L'EX CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA ALLA CAMERA HA LASCIATO UNA RENDITA DI POSIZIONE PER LA CALABRIA;
Roberto Occhiuto

IL SOGNO AUDACE DI ROBERTO OCCHIUTO
DIVENIRE IL “PRESIDENTE DEI CALABRESI”

di SANTO STRATI – Per quale ragione un politico affermato, con un ruolo di grande prestigio in Parlamento, destinato certamente a una luminosa carriera ministeriale, decide di mollare tutto e correre per diventare Governatore della Calabria? La domanda non è leziosa e riguarda, ovviamente, il neo presidente Roberto Occhiuto, già capogruppo alla Camera per Forza Italia, che ha fatto una scelta che ha entusiasmato e, in parte, disarmato i calabresi.

La sua sfida non è di quelle che si possono considerare semplici, perché la vittoria era già scritta – e va bene – ma la scommessa sul futuro comincia il giorno della proclamazione, quando diventerà ufficialmente il 17° Presidente della Regione Calabria.

Torniamo alla domanda di apertura: perché lasciare una posizione di sicura rendita e tornare in Calabria? La risposta maliziosa di chi gli è avversario è facile: sete di potere, ma in questo caso è possibile leggere in altro modo questa scelta “penalizzante”.

È vero che il presidente di Regione acquista un potere straordinario anche rispetto a un ministro (soprattutto oggi alla luce delle risorse europee in arrivo con il Recovery Fund), ma ci piace immaginare – e il tempo ci dirà se ci siamo sbagliati – che le motivazioni siano altre, diverse.

Cominciamo col dire che Roberto Occhiuto è prima di tutto un politico di razza, quindi le sue scelte sicuramente rispondono a una logica ad ampio spettro politico, ma prim’ancora di essere un politico con anni di esperienza, è un calabrese autentico. Di quelli che sentono il richiamo della terra che ha dato loro i natali, e cioè che amano profondamente la Calabria e soffrono nel vederla così malridotta. E allora si riesce a pensare che la motivazione principale di questa scelta sia la voglia non di potere (quella è comunque insita anche in chiunque eserciti con grande onestà e dedizione il mandato affidato dagli elettori), bensì il desiderio di poter restituire qualcosa che si è ricevuto. La Calabria ha offerto belle chances a Roberto Occhiuto, gli ha dato formazione, successo: è tempo di ripagare la sua terra. E come può farlo? Con gli strumenti della politica che a lui non mancano: capacità e competenza le ha in più occasioni mostrate a Montecitorio, adesso avrà modo di metterle in pratica lavorando in un terreno minato dove la gelosia, l’invida e il dirigismo partitico di certe forze remano sempre contro qualunque buona idea.

Dopo la formidabile messe di voti (che neanche lui si aspettava) Occhiuto ha detto che «si vince con esperienza politica e radicamento sul territorio» e che gli «elettori vogliono dirigenti politici che sappiano proporre contenuti e soluzioni a problemi».

Ecco, il neopresidente dovrà fare in modo che ogni qual volta appare la parola “problema” ci sia pronta la soluzione. Ovvero serve una politica del fare e non del parlare a vuoto.

Sul tavolo della futura presidenza sono tantissimi i problemi che richiedono immediata risposta: a cominciare dalla sanità. Occhiuto vuole sostituirsi al vero assessore alla sanità che in questi 11 anni ha imposto le sue regole in Calabria, il ministro della Salute. Una regione commissariata non ha potuto esprimere una delega su un tema così rilevante per i cittadini: è ora di dire basta e Occhiuto ha già lanciato la sua prima sfida, quella di assumere in prima persona il ruolo di commissario. Un ruolo – attenzione – da svolgere circondandosi di personalità di alta competenza e capacità, in grado di mettere fine a sprechi, fondi inutilizzati, risorse buttate via, e valorizzare professionalità fino ad oggi mortificate e costrette ad andar via. 

L’ex presidente regionale Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, è stato uno dei primi a congratularsi prima per la scelta di correre in Calabria e poi per la forte affermazione elettorale. Si sente un po’ il mentore del giovane Occhiuto al quale non ha fatto mancare preziosi suggerimenti per gestire la macchina regionale. Nisticò ha ricordato a Occhiuto le opere da lui realizzate (prima del famoso ribaltone del 1998 che lo costrinse a lasciare la Regione) tra cui il Policlinico di Germaneto, le due Facoltà di Farmacia, il Centro agroalimentare di Lamezia, il progetto di Paolo Portoghesi della Cittadella di Germaneto che lui ha voluto in quella sede con determinazione contro tutti, il potenziamento della rete aeroportuale. Il nuovo presidente – ha detto Nisticò a Occhiuto – deve ricostituire quell’arco che la cattiva politica aveva spezzato. In campo sanitario, per esempio, c’è il progetto avviato dalla compianta presidente Jole Santelli sul centro di ricerca internazionale intestato a Renato Dulbecco, da collocare a Lamezia Terme, in grado di attrarre competenze internazionali e produrre non solo formazione ma anche soluzioni farmacologiche in grado di contrastare malattie ancora oggi incurabili. Al Dulbecco Institute di Lamezia hanno dato l’adesione diversi Premi Nobel, coinvolti dal prof. Nisticò, e qualche mese addietro uno di essi, l’israeliano Aaron Chechanover, ha voluto incontrare Roberto Occhiuto per spiegargli come nel suo Paese un’iniziativa simile ha creato importantissime risorse scientifiche e moltissimi posti di lavoro. Saputo dell’elezione, il Nobel ha inviato un semplice messaggio al neo presidente: «Wonderful». E lo stesso ha fatto Roberto Crea, considerato il padre delle biotecnologie, che ha deciso di lasciare dopo 40 anni San Francisco per tornare nella sua Calabria a dirigere il Dulbecco Institute.

Ecco un altro esempio di “restituzione” di un calabrese che si sente “obbligato” nei confronti della terra che lo ha visto nascere. 

Ma non è solo la Ricerca (che comunque potrebbe essere una delle migliori caratterizzazioni della consiliatura che si appresta a partire) che deve occupare il tavolo di Occhiuto. La risposta alla Sanità non sarà solo l’assorbimento sotto la propria ala del commissariamento, ma l’interruzione della spesa medica oltre regione (300 milioni per ricoveri e interventi e almeno il doppio da parte dei parenti di chi si è dovuto mettere in viaggio per assenza di buona sanità in Calabria. Eppure abbiamo in regione fior di professionisti (e lo hanno dimostrato nella gestione del Covid), ma sono le strutture quelle che vanno completamente aggiornate, riviste o rifatte completamente.

E poi c’è l’ambiente, il lavoro, l’innovazione tecnologica, il Ponte sullo Stretto e lo stop all’emorragia di laureati e giovani capaci che le regioni del Nord (o dall’estero) si prendono senza avere speso un centesimo per la loro formazione. È un discorso lungo: vedremo da subito, dalla squadra di governo che chiamerà accanto a sé, se il vero sogno di Roberto Occhiuto è diventare il “presidente dei Calabresi”.