SCILLA (RC) – SudeFuturi, proiettato il corto “Note Magiche”

È stato proiettato, al Castello Ruffo di Scilla, il cortometraggio Note Magiche di Maurizio Paparazzo, vincitore del bando “Calabria Emotions”, ideato dalla Fondazione Magna Grecia con il supporto tecnico della casa di produzione Indaco Film.

Il bando è nato per far sì che persone del territorio ideassero un soggetto che restituisse una giusta narrazione della Calabria. Il film è stato proiettato in una sala del Castello Ruffo di Scilla accompagnato dalla voce dell’attrice Annalisa Insardà.

Il bando, nato quasi per caso, come ha raccontato Nino Foti presidente di giuria, ha subito generato una sinergia di eccellenze intorno all’idea di creare una narrazione di questi luoghi lontana dagli stereotipi.

La proiezione è avvenuta nel corso della seconda giornata di SudeFuturi ,III – “(R)innoviamo il Mezzogiorno”, organizzata dalla Fondazione Magna Graecia.

In giuria il regista Mimmo Calopresti. «È difficile raccontare una regione, è più facile raccontare le persone e i sentimenti. Per me il cinema non racconta mai delle entità, racconta la storia delle persone. Se queste poi vivono qui ecco trovata la soluzione».

Di come si può raccontare la regione attraverso l’informazione ha invece parlato Domenico Maduli, editore de Lac Network, che ha sposato il progetto. «Raccontare la Calabria è raccontare noi stessi: quello che siamo e quello che abbiamo creato. Noi siamo l’esempio di una narrazione positiva di questa regione che è tutt’altro di quello che si vuole far passare. Una forte determinazione può creare effetti positivi. Ci vuole tanta determinazione e ovviamente accompagnarsi a persone valide e di talento».

In giuria anche Antonello Colosimo, giudice della Corte dei Conti e appassionato di cinema: «La storia della Calabria è la storia della civiltà. Qui ci sono state forme di primigenie della vita democratica. Ma adesso vive una forma patologica di narrazione. L’iniziativa è diventata anche un modo per riflettere su come rappresentare questa terra e come ognuno di noi vorrebbe leggerla».

Gianni Quaranta, scenografo premio Oscar: «Per deformazione professionale, sono colpito dall’impatto visivo dei luoghi. Ho scoperto le bellezze di questa terra durante un viaggio in macchina con mia moglie, ci ha colpito la primitività della Costa Ionica, da lì è partito il sogno di realizzare un film in questa regione. Sono rimasto folgorato dalla posizione naturale ma anche da quella architettonica di Scilla che è unica. Speriamo che un giorno si realizzi questo mio sogno per far sì che la Calabria abbia la sua reale visibilità nel mondo non solo in Italia».

Sposare il marketing territoriale con una buona azione cinematografica «è un lavoro molto complesso che richiede diversi anni» secondo Francesco del Grosso, regista e critico cinematografico. «Ci sono regioni che hanno puntato molto sul cinema credendo nelle potenzialità del territorio e nelle bellezza. Qui in Calabria la grande sfida è non dare per scontato le proprie radici ed essere, per chi fa questi progetti, prima spettatori che registi».

L’auspicio è che si innesti una macchina virtuosa come avvenuto in Campania, a Castellabate, con “Benvenuti al Sud”, prodotto importato dalla Francia: «Medusa ha avuto un’intuizione. Io sono andato a Castellabate a girare un altro film subito dopo e avevano fatto una mappatura del territorio e venivano stranieri a visitare le location. Basta partire da quello che c’è nel luogo e riuscire a valorizzarlo al massimo, se ci sono riusciti con Benvenuti al Sud perché non si può fare in Calabria?».

E di processo di narrazione ha parlato anche Edoardo Lamberti Castronuovo, editore Rtv. «La Calabria è vittima di stereotipi, di pregiudizi, di scogli. Anche nelle fiction Rai i calabresi sono rappresentati secondo stereotipi. Ciò che noi abbiamo ottenuto con questo progetto è quello di dare un’immagine più vera. È un seme dal quale certamente verrà fuori qualcosa di positivo».

Maurizio Paparazzo regista vincitore: «Ringrazio la fondazione Magna Grecia, la giuria di Calabria Emotions, che ha ritenuto la mia idea meritevole di essere premiata e Luca Marino, presidente di Indaco Film, per il sostegno e l’appoggio. Nel bando si faceva riferimento al passato magno-greco e all’impatto emotivo e proprio per questo ho deciso di partecipare: per mostrare una Calabria internazionale dalla quale si evincesse la voglia di riscatto».

«Raccontare la Calabria è una responsabilità fortissima. Ti impone una morale», ha concluso Nino Foti.  (rrc)

 

SudeFuturi: Servono interventi nazionali per rendere il Sud motore d’Italia

C’è una grande necessità di interventi progettuali nazionali per rendere il Sud motore dell’Italia intera. È su questo che si è incentrata la seconda giornata di SudeFuturi(R)innoviamo il Mezzogiorno, al Castello Ruffo di Scilla e organizzato dalla Fondazione Magna Graecia.

Ad aprire il dibattito, moderato da Paolo Mieli, Paola Bottero e Alessandro Russo, è stato il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo: «Si sente spesso dire che bisogna investire sulla motrice invece che sull’intero convoglio, sperando che la prima trascini il resto dei vagoni. Credo, invece, che al Paese convenga investire nel Mezzogiorno e che il Sud potrà ripartire quando non ci sarà più un atteggiamento solidaristico, ma la decisione concreta di investire al Sud perché si decide di farlo».

«Si deve, però – ha aggiunto – modificare l’atteggiamento del passato e quindi non ci si può limitare a rivendicare quote, ma si deve spostare l’attenzione sul come vengono messi in atto i progetti. Nel Pnrr il fattore tempo è decisivo e occorre presto entrare nel merito delle singole linee di spesa».

Il ragionamento è stato proseguito dal presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre: «Si smetta con il romanticismo meridionalista e piagnone e si riparta dalla realtà. I vecchi governi nazionali hanno buttato i soldi al Sud senza creare sviluppo».

«Servono strategie straordinarie – ha evidenziato – che superino anche la tradizionale divisione di competenze tra Stato e Regioni sancita dalla Costituzione. Serve uno sforzo nazionale con un progetto per il Sud che immagini anche un suo ruolo definito verso il Mediterraneo».

Maria Grazia Falduto, direttore generale Pubbliemme, ha raccontato la sua storia di imprenditrice rientrata al Sud dopo un’esperienza a Milano e che è riuscita a risanare un’azienda in crisi portandola ai primi posti di produttività a livello nazionale. Dovendo, però, superare mille difficoltà. «Il rapporto con la pubblica amministrazione – ha detto Falduto – è stato spesso molto difficile, specie in Calabria».

«Abbiamo trovato maggiore difficoltà a dialogare con la Regione che con la Commissione europea – ha detto ancora –. Adesso, il Sud si trova davanti ad una grande opportunità e serve lavorare non con la fantasia ma con la concretezza cominciando dall’inserire persone all’altezza nelle amministrazioni».

Giuseppina Paterniti, direttrice editoriale offerta informativa in Rai. Ha ribadito il concetto: «Occorre competenza nelle amministrazioni e senza correzioni da questo punto di vista non andremo da nessuna parte. Per sfruttare bene le risorse in arrivo servirebbero corsi di formazione e nuove competenze per riuscire a realizzare progetti importanti e spazzare via ogni tipo di opacità».

Secondo il presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti,«Serve una centrale di spesa e progettazione che riesca a velocizzare gli iter di progettazione in un momento in cui il tempo è tiranno. Serve anche una comunicazione adeguata che informi e sappia controllare e non la stampa che si limita a seguire il potere di turno. Non può succedere più che i giornalisti non siano liberi». (rrc) 

SudeFuturi, cultura e marketing territoriale per rinnovare il Mezzogiorno

«La Calabria non fa promozione, parla solo di mare e ignora montagna e siti storici. Manca la visione, mancano persone competenti che si siedono dando una strada maestra da perseguire. Molti investitori non investono qui perché hanno paura» ha dichiarato Maurizio Talarico, imprenditore, nel corso del confronto su marketing territoriale, cultura, miti e cinema al Castello Ruffo di Scilla, durante la seconda giornata della terza edizione di SudeFuturi, organizzato dalla Fondazione Magna Graecia.

Tantissimi gli ospiti che si sono confrontati, in questa seconda giornata, con i giornalisti Paola BotteroAlessandro Russo: per Marina Lalli, presidente di Federturismo, «il turismo è espressione del territorio per cui il marketing territoriale è l’asset fondamentale su cui il turismo deve basarsi», e «per ogni euro investito in cultura se ne attivano 5 su turismo e trasporto».

Il turismo ha un forte impatto sui territori per cui bisogna promuoverne uno responsabile che non snaturi i luoghi ed eviti il fenomeno della gentrificazione. «In passato abbiamo snaturato alcuni territori e non va bene. Se leviamo i veneziani dalle calle chi arriva non troverà autenticità. Affittare agli stranieri è più conveniente che ai locali e abbiamo visto con Airbnb cos’è successo. Ma dopo la pandemia il mondo è cambiato per cui tocca a noi rilanciare i nostri territori anche attraverso la gente del luogo». In questo gli eventi possono avere un ruolo fondamentale perché in passato « hanno lanciato dei luoghi che nessuno avrebbe conosciuto, tipo il festival di Spoleto. Gli eventi sono un vero prodotto turistico e la loro costruzione è diventata la strategia di marketing territoriale principale anche per allungare la stagione turistica».

Bisogna però evitare i rischi che le città, accogliendo più persone del solito, vadano in tilt per quanto riguarda la racconta rifiuti perché sarebbe «imperdonabile» ha concluso Lalli, sottolineando l’urgenza di investire in formazione. «Quest’anno molte risorse umane sono mancate per tutta una serie di motivi e dobbiamo prepararci all’anno prossimo per trovarci pronti».

La rivoluzione digitale può essere una scintilla per rianimare i territori del Sud secondo Michelangelo Suigo, Direttore Relazione Esterne, Comunicazione e sostenibilità di INWIT. «Per raggiungere la piena e completa digitalizzazione e consentire al Sud di fare un salto in avanti verso la società del futuro, che ponga le basi su innovazione e sviluppo sostenibile, è fondamentale sfruttare appieno la grande opportunità rappresentata dal Pnrr e costruire così una nuova idea di Mezzogiorno».

«Dobbiamo guardare al futuro – ha aggiunto – e costruire le basi di un’Italia più sostenibile e tecnologica da consegnare alle generazioni che verranno. Grazie al 5G si potrà sperimentare una nuova modalità di viaggio grazie ai percorsi interattivi. Ancora il 5g potrà influire nel remote working e gli italiani potranno scegliere di tornare a lavorare nei loro luoghi di origine magari tornando in quei borghi spopolati che in passato hanno vissuto altri fasti».

Dell’urgenza di sinergia ha parlato Pasqualino Ciccone, sindaco di Scilla: «Credo sia arrivato il momento per gli amministratori locali di fare rete. Non abbiamo rappresentanza politica a livello nazionale, ma nonostante questa situazione noi possiamo giocarci questa situazione nel nostro piccolo. Stiamo pensando di creare un organismo per poter gestire direttamente i fondi che riusciamo ad attrarre dall’Unione Europea per non rischiare di perderli. Ognuno, nel compito che ha e nel ruolo che svolge, deve fare il proprio lavoro per questa terra».

Il giornalista Antonio Padellaro, ha sottolineato che «quando si parla di Sud, l’informazione viaggia tra due estremi: se ci si affida allo stereotipo della cartolina o alla cultura del piagnisteo e la Calabria resta lì cristallizzata in queste due immagini e non si risolvono tutti i problemi che sappiamo».

Interessante e ricco di spunti, la seconda sessione dei lavori mattutini, che si è incentrata su Cultura e mito: le chiavi di sviluppo del Sud, introdotto dal giornalista Paolo Mieli, che ha provato a focalizzare l’attenzione sui motivi per i quali la Calabria non è ancora riuscita a sfruttare arte, cultura e bellezza per riscattare la propria immagine e programmare un futuro diverso.

A provare a rispondere, per primo, è stato l’imprenditore Santo Versace, collegato in streaming. «La Calabria ha tutto quello che serve in teoria per essere una regione ricchissima e con la piena occupazione. Ma questo non avviene intanto per responsabilità della politica».

«Ogni giunta regionale – ha detto Santo Versace – è stata peggiore della precedente e poi anche lo Stato ha le sue responsabilità, come si può rilevare per la sanità, commissariata da lunghi anni. C’è poi da considerare anche la commistione tra criminalità, istituzioni e politica. Se la Calabria fosse correttamente amministrata potrebbe primeggiare. Credo che manchi il Draghi della situazione in grado di governare e premiare il talento».

A dare il cambio a Paolo Mieli nella conduzione del dibattito sono stati poi i giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo che hanno insistito sulla necessità di un diverso storytelling che riesca a far emergere il bello e il positivo della nostra terra.

In piena sintonia il regista Mimmo Calopresti. «La Calabria non viene mai raccontata in chiave positiva o sentimentale – ha detto Calopresti – eppure dovrebbe essere una vera e propria “fabbrica della bellezza” oltre il mito, il mare, il silenzio delle sue montagne. Lo Stretto ha la luce più bella del mondo e un film su Scilla potrebbe partire da qui, da una luce che cambia la storia e lo stesso modo di stare al mondo».

Lo scenografo e premio Oscar Gianni Quaranta, su stimolo arrivato sia dall’assessore alla Cultura del Comune di Scilla Marinella Gattuso e di Paola Bottero, ha immaginato da dove poter partire per un film da girare a Scilla. «La finestra la aprirei sul villaggio dei pescatori – ha detto Quaranta – un punto di riferimento del passato, ma presente per il futuro. L’altra finestra l’aprirei dal castello che offre una veduta unica. Trovare una storia da ambientare in questo villaggio e svilupparla attraverso la baia. Servono però scuole per arrivare a questo risultato. Perché non fare qui una scuola artistica? O le strutture per realizzare questi film. Non c’è uno studio in Italia per girare film che prevedono scene in mare e si deve andare a Malta. Realizzare una struttura del genere qui potrebbe essere anche un modo di garantire economia e occupazione».

Il docente Unimed, del dipartimento dArTe, Ottavio Amaro ha illustrato l’esperienza fatta in ateneo per provare a scoprire una nuova Calabria. «Come Università ci siamo posti il problema di conoscere in maniera diversa questa regione. Il mito è strutturale a questa terra. Tutta la nostra iconografia storica tiene insieme la dimensione di mito e mistero che, però, spesso viene occultata da una comunicazione turistica che non riesce a raccontarla. Come superare questa narrazione negativa? Serve scavare sotto il sistema di degrado costruito dalla cronaca per creare un vero turismo culturale, inteso come arte dei luoghi».

Più pragmatico l’intervento del presidente della Fondazione Nino Foti, che detto chiaramente come per «valorizzare al massimo il mito della bellezza serva un cambiamento degli uomini che devono essere formati da giovani ad amare cinema, arte e cultura. Anche la formazione accademica deve fare la sua parte. Lo stesso discorso vale per la politica così come abbiamo già detto in occasione del prequel di questa manifestazione al quale ha partecipato Nicola Gratteri che ha lanciato l’idea di una possibile scuola di formazione politica che stiamo valutando».

In pieno accordo l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Scilla, Marinella Gattuso: «Nel mancato sviluppo del Sud c’è una sicura responsabilità della politica che da 50 anni non investe qui. Esiste poi, ovviamente, il problema legato alla criminalità, ma c’è da considerare anche la formazione culturale del calabrese che spesso viene sottovalutata.  La maggior parte della popolazione non partecipa alla vita pubblica e non crede alle potenzialità della propria terra.  Si deve invece cominciare da qui con un diverso tipo di partecipazione e di volontà». (rrc)

SUD, DA SCILLA LE IDEE DI RINNOVAMENTO
LA SFIDA È GIA AVER SCELTO LA CALABRIA

di SANTO STRATI – La prima sfida già sta nella scelta della location: la Calabria, Scilla. Convocare un super “pensatoio” par parlare di Sud in Calabria spiega chiaramente l’idea di Mezzogiorno che porta avanti la Fondazione Magna Grecia guidata dall’ex deputato Nino Foti: «la Calabria è il luogo migliore – ha detto la giornalista Paola Bottero in apertura dei lavori – per immaginare un futuro diverso che sappia valorizzare le ricchezze del territorio».

C’è un potenziale incredibile in questa terra e, soprattutto, occorre fare una profonda opera reputazione per restituire la vera immagine di una regione come, purtroppo, in tantissimi non la vedono. La Calabria come terra di crescita e sviluppo, di formazione, di intelligenze e di risorse umane che, ovunque nel mondo, hanno mostrato capacità e competenze. Il merito del convegno Sud-e-Futuri è proprio questo: aver messo la Calabria al centro dell’attenzione pubblica, sotto riflettori di luce positiva, che diano al territorio le giuste chances di ripresa. È questo il punto di inizio: la ripartenza, soprattutto alla luce dei miliardi messi a disposizione dall’Europa e disponibili con il “Piano di ripresa e resilienza” perché si possano finalmente offrire vere opportunità ai nostri giovani.

Discutere di sviluppo non è mai un esercizio inutile: serve focalizzare idee e proposte, finalizzare iniziative, sviluppare e portare avanti progetti che siano concreta dimostrazione che stavolta si fa sul serio. Anche perché – sia ben chiaro – questa è l’ultima occasione. Come il Piano Marshall ha fatto risorgere l’Italia (ed erano risorse minime rispetto a quelle di oggi), così il PNRR se intelligentemente utilizzato offre un’opportunità straordinaria per tutta la regione, per i calabresi che ci vivono e per quelli (tantissimi) disponibili a tornarci (con l’ansia dell’assai gradito ritorno a casa).

Occorre guardare con molta attenzione ai risultati questi tre giorni (il convegno si chiude oggi) per valutarne i suggerimenti e analizzare le idee, cosa che la nostra classe politica e dirigente ha sempre mancato di fare. Serve una visione di futuro, una strategia che metta insieme le tante problematiche del Mezzogiorno e indichi le soluzioni per sanità, mobilità, lavoro: è quest’ultimo l’obiettivo principale che dovrebbe occupare i pensieri del futuro governatore della Calabria. Creare occasioni e opportunità di lavoro per i tantissimi laureati e diplomati che hanno il trolley pronto per partire, con la morte del cuore, perché non ci sono le condizioni di welfare che permettano di progettare un qualunque futuro, mettere su famiglia, comprarsi una casa, offrire ai figli che verranno condizioni di vita adeguate. I nostri governanti – non lo dimentichino i calabresi che il 3 e 4 ottobre andranno al voto (e speriamo rinunceranno ad astenersi) – hanno rubato il futuro ai nostri ragazzi: interrompiamo questo “furto” e guardiamo con ottimismo al domani.

Non è un caso che il tema della tre giorni di Scilla sia stato (R)innoviamo il Mezzogiorno, dove il rinnovamento fa il paio con l’innovazione, vera chiave di sviluppo per una terra che utilizza appena il 5% delle sue risorse. Uno degli obiettivi del meeting era quello di agevolare i contatti tra le varie realtà, italiane e non solo, per creare una rete che sappia garantire sviluppo e progresso: vedremo nei prossimi mesi se sarà adeguatamente capitalizzato questo contributo di idee. Di iniziativa importante ha parlato la viceprefetto vicario Maria Stefania Caracciolo: «in linea con gli obiettivi di chi vuole che la nostra terra non sia più terra di ‘ndrangheta. Dobbiamo cominciare a guardare la parte piena del bicchiere, il positivo smettendo di piangerci addosso. Bisogna chiedersi perché l’imprenditoria non decolla in questa nostra regione. La criminalità non può essere sconfitta con interdittive e certificazioni, ma serve uno sforzo corale e collettivo, un cambio di natura culturale».

Idee chiare, a proposito, di un Sud che non trova la sua dimensione imprenditoriale in una terra che – secondo il giornalista Antonio Padellaro presidente de Il Fatto Quotidiano – che vede imperare una triangolazione di potere. Un vertice di questo triangolo è rappresentato dall’Unione Europea con i fondi stanziati per l’emergenza e le garanzie richieste per potere realizzare i progetti. I finanziamenti potrebbero essere interrotti se non si rispettano gli impegni presi. Il secondo vertice del triangolo è il governo di Mario Draghi garante per l’Italia nel mondo e garante del Pnrr. La classe politica che verrà eletta alle prossime elezioni regionali in Calabria – ha ammonito Padellaro – sarà sotto osservazione per evitare che i finanziamenti possano finire nelle tasche della malavita. Il vertice alto del triangolo è il presidente Sergio Mattarella che sta intervenendo più che con moniti, con precise richieste. Così come è avvenuto con la richiesta di mettere un freno alle manifestazioni violente dei no vax. Questo il quadro di riferimento in cui dobbiamo muoverci».

Accanto a Padellaro un altro grande giornalista italiano, Paolo Mieli,  ha offerto un contributo di non poco conto concordando sulla necessità di investire  sulla cultura della cura del territorio  (introdotta dal vicecapo della Protezione Civile Immacolata Postiglione): «È corretta – ha detto Mieli – la declinazione dell’emergenza al plurale. Devo dire, però, che il colpo d’occhio che ho avuto arrivando in Calabria è stato molto positivo. Questa regione, che sembrava dovesse essere la prima a soccombere per la pandemia dopo il cambio dei commissari alla sanità di un anno fa, ha invece resistito. Ha dato una prova di civiltà e responsabilità maggiore rispetto ad altre regioni. Adesso si andrà al voto e, compatibilmente alle norme covid, più si vota meglio è». Mieli ha poi sottolineato la necessità di una riforma costituzionale rifacendosi a quanto fatto da De Gaulle che, secondo il giornalista, presenta molti profili comuni a Mario Draghi. «La nostra Costituzione sarà anche la più bella del mondo – ha detto ancora Mieli – ma siamo stati commissariati due volte con Monti e Draghi, per non parlare delle anomalie sulla prosecuzione dei mandati dei presidenti della Repubblica.Siamo davanti a una grave crisi costituzionale e si deve stare attenti alle ripartenze calate dall’alto. L’unico meccanismo virtuoso è quello di coinvolgere il popolo, non solo quando deve vaccinarsi, ma anche per scegliere la classe dirigente».

C’è – è evidente – ha sottolineato il presidente della Fondazione Magna Grecia Nino Foti – il rischio che i finanziamenti destinati al Sud vadano dispersi o acquisiti dalla criminalità. «La mancanza di civismo e, invece, la presenza di una struttura sociale che non osserva le regole hanno dato spazio libero alla criminalità organizzata di crescere indisturbata. Serve poi uno svecchiamento e il rinnovamento della burocrazia nazionale e regionale che sono state, spesso, di ostacolo alla spesa pubblica per la loro arretratezza».

Gli interventi sono stati tanti e altri sono in programma oggi. Il vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao ha parlato della «grande opportunità per recuperare gravi gap strutturali, perché la ripresa è tangibile, con prospettive importanti per i prossimi quattro anni», mentre l’amministratore delegato della Consap (la Concessionaria dei Servizi Assicurativi Pubblici) Vincenzo Sanasi D’Arpe ha sottolineato che «serve un duplice ruolo di controllo sia sulla liceità che sulle modalità operative di gestione dei fondi. Oltre il 50% di questi sarà destinato a infrastrutture, alta velocità e porti. Si tratta di un intervento dello Stato nel mercato che il governo dovrà gestire usando strumenti di programmazione economica.  Accanto a questi occorrono misure straordinarie per la crisi e il risanamento d’impresa». E di innovazione tecnologica, tra gli altri, hanno parlato il Rettore della Mediterranea Santo Marcello Zimbone, il giornalista Giuseppe Smorto, Francesco Caporaso di Anas Calabria, Luigi De Vecchis di Huawei Italia, Giovanni Ferigo ad di Inwit.

Ma la pandemia continuerà a costringerci nell’emergenza? Secondo Franco Romeo, direttore di Cardiologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, va rifiutata «la narrazione, spesso eccessivamente critica del sistema sanitario calabrese, e difeso la tenuta complessiva della Calabria. Abbiamo resistito meglio di quanto si poteva immaginare alla pandemia. In Calabria ci sono stati 1302 morti dall’inizio dell’emergenza Covid. Avevamo 140 posti di terapia intensiva contro i 500 della Lombardia, in linea quindi con la consistenza della popolazione e mai si sono riempite. Anche l’indice di letalità, il rapporto cioè tra numero morti e pazienti che hanno avuto la malattia, si è attestato all’1.3, rispetto alla media nazionale sopra il 3. È vero che c’è stato disordine, ritardi nella vaccinazione, ma non c’è mai stato paziente che non abbia trovato posto in ospedale. Sicuramente, però, nell’anno appena passato ci saremmo aspettati investimenti maggiori nella sanità calabrese».

Naturalmente si è parlato anche di mobilità (carente al massimo in Calabria) e del Ponte sullo Stretto. L’Università Mediterranea per voce di Marina Tornatora, docente del dipartimento Arte, ha espresso un punto di vista ababstanza coerente con la visione offerta a suo tempo dal fondatore di Architettura a Reggio Ludovico Quaroni: «Il corridoio scandinavo deve avere una strategia di territorio che dà un’attenzione precisa a tutte le realtà interconnesse non solo al ponte». Bisogna «ristabilire degli equilibri di infrastrutture» perché il Sud non parta svantaggiato: «Se Roma-Milano si fa in tre ore e mezza dobbiamo pretendere Roma-Catania in tre ore e mezza. Il ponte deve farci riflettere su una strategia ampia: guardare al Sud come uno spazio di baricentro nel Mediterraneo». «Il ponte – secondo Dario Lo Bosco, presidente di Trainose del Gruppo FS – è una cerniera strategica di un grande corridoio plurinazionale. Interconnettere le reti significa dare valore aggiunto anche all’economia e al pil. Oggi il ponte è una scommessa anche per incrementare l’economia dopo il Covid».

Economia e scippo al Sud: il direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano ha ribadito le sue convinzioni, ormai note e condivise a tutti i livelli: «Noi abbiamo avuto tutti questi soldi perché siamo quelli messi peggio: siamo il grande malato d’Europa. Questa è l’ultima occasione» per cui più che mai necessario sarebbe per le regioni «affidarsi a strutture di progettazione. Sul ponte: non ho le competenze tecniche per potermi esprimere sulle tre campate – ha concluso –  ma, per quanto riguarda l’aspetto economico, il ponte ad una campata era stato approvato in tutte le discussioni».

Il Ponte, grande sogno, probabile nuova incompiuta anche di questo Governo che guarda all’innovazione e al futuro. Provocatoriamente l’ex ministro Saverio Romano ha chiesto «Ma siamo sicuri che i siciliani e i calabresi vogliono questo ponte? Abbiamo vissuto tutti quanti una stagione in cui ad ogni campagna elettorale si parlava di ponte sullo Stretto. C’è stata una gara, un aggiudicatario (che è stato anche risarcito) e non c’è stato nessun moto rivoluzionario tra Sicilia e Calabria. I siciliani e i calabresi ritengono che questo ponte sia indispensabile? Le ragioni del no dovrebbero riguardare siciliani e calabresi» mentre quelle del «sì potrebbero avere altri interessi che potrebbero avere un panorama largo». «Prima ancora del ponte abbiamo bisogno di costruire un ponte tra fabbisogno e consapevolezza. Questo ponte che ha mille ragioni per essere realizzato non viene realizzato perché la minoranza si è rivelata più forte della maggioranza. Penso che nessuno di noi in futuro vedrà realizzato il ponte sullo Stretto nonostante sia necessario come erano necessarie molte cose prima di noi nessuno ha visto».

Ponte, mobilità (in primo luogo la statale 106) digitalizzazione, innovazione tecnologica: un carnet “rovente” per una regione che non soffre solo di sanità insufficiente e “malata”. Dove manca – non ci stancheremo mai di ripeterlo – una visione di futuro. Fosse la volta buona che da Scilla parta la scintilla per attivare il sacro fuoco della dovuta attenzione alla Calabria e ai calabresi? (s)

 

 

 

 

Al via a Scilla il meeting internazionale per (R)innovare il Mezzogiorno

Dal 9 all’11 settembre, al Castello Ruffo di Scilla, è in programma SudEFuturi, il meeting internazionale per (R)innovare il Mezzogiorno, organizzato dalla Fondazione Mediterranea, guidata da Nino Foti.

(R)innoviamo il Mezzogiorno, del resto, è il filo conduttore che animerà i tre giorni di lavoro organizzati dalla Fondazione. Serve una nuova narrazione per il Sud che sappia diventare poi progetto, per un rinnovamento reale e una modifica profonda in grado di eliminare stereotipi e meccanismi sociali e politici che fin qui hanno ingabbiato ogni tentativo di cambiamento.

Un messaggio che è venuto fuori chiaro e forte anche nel prequel che ha preceduto i seminari il 27 e il 28 agosto scorsi con la presenza a piazza San Rocco, a Scilla, del Procuratore Nicola Gratteri, del professore Antonio Nicaso e dello scienziato Robert Gallo.

Adesso, si entrerà nel vivo del dibattito con oltre 60 ospiti d’eccezione, che animeranno le diverse sessioni tematiche. Legalità, sviluppo, investimento sulle persone, la necessità di un linguaggio nuovo che racconti il Sud, ma anche il ruolo delle donne e l’obiettivo di una nuova collaborazione con il Nord per fare in modo che l’Italia, davvero unita, possa ripartire dopo la pandemia.

Proprio quest’ultimo tema sarà al centro del primo appuntamento mattutino del giorno 9 settembre alle ore 10.00. La discussione su La ripartenza post pandemia sarà affrontata insieme al presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, al ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini, al capo del dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, al giornalista Antonio Padellaro nella prima sessione, all’amministratore delegato Consap, Vincenzo Sanasi d’Arpe.

Nel corso della stessa giornata, ma nel pomeriggio, si discuterà anche di infrastrutture con il dibattito su Il corridoio scandinavo passa dal ponte, che sarà arricchito dai contributi del delegato Anas Massimo Simonini e del direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napolitano, mentre si completerà la prima giornata di lavoro con uno sguardo alle nuove tecnologie di cui discuteranno, tra gli altri, il giornalista Giuseppe Smorto e il presidente Huawei Italia Luigi De Vecchis.

Per la seconda giornata del 10 settembre previsti diversi focus su Marketing territoriale a km 0; Cultura e Mito: Le chiavi di sviluppo del Sud, L’Italia può ripartire dal Sud e Calabria Emotions: un cortometraggio per raccontare una regione. Tra i relatori che si alterneranno tra i vari seminari anche lo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta, il regista Mimmo Calopresti, l’imprenditore Santo Versace, il presidente Svimez, Adriano Giannola, e il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre.

L’ultima giornata di sabato 11 settembre, prevede invece l’apertura dei lavori con la discussione sull’investimento più importante: quello sulle persone, al quale parteciperà la rettrice dell’Università della Sapienza, Antonella Polimeni.

A seguire il seminario su Risorse e Progetti per la Ripartenza, con i contributi del ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta e del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.

Nel pomeriggio, spazio ai temi dell’occupazione e del ruolo delle donne, con la partecipazione della vicepresidente Inps Marialuisa Gnecchi e del già ministro del Lavoro Cesare Damiano. Chiusura con il dibattito su Il XXI secolo e la democrazia che parte dalla Magna Grecia, con i prestigiosi contributi del giudice della Corte d’Appello federale Usa Arthur Gajarsa e di Panagiotis Roumeliotis, economista e già ministro dell’Economia in Grecia.

Un parterre davvero variegato e autorevole che consentirà di analizzare la fase che attualmente vive il Sud e di elaborare la migliore strategia per vincere una scommessa che sembra impossibile: rendere le regioni meridionali normali e in grado di esprimere tutti i talenti, le potenzialità e le loro bellezze, costruendo così un’idea di futuro diversa e piena di speranza. (rrc)

Consegnato a Nisticò e Macheda il Premio ‘Zagari’

Nella splendida cornice del castello Ruffo di Scilla, al prof. Giuseppe Nisticò, ordinario di Farmacologia all’Università di Roma Tor Vergata, e al dott. Sebastiano Macheda, primario del Reparto di Anestesia e Terapia Intensiva al Gom di Reggio Calabria, è stato consegnato il Premio per la medicina Zagari, giunto all’ottava edizione e organizzato dall’Associazione Costa Viola.

Ad anticipare la cerimonia, gli interventi del presidente Pino Palermo, che ha ricordato il legame che il prof. Zagari ha avuto con Scilla, di Vincenzo Tromba, che ha ricordato Paolo Marcianò, già componente della giuria del premio, utilizzando le parole del poeta Kahlil Gibrain come potente strumento di riflessione per la morte di un amico.

Il prof. Vincenzo Currò ha tracciato la figura del prof. Zagari, parlando delle sue ricerche, dei suoi viaggi, delle sue scoperte le sue docenze nelle università italiane, della sua dimensione di uomo e scillese.

Un momento, poi, è stato dedicato ai vaccini e alla loro importanza, a cura del prof. Francesco Saverio Ambesi, che ha sottolineato come «i virus come il covid si potranno controllare e sconfiggere con i vaccini, se ne presenteranno sempre di nuovi, ma come la storia della medicina ci dimostra, saranno debellati».

Presenti, anche il consigliere comunale con delega alla sanità, Mario Patafio, e gli assessori Giuseppe VitaMarinella Gattuso, che ha plaudito alla manifestazione e al valore culturale e pedagogico dei temi trattati.

A illustrare le motivazioni sui premiati, Vincenzo Tromba: al prof. Nisticò, il Premio Zigari, per «gli eccelsi traguardi scientifici e professionali che, dalla Calabria, lo hanno portato ricoprire incarichi di rilevanza internazionale», mentre al dott. Macheda il Premio alla Solidarietà, «per aver attraversato, con coraggio, passione e competenza la tempesta della pandemia di covid-19l durante la quale non ha mai rinunciato a lottare, insieme al personale tutto del nosocomio reggino, per garantire una speranza di vita ai numerosi pazienti transitati dal suo reparto, fornendo così, più alto dei valori incarnati dalla professione medica».

Giuseppe Zagari è stato medico e scienziato scillese, autore di numerose scoperte. Insegnò nelle Università di Perugia, Sassari, Catania, Modena e Napoli. Durante i 36 anni di carriera, ha formato una schiera di allievi che onora la medicina italiana, tra cui L. Condorelli, F. Conti, V. Scaffidi e L. Capani.

Zagari, insieme ad Alfonso Di Vestea (1854-1938) medico, batteriolo e virologo, lavorò in campo microbiologico presso l’istituto antirabico, fondato a Napoli da Arnaldo Cantani nel 1886, dedicandosi non solo alla ricerca ma anche alla pratica della vaccinazione Insieme istituirono in questo istituto un “Reparto della rabbia”per lo
studio e la prevenzione della terribile malattia.

Zagari e Di Vestea sono stati i primi a dimostrare che il virus della rabbia raggiunge il sistema nervoso centrale attraverso i nervi periferici, contrariamente alla teoria di trasmissione Per via sanguigna, formulata da Louis Pasteur che, in seguito, riconobbe Zagari «illustre luminare». (rrc)

SCILLA (RC) – L’iniziativa “Vivere con il mare, valorizzare il patrimonio costiero”

Il 1° settembre, a Scilla, alle 21, a Piazza San Rocco, l’iniziativa Vivere con il mare, valorizzare il patrimonio costiero, organizzata all’interno degli Stati generali del mare calabrese del “Flag dello Stretto” Area Tirreno 2.

La serata pesce azzurro Miglio Zero, sarà condotta dalla giornalista Eva Giumbo; introduce il dott. Antonio Alvaro, presidente del “Flag dello Stretto”. Seguiranno i saluti del dott. Pasquale Ciccone, sindaco di Scilla; del dott. Gianluca Gallo, assessore regionale alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare, Politiche sociali e per la famiglia della Regione Calabria; del dott. Giacomo Giovinazzo, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria.

Cooking show Il piatto della Rinascita, un sostegno ai ristoratori, da un’idea del maestro orafo Gerardo Sacco, con la particolare presenza dello chef televisivo Fabio Campoli. All’evento interverranno anche il dott. Alfredo Focà, ambasciatore per l’Accademia del Bergamotto, professore ordinario di Microbiologia dell’università Magna Graecia di Catanzaro e il dott. Antonio Montuoro, presidente dell’Accademia Internazionale della Dieta mediterranea.

All’interno del programma si terrà una sfilata di gioielli a cura del maestro Gerardo Sacco, dal titolo Il tipico calabrese e il mare, nell’arte orafa.

Il prof. Vittorio Caminiti, presidente dell’Accademia internazionale del Bergamotto, presenterà il progetto “I Ristoranti a Miglio Zero”.

La serata si concluderà con l’attestazione adesione dei ristoranti al concorso “La Sardina d’Oro”, pesce azzurro, il piatto della salute e lo spettacolo musicale di Mimmo Cavallaro. Animazione a cura della radio Studio 54 Network. (rrc)

SudeFuturi, Gratteri: «Non si risolve il problema dei candidati con la patente antimafia»

Ha preso il via, a Scilla, la terza edizione di SudeFuturi, organizzata dalla Fondazione Magna Graecia insieme all’Amministrazione comunale. La prima serata, in una piazza San Rocco piena e disciplinata in ossequio alla normativa anti-Covid, ha saputo emozionare e toccare le corde più intime di chi ha scelto di mettersi in ascolto. Grazie soprattutto all’autenticità. Quella del presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, e del sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone che, con i loro interventi iniziali, hanno dimostrato cosa vuole dire avere a cuore il progresso di un territorio.

Il sindaco Ciccone non ha potuto nascondere l’entusiasmo per la realizzazione dell’ascensore che collega la marina con piazza San Rocco: «siamo riusciti a fare un miracolo».

Nino Foti, senza fronzoli, ha spiegato il senso delle prime due serate di Sud e Futuri: «Abbiamo scelto i temi della legalità e della sanità che sono fondamentali per il Mezzogiorno e dai quali si deve ripartire se vogliamo davvero dare speranza di futuro al territorio e ai nostri giovani».

Ma l’autenticità è passata anche nelle parole dei giornalisti che hanno moderato l’incontro Paola Bottero e Alessandro Russo che hanno messo a proprio agio gli ospiti, gli artisti e il pubblico e quella dei protagonisti d’eccezione della prima serata Nicola Gratteri e Antonio Nicaso.

Il procuratore di Catanzaro e il docente, esperto di mafie e di criminalità organizzata in collegamento da New York, hanno affrontato i temi di più stretta attualità e parlato del loro ultimo libro, “Non chiamateli eroi”. E le parole degli autori, nel raccontare le storie degli eroi che non si sono arresi alle mafie pagando dazio con la propria vita, sono sicuramente da considerare fuori dagli schemi.

Il procuratore di Catanzaro, pungolato dalle domande di Paola Bottero, è entrato a gamba tesa nel dibattito politico del momento legato alla “candidabilità” dei politici in lista per le prossime regionali. La Commissione antimafia ha appena controllato le liste inviate dai partiti, ma Gratteri lo valuta un esercizio inutile.

«La commissione antimafia si limita a chiedere alla procura se i candidati hanno condanne, ma questo non risolve il problema. Non si candidano in prima persona i boss, ma giovani di bella apparenza e belle speranze sui quali non si può dire nulla. È chiaro, però, che diventano a tutti gli effetti dei prestanome. Non si risolve problema con la patente antimafia – ha detto ancora Gratteri – ma con la serietà della politica. Senza aspettare una eventuale condanna definitiva, si dovrebbe essere in grado sul piano morale ed etico di valutare se un candidato ha la statura e le competenze per fare progredire il territorio in cui si candida».

Chiosa Nicaso da New York: «La politica dovrebbe essere al servizio della gente e non dei centri di potere». E il governo Draghi non poteva non finire nell’analisi del procuratore di Catanzaro che non ha risparmiato nulla all’esecutivo. A partire dalla riforma del processo penale targata Cartabia. «Il problema è l’improcedibilità. È chiaro che, con i tempi previsti per le condanne in appello e in Cassazione, si bloccheranno i processi e si finirà con il fare grande favore alle mafie e ai faccendieri».

Anche la politica internazionale non è stata risparmiata dalle analisi di Nicaso e Gratteri che si è soffermato anche sulla crisi in Afghanistan. «Siamo davanti a un fallimento della politica occidentale e degli Stati Uniti in particolare. E’ evidente che quanto fatto in Afghanistan non è servito a nulla. Adesso la nuova crisi farà arrivare molta eroina e tanti terroristi in Europa che oggi è diventata un grande supermercato, è la più grande piazza per fare business».

Gratteri, però, su precisa domanda di Paola Bottero, esclude un suo impegno diretto in politica ancora una volta. «Sono felice del mio lavoro di procuratore a Catanzaro». Seppure con la politica continua ad avere a che fare nel senso dello sbattere i pugni per ottenere quanto dovuto. Come avvenuto per la realizzazione dell’aula bunker dove si sta celebrando il processo Rinascita-Scott.

Nello spaccato, a volte crudo della stringente attualità, si è poi affiancato il racconto delle storie di “Non chiamateli eroi” affidate soprattutto al professore Nicaso. «Trent’anni fa morivano Falcone e Borsellino e oggi fa effetto scrivere i ritratti di chi si è ostinato a rimanere se stesso davanti alla ferocia della mafia, ad essere coerente con la propria onestà e le proprie idee a qualunque prezzo. Le mafie strumentalizzato i miti religiosi e della cavalleria per apparire quello che non sono. Non esistono uomini d’onore, ma mafiosi vigliacchi che uccidono donne e bambini e sparano alle spalle».

A chiudere la serata l’interpretazione di Annalisa Insardà e le note di musica di Fabio Macagnino Trio(rrc)

In copertina, foto di Marco Costantino

A Scilla l’international annual meeting SudeFuturi parte con Nicola Gratteri e Robert Gallo

Il 27 e il 28 agosto, a Scilla, è in programma il terzo international annual meeting SudeFuturi – (R)innoviamo il Mezzogiorno, che si aprirà con il procuratore Nicola Gratteri e lo scienziato di fama mondiale Robert Gallo.

Il meeting della Fondazione Magna Grecia, presieduta da Nino Foti, raccoglie il testimone delle prime due edizioni – Mondello, ottobre 2019 e Roma, dicembre 2020 – ed è organizzato con il Comune di Scilla. La perla del turismo calabrese è stata scelta come location del terzo appuntamento di SudeFuturi perché emblema delle enormi potenzialità del Mezzogiorno.

Il prequel del 27 e 28 agosto anticipa l’evento del 9, 10 e 11 settembre al Castello Ruffo di Scilla, dove si confronteranno oltre 60 personalità di spicco dello scenario italiano e internazionale, provenienti dai più diversi fulcri strategici di sviluppo, con il supporto di giornalisti del calibro di Paolo MieliAntonio Padellaro e Giuseppina Paterniti. Il progetto SudeFuturi nasce dall’esigenza di individuare, raccontare e costruire percorsi di futuro per il Mezzogiorno. Perché per rilanciare l’Italia è necessario delineare i futuri di una crescita sociale ed economica del Sud, che può diventare il vero motore della ripartenza.

Il racconto del Sud, quest’anno, inizia con le due serate del prequel. Un mix di talk e spettacoli per narrare i futuri del Mezzogiorno oltre gli stereotipi. E chi meglio di Nicola Gratteri, magistrato scomodo ma amato dalla gente, può dar voce all’esigenza di narrare il Sud oltre i cliché? Ad animare la serata di venerdì 27 agosto, insieme a Gratteri, Antonio Nicaso, docente della Queen’s University di Kingston, tra i massimi esperti di ‘ndrangheta al mondo, in diretta streaming da Toronto.

Sabato 28 agosto sul palco salirà il grande scienziato Robert Gallo, medico, biologo, accademico, scopritore dell’origine retrovirale dell’Aids, oggi direttore dell’Institute of Human Virology nella University of Maryland (USA), a cui verrà conferito il Premio Internazionale Magna Grecia. A condurre l’evento i giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo, con gli interventi introduttivi di Nino Foti e del sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone.

Ma non solo impegno civile e scienza. Nelle due serate del prequel, la Fondazione Magna Grecia promuove le eccellenze del panorama artistico calabrese, per sostenere gli artisti locali dopo più di un anno di chiusure di teatri e spettacoli. Al prequel si esibiranno interpreti e ricercatori della musica di tradizione, come Valentina BalistreriMarinella Rodàil Fabio Macagnino Trio e l’attrice-autrice calabrese Annalisa Insardà. Perché il Sud, per ripartire, deve dar voce anche ai suoni e alle emozioni della sua terra. Il tutto avverrà in piena sicurezza. L’accesso alla piazza, entrambe le sere, si svolgerà nel rispetto delle normative anti-covid. (rrc)

 

Al via da stasera Scilla Jazz con grandi interpreti internazionali

Parte stasera la quinta edizione di Scilla Jazz al Castello dei Ruffo di Scilla. Si comincia con Paolo Angeli, considerato tra i più importanti innovatori sulla scena internazionale, grazie al suo strumento da solista: una chitarra orchestra dotata di 18 corde con cui porta al pubblico il suo approccio nuovo alla composizione che afferma una poetica sospesa tra il jazz contemporaneo, le influenze del flamenco più antico, le suggestioni arabe, i ritmi balcanici, la musica nord africana, il post rock, il pop di ricerca e le avanguardie storiche.

Il Direttore artistico Francesco Barillà ha spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione che ha visto la partecipazione del sindaco Pasqualino Ciccone e dell’assessore alla Cultura Maria Gattuso che si proseguirà poi in Piazza San Rocco domani (l’11 agosto) con 6 in jazz, un gruppo campano che con l’album Tributo a Lucio Battisti, ha voluto rendere un omaggio strumentale alla musica del grande cantautore. Un omaggio alla canzone d’autore con un lungo viaggio nel repertorio battistiano all’insegna dell’improvvisazione portato sul palco dai migliori musicisti campani uniti alla scuola salernitana di jazz.

Il 12 agosto sarà la volta della Rhegium Jazz Orchestra, una big band che costituisce una delle più interessanti novità del panorama musicale del territorio e proporrà un repertorio di elevata potenzialità espressiva, che abbraccia un periodo ampio della storia del jazz, che va da Count Basie a Jaco Pastorius, da Duke Ellington a Miles Davis.
Mentre la serata conclusiva del 13 agosto, ancora una volta nella magnifica cornice del Castello Ruffo, sarà concepita con un duplice appuntamento musicale: si aprirà con la Chansone Francais dei Paname e si concluderà con Gabriele Mitelli Solo che non sarà un concerto e neanche una performance ma l’occupazione di uno spazio fisico ed emotivo, il tentativo di ricreare la propria intimità e raccontare la propria storia tramite il suono, il rumore, cercando di ritrovare il proprio essere nel contatto diretto con le persone.

Maria Gattuso, Assessore alla cultura ha posto l’accento sull’attenzione dell’amministrazione comunale di Scilla alla stagione estiva, che ha proposto un cartellone ricco di eventi di cui lo Scilla Jazz Festival rappresenta il fiore all’occhiello, grazie alla musica di alto livello che propone. Una manifestazione che si inserisce in una proposta culturale vasta che comprenderà convegni importanti come quello incentrato sulla legalità che si svolgerà a settembre, presentazioni di libri, spettacoli musicali, mostre e tutto quello che può consentire ai cittadini e ai turisti di fruire non solo del mare, ma anche di serate particolarmente interessanti. (rs)

Il sindaco Ciccone, spiega che nel rispetto dell’ultimo decreto anche le manifestazioni all’aperto prevederanno l’accesso solo a coloro che saranno dotati di Green pass (o di tampone).
Del festival il sindaco spiega che oramai si tratta di un progetto storicizzato per la città di Scilla e che l’impegno dell’amministrazione comunale sarà diretto verso un’espansione del progetto al fine di portare al pubblico dello SJF i migliori jazzisti al mondo e fare della rassegna un punto di riferimento nazionale.