Anci Calabria chiede subito a Draghi un tavolo tecnico per l’emergenza incendi

Un tavolo tecnico immediato per l’emergenza incendi: è quanto chiede al presidente del Consiglio Mario Draghi l’Anci Calabria (l’Associazione dei Comuni italiani) unitamente ai sindaci della Sicilia e della Sardegna.

Il presidente Marcello Manna ha richiesto a Draghi e ai ministri competenti per istituire un tavolo politico-istituzionale per avviare azioni di contrasto all’imperversare degli incendi che lambiscono da giorni le tre regioni.

«Anci Sicilia, Anci Sardegna e Anci Calabria chiedono l’attivazione immediata del tavolo politico-istituzionale col Governo per intraprendere, da subito, un’azione energica di contrasto al fenomeno degli incendi che investa anche gli aspetti pedagogici e di educazione ambientale e il necessario rafforzamento dei sistemi di prevenzione, di intervento e di lotta attiva al fuoco», si legge nella nota congiunta.
Queste le principali richieste avanzate da Leoluca Orlando, Emiliano Deiana e Marcello Manna, presidenti di Anci Sicilia, Anci Sardegna e Anci Calabria, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Economia, Daniele Franco, al ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e al ministro per il Sud, Mara Carfagna.
«Le Anci regionali della Sardegna, della Sicilia e della Calabria – si legge nella nota – pongono all’attenzione del Governo la drammatica situazione, ancora in corso, relativa agli incendi nei nostri territori nei quali hanno bruciato e bruciano migliaia di ettari di boschi, di foreste, di terreni agricoli; incendi che hanno causato vittime, devastato il paesaggio, ucciso animali, distrutto aziende, flagellato gli ecosistemi e la biodiversità.
«In rappresentanza dei comuni delle aree colpite – continuano Orlando, Deiana e Manna – chiediamo al Governo un tavolo politico-istituzionale coi Ministri competenti affinché si pongano le basi per un’equa fase di ricostruzione ambientale, forestale, agricola, economica e paesaggistica dei territori colpiti; una ricostruzione ambientale che deve avere nei comuni e nelle comunità locali il fulcro e il motore di ogni politica e di ogni azione. In tale contesto di ricostruzione assumono connotati centrali le azioni di prevenzione che devono essere perseguiti nel tempo e non soltanto con l’approssimarsi della stagione estiva; azioni di prevenzione che investono una più ampia ed energica comprensione del fenomeno dei cambiamenti climatici e che necessitano politiche di sistema, locali e globali, in grado di contrastarli realmente”.
 «Pertanto – concludono i presidenti di Anci Sicilia, Anci Sardegna e Anci Calabria – occorre orientare robusti investimenti sull’ambiente, sul paesaggio, sulle aree montane e le “terre alte”, sui boschi e sulle politiche forestali, sui parchi e le aree protette, sulla ruralità, sul contrasto all’abbandono dei paesi, delle aree interne e delle terre agricole che possono trovare nel PNRR e nella Programmazione Europea 2021-2027 strumenti adeguati, se condivisi con le comunità locali e le loro rappresentanze, in grado di invertire la rotta». (rp)

Un minuto di raccoglimento a mezzogiorno di Ferragosto per le vittime e le devastazioni

Un minuto di raccoglimento, a mezzogiorno di Ferragosto: la Calabria e i calabresi potrebbero dedicare 60 secondi di commossa attenzione all’immane rovina che il fuoco ha portato in Aspromonte e in gran parte della Calabria. Un pensiero prima di tutto alle vittime, poi alla natura, all’ambiente distrutto. Alla memoria di un verde che non c’è più.

L’idea l’ha lanciata l’ex direttore della sede Rai calabrese, l’ing. Demetrio Crucitti, e Calabria.Live l’ha colta subito promuovendola e sostenendola. È un modo di farci sentire tutti uniti di fronte a questa tragedia, di cui il responsabile è solo l’uomo. Il fuoco ha distrutto, ma qualcuno l’ha appiccato.

Un minuto di silenzio di cui, ovviamente, questo giornale non intende in alcun modo fare uso strumentale o di stupida propaganda: è un modo di coinvolgere la comunità – i giornali servono anche a questo – per far sentire a chi sta lontano che nessuno è rimasto inerte: un minuto per riflettere sulla stupidità dell’uomo che non difende la sua terra e lascia solo cenere per le generazioni che verranno. (s)

BRUCIANO I BOSCHI, LA TERRA SI CONSUMA
MA IN CALABRIA LA SALVEZZA ANCORA C’È

di FRANCO CIMINO – Il fuoco ha dato origine al Progresso. Il fuoco trasforma e modella le materie e le sostanze ed offre all’uomo la possibilità di creare dal nulla le cose, dalle vecchie una cosa nuova. Il fuoco riscalda le persone ed offre loro l’energia principale per migliorare la vita. E costruire ricchezza, anche. Il fuoco è ricchezza in sé. È sempre bello. E buono. È sempre amico. Mai nemico. E nemico non potrebbe essere, perché è parte , a suo modo, della natura. O della Creazione, per chi in essa crede. Ha ispirato filosofi, dando quasi origine alla Filosofia. Dai poeti è immaginato come forza che accende e brucia dentro. E dà forza all’Amore. Il fuoco è luce. Ma di quella magica, che illumina all’improvviso. Squarcia la notte e colora di rosso e di bluette il giorno. Il fuoco non è mai cattivo. Quando distrugge non è lui il colpevole, ma l’uomo stolto che non protegge i boschi e le foreste e l’uomo cattivo che lo accende sui boschi e le foreste.

Il primo non conosce la bellezza e non la cura. Il secondo, la odia perché non sa amare. Non sa amarsi. Il primo l’abbandona, per pigrizia, egoismo, menefreghismo. Il secondo la distrugge. Per interesse bieco e per sadismo. Per l’alleanza stretta fra questi due uomini molto simili, anche nell’estate corrente il fuoco, che si fa incendio, ha distrutto centinaia di ettari di bosco e migliaia di animali, anche dell’aria, mettendo a rischio di estinzione alcune specie già divenute rare.

Lo stesso pericolo riguarda le piante, in particolare alcune, talmente preziose e rare che la stessa Unesco ha inserito nel “catalogo” del patrimonio dell’umanità. In estate l’Italia brucia tutta intera, quasi fosse una strategia invisibile a comandarne i roghi, il calendario e la loro distribuzione geografica. Due settimane fa è toccata alla Sardegna.

Quasi contemporaneamente ha preso fuoco la Sicilia, nella zona di Catania specialmente. Una settimana addietro l’incendio è divampato sulle colline verdi di Pescara. Il dolore per quelle immagini sembrava trovasse conforto nel riposo che gli stupidi e i criminali si erano concessi quest’anno nella nostra regione, magari pensando che non ci fosse più nulla da bruciare dopo le feroci devastazioni del passato, anche recente.

Quella nicchia del cuore, in cui abbiamo fatto riposare la preoccupazione per la vita dei nostri boschi, si è incendiata da sola alle più rapide notizie dei primi “ fuochi” accesi. Sulle colline scoscese di Carlopoli, in quei punti irraggiungibili tra Castana e Bianchi, là dove non si arriva con i mezzi dei pompieri, una decina di uomini e donne coraggiosi, in attesa dei canadeir, che non sono arrivati, si sono battuti giorno e notte per spegnere l’incendio gravemente minaccioso. Ci sono riusciti fortunatamente. Loro, una piccola pattuglia, per amore delle loro montagne hanno rischiato la vita. La prima olimpiade i nostri ragazzi l’hanno vinta lì e senza salire sul podio per ricevere la medaglia. Ma la cattiveria non si è mai arresa. Quando si stanca si riposa il tempo di prendere fiato. Poi ricomincia a far male.

Da giorni la Calabria nuovamente brucia. Brucia un po’ ovunque ci sia vegetazione. A macchia di leopardo, con quei grandi cerchi neri che dall’alto meglio mostrano il nero della terra bruciata e del verde incenerito, dopo quello del fumo acre che è salito in alto fino ad accecare gli occhi del cielo. Il rogo che più preoccupa e addolora è quello sull’Aspromonte. Addolora per le vaste proporzioni che sta assumendo e per la mano, particolarmente assassina che l’ha prodotto. Sembra essere stata comandata da una strategia ‘ndranghetistica, che molto rimanda alla strategia del terrore che la mafia di Totó Riina ha introdotto con la strage di via dei Georgofili a Firenze nel maggio del 1993.

Devastazioni senza limiti sono quelle che anche oggi il territorio calabrese sta subendo. Tutte le forze della Protezione Civile si stanno mobilitando, attraverso anche l’iniziativa che il Governo ha assunto, forse tardivamente, dichiarando lo stato d’emergenza generale.

Giornate intere, queste, a lottare contro un mostro che non somiglia affatto al fuoco, ma a una guerra, la più feroce. Eserciti di pompieri e volontari e flotte intere di canaider ancora una volta hanno ingaggiato una lotta quasi impari, che sembra dover finire solo quando l’incendio avrà compiuto il suo lavoro di distruzione e morte. Di alberi. Di boschi interi. E persone. Come le due, qualche giorno fai, un giovane e una donna di Bagaladi.

Alla fine del triste spettacolo resterà per lungo tempo quell’aria nera ed acre, un enorme tappeto di cenere nerissima. E il vuoto negli occhi. I danni sono già incalcolabili come le risorse occorrenti per ripararli. Ma solo in parte, perché il danno, anche il più piccolo, alla natura è per sempre. Niente, tornerà come prima. E il tempo non è vero che sempre ci darà ragione. Basti pensare a quello necessario per il ritorno dei terreni al loro stato originario. Lo sappiamo ma non lo ricordiamo mai.

I nostri nonni, che pure non hanno studiato, ce l’hanno insegnato bene: la distruzione di intere aree verdi accorcia di chissà quanto la vita del pianeta. Già la distruzione di un albero, solo di uno, rappresenta una ferita profonda inferta alla natura e alla bellezza. Per rendersene conto appropriatamente occorre assistere di persona a un incendio che lo divori. Le immagini trasmesse dalle televisioni, per quanto angosciose, non rendono compiutamente il dramma di una devastazione così profonda. Dramma umano, perché l’albero è vita per l’uomo. E vita esso stesso è. Con il carico di una certa retorica, ancora si dice che la morte di un uomo si rappresenti come la morte dell’intera umanità.

Ecco, anche la morte di un albero rappresenta la morte di tutta la natura. Ché se la natura è fatta per l’uomo, l’uomo è fatto di e per la natura. Ambedue sono fatti di e per la Vita. In questi ultime settimane sono stati celebrati tre momenti molto significativi sul piano internazionale, ai quali( anche qui, come per gli incendi, il caldo c’entra poco) abbiamo prestato assai scarsa attenzione.

Essi sono: il dibattito sulla tenuta dell’ecosistema; una specie di G20 sulla cultura, tenutosi a Roma; la giornata mondiale dell’amicizia, indetta dall’Onu dieci anni fa. Tre momenti legati insieme da tre parole. Le meno pronunciare. Le poco conosciute. Quelle, forse, dimenticate. Sono: Vita, Amore e Tempo. Se tutti i popoli, non solo quei venti dei paesi più forti, non diventeranno amici fra loro e tutti insieme amici della terra che xi ospita, l’uomo non salverà se stesso e lascerà morire il pianeta più bello dell’universo conosciuto.

La battaglia cui siamo tutti chiamati dopo le guerre che l’essere umano ha fatto contro se stesso e il Progresso, è quella per la Vita. La Vita, ovunque essa di se stessa viva. Per combatterla e vincerla c’è bisogno dell’Amore. Di tutto l’amore di cui la Vita dispone. Il Tempo è “subito”. Ché quello che presuntuosamente pensavamo di avere si è già consumato. Come l’aria, che abbiamo inquinato e soffocato. Come le foreste, che abbiamo bruciato. Come la terra, che abbiamo “divorato”. (fc)

Il tweet di Falcomatà, la risposta di Draghi. Oggi arriva Curcio (Protezione Civile)

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà twitta l’invito a draghi di venire giorno di Ferragosto in Calabria per rendersi conto di persona dell’immane disastro ambientale provocato dagli incendi di questi giorni.

E il Presidente Draghi replica immediatamente esprimendo la vicinanza del Governo alla popolazione calabrese così duramente provata. Draghi ha assicurato il massimo sostegno a tutta la comunità metropolitana di Reggio Calabria e all’intera Calabria.

«Sono stato raggiunto – ha detto Falcomatà – da una telefonata del Presidente del Consiglio, che si è intrattenuto a lungo per conoscere nel dettaglio lo stato della situazione relativa all’emergenza incendi, pregandomi di estendere la sua solidarietà e vicinanza all’intera comunità ed offrendo la massima disponibilità per ciò che riguarda il tema dei ristori sia per un progetto straordinario di messa in sicurezza del territorio metropolitano e per il rimboschimento di tutte le aree verdi andate distrutte. Credo sia un segnale positivo di vicinanza alla nostra comunità da parte del Presidente Draghi»

«Proprio domani (ndr: oggi) il Capo nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio sarà in Calabria per sincerarsi direttamente della situazione, guidare personalmente le operazioni di spegnimento degli incendi rimasti e fare il punto sulla messa in sicurezza delle aree andate distrutte dal fuoco. C’è da programmare con urgenza un intervento straordinario per evitare che montagne e colline rimaste scoperte dalla protezione vegetale possano trasformarsi in fiumi di fango già alle prime piogge. E poi è necessario prevedere fin da subito una vasta operazione di rimboschimento di tutti i territori distrutti dal fuoco, oltre che il risarcimento dei danni per le imprese ed i cittadini residenti che hanno subito gli effetti devastanti degli incendi. 

«Siamo sinceramente confortati dalla vicinanza espressa dal Presidente Draghi – ha affermato infine il sindaco – in una situazione di emergenza come questa penso sia un dovere delle istituzioni far sentire la propria presenza in maniera concreta, supportando chi come i sindaci da giorni sta combattendo, spesso anche fisicamente, contro l’avanzare del fronte incendiario. Siamo fiduciosi che la disponibilità offerta dal Capo del Governo si tramuti in tempi brevi in un supporto concreto, a cominciare dal sostegno nelle operazioni di spegnimento degli incendi ed in tutto ciò che ne consegue in termini di risarcimento, messa in sicurezza e bonifica delle aree colpite. Naturalmente continueremo ad interloquire in maniera costruttiva per fare in modo che ciò avvenga in tempi ragionevoli». (rrm)

Tutto l’Aspromonte brucia: c’è un disegno criminale dietro?

di Francesco Rao – Ci sono eventi che segnano fortemente i territori e le popolazioni. Nel bene e nel male, tali circostanze finiranno per determinare il presente ed il futuro. Stiamo vivendo con costante trepidazione queste difficilissime ore nelle quali le immagini ed i video, riportati dai canali dell’informazione e dai canali social, segnano questi giorni di un mese di agosto che avremmo voluto vivere con maggiore serenità, soprattutto dopo l’ennesima fase di lockdown e restrizioni varie vissute durante l’inverno scorso. L’evoluzione di questa fase segnerà, anzi, disegnerà nuovamente i territori e le popolazioni della Calabria. Ad oggi, purtroppo, oltre alla distruzione di ettari di vegetazione e piante secolari, piangiamo la morte di quattro persone. Erano quattro calabresi, attaccati alla loro terra, alla storia fatta di sacrifici vissuti per una vita in quei luoghi ed in quelle abitazioni, andate poi in fumo in pochi minuti. Questo sacrificio è grande, quanto è grande l’impatto ambientale che determinerà nel futuro le sorti della Calabria e dei Calabresi.

Proprio il 6 agosto scorso, ho avuto modo di coordinare i lavori di presentazione di un volume edito dell’Ente Parco d’Aspromonte, dal titolo: “Geoparco Aspromonte – Patrimonio Unesco – Storie di Terre Migranti”. Dalla bellezza dei contenuti esposti dai relatori e dalla progettualità futura auspicata dal Presidente Leo Autelitano, non avrei mai potuto immaginare che a distanza di pochissimi giorni, quel patrimonio, sarebbe divenuto il luogo di una scena apocalittica nella quale la fitta vegetazione, da proteggere e preservare,  diveniva l’elemento fondante per alimentare le fiamme che giorni e giorni di lavoro svolto dai soccorsi ancora non sono state domate.

La nostra Calabria ha patito moltissimi mali, per tantissimo tempo. Dai terremoti alla malavita; dalla corruzione alla mala sanità; dall’analfabetismo alla saccenza; dalla disoccupazione atavica alla crescente emigrazione giovanile e non solo. In ultimo, la pandemia ancora in atto sembrava essere l’estremo male destinato a metterci all’angolo. Dopo il primo anno di questa imprevista emergenza sanitaria, stavamo lottando con tutte le nostre forze per poterci rialzare e iniziavamo ad intravedere la luce, anche grazie ai benefici della vaccinazione.

Pur essendo nato il secolo scorso, a mia memoria, una quantità di incendi, così ampia e diffusa su tutto il territorio regionale, credo non ci sia mai stata. Da sempre ricordo focolai d’incendio, sviluppatesi nelle nostre bellissime montagne, ma in quantità nettamente inferiori ed immediatamente governate. In questi giorni i social hanno dato voce a moltissime persone, veicolando la loro amarezza ed il fortissimo sdegno per un fatto che vorrei definire strage dell’ecosistema calabrese. Ho letto su alcuni quotidiani locali che, per taluni casi, gli inquirenti hanno ipotizzato anche responsabilità umane. Tutto ciò si aggiunge alla famosa favola dell’autocombustione, da sempre utilizzata per sedare gli animi e forse raggirare quella norma che prevede azioni puntuali da praticare nei territori sottoposti ad incendio doloso.

In tutta questa tragedia, da qualche giorno, mi sto chiedendo: e se fosse stato un progetto ben pianificato e teso ad ottenere dallo Stato una contropartita? Solo per fare un esempio, mandare in fumo il Geoparco, Patrimonio dell’Unesco, equivale ad aver ridotto in frantumi il Colosseo. Se per molti l’esempio potrà apparire esagerato, dopo aver ascoltato le relazioni dei docenti universitari, in occasione della presentazione del pregevole volume già citato, penso possa essere ben proporzionato. In pochissimi conoscono il valore storico, geologico e botanico del territorio andato in fumo in queste ore. Proviamo ad immaginare quante risorse economiche verrebbero messe a disposizione, in caso di un attacco terroristico praticato ai danni del Colosseo? Proviamo ora ad immaginare la dimensione dell’embolo partito nel cervello di eventuali “piromani”, intenzionati a lucrare nella fase postuma all’incendio, visto che ora, oltre ai fondi statali ed europei si aggiungono i fondi che l’Unesco non potrà negare in quanto, quel luogo, una volta divenuto patrimonio dell’umanità, non potrà essere declassato.

Volendo essere cinico e fantasioso, si potrebbe ipotizzare anche una richiesta estorsiva non andata a buon fine. Inoltre, non dimentichiamo l’eventuale azione, messa in atto per generare svantaggi economici nei confronti degli operatori economici che gestiscono elettrodotti e metanodotti presenti proprio sul territorio. Sarebbe molto bello sapere se tali infrastrutture hanno subito danni, oppure sono rimasti indenni dalle fiamme di questi giorni. Infine, non potrà essere trascurata la fase di messa in sicurezza delle montagne, in parte esposte nelle immediate vicinanze di centri abitati ed in parte sede di importantissime infrastrutture stradali, le quali, oltre ad essere strumenti di viabilità, speriamo possano divenire sempre più un valido strumento per attuare processi di sorveglianza e controllo tesi a scongiurare futuri fatti analoghi. Infine, portando nel cuore la tristezza di questa triste pagina della Calabria, sicuramente impressa anche nella mente dei Calabresi e di tutte le persone che in questi giorni hanno seguito l’evolversi di una tristissima realtà, vorrei sperare che i cittadini di Grotteria possano al più presto ritornare nelle loro abitazioni,  che i parenti delle vittime trovino la forza per andare avanti, ed auspicherei che il Presidente della Repubblica, on. prof. Sergio Mattarella ed il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, vengano di persona ed al più presto a visitare i luoghi nei quali gli incendi hanno bruciato la storia, le tradizioni, le speranze e buona parte del futuro di questa terra e di quella Gente di Calabria, che Corrado Alvaro descriveva forti, capaci di resistere alle difficoltà della vita e grazie alla loro pelle dura, oltre a poterci affilare i coltelli facendoli scorrere sulle loro braccia, continueranno ad amare la loro terra.

Vorrei aggiungere un semplice desiderio: questa volta alla Calabria non siano indirizzati soltanto fondi. Noi non stiamo con il cappello in mano. Vengano attivate azioni investigative tese a verificare l’eventuale responsabilità umana e strumenti normativi atti a consentirci di ricostruire ciò che la natura ha perso anche a seguito dell’irresponsabilità umana e di uno smisurato egoismo. (fr)

[Francesco Rao è un sociologo calabrese. Vive a Cittanova]

Confcommercio – Algieri: Gesti ignobili e sogni divorati dalle fiamme

La Confcommercio calabria, per voce del suo presidente Klaus Algieri, ha diffuso una nota di solidarietà per le popolazioni colpite dagli incendi boschivi di questi giorni.

«Brucia l’Aspromonte, brucia il Pollino, brucia la Sila e le Serre. Brucia la Calabria da nord a sud. Brucia il suo cuore verde, le faggete vetuste dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Centinaia di famiglie piangono sogni divorati dalle fiamme, attività commerciali, case. Tutto questo per colpa di persone ignobili, senza un briciolo di cuore che non si sa per quale motivo si divertono nel vedere incendiati alberi secolari e ambienti incontaminati.

Tutto questo nel silenzio e nell’indifferenza quasi assoluta di media e tv nazionali, perché la Calabria è di serie B, non merita mobilitazioni o raccolte fondi nazionali. In Calabria i roghi sono questione di malaffare per i quali non c’è bisogno di mobilitarsi perché è così che deve essere».

Dure le parole del Presidente Algieri che si scaglia contro i piromani responsabili degli incendi: «I roghi che in questi giorni stanno interessando la nostra Regione sono gesti vili e ignobili di persone senza scrupoli. Gesti di odio verso la nostra amata terra che viene colpita al cuore, il suo cuore verde, il suo patrimonio più incontaminato e puro. Questa è la nostra vera industria e vederla bruciare fa tanta rabbia. Ma non è la prima volta che assistiamo a questo scempio. Già nel 2017 avevamo vissuto un’estate simile. Quell’esperienza non ci ha insegnato niente? Cosa ha fatto la politica e dove sono le attività di prevenzione? È vero la colpa dei roghi è di chi li appicca, ma chi è deputato a tenere pulito gli spazi che ha fatto in tutti questi anni? Probabilmente era impegnato in altro di più importante, o i soldi servano ad altro, da non comprendere che l’ambiente è una delle risorse economiche fondamentali della nostra terra e come tale va preservata. Occorrono investimenti mirati e personale preparato per salvaguardare lo sconfinato patrimonio naturalistico della nostra Regione. Non possiamo ricordarci degli incendi solo quando vediamo bruciare i nostri alberi. Bisogna agire per tempo e non quando ormai è troppo tardi. Siamo sede di tre parchi nazionali e ancora non diamo il giusto peso alla valorizzazione delle attività naturalistiche? Come Confcommercio Calabria siamo indignati di tutto quanto sta accadendo e spero che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a catturare i colpevoli. Se sarà necessario siamo anche pronti a costituirci parte civile e come noi spero anche le altre associazioni di categoria si mobilitino in tal senso. Infine ci tengo ad esprimere la mia vicinanza a tutti i vigili del fuoco e ai volontari che in questi giorni, in modo incessante stanno lavorando per spegnere gli incendi, lontano dalle loro famiglie e dai propri cari. Loro sono i nostri eroi». (rrm)

Incendi / De Magistris: La regione è fuori controllo, in balia dello Stato

Il candidato presidente regionale Luigi De Magistris attacca duramente Stato e regione per i mancati provvedimenti di prevenzione che stanno causando vittime e danni incalcolabili alla popolazione calabrese: «La Regione Calabria – ha dichiarato – è fuori controllo, senza guida, in balia dello Stato. Gli incendi di questi giorni dimostrano che il disastro ambientale è responsabilità di piromani criminali, ma anche di politici che governano in Regione totalmente incapaci, travolti da indagini giudiziarie e impegnati solo ad assumere portaborse. Ma ci sono anche responsabilità del Governo e del Parlamento che hanno impedito di votare a luglio, dopo mesi di un governo senza legittimazione popolare. La sospensione della democrazia e l’assenza di istituzioni credibili stanno causando danni enormi alla Calabria». (rp)

Regione: chiesto al Governo lo stato di emergenza per gli incendi

È ufficiale la richiesta dello stato di calamità. La Giunta regionale, su proposta del presidente Nino Spirlì, ha deliberato la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza «in relazione agli eventi calamitosi derivanti dalla diffusione di incendi boschivi che stanno interessando il territorio della Calabria».Nella delibera si dà anche atto che «si procederà, con successivi atti, alla quantificazione dei danni derivanti dagli eventi, a seguito di apposita ricognizione che verrà effettuata presso i Comuni interessati».

L’EMERGENZA«Il territorio della Calabria – è scritto nel provvedimento – è stato diffusamente interessato, già a partire dal mese di giugno 2021, da un numero estremamente rilevante di incendi boschivi e di interfaccia che hanno provocato ingenti e gravi danni all’intero ecosistema regionale, ivi comprese le colture agricole, gli allevamenti, gli insediamenti civili, rurali ed industriali».«In particolare – è spiegato –, nelle ultime settimane di luglio e in quella di agosto, si è assistito a una drammatica recrudescenza dei fenomeni, che hanno messo in concreto e immediato pericolo sia il patrimonio boschivo – anche quello vetusto, oggetto di tutela dell’Unesco – che quello abitativo e produttivo, con il proliferare di incendi di interfaccia che hanno provocato ingenti danni alle cose nonché, circostanza ancor più grave, la perdita di vite umane».«Tuttora insiste, in tutta la regione – si legge nella delibera –, una situazione di criticità tale da aver indotto il presidente della Giunta, unitamente al direttore generale del dipartimento di Protezione civile a richiedere al presidente del Consiglio dei ministri, lo stato di mobilitazione nazionale».

IL RAPPORTO DI CALABRIA VERDE«Nei rapporti stilati dall’Azienda Calabria verde, delegata all’attuazione del Piano antincendio boschivo – è scritto ancora – continuano a pervenire, presso le sale operative di Calabria verde e della Protezione civile, numerose richieste di intervento e di soccorso, pure in funzione della tutela della vita umana in caso degli incendi di interfaccia. Appare necessario richiedere, al Governo, la dichiarazione dello stato di emergenza, tenuto conto, fra l’altro, dell’enorme dispiegamento di risorse umane e strumentali impiegate in campo, anche per effetto della presenza delle organizzazioni di volontariato provenienti da altre regioni in virtù della dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale».La Giunta ritiene dunque che sia «necessario ricorrere all’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, cui all’art. 24 del D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1, anche al fine di evitare pericoli per la pubblica incolumità e favorire il più rapido ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate e il ripristino delle strutture e infrastrutture danneggiate». (rcz)

Incendi / Angelo Sposato (Cgil): serve lo stato di calamità

di ANGELO SPOSATO – La situazione incendi in Calabria come nel resto del Sud sta precipitando, stanno bruciando ettari di patrimonio boschivo che rischiano di mettere in ginocchio definitivamente la regione e le aree interne. Il fuoco continua ad essere una minaccia per le popolazioni come già avvenuto nei giorni scorsi. Servono aiuti immediati, mezzi, strumenti idonei ed interventi economici di ristoro per le attività. La Regione Calabria chieda lo stato di calamità e assuma iniziative verso il Governo per lo stato di emergenza. Serve un tavolo di crisi nazionale per fronteggiare l’emergenza.

[Angelo Sposato è segretario regionale Cgil Calabria]

 

 

Presentato il piano straordinario di pulizia per la prevenzione degli incendi boschivi

Prevenire gli incendi boschivi attraverso un piano di indirizzo per interventi straordinari di pulizia, che è stato presentato nella Cittadella regionale di Catanzaro, alla presenza dell’assessore alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo e il dirigente Uoa Foreste e Forestazione Salvatore Siviglia.

Erano presenti all’incontro anche il commissario di Calabria Verde, Salvatore Mariggiò e i presidenti delle Province di Catanzaro e Cosenza, Sergio Abramo e Franco Iacucci che hanno ringraziato la Regione per la predisposizione di questo piano.

«Si tratta – ha detto l’assessore Catalfamo – di un’azione sinergica tra i dipartimenti regionali Infrastrutture e Agricoltura a tutela dei nostri territori e in particolare per quanto riguarda la prevenzione degli incendi nelle arterie stradali provinciali. Con l’assessore Gallo abbiamo immaginato un piano organico, mai realizzato su scala regionale, in cui le cunette della rete stradali, che attraversano capillarmente il territorio regionale, possano costituire delle barriere tagliafuoco e prevenire non solo gli incendi boschivi ma anche il dissesto idrogeologico».

«È un piano straordinario di interventi – ha dichiarato l’assessore Gallo – per mettere in atto una serie di misure e tutelare il patrimonio boschivo dagli incendi che in questo primo periodo estivo sono stati circa 1.500. In base a una valutazione complessiva dei fenomeni legati agli incendi, è stato rilevato che circa il 50 per cento, trae origine da dolo e incuria. E soprattutto nasce in prossimità dei manti stradali. Da qui il cambio di approccio nella strategia relativa alla prevenzione del rischio incendi. Come Regione vogliamo non solo tutelare il patrimonio boschivo ma proiettarlo in una dimensione di turismo esperienziale, valorizzarlo e trasformarlo anche in risorsa economica».

Il dirigente Uoa Foreste e Forestazione, Salvatore Siviglia, è poi entrato più nel dettaglio del piano: «Considerato il blocco delle attività di manutenzione ordinaria a causa dello stato di emergenza Covd – ha spiegato Siviglia – le amministrazioni provinciali hanno rappresentato problematiche legate al grave stato vegetativo in cui riversano alcune infrastrutture stradali confinanti con aree boscate o ricadenti in prossimità di esse. La mancata pulizia di queste zone crea purtroppo un potenziale aumento dei casi di innesco degli incendi imputabili all’azione dell’uomo, sia essa volontaria che involontaria».

«Al fine di mitigare il rischio incendio boschivo e per andare incontro alle esigenze manifestate dagli enti preposti alla gestione delle infrastrutture stradali – ha aggiunto Siviglia – abbiamo previsto dunque un potenziamento delle attività di protezione non solo delle zone boschive ma delle arterie stradali provinciali. Una volta selezionati i tratti stradali, che presentano caratteristiche di continuità con le aree a potenziale rischio incendio boschivo, e i viali tagliafuoco, si avvieranno in tempi brevi le attività di pulizia straordinaria per un più efficace contrasto agli incendi boschivi ed ai rischi conseguenti».

Nello specifico il piano ha un budget di circa 10 milioni di euro e si attuerà attraverso servizio elicotteri, gestione delle sale operative, gestione degli automezzi, avvistamento incendi boschivi, realizzazione ed adeguamento punti rifornimento idrico, convenzioni con Vigili del Fuoco, Carabinieri Forestali e Associazioni di Volontariato, manodopera idraulico forestale. Gli enti attuatori sono oltre alla Regione, anche Calabria Verde, il Parco delle Serre e i Consorzi di Bonifica con disponibilità di mezzi e strumenti. (rrm)