Venerdì l’ottava seduta del Comitato di Sorveglianza del Por Calabria 14/20

Venerdì 5 novembre, nella Sala Verde della Cittadella regionale, alle 10, si terrà l’ottava seduta del Comitato di Sorveglianza del Por Calabria 14/20, che sarà presieduto dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Durante i lavori saranno illustrati lo stato di attuazione degli obiettivi del Por e le iniziative intraprese per fronteggiare gli effetti dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per la messa in sicurezza del programma.

Alla riunione – che sarà condotta dall’Autorità di gestione del programma – prenderanno parte i rappresentanti della Commissione europea, dell’Agenzia per la coesione e del Dipartimento per le Politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle amministrazioni centrali e regionale, nonché gli esponenti del partenariato istituzionale ed economico e sociale, l’Autorità di Audit, l’Autorità di Certificazione, la Corte dei Conti, e l’Associazione tecnostruttura delle Regioni per il Fondo sociale europeo. (rcz)

G20, Occhiuto: con Draghi l’Italia torna protagonista internazionale

Il neopreosdente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, ha commentato l’evento G20 di Roma: Con Draghi – ha detto – l’Italia torna in primo piano nello scenario internazionale. «Finalmente torna ad avere un ruolo centrale, da protagonista, a livello internazionale. Grazie all’autorevolezza e al prezioso lavoro del presidente del Consiglio, Mario Draghi, il nostro Paese ha ritrovato credibilità e considerazione. Una congiuntura positiva che ormai non si verificava più dagli anni dei governi Berlusconi, ultimo premier capace di dialogare alla pari con i grandi del pianeta. Le aperture del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il successo del G20 di Roma, il peso riconquistato dall’Italia nei tavoli che contano. Tutti fattori determinanti per gli obiettivi, economici e geopolitici, da conseguire nei prossimi anni». (rrm)

OCCHIUTO È GIÀ AL LAVORO A GERMANETO
SARÀ «LA CALABRIA CHE NON TI ASPETTI»?

di SANTO STRATI – Qualche ora dopo la proclamazione, il neo presidente Roberto Occhiuto era già al suo tavolo, al decimo piano della Cittadella di Germaneto: non c’è tempo da perdere e il governatore è ben conscio del pesante fardello che lo aspetta, a partire dalla scadenza del 12 novembre per i progetti da inviare in Europa per l’utilizzo del Recovery Plan. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà il vero banco di prova per tutto il Paese: ci saranno Regioni smart e diligenti, altre pasticcione e disordinate, ma è un treno che passa una volta soltanto. Se si fa un semplice confronto con gli aiuti americani dell’ERP del piano Marshall, c’è – per usare un’espressione casa a Occhiuto – una vagonata di denaro che deve essere impiegato e speso. Bene ed efficacemente aggiungono i calabresi che, senza lasciarsi andare all’inevitabile rassegnazione, guardano sempre con perplessità i programmi comunitari di intervento e aiuto: troppe volte abbiamo visto, tutti quanti, tanti soldi (milioni e milioni) restituiti per mancato utilizzo. La Calabria fino ad oggi non ha avuto capacità di spesa (al pari di altre regioni “disastrate”) e di questo ha piena contezza il nuovo presidente Occhiuto il quale ha la possibilità di invertire la tendenza.

Già nelle prime ore da Governatore ha voluto incontrare e vedere dirigenti e funzionari perché la grande spina dolorosa della Regione Calabria è la burocrazia: lenta, esasperante, logorante e insopportabile. Con il risultato di rendere complicate le cose semplici o di scoraggiare totalmente imprese e professionisti a operare, imponendo lacci e lacciuoli alle pratiche di qualunque genere. Migliaia di aziende hanno rinunciato a proporre iniziative che avrebbero portato nuova occupazione perché sconvolte dai tempi di attesa per avere risposte, dalle tonnellate di carte richieste (spesso inutili, spesso per informazioni facilmente reperibili in rete), demotivate dalla mancanza di assistenza o dall’assenza di aiuto per accelerare le procedure. Chi investe in Calabria con l’attuale situazione burocratica che impera a Germaneto, alla Regione Calabria, è un santo o un irriducibile incosciente (magari innamorato pazzo della sua terra). Occhiuto sa bene tutto questo e ha già incontrato i direttori generali della Cittadella: «Ho dato loro – ha detto Occhiuto intervenendo all’assemblea pubblica di Unindustria Calabria, a Catanzaro – le prime indicazioni: mi sto rendendo conto delle qualità e dei limiti della macchina burocratica regionale. Uno dei miei primi impegni sarà quello di riformare il funzionamento della Regione, troppo spesso lenta, inefficiente, poco incline ad accompagnare in modo adeguato le decisioni politiche che servono per dare con chiarezza la direzione di marcia da seguire. Mi impegno a rendere più efficiente la burocrazia, ma chiedo anche agli imprenditori, a Confindustria, di aiutarmi ad attrarre gli investimenti, a creare ricchezza, sviluppo, occupazione».

Lo slogan scelto da Roberto Occhiuto è indovinato e potrebbe persino risultare vincente: “La Calabria che non ti aspetti”. Già, perché il problema numero uno, oltre al dramma della sanità in regione e in trasferta, alla mobilità pressoché impossibile e alla fuga dei giovani cervelli per assenza di lavoro e opportunità d’impiego, è quello della reputazione. La Calabria, bellissima e amara, è vista quasi dovunque come terra di malaffare, da evitare per chi avesse voglia di investire. E invece chi viene in Calabria – da turista, da imprenditore, da investitore – scopre una terra ben diversa da quello che gli hanno fino ad oggi raccontato. C’è una narrazione in negativo che va stoppata, occorre lavorare (con i dovuti investimenti, sia chiaro, senza buttare denaro a caso) sulla reputazione, sulla positività di una terra che potrebbe offrire un turismo destagionalizzato per tutto l’anno, con i suoi 800 km di costa, i suoi tre Parchi nazionali, il suo mare e le sue meraviglie archeologiche, paesaggistiche e artistiche in grado di far sospirare chiunque, che ha incentivi straordinari per le aziende che vogliano localizzare sedi periferiche delle loro attività, che vanta un clima e un’aria pulita da far invidia alla California. E non a caso potrebbe diventare la California d’Europa se solo ci fossero menti illuminate e programmi seri per la crescita e lo sviluppo.

Occhiuto ha la possibilità di giocarsi la carta della vita: non solo (come non ha mai nascosto) l’orgoglio e la soddisfazione di fare qualcosa di veramente concreto per la sua terra che ama moltissimo, ma anche un successo politico personale che non gli farà rimpiangere Montecitorio. Ha dalla sua, Roberto Occhiuto, una serie di circostanze e caratteristiche che gli saranno di grande aiuto: è un politico consumato, conosce a menadito i meandri della politica romana, dà del tu a ministri e potenti boiardi di Stato, sa come funziona in Parlamento per ottenere quello di cui si ha bisogno, sa a chi rivolgersi e sa come non avere risposte negative o “politicamente” inutili (come le promesse e rassicurazioni che non si realizzeranno mai). È giovane, capace, ambizioso di mostrare il suo valore, desideroso di diventare il “presidente dei calabresi” e non più solamente della Calabria. Per raggiungere questo risultato, Roberto Occhiuto deve circondarsi di competenze e capacità indiscusse in tutti i campi dove deve operare, mediando con l’opposizione, quando necessario, purché l’obiettivo comune di crescita della regione possa essere raggiunto. Opposizione che ci auguriamo non voglia ripetere i passi falsi della passata monca legislatura: non è abbandonando l’Aula di Palazzo Campanella che si trovano le soluzioni necessarie a risolvere i problemi.

L’ideale sarebbe, pur nella libertà totale di scelta della sua compagine di governo, che Occhiuto tenesse a mente quanto sta accadendo nel governo nazionale. La cosiddetta maggioranza Ursula, con presenze trasversali, sta permettendo a Draghi di attuare il suo programma di ripartenza: le piccole scaramucce di Salvini e Meloni non incidono sulla solidità dell’esecutivo. Occhiuto ha una maggioranza che lo blinda, ma dovrà governare – per raggiungere gli obiettivi che si prefigge – con un’opposizione che faccia adeguatamente il suo mestiere, in maniera costruttiva, non con il semplice ostruzionismo.

Ci sarebbe un grande segnale da lanciare all’opposizione perché il grande impegno che attende la Regione non sia disatteso: offrire la Presidenza del Consiglio alla minoranza. Non è competenza del presidente Occhiuto, ovviamente, ma la sua valutazione politica sarebbe importantissima e mostrerebbe una lungimiranza e una visione di futuro che tutti dovrebbero riconoscergli. Non è mai capitato che a capo dell’Assemblea regionale sia andato un componente dell’opposizione (è riservato comunque un posto per la vicepresidenza), ma il momento è storico e la rinuncia a certe pretese partitiche sarebbe un buon viatico per mostrare che si fa sul serio. Così come scegliere professionalità anche non necessariamente di area mostrerebbe una grande saggezza e maturità politica. La verità, incontrovertibile, è che la divisione destra-sinistra è ormai superata, praticamente antistorica, in questo delicato momento, ce lo dicono le urne, pur ricrescendo un po’ dovunque la passione per politica. Una Regione unita (non unitaria, sia chiaro) potrebbe affrontare le grandi attese che i calabresi non sono più disposti a vedere sfumare. È appunto questa la sfida: lavorare tutti insieme, al di là degli schieramenti, per ridare futuro ai nostri giovani, per dare smalto a una terra da troppo tempo dimenticata, non solo trascurata. È una sfida non solo per la destra che ha vinto, ma anche per la minoranza, cui non mancano idee e buoni propositi. Lavorare insieme per un comune obiettivo che si declina in una sola parola: sviluppo.

In Confindustria, nel capoluogo, Occhiuto ha parlato col cuore in mano agli industriali: «Chiedo anche agli imprenditori, a Confindustria, di aiutarmi ad attrarre gli investimenti, a creare ricchezza, sviluppo, occupazione. Propongo alle imprese e ai sindacati un ’Patto per la Calabria’. Questa Regione la cambierò, la cambieremo insieme – non lo faremo in pochi mesi, o in uno o due anni – solo se riusciremo a darci degli obiettivi precisi e a conseguirli con forza e con determinazione. Gli imprenditori in questa terra sono degli eroi. Io voglio provare a creare un habitat naturale positivo per le imprese, per chi vuole mettersi in gioco, per chi vuole dare opportunità. Ma ho bisogno del supporto concreto di tutti voi. Non sono un uomo solo al comando, un uomo da solo non potrebbe vincere la sfida che abbiamo davanti. Io voglio vincerla, e voglio farlo con gli imprenditori, con i sindacati, con le migliori energie di questo territorio. Cambiamo la Regione, e facciamo conoscere all’Italia intera una Calabria che il Paese non si aspetta». I buoni propositi non mancano, auguri Presidente. (s)

Il videomessaggio del Presidente Roberto Occhiuto:

https://fb.watch/8YUxDs4rsi/

 

La Calabria ha finalmente insediato il presidente: Roberto Occhiuto a Germaneto

Ha dovuto aspettare 25 giorni dalle elezioni ma, finalmente, la Calabria ha il suo presidente, che è Roberto Occhiuto.

Questa mattina, infatti, la Corte di Appello di Catanzaro ha proclamato Occhiuto presidente della Regione Calabria, e Amalia Bruni come consigliere regionale come migliore candidata presidente perdente.

Al margine della proclamazione, Occhiuto ha dichiarato che «oggi, dopo la bellissima vittoria del 3 e 4 ottobre, sono stato proclamato presidente della Regione Calabria. Una grande emozione, una forte responsabilità, una nuova avventura che non vedo l’ora di vivere, con entusiasmo e determinazione».

«Mi sono già insediato presso la Cittadetta della Regione – ha spiegato – ho fatto il tradizionale passaggio di consegne con Nino Spirlì, e adesso sono nel pieno delle mie funzioni, pronto a governare questo splendido territorio».

«Il processo non si concluderà in uno o due anni, ma la Calabria la cambieremo e conto di rendere visibili i primi risultati entro pochi mesi» ha concluso Occhiuto, sottolineando come la Giunta regionale «sarà la migliore possibile».

«Ci sono tante cose da fare – ha spiegato – ma sono fiducioso che, passo dopo passo, riusciremo a cambiare la Calabria. Lo faremo nel corso dei prossimi cinque anni, con serietà e con un programma concreto. La prima sfida sarà sulla sanità, ma ci occuperemo anche di lavoro, di turismo, di sviluppo, di infrastrutture, di rifiuti, di salvaguardia e valorizzazione delle nostre bellezze paesaggistiche e culturali».

«I giovani – ha evidenziato  – saranno al centro del nostro progetto: dovranno poter scegliere di rimanere in Calabria, e non essere più obbligati ad andar via. Oggi comincia un percorso, lavoreremo senza sosta per ricambiare la fiducia e il sostegno che gli elettori ci hanno dato».

Intanto, il presidente Occhiuto ha già reso noto che ha chiesto al ministero della Salute e al ministero dell’Economia «di essere nominato commissario in uno dei prossimi Consigli dei ministri, dopo la proclamazione. Credo che la mia nomina di commissario avverrà presto» e che ha svolto «un’attività di ricognizione anche sui sub commissari: non basta il commissario per affrontare e risolvere i problemi della sanità».

E proprio sulla sanità, Occhiuto assicura nessuna intromissione da parte dei partiti, in quanto «questo settore non può essere una zona franca. Accetterò i contributi da parte di tutti, anche dalle opposizioni perché la sanità appartiene a tutti i calabresi, non ad una sola parte politica».

Infine, i nodi più importante da sciogliere: la Giunta regionale e il ticket con Spirlì. Sul primo, Occhiuto non si è sbilanciato, assicurando che «la farò nei tempi stabiliti dallo Statuto – riporta Il Corriere della Calabria –. Saranno persone perbene, capaci di aiutarmi. Non è il problema che mi impegna di più, ci sono emergenze che hanno la priorità e meritano più attenzione». Per quanto riguarda il ticket con Spirlì, invece, «saprete quando presenterò la Giunta», ha detto semplicemente il presidente. (rrm)

FederAnziani Calabria scrive a Occhiuto: Serve sviluppare azioni a misura di ‘Senior’

Un incontro, in tempi ravvicinati, per avviare un gruppo di lavoro teso a sviluppare azioni e misure a dimensione di Senior ed anche di avviare l’iter per promulgare una legge che regolamenti i Centri di Aggregazione Culturali per anziani o associazioni simili. È quanto ha chiesto FederAnziani Calabria, guidato da Maria Brunella Stancato, al neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in una lettera aperta.

«Federanziani Calabria – ha ricordato la Stancato – ricopre un ruolo importante nella Regione, essendo una rete di associazioni ed avendo affiliati la maggior parte dei circoli e della Associazioni Culturali rivolti agli Over 60. Gli anziani rappresentano quasi il 20% della popolazione con piccoli cambiamenti percentuali tra le province, dovuto allo squilibrio tra i decessi e le natalità. Ringraziando il Signore, la maggior parte degli over 60 calabresi è in buona salute, forse perché la dieta mediterranea, i corretti stili di vita, o forse perché abbiamo l’aria più pulita d’Europa che ci tutela e ci fa vivere più a lungo».

«In questo periodo di Pandemia – prosegue la lettera – gli anziani sono quelli che hanno pagato il maggior numero di vittime, e se la Calabria si è salvata, lo dobbiamo a tutti noi calabresi che abbiamo rispettato le regole imposte. Il distanziamento sociale che è stato rispettato dalla totalità della popolazione calabrese. Gli anziani sono parte importante e determinante del sistema sociale, culturale, economico e politico del nostro Paese sono un supporto vitale per figli e nipoti, grazie alla propria disponibilità economica, fornendo così un servizio sociale importante, spesso sostituendosi alle istituzioni».

«Sono importanti – si legge nella lettera – dal punto di vista culturale, perché tante persone della cosiddetta terza età di alto livello culturale, sociale, professionale, o che provengono dal mondo dell’industria, dell’istruzione, del volontariato, sono impegnati giornalmente nei territori e fanno parte di associazioni, centri di aggregazioni culturali, centri sociali per anziani».

Anziani impegnati socialmente perché «sostituiscono le Amministrazioni Locali quasi nella loro totalità – continua la lettera – perché creano, animano, fanno vivere i Centri di Aggregazione Culturale per anziani, lo fanno fino allo sfinimento, senza alcuna risorsa economica ma solo, autotassandosi. I nonni della Calabria, gli over 60 sono persone che danno amore incondizionato, gentilezza, pazienza, comfort e lezioni di vita, sono quelli che hanno l’argento nei capelli e l’Oro nel cuore”, assicura il presidente. “Gli anziani sono quelli che hanno subito e subiranno di più tutte le difficoltà future, una categoria duramente provata dall’ emergenza sanitaria, ma completamente assente dai decreti e dalle misure che il governo ha messo in atto per sostenere la società civile».

«La categoria degli anziani – prosegue la lettera – non è inserita in nessuna forma di assistenza e supporto anzi, alcuni rappresentati dello Stato si permettono il lusso di dire che forse sono un costo in questo periodo, provo un profondo senso di sconforto e di rabbia verso queste persone che non danno alcun valore alla vita di un anziano».

«Gli anziani sono la nostra storia, la nostra enciclopedia, la nostra biblioteca – conclude la lettera – sono il nostro passato ed il nostro futuro, non possiamo permettere che le giovani generazioni mi riferisco agli adolescenti di oggi, rimangano tutti orfani dei propri Nonni, si perderebbe un passaggio importante perché i ragazzi di oggi saranno gli anziani di domani ai quali mancherebbe un pezzo importante della loro adolescenza con chissà quali strascichi o danni psicologici». (rcs)

ARRIVA LA PROCLAMAZIONE DI OCCHIUTO
LA CALABRIA ASPETTA IL NUOVO CONSIGLIO

di SANTO STRATI – Tra sussurri e grida, forse stamattina (o forse domani) ci sarà la proclamazione del nuovo Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: nessuno fornisce informazioni, nessuno giustifica questo incredibile ritardo: venti giorni tondi tondi su un risultato difficile da contestare visto il distacco tra il neoeletto e l’avversario arrivato secondo (Occhiuto 431.675 voti contro i 219.389 di Amalia Bruni). Eppure le scadenze sono impellenti e di particolare importanza: entro il 12 novembre vanno presentati i progetti per il PNRR, e il presidente eletto, in assenza della proclamazione, non ha alcun potere.

Cose di ordinaria burocrazia, si dirà: era già accaduto con la compianta Jole Santelli, eletta il 26 gennaio e proclamata a metà febbraio, era capitato con Mario Oliverio (493.158 voti il 23 novembre 2014) con la proclamazione addirittura a gennaio, si è ripetuta la stessa storia con Occhiuto. Il problema, naturalmente, non è solo di burocrazia, ma di risorse umane. Se per fare lo spoglio di 2.421 sezioni ci sono voluti due giorni prima di avere il risultato definitivo, per compilare il famoso modello 283/AR dell’Ufficio Centrale regionale presso la Corte d’Appello di Catanzaro ci sono un presidente, due membri dell’Ufficio e un segretario/funzionario. Chiaro che per redigere il verbale completo occorrano più giorni del normale spoglio, ma – date le circostanze – forse sarebbe stato il caso di chiedere un rinforzo (o la legge lo impedisce?) viste le scadenze fin troppo vicine che vedranno impegnate presidente e Consiglio regionale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I calabresi hanno atteso quasi un anno (la presidente Jole si è spenta il 15 ottobre del 2020) per poter tornare alle urne e ora non intendono più attendere oltre per vedere il nuovo Consiglio regionale in piena attività. Ci sono, peraltro, diverse incombenze prima che si possa parlare di funzionalità totale: dopo la proclamazione, il presidente Occhiuto entro dieci giorni dovrà presentare la sua Giunta al Consiglio regionale, il quale  – a sua volta – dovrà eleggere il proprio presidente e i due vice (uno tocca alla minoranza). Poi andranno nominate le varie commissioni. Come si farà a rispettare la scadenza del 12 novembre? Al solito modo, all’italiana: chiedendo l’inevitabile proroga…

D’altro canto ci sono da aspettarsi delle modifiche rispetto alla composizione del Consiglio così come era stata delineata il giorno dopo la conclusione degli scrutini: secondo fonti non confermate, la Commissione elettorale regionale ha dovuto ricontare le schede con le preferenze e controllare accuratamente i verbali di voto di ciascuna sezione. Sembrerebbe che ci siano state attribuzioni doppie di voti per un errore sul conteggio del voto di genere per quanto riguarda le preferenze di lista. Comunque sia, a rischiare sarebbero la Lega (che perderebbe uno o due consiglieri a favore di Forza Azzurri) e De Magistris (che dovrebbe rinunciare a un consigliere a favore del Movimento 5 Stelle). Tutte ipotesi campate su mormorii, ma che mettono ancor più in crisi la Lega che si vedrebbe – se fosse vera la perdita di uno o due consiglieri) retrocessa al quarto posto. Con evidenti ripercussioni nella formazione della Giunta.

Sarà rispettato il patto preelettorale di Occhiuto con Salvini? Ovvero la vicepresidenza toccherà di nuovo a Nino Spirlì? Se si fanno due calcoli di natura politica, considerando lo scarso peso di Spirlì, a Occhiuto converrebbe persino riconfermare l’attuale facente funzioni, per avere totale mano libera nelle scelte politiche della Giunta. Un vicepresidente “politico” potrebbe anche rivelarsi “ingombrante” date le circostanze: a pensar male – diceva Andreotti – si fa peccato, ma spesso ci s’azzecca…

Per fortuna, il neopresidente Occhiuto, in attesa della proclamazione, non ha perso tempo, mostrando già una grande determinazione a operare su tutti i fronti con il contributo di personalità competenti e risorse capaci. D’altro canto le sue relazioni politiche gli permettono di parlare direttamente con ministri ed esigere un’attenzione particolare per la Calabria. «Ho lavorato – ha dichiarato il presidente Occhiuto a SkyTg24 – con i ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna quando sono stato capogruppo di Forza Italia, e credo siano tra i migliori ministri del governo Draghi. Forza Italia è orgogliosa di avere ministri di tale valore e con tante competenze. Non capisco però quale sia l’appiattimento: sui temi più divisivi tra la Lega e il governo, Forza Italia è sempre stata dalla parte di Draghi». Senza mancare di sottolineare la valenza dei partner della coalizione, facendo riferimento a Berlusconi: «Il centrodestra ha altri due leader straordinari, Salvini e Meloni: hanno preso due partiti al 4% e ne hanno fatto due partiti nazionali, ma forse dovrebbero imparare da Berlusconi a federare il centrodestra. Quando Berlusconi creò il centrodestra mise insieme anime differenti, esperienze molto complesse ma diverse tra loro e lo fece conquistando poi la guida del Paese e assicurando all’Italia, all’Europa, che un centrodestra di governo ci può essere.
Salvini e Meloni sono grandi leader di partito, ma non sono ancora leader di coalizione. Una cosa è ottenere risultati per il proprio partito, un’altra costruire e amalgamare una federazione che si candida a governare e ad avere consenso in Italia e in Europa. Su questo credo che ‘i due allievi’ qualche lezione dal ‘maestro’ Berlusconi dovrebbero ancora prenderla».

I due player della destra (sovranista e leghista) hanno pensato a fare la gara a chi arrivava prima e hanno perso le elezioni: impareranno la lezione? Il crollo di consensi ha molte madri e non si deve alla campagna antisquadrista (legittima e dovuta delle ultime settimane), bensì va riferito all’assenza di un progetto serio e convincente  per il popolo di centro che non si riconosce nelle posizioni dem né tantomeno in quelle ex-populiste dei Cinquestelle. Non si può fare insieme opposizione e maggioranza (come predilige Salvini da qualche tempo a questa parte) o soltanto opposizione per smarcarsi dall’inevitabile anonimato di un tramonto annunciato. Gli spazi per una destra moderata, europeista, moderna e di governo ci sono, mancano i leader, tant’è che è dovuto ridiscendere in campo Berlusconi. Al quale i partner consentono l’illusione di poter concorrere al Quirinale (mancano proprio i numeri, al di là di qualsiasi considerazione) per tentare di riagglomerare una destra in caduta libera.

In Calabria, l’aria è diversa, unica eccezione del Paese, con una forte e decisa presenza forzista che non condivide gli oltransismi di Lega dei dei Fratelli della Meloni. Difatti, anche per il problema migranti, in attesa dell’ufficialità della sua nomina, Occhiuto non ha mancato di far conoscere le proprie idee: «La mia Regione è ancora meno organizzata delle altre per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione. Il sindaco di Roccella si è giustamente lamentato che non può una amministrazione comunale fare fronte a sbarchi ormai quotidiani. Appena insediato parlerò con il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, e chiederò al governo, intanto, di dare le risorse alla Calabria per fronteggiare questo problema. E poi, l’Italia deve avere la capacità di farsi sentire un po’ di più su questo tema in Europa, perché il problema dei migranti non riguarda solo i Paesi di frontiera o le Regioni di frontiera, come la mia, ma l’Unione europea nel suo complesso».

Infine, bella l’immagine che dà del Recovery Fund Roberto Occhiuto: “ci sono vagoni di risorse per il Sud, ma servono macchinisti per guidare i convogli”. Parlando a SkyTg24, il neopresidente ha detto: «Oggi stanno partendo vagoni di risorse per le infrastrutture del Sud, per la digitalizzazione, ma abbiamo bisogno dei macchinisti che guidino questi convogli, altrimenti le risorse si perdono su un binario morto. È stato così anche in passato. L’Europa, per quanto riguarda il Sud, ci dice da tempo che c’è un difetto di capacità amministrativa, una burocrazia incapace di spendere queste risorse nei tempi dovuti.
Le Regioni devono essere coinvolte negli indirizzi di spesa, ma devono essere anche aiutate ad avere il personale amministrativo capace di realizzare le indicazioni che danno i decisori politici.
Ha fatto molto bene il ministro Brunetta a selezionare mille esperti, io spero che saranno disponibili per le Regioni in tempi brevissimi, da affiancare ai governi regionali per spendere queste risorse nei vari ambiti. Noi ne abbiamo grande bisogno, abbiamo tantissime possibilità date dal Pnrr.
La Calabria ha il più grande porto del Mediterraneo, quello di Gioia Tauro, una risorsa per tutto il Paese, eppure abbiamo bisogno di investimenti che permettano di collegarlo alle altre infrastrutture. Abbiamo necessità dell’Alta velocità: è assurdo che in Calabria non ci sia l’Alta velocità e l’Alta capacità ferroviaria.
Ecco, su questo vogliamo un grande intervento da parte del governo nazionale. Noi gli assicuriamo che avrà nel governo regionale un alleato leale e disponibile». (s) 

 

L’addio di Roberto Occhiuto alla Camera: ci sarà oggi la proclamazione?

Il neopresidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, già capogruppo di Forza Italia alla Camera, si è dimesso da parlamentare. Ieri, a Montecitorio, ha salutato i colleghi e passato il testimone di capogruppo a Paolo Barelli. Oggi, con molta probabilità, ci dovrebbe essere la proclamazione ufficiale a Germaneto, ma fino a tarda sera la notizia non è stata confermata.

«È stato per me un onore – ha detto il presidente Occhiuto salutando i colleghi e gli amici parlamentari alla Camera – presiedere in questi mesi il gruppo di Forza Italia della Camera. Ringrazio il presidente Berlusconi per questa straordinaria opportunità, e tutti i colleghi che mi hanno aiutato a svolgere al meglio questo delicato ruolo. Faccio le mie più sincere congratulazioni al neo capogruppo Paolo Barelli, un dirigente di esperienza che, ne sono certo, guiderà con serietà e abnegazione la pattuglia dei deputati azzurri a Montecitorio». (rrm)

IL SOGNO AUDACE DI ROBERTO OCCHIUTO
DIVENIRE IL “PRESIDENTE DEI CALABRESI”

di SANTO STRATI – Per quale ragione un politico affermato, con un ruolo di grande prestigio in Parlamento, destinato certamente a una luminosa carriera ministeriale, decide di mollare tutto e correre per diventare Governatore della Calabria? La domanda non è leziosa e riguarda, ovviamente, il neo presidente Roberto Occhiuto, già capogruppo alla Camera per Forza Italia, che ha fatto una scelta che ha entusiasmato e, in parte, disarmato i calabresi.

La sua sfida non è di quelle che si possono considerare semplici, perché la vittoria era già scritta – e va bene – ma la scommessa sul futuro comincia il giorno della proclamazione, quando diventerà ufficialmente il 17° Presidente della Regione Calabria.

Torniamo alla domanda di apertura: perché lasciare una posizione di sicura rendita e tornare in Calabria? La risposta maliziosa di chi gli è avversario è facile: sete di potere, ma in questo caso è possibile leggere in altro modo questa scelta “penalizzante”.

È vero che il presidente di Regione acquista un potere straordinario anche rispetto a un ministro (soprattutto oggi alla luce delle risorse europee in arrivo con il Recovery Fund), ma ci piace immaginare – e il tempo ci dirà se ci siamo sbagliati – che le motivazioni siano altre, diverse.

Cominciamo col dire che Roberto Occhiuto è prima di tutto un politico di razza, quindi le sue scelte sicuramente rispondono a una logica ad ampio spettro politico, ma prim’ancora di essere un politico con anni di esperienza, è un calabrese autentico. Di quelli che sentono il richiamo della terra che ha dato loro i natali, e cioè che amano profondamente la Calabria e soffrono nel vederla così malridotta. E allora si riesce a pensare che la motivazione principale di questa scelta sia la voglia non di potere (quella è comunque insita anche in chiunque eserciti con grande onestà e dedizione il mandato affidato dagli elettori), bensì il desiderio di poter restituire qualcosa che si è ricevuto. La Calabria ha offerto belle chances a Roberto Occhiuto, gli ha dato formazione, successo: è tempo di ripagare la sua terra. E come può farlo? Con gli strumenti della politica che a lui non mancano: capacità e competenza le ha in più occasioni mostrate a Montecitorio, adesso avrà modo di metterle in pratica lavorando in un terreno minato dove la gelosia, l’invida e il dirigismo partitico di certe forze remano sempre contro qualunque buona idea.

Dopo la formidabile messe di voti (che neanche lui si aspettava) Occhiuto ha detto che «si vince con esperienza politica e radicamento sul territorio» e che gli «elettori vogliono dirigenti politici che sappiano proporre contenuti e soluzioni a problemi».

Ecco, il neopresidente dovrà fare in modo che ogni qual volta appare la parola “problema” ci sia pronta la soluzione. Ovvero serve una politica del fare e non del parlare a vuoto.

Sul tavolo della futura presidenza sono tantissimi i problemi che richiedono immediata risposta: a cominciare dalla sanità. Occhiuto vuole sostituirsi al vero assessore alla sanità che in questi 11 anni ha imposto le sue regole in Calabria, il ministro della Salute. Una regione commissariata non ha potuto esprimere una delega su un tema così rilevante per i cittadini: è ora di dire basta e Occhiuto ha già lanciato la sua prima sfida, quella di assumere in prima persona il ruolo di commissario. Un ruolo – attenzione – da svolgere circondandosi di personalità di alta competenza e capacità, in grado di mettere fine a sprechi, fondi inutilizzati, risorse buttate via, e valorizzare professionalità fino ad oggi mortificate e costrette ad andar via. 

L’ex presidente regionale Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, è stato uno dei primi a congratularsi prima per la scelta di correre in Calabria e poi per la forte affermazione elettorale. Si sente un po’ il mentore del giovane Occhiuto al quale non ha fatto mancare preziosi suggerimenti per gestire la macchina regionale. Nisticò ha ricordato a Occhiuto le opere da lui realizzate (prima del famoso ribaltone del 1998 che lo costrinse a lasciare la Regione) tra cui il Policlinico di Germaneto, le due Facoltà di Farmacia, il Centro agroalimentare di Lamezia, il progetto di Paolo Portoghesi della Cittadella di Germaneto che lui ha voluto in quella sede con determinazione contro tutti, il potenziamento della rete aeroportuale. Il nuovo presidente – ha detto Nisticò a Occhiuto – deve ricostituire quell’arco che la cattiva politica aveva spezzato. In campo sanitario, per esempio, c’è il progetto avviato dalla compianta presidente Jole Santelli sul centro di ricerca internazionale intestato a Renato Dulbecco, da collocare a Lamezia Terme, in grado di attrarre competenze internazionali e produrre non solo formazione ma anche soluzioni farmacologiche in grado di contrastare malattie ancora oggi incurabili. Al Dulbecco Institute di Lamezia hanno dato l’adesione diversi Premi Nobel, coinvolti dal prof. Nisticò, e qualche mese addietro uno di essi, l’israeliano Aaron Chechanover, ha voluto incontrare Roberto Occhiuto per spiegargli come nel suo Paese un’iniziativa simile ha creato importantissime risorse scientifiche e moltissimi posti di lavoro. Saputo dell’elezione, il Nobel ha inviato un semplice messaggio al neo presidente: «Wonderful». E lo stesso ha fatto Roberto Crea, considerato il padre delle biotecnologie, che ha deciso di lasciare dopo 40 anni San Francisco per tornare nella sua Calabria a dirigere il Dulbecco Institute.

Ecco un altro esempio di “restituzione” di un calabrese che si sente “obbligato” nei confronti della terra che lo ha visto nascere. 

Ma non è solo la Ricerca (che comunque potrebbe essere una delle migliori caratterizzazioni della consiliatura che si appresta a partire) che deve occupare il tavolo di Occhiuto. La risposta alla Sanità non sarà solo l’assorbimento sotto la propria ala del commissariamento, ma l’interruzione della spesa medica oltre regione (300 milioni per ricoveri e interventi e almeno il doppio da parte dei parenti di chi si è dovuto mettere in viaggio per assenza di buona sanità in Calabria. Eppure abbiamo in regione fior di professionisti (e lo hanno dimostrato nella gestione del Covid), ma sono le strutture quelle che vanno completamente aggiornate, riviste o rifatte completamente.

E poi c’è l’ambiente, il lavoro, l’innovazione tecnologica, il Ponte sullo Stretto e lo stop all’emorragia di laureati e giovani capaci che le regioni del Nord (o dall’estero) si prendono senza avere speso un centesimo per la loro formazione. È un discorso lungo: vedremo da subito, dalla squadra di governo che chiamerà accanto a sé, se il vero sogno di Roberto Occhiuto è diventare il “presidente dei Calabresi”.  

Le congratulazioni delle Istituzioni per l’elezione di Occhiuto a presidente della Calabria

Tantissime le congratulazioni che stanno arrivando, da parte delle Istituzioni, a Roberto Occhiuto per la sua elezione a presidente della Regione Calabria.

Il ministro per il Sud, Mara Carfagna, ha espresso i suoi «auguri più affettuosi» a Occhiuto, «protagonista di una vittoria del centrodestra addirittura più netta del previsto».

«Roberto – ha scritto su FB il ministro – ha trainato anche uno straordinario risultato di Forza Italia, che premia l’impegno e il lavoro di squadra di dirigenti e militanti. Il voto dei calabresi ci restituisce fiducia: gli italiani sanno riconoscere le proposte di buongoverno. Ora al lavoro tutti insieme per costruire un Sud dove sia più facile e conveniente vivere, lavorare, investire, crescere i propri figli».

«Che vittoria straordinaria, Roberto – ha scritto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini –. So che farai un ottimo lavoro. Per la Calabria, per i calabresi. Ti aspetto a Roma, in Conferenza Stato-Regioni, per lavorare insieme».

Anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha fatto le congratulazioni a Occhiuto: «il suo trionfo è motivo di orgoglio del nostro movimento».

«Il buongoverno paga sempre – ha commentato su Facebook – e in queste elezioni amministrative Forza Italia si dimostra, con la scelta dei suoi candidati e con la bontà della sua proposta politica, il partito trainante nella coalizione di centrodestra. Sono certo che Roberto saprà governare al meglio, come un valido ed esperto esponente politico sa fare. La sfida inizia ora: amico mio, forza e coraggio».

«La Calabria e i calabresi – ha scritto ancora – hanno un potenziale di crescita straordinario che attende soltanto di essere liberato. Ripartiamo dal capitale umano, pubblico e privato, sempre dalla parte giusta: dalla parte delle famiglie e delle imprese. Facciamo ancora una volta la differenza. Oggi Jole sarebbe fiera di te».

«Complimenti a Roberto Occhiuto per la grande vittoria in #Calabria! Felice di aver contribuito con @coraggio_italia: oggi inizia un nuovo percorso per far crescere questa terra straordinaria, noi ci siamo» ha scritto su Twitter, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e fondatore del movimento Cambiamo!.

Soddisfazione è stata espressa da Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, che ha sottolineato come «Roberto Occhiuto sarà, certamente, un grandissimo governatore».

Pietro Molinaro, della Lega, ha espresso i suoi auguri al presidente Occhiuto, e la soddisfazione per il risultato della Lega, che conferma quattro seggi in Consiglio regionale.

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha espresso gli auguri più sentiti, a nome proprio e dell’intera comunità locale, al Presidente del Governo regionale, Roberto Occhiuto, dell’assessore regionale uscente Gianluca Gallo e di tutti gli eletti a Palazzo Campanella. 

«In linea con le previsioni – ha affermato – la vittoria conseguita dall’Onorevole Occhiuto, a cui la città di Cassano ha contribuito in maniera considerevole, è netta, forte e determinata. Al Presidente Occhiuto anche gli auguri cordiali di tutti i cittadini cassanesi».

«Nel rispetto dei reciproci ruoli – ha aggiunto il primo cittadino – confermo tutta la disponibilità alla collaborazione istituzionale per l’esclusivo interesse della comunità cassanese, cosentina e calabrese. Un grandissimo successo, ha sottolineato, ha conseguito anche il nostro concittadino Gianluca Gallo, assessore uscente, che risulta essere il più votato dei consiglieri in tutta la regione. Anche a lui auguri sinceri e cordiali, da parte mia e di tutta la città».

«Congratulazioni – ha proseguito il sindaco di Cassano – a tutti i consiglieri eletti, con l’auspicio che l’impegno per il rilancio della Calabria sia forte e consistente. Auguri, in particolare, alla professoressa Amalia Bruni che, pur consapevole delle difficoltà, si è confrontata con serietà, professionalità ed alto senso istituzionale».

Un fortissimo abbraccio, infine, Gianni Papasso lo ha destinato a tutti i candidati che hanno svolto la competizione elettorale con senso civile e democratico. 

Vincenzo Voce, sindaco di Crotone, esprimendo i propri complimenti al presidente, ha sottolineato come «dalla nostra Amministrazione non mancherà una leale collaborazione istituzionale auspicando un positivo dialogo con la sua compagine di governo».

«Così come ringrazio Amalia Bruni per l’impegno, Carlo Tansi, i candidati di Tesoro Calabria e del centrosinistra per quanto hanno dato in questa competizione elettorale» ha detto il primo cittadino.

La sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, ha augurato buon lavoro al presidente Occhiuto, «premiato per la competenza, la visione politica, la serietà e la concretezza».

«Le Regionali del 2021 – ha sottolineato la sindaca Succurro – danno una chiara lezione alla politica: non pagano affatto la denigrazione degli avversari, l’attacco gratuito sui social, l’eroismo virtuale e il complottismo deviante, vuoto e perpetuo».

«I calabresi, e dunque i cittadini di San Giovanni in Fiore, hanno bisogno di risposte, di fatti, di serenità e di opportunità, che insieme a tutte le forze del centrodestra stiamo dando al territorio e che – ha concluso Succurro – saranno ancora più marcate grazie all’amministrazione regionale guidata da Roberto Occhiuto, cui il governo nazionale dovrebbe a mio avviso affidare, nel pieno rispetto del voto popolare, la guida della sanità calabrese». (rrm)

Elezioni: l’uso dei social dei candidati presidente e le cadute di stile

È decisamente una scelta di comunicazione di cattivo gusto quella della candidata Amalia Bruni (che probabilmente – vogliamo sperare – non guarda o controlla l’operato del suo ufficio comunicazione & social). Definire nemici gli avversari politici e abbinare l’ex presidente Oliverio con Salvini, Spirlì e Occhiuto ha provocato dure reazioni di gran parte della sinistra, inclusa quella che non “ama” l’ex governatore. Una strategia di comunicazione totalmente sbagliata e che mette dalla parte del torto chi si propone come alternativa al passato e faro per il futuro. La probabile bocciatura (se pesante), a nostro avviso, risentirà non poco di tutta l’insulsa campagna di comunicazione che Amalia Bruni e il suo staff hanno condotto. (s)

dalla REDAZIONE ROMANA – Nei giorni in cui infuria la polemica su Luca Morisi, l’inventore della “Bestia” di Matteo Salvini e quindi precursore del marketing politico attraverso i social, è forse possibile fare un’analisi dell’uso che in Calabria i quattro candidati alla presidenza stanno facendo sui loro profili facebook e instagram.

È un altro elemento di valutazione a pochi giorni dal voto per capire l’andamento di questa strana e silenziosa campagna elettorale, caratterizzata più dai “botta e risposta” al veleno che non dai programmi e dalle proposte sul futuro della Regione.

Anche in questo caso, analizziamo i quattro candidati in rigoroso ordine alfabetico.

AMALIA BRUNI  5000  follower su FB, 700 su Instagram

È arrivata più tardi degli altri sui social (la sua candidatura è dei primi di agosto) con un profilo chiamato semplicemente “Amalia Bruni. Candidato politico”, in cui compaiono lo slogan “Mai più soli” e un lungo profilo autocelebrativo. I follower sono aumentati esponenzialmente in queste settimane. La filosofia della pagina è stata piuttosto aggressiva, con alcune cadute di stile notevoli, come la vignetta dedicata a un De Magistris che chiede l’elemosina davanti alla Cittadella o il fotomontaggio dei competitor bollati come “nemici della Calabria”. Non eccessivi i numeri su instagram, circa 700 follower, non male però se si considera che era partita da appena 82.

LUIGI DE MAGISTRIS 8200 follower su FB, 1100 su Instagram

Una premessa. Luigi De Magistris ha una pagina facebook con quasi mezzo milione di follower, ma noi analizziamo solo il profilo aperto per la campagna elettorale calabrese, dal titolo “Luigi De Magistris Presidente per la Calabria” che in pochi mesi ha già 8.200 seguaci, con un incremento giornaliero di circa 40. Sulla pagina, a parte qualche attacco a testa bassa, si concentra soprattutto sulle tappe nei vari Comuni della Calabria. Il profilo instagram si attesta sui 1100 folloyer.

ROBERTO OCCHIUTO 20.106 follower su FB, 4330 su instagram

Appare molto attenta ai social la campagna elettorale di Roberto Occhiuto. La pagina facebook, che però è antecedente alla candidatura, ha raggiunto e superato i 20.000 follower. Molto misurati i post, quasi inesistenti le polemiche, illustrati alcuni punti programmatici e le varie tappe del tour elettorale. Occhiuto va meglio degli altri su instagram dove i follower sono 4330. Sembra pertanto privilegiare questo social, anche attraverso un uso costante delle stories.

MARIO GERARDO OLIVERIO  26.300 follower su FB, 1175 su Instagram

Ha una buona dote di follower su facebook l’ex governatore Mario Oliverio, ma questo numero deriva dal periodo in cui lo stesso era presidente della Regione. Resta comunque una platea a cui parlare ed Oliverio lo fa, anche se con un linguaggio un po’ lento e superato. Su instagram supera di poco i 1000 follower a testimonianza di una certa riluttanza ad utilizzare i social.

Conclusioni

Dai numeri illustrati, appare chiaro che le elezioni regionali in Calabria non si giocheranno sulla forza di penetrazione dei social. 

I quattro candidati non snobbano questo nuovo canale di propaganda, ma si capisce bene che non sarà questo l’elemento decisivo. 

Occhiuto sembra quello che ci punta maggiormente, mentre De Magistris e la Bruni si attestano su numeri appena sufficienti, con l’attenuante per quest’ultima di avere iniziato più tardi.

Sul piano dei contenuti, le pagine di Occhiuto sono sobrie e senza scossoni, quelle di De Magistris una via di mezzo tra la proposta e la lotta, quelle della Bruni piuttosto ripiegate sugli attacchi frontali – qualche volta di cattivo gusto – verso gli avversari. Né carne né pesce quelle di Oliverio che evidentemente continua a prediligere ancora il rapporto personale con gli elettori. (rrm)