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All'Università Magna Graecia si è parlato dell'assistenza territoriale

All’Università Magna Graecia si è parlato dell’assistenza territoriale

Si è parlato delle nuove sfide per disegnare il futuro della sanità nel corso del convegno La riforma dell’assistenza territoriale: Tra disegno e sfide dell’implementazione, svoltosi nei giorni scorsi all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Si è trattato di un importante evento scientifico, promosso dal Centro di Ricerca in Health and Innovation dell’Ateneo di Catanzaro, che ha focalizzato l’attenzione sul Dm. 77/2022, che è stato aperto dal Rettore, Giovanni Cuda e coordinato dalla responsabile del Convegno scientifico, prof.ssa Marianna Mauro.

 La riforma dell’assistenza territoriale definisce un nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale mirando a una sanità più vicina alle persone e al superamento delle disuguaglianze e sono tante le sfide emerse nell’ambito del convegno in termini di implementazione e di riorganizzazione. 

Nel corso del convegno si è posta l’attenzione sulle aree di indeterminatezza che riguardano la vocazione e il target dei servizi delle strutture sanitarie e i modelli organizzativi, le responsabilità nella gestione dei nuovi setting di cura, il ruolo delle case di comunità, la telemedicina e le problematiche connesse alle cure di transizione. 

All’esito del convegno, anche grazie alle relazioni e alla tavola rotonda, coordinata dalla dott.ssa Cristina Matranga (Direttore generale dell’ASL Roma 4), è emersa la necessità delle regioni di ridisegnare il sistema.  Le finalità principali sono: assicurare cure a bassa intensità assistenziale sempre più capillari e corrispondenti ai reali bisogni territoriali, ragionare e superare le criticità connesse allo sviluppo dei modelli territoriali, rispondere agli standard previsti dal D.M. 77/2022, reperire personale specializzato con particolare riferimento alla figura degli infermieri. 

L’impatto del Dm 77 è qualificabile attraverso il raggiungimento di diversi standard, tra questi si segnalano: la creazione di un distretto sanitario ogni 100,000 abitanti, la creazione di una Casa della Comunità Hub (CdC), intesa quale primo luogo di cura, ogni 40,000-50,000 abitanti, le case della Comunità spoke e gli ambulatori di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta; un consultorio di Famiglia ogni 20.000 abitanti; un infermiere di Famiglia o di Comunità ogni 3.000 abitanti; un’unità di continuità assistenziale ogni 100.000 abitanti; un Ospedale di Comunità con 20 posti letto ogni 100.000 abitanti; 1 Hospice con almeno 8 posti letto ogni 10.000 abitanti. 

Nell’ambito del convegno scientifico, è stata, inoltre, evidenziata l’importanza e l’efficacia della Telemedicina e l’esperienza di grande successo della piattaforma di telemedicina avviata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria per fornire un migliore supporto ai pazienti attraverso gli innovativi servizi di televisita, teleconsulto, teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza, telemonitoraggio, telecontrollo e teleriabilitazione. (rcz)