Nella Locride i vertici del Distretto Lions

di ARISTIDE BAVA – La Locride ospiterà, sabato 20 e domenica 21 gennaio, i più alti quadri dirigenziali del lionismo meridionale in due distinti incontri che avranno luogo presso presso l’ Hotel Kennedy di Roccella e presso  la sede del Lions Club di Locri, in Piazza stazione. Alla base dei due incontri un incontro di tutti i club della prima, seconda e terza zona, convocati rispettivamente dai presidenti Mimmo Praticò, Vincenzo Mollica e Domenico Leonardo e una riunione della prima circoscrizione con la presenza dei rappresentanti lions dell’intera provincia di Reggio Calabria convocata dal presidente Sandro Borruto.

Ai due incontri è prevista la presenza del Governatore del Distretto Lions, Pasquale Bruscino, del Past Governatore Franco Scarpino, del primo e secondo vicegovernatore rispettivamente Tommaso Di Napoli e Pino Naim. L’incontro di Roccella, previsto per le ore 18.30 di sabato prevede come argomento principale La crescita associativa in primo piano con un ordine del giorno che prevede, tra gli altri argomenti, anche un intervento/confronto  di tutti i presidenti dei club della provincia reggina, degli interventi programmati degli officers distrettuali, una discussione aperta sulle sfide e sui successi dei club e una discussione sul PremioEccellenze di Club“. A questo incontro sarà presente anche la responsabile distrettuale del Global Membership Team, Rita Franco.

Particolarmente interessante anche il tema dell’incontro di domenica che avrà luogo a Locri ovvero Valorizzazione e sviluppo del territorio attraverso la Mission, la visione e l’azione affidabile e concreta dei Lions. In questo caso dopo l’intervento introduttivo del presidente di Circoscrizione Sandro Borruto e del presidente del Lions Club di Locri ( club Ospitante dell’importante incontro) Antonio Zuccarini sono previsti interventi dei vari presidenti dei club della provincia reggina, dei Responsabili distrettuali e dei Coordinatori circoscrizionali Glt, Rodolfo Trotta, Gst, Gianfranco Ucci, e del responsabile Marketing, Bruno Canetti. Interverranno anche l’immediato Past Governatore Franco Scarpino e i due vice, Tommaso Di Napoli e Pino Naim.

I lavori saranno poi conclusi dal Governatore Pasquale Bruscino. Ai due incontri è prevista anche la partecipazione dell’intero staff distrettuale, composto dal segretario Andrea Castaldo, dal Tesoriere, Gennaro Nebbioso, dal cerimoniere Aldo Antonio Cobianchi e dall’ officer telematico, Andrea Colonna(ab)

Il Gal per la valorizzazione dei prodotti del territorio

di ARISTIDE BAVA«La valorizzazione dei prodotti del territorio passa attraverso un disciplinare di produzione che ne dia il riconoscimento, in base al quale il prodotto stesso diventa riconoscibile nella sua specificità tra tanti prodotti che potrebbero apparire uguali. È così anche per la produzione del formaggio caprino d’Aspromonte». Una considerazione attenta e precisa emersa nel corso di un incontro che ha avuto luogo presso la sede del Gal Terre Locridee, a Locri, dove specialisti del settore e allevatori si sono trovati, per dare il via, nell’ambito del progetto “Terre di Calabria” (misura 19.3 del Psr Calabria 2014-2020), all’elaborazione del disciplinare di produzione, proprio del formaggio di Capra d’Aspromonte, presente anche Roberto Rubino, presidente di Anfosc (Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo).

Per l’occasione pascoli, alimentazione e trattamenti degli animali e metodi di lavorazione dei formaggi sono stati al centro dell’incontro al quale hanno partecipato il presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì, il direttore Guido Mignolli e il consulente Anfosc, Adriano Gallevi. Dall’incontro è emerso che «un prodotto è legato a un dato territorio per alcuni fattori ben precisi, individuabili, che ne esprimono la specificità e che devono essere riconosciuti dal consumatore. Fattori che fanno di un certo prodotto un prodotto “specifico” e devono essere controllabili in maniera semplice, non attraverso costi insostenibili. Si tratta, allora, di condividere con i produttori poche ma importantissime regole, quelle giuste».

Il Presidente Roberto Rubino ha spiegato, partendo dalla considerazione iniziale che «si tratta di condividere con i produttori poche ma importantissime regole, quelle giuste. Quindi, in primis, parlando di formaggi, l’alimentazione degli animali è fondamentale per un prodotto di qualità. Non esistono pascoli degradati o erbe infestanti, anzi, la diversità genera quella specificità delle molecole che il latte trasmette. In un dato territorio, a una data altezza, c’è una certa vegetazione, salendo o scendendo lo scenario cambia e cambiano anche il gusto e la qualità del prodotto finale. Quindi bisogna vedere cosa mangia l’animale e definire i limiti dell’alimentazione, ridurre o eliminare i “concentrati” dei mangimi perché aumentano la quantità ma non la qualità del latte. Mettere, infine, i produttori in condizione di fare meglio quello che già fanno, perché non si perda la qualità al latte di partenza e si ottenga così un grande formaggio».

Dal canto suo il presidente del gal, Francesco Macrì, ha affermato che «il progetto vuole accrescere il valore economico delle produzioni locali, dando risalto alle specificità legate al territorio, in un percorso globale che coinvolge storia e cultura, oltre alla qualità degli alimenti. I prodotti della Locride, per gusto e proprietà nutrizionali, hanno tutte le carte in regola per primeggiare sul mercato nazionale e internazionale, ma per fare questo è necessario darsi delle regole di riconoscibilità. I disciplinari andranno a valorizzare un paniere di prodotti d’eccellenza, individuati sul territorio del Gal Terre Locridee. Il passaggio successivo sarà mettere in rete le aziende, generare importanti sinergie e circoli virtuosi di cooperazione e sviluppo».

Dal canto suo il Direttore del Gal, Guido Mignolli ha aggiunto «il formaggio caprino è per la Locride un prodotto identitario, con gusto e aromi tipici. La capra d’Aspromonte è simbolo di energia positiva, emblema di libertà, voglia di conoscenza, amore verso la terra. Raggiunge luoghi meravigliosi e inaccessibili, negati agli altri, per viaggiare oltre. Da questo straordinario animale otteniamo un prodotto speciale, che può divenire un attrattore economico forte, capace di generare iniziative nuove, con effetto moltiplicatore sulla produttività del territorio». (ab) 

In copertina, Roberto Rubino

La Casa di Babbo Natale punta di diamante delle festività natalizie della Locride

di ARISTIDE BAVATra le tane manifestazioni che hanno caratterizzato le festività natalizie nella provincia reggina probabilmente è stata quella che merita di essere maggiormente acclamata non fosse altro perché è stata organizzata dal basso, senza grossi contributi ma iuttosto con l’enorme passione e la forte volontà della comunità locale guidata da una associazione di volontariato nata con il preciso scopo di valorizzare il territorio. 

Un consuntivo decisamente positivo, quindi, per il borgo antico di Siderno superiore, con la Casa di Babbo Natale, una manifestazione che. come ha affermato la sindaca Maria Teresa Fragomeni, è stata la «punta di cristallo del Natale sidernese».

Una affermazione che calza a pennello per il grande successo che ha avuto la manifestazione che si è tenuta a Palazzo De Moja, lo storico Palazzo che ha ospitato la “Casa” e che è stato visitato da migliaia di persone arrivate da vari centri della Calabria e finanche, come ha voluto precisare il presidente dell’Associazione “Pajisi meu ti vogghiu beni”, Claudio Figliomani, da altre regioni italiane.

La Casa di Babbo Natale  è stata chiusa con la visita della Befana che ha fatto registrare un autentico  boom di presenze ed è  stata la degna conclusiuone di un successo ampiamente preventivato. La Befana è stata accolta a Palazzo De Moja, nella dimora del vecchietto con la barba da tantissimi bambini e dai loro genitori per una serata speciale nel corso della quale non sono mancati tanti doni che l’Associazione “Pajisi meu ti vogghiou beni” che anche quest’anno si è fatta carico dell’importante manifestazione ha fatto trovare a grandi e piccini nello storico Palazzo di Siderno Superiore che, per tutto il periodo natalizio, è stato epicentro della bella manifestazione diventata un vero e proprio richiamo per tanti cittadini della Locride, La “Casa di Babbo Natale” era stata inaugurata il 16 dicembre ma la manifestazione ha vissuto momenti esaltanti per tutto il periodo natalizio all’interno e all’esterno della casa, anche con manifestazioni musicali e altri spettacoli che hanno notevolmente vitalizzato il borgo sidernese.

La manifestazione che già negli anni passati aveva saputo richiamare migliaia di persone ancora una volta è stata molto suggestiva rendendo il Palazzo De Moja, meta attrattiva anche di carattere culturale con mostre e manifestazioni . È stata anche occasione per far scoprire ai visitatori molti angoli del suggestivo borgo antico sidernese. Angoli che hanno un fascino particolare e che confermano l’importanza dei borghi antichi anche a fini turistici.

Alla fine l’incontro tra la Befana e Babbo Natale è stata una ulteriore occasione è stata la classica ciliegina sulla torta che ha esaltato il successo della manifestazione. Dietro l’allestimento della Casa di babbo Natale – ha affermato lo stesso Claudio Figliomeni – c’è stato un grande lavoro che ha comportato, per i componenti dell’ Associazione, tanta fatica, dedizione, sacrificio e grande partecipazione. Devo ringraziare tutti  con un pensiero particolare per Daniela Marzano, Piero Moro, Emanuele Caruso e Roberto Romeo che hanno condiviso con me  in maniera incondizionata lunghi periodi di fatica e notti insonni nell’allestimento  della dimora del vecchietto con la barba bianca, ma voglio anche ricordare il grande contributo dato all’organizzazione della manifestazione da tanti abitanti della Siderno Antica che pur non facendo parte della Associazione che rappresento, hanno comunque voluto aiutarci con passione e con entusiasmo.

Figliomeni ha ricordato anche il fatto che l’amministrazione comunale ha creduto fortemente nella manifestazione alla quale ha dato il suo patrocinio e un sostegno economico ed ha ripreso l’affermazione della sindaca. Maria Teresa Fragomeni ha definito la nostra 2Casa di Babbo Natale” punta di cristallo del Natale sidernese e questo fa certamente onore alla manifestazione e ci stimola a continuarla anche negli anni futuri.

«Anche per questo – aggiunge – noi chiediamo a lei, con forza, e con l’abituale stima, di continuare a sostenerci più di quanto sia stato fatto, in modo di trasformare veramente la Casa di babbo Natale punta di diamante del Natale di tutto il comprensorio Locrideo. Sappiano che c’è anche qualcosa da correggere, come ad esempio, vista  la notevole affluenza di visitatori e le caratteristiche del nostro borgo antico,  un necessario e più completo servizio d’ordine. I nostri volontari hanno fatto quello che hanno potuto ma l’affluenza ha superato ogni aspettativa e certamente sarà necessario migliorare questo aspetto con un dettagliato coordinamento  della Polizia Municipale».

Ma siamo fiduciosi, però, che in futuro anche questo problema sarà affrontato e risolto in maniera positiva. La Casa di babbo Natale è diventata, ormai, una realtà irrinunciabile per il borgo antico e per la stessa Siderno. È una grande manifestazione che può, e deve, continuare a crescere,  perchè finalmente riesce a dare la giusta visibilità al nostro centro storico».

Una manifestazione, dunque, decisamente azzeccata quella “inventata” dall’associazione diretta da Claudio Figliomeni anche perché la valorizzazione dei borghi antichi – e questo è uno dei motivi per i quali è stata organizzata – passa anche dalla capacità di offrire manifestazioni di grande impatto sociale che fanno conoscere meglio, e di più, i vari siti di cui il territorio abbonda. E questo è, certamente, un pregevole esempio di “rivitalizzazione” del centro storico “fiaccato” da uno spopolamento che si è  trascinato per molti anni ma che, negli ultimi tempi, proprio grazie ad alcune importanti iniziative di grande impatto pubblico sta ritrovano nuova vita. Certamente la Casa di babbo Natale dovrà essere accompagnata anche da  ulteriori iniziative indirizzate a confermare la  grande voglia di tornare a vivere del borgo antico  ( come dovrebbero fare tanti altri borghi della Locride, falcidiati dallo spopolamento) perché siamo certi che sono proprio i borghi antichi il punto di forza di quello che viene indicato come il “nuovo turismo”. (ab)

Princi: Da Locride deve partire un grande progetto di sviluppo culturale

Dalla Locride «deve partire un grande progetto di sviluppo culturale, economico e sociale», ha evidenziato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, nel corso di un incontro promosso da Gal Terre Locridee.

«La Locride, area dalle forti radici identitarie, è un impegno prioritario per la regione Calabria», ha ribadito Princi, ricordando che «come Regione Calabria stiamo investendo tanto in campo culturale, abbiamo stanziato oltre trenta milioni di euro che ci permetteranno di stilare una programmazione virtuosa per i prossimi anni che darà vitalità alle aree della Locride affinché il comprensorio possa davvero diventare Capitale della Calabria e della cultura».

«La Locride può portare nel mondo la grande identità storica e culturale che le appartiene – ha detto ancora –. Stiamo già programmando significativi percorsi culturali, con il presidente Occhiuto e con gli assessori Gallo e Calabrese. Ed è già in via di realizzazione il parco letterario dedicato a Corrado Alvaro, finanziato con un milione di euro, che include anche tappe in nome di Saverio Strati e Mario La Cava».

«Il nostro nuovo PdA è stato ispirato dall’intuizione dell’assessore Gianluca Gallo che ha chiesto ai Gal di progettare non occupandosi più solo di agricoltura ma di sviluppo essenziale del territorio. La presenza della vicepresidente Princi con deleghe importanti come quelle alla cultura, consapevoli che senza la cultura non si va da nessuna parte, ci dà lo stimolo per continuare a lavorare al nostro progetto, complesso e articolato, che abbiamo chiamato “Un sogno per la Locride”, per far sì che questo territorio cresca, seguendo le linee socio-culturali già tracciate con “Locride 2025”. Per questo contiamo sull’unità dei sindaci e sull’impegno della Regione e della Città metropolitana, di tutti quelli che possono dare un contributo serio al rilancio della Locride» ha detto il presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì.

«È importante che la Regione tenga in considerazione il lavoro che il Gal Terre Locridee e i  comuni del territorio hanno messo in atto con il progetto “Locride 2025 – Tutta un’altra storia”, dando vita ad una grande aggregazione che, attraverso la cultura e il coinvolgimento attivo delle comunità locali, mette in campo azioni di sviluppo, di coesione e di innovazione sociale», ha sottolineato il project manager di Officine delle idee, Antonio Blandi.

Dal presidente dell’assemblea dei sindaci Vincenzo Maesano e dal presidente del Comitato dei sindaci Giorgio Imperitura il ringraziamento, a nome dei primi cittadini della Locride, per l’attenzione e la sollecitazione a continuare sostenere sempre più un territorio dalle grandi potenzialità legate al mondo della cultura.

La vicepresidente Princi quindi ha aggiunto: «Credo che la parola chiave sia fare squadra, con gli enti, con i cittadini. Vedo che il Gal TL lo sta già facendo con bellissimi risultati. Per esempio, questa mostra; l’arte esprime bellezza in molteplici forme, genera armonia. Apprezzo molto l’estensione che si è dato il Gal TL, integrando azioni legate allo sviluppo agroalimentare con l’impegno per la crescita socio-culturale del territorio. In linea con tutto ciò, la Regione Calabria promuove il turismo esperienziale e intende dare vita a un festival itinerante delle aree interne».

«A supporto di tutto ciò, il nostro impegno per offrire un’immagine corretta della nostra regione all’esterno è massimo – ha concluso – stiamo promuovendo una Calabria moderna e contemporanea che possa contrastare stereotipi e preconcetti». (rrc)

Il sindaco Falcomatà a confronto con Occhiuto su sanità territoriale nella Locride

Il sindaco della Città Metropolitana di Reggio, Giuseppe Falcomatà, assieme ai sindaci della Locride, ha incontrato il presidente della Regione, bRoberto Occhiuto, per discutere dell’edilizia ospedaliera per le strutture di Reggio Calabria e della Piana e sul trasferimento delle funzioni alla Città Metropolitana.

Alla riunione erano presenti anche la direttrice generale dell’Asp reggina, Lucia Di Furia, l’assessore regionale Giovanni Calabrese e una delegazione di sindaci della Locride: Mariateresa Fragomeni (Siderno), Giuseppe Fontana (Locri), Vincenzo Maesano (Bovalino) e Giorgio Imperitura di Martone.

«Come sindaci nel 2020 abbiamo riavviato la conferenza del Comitato dei sindaci dell’Asp che era fermo da troppo tempo – ha detto Falcomatà –, facendo degli incontri sul territorio, dalla Locride alla Tirrenica, dalla Piana all’area dello Stretto e alla Grecanica, per conoscere dalla voce dei primi cittadini, quali erano i problemi relativi alla rete territoriale sanitaria e quindi all’offerta sanitaria sul territorio. Da questi incontri è nata quella che è conosciuta come la ‘Carta di Locri’, ovvero non soltanto una mera descrizione di ciò che era la situazione, ma una serie di elementi dai quali ripartire».
«Devo dire che anche in questo periodo di sospensione, il sindaco al Aldo Alessio, da presidente del Comitato – ha ricordato – ha portato avanti questo questo percorso insieme alla dottoressa Di Furia».
«Oggi, insieme al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – ha aggiunto Falcomatà – è stato fatto un focus approfondito sulla rete territoriale degli ospedali, delle case della salute, in particolare quelle di Locri e di Siderno.

È stato un confronto sereno, sulle attività portate avanti finora da quando si è insediato come commissario alla Sanità.

«L’incontro – ha evidenziato – è stato anche utile perché i sindaci hanno avuto modo di esprimere quelle che sono le loro preoccupazioni, rispetto a problemi che ancora devono essere risolti. È stato fatto anche un passaggio rispetto anche all’edilizia sanitaria ospedaliera, relativamente alla realizzazione del nuovo ospedale della Piana e del nuovo Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Gli argomenti avranno un incontro specifico».

«In conclusione – ha concluso Falcomatà – ho apprezzato molto l’apertura del presidente Occhiuto, rispetto all’assegnazione delle funzioni delle deleghe alla Città metropolitana, e contiamo di fare, su questo, un focus nelle prossime settimane».

Giovanni Calabrese, assessore al lavoro e formazione professionale della Regione Calabria, ha ribadito come «continuo a lottare, come ho sempre fatto, con convinzione e determinazione per un ospedale funzionante e per una sanità giusta nella Locride. Anche nel ruolo di assessore regionale, quotidianamente, rivolgo l’attenzione massima nei confronti dell’ospedale della Locride».
«Grazie a tanto impegno e tante battaglie – ha aggiunto – oggi si registra una situazione completamente diversa rispetto a quella di qualche anno fa quando e, lo ricordo a me stesso, si era in procinto di chiudere il nosocomio. Molto c’è ancora da fare, in potenziamento dei servizi e assunzione di personale, per raggiungere la normalità ed è per questo che non abbassiamo la guardia e affrontiamo la situazione con costante confronto e dialogo». (rcz)

Mercoledì a Locri la tavola rotonda su “Villa Romana di Casignana e Locride Romana”

Mercoledì 6 dicembre, a Locri, alle 11, nella sala della mostra “L’incanto del disegno” del Palazzo della Cultura, si terrà la tavola rotonda Villa Romana di Casignana e Locride Romana. Turismo archeologico in Calabria.

L’evento è finalizzato a promuovere la Villa Romana di Casignana e il turismo archeologico in Calabria mettendo in rete i siti romani della Locride, presenti nei comuni di Casignana, Portigliola, Locri, Marina di Gioiosa Ionica e Gioiosa Ionica. Iniziativa inserita nel programma delle attività del progetto “Locride 2025 tutta un’altra storia”, promosso dal Gal Terre Locridee e da Officine delle Idee.

Introduce e modera Franco Crinò, vicesindaco di Casignana con delega ai Beni Culturali. Dopo i saluti istituzionali di Rocco Celentano, sindaco di Casignana, intervengono Agata Mazzitelli, Consigliera Delegata alla Cultura del Comune di Casignana, Sergio Marando, Rup Progetto Valorizzazione Villa Romana di Casignana, Loredana Musolino, Supporto Tec. Amm. al Rup Progetto Valorizzazione Villa Romana di Casignana, Umberto Panetta, Direttore dei lavori del Progetto Valorizzazione Villa Romana di Casignana, Antonio Blandi, Project Manager Officine delle Idee, Sandro Borruto, Rappresentanza Commissione Straordinaria Comune di Portigliola, Giuseppe Fontana, sindaco di Locri, Luca Ritorto, sindaco di Gioiosa Ionica, Vincenzo Tavernese, Vicesindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Guido Mignolli, Direttore Gal Terre Locridee, Elena Trunfio, Direttrice Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, Maria Mallemace, Segretario Regionale MIC Calabria, Alfredo Ruga, Funzionario Archeologo SABAP RC-VV, Fabrizio Sudano, Soprintendente ABAP RC-VV, Francesco Macrì, Presidente Gal Terre Locridee, Giacomo Crinò, Consigliere Regione Calabria e Giovanni Calabrese, Assessore Regione Calabria al Lavoro e Formazione Professionale.

La Villa Romana di Casignana ubicata lungo l’antico itinerario che collegava Rhegion a Locri Epizefiri, sorse nel I secolo d.C. con il suo nucleo originario e successivamente si sviluppò fino al IV secolo quando raggiunse il suo massimo splendore.

La monumentalità del suo impianto architettonico è testimoniata dalla sua estensione pari a circa 5000 mq e la sua magnificenza dalla presenza del più vasto nucleo di mosaici finora conosciuto nella Calabria Romana. 

I mosaici della Villa Romana costituiscono un patrimonio artistico di grande valore e ne rappresentano senz’altro la peculiarità. Si caratterizzano per la varietà, per la quantità e per l’elegante fattura. Pavimenti a mosaico bianco e nero, mosaici policromi, mosaici geometrici e figurati e anche pavimenti in “opus sectile”, dove un intricato gioco di ritagli di marmo crea affascinanti geometrie.

L’Italia è una delle destinazioni più ricche di patrimonio archeologico e storico-culturale al mondo. La sua storia millenaria ha lasciato un’impronta indelebile nel paesaggio, creando un tesoro di siti che attrae turisti da ogni angolo del pianeta. I siti archeologici in Italia offrono un viaggio nel passato, consentendo ai visitatori di immergersi nelle antiche civiltà e nelle loro testimonianze.

Esplorare siti archeologici offre un’opportunità unica per comprendere le radici della civiltà umana e la sua evoluzione nel corso dei millenni. Questa forma di turismo non solo soddisfa la curiosità storica, ma contribuisce anche alla preservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Inoltre, il turismo archeologico può essere visto come un mezzo attraverso il quale le persone cercano di connettersi con le proprie radici culturali e condividere un senso di appartenenza a una storia comune. Attraverso l’esplorazione di siti archeologici, i visitatori hanno l’opportunità di imparare e apprezzare le tradizioni, i costumi e le realtà di popoli antichi, contribuendo così a preservare e tramandare la conoscenza delle generazioni passate.

Anche la Calabria, con la sua storia millenaria ricca di vicende e scambi culturali con varie popolazioni, può offrire una ricchezza di testimonianze e tracce del passato. Un patrimonio storico-architettonico, come nel caso della Locride romana, che affascina e consente ai visitatori di immergersi in un passato che continua ad emozionare attraverso le sue vestigia ancora visibili.

Nella Locride senza adeguati collegamenti c’è poco turismo

di ARISTIDE BAVA –  Uno dei problemi  più gravi che esiste sul  territorio della Locride è, certamente, quello della mancanza di adeguati collegamenti cosa che, soprattutto dal punto di vista turistico, continua a frenare lo sviluppo dell’intera zona. E stiamo parlando di collegamenti di ogni tipo a partire da quelli ferroviari.

Questa cronica mancanza di collegamenti è stata più volte evidenziata dagli operatori turistici che sono i primi che, soprattutto in occasione delle annuali Borse del Turismo, sono costretti ad ascoltare le lagnanze dei Tour Operator italiani e stranieri. Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, poi, anche i costi di treni, e soprattutto degli aerei, cominciano a lievitare sensibilmente e pesano non solo per gli studenti che si trovano fuori sede o per i cittadini che lavorano altrove e vogliono passare questo importante periodo con familiari e amici ma anche per tanta gente che vorrebbe arrivare nella Locride per le vacanze.

D’altra parte non è che affrontare un viaggio verso la Calabria sia facile. Arrivare in auto spesso è difficile per le solite precarie condizioni delle strade e anche l’arrivo in treno (a Rosarno, a Gioia Tauro o a Lamezia) deve combaciare con collegamenti con pullman che sono molto risicati o  con mezzi di fortuna e/o amici che devono poi provvedere a farli arrivare nella fascia ionica reggina. E spesso sono in molti i forestieri che rinunciano alle loro vacanze in Calabria. In effetti il problema dei mancati collegamenti ferroviari, stradali o aerei  penalizza fortemente il territorio, questo è ormai indiscutibile.

Un problema che comincia ad essere molto pesante soprattutto in periodi lontani da quello estivo durante il quale  qualche collegamento in più, sia aereo che ferroviario, esiste.  Un problema che è viene evidenziato, sempre più spesso, dai Tour Operator, perché, paradossalmente, sono molti i turisti che ormai puntano su un turismo diverso, quello ambientale, che punta sui borghi antichi sulle potenzialità enogastronomico, sugli aspetti culturali. Quello, per intenderci, che proprio un territorio come questo della Locride non ha alcuna difficoltà ad offrire. Ed è, quindi un vero peccato che si debba  fare ancora i conti con la mancanza di adeguati collegamenti.

La stessa SS. 106, in questa fascia di territorio continua a rimanere l’eterna incompiuta, malgrado le tantissime promesse e le varia rassicurazione che periodicamente vengono fatte per tacitare gli assurdi ritardi che l’agognato completamento si porta appresso. Così come è un assurdo che una zona a larga vocazione turistica come questa della Locride non sia servita di treni a lunga percorrenza.

Il territorio si salva in qualche modo ma le presenze rimangono ancora limitate rispetto alle sue enormi possibilità  perché è appetibile e ricco di risorse di vario genere, ma riteniamo che questo problema debba essere preso in seria considerazione. Bisogna certamente fare qualcosa di concreto anche in fatto di costi. E non solo per i “ritorni” della nostra gente ma anche e soprattutto adesso   che molti turisti stanno scoprendo il territorio della Locride e con esso le grandi potenzialità della Calabria. (ab)

L’OCCASIONE DEL TURISMO DELLE RADICI
TROVA IL TERRENO IDEALE NELLA LOCRIDE

di ARISTIDE BAVATurismo delle radici: una grande occasione per i territori come questo della Locride, ricco di piccoli centri interni in gran parte abbandonati proprio dai migranti di prima generazione. La riscoperta dei luoghi di origine, della cultura, dei modi di essere,  dell’enogastronomia, delle tradizioni sono, infatti, gli elementi giusti capaci di incidere in modo significativo sul tessuto sociale ed economico delle piccole comunità della Calabria.

Ormai è chiaro che il turismo delle radici si porta appresso una forte nicchia di mercato, e certamente un territorio come quello calabrese, ha tutte le carte in regola per porsi come punto di riferimento di questo settore. Non a caso ci si è accorti dell’importanza di questo tipo di turismo. L’anno 2024, infatti, è stato dichiarato proprio l’anno del turismo delle radici, ovvero quel tipo di turismo per cui gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60/70 milioni di persone) vogliono tornare a visitare i luoghi natii.

Per i piccoli comuni della Calabria, e per la provincia reggina e la Locride in particolare, è certamente molto importante approfittare di questa occasione e cercare di promuovere quanto più è possibile questi luoghi ancora pieni di fascino. Luoghi che possono, adesso, diventare parte integrante del turismo moderno. Sono moltissimi gli emigrati, o i loro discendenti, che vogliono scoprire o riscoprire i luoghi nativi dei loro antenati. Secondo un apposito studio fatto dagli esperti del settore le tipologie delle persone che appartengono a questo particolare tipo di turismo sono, principalmente, quattro. 

Si parte dal cosiddetto “nostalgico”, ovvero un migrante di prima generazione che ha un legame molto stretto con il suo luogo d’origine e con il territorio circostante. Parla bene l’italiano, o più spesso il dialetto, e si sente il classico  italiano all’estero. Per lui il turismo delle radici è un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel suo viaggio riesce ad essere anche una buona guida e ancora sa dove andare e come muoversi. C’è, poi, chi viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. È una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero. Poi c’è l’ Italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-americano, o italo-argentino, o italo-brasiliano, o spesso, soprattutto in Calabria, e nella Locride in particolare, è anche Italo-canadese.

Questo tipo di turista approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità. Infine c’è l’italiano nato all’estero che desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. Fa parte di un gruppo con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità a lui veicolate, spesso, tramite filmografia e, più recentemente attraverso i social.

Anche per questo, il territorio calabrese dovrebbe organizzarsi seriamente per questo tipo di turismo. Un turismo  che dovrebbe  puntare, soprattutto,  all’investimento nei borghi antichi di cui il territorio e ricco e dove si possono proporre un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero  di oriundi italiani sparsi nel mondo.

E chi, meglio della Locride, ad esempio, che ha vissuto in maniera fortemente “pesante” il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra può vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, dislocati in tanti Paesi, che sarebbero molto propensi a riscoprire i luoghi delle loro origini o dei propri avi?

È chiaro, però, che bisogna dire basta all’improvvisazione e attivare una seria programmazione progettuale che con tutti gli accorgimenti necessari. Ciò potrebbe essere veramente dirompente per il territorio e diventare  un potenziale incredibile per la qualificazione e la riscoperta degli stessi borghi antichi perché si porterebbe appresso effetti positivi a cascata in diversi comparti. E con essi economia e occupazione. (ab)

Il progetto dimenticato del Distretto Culturale della Locride

di ARISTIDE BAVAChi si ricorda del famoso Distretto della Locride promesso dall’ ex ministro Francesco Rutelli all’indomani del delitto Fortugno? Eppure era una ipotesi di largo respiro sociale che avrebbe potuto cambiare il destino del territorio! Di questo progetto si è nuovamente parlato nel corso della recente cerimonia in cui sono stati assegnati i premi “Borghinfiore”.

È stato il vice sindaco di Roccella, Francesco Scali, presente per ritirare il premio “Sole d’Argento” assegnato alla sua città, che ha sollevato questo vecchio problema che per molto tempo è stato un vero e proprio pallino del compianto sen. Sisinio Zito, uomo di grande levatura politica che ha aiutato la Locride a migliorare con alcune sue  intuizioni spesso esaltanti. Scali ha, infatti, ricordato, in perfetta sintonia con lo svolgimento della serata durante la quale si è parlato molto della necessità di rivalutare il territorio anche attraverso la cultura proprio del “Distretto culturale della Locride”, evidenziando  anche l’impegno in questa direzione del sen. Zito.

Il progetto in qualche momento è sembrato, finanche  sul punto di essere realizzato (Zito era anche Presidente dell’assemblea dei sindaci) ma poi, per una serie di circostanze mai ben chiarite è finito nel nulla come, spesso, qui nella Locride, è accaduto per altri progetti di grande respiro. Del problema, tra l’altro, come riaffiora nella memoria del cronista, si ebbe ad occupare anche la ex  direttrice del Museo di Locri, Rossella Agostino, presente alla cerimonia di premiazione di Borghinfiore come relatrice.

Tanti anni addietro, infatti, proprio Rossella Agostino, nel corso di una importante riunione collegiale, rivolgendosi al folto gruppo dei rappresentanti delle associazioni presenti all’incontro chiedeva specifiche notizie sul Distretto Culturale della Locride. Una richiesta assolutamente lecita visto che a quel tempo  quella ipotesi progettuale venne discussa anche  presso la Regione Calabria. Ciò perchè il Distretto culturale della Locride era stato indicato tra le priorità che avrebbero potuto  contribuire alla qualificazione del territorio. 

Del Distretto culturale della Locride si cominciò a parlare, come si diceva, sulla base di una iniziativa dell’allora ministro per i beni culturali, Francesco Rutelli, subito dopo l’omicidio di Francesco Fortugno, nel lontano 2005. L’incontro presso la Regione Calabria avvenuto a distanza di quasi 12 anni (sic !), nell’aprile 2017, riaccese i riflettori sulla vecchia ipotesi per dare un nuovo assetto al Distretto culturale della Locride.

Il progetto immaginava un unico filo conduttore capace di mettere insieme le innumerevoli risorse culturali e turistiche della Locride , oltre che l’individuazione di una sintesi delle stesse, fino alla definizione di alcuni grandi attrattori capaci di fare da traino a tutte le esperienze sensoriali che la Locride poteva  offrire ai turisti. Il fine ultimo che si poneva il progetto, era quello di uno sviluppo economico del comprensorio, a breve, medio-lungo termine, basato sull’ambito turistico e incentrato sui temi della cultura. L’intuizione di Sisinio Zito anche questa volta, come ha voluto ribadire il vicesindaco Scali, precorreva certamente i tempi visto che anche adesso un progetto del genere potrebbe essere un toccasana per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

A noi piace anche ricordare che il Distretto culturale, dopo la visita Locridea di Rutelli, fu oggetto di una apposita progettazione della Associazione nazionale “Civita”, chiamata in causa dallo stesso ex ministro, che individuò il territorio della Locride come uno degli ambiti d’intervento già “maturi”, ovvero contraddistinto da una dotazione di risorse caratterizzate in senso culturale, «in grado di rappresentare, da subito, un elemento di competitività territoriale», precisando che nell’area in questione, era  stato realizzato un approfondimento progettuale finalizzato alla definizione di un Piano Strategico generale, di un Programma d’interventi (azioni di sistema e progetti pilota) e di un modello di gestione per l’attuazione del programma individuato e per la governance futura del sistema.

Nella relazione fu indicato che “l’area della Locride, oltre ad essere particolarmente dotata dal punto di vista dell’asset culturale ed ambientale (ad es. il centro storico di Gerace, l’area archeologica di Locri Epizefiri, il Parco nazionale dell’Aspromonte ecc.), poteva  contare anche sull’apporto significativo di alcuni importanti  comuni costieri grazie alla loro considerevole dimensione economica, come anche sul contributo delle aree dell’entroterra che si caratterizzavano per la ricchezza del patrimonio tradizionale, espresso da storia, arte, cultura, feste, artigianato e prodotti tipici”.

Come dire, insomma, ma questa non è una novità, che  il territorio era  già pronto ad ospitare l’importante progetto. Stiamo parlando di circa 20 anni addietro ! Purtroppo il sogno di Sisinio Zito si è spento con la sua scomparsa. Ha fatto bene, però, il vicesindaco di Roccella a ricordare quel vecchio progetto che potrebbe essere, adesso, rispolverato e diventare un cavallo di battaglia per l’immediato futuro. 

Il vero problema, da queste parti, è stato  sempre lo stesso: la mancanza di volontà e/o l’incapacità politica che, in uno con la deleteria burocrazia esistente,  si frappone anche ad iniziative di questa importanza che potrebbero veramente cambiare il volto del territorio. Perché non si cambia registro e non si fa fronte unico, soprattutto in questo particolare momento, per invertire la rotta? (ab) 

La risposta di Papa Francesco alla locride

di GREGORIO CORIGLIANO – La locride scrive, il Santo Padre risponde. Non capita tutti giorni, proprio no. Saranno migliaia le lettere che Francesco riceve tutti giorni, per i più disparati motivi ed è ovvio che pur con i Suoi collaboratori il Bianco Padre non può non attendere, pur tra impegni interplanetari, alla volontà dei fedeli.

Stavolta però – sarà che la missiva indirizzata a Santa Marta- era partita da Bianco ecco che il Bianco Padre ha voluto dar cenno di aver recepito l’istanza di due cittadini della provincia jonica reggina ed ha risposto, con enorme e giusta sorpresa dei mittenti.

«Sogniamo che la nostra Locride, l’ultimo territorio della Calabria, che a sua volta è l’ultima regione d’Italia, possa trovare una speranza di vita ed un futuro per i suoi figli», scrivono Salvatore Zoccali e Tommaso Marvasi. La Locride, sottolineano è un territorio coltissimo e con tremila anni di Storia (con la S maiuscola) e con tradizioni profonde e significative, geloso di se stesso, ma felice di se stesso quando si scoprono i suoi autentici tesori.

Quando soffiano i venti del quadrante Nord- il maestrale soprattutto- ha il mare tra i più belli del mondo, il vento scende addolcito dopo aver superato la barriera dell’Aspromonte e pettina le acque rendendole una tavola azzurra e trasparente, aggiungono Zoccali e Marvasi.

Continuando con toni poetici, i nostri corregionali vogliono colpire l’attenzione del Santo Padre dicono che l’aria pulita del vento allontana l’orizzonte che sembra addirittura più alto come se il mare sovrastasse la terra: da sempre, sottolineano ancora, ci mettiamo qui e guardiamo verso Est da dove sorge il sole, lontano sul mare Jonio. Ricordando Alvaro, Zoccali ed il suo coautore ricordano che l’Aspromonte significa monte lucente, dal greco apron, bianco, superbo con boschi millenari e che nel suo cuore conserva lo spirito di un Santuario millenario che la fede della gente ha dedicato alla Madonna, c’è poi il famoso Santuario di Polsi, un luogo di culto e di fede che non ha strade, ma che, come noi sappiamo, viene raggiunto, anche a piedi, da decine di migliaia di fedeli. Dopo aver ricordato che non si è ancora registrato il progresso e l’attenzione che merita tutta la locride, nonostante gli sforzi di molti amministratori, e che si è relegati tra gli ultimi, anche se è un luogo di “gente onesta e laboriosa che ogni giorno ripete il “Laudato sì”, ma che non riesce ad offrire una adeguata condizione di vita.

E qui i lamenti- verità: dissesto idro idrogeologico, strade sconnesse, millenari luoghi di culto e di memoria. Insomma tutto un cahier di doleance che riflette la verità e che, qui come altrove, costringe la gente a fuggire, verso il Nord del paese, quando non fuori dai confini d’Italia. Insomma Zoccali e Marvasi fanno propria la desolazione di questo lembo d’Italia, che tutti noi conosciamo e apprezziamo. E quindi gli ideatori della lettera a Francesco si rivolgono al Santo Padre perché “ispiri da Pastore, soprattutto degli ultimi, quanti hanno in mano le sorti del territorio per sottrarlo al degrado ed alla povertà: che faccia da ispiratore e da precursore di un mondo da conservare e rendere al servizio dell’uomo. Non manca – e come avrebbe potuto- il richiamo alla strada trasversale Jonio Tirreno «che ci collega al resto del mondo».

Fin qui, non senza le scuse, i ringraziamenti, la fede e la speranza di rinascita. Da umili fedeli che vogliono sognare. Una tra migliaia, questa lettera al Santo Padre che, dopo qualche tempo, incarica l’Assessore – si chiama così- della Segreteria di Stato, mons. Roberto Campisi (fosse calabrese?) di dare una breve ma intensa risposta. «Il Santo Padre è partecipe dell’apprensione della questione sociale» che avete sottoposto alla Sua attenzione. «Ribadendo che si tratta di un problema sociale e globale intimamente legato alla dignità della vita umana ha apprezzato l’atto di spontanea confidenza ed esprime vive compiacimento per l’impegno cristiano nonché il desiderio di bene per la tutela ed il riscatto del territorio della Locride. E chiude scrivendo come la Santa Sede costantemente interviene a sostegno di simili tematiche proponendo il Magistero del Sommo Pontefice a loro sostegno. Ed anche anche presso organismi internazionali».

Fin qui il Papa. Accanto alle sofferenze enormi per le guerre di oggi, Francesco non ha lasciato cadere l’appello di noi ultimi, fedeli e devoti, come Zoccali e Marvasi. Grazie Santo Padre, a nome della Calabria ed in questo caso della locride! (gc)