salvini) e in Calabria la grande pattuglia eletta nel 2018 sa già che potrà dimenticarsi di Montecitorio e Palazzo Madama alle prossime politiche. Serve tenere alta l’attenzione, con effetti spettacolari e nomi di grande suggestione, non importa se il buon Gino Strada verrebbe stritolato da bilanci infarcitissimi di svarioni ed errori (spesso voluti per non encomiabili finalità) e noi poveri calabresi ci troveremmo in braghe di tela guardando dove farci curare degnamente in altre regioni, vista l’impossibilità di assistenza a casa nostra. È un atteggiamento che i calabresi non dovranno sostenere e meno che meno subire, denunciando subito il disegno di Morra, il quale è un ligure trapiantato a Cosenza che, evidentemente, non ha per niente a cuore la salute dei calabresi.

E la sua manovra trova conforto nel documento firmato da numerosi parlamentari e consiglieri comunali del M5S (Bianca Laura GranatoGiuseppe AuddinoElisa ScutellàElisabetta Maria BarbutoFrancesco SapiaAlessandro MelicchioMargherita CorradoLaura FerraraGiuseppe MarascoMichaela AnselmoDomenico SantoroGiuseppe Giorno e Milena Gioè) con cui si prendono le distanze dalla nomina di Zuccatelli. «Non possiamo permetterci – si legga nel documento – un’altra figura inadeguata a sovrintendere alla sanità calabrese. Abbiamo chiesto al nostro Capo delegazione, Alfonso Bonafede di rappresentare al Presidente Conte e al ministro Speranza la nostra proposta di revoca della nomina di Zuccatelli con effetto immediato o, tutt’al più, il suo mancato rinnovo con l’entrata in vigore del nuovo Decreto Calabria, che avverrà a giorni. È fondamentale – hanno concluso i portavoce del Movimento 5 Stelle – avere la certezza che la Calabria sia messa questa volta in buone mani. Siamo sicuri che il nuovo decreto potrebbe essere salvifico per la sanità calabrese solo se la sua attuazione sarà affidata alle persone giuste».

Come sceneggiata d’appoggio a Nicola Morra diremmo che è niente male. Peccato che ci faccia tornare alla mente i giorni di maggio dello scorso anno quando la ministra della Salute Giulia Grillo vantava le doti del gen. Cotticelli individuato per “capacità e rigore” e l’attuale viceministro Pier Paolo Sileri a Calabria.Live dichiarava: «Un decreto che cambierà quello che è il futuro dei cittadini e dei pazienti calabresi. Un qualcosa che mancava e finalmente rompe con il passato… servirà più dialogo per far capire la bontà di questo decreto». Lo abbiamo visto e l’indignazione che ha preso indistintamente tutti i calabresi (ma crediamo anche buona parte degli italiani) vedendo la punta di Massimo Giletti domenica sera col gen. Cotticelli ha superato ogni limite. L’ex commissario ha candidamente ammesso di non aver fatto praticamente nulla in questi 18 mesi, salvo la visita ecumenica al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: ma se qualcuno gli ha impedito di fare il suo lavoro, di portare a termine i suoi compiti, perché non è tornato a piazza Matteotti, in Tribunale, a denunciare fatti e persone alla Procura di Catanzaro?

A una cosa, oltre che fa indispettire e incazzare i calabresi, la puntata di Giletti è servita: far capire agli italiani che esiste un’altra sottospecie d’Italia (la Calabria) dove tutto è possibile, dove gli ospedali non vengono più costruiti dopo l’istituzionale posa della prima pietra, dove si licenziano fior di primari e specialisti, dove si chiudono strutture e si cancellano posti letto “per risparmiare” e contenere l’immane debito. Con costi per la collettività che sono mostruosi. Ebbene che serva da monito la nauseante denuncia de l‘Arena di Giletti, perché i calabresi non sono più disponibili a questi giochi di potere sulla propria pelle.

Giochi di cui si è reso protagonista assoluto il “meridionale” Speranza (è lucano) il quale sembra ignorare che nel Mezzogiorno le cose più semplici sono sempre più complicate. E ha ritenuto di poter applicare le logiche spartitorie romane anche in Calabria, sulla pelle dei calabresi. Pur rimproverato dal suo compagno Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana («non si può fare così»), preso di mira da tutta l’opposizione e da qualche esponente della sinistra, il ministro Speranza – che ha un cognome adeguato alla situazione ma risulta lui inadeguato all’emergenza covid – ha deciso che Zuccatelli (guarda caso “compagno” di Liberi e Uguali, vicino a Pier Luigi Bersani) è l’uomo giusto al posto giusto. E quando il neo commissario è stato sbertucciato su tutta la rete con il video delle femministe (da lui autorizzato e non rubato a sua insaputa) dove diceva che le mascherine non servono a un c…, non ha trovato di meglio il nostro ministro della Salute che difendere il povero commissario perché «una frase non cancella 30 anni di curriculum». E su questo concordiamo: Zuccatelli non è adatto non perché a fine maggio sosteneva l’inutilità delle mascherine (opinione discutibile, ma pur sempre opinione personale, anche se azzardata e inopportuna se detta da un medico igienista), ma perché è sufficiente guardare cosa ha fatto con la sua gestione a Cosenza (vedi l’INRCA, l’Istituto di ricerca e cura degli Anziani) prima e a Catanzaro poi con i due ospedali cittadini. Basti per tutte la mancata realizzazione dello “Spallanzani del Sud”, ovvero l’ospedale regionale Covid per la cura e la ricerca del coronavirus, che avrebbe trovato posto nell’ex Facoltà di Medicina (Villa Bianca) pronta per l’uso e che il Rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro si era impegnato a rendere operativo in poche settimane. Sono passati mesi, mancano posti letto e soprattutto non c’è ancora nella regione un ospedale Covid che Zuccatelli cocciutamente voleva ad ogni costo all’interno delle aule degli specializzandi del Mater Domini, mettendo a rischio contagio studenti, docenti e operatori sanitari che vi lavorano dentro.

La proposta di Bertolaso, giacché è ritenuto un uomo di Berlusconi non poteva essere ovviamente accolta da Speranza o dal governo giallo-rosso, ma Gino Strada è notoriamente fin troppo a sinistra per piacere ai suoi stessi “compagni”. Però, scusate, si continua sempre a parlare di “forestieri”, come se in Calabria non ci fossero fior di scienziati, manager, dirigenti sanitari in grado di affrontare e risolvere il nodo sanità. No, occorre mortificare come sempre questa terra, ma non siamo certi che la cosa questa volta passi senza suscitare sdegno.

In serata il presidente ff Nino Spirlì ha nominato consulente della Giunta per l’emergenza covid il prof. Franco Romeo, un ‘autorità nel campo della cardiochirurgia. Una delle tante eccellenze calabresi che si spendono (gratuitamente) per la propria terra, dove peraltro c’è già un candidato ideale come commissario per la Sanità. I calabresi pensano a Rubens Curia, un medico reggino, virologo, con larga esperienza manageriale proprio nel campo della sanità. Ex di sinistra, già consigliere comunale, oggi indipendente, a capo di un movimento che si batte per la salute dei calabresi (Comunità Competente).

Più di un anno e mezzo fa, a febbraio 2019, lanciando il suo movimento Curia aveva dichiarato: «Ho deciso di avviare una battaglia culturale sulla sanità in una Calabria dai molti paesini sparsi in zone pedemontane dove ogni servizio tende a morire. Senza tutela della salute si incoraggia lo spopolamento dei nostri borghi. Io faccio delle proposte, ci metto la faccia come ho sempre fatto nella mia vita ed invito quella che definisco “Comunità competente” a scendere in campo». Un programma spiegato meglio nel suo libro Manuale per una riforma della Sanità in Calabria, che evidentemente il gen. Cotticelli s’è guardato bene dallo sfogliare. Curia rappresenta la discontinuità e l’esigenza di un progetto, questa volta sì, davvero nuovo per rivoluzionare il comparto salute e garantire benessere e cure in casa propria a tutti i calabresi.

Ma Curia è troppo perfetto, troppo competente, troppo indipendente, per piacere a un governo composto da dilettanti allo sbaraglio, incapaci di apprezzare il merito. I calabresi, però, lo ripetiamo, questa volta sono davvero incazzati: i nostri parlamentari sono avvisati e non possono fingere di ignorare le istanze del territorio. Abbiano la forza e la dignità di battere i pugni nei Palazzi del Potere, mettendosi tutti insieme, trasversalmente, dalla parte della Calabria e dei calabresi, per convincere il Parlamento a bocciare il decreto Calabria e avviare l’azzeramento del debito della sanità, condizione sine qua non per poter ripartire in modo serio e garantire cure e servizi assistenziali degni di questo nome. I calabresi, quando si tornerà a votare, sapranno chi ringraziare. (s)

COVID-19 – Ecco la task force della Calabria predisposta dalla Presidente Santelli

Messa a punto dalla presidente Jole Santelli la squadra chiamata a far parte della task force a supporto dell’Unità di Crisi Regionale per la gestione dell’emergenza sanitaria Coronavirus.

Ne fanno parte oltre al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, il Commissario Saverio Cotticelli, il Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute, Politiche Sanitarie Antonio Belcastro, anche i Direttori delle Unità Operative Complesse Malattie Infettive Aziende Ospedaliere S.S.R. e Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini; i Direttori delle Unità Operative Complesse Anestesia e Rianimazione Aziende Ospedaliere S.S.R. e Azienda Ospedaliero Universitaria Mater Domini; i Direttori Dipartimento di Prevenzione Aziende Sanitarie Provinciali S.S.R.; i Commissari Straordinari Aziende Sanitarie Provinciali, Aziende Ospedaliere S.S.R. e Azienda Ospedaliero Universitaria Mater Domini; i Commissari Straordinari Prefettizi delle Aziende Sanitaria Provinciale Catanzaro e Azienda Sanitaria Provinciale Reggio Calabria.

La task force si avvarrà della collaborazione tecnico scientifica degli esperti: prof. dott. Raffaele Bruno, Direttore Malattie Infettive Policlinico San Matteo di Pavia; prof. dott. Paolo Navalesi, Direttore Istituto di Anestesia e Rianimazione Azienda Ospedale Università di Padova; prof. dott. Franco Romeo Direttore U.O.C. Cardiologia Policlinico Universitario Tor Vergata Roma.

La task force, istituita con apposita ordinanza del presidente Santelli, lavorerà con il supporto tecnico del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. «Ringrazio per la disponibilità – ha detto la presidente Santelli – i professori Raffaele Bruno, Paolo Navalesi e Franco Romeo che hanno accettato in questo momento difficile un impegno gravoso e di grande responsabilità, offrendo la loro disponibilità alla Calabria. Sono sicura che le personalità scientifiche di spicco che hanno accettato di far parte della task force daranno un supporto all’emergenza che la Calabria sta vivendo». (rcz)