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Ginetta Cerabino

La scomparsa dell’amata moglie del prof. Franco Romeo

È scomparsa a Roma Ginetta Cerabino, consorte del prof. Franco Romeo, illustre cardiologo di fama internazionale, originario di Fiumara di Muro (RC) e attuale direttore della Cardiologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Profondo cordoglio  in Calabria, ma anche in tutta la comunità scientifica internazionale dove il prof. Romeo è conosciutissimo e apprezzato per la sua capacità e la sua competenza.

Abbiamo chiesto al prof. Giuseppe Nisticò, amico personale del prof. Romeo, un ricordo della signora Ginetta.

di GIUSEPPE NISTICÒ – In una torrida giornata agli inizi di agosto, dopo mesi di sofferenze e di strazio prodotto dal terribile male che l’aveva attanagliata, Ginetta ci ha lasciati, sia pure con ammirevole coraggio per la sopportazione da lei dimostrata.

La splendida chiesa di S. Maria in Campitelli era gremita; molti gli amici venuti dalla Calabria per esprimere il loro dolore e la loro commozione. Questa lunghissima catena di affetto è valsa a lenire il dolore di Franco Romeo e a ridurre le lacrime che spontaneamente scendevano dai suoi occhi che io ho visto diventati tristi, quasi smarriti nel vuoto.

Fra i tanti amici c’erano quelli di sempre, Mario Tassone, Nino Gemelli, Nicola Barone, Giuseppe Novelli, Antonio Agostino, Enzo Mollace, Giovanni Arcudi, Pino Germanò, Giancarlo Susinno con la moglie Fiorella e tanti altri.

Io conserverò di lei, per la vita, un ricordo straordinario, di una donna dolce, dagli occhi profondi, di poche parole, ma di sentimenti molto forti, come le nostre mamme e come tutte le mamme calabresi ci ricordava la chioccia legata con tanto amore ai suoi pulcini. Lei era fiera delle sue figlie e della loro brillante carriera: Alessia, cardiologa di successo al Santo Spirito di Roma, Silvia, magistrato di punta a Firenze e Francesca bravissima avvocato. Ognuno di loro porta ancora geneticamente impresse alcune caratteristiche tipiche della mamma che continuerà a vivere nel tempo attraverso di loro.

Ginetta, da oltre 45 anni, ha vissuto con Franco e ha accudito e protetto il marito, sempre oberato di impegni professionali di altissima responsabilità, prodigando la sua attività per i soi pazienti non solo a Roma, ma anche in Calabria e in ogni parte del mondo, dove era chiamato per conferenze e prestigiosi congressi internazionali. Non ha mai pensato a se stesso, è stato sempre un uomo generoso che ha dato il suo sapere e la sua scienza a giovani, studenti e laureati, creando una scuola straordinaria di chirurgia interventistica di avanguardia. È vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna che, con amore, pazienza, umiltà, presenza e mai invadenza, lo ha lasciato libero di esprimere il meglio di se stesso. Molto del suo garbo, tuttavia, della sua calma necessaria per i suoi interventi chirurgici precisi e salvavita lo ha, sicuramente, assorbito, dal comportamento delicato e gentile della moglie Ginetta. 

Anche la mia famiglia è stata sempre legata a Franco, in particolare, mio figlio Steven lo considera, ancora oggi, un suo secondo padre. Franco nei suoi confronti è stato sempre disponibile, prodigo di consigli affettuosi e Steven con lui e Ginetta si sentiva parte della famiglia.

Ma mercoledì mi sono molto commosso quando ho visto Franco, una grande quercia, un gigante, in ginocchio, affranto dal dolore per la scomparsa della sua adorata moglie, che non riusciva a contenere le lacrime.