PER LA COLDIRETTI C'È UN INCREMENTO DEI GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI DI OLTRE IL 6% NEGLI ULTIMI 5 ANNI;
I giovani ritornano nei campi

ATTRAE I GIOVANI IL RITORNO ALLA TERRA
IN CRESCITA L’AGRICOLTURA IN CALABRIA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Se si dovesse definire l’agricoltura in Calabria, probabilmente la si dovrebbe indicare come il bene più prezioso della nostra terra. Il settore agricolo, infatti, è un vero e proprio orgoglio e un’eccellenza, capace di offrire prodotti unici che il mondo ci invidia – vedi, ad esempio, il Bergamotto di Reggio Calabria, le annone, le clementine e le arance – e che, finalmente, si sta allontanando dalla visione di ultima spiaggia per chi non ha un’istruzione, diventando, invece, motivo di investimento e di ritorno alla propria terra per tanti giovani che sono dovuti andare via.

Grazie a questa ‘emigrazione al contrario’, è avvenuto un piccolo miracolo: rispetto a cinque anni fa, è aumentato, nel 2020, di oltre il 6% il numero di giovani imprenditori insediati in agricoltura. È ciò che è emerso dal una analisi della Coldiretti sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere relative al settembre 2020, che evidenziano un grande ritorno di interesse alla terra degli under 40 che abbandonano invece le altre attività produttive, dall’industria al commercio.

«Nelle campagne calabresi, si sta assistendo ad un progressivo svecchiamento dei titolari delle aziende agricole – ha sottolineato Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria – che diventerà ancora più consistente con la pubblicazione della graduatoria definitiva del secondo bando di insediamento dei giovani in agricoltura che potrà vedere alla guida delle aziende agricole  altri giovani».

«È in atto – ha spiegato Coldiretti – un cambiamento epocale con il mestiere della terra, che non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo ma è, invece, la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite».

«Questo fenomeno – ha commentato Cosentini – si può ulteriormente consolidare nei prossimi anni quando con la nuova programmazione comunitaria, orientata ad aumentare gli aiuti per l’insediamento, ci potrà essere un decisivo incremento dei giovani. Questo significherà proseguire nella rivitalizzazione delle aree interne e a mettere un sigillo significativo nel prossimo futuro nel garantire il ricambio generazionale e assicurare una spinta verso l’innovazione tecnologica e nuovi e moderni modelli di impresa agricola».

«La presenza dei giovani – ha riferito la Coldiretti – ha, di fatto, rivoluzionato il lavoro della terra; le imprese under 40 operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani, si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo».

«La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale – ha continuato la Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore alla media, un fatturato più elevato e più occupati per azienda. E, se tra questi giovani guerrieri e innovatori, c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 40 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione».

«Con questi giovani e le prospettive – ha confermato Cosentini – è necessario continuare ad investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far ripartire la Calabria e occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante delle giovani generazioni che, mai come adesso, vogliono impegnare il proprio futuro nelle campagne e perciò, vanno liberati dal peso della burocrazia che deve favorire il pieno utilizzo delle risorse comunitarie». (ams)