REGIONALI / IL CANDIDATO DEM RACCOGLIE CONSENSI CON UNA CAMPAGNA FACCIA A FACCIA CON GLI ELETTORI;
Pippo Callipo

Callipo in rimonta toglie voti a Tansi e Aiello. La destra non lo teme, ma i giochi sono aperti

di SANTO STRATI – È una strana, insolita, campagna elettorale questa che i calabresi stanno vivendo: è cambiato tutto, prevalgono i social nella comunicazione, ma la strategia vincente rimane il vecchio collaudato contatto vis-a-vis che sta portando insperati risultati soprattutto a Callipo che registra una continua crescita di consenso. Secondo il parere di vecchi “lupi” della politica, si deciderà tutto negli ultimi tre-quattro giorni, intanto, però, si continua a mettere a confronto sondaggi di dubbia validità che hanno certamente il potere di sviare l’elettorato, che già di per sé ha mille buoni motivi per sentirsi disorientato e confuso.

Partiamo da Pippo Callipo. C’è una evidente rimonta dell’industriale di Pizzo Calabro: i segnali che arrivano indicano incrementi di consenso che si mostrano costanti e continui. Frutto, quasi certamente, della campagna indovinata che lo mette di fronte e a contatto con i calabresi di ogni estrazione: professionisti, pescatori, artigiani, laureati senza occupazione, disoccupati cronici, donne impegnate in ruoli non adeguati alla loro preparazione, percettori (delusi) del reddito di cittadinanza, sottoccupati. Una eterogenea massa di elettorato che ascolta, senza farsi incantare, domanda delucidazioni, chiede di saperne di più sui progetti e sui programmi. È un segnale che va tenuto nella giusta considerazione e che, indubbiamente, lascia immaginare (ma ci sono sondaggi riservati che lo confermerebbero) una rimonta su cui pochi avrebbero scommesso.

Anche Callipo, naturalmente, sconta l’handicap del poco tempo a disposizione e nonostante i suoi giovanili 73 anni, miracoli di ubiquità non riesce a farne. Ed è una disdetta perché – lo ha capito molto bene Callipo – se avesse solo un po’ più di tempo per incontrare gli elettori calabresi, molti sarebbero conquistati dalla naturale simpatia e dall’umiltà che solo i capi sanno mostrare senza vergognarsene. Molti elettori che negli anni passati hanno disertato le urne si lascerebbero sedurre da questo “anziano” candidato, un po’ sognatore, un po’ scapigliato, un po’ decisionista. «Un imprenditore dal volto umano – lo ha definito lo storico reggino Pasquale Amato  – sinceramente innamorato della sua terra»: basta questo profilo per farsi eleggere governatore? No, non basta, soprattutto quando si scopre che la crescita di consenso di Callipo è tutta ai danni dei due indipendenti di questa confusa campagna elettorale: Carlo Tansi, ex capo della Protezione Civile in Calabria, e il prof. Francesco Aiello, un torinese (dalle certe origini cosentine, almeno per il cognome) apprezzato economista all’Unical, lanciatosi con orgoglio e convinzione in questa competizione. I due “autonomi” (in realtà solo Tansi corre da solo, senza partiti alle spalle e con tre liste che non sono peraltro presenti in tutt’e tre le circoscrizioni) hanno capito che devono competere per raggiungere almeno la percentuale minima richiesta  (4% per la singola lista o 8% per le coalizioni), per non correre il rischio di non avere poi nemmeno un rappresentante in Consiglio regionale. Anche per loro la tirannia del tempo troppo breve provocherà, probabilmente, un inevitabile disastro.

Si aggiunga, inoltre, il dragaggio di consensi da parte di Callipo e la frittata è pressoché annunciata. Con una differenza non da poco: Tansi incarna il cavaliere solitario che combatte i partiti e ha un bel coraggio a sfidare un territorio abituato ai vecchi riti del comparaggio e del voto espresso più per vicinanza o amicizia che per convinzione o ideologia. La sua popolarità è cresciuta parecchio da quando ha annunciato di scendere in campo, ma non risulterà, probabilmente, sufficiente a raccogliere il consenso necessario. Aiello, invece, ha un “partito” alle spalle (così lui ha definito il Movimento 5 Stelle a Calabria.Live) ma si ritrova quasi tradito a metà da presunti sostenitori che, alla fine – e ci auguriamo vivamente di essere in torto – non lo sosterranno proprio. A chi andranno i voti del fuoco amico? Non certo alla destra, forse a Callipo, o – drammaticamente – andranno a far crescere il numero degli astenuti.

In questo contesto, dove i sondaggi sembra vogliano “accontentare” ogni committente, il centro-destra si mette a lucido, convintissimo di avere la vittoria già in tasca. C’è, decisamente, un elemento a favore di questo convincimento: ci sono sei liste contro le tre di Callipo, con una serie di candidati che più volte sono stati indicati come “mister preferenze”, ovvero hanno un bagaglio storico di voti fidelizzati che difficilmente cambieranno percorso. Certo, alcuni cambi di casacca disorientano gli elettori, e non è detto che raccolgano sul fronte opposto i consensi contabilizzati in passato su liste opposte. La politica offre anche queste incognite. Quindi, è d’obbligo la prudenza anche in casa del centro-destra, in attesa degli ultimi tre-quattro giorni, quando potrà davvero capitare ancora di tutto, almeno nel confronto diretto tra Jole Santelli e Pippo Callipo. Nessuno avrebbe scommesso, qualche settimana fa, su Mario Occhiuto che sostiene e fa campagna per l’ex-traditrice, ma tutto ciò fa parte del gioco della politica: le alleanze si chiudono, si riaprono, s’inventano ove necessario, quando l’obiettivo comune diventa prioritario.

Per questo le incognite di questa consultazione sono più numerose che in passato. Se la coalizione di destra prevede ottimisticamente un distacco di almeno dieci punti da Callipo, il numero degli indecisi e degli astenuti che non si astengono più potrebbe capovolgere ogni previsione, considerato che la volta passata, nel 2014, non votò circa il 55% degli aventi diritto. E non dimentichiamoci che la destra dovrà fare i conti, in caso di vittoria, del peso che ogni lista avrà espresso in termini di consensi. Si tenga conto che a sfavore dei candidati gioca anche l’impossibilità del voto disgiunto che avrebbe potuto rivelarsi un boomerang per qualcuno e l’arma vincente per altri.

Gli elettori avranno una scheda con 14 simboli (nelle circoscrizioni Nord e Centro) e 13 simboli in quella Sud e potranno votare o per il singolo candidato presidente (una croce sul nome dell’aspirante governatore darà il voto anche alla coalizione) oppure potrà scegliere di selezionare una lista indicando una preferenza nominativa per il consigliere che si vorrebbe in Consiglio regionale: il voto varrà per l’elezione del presidente, ma esprimerà anche la scelta univoca dell’elettore. A questo punto, visti i distinguo che sono già partiti all’interno della coalizione di centro-destra, si capirà quanto i calabresi amino Salvini e la Lega e quanto vale ogni singolo gruppo all’interno della coalizione. In poche parole, i calabresi che voteranno a destra dovranno dire se preferiscono il  centro moderato o quello ultraconservatore e sovranista (FdI), o quello a trazione leghista. E scusate se è poco.

Diversamente, l’elettore di sinistra dovrà scegliere tra l’innovazione del movimento Io resto in Calabria, capitanato da Callipo, o riconfermare il cosiddetto “usato sicuro” che ha, in parte, governato la Regione. In entrambi i casi i calabresi esprimeranno l’orientamento che più li convince: liberi di scegliere il proprio futuro, non mancando di andare ai seggi. (s)