Domenico Mazza (Comitato Magna Graecia): Grave che non ci sia indignazione per trattamento riservato allo Jonio

È un duro sfogo, quello di Domenico Mazza, cofondatore del Comitato Magna Graecia, sul modo in cui «il popolo le vivissitudini che, ormai a cadenza quotidiana, lo vedono lentamente soccombere sotto la scure dei centralismi».

«Non si leva indignazione alcuna – ha detto – se un settore sanitario viene mercificato. Non si prova ribrezzo a leggere vacue proposte, prive della benché minima idea e clone mal riusciuto di una geografia cancellata dai fatti e dalla storia. Non si prendono posizioni su tematiche che potrebbero, davvero, risollevare le sorti di un intero territorio, ed alludo ad opere del calibro della Sila-Mare, Sibari-Sila, la Jonica, la Bretella di Thurio, la Via del Mare, la Diagonale della Sila. Non si esprime risentimento se un ambulatorio di Neonatologia viene soppresso per carenza di personale, e magari è l’unico di riferimento ad un intero ambito. Non si giudica deplorevole che l’unico treno veloce in partenza dallo Jonio, venga lentamente trasformato in un espresso poiché, di colpo, si decide di concedere fermate a distanza di 10 minuti l’una dall’altra».

«E potrei continuare fino a notte inoltrata – ha aggiunto – ma non basterebbero fiumi d’inchiostro a descrivere tutte le malefatte propinate e le manchevolezze fatte dall’inermità di un Popolo e dei suoi Amministratori, avvolti da una fasciatura intellettuale. Ormai, si rimane impassibili, immobili, imbambolati, a meno che non si consideri il ludibrio di qualche social network che agisce più da sfogatoio che da strumento di comunicazione di massa. Di contro, si trova il tempo per parlare di cani randagi, buche sulle strade, erba alta, orto del vicino, ecc. Certo con questo non voglio asserire che siano problemi di poco conto, ma non di certo la visione più ampia».

«La verità – ha proseguito – è che, a furia di parlare del nulla, mischiato al niente, abbiamo perso la capacità di osservare, capire, discernere tra quelle che sono le problematiche risolvibili e quelle insormontabili. In totale assenza di pianificazione e prospettiva, e negli Amministratori e negli Amministrati, si perde finanche l’attitudine a pensare e prospettare al lungo periodo, abdicando al ragionamento l’istinto, il dileggio, talvolta la rabbia social, come farmaco miracoloso atto a lenire dolori ormai cronicizzati.  Mi chiedo quale sia il senso di ragionare, imperterriti, su disegni spazzati via dal corso degli eventi. Rifletto su come la carenza (per non dire la totale assenza) di idee porti gli uomini a copiare, in malo modo, le idee altrui, con il risultato di assistere ad azioni costruite a mo’ di castelli di sabbia, che vengono, puntualmente, spazzate via alla prima folata di vento».

«Certo – ha detto ancora – è pur vero che il livello di degrado in cui l’Arco Jonico è piombato ha pochi termini di paragone in Regione e nel resto d’Italia, forse talune affinità possiamo scorgerle in territori di confino del centro Africa, dove ancora la lotta fra tribù e la pratica delle magere è assai alla ribalta. Tuttavia, è abbastanza indecoroso pensare che la culla della storia, il cuore pulsante dell’antica Magna Graecia, quel territorio che da Sybaris conduce a Kroton si sia ridotto a larva di sé stesso, incapace a dare una svolta significativa ad un disegno di annichilimento dell’Area. Ed è così che un angolo di terra che nel corso degli anni ha visto le influenze di Greci, Bizantini, Normanni e Svevi, Angioini ed Aragonesi, ha lasciato il posto ad improbabili personaggetti in cerca d’autore e sudditi che si accingono ad un ossequioso servilismo, talvolta neppure richiesto».

«Come possiamo, anche lontanamente – ha concluso – pensare di poter uscire dal limbo delle sabbie mobili se abbiamo sostituito al ragionamento l’assuefazione?  Non abbiamo molto tempo! Le nuove generazioni, raggiunta la maggiore età, abbandonano il nostro Territorio prestando le loro menti alla valorizzazione di altre realtà. Sarà necessaria una rivoluzione culturale che dovrà partire dal mondo della scuola con i fondamenti dell’educazione civica come base di un nuovo civismo, volano alla formazione politica di nuove classi dirigenti che forniscano l’esempio al popolo. Contrariamente saremo destinati all’oblio ed al dimenticatoio, schiacciati dalla storia sotto i resti delle nostre macerie». (rkr)

Comitato Magna Graecia: La proposta dell’Asp Sibaritide-Pollino è debole nella fattibilità

Per il Comitato Magna Graecia, la proposta di sdoppiare l’attuale Asp di Cosenza e concepirne una nuova Sibaritide-Pollino, «è politicamente sballata, debole nella fattibilità e nei contenuti e, ancor peggio, non restituisce quella dignità territoriale allo Jonio».

«Non si sono tenuti in conto – viene spiegato in una nota – alcuni parametri fondamentali, propedeutici e necessari, alla creazione del prospettato ente che, se non opportunamente ponderati, potrebbero rappresentare l’ennesima spada di Damocle ai danni della Sibaritide e, di riflesso, di tutto l’arco Jonico esteso all’intera area Magnograeca.   Il nuovo designato ambito non tiene conto della commistione, aduso solo in Calabria, tra sanità territoriale ed ospedaliera. È utile ricordare che esistono le Asp e le Aziende Ospedaliere (AO). Da normativa le prime dovrebbero occuparsi squisitamente di medicina del territorio, le seconde del comparto ospedaliero. Invero i poteri centralisti, al tempo della riforma, hanno ben pensato di lasciare l’esclusiva gestione degli ospedali HUB alle AO, affidando alle ASP gli ospedali di base, gli Spoke e tutta la medicina territoriale».

«La proposta di scorporo, così come pensata – ha spiegato il Comitato – genererebbe un’ipotetica Asl di circa 250mila abitanti. Questa si ritroverebbe ad ospitare ben due Spoke, nonostante l’ambito designato possa  prevederne solo uno, non suffragando la domanda sanitaria di almeno 300mila abitanti. Va altresì considerato che si metterebbe a serio rischio la possibilità di creare un reparto di emodinamica sullo Jonio atteso che anche questo è stabilito sulla base di 300mila abitanti per ambito. Ci chiediamo quale possa essere, a questo punto, il ragionevole tasso di interesse per le popolazioni ricadenti nell’entroterra e sulla costa del basso Jonio, atteso che la famosa “golden hour”, l’ora necessaria a raggiungere il primo presidio utile, non trova suffragio già nelle strutture rivierasche, figuriamoci a raggiungere il Pollino».

«Inoltre – continua la nota – è d’obbligo ricordare che l’istituzione di un ambito sanitario si giustifica nel momento in cui i numeri a disposizione del territorio permettano la costituzione di un Ospedale di secondo livello, con annessa centrale operativa del 118, non già il contentino di una succursale ad un ente che comunque sia non può essere scorporato considerato che lo stesso, normativamente, è fondato su un’istituzione provinciale. E non ci risulta che Corigliano-Rossano o Castrovillari lo siano! Ed ancora può essere pensata una riforma di tipo sanitario ed escludere gli ambiti Silani, quindi i presidi di Montagna, laddove già il nosocomio di Acri è collegato allo Spoke Sibarita ed il Presidio di San Giovanni in Fiore era compreso nell’ex distretto Jonio Sud? A questa ed a diverse altre domande gradiremmo rispondessero i promotori della proposta».

«Come Comitato – viene spiegato ancora – ci siamo espressi più volte su quello che riteniamo essere il disegno più consono alla sanità Jonica: l’allargamento dell’attuale Asp Magna Graecia (Kr) e la contestuale creazione di un’Ao Jonica che enuclei i due Spoke di Corigliano-Rossano e Crotone, i Presidi di Montagna Silani (anche in funzione dell’oculata proposta dei Sindaci di creare un ospedale generale dalla fusione dei nososcomi di Acri e San Giovanni) ed i presidi rivieraschi di Trebisacce e Cariati. Tale disegno, intanto non sarebbe una forzatura poiché accomunerebbe aree che vivono le medesime problematiche ed inoltre permetterebbe una più equilibrata razionalizzazione dei distretti sanitari evitando quindi la costituzione di megadistretti. Questi viaggerebbero su una media di circa 65mila abitanti, i due Spoke potrebbero ospitare entrambi un reparto di emodinamica, i numeri forniti dalla nuova demografia consentirebbero la costituzione di un Presidio Hub e di una centrale operativa del 118 che potrebbe essere dotata di mezzi navali per il trasporto di pazienti».

«Pertanto – conclude la nota – pur apprezzando lo spirito di quegli amministratori che si prodigano nel cercare soluzioni che possano rappresentare un freno alla dilagante piaga del centralismo, in campo sanitario e non solo, invitiamo a ponderare l’unica proposta foriera di innovazione, migliorie e benessere a tutta l’area dell’Arco Jonico-Silano: Magna Graecia. La sola che, a saldo zero per lo Stato, senza la creazione di Enti aggiuntivi, inutili scorpori e illusorie autonomie, ma con la rimodulazione degli attuali assetti amministrativi regionali, permetterebbe la nascita di una nuova area vasta, policentrica e fedele alle dinamiche degli ambiti che riverberebbe benefici diffusi anche al resto dei territori regionali». (rkr)

Comitato Magna Graecia: Sila-Mare, politica faccia quadrato e superi localismi per visione più ampia

Il Comitato Magna Graecia ha fatto un appello agli amministratori dell’Arco Jonico sulla strada Sila-Mare, chiedendo di fare quadrato e di impegnarsi «in un ragionamento corale che apporterebbe vicendevoli benefici a tutte le comunità investite dalla progettualità, riverberando benessere diffuso e notevoli migliorie nella mobilità».

«Entro il prossimo anno – ha ricordato il Comitato – dovrebbe vedere la luce il quarto lotto funzionale dell’importante arteria, tra costa ed entroterra, che congiungerà il Bivio Manco con il ponte di Caloveto. A questo si aggiungerà poi il quinto lotto che porterà l’arteria a ricongiungersi con la SS106 tra i Comuni di Corigliano-Rossano e Mirto-Crosia. Sta tenendo banco una bagarre su quest’ultimo lotto riguardo al fatto se far proseguire la strada sul lato destro o sinistro del fiume. Senza entrare nel merito, riteniamo che il problema non sia già rappresentato dall’allocazione dell’ultimo tratto a valle, che in un caso o nell’altro disterebbe dall’innesto con la Jonica meno di un kilometro. Piuttosto, la non differibile necessità di continuare il tracciato dell’infrastruttura ad ovest del comune di Longobucco, quindi verso l’altopiano Silano, il comprensorio Florense e la località di Lorica, sede amministrativa del Parco nazionale della Calabria».

«Aver speso – continua il Comitato – una ingente somma per connettere Mirto a Longobucco appare infatti riduttivo e non suffragante l’analisi costi benefici. La costruenda arteria, se proseguita oltre il centro Traentino, potrebbe rappresentare una valida e di gran lunga migliore alternativa per i flussi turistici provenienti dall’Adriatico che raggiungerebbero i centri di villeggiatura silani in circa 1h da Corigliano-Rossano, contro le circa 2h e 15 attuali. È bene ricordare che oggi per raggiungere l’altopiano dall’alto Jonio bisogna portarsi a Cosenza e da qui iniziare l’arrampicamento sulla montagna. Non potevano certo mancare le solite manine centraliste a modificare i flussi ad uso e consumo dei Capoluoghi storici, che anche contro ogni logica dettata dal buon senso e soprattutto dalla geografia dei luoghi hanno artatamente deviato le direttrici secondo i loro desiderata».

«Si pensi – ha evidenziato il Comitato Magna Graecia – alla valenza che potrebbe assumere l’arteria se veramente fosse un itinerario Sila-Mare e non già il semplicistico concetto Longobucco-Mirto. Metterebbe in connessione due itinerari europei, la SS106 e la SS107, creando i presupposti, anche per l’area Silana dell’Alto Crotonese e per tutto il vasto comprensorio che gravità su San Giovanni in Fiore di raggiungere il corridoio Adriatico in tempi ragionevoli. A questo si aggiunga che già a circa 20 km in linea d’aria da Lorica in direzione sud ovest giace la SS616, una strada di categoria C che congiunge i territori silani di ponente con l’A2 presso lo svincolo di Grimaldi. Raccordando i due itinerari si realizzerebbe una nuova trasversale Jonio-Tirreno che avrebbe la duplice valenza di tagliare trasversalmente la Calabria e di connettere l’A2, la Sila e la SS106. In questo modo anche i flussi turistici provenienti dalla Sicilia raggiungerebbero l’altopiano dalla valle del Savuto senza l’obbligo forzato di raggiungere Cosenza».

«Allontaniamo gli spettri del centralismo che hanno arrecato, e continuano ad arrecare – ha concluso il Comitato – danni incalcolabili alla Regione ed apriamoci al policentrismo, solo così si creeranno i presupposti per una crescita economica foriera di interessi e portatrice di benessere per tutto il territorio». (rkr)

Comitato Magna Graecia: Situazione sanitaria jonica sta assumendo caratteristiche grottesche

Domenico Mazza, cofondatore del Comitato Magna Graecia ha denunciato la situazione sanitaria jonica, che «sta assumendo caratteristiche che definire grottesche sarebbe un eufemismo».

«All’improvviso – viene spiegato in una nota – si decide di chiudere un reparto di terapia intensiva per carenza di personale dedicato. Tale evento, nei fatti, delegittima la permanenza stessa di un presidio Spoke, già minato nella sussistenza in vita da quando l’area dell’Alto Jonio è stata, innaturalmente, aggregata allo Spoke di Castrovillari. Un Presidio di Primo Livello, per essere giustificato, deve rivolgersi ad un’utenza non inferiore a 150mila abitanti, che, ad oggi lo Spoke jonico non ha più, anche se taluni, dal vacuo pensiero, amano immaginare che il Distretto Sanitario e quello Ospedaliero coincidano. Se a questo aggiungiamo che senza il reparto di terapia intensiva non possono essere giustificate prestazioni ospedaliere tipiche dei reparti al primo collegati, va da sé che stiamo assistendo al declassamento ad ospedale di base».

«Colpisce maggiormente – ha detto Mazza – nella lettura dei fiumi di note a riguardo che si continui a guardare al dito e non alla luna. Si parla di mancati innesti a rimpinguare gli organici, di difficoltà gestionali, in taluni casi anche di atteggiamenti “mafiosi”, ma pochi dicono che è impensabile ed oltremodo ridicolo immaginare che due plessi dello stesso ospedale (perché se ancora non è chiaro meglio ribadirlo: il Compagna ed il Giannettasio sono un’unica struttura divisa su due plessi e non due ospedali) possano ospitare reparti fotocopia».

«Quale logica deviata – ha continuato Mazza – può consentire una commistione tra le aree chirurgiche e quelle mediche nei due plessi? Quali arcani motivi possono giustificare tali sciagurate scelte gestionali quando il “decreto 64” prevedeva una netta distinzione fra le due aree da collocare preclusivamente una in un presidio, l’altra nell’altro?  In tutto questo manicomio gestionale proliferano personalismi da pennacchio, mentre l’anello debole continua ad essere rappresentato dalla collettività. Non già della sola Corigliano-Rossano, ma di tutto quell’ambito che dall’Alto Crotonese fino alla Lucania si ritrova oggi senza un ospedale di Primo Livello. È normale che in una condizione di assoluto affanno, con la già grave carenza d’organico, tenere divise nei due plessi le figure degli Anestesisti è un lusso che proprio non possiamo permetterci».

«È lapalissiano – ha proseguito – che reparti come chirurgia, ginecologia (quindi nido e pediatria) nonché ortopedia non possano essere dislocati tra l’area Bizantina e quella Ausonica, a mo’di suddivisione dei pani e dei pesci, poiché questi devono giacere a stretto contatto (per la loro sussistenza) con un reparto di Rianimazione. E si badi bene, quanto appena asserito non è un principio di volontà centralista, ma semplicemente una chiara e limpida organizzazione che non presterebbe, altresì, il fianco ad atteggiamenti isolazionisti che l’Asp non ha mai risparmiato all’area Jonica. Invero riverbererebbe benessere a tutta la città di Corigliano-Rossano e relativo Circondario, prescindendo da quali saranno le scelte di allocazione delle due aree d’intervento, siano esse impiantate nella circoscrizione Ausonica o Bizantina».

«A ciò – ha detto ancora – si aggiungano le annunciate vicende che nelle prossime settimane impatteranno l’area Neonatale dello Spoke Sibarita, dove assisteremo nuovamente a pantomime spicciole pur di ricevere in prestito (con diritto di riscatto) una figura sanitaria da altre Aziende. Ancora, le recenti dichiarazioni del Presidente f. f. della Regione circa l’ospedale di Cariati, in cui si cerca di scaricare, su una popolazione che da mesi chiede la riattivazione del Presidio, le mancate scelte in tal senso, che restano attribuibili solo a titubanze politiche oggettivamente tendenti all’assurdo. La tragicomica farsa sulla riattivazione dell’ospedale di Trebisacce sul quale anche le sentenze del Consiglio di Stato sono state disattese. Il perenne disagio dei due Presidi di Montagna (Acri e San Giovanni in Fiore) e la condizione di abbandono delle aree interne lasciate senza un servizio di guardia medica quasi a relegarle nel più completo dimenticatoio. I mancati lavori di adeguamento del Ps di Crotone, sbandierati da anni e mai realizzati, ed il gioco è fatto».

«Si continua ancora, imperterriti – ha denunciato Mazza – a non voler risanare una peculiarità tutta calabrese: lasciare nell’ambito delle Asp la gestione dei Presidi ospedalieri non Hub, generando una commistione tra sanità ospedaliera e territoriale che non ha eguali.  Non c’è più tempo per giocare al ruolo delle prime donne!  La politica, è chiamata ad assumere atteggiamenti di coraggio che siano riguardosi delle popolazioni joniche e che parlino con spirito di coralità».

«Non è pensabile continuare a grugnire incomprensibili richieste – ha concluso Domenico Mazza – e poi essere pronti col cappello in mano a raccogliere gli scarti che i poteri centralisti lanciano nella desolata arena jonica, dove i gladiatori hanno lasciato il posto ai personaggi in cerca d’autore. Fazioni, steccati, muri, atteggiamenti isolazionisti e di chiusura al territorio prestano il fianco al centralismo che continuerà a dividere, allontanando sempre più l’agognata emancipazione dei servizi in ambito sanitario e non solo, condannandoci a vivere in ginocchio». (rkr)

 

Comitato Magna Graecia: La Sila-Mare opportunità di sviluppo per l’Area Jonica

Per il Comitato Magna Graecia, «la costruenda strada Sila-Mare, impantanata nei meandri dell’incompiuto in classica salsa calabrese, potrebbe rappresentare un volano di sviluppo interessante per tutta la comunità Jonico-Silana, qualora venissero messe in connessione la SS107 e la SS106».

«Ad oggi la strada – si legge in una nota di Domenico MazzaGianluca Succurro – almeno nella bozza di progetto, rappresenta un collegamento veloce tra la Jonica e Longobucco, ma oltre il centro pedesilano e verso la Sila inoltrata non è stato previsto alcun raccordo.  Il comprensorio Florense, per raggiungere il corridoio Adriatico è costretto a compiere il periplo di mezza Sila raggiugendo Cosenza, quindi Sibari. Parimenti dicasi per i flussi turistici adriatici che per raggiungere le località di villeggiatura dell’Altopiano, sono costretti a seguire percorsi stradali dettati da mezzo secolo di scelte centraliste. Queste hanno artatamente disegnato che le direttrici di traffico, giunte a Sibari, virassero verso l’area Valliva della Regione, proseguendo quindi per Cosenza per poi iniziare l’arrampicamento nei pressi della città Brutia».

«Non bisogna, certo essere maestri in geografia – continua la nota – per comprendere che tale mappatura è totalmente infedele ad un percorso snello e veloce verso l’entroterra se si conosce la conformazione dell’Arco Jonico Silano, naturalmente sporgente a Levante. Basterebbe prolungare la costruenda strada ad ovest di Longobucco ricongiungendola alla SS107 nei pressi di San Nicola Silano e l’ambito di San Giovanni in Fiore disterebbe dalla costa dell’alto Jonio circa 40 minuti contro le oltre 2 ore che si impiegano oggi per raggiungere Corigliano-Rossano via Cosenza».

«Si avvicinerebbe la Sibaritide alle località di villeggiatura silane di villaggio Palumbo, Lorica e Camigliatello, e San Giovanni in Fiore alla linea di costa – viene spiegato nella nota – generando un circolo economico che avrebbe risvolti molto interessanti. Ma cosa ancor più specifica si metterebbero in connessione due strade di itinerario europeo: la Jonica e la Silana Crotonese, riadeguando il tracciato della vecchia 177 “Silana di Rossano”, rendendola quindi una strada di categoria C1. Gli Amministratori Silani dovrebbero fare squadra su questa concreta possibilità per il territorio, profilando all’unisono la propria voce nelle stanze della Regione. Il tempo dei “solisti” dovrà, giocoforza, lasciare spazio alla coralità, atteso che solo le scelte congiunte e di vicendevole e sussidiario interesse potranno avere canali di prelazione e preferenza poiché non già utili alla semplice comunità, ma di valenza territoriale».

«Solo lo sforzo congiunto di tutti i sindaci delle comunità investite dal progetto – conclude la nota – potrà aumentare l’autorevolezza e la non più differibile necessità della pubblica valenza riguardante l’infrastruttura». (rkr)

Comitato Magna Graecia: Illustrate prospettive progettuali per interconnessione linea ferroviaria Jonica con alta velocità Sa-Rc

Nel corso di un webinar, organizzato dall’Associazione Ferrovie di Calabria, guidato da Roberto Galati, sono state illustrate le prospettive progettuali di interconnessione della linea ferrata Jonica con la nuova prevista linea Alta velocità SA-RC.

Presenti, le deputate Elisabetta Barbuto ed Enza Bruno Bossio, componenti della Commissione trasporti alla Camera, il Consigliere Regionale, Antonio De Caprio, Ettore Durante in rappresentanza dell’Unione delle Associazioni della Riviera dei Cedri e del Pollino, Giovanni Verga del Comitato per la riattivazione della ferrovia Sicignano-Lagonegro e Domenico Mazza per il Comitato Magna Graecia. Argomento del webinar è stata l’analisi del sistema  infrastrutturale ferroviario in Calabria.

Relativamente lo Jonio, il discorso è stato concentrato sulla necessità di connettere in modo veloce e stabile l’asse Crotone/Corigliano-Rossano alla nuova interconnessione con la linea AV nei pressi di Tarsia, previo la presa in considerazione del deviatoio ferroviario che dal Lacinio canalizzerebbe i flussi verso la futura linea ad alta velocità. In questo modo i tempi di percorrenza da Crotone verso Roma sarebbero stimati in circa 3.30h di tragitto.

È stata posta in rilievo anche la necessità, non più differibile, di ricucitura del territorio compreso tra Crotone e Sibari al naturale flusso proveniente dall’Adriatico, laddove le politiche scellerate degli ultimi 50 anni hanno artatamente deviato ad ovest della Piana, quindi verso l’area Valliva,  tutti gli Asset ferro-stradali, decretando la morte dei territori a sud di Sibari.

Il Comitato ha posto in risalto anche il ruolo che dovranno svolgere i sindaci jonici nel processo di ricucitura del territorio, finalizzato ad un agire corale e non già da solista, partendo proprio dalla funzione strategica dei primi cittadini di Crotone e Corigliano-Rossano, i quali dovranno essere da traino per tutti i loro colleghi nel processo di rinascita e riequilibrio della comunità dell’Arco Jonico Magnograeco.

Le Rappresentanze Istituzionali hanno mostrato notevole interesse verso i temi toccati, in particolare sulla proposta del cosiddetto “deviatoio di Thurio”, impegnandosi a trattare l’argomento rispettivamente nella Commissione trasporti alla Camera ed in seno al Consiglio Regionale.

È stato proposto, poi, dalla deputata Bruno Bossio, un nuovo webinar sui trasporti e sulla necessità di ricucitura e rifunzionalizzazione degli Asset infrastrutturali presenti sullo Jonio: porti, aeroporto Pitagora, SS106, nuova fermata FS per Corigliano-Rossano in prossimità del cantiere del nuovo Ospedale.

«Continua, senza sosta – si legge in una nota – l’opera di sensibilizzazione che il Comitato ha inteso intraprendere sulle problematiche che incombono sull’area dell’Arco Jonico Sibarita – Silano – Crotoniate. Si attesta, sempre più dirompente, la consapevolezza che solo un cambio di vedute svincolate da logiche centraliste, ed una rinnovata visuale di “Territorio”, potranno condurre l’area Jonica e le città di Corigliano-Rossano e Crotone ad una fase di straordinaria rinascita e sussidiario benessere».

«La perversa dinamica di aver pianificato, e di continuare ad immaginare – continua la nota – gli Asset della mobilità totalmente schiacciati sull’area ovest della Regione, nonostante lo Jonio, per caratteristiche orografiche, si presti ad un minore impatto ambientale rientrando, di diritto, in una condizione di territorio predisposto all’infrastrutturazione green, richiesto dai nuovi dettami europei, ha generato il processo involutivo dell’area».

«Solo una rinnovata visione politico-amministrativa – conclude la nota – con la conseguente creazione di una rete intermodale fra servizi ad alta velocità, strada di categoria B, rilancio dello scalo Pitagorico con usufrutto a tutta l’area della Sibaritide e definitiva interconnessione delle portualità di Crotone e Corigliano-Rossano all’interno dell’Autorità di bacino Jonica Tarantina, si potrà restituire un’agognata equivalenza all’Arco Jonico rispetto agli altri ambiti regionali che riverberi benessere diffuso a tutta la Calabria». (rkr)

Comitato Magna Graecia: Illustrato alla presidente Commissione Trasporti della Camera il Documento programmatico Jonico

È soddisfatto, il Comitato Magna Graecia, per l’interesse dimostrato da Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, a cui è stato illustrato il Documento Programmatico Jonico, nel corso di un webinar organizzato da Antonio Castiglione, coordinatore di Italia Viva Crotone.

Hanno partecipato i senatori Silvia Vono ed Ernesto Magorno. Argomento del webinar è stata l’analisi del sistema  infrastrutturale e trasportistico lungo l’area dell’Arco Jonico. Hanno relazionato: il presidente dell’Associazione Ferrovie in Calabria, Roberto Galati, il referente della mobilità per la Provincia di Crotone, Fabio Pisciuneri, il Cofondatore del Comitato Magna Graecia, Domenico Mazza, la presidente dell’Associazione Crotone Vuole Volare, Loredana Calvo e Marco Tricoli, Presidente dell’Associazione Portuali e Marittimi di Crotone.

La presidente Paita ha mostrato notevole interesse riguardo l’elaborato che il Comitato ha prodotto, e a cui hanno aderito, con relativa sottoscrizione, Associazioni, Enti, Amministratori  e Persone Fisiche, senza soluzione di continuità, da Rocca Imperiale a Cutro. La deputata si è detta disponibile a concordare un nuovo incontro in area Jonica, per riprendere il dibattito nel merito degli argomenti trattati.

«Il Comitato – si legge in una nota – esprime soddisfazione per la disponibilità ricevuta da parte della  Rappresentante dello Stato, ringraziando per l’interessamento manifestato.  L’opera di coinvolgimento di tutti gli indirizzi Ministeriali, Parlamentari e Regionali, a cui il documento è stato rivolto, continuerà nei prossimi giorni. A tal riguardo sono previsti nuovi webinar nelle successive settimane».

«Continua, senza sosta – continua la nota – l’opera di sensibilizzazione che il Comitato ha inteso intraprendere sulle problematiche che incombono sull’area dell’Arco Jonico Sibarita – Silano – Crotoniate. Si attesta, sempre più dirompente, la consapevolezza che solo un cambio di vedute svincolate da logiche centraliste, ed una rinnovata visuale di “Territorio”, potranno condurre l’area Jonica e le città di Corigliano-Rossano e Crotone ad una fase di straordinaria rinascita e sussidiario benessere». (rkr)

 

La perversa dinamica di aver storicamente pianificato, e di continuare ad immaginare, gli Asset della mobilità totalmente schiacciati sull’area ovest della Regione, nonostante lo Jonio, per caratteristiche orografiche, si presti ad un minore impatto ambientale rientrando, di diritto, in una condizione di territorio predisposto all’infrastrutturazione green, richiesto dai nuovi dettami europei, ha generato il processo involutivo dell’area.

 

Solo con la creazione di una rete intermodale fra servizi ad alta velocità, strada di categoria B, rilancio dello scalo Pitagorico con usufrutto a tutta l’area della Sibaritide e definitiva interconnessione delle portualità di Crotone e Corigliano-Rossano all’interno dell’Autorità di bacino Jonica, si potrà restituire un’agognata equivalenza all’Arco Jonico rispetto agli altri ambiti regionali che riverberi benessere diffuso a tutta la Calabria.

Comitato Magna Graecia: Consegnate ai sottosegretari copie del documento sulla vertenza jonica

Il Comitato Magna Graecia ha riferito che sono state consegnate, ai sottosegretari per le Infrastrutture, Giancarlo Cancellieri, e al Sud, Dalila Nesci, le copie del Documento programmatico Jonico.

«L’interessamento della deputata Elisabetta Barbuto – si legge in una nota – che ringraziamo, ha fatto sì che una delegazione del Comitato, in rappresentanza delle Associazioni, degli Entri, e delle Persone Fisiche che hanno inteso sottoscrivere e recepire la bontà degli argomenti trattati nel documento, potesse incontrare i due Sottosegretari».

«L’incontro – viene spiegato – si è concretizzato a margine della presentazione del nuovo progetto stradale che vedrà coinvolte le comunità a Sud di Sibari verso Crotone. I Sottosegretari hanno manifestato notevole interesse riguardo l’elaborato e si è concordato di riprendere il dibattito nel merito degli argomenti trattati in un prossimo incontro».

«È stata consegnata – si legge ancora – una copia del documento anche alla Senatrice, Rosa Silvana Abate, presente alla manifestazione. Il Comitato esprime soddisfazione per la disponibilità ricevuta da parte dei rappresentanti dello Stato, ringraziando per l’interessamento manifestato dagli stessi».

«L’opera di diffusione e coinvolgimento di tutti gli indirizzi Ministeriali a cui il documento è rivolto – prosegue la nota – continuerà nei prossimi giorni. È già previsto, a riguardo, un incontro in webinar con la presidente Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati, Lella Paita. Continua, senza sosta, l’opera di sensibilizzazione che il Comitato ha inteso intraprendere sulle problematiche che incombono sull’area dell’Arco Jonico Sibarita Silano Crotoniate».

«Si attesta, sempre più dirompente – dice ancora il Comitato – la consapevolezza che solo un cambio di vedute svincolate da logiche centraliste, ed una rinnovata visuale di “Territorio”, potranno condurre l’area ad una fase di straordinaria rinascita e sussidiario benessere tra la Sibaritide ed il Crotoniate».

«Pertanto – prosegue ancora la nota – pur apprezzando l’interesse che si sta concentrando sulla direttrice Roseto-Sibari-Rossano, questa ancora risponde a dettami centralisti di convogliare traffico sulla SA-RC. Per Magna Graecia, il vero punto di svolta è la realizzazione, con copertura finanziaria, della tratta Roseto-Catanzaro (parte integrante del corridoio Ten-T Comprehensive) a doppia carreggiata e quattro corsie».

«La perversa dinamica – dice ancora la nota – di aver storicamente pianificato, e di continuare ad immaginare, gli Asset della mobilità (persone e merci) totalmente schiacciati ad ovest, nonostante lo Jonio, per caratteristiche orografiche, si presti ad un minore impatto ambientale rientrando, di diritto, in una condizione di territorio predisposto alle infrastrutture green, richiesto dai nuovi dettami europei, ha generato il processo involutivo dell’area jonica».

«Solo con la creazione – conclude la nota – di una rete d’intermodalità fra servizi ad alta velocità, strada di categoria B, rilancio dello scalo Pitagorico con usufrutto a tutta l’area a nord di Crotone e definitiva interconnessione delle portualità presenti, si potrà restituire il maltolto storico». (rkr)

Comitato Magna Graecia contro riconversione degli ospedali di Rossano e Cetraro in poli covid

Il Comitato Magna Graecia è contro la proposta, avanzata da Claudio Picarelli, segretario regionale della Federazione Sindacale dei Medici Uniti (Fismu), di riconvertire, totalmente, i plessi ospedalieri di Rossano e Cetraro per smaltire il carico attualmente presente sul Presidio Hub dell’Annunziata.

«La singolare proposta – si legge in una nota – nascerebbe dal fatto che l’Hub cosentino ha già riconvertito 6 reparti in polo Covid più 19 posti in terapia intensiva ed, allo stato attuale, giacciono oltre 20 pazienti presso il Ps in attesa di essere indirizzati in reparto. È, ormai, pratica consueta che i poteri centralisti partoriscano idee che guardino verso la risoluzione delle problematiche parziali e contestualmente generino aggravio per le strutture periferiche».

«Ci chiediamo – continua la nota –: “È a conoscenza, il presidente della Fismu, della condizione che vive il Plesso Bizantino dello Spoke di Corigliano Rossano? Sa che nel medesimo pronto soccorso, ormai da diverse settimane, è stato allestito un reparto Covid di fortuna e nelle prossime ore saranno riconvertiti 40 posti letto per la medesima patologia? Ed ancora, è a conoscenza che sullo Spoke Jonico grava la domanda del distretto più grande di tutta l’Asp”?».

«Diciamo questo – prosegue la nota – solo in considerazione dello stato attuale delle cose, ma non abbiamo di certo dimenticato, come la gestione della pandemia, in Calabria, abbia letteralmente disatteso le raccomandazioni prescritte dal Ministero della salute nel lontano gennaio 2020. Era stato stabilito, e lo abbiamo ricordato più volte, che l’allocazione dei già sospetti Covid avvenisse solo negli Hub, uniche strutture dotate di Dea di II livello. Questi, una volta svuotati dalle degenze ordinarie che potevano e dovevano essere allocate presso gli Spoke per gli acuti e nei presidi dismessi per le patologie minori, avrebbero potuto rispondere alla domanda sanitaria con l’offerta di mezzi, strumenti e personale ospedaliero qualificato e numericamente adeguato alle esigenze».

«Negli spoke – viene spiegato nella nota – non ci sono esperti infettivologi o virologi e di, questo, il sindacato dovrebbe esserne a conoscenza.  Si è preferito, invece, contaminare i già precari presidi Spoke, atavicamente sguarniti di Personale e mezzi idonei, realizzando lazzaretti di fortuna. Non è un caso, infatti, che negli Spoke riadattati a polo Covid, l’incremento del contagio sia salito alle stelle. A riguardo, si veda la situazione che stanno vivendo i presidi di Corigliano-Rossano, Crotone, Cetraro e Lamezia, dove la carenza di mezzi e personale sta conducendo queste strutture ad implodere. Senza considerare che diverse di queste strutture sono allocate in località turistiche, votate al terziario, e l’incremento considerevole del contagio ha aggiunto al danno la beffa, considerando le continue chiusure delle attività commerciali presenti sul territorio: unica fonte di sostentamento economico per queste realtà, letteralmente sconquassate da una gestione della pandemia nata male e condotta peggio, a differenza dei capoluoghi storici che possono godere dei flussi di Stato grazie alla massiccia presenza di dipendenti pubblici».

«La Regione aveva chiesto ed ottenuto – viene ricordato – l’apertura di un Presidio da Campo a Cosenza, con un ingente investimento, che dissennatamente, in piena terza ondata, è stato riconvertito in centro vaccinale, come se di colpo a Cosenza fossero finite le strutture da poter dedicare all’inoculazione del siero.  In considerazione di ciò, dispiace constatare che, anche le sigle Sindacali di Categoria abdichino al volere centralista, disattendendo le prescrizioni di pool di medici del dipartimento del Ministero della Salute, che già agli albori della problematica avevano prescritto le modalità gestionali ed operative del sospetto Covid, da indirizzare esclusivamente presso le strutture Hub di riferimento».

«Si è preferito, invece – conclude la nota – realizzare pratiche sommarie e scriteriate con le conseguenze ormai palesi a tutti: la completa e inadeguata gestione pandemica con l’aggravio di una debacle economica per tutte quelle aree che non avevano, e non hanno, i mezzi materiali ed il capitale umano e professionale per contrastare il proliferare del virus La cosa che più spiace è l’atteggiamento della politica nostrana. Impegnata in lotte di condominio e ragionamenti da cantina, resta totalmente avulsa dall’esprimere una linea d’indirizzo su tali sciagurate proposte, avallando, qualora vi fosse dubbio il continuo trattamento, a pesci in faccia, riservato alle aree joniche da sedicenti affiliati ai poteri del centralismo». (rkr)

Il Comitato Magna Graecia chiede ai sindaci Voce e Stasi di aprire dialogo sulla Magna Graecia

Il Comitato Magna Graecia ha chiesto al sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, e al sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, di aprire un dialogo sulla costituzione della provincia della Magna Graecia, «così da distinguersi dal passato e lasciare traccia di sé rispetto a un progetto rivoluzionario che, ripetiamo, rafforza l’intero sistema Calabria».

«Nelle ultime ore – ha riferito il Comitato – il presidente della Conferenza, il sindaco di Corigliano Rossano, ha inteso partecipare a tutti gli Amministratori della Provincia l’intenzione di indirizzare una missiva al Ministro della Sanità, per ricevere ragguagli e chiarimenti circa l’esigua spettanza delle dosi di siero destinate ai comuni del Cosentino. Nella conferenza dei sindaci, pare si sia creata una fronda “Cosenza”, da cui qualcuno prende le distanze, al fine di delegittimare un Rappresentante delle Istituzioni che paga lo scotto di essere Sindaco di una Città qualificata come area periferica a tal punto da scalfire il principio di lesa maestà».

«Speravamo, sbagliando – ha aggiunto il Comitato – che il momento concitato che stiamo vivendo e la gravità dell’oggetto riguardante la missiva, portasse a desistere dall’inesauribile spocchia che primeggia nella mentalità di costoro che pensano di essere unti dal Signore. Mettere in discussione l’unità dei Sindaci su questioni delicate come la vita delle persone (vaccini) è il frutto di una condotta che, mai e poi mai, Personalità Politiche del lontano passato, espressione del centralismo, avrebbero mai posto in essere. I Capoluoghi storici nell’ultimo trentennio hanno perso autorevolezza e prestigio nelle loro classi dirigenti, le stesse avvitate su se stesse, megalomani e centraliste, sprovviste di una visione d’insieme e di territorio inteso come sistema Calabria».

«Il sindaco di Cosenza – ha proseguito il Comitato Magna Graecia – non ha mai preso parte alle conferenze dei sindaci dell’Asp di Cosenza da quando le ha attivate il Sindaco di Corigliano Rossano e tutto questo avviene dietro una cortina di silenzio inaudito.  Così come, apprendiamo dalla stampa, il sindaco di Crotone continua a denunciare l’atteggiamento isolazionista in materia di sanità (e non solo) da parte dei poteri centralisti».

«L’unica via d’uscita – ha concluso il Comitato – e spiace che i sindaci di Corigliano-Rossano e Crotone continuino sulla strada dei predecessori, è prendere le distanze da un sistema politico che continua a marginalizzare l’Arco Jonico, rendendolo succube in tutte le sue sfaccettature. L’idea di un luogo politico autonomo e indipendente attraverso la costituzione di una nuova provincia, a saldo zero, della Magna Graecia è la chiave di svolta per restituire dignità all’intero territorio». (rkr)