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L'appello del Corsecom ai sindaci della Locride: Organizzare riunione per problemi del territorio

Il progetto dimenticato del Distretto Culturale della Locride

di ARISTIDE BAVAChi si ricorda del famoso Distretto della Locride promesso dall’ ex ministro Francesco Rutelli all’indomani del delitto Fortugno? Eppure era una ipotesi di largo respiro sociale che avrebbe potuto cambiare il destino del territorio! Di questo progetto si è nuovamente parlato nel corso della recente cerimonia in cui sono stati assegnati i premi “Borghinfiore”.

È stato il vice sindaco di Roccella, Francesco Scali, presente per ritirare il premio “Sole d’Argento” assegnato alla sua città, che ha sollevato questo vecchio problema che per molto tempo è stato un vero e proprio pallino del compianto sen. Sisinio Zito, uomo di grande levatura politica che ha aiutato la Locride a migliorare con alcune sue  intuizioni spesso esaltanti. Scali ha, infatti, ricordato, in perfetta sintonia con lo svolgimento della serata durante la quale si è parlato molto della necessità di rivalutare il territorio anche attraverso la cultura proprio del “Distretto culturale della Locride”, evidenziando  anche l’impegno in questa direzione del sen. Zito.

Il progetto in qualche momento è sembrato, finanche  sul punto di essere realizzato (Zito era anche Presidente dell’assemblea dei sindaci) ma poi, per una serie di circostanze mai ben chiarite è finito nel nulla come, spesso, qui nella Locride, è accaduto per altri progetti di grande respiro. Del problema, tra l’altro, come riaffiora nella memoria del cronista, si ebbe ad occupare anche la ex  direttrice del Museo di Locri, Rossella Agostino, presente alla cerimonia di premiazione di Borghinfiore come relatrice.

Tanti anni addietro, infatti, proprio Rossella Agostino, nel corso di una importante riunione collegiale, rivolgendosi al folto gruppo dei rappresentanti delle associazioni presenti all’incontro chiedeva specifiche notizie sul Distretto Culturale della Locride. Una richiesta assolutamente lecita visto che a quel tempo  quella ipotesi progettuale venne discussa anche  presso la Regione Calabria. Ciò perchè il Distretto culturale della Locride era stato indicato tra le priorità che avrebbero potuto  contribuire alla qualificazione del territorio. 

Del Distretto culturale della Locride si cominciò a parlare, come si diceva, sulla base di una iniziativa dell’allora ministro per i beni culturali, Francesco Rutelli, subito dopo l’omicidio di Francesco Fortugno, nel lontano 2005. L’incontro presso la Regione Calabria avvenuto a distanza di quasi 12 anni (sic !), nell’aprile 2017, riaccese i riflettori sulla vecchia ipotesi per dare un nuovo assetto al Distretto culturale della Locride.

Il progetto immaginava un unico filo conduttore capace di mettere insieme le innumerevoli risorse culturali e turistiche della Locride , oltre che l’individuazione di una sintesi delle stesse, fino alla definizione di alcuni grandi attrattori capaci di fare da traino a tutte le esperienze sensoriali che la Locride poteva  offrire ai turisti. Il fine ultimo che si poneva il progetto, era quello di uno sviluppo economico del comprensorio, a breve, medio-lungo termine, basato sull’ambito turistico e incentrato sui temi della cultura. L’intuizione di Sisinio Zito anche questa volta, come ha voluto ribadire il vicesindaco Scali, precorreva certamente i tempi visto che anche adesso un progetto del genere potrebbe essere un toccasana per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

A noi piace anche ricordare che il Distretto culturale, dopo la visita Locridea di Rutelli, fu oggetto di una apposita progettazione della Associazione nazionale “Civita”, chiamata in causa dallo stesso ex ministro, che individuò il territorio della Locride come uno degli ambiti d’intervento già “maturi”, ovvero contraddistinto da una dotazione di risorse caratterizzate in senso culturale, «in grado di rappresentare, da subito, un elemento di competitività territoriale», precisando che nell’area in questione, era  stato realizzato un approfondimento progettuale finalizzato alla definizione di un Piano Strategico generale, di un Programma d’interventi (azioni di sistema e progetti pilota) e di un modello di gestione per l’attuazione del programma individuato e per la governance futura del sistema.

Nella relazione fu indicato che “l’area della Locride, oltre ad essere particolarmente dotata dal punto di vista dell’asset culturale ed ambientale (ad es. il centro storico di Gerace, l’area archeologica di Locri Epizefiri, il Parco nazionale dell’Aspromonte ecc.), poteva  contare anche sull’apporto significativo di alcuni importanti  comuni costieri grazie alla loro considerevole dimensione economica, come anche sul contributo delle aree dell’entroterra che si caratterizzavano per la ricchezza del patrimonio tradizionale, espresso da storia, arte, cultura, feste, artigianato e prodotti tipici”.

Come dire, insomma, ma questa non è una novità, che  il territorio era  già pronto ad ospitare l’importante progetto. Stiamo parlando di circa 20 anni addietro ! Purtroppo il sogno di Sisinio Zito si è spento con la sua scomparsa. Ha fatto bene, però, il vicesindaco di Roccella a ricordare quel vecchio progetto che potrebbe essere, adesso, rispolverato e diventare un cavallo di battaglia per l’immediato futuro. 

Il vero problema, da queste parti, è stato  sempre lo stesso: la mancanza di volontà e/o l’incapacità politica che, in uno con la deleteria burocrazia esistente,  si frappone anche ad iniziative di questa importanza che potrebbero veramente cambiare il volto del territorio. Perché non si cambia registro e non si fa fronte unico, soprattutto in questo particolare momento, per invertire la rotta? (ab)